Tutti gli articoli sulle versioni del Perrault e dei F.lli Grimm

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Ipotesi della trasformazione del racconto a partire dai rituali funebri endocannibalici fino ai racconti del Perrault e dei F.lli Grimm:
2) la fiaba rielaborata e ambientata in una cultura in cui si praticava la patrofagia e si aveva il terrore degli spiriti


In un lontano paese molto freddo in cui non esistevano le tombe per i parenti deceduti viveva una bambina con la madre. Avevano un piccolo podere dove allevavano qualche animale. Con i prodotti del loro piccolo allevamento barattavano al mercato altro tipo di cibo e qualche capo di abbigliamento. La bambina aveva una nonna, la madre della madre. Ma la nonna non stava con la figlia e la nipotina. C'era infatti l'uso che una donna col matrimonio andasse a vivere con lo sposo in una tenda presso il gruppo di famiglie dell'uomo. La nonna abitava oltre il bosco e aveva un orto dove coltivava delle piante medicinali. Faceva la fattucchiera e vendeva tisane e altri intrugli. La nonna voleva molto bene alla nipote e le aveva inculcato la passione per le piante medicinali e per i fiori, per questo l'aveva chiamata Fiorella. La nonna era tenuta in grande considerazione nelle contrade vicine, conosceva molto bene le proprietà delle piante che coltivava e le sue ricette quasi sempre facevano un buon effetto nei malati. Per questo era temuta anche dallo sciamano. Infatti i paesani per guarire da certe malattie prima si rivolgevano a lei e solo dopo allo sciamano. Ma gli anni passavano e mentre la bambina cresceva e diventava una bellissima fanciulla, la nonna invecchiava e purtroppo si ammalava seriamente. Le sue stesse erbe, le sue tisane più miracolose non la guarirono. Anche l'intervento dello sciamano non la fece ritornare in salute. A questo punto, secondo gli usi di quella contrada, bisognava pensare alla sua dipartita. Doveva essere uccisa prima che si trasformasse in uno spettro cannibale. Una volta uccisa, o veniva bruciata nel rogo, oppure doveva essere fatta a pezzetti e mangiata. Era possibile che chi la mangiasse potesse acquistare le sue capacità, le sue conoscenze, la sua magheria. La madre della fanciulla non aveva interesse alcuno a prendere le sue doti magiche. Allora organizzò le cose in modo che la figlia potesse acquistare le doti della nonna. Si mise d'accordo con lo sciamano per uccidere la madre molto malata. Lo sciamano era stato anni prima anche il suo amante. Lo sciamano era interessato ad acquistare anche la magheria della donna malata e levandola di mezzo sarebbe rimasto l'unico guaritore delle contrade vicine. La madre di Fiorella disse allo sciamano di stare in agguato la mattina dopo nei pressi della sua tenda; ella avrebbe dato a Fiorella una forma di pane e una formetta di burro da portare alla nonna malata. Quello era il segnale per procedere e attuare il piano. Lo sciamano, capace di trasformarsi in lupo, doveva accertarsi che Fiorella si stesse dirigendo con la forma di pane e la formetta di burro verso la tenda della nonna che stava dopo il bosco. Doveva precederla di molto nella visita alla malata. Quindi uccidere la nonna e farla a pezzetti e consumarla in parte. Poi doveva acconciarsi come fosse stata la nonna e accogliere Fiorella nella tenda, offrendogli come cibo rifocillante la carne e il sangue della nonna, oppure trasmetterle con la saliva, ancora intrisa del sangue della fattucchiera, le sue capacità e la sua magheria. Lo sciamano era d'accordo e sapeva bene come fare perdere del tempo a Fiorella in modo da precederla di molto, certo il coraggio non gli mancava, non per nulla aveva le viscere di pietra donategli nella sua morte iniziatica dal suo spirito protettore. Ma aveva fatto un pensierino a Fiorella e voleva pure possederla sessualmente. Chi non l'avrebbe fatto visto che non ci sarebbero stati occhi indiscreti? Per questo si era pure attrezzato, considerato che aveva i suoi annetti. Tutto aveva prestabilito in ogni dettaglio: aveva pure curato di prendere una sostanza che fertilizzava le piante, conosciuta, preparata e venduta pure dalla nonna di Fiorella, che aveva anche l'effetto di resuscitare gli impotenti, inoltre aveva preparato un sonnifero da mettere nel sangue della nonna da offrire a Fiorella, in modo da rendere molto vaghi i suoi ricordi di quanto fosse accaduto. Ma un particolare non funzionò. Lo sciamano riuscì a trasformarsi in lupo prima di incontrare Fiorella che andava dalla nonna. Ma dopo aver ucciso e divorato parte della vecchia donna, dimenticò forse la formula per ritornare in forma umana, oppure fu preso da una frenesia inspiegabile e allora dimostrò il trasporto per la bella Fiorella, mezza addormentata, morsicandola e divorandola poco alla volta.
Questo racconto non è stato tratto dal popolo, non è stato rilevato dagli studiosi di folklore o da etnologhi, ma è solo un ipotetico racconto d'origine della fiaba di Cappuccetto rosso, nelle versioni in cui viene divorata dal lupo e non ritorna alla vita. Non ha alcun valore storico se non a livello attuale nella nostra cultura occidentale, è frutto anche della immaginazione di colui che scrive, ovvero di un appassionato di storia delle religioni, del folklore, delle fiabe e dei racconti popolari. E' anche un racconto di chi abborrisce le droghe ed è un racconto che cerca di spiegare le incertezze, le paure, le angosce insite nella fiaba in questione. Ma comunque è un racconto verosimile ambientato in una società in cui il cadavere è bruciato oppure mangiato(patrofagia), in cui esiste la figura dello sciamano, l'uso di erbe e di droghe, la paura nei confronti dei morti e degli spiriti e quindi di possibili cadaveri viventi. Certo più crudo di così non poteva essere e probabilmente non è un testo per piccoli. Probabilmente nei veri racconti popolari l'aspetto sessuale viene coperto o meglio velato da discorsi o dialoghi di tipo osceno o che hanno a che vedere con i bisogni corporali(coprolalia). Invece la sostanza o droga, che rende cannibali, è da ricondurre a fatti recentissimi. Certo il racconto è fortemente antisciamanico, antireligioso, ma anche i Germani o alcuni gruppi dei Germani secondo Tacito (Germania IX) non avevano una casta sacerdotale e quindi probabilmente avevano una religiosità organizzata dai re o capi o dai capo-famiglia o dalle sacerdotesse; mentre i loro vicini, i Celti, avevano la casta sacerdotale dei druidi. Questa differenziazione potrebbe stare alla base della notevole differenza delle due versioni principali di Cappuccetto rosso, quelle francesi di Perrault e di Delarue e quella tedesca dei F.lli Grimm?
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sciamano siberiano che ha sul capo la pelliccia di un lupo


Tutti gli articoli sulle versioni del Perrault e dei F.lli Grimm

1 - Premessa


2 - Il lupo nella cultura dei greci


3 - Alla ricerca della pietra simbolo della sterilità


4 - Le pietre nel ventre dell'iniziando sciamano


5 - Divoramento e travestitismo nelle iniziazioni tribali


6 - Culto delle pietre presso i Lapponi


7 - Il lupo nelle culture che praticavano un'agricoltura primordiale


8 - I Lupercalia dei Romani


9 - La struttura dei Lupercalia


10 - Il lupo e i sette capretti


11 - Lo spirito del grano nell'ultimo covone denominato il Vecchio, la Vecchia e anche il Lupo


12 - I popoli che praticavano la patrofagia, i racconti popolari con la prova cannibalica


13 - Il racconto rielaborato e ambientato in una cultura in cui si praticava la patrofagia e si aveva il terrore degli spiriti


14 - l'ipotesi del lupo come demone della morte, e l'ipotesi agraria connessa alle antiche feste germaniche


15 - Il carattere solitamente critico dei racconti popolari verso le classi superiori, ma nella versione dei F.lli Grimm il lupo acquisisce una funzione quasi conservativa


16 - Lupo e taglialegna gli estremi, nipote e nonna i mediatori; il demone germanico Loki vicino al lupo della fiaba grimmiana


17 - Il comportamento del lupo come indice di civiltà


18 - Il comportamento del lupo nei confronti dell'uomo dal medioevo fino ai fatti del lupo di Gévaudan


19 - Interpretazione storica della versione del Perrault, le ruelles e le preziose


20 - Le versioni più studiate della fiaba di Cappuccetto rosso



Tutti gli articoli sulle versioni popolari di Cappuccetto rosso

1 - Le versioni orali del racconto in cui il percorso per raggiungere la nonna sembra abbia una parte rilevante

2 - La versione orale dell'Haute-Bretagne in cui la nonna potrebbe indicare un campo o una vigna o vite sterile

3 - Le due versioni de la Nièvre. In una di esse la fanciulla si salva

4 - La versione della Touraine. In questo racconto al lupo subentra il diavolo e la fanciulla si salva

5 - La versione del Forez in cui la fanciulla cede il paniere al lupo e poi viene divorata

6 - La versione raccolta a Valencay nell'Indre in cui la fanciulla dice alla finta nonna che ha delle grandi mani e quella le risponde che servono per frustarla

7 - La versione provenzale, molto simile a quelle del Forez, ma più eleborata

8 - La generazione agricola per talee, associata nei miti e nei racconti enigmatici all'endocannibalismo e all'incesto

9 - Le correlazioni tra i miti e il culto di Fauna-Bona Dea e i racconti orali di Cappuccetto rosso

10 - L'alternativa del percorso come traccia per risolvere l'indovinello del racconto enigmatico

11 - Il sostrato culturale della religione arcaica dei Romani: ovvero l'agricoltura - La fondazione di Roma legata a un solco tracciato dall'aratro tirato da un toro e una vacca

12 - Analogie e differenze tra mirto e vite - Il mirto pianta spia del tempo, Il dio Fauno sia lupo, sia serpente, sia lupino

13 - Le madonne nere francesi rimpiazzarono le figure divine pagane, e principalmente Bona Dea





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