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di Federico Giusti
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Fulvio Grimaldi, da Figlio della Lupa a rivoluzionario del ’68 a decano degli inviati di guerra in attività, ci racconta il secolo più controverso dei tempi moderni e forse di tutti i tempi. È la testimonianza di un osservatore, professionista dell’informazione, inviato di tutte le guerre, che siano conflitti con le armi, rivoluzioni colorate o meno, o lotte di classe. È lo sguardo di un attivista della ragione che distingue tra vero e falso, realtà e propaganda, tra quelli che ci fanno e quelli che ci sono. Uno sguardo dal fronte, appunto, inesorabilmente dalla parte dei “dannati della Terra”.
Data articolo: Sun, 14 Dec 2025 07:00:00 GMT
di Francesco Santoianni
Ha fatto il giro del mondo il comunicato del governo di Londra che annunciava la morte del “primo militare britannico, in servizio attivo, morto durante la guerra in Ucraina: il vice-caporale George Hooley (in) “un tragico incidente durante l'osservazione di test di nuove capacità difensive ucraine, lontano dalla linea del fronte, e non per fuoco ostile”.
In realtà, George Hooley non è il primo ma l’ultimo di una lunga serie di militari britannici uccisi dai russi. Ad esempio: i numerosi ufficiali NATO morti, nella notte tra l’8 e il 9 marzo 2023, in un bunker sotterraneo nei pressi di Kiev colpito da un missile ipersonico russo Kinzhal; quelli morti il 1° dicembre 2024 in una base NATO sotterranea nei pressi della città di L’vov; quelli morti, qualche giorno dopo, nei pressi della Moldavia in un treno diretto ad Odessa pieno di missili….
Tutte notizie smentite dai governi occidentali - e, ça va sans dire, dai loro media (con qualche lodevole eccezione) - che hanno sempre negato la presenza di militari USA in Ucraina. Anche davanti all’evidenza, come dopo la liberazione dei sotterranei delle acciaierie Azovstal. Qui, nel giugno 2022, i russi dichiararono di aver ritrovato, oltre a cadaveri cremati e altri stipati in celle frigorifere, piastrine metalliche che attestavano la presenza di militari USA uccisi, proponendo una inchiesta internazionale, basata anche sull’analisi del DNA, finalizzata anche alla restituzione dei corpi alle rispettive famiglie.
Proposta, ovviamente, caduta nel vuoto anche perché, qualche settimana prima, considerata l’imminente presa delle acciaierie Azovstal , qualcuno aveva già fatto partire una preventiva campagna di intossicazione mediatica che “smentiva” la cattura nei pressi delle acciaierie Azovstal, dell’ammiraglio statunitense Eric Olson grazie ad una foto - risalente al marzo 2022, scovata in aprile (non si sa perché e non si sa da chi) nell’archivio fotografico di Sputnik Images e che mostrava un prigioniero dei russi con la faccia seminascosta dal berretto avente una vaga somiglianza con quella di George Hooley.
Sì, ma allora perché ora il governo di Londra si sente in dovere di commemorare pubblicamente George Hooley? Verosimilmente, perché, considerando che la “soluzione” che oggi confusamente propone la “coalizione dei volenterosi” (Regno Unito, Francia, Germania) è è quella di inviare proprie truppe in Ucraina, niente di meglio per preparare l’opinione pubblica, che dichiarare che i loro militari in Ucraina combattono già da anni.
E che George Hooley non è morto invano.
Data articolo: Sat, 13 Dec 2025 20:00:00 GMTUn nuovo mondo multipolare e finalmente libero dalle catene del colonialismo sta sorgendo per la prima volta in quattordicimila anni di storia documentata degli Stati. Lo ha annunciato con toni solenni il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, in un incontro con gli studenti dell’Università Nazionale delle Scienze, dipingendo un quadro epocale della trasformazione geopolitica in atto. Secondo il leader bolivariano, l’umanità ha semplicemente detto "basta" alle forme di dominazione imperialista e coloniale, aprendo una fase inedita per la civiltà.
Maduro ha tracciato una lettura della storia come una sequenza ininterrotta di despotismi e imperi succedutisi l’uno all’altro, non per liberare i popoli ma per conquistarli. "Un impero sostituì l’altro, un impero sconfisse l’altro", ha osservato, riferendosi ai secoli di arbitrio nella distribuzione della terra e del potere. Oggi, però, questa logica ciclica viene spezzata. Il presente è segnato, come evidenzia, da una "intensa lotta di modelli" tra due visioni opposte: da un lato la ricerca dell’indipendenza, della libertà e della cooperazione armonica tra le nazioni, dall’altro la pretesa di pochi di ergersi a nuovi padroni e imperatori del mondo.
Questa contesa, iniziata secondo la sua analisi all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, sarebbe oggi giunta a un punto di svolta. Il presidente venezuelano ha posto l’accento sul diritto inalienabile di ogni popolo a scegliere il proprio percorso, con umiltà e rispetto per la diversità umana. Ha esaltato la storia "ammirevole" del Venezuela, legandola alla tradizione di resistenza che parte dal cacique Guaicaipuro, oppositore dei colonizzatori spagnoli, e arriva al Libertador Simón Bolívar. "Siamo nel mondo di coloro che vogliono essere liberi e indipendenti e si oppongono a ogni forma di colonialismo e schiavitù", ha dichiarato con enfasi.
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In questo quadro si inserisce un secondo, simbolico episodio evocato da Maduro nello stesso discorso, che assume i toni di una lezione di patriottismo in contrapposizione alle "attitudini sleali". Parlando in occasione del primo anniversario dell’ateneo intitolato al celebre scienziato venezuelano Humberto Fernández-Morán, inventore del bisturi di diamante, il presidente ha rievocato un aneddoto esemplare. Secondo il racconto, allo scienziato, pioniere delle neuroscienze, fu offerto il Premio Nobel a condizione di rinunciare alla cittadinanza venezuelana per assumere quella statunitense. La sua risposta, ha narrato Maduro, fu: "Tenetevi pure il Nobel, io tengo la mia nazionalità venezuelana".
Questa scelta di etica e "vero patriottismo" viene contrapposta, in un chiaro parallelismo politico, alle scelte di settori dell’opposizione di estrema destra, che il governo accusa di tradire il paese con la richiesta di sanzioni internazionali, di interventi armati da parte di potenze straniere e di cercare riconoscimenti esteri a scapito della sovranità nazionale. L’allusione diretta è alla golpista María Corina Machado, recentemente insignita del Premio Nobel per la Pace 2025. "C’è chi vende la patria per un premio Nobel o per mille altre cose", ha tuonato Maduro, elevando la figura di Fernández-Morán a simbolo di integrità nazionale e di una scienza al servizio del paese.
Nel complesso, il discorso del presidente venezuelano delinea ha una duplice lettura: da una parte l’affermazione di un irreversibile e storico avanzamento multipolare sulla scena mondiale, dall’altra la definizione di un confine netto, sul piano interno e internazionale, tra chi incarna la lealtà alla patria e alla sovranità e chi, invece, è un vile servo di interessi imperiali. È la visione di un ordine globale in trasformazione, dove il Venezuela rappresenta l’avanguardia di un riscatto storico contro ogni forma di dominazione.
Data articolo: Sat, 13 Dec 2025 17:16:00 GMT
di Michele Blanco*
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Fulvio Grimaldi, da Figlio della Lupa a rivoluzionario del ’68 a decano degli inviati di guerra in attività, ci racconta il secolo più controverso dei tempi moderni e forse di tutti i tempi. È la testimonianza di un osservatore, professionista dell’informazione, inviato di tutte le guerre, che siano conflitti con le armi, rivoluzioni colorate o meno, o lotte di classe. È lo sguardo di un attivista della ragione che distingue tra vero e falso, realtà e propaganda, tra quelli che ci fanno e quelli che ci sono. Uno sguardo dal fronte, appunto, inesorabilmente dalla parte dei “dannati della Terra”.
Data articolo: Sat, 13 Dec 2025 17:00:00 GMTLe autorità iraniane hanno annunciato il sequestro di una petroliera battente bandiera estera nel Golfo dell'Oman, accusata di aver trasportato sei milioni di litri di carburante di contrabbando. L'operazione, confermata dal capo della Giustizia della provincia di Hormozgan, Mojtaba Ghahremani, ha portato anche alla detenzione di 18 membri dell'equipaggio. L'unità è stata intercettata nelle acque sotto sovranità iraniana, vicino alla zona di Jask, dopo un periodo di monitoraggio dei servizi di intelligence sulle sospette attività di contrabbando lungo i confini marittimi del paese.
Gli ufficiali giudiziari, agendo su mandato del tribunale, hanno ispezionato la nave, riscontrando numerose violazioni marittime e la mancanza di documentazione legale relativa al carico. La petroliera è stata quindi confiscata con l'accusa di trasportare l'ingente quantitativo di carburante, equivalente alla capacità di circa 200 chiatte. Secondo i media iraniani, i 18 detenuti, ora sotto controllo giudiziario in attesa del completamento delle indagini, includono il comandante e membri dell'equipaggio di nazionalità indiana, singalese e bengalese. A loro carico pendono accuse come l'aver ignorato l'ordine di fermarsi, il tentativo di fuga, la navigazione senza documenti e lo spegnimento intenzionale dei sistemi radar.
VIDEO: Iran seizes foreign tanker in Gulf of Oman carrying 6 million liters of ‘smuggled’ diesel — IRIB news pic.twitter.com/W5iALPTKlr
— Rapid Report (@RapidReport2025) December 12, 2025
Questo sequestro si inserisce in una campagna più ampia di contrasto al traffico illegale di prodotti petroliferi iraniani, principalmente carburanti, verso gli Stati arabi della regione, dove i prezzi sono significativamente più alti. Le autorità di Teheran sostengono che gli sforzi intensificati stiano infliggendo un duro colpo alle reti di contrabbando organizzato. Solo pochi giorni fa, mercoledì, era stata sequestrata un'altra nave, battente bandiera di Eswatini, con a bordo 350.000 litri di gasolio di contrabbando.
L'azione riporta l'attenzione su una serie di interventi simili nelle acque del Golfo. A metà novembre, i corpi della Guardia Rivoluzionaria Islamica (IRGC) avevano sequestrato una petroliera battente bandiera delle Isole Marshall per carico non autorizzato, poi rilasciata dopo lo scarico. Precedentemente, il 3 maggio 2023, era stata intercettata la nave Panama-flagged Niovi, a seguito di una denuncia privata, e il 27 aprile la Advantage Sweet, battente bandiera delle Isole Marshall, dopo una collisione con una barca iraniana. Le autorità difendono queste operazioni come parte della missione di contrasto al contrabbando, di applicazione delle normative marittime e di risposta a violazioni o reclami legali nelle proprie acque territoriali.
Data articolo: Sat, 13 Dec 2025 16:20:00 GMTIl primo ministro slovacco Robert Fico ha ribadito che bloccherà qualsiasi decisione volta a trasferire i beni russi congelati per finanziare l'Ucraina durante il prossimo vertice del Consiglio Europeo.
L'avvertimento è arrivato dopo una conversazione telefonica di quasi un'ora con il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, durante la quale Fico ha chiarito la sua opposizione a continuare a destinare fondi alle ostilità.
“Lo rispetto pienamente, ma mentre parlava dei soldi per la guerra in Ucraina, non smettevo di ripetergli che ogni giorno muoiono inutilmente centinaia e migliaia di russi e ucraini”, ha scritto su X. “Ho detto ad A. Costa che non sosterrò nulla - nemmeno se dovessimo rimanere a Bruxelles fino a Capodanno - che implichi il sostegno alle spese militari dell'Ucraina”, ha sottolineato.
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico ???????? (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
Il primo ministro slovacco ha dichiarato di essere disposto a sostenere l'Ucraina esclusivamente nella sua ricostruzione, attraverso accordi bilaterali diretti tra Bratislava e Kiev, ma rifiuta le “stragi insensate” fomentate dai meccanismi europei che perpetuano la violenza.
“La politica di pace che sostengo costantemente mi impedisce di votare a favore del prolungamento del conflitto militare, perché destinare decine di miliardi di euro alla spesa militare significa prolungare la guerra”, ha ragionato Fico in una lettera a Costa, aggiungendo che tale conflitto armato “non ha una soluzione militare” e definendo “errata e inefficace” la strategia dell'UE al riguardo.
Data articolo: Sat, 13 Dec 2025 15:44:00 GMTL'ex presidente della Bolivia Luis Arce si è dichiarato innocente delle accuse mosse contro di lui durante la sua comparizione di venerdì davanti a un giudice anticorruzione.
“Sono assolutamente innocente delle accuse che vengono allegramente mosse contro di me, per motivi chiaramente politici, vista la situazione che sta attraversando il governo”, ha affermato durante l'udienza sulle misure cautelari.
“Cercano capri espiatori, cercano di nascondere quello che sta accadendo con questo tipo di azioni. Ci rammarichiamo che in meno di 24 ore sia stato preparato tutto questo per portare avanti un'azione di persecuzione e un arresto assolutamente illegali”, ha affermato Arce.
L'ex presidente ha sostenuto che, se ci fosse stata una citazione preventiva, si sarebbe presentato senza bisogno di un arresto, aggiungendo di essere stato intercettato da persone con passamontagna che non gli hanno mostrato il relativo mandato.
“Avrebbe potuto essere un rapimento, avrebbe potuto essere qualsiasi situazione assolutamente irregolare, ma sono salito su quel veicolo. Mi hanno portato a un cambio di mezzo, su un altro veicolo e poi, come ha detto il nostro avvocato, in Plaza Triangular, dopo più di 10 o 15 minuti dall'arresto, non avevo ricevuto né l'ordine di arresto né la relativa notifica”, ha denunciato.
Tuttavia, il giudice anticorruzione boliviano Elmer Laura ha ordinato cinque mesi di custodia cautelare, da scontare nel carcere di San Pedro, nella città di La Paz. Il magistrato ha ritenuto che il danno economico “sia grave”, quantificandolo in 40 miliardi di boliviani (circa 5,8 miliardi di dollari) e, trattandosi di reati di corruzione, ha stabilito che fosse opportuno procedere con la detenzione preventiva.
Nonostante l'ex presidente abbia dichiarato di avere una residenza nota e un lavoro in Bolivia, l'accusa ha insistito affinché fosse incarcerato per pericolo di fuga e ostacolo alle indagini.
Data articolo: Sat, 13 Dec 2025 15:27:00 GMT
La decisione improvvida dell'Unione Europea di bloccare indefinitamente le riserve del Banco Centrale russo custodite in Europa, fino al termine della guerra in Ucraina e legare il blocco a un risarcimento dei danni, ha scatenato la reazione infuocata del Cremlino. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha definito "un furto puro e semplice" la mossa comunitaria, annunciando una risposta imminente. "Tali delitti non restano senza conseguenze nelle relazioni internazionali", ha avvertito in un messaggio su Telegram.
Le parole di Zakharova rispondono direttamente alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che aveva accolto "con soddisfazione" la misura, presentata con enfasi come un "segnale forte" a Mosca: "Finché continuerà questa brutale guerra di aggressione, i costi per la Russia continueranno ad aumentare". Un'affermazione che la diplomatica russa ha ironicamente ribaltato, chiedendosi quali segnali stia inviando von der Leyen ai cittadini europei, "che si confrontano con un aumento costante dei costi", e perché li stia "punendo". Già nei giorni scorsi, Zakharova aveva bollato i leader UE come "truffatori".
Lo scontro giuridico e politico si fa sempre più aspro. L'UE ha fatto un passo ulteriore, trasformando il congelamento temporaneo in un blocco a tempo indeterminato. Il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, ha affermato che l'obiettivo sarebbe quello di garantire che la Russia paghi per i danni causati in Ucraina. Il passo successivo, ha annunciato, sarà assicurare il supporto finanziario al regime neonazista di Kiev per il periodo 2026-2027, esplorando proprio l'uso di questi fondi.
È qui che Bruxelles però gioca d'azzardo: la proposta di un "prestito di riparazione" per l'Ucraina, fino a 140 miliardi di euro, garantito proprio dagli asset russi congelati. Una manovra che però mostra già crepe nella coesione europea. Il Belgio, dove risiede una parte significativa di queste risorse, ha espresso forti riserve, temendo azioni legali di ritorsione da parte di Mosca.
La risposta russa non si è fatta attendere: Zakharova ha sottolineato che qualsiasi azione su questi asset senza il consenso di Mosca costituisce "una grave violazione del diritto internazionale", indipendentemente dai "trucchi pseudolegali" usati per giustificarla. La portavoce ha inoltre colto l'occasione per mettere in luce le divisioni europee, evidenziando come "rappresentanti di diversi Stati membri abbiano dichiarato apertamente il loro rifiuto categorico" al piano della Commissione, sostenuto secondo Mosca solo dalle "capitali aggressivamente russofobe" dell'UE.
La posta in gioco è enorme. Da febbraio 2022, i paesi occidentali mantengono congelati oltre 300 miliardi di dollari di asset russi. Mosca ha ripetutamente denunciato l'illecito e minacciato contromisure. Alla fine di novembre, il presidente Vladimir Putin aveva già annunciato che il suo governo stava preparando "un pacchetto di misure di ritorsione" in caso di confisca, definendola senza mezzi termini un "furto di proprietà altrui".
Data articolo: Sat, 13 Dec 2025 15:05:00 GMT
di Patrick Lawrence* - ScheerPost
Trump non ha ancora terminato il suo primo anno alla Casa Bianca, e non riesco a immaginare come la nostra repubblica in rovina sopravviverà ad altri tre anni di questo bambinone e dei disadattati e dei delinquenti di cui si è circondato. E ultimamente mi rendo conto che né io né nessun altro dovremmo immaginare alcun tipo di futuro – buono, cattivo, intermedio – oltre il 20 gennaio 2029, quando il Presidente Trump non sarà più presidente. Il futuro non sarà più il punto. A quel punto dovremmo vivere in un passato immaginario che non dovremo immaginare perché il passato immaginario sarà il presente reale.
Non sono passati nemmeno tre mesi da quando Trump ha emesso un ordine esecutivo che definisce "antifa", l'"organizzazione" più o meno fittizia di antifascisti, un'"organizzazione terroristica interna". Nella versione della Casa Bianca di Trump, l'antifa "chiede esplicitamente il rovesciamento del governo degli Stati Uniti, delle forze dell'ordine e del nostro sistema legale". A tal fine, organizza e attua vaste campagne di violenza. Coordina tutto questo in tutto il paese. Recluta e radicalizza i giovani, "quindi impiega mezzi e meccanismi elaborati per nascondere l'identità dei suoi agenti, nascondere le sue fonti di finanziamento e le sue operazioni nel tentativo di frustrare le forze dell'ordine e reclutare ulteriori membri".
Non ho preso minimamente sul serio l'ordine esecutivo contenente questo tipo di linguaggio quando è stato emanato il 22 settembre. L'Antifa, per quanto ne so, non esiste davvero. È uno stato d'animo, o indica un insieme condiviso di sentimenti politici vagamente orientati verso l'anarchismo tradizionale – un ultralibertarismo iper-individualista se tradotto nel contesto americano.
L'ordine esecutivo di Trump che descrive l'antifa come un'organizzazione terroristica organizzata non mi ha ricordato altro che quei vecchi bacucchi degli anni della Guerra Fredda che, nostalgici di un'epoca più semplice ma senza capire nulla, continuavano a parlare di "agitatori esterni" come della radice dei mali dell'America.
Mi sbagliavo su un aspetto, forse di più, riguardo a Trump e ai suoi aiutanti e a ciò che hanno in mente. Queste persone non sono superficiali. Sanno esattamente cosa stanno facendo e si stanno muovendo rapidamente per realizzarlo. È ora di prendere sul serio, voglio dire, la totale mancanza di serietà dei piani del regime di Trump per una nazione in cui sarebbe impossibile vivere se mai dovesse nascere. La salvezza in questo caso è che non possono assolutamente creare l'America che hanno in mente. Ma, devo aggiungere, combineranno un disastro infernale sulla loro strada verso il fallimento.
Tre giorni dopo l'ordine esecutivo antifa, la Casa Bianca ha reso pubblico un memorandum presidenziale sulla sicurezza nazionale intitolato "Contrastare il terrorismo interno e la violenza politica organizzata".
NSPM-7, come è noto questo documento, è formalmente indirizzato a Marco Rubio, segretario di Stato di Trump, al segretario al Tesoro Scott Bessent, al procuratore generale Pam Bondi e a Kristi Noem, segretario alla sicurezza interna.
Questo articolo riprende da dove finisce l'ordine esecutivo di una sola pagina. Cita vari omicidi e tentati omicidi – Charlie Kirk, Brian Thompson, l'amministratore delegato di United Healthcare, i due attentati alla vita di Trump durante la sua campagna del 2024 – ed è abbastanza giusto, anche se definire la violenza politica come violenza terroristica è un gioco di prestigio eccessivo. È quando l'NSPM-7 evoca le recenti proteste contro gli agenti dell'Immigration and Customs Enforcement e le "rivolte a Los Angeles e Portland" che si intuisce il pericolo che si profila.
Dalla prima delle cinque sezioni del documento:
Questa violenza politica non è una serie di episodi isolati e non emerge in modo organico. È piuttosto il culmine di sofisticate e organizzate campagne di intimidazione mirata, radicalizzazione, minacce e violenza, progettate per mettere a tacere le opinioni di opposizione, limitare l'attività politica, modificare o orientare i risultati delle politiche e impedire il funzionamento di una società democratica. È necessaria una nuova strategia di applicazione della legge che indaghi su tutti i partecipanti a queste cospirazioni criminali e terroristiche, comprese le strutture organizzate, le reti, le entità, le organizzazioni, le fonti di finanziamento e le azioni preconcette che le sostengono.
Ciò che serve, a quanto pare, è un'operazione di sorveglianza istituzionalizzata che vada ben oltre il Patriot Act. "Questa guida", si legge nella Sezione 2, "dovrà anche includere l'identificazione di eventuali comportamenti, modelli di fatto, motivazioni ricorrenti o altri indizi comuni alle organizzazioni e alle entità che coordinano queste azioni, al fine di indirizzare gli sforzi per identificare e prevenire potenziali attività violente".
E poi NSPM–7 arriva al punto in cui il regime di Trump vuole veramente arrivare:
I fili conduttori che animano questa condotta violenta includono l'antiamericanismo, l'anticapitalismo e l'anticristianesimo; il sostegno al rovesciamento del governo degli Stati Uniti; l'estremismo su migrazione, razza e genere; e l'ostilità verso coloro che hanno idee tradizionali americane su famiglia, religione e moralità.
Non lascerò che l'ala liberale del Partito della Guerra Tardo-Imperiale al potere, comunemente noto come Democratici, se ne scappi da questa faccenda del terrorismo interno. Joe Biden ha continuato a insistere su questo argomento ogni volta che gli è sembrato politicamente opportuno per tutto il suo mandato confuso, e ora assistiamo alle conseguenze di tutti i suoi discorsi superficiali e opportunistici. Di fatto, Biden ha premesso ciò che il regime di Trump sta gradualmente codificando in legge.
Una delle caratteristiche più perniciose tra le tante discutibili della NSPM-7 merita di essere immediatamente sottolineata. Si tratta della vaghezza del suo linguaggio. Ogni volta che vedo documenti ufficiali di questo tipo, la mia mente torna alla Cina imperiale, i cui mandarini erano altamente legalisti ma mantenevano il diritto scritto volutamente ambiguo per massimizzare le prerogative del potere imperiale. Un eccesso di leggi, tutte da interpretare nel modo più confacente al trono.
Dallo scorso fine settimana sappiamo come Pam Bondi, il procuratore generale palesemente fascista di Trump, intende interpretare la NSPM-7. Questo è possibile grazie a un memorandum del Dipartimento di Giustizia di cui Ken Klippenstein, l'esemplare giornalista investigativo, ha parlato (ma non ha pubblicato integralmente) sabato 6 dicembre. Si tratta di un'esclusiva di Klippenstein. Ecco l'inizio dell'articolo che ha pubblicato nella sua newsletter Substack con il titolo "L'FBI sta compilando una lista di 'estremisti' americani, rivela un memorandum trapelato":
Il procuratore generale Pam Bondi ha ordinato all'FBI di "compilare un elenco di gruppi o entità coinvolti in atti che potrebbero costituire terrorismo interno"... L'obiettivo sono coloro che esprimono "opposizione alla legge e all'applicazione delle leggi sull'immigrazione; opinioni estreme a favore dell'immigrazione di massa e delle frontiere aperte; adesione all'ideologia di genere radicale", nonché "antiamericanismo", "anticapitalismo" e "anticristianesimo".
Per definire tutte queste minacce terroristiche interne, riporta Klippenstein, il memorandum del Dipartimento di Giustizia cita "punti di vista estremi sull'immigrazione, ideologia di genere radicale e sentimento antiamericano". Per quanto riguarda l'applicazione della legge, il memorandum autorizza l'FBI ad aprire una hotline tramite la quale i cittadini americani possono segnalare informazioni su altri cittadini americani, insieme a "un sistema di ricompensa in denaro" che la accompagni. L'agenzia dovrà inoltre sviluppare una schiera di informatori ("collaboratori"); i governi statali e locali dovranno essere finanziati per sviluppare i propri programmi in conformità con le direttive del Dipartimento di Giustizia. Quelle che il memorandum definisce Task Force congiunte antiterrorismo dovranno "mappare l'intera rete di attori colpevoli".
Questo è più di quello che oggi chiamiamo un programma di sorveglianza e applicazione di leggi che coinvolge l'intero governo e che mette fuori legge in modo netto una serie di diritti costituzionali. È un'operazione che coinvolge l'intera società e che induce a paragoni con regimi storici che non avrei mai immaginato di evocare in un contesto simile. I "punti di vista estremisti" devono essere criminalizzati? Sono un fuorilegge se critico il cristianesimo ortodosso, se sono "ostile" alla famiglia nucleare, alla moralità tradizionale e così via? Quanto vicino al controllo del pensiero intende navigare il regime di Trump?
Mentre leggevo l'eccellente lavoro di Klippenstein, mi sono imbattuto in un altro rapporto che vale la pena menzionare.
Martedì 9 dicembre, la Corte Suprema ha iniziato ad ascoltare le argomentazioni in un caso presentato da gruppi di pressione politica repubblicani che chiedono alla Corte di rimuovere alcuni degli ultimi limiti rimanenti al finanziamento delle campagne elettorali. In un eccellente rapporto sulle argomentazioni del giorno di apertura, la CBS News ha citato Sonia Sotomayor, che fa parte della minoranza progressista della Corte, in questo modo: "Una volta eliminato questo limite di spesa coordinata, cosa rimane? Ciò che rimane è il nulla, nessun controllo di sorta".
Nessun controllo di sorta, senza vincoli di stato di diritto, Costituzione, controllo legislativo. A undici mesi dall'inizio del secondo mandato di Trump, questo emerge come l'agenda di coloro che risiedono nella parte più lontana del giardino di Trump. Alla Corte Suprema – questo caso sarà probabilmente deciso la prossima primavera – il tema è l'ulteriore sequestro del potere attraverso la più o meno completa monetizzazione e aziendalizzazione del processo politico. In un momento in cui le élite politiche sono sempre meno responsabili nei confronti degli elettori, la Corte sta valutando non di correggere questa situazione ma, come ha affermato Sotomayor durante la discussione introduttiva, di "peggiorare la situazione".
Rileggete NSPM–7 e il reportage di Klippenstein e riflettete su cosa passa per la testa di chi lavora alla Casa Bianca di Trump e al Dipartimento di Giustizia di Bondi. "Antiamericanismo", "frontiere aperte", "anticapitalismo", "ideologia di genere radicale" e così via. Queste persone si sono prefissate di riportare l'America a uno stato rigidamente ideologico, bianco, cristiano e pre-femminista che non è mai esistito nella storia, ma vive solo nella loro immaginazione.
Come rifletteva la mia collega Cara Marianna mentre scrivevo questo commento: "I liberali avevano la loro tesi della 'fine della storia' alla fine della Guerra Fredda. Questo è il momento della 'fine della storia' dei repubblicani. Intendono distruggere qualsiasi visione del futuro che si discosti dalla loro. Non può esserci una versione della realtà che si discosti dalla versione di Trump".
Di solito evito termini come "totalitario" e "fascista", perché le iperboli non servono mai alla causa della comprensione. Ma ho descritto Pam Bondi con quest'ultimo termine, come i lettori avranno notato. Ci stiamo muovendo rapidamente in questa direzione, mi spingono a dire questi ultimi documenti del regime di Trump: illegalità in nome della legge.
Stephen Holmes, professore alla New York University e commentatore energico di attualità, ha pubblicato un interessante articolo su Project Syndicate il 1° dicembre, intitolato "MAGA's Death Wish". Holmes esprime il suo punto di vista con ammirevole chiarezza:
Poiché il futuro che il MAGA desidera non può essere raggiunto, il movimento non ha un programma costruttivo. Non può costruire nulla, perché nulla di ciò che costruisce lo soddisferebbe. Tutto ciò che può fare è distruggere... La rabbia che anima il MAGA è la rabbia dell'impossibile, la furia che nasce dal desiderare qualcosa che non si può avere... Questo è ciò che accade quando un movimento politico promette di ripristinare un passato irrecuperabile. Incapace di mantenere la promessa, può solo demolire.
Non ho mai capito da dove provengano tutte queste fantasticherie sulla fine della storia.
Francis Fukuyama, il ciarlatano da ragazzino che rese popolare questo pensiero a un anno dall'inizio del terribile trionfalismo del primo decennio post-Guerra Fredda, era un burocrate mediocre al Dipartimento di Stato quando scrisse "La fine della storia e l'ultimo uomo" (Free Press, 1992). Forse questo lo spiega: l'America come parola finale, il migliore dei mondi possibili, è un sottoinsieme ideologico della coscienza eccezionalista.
Comunque sia, la situazione si andrà in rovina in modo ridicolo, per non dire pericoloso, man mano che Trump e i suoi luogotenenti ci proveranno. Fortunatamente, la storia continuerà quando vedremo la loro fine e inizierà il lavoro per riparare al disastro che stanno combinando.
(Traduzione de l'AntiDiplomatico)
*Patrick Lawrence, per molti anni corrispondente all'estero, soprattutto per l'International Herald Tribune, è editorialista, saggista, conferenziere e autore, di recente, di Journalists and Their Shadows, disponibile presso Clarity Press o su Amazon. Tra gli altri libri ricordiamo Time No Longer: Americans After the American Century. Il suo account Twitter, @thefloutist, è stato definitivamente oscurato.
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di Pepe Escobar – Sputnik
[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]
FIRENZE, Italia - La nuova Strategia di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, nella versione del dicembre 2025, è una creatura ibrida intrigante, eccentrica, in stile Bosch. Non è esattamente ciò che sembra.
Uno tsunami di titoli in tutto l'Occidente scombussolato si è concentrato su una apparente spinta verso la normalizzazione tra Washington e Mosca. Ma questo è ben lontano dal fulcro principale di questa creazione di La Bella e la Bestia.
Per cominciare, quale centauro ha progettato la Bestia NSS? Potrebbe essere stato Trump? Improbabile. Non poteva essere il Segretario buffone delle Guerre Eterne. Non potrebbe essere Marco Rubio – che a malapena riesce a indicare qualcosa al di fuori di Venezuela e Cuba su una mappa. Allora, chi l'ha fatto?
Il fuoco nel ventre della Bestia NSS è contro la partnership strategica Russia-Cina: cercare di minarla con ogni mezzo necessario. Trump, istintivamente, e le classi dirigenti classiche e benestanti americane potrebbero finalmente aver concluso che è inutile investire in una guerra frontale contro due concorrenti strategicamente allineati tra Russia e Cina. Quindi si torna, ancora una volta, al Divide et Impera. E per tutti gli altri, al Saccheggio.
Il NSS apparentemente offre a Mosca una serie di carote geoeconomiche e geopolitiche mentre inserisce meticolosamente i bastoni in formati ibridi - inclini a provocare la frammentazione delle élite russe attirandole di nuovo verso il mercato americano e i "valori" americani, oppure a far precipitare la Federazione Russa in "tensioni" etniche, coordinate da guerra cibernetica.
Non vi è alcuna garanzia che il Team Trump 2.0 sia abbastanza sofisticato da riuscirci. In poche parole, in un linguaggio non diplomatico, ciò equivarrebbe a “isolare” nuovamente Mosca e a “contenere” la Cina. Mosca e Pechino non ci cascheranno.
Quello che è chiaro finora è che con il nuovo NSS, l'etica della Guerra Eterna rimane. Ma ora sotto un nuovo marchio: le guerre saranno per lo più ibride, indirette e a basso costo.
Benvenuti nella Multipolarità Gestita
Anche riducendo la NSS al ruolo di un'altra narrazione – l'Impero del Caos è un maestro produttore di narrazioni – sembrano essere in atto sostanziali cambiamenti retorici. L'ex "nazione indispensabile" ora non è più caratterizzata come un Robocop Globale che impone la propria egemonia, ma come un Robocop Regionale, in latitudini selezionate (principalmente nell'emisfero occidentale). Europa e Asia occidentale sono state declassate a priorità di secondo livello.
A complicare il cambiamento (pragmatico?) di realpolitik, questo è ora, almeno in tesi, un Impero Non Ideologico. Le "autocrazie" vanno bene, purché giochino al gioco imperiale; ora sono i chihuahua dell'UE a essere etichettati come "antidemocratici". Trump 2.0 sosterrà una serie di partiti europei "patriottici": che prevedibilmente hanno scatenato attacchi cardiaci in serie in tutta la sfera vassallizzata di Bruxelles.
Il NSS ha anche un marchio per una propria versione del mondo multipolare. Chiamiamola la Multipolarità Gestita – come nel Giappone che "gestisce" l'Asia orientale e i vassalli israelo-arabi che "gestiscono" l'Asia occidentale tramite gli Accordi di Abramo, con il "controterrorismo" imposto dalle viscide petro-monarchie del Golfo. In entrambi i casi, avremo l'Impero del Caos che guiderà da dietro.
La NATO è stata gettata, a tutti gli effetti, nel territorio del Banchetto dei Mendicanti. L'Impero monopolizza tutto: armi, distribuzione dei fondi, garanzie nucleari. Spetta alla collezione dei vassalli adattarsi a ogni richiesta imperiale, specialmente al 5% dei loro esigui budget per l'acquisto di armi.
Non ci sarà più espansione della NATO: dopotutto le vere priorità sono l'emisfero occidentale e l'"Indo-Pacifico", quella formulazione inesistente applicata alla reale Asia-Pacifica.
La combo NATO/UE d'ora in poi si qualifica al massimo come un fastidio – come le zanzare in un resort a cinque stelle. Anche con l'Articolo 5 e l'ombrello nucleare ancora in vigore. Eppure spetta agli euro-chihuahua pagare, e pagare e pagare. Altrimenti, l'Impero vi punirà.
Il Sud Globale/ la Maggioranza Globale riesce a malapena a contenere le aspettative quando arriverà – e arriverà – che la Russia sigilli la definitiva sconfitta strategica dell'Occidente collettivo sul suolo nero della Novorossiya.
In un certo senso, la NSS sta già anticipando quel giorno, con la nuova narrazione che chiarisce che l'Impero ha già voltato pagina.
Contenere di nuovo la Cina
L'America Latina, come nell'emisfero occidentale, sarà sotto la massima pressione secondo il NSS – che riafferma esplicitamente un "corollario Trump" alla Dottrina Monroe. L'Impero vuole riavere il proprio cortile – tutta la combo, così da poter essere depredato correttamente.
Tutto questo riguarda le risorse naturali: vale per Venezuela e Colombia, ma anche, in modo inquietante, per Brasile e Messico. I “rivali non emisferici” – come la Cina – saranno “contrastati”. Una guerra ibrida in atto – ancora una volta.
La narrazione della NSS fa del suo meglio per mascherare l'ossessione per la Cina. La maschera cade quando si rivolge alla Prima Catena di Isole":
"Costruiremo un esercito capace di negare l'aggressione ovunque nella Prima Catena di Isole. Ma l'esercito americano non può, e non dovrebbe doverlo fare, da solo. I nostri alleati devono farsi avanti e spendere - e cosa più importante - fare molto di più per la difesa collettiva."
Traduzione: la "Prima Catena di Isole" - dalle isole Curili in Russia, passando per Okinawa e Taiwan, attraverso le Filippine e fino al Borneo – sarà il culmine della militarizzazione nell'Asia-Pacifico. La NSS essendo una narrazione, presenta questa strategia di accerchiamento della Guerra Fredda come uno scudo protettivo. Pechino non si lascerà ingannare: a tutti gli effetti, questa è la contenimento cinese in Asia-Pacifico sotto steroidi.
Pechino ne è impressionata? Non molto. Soprattutto quando il surplus commerciale della Cina per la prima volta è salito oltre il trilione di dollari, anche considerando il calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti durante la Tempesta Tariffaria di Trump. Make Trade, Not Containment. [Facciamo commercio, non contenimento.]
Torniamo al Chihuahuastan. Ora tutto il pianeta sa che la combo UE/NATO si sta preparando a una guerra con la Russia prima del 2030; Potrebbe anche essere l'anno prossimo. E stanno anche considerando un attacco preventivo contro la prima potenza nucleare e ipersonica al mondo.
Lontano dal sollievo comico insito nel lento suicidio politico al rallentatore dell'Europa, nella vita reale sia gli Stati Uniti che il Giappone vassallo hanno rifiutato di unirsi all'ossessione europea di rubare i fondi russi.
Il crollo dell'UE – una costruzione artificiale fin dall'inizio – è inevitabile quanto morte e tasse: incombe all'orizzonte oscuro una nube tossica di uscite in stile Brexit; un'area euro ingovernabile; fughe di capitali seriali; rendimenti obbligazionari sempre più alti; debito pubblico insostenibile; un crollo del mercato unico; paralisi istituzionale; e una perdita totale, irrimediabile, definitiva della legittimità che non avevano mai avuto in primo luogo.
Un libro appena pubblicato in Italia da una giovane economista, Gabrielle Guzzi, racconta tutto nel titolo: Eurosuicidio. Spengler osservò che ogni civiltà prima o poi muore; questo attuale progetto europeo potrebbe essere il canto del cigno – politico, militare, spirituale – di un'area geografica, una penisola dell'Eurasia, che svolge il suo ruolo finale nella Storia, dopo non aver imparato nulla da due precedenti tentativi di suicidio: la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.
All'Impero importa? Niente affatto. La Bella muore mentre la Bestia volta pagina.
Data articolo: Sat, 13 Dec 2025 11:00:00 GMT