Tutti gli articoli sulle versioni del Perrault e dei F.lli Grimm

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Il lupo nella cultura greca


In epoca greco-romana il lupo è un animale pericoloso per le greggi. Basta leggere le favole di Esopo per rendersene conto. Ma l'uomo ha a disposizione il cane per difendere le greggi. E ci sono alcune favole di Esopo in cui i lupi cercano di convincere i cani a lasciarli entrare nell'ovile per poi dividersi le pecore e mangiare insieme a sazietà. In altre favole i lupi mandano un'ambasceria alle pecore per invitarle a non farsi custodire dai cani affermando che essi sono i responsabili delle loro relazioni ostili. Nelle favole di Esopo si ammonisce a non fidarsi dei lupi, malvagi per natura, anche quando sembrano inoffensivi. Nella favola 229 (Esopo, Favole, Rizzoli, 1988) un lupo seguiva un gregge senza far nulla e mai tentando una rapina. Allora il pastore, che prima era sospettoso, si convinse che quel lupo potesse essere un buon custode del gregge. Per questo glielo affidò quando ebbe bisogno di recarsi in città. Ma al suo ritorno il pastore trovò il gregge distrutto.
C'è una favola(Esopo ibidem favola 223, Il lupo e la vecchia) di Esopo in cui un lupo affamato, che conosce il linguaggio umano, sente per caso presso una casetta piangere un bambino e una vecchia che lo esortava a smettere di piangere altrimenti l'avrebbe dato al lupo. Il lupo credette che la vecchia parlasse sul serio ed aspettò per un bel pezzo. Ma quando giunse la sera il lupo sentì la vecchia che rivolgendosi al bambino diceva che se il lupo fosse venuto lo avrebbero ammazzato. Il lupo commentò tra se: " In questa casa si dice una cosa e se ne fa un'altra". E se ne andò.
Questa favola di Esopo, che ha una morale finale che non attiene a questo studio, ci fa capire che la cultura greco-romana non era ossessionata dal lupo. Infatti questo lupo, pur di fronte a una vecchia e un bambino, usa una tattica attendista e non certamente offensiva o distruttiva. La vecchia usa il lupo come uno spauracchio, ma poi rassicura il bambino. Certo dal lupo c'è da guardarsi, ma in definitiva non è tremendo e spesso è stupido, come nella favola 64, Il lupo e l'aratore(Esopo, ibidem). In questa favola un lupo affamato si imbatte in un aratro incustodito, in quanto il contadino aveva staccato i buoi e li conduceva verso l'abbeveratoio. Il lupo comincia a leccare tutt'attorno al giogo e poi, poco per volta, vi introduce il collo: ma non fu capace di tirarlo fuori, cosicché si mise a trascinare l'aratro nel solco come fosse un lavoratore dei campi. Anche questa favola ci mostra un lupo, in ambiente rurale, certamente non aggressivo: il contadino che ritorna dall'abbeveratoio commenta così la scena: "Volesse il cielo, cattivo soggetto, che tu lasciassi da parte i furti e le scelleratezze per darti al lavoro dei campi".
Rari gli episodi in cui il lupo viene ricordato nella mitologia greca. Nel mito di Danao e delle 50 figlie, le Danaidi, forse fu Apollo sotto forma di lupo che assaltò all'alba una mandria che pascolava presso le mura di Argo e uccise un toro. Così ritenne Danao e dedicò un tempio ad Apollo Likayos. Gli argivi, che stavano ancora discutendo sulla richiesta di Danao di regnare ad Argo in quanto, sosteneva Danao, questo era il volere degli dei, videro nell'episodio un presagio: se si fossero opposti alla volontà di Danao, egli avrebbe conquistato la città con la forza. Quindi un lupo che uccide un toro sembra prospettare un avvenimento sfavorevole, ma questo tipo di presagio era avvenimento di ogni giorno? Pare che questo tipo di avvenimento-presagio non sia ricordato in alcun altro mito. Il mito di Licaone, però, ci dice, che il lupo avrebbe potuto mangiare i bambini. Secondo il racconto di Pausania(Periegesi, VIII,2) Licaone offriva in sacrificio a Zeus Liceo un suo bambino e col suo sangue faceva le libagioni, ma subito si trasformava in lupo; in altre versioni(Licofrone, 481 e Igino, Fabula 176) Licaone o i suoi figli avevano offerto come pranzo a Zeus travestito da viandante le carni di Nittimo(ovvero l'ultimo figlio di Licaone), in altre versioni le carni di un certo Arcade(nipote di Licaone) oppure le carni di un prigioniero. La trasformazione di Licaone in lupo è una conferma che il lupo uccidesse i bambini . Ma sappiamo che in Grecia qualche volta avveniva che fossero esposti i bambini neonati per volere del padre; quindi in un certo senso stava quasi nell'ordinario l'uccisione dei bambini da parte del lupo. Poi c'era la diceria dei sacrifici umani offerti a Zeus Liceo in Arcadia. Sempre Pausania riprende la leggenda dell'esistenza di uomini-lupi (licantropi) in Arcadia, leggenda già ricordata da Platone(Repubblica 565 e-d): esisteva in Arcadia un gruppo che faceva sacrifici umani in onore di Zeus Liceo; una vittima umana veniva immolata e i celebranti, che si erano cibati delle viscere, venivano trasformati in lupi per otto anni. Scaduto questo termine potevano ritornare umani, a patto che non avessero mangiato carne umana. Probabilmente in Arcadia si compivano riti antichissimi e incomprensibili per gli altri abitanti della Grecia. Notevole in queste leggende arcadiche il ciclo degli 8 anni. A cosa si può riferire se non a un antichissimo ciclo di interruzione di una cerealicoltura primitiva su una terra non più fertile? Sono, a questo proposito, di molto aiuto le considerazioni di Gordon Childe sulla cultura dei «danubiani» anche prima del terzo millennio a.C. e cioè che già allora era coltivato un tipo di frumento, e poi orzo, fave, piselli e si praticava l'agricoltura itinerante (Preistoria della società auropea, Sansoni 1958. pp.65ss.). La tecnica antica può essere chiamata maggese lungo passivo ed è il fondamento dell’agricoltura itinerante anche per seminativi. Si sfrutta per uno, due, tre anni una terra vergine, dopo averla disboscata. Dopo il suo sfruttamento questa terra si abbandona, perché non rende bene, e se ne coltiva un’altra dopo averla a sua volta disboscata e così via finchè si ritorna alla terra già sfruttata, ma che è stata già ripresa dalla foresta o dalla macchia. Si procede allora a un disboscamento di tipo minore e la terra viene di nuovo coltivata: questo è il sistema del “taglia e brucia”, in cui il fuoco ha pure un ruolo magico e purificante. Di solito una terra si poteva rinselvatichire in un periodo che andava dai 7 ai 10 anni. I 99 cicli della luna, pari a circa 8 anni, andavano a fagiolo quindi per determinare questo periodo di abbandono della terra.
continua...

Una statua di Apollo Likayos al museo del Louvre di Parigi


Tutti gli articoli sulle versioni del Perrault e dei F.lli Grimm

1 - Premessa


2 - Il lupo nella cultura dei greci


3 - Alla ricerca della pietra simbolo della sterilità


4 - Le pietre nel ventre dell'iniziando sciamano


5 - Divoramento e travestitismo nelle iniziazioni tribali


6 - Culto delle pietre presso i Lapponi


7 - Il lupo nelle culture che praticavano un'agricoltura primordiale


8 - I Lupercalia dei Romani


9 - La struttura dei Lupercalia


10 - Il lupo e i sette capretti


11 - Lo spirito del grano nell'ultimo covone denominato il Vecchio, la Vecchia e anche il Lupo


12 - I popoli che praticavano la patrofagia, i racconti popolari con la prova cannibalica


13 - Il racconto rielaborato e ambientato in una cultura in cui si praticava la patrofagia e si aveva il terrore degli spiriti


14 - l'ipotesi del lupo come demone della morte, e l'ipotesi agraria connessa alle antiche feste germaniche


15 - Il carattere solitamente critico dei racconti popolari verso le classi superiori, ma nella versione dei F.lli Grimm il lupo acquisisce una funzione quasi conservativa


16 - Lupo e taglialegna gli estremi, nipote e nonna i mediatori; il demone germanico Loki vicino al lupo della fiaba grimmiana


17 - Il comportamento del lupo come indice di civiltà


18 - Il comportamento del lupo nei confronti dell'uomo dal medioevo fino ai fatti del lupo di Gévaudan


19 - Interpretazione storica della versione del Perrault, le ruelles e le preziose


20 - Le versioni più studiate della fiaba di Cappuccetto rosso



Tutti gli articoli sulle versioni popolari di Cappuccetto rosso

1 - Le versioni orali del racconto in cui il percorso per raggiungere la nonna sembra abbia una parte rilevante

2 - La versione orale dell'Haute-Bretagne in cui la nonna potrebbe indicare un campo o una vigna o vite sterile

3 - Le due versioni de la Nièvre. In una di esse la fanciulla si salva

4 - La versione della Touraine. In questo racconto al lupo subentra il diavolo e la fanciulla si salva

5 - La versione del Forez in cui la fanciulla cede il paniere al lupo e poi viene divorata

6 - La versione raccolta a Valencay nell'Indre in cui la fanciulla dice alla finta nonna che ha delle grandi mani e quella le risponde che servono per frustarla

7 - La versione provenzale, molto simile a quelle del Forez, ma più eleborata

8 - La generazione agricola per talee, associata nei miti e nei racconti enigmatici all'endocannibalismo e all'incesto

9 - Le correlazioni tra i miti e il culto di Fauna-Bona Dea e i racconti orali di Cappuccetto rosso

10 - L'alternativa del percorso come traccia per risolvere l'indovinello del racconto enigmatico

11 - Il sostrato culturale della religione arcaica dei Romani: ovvero l'agricoltura - La fondazione di Roma legata a un solco tracciato dall'aratro tirato da un toro e una vacca

12 - Analogie e differenze tra mirto e vite - Il mirto pianta spia del tempo, Il dio Fauno sia lupo, sia serpente, sia lupino

13 - Le madonne nere francesi rimpiazzarono le figure divine pagane, e principalmente Bona Dea





TAGS: Lupo, licantropia, pietre, sterilità, sciamano, iniziazione sciamanica, pietre nel ventre, endocannibalismo, patrofagia, paura degli spiriti, paura dei morti, divoramento iniziazioni tribali, travestitismo iniziazioni tribali, serpente divoratore, Lupercalia, luperci, Fabiani, Quinziali, leguminosa, maggese lungo passivo, amiculum Iunonis, Giunone Sospita, Giunone di Lanuvio, pastori, agricoltori, favole di Esopo sul lupo, cambiamento d'uso dei terreni, struttura diacronica dei Lupercalia, maggese verde, morte come possessione demonica, dio Fauno, dio Silvano, battere del piede del contadino, frustate dei Luperci alle donne, dea Fauna, Bona Dea, corsa dei Luperci, danza Fratres Arvales, Ambarvalia, offerte di leguminose ai serpenti domestici, Lemuria, Feralia, fave scure ai fantasmi dei morti, sovescio, Il lupo e i sette capretti, omosessualità punita dai Germani, Loki, Fenrir, gara del lupo nei confronti di Cappuccetto rosso, vince chi arriva prima dalla nonna, lupo come rappresentante del bosco e della natura, lo spirito del grano nell'ultimo covone, ultimo covone, il Vecchio nell'ultimo covone, la Vecchia nell'ultimo covone, inserimento di pietre nell'ultimo covone come magia simpatica, il Lupo nell'ultimo covone, popoli che praticavano la patrofagia, racconti popolari con la prova cannibalica, Lu scavu, racconto rielaborato e ambientato in una cultura in cui si praticava la patrofagia e si aveva il terrore degli spiriti, l'ipotesi del lupo come demone della morte, ipotesi agraria connessa alle antiche feste germaniche, carattere solitamente critico dei racconti popolari verso le classi superiori, lupo con funzione quasi conservativa, Lupo e taglialegna gli estremi, nipote e nonna i mediatori, demone germanico Loki vicino al lupo della fiaba grimmiana, Il comportamento del lupo come indice di civiltà, comportamento del lupo nei confronti dell'uomo dal medioevo fino ai fatti del lupo di Gévaudan, Interpretazione storica della versione del Perrault, le ruelles, le preziose, versioni fiaba di Cappuccetto rosso