Tutti gli articoli sulle versioni popolari di Cappuccetto rosso

Ipotesi agrario-folklorico-culturale di origine delle versioni orali di Cappuccetto rosso - 4


XIII - Le madonne nere francesi rimpiazzarono le figure divine pagane, in special modo Bona Dea.

Di recente una studiosa, Petra van Cronenburg, ha ipotizzato che le numerose Madonne Nere, ovvero statue di Madonne con pelle scura o nera, presenti in Francia, derivino da antichi culti pagani in cui una divinità femminile aveva una grande importanza, anzi aveva un posto centrale nella religione. La tesi è interessante, ma per quello che si cerca di esplicare in questo studio è ininfluente. Per questo studio interessano solo dei particolari. Questa studiosa, nel volume Madonne nere. Il mistero di un culto (Edizioni Arkeios 2004) riferisce che dietro la festa della Candelora delle regine scure(Madonne Nere) con le sue verdi candele miracolose, i fili rossi e le processioni cittadine, la sua magica acqua della vita, i pani e i dolci in segno di offerta e soprattutto dietro i tre santi maschi che frequentemente apparivano ai fedeli nelle vicinaze della festa o affioravano sotto forma di sculture o disegni nelle cripte, ovvero San Biagio, San Rocco e Sant'Amadour, si nasconde il mistero delle Madonne Nere della Francia. Per Petra van Cronenburg questi tre santi, che in qualche modo hanno a che fare con l'arte amatoria, non sono altro che i sostituti di divinità maschili pagane. Sant'Amadour, per esempio, nel Berry, antecedentemente veniva venerato come il selvaggio dio gallo-romano Silvano, l'amante della romana Fauna e della sabina Lupa, e il suo giorno di festa cadeva a Rocamadour(comune francese situato nel dipartimento del Lot nella regione del Midi-Pirenei) il primo di maggio. San Biagio, il cui nome in francese(Blaise) ricorda il dio lupo Blez, santo probabilmente mai vissuto, non è altri che l'amante della romana Fauna e della Lupa sabina; queste ultime sono entrate nel calendario cattolico come Santa Febronia. E Febronia significava una volta Iuno Februata ed era la protettrice delle pene d'amore(febris), a cui in febbraio era dedicata una settimana di orge. Il modello era la sabina Lupa, il cui amante lupo, chiamato in Gallia Blez, fu cristianizzato come Saint Loup, e la cui festa, i Lupercali, con le processioni di purificazione furono adattate nella cattolica Cannelora. In pratica San Biagio era festeggiato, nello stesso periodo dell'anno in cui venivano festeggiati i pagani Fauno e Fauna, e grazie ai suoi leggendari miracoli e alla sua leggendaria familiarità con gli animali, ne assunse pure il ruolo(pagg.79-81). Continua così Petra van Cronenburg: "Fauna era in Gallia la Bona Dea, la buona dea che diede il suo nome alle Madonne Nere che si chiamavano Bonne Mére, buone madri."
Quanto affermato da Petra van Cronenburg già potrebbe bastare per corroborare la mia ipotesi di origine delle versioni orali di Cappuccetto rosso. Comunque Petra van Cronenburg non riporta i miti di Fauno e Fauna, e forse le è sfuggito che quelle candele verdi della Candelora potrebbero avere avuto un legamento col ramo di mirto con cui Fauno fustigò Bona Dea o Fauna. Ma comunque Petra van Cronenburg riferisce alcune pratiche di tipo magico che coinvolgono le Madonne Nere, o meglio le statue, col vino. Pare che fosse uso molto seguito quello di spalmare d'olio e vino in occasione delle feste le Madonne Nere(pag.120). A Digione la statua della Madonna veniva lavata con olio e vino(pag.108). Inoltre il vino era associato pure a San Biagio(ovvero Blez o Saint Loup per Petra van Cronenburg): a Leimbach, presso Thann, da una reliquia del santo, il cranio, veniva versato il vino che serviva per le messe(pag.79).
Una notazione personale: il personaggio lupino che in una versione della Nièvre è chiamato "bzou", creduto un lupo mannaro, potrebbe avere relazione per similarità onomatopeica con Blez, riportato da Petra von Cronemburg come l'amante gallico della sabina Lupa.
A queste considerazioni si deve aggiungere che uno degli autori latini che fece riferimento al mito di Fauno e di Fauna fu Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio (Africa, 250 circa - Gallie, dopo il 317). Questo autore, convertitosi al cristianesimo, scrisse fra l'altro un'opera in cui voleva confutare i fondamenti delle religioni pagane, si tratta di De Divinis institutionibus, sette libri. Fra i miti che avrebbero dovuto dare maggiore conforto al suo discorso c'era quello del dio Fauno romano che uccide la moglie e sorella Fauna frustandola con un ramo di mirto. Questo apologeta cristiano si trasferì in Francia perché incaricato da Costantino I, l'imperatore, di fare il precettore del figlio Crispo. Probabilmente questo autore portò le sue opere in Francia, opere che poi si propagarono fra i cristiani delle Gallie. Altro particolare non trascurabile sta nel fatto che una delle opere antiche del latino Columella (L'arte dell'agricoltura), ritenuta dispersa, fu ritrovata dal toscano Poggio Bracciolini nel 1416 nella città francese di Langres, nell'Alta Marna nella regione Grand Est, quindi non lontano dalla Nièvre, in cui furono raccolte nel XIX secolo due versioni orali di Cappuccetto rosso. Quest'ultimo particolare non è di poca importanza per lo studio della fiaba in questione. Proprio leggendo Columella, colui che scrive si è reso conto che nelle versioni popolari della fiaba c'è un tantino dello scrittore agricoltore latino.

La Madonna Nera nella cattedrale Notre-Dame di Chartres in Francia, replica di una statua medievale distrutta in un incendio


Tutti gli articoli sulle versioni popolari di Cappuccetto rosso

1 - Le versioni orali del racconto in cui il percorso per raggiungere la nonna sembra abbia una parte rilevante

2 - La versione orale dell'Haute-Bretagne in cui la nonna potrebbe indicare un campo o una vigna o vite sterile

3 - Le due versioni de la Nièvre. In una di esse la fanciulla si salva

4 - La versione della Touraine. In questo racconto al lupo subentra il diavolo e la fanciulla si salva

5 - La versione del Forez in cui la fanciulla cede il paniere al lupo e poi viene divorata

6 - La versione raccolta a Valencay nell'Indre in cui la fanciulla dice alla finta nonna che ha delle grandi mani e quella le risponde che servono per frustarla

7 - La versione provenzale, molto simile a quelle del Forez, ma più eleborata

8 - La generazione agricola per talee, associata nei miti e nei racconti enigmatici all'endocannibalismo e all'incesto

9 - Le correlazioni tra i miti e il culto di Fauna-Bona Dea e i racconti orali di Cappuccetto rosso

10 - L'alternativa del percorso come traccia per risolvere l'indovinello del racconto enigmatico

11 - Il sostrato culturale della religione arcaica dei Romani: ovvero l'agricoltura - La fondazione di Roma legata a un solco tracciato dall'aratro tirato da un toro e una vacca

12 - Analogie e differenze tra mirto e vite - Il mirto pianta spia del tempo, Il dio Fauno sia lupo, sia serpente, sia lupino

13 - Le madonne nere francesi rimpiazzarono le figure divine pagane, e principalmente Bona Dea





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