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Tutti gli articoli sulle versioni del Perrault e dei F.lli Grimm
Secondo G. Ortalli il lupo mangia l'uomo, ma solo a partire dal medioevo.
E fra gli uomini mangia di solito i più deboli, cioè vecchie
e bambini. Il lupo è stato sempre inviso ai pastori fin dalle prime
attività allevatorie
umane. I pastori lo chiamavano varka, il predone, il ladro, la cui
radice ricompare dal vlk ceco al lupus latino, al wolf germanico,
e persino nel bleis gallico(R. Delort, L'uomo e gli animali dall'età
della pietra a oggi, Laterza 1987 p.275). Appare agli studiosi che il lupo
nel corso di eventi fortemente negativi per l'uomo, tipo carestie, guerre,
malattie
epidemiche
mortali, freddo molto intenso rispetto alla media, si rafforzi, diventi
più numeroso e bellicoso. Per questo a volte lo sviluppo del lupo è considerato
un barometro inversamente proporzionale alla salute dei popoli. Prima del medioevo
in ambito mediterraneo e nell'Europa del nord le gesta dei lupi non alzarono
clamori, mentre nei miti e nei racconti viene fuori un comportamento lupino,
ovvero
cannibalico,
dell'uomo.
Il cannibalismo
era considerata una colpa gravissima che escludeva dal vivere sociale. In effetti
c'è anche da dire che la singola vita umana, la vita dei poveri, degli
schiavi e dei servi della gleba, sicuramente più esposta al pericolo
del lupo, non aveva il valore che poi gli diede il cristianesimo e la sua propagazione.
Quindi è anche possibile che non fu tramandato in gran copia il tema
del lupo che attacca e uccide l'uomo? Secondo G. Ortalli la diffusione del
lupo nelle
foreste germaniche potrebbe essere
una conseguenza delle grandi invasioni barbariche; cioè il lupo si è diffuso
molto in Europa seguendo la rotta di popoli invasori(Delort, ibidem, p.279),
provenienti dall'Asia, e probabilmente al seguito di popolazioni che usavano
abbandonare i cadaveri, come alcune etnie di Mongoli o altri popoli che avevano
subito l'influenza del Buddhismo tibetano. Fatto sta che al tempo di Carlomagno
nel suo capitolare dell'813 sono previsti per ogni contea due uomini specializzati
nella caccia ai lupi e ai loro cuccioli. I posti in cui i lupi non si
diffusero, ma vennero eliminati del tutto, furono l'Inghilterra(quì il
re Edgardo il Pacifico nel X secolo ne favorì lo sterminio esigendo
dalle popolazioni un tributo pagato in teste di lupo) e altre isole come Corsica,
Sardegna,
Creta, mentre ne rimasero pochissimi in Sicilia per le campagne di avvelenamento
ordinate nel 1239 da Federico II. Questi dati contribuiscono ancor meglio a
rafforzare la tesi di G. Ortalli che vede nelle popolazioni che si spostarono
dall'Asia i grandi serbatoi di lupi che si spostavano al loro seguito. Infatti
in altri posti del continente europeo, eccetto che nelle isole, il lupo è ricordato
per le sue offensive contro gli uomini. Nel 1148 nei dintorni di Ginevra successe
che
un lupo venne
ritenuto
responsabile
della morte di 30 persone di diverso sesso ed età. In molti paesi furono
messe delle taglie sui lupi e i premi elargiti ai cacciatori aumentarono via
via.
Un borghese di Parigi, nel suo Journal ristampato nel 1881, descrive dettagliatamente
i lupi penetrati nelle città durante l'estate del 1421, che disotterravano
i cadaveri ed azzannavano cani, gatti ed anche donne e bambini(Delort, ibidem
p.280). Si ricorda ancora un lupo che fece molte vittime nei dintorni di Parigi
nell'inverno tra il 1438 e il 1439, lo chiamarono Courtaut ed era riconoscibile
per la coda mozzata. Nel 1520, con una ordinanza del re di Francia Francesco
I, i cacciatori di lupi diventano componenti della louveterie, una
sorta di corpo speciale a carico delle collettività locali. Si deve
ricordare che ai contadini era fatto divieto in Francia di usare armi da fuoco,
mentre a questo corpo di cacciatori fu concesso di detenere queste armi. Nonostante
la presenza della louveterie moltissime
persone finirono tra le zanne dei lupi nell'inverno rigidissimo che colpì mezza
Europa
nel 1709.
Ma questo anno è posteriore alla
pubblicazione delle favole di Charles Perrault avvenuta nel 1692. Ma è utile
riportare un episodio della lotta ingaggiata dall'uomo contro il lupo di Gévaudan
per far comprendere come a quel tempo fosse percepita la tendenza del lupo
aggressore soprattutto nei confronti delle donne. La vicenda ebbe inizio nell'aprile
del 1764, quando una ragazza fu attaccata da un predatore poi messo in fuga
dall'intervento delle mucche che stava portando al pascolo. La giovane descrisse
la "bestia" come un enorme lupo, dalla peluria folta e nera, con
due grandi canini laterali. Il 30 giugno del 1764 la bestia fece la sua prima
vittima: una ragazza quattordicenne. Nei mesi successivi furono decine le vittime,
per lo più donne e bambini. Si interessarono alla caccia del lupo tutte
le autorità fino al re di Francia Luigi XV. Furono dati degli incarichi
a vari personaggi di un certo peso. Venivano uccisi dei
lupi e si credeva che fosse stato ucciso quello tremendo,
ma poco dopo si riapriva la carneficina ad opera dei lupi. Nel febbraio del
1765
furono
chiamati
dai
nobili
del Gévaudan i dragoni di Soubise, al comando dell'aiutante maggiore
Duhamel. A
questo proposito
c'è
un particolare da ricordare e cioè la carnevalata che questo comandante
impose ai soldati che cercavano la bestia: per attirare questo lupo tremendo,
che
sembrava prediligere il genere femminile, li fece vestire da donne. L'impresa
non ebbe successo, vennero abbattuti pochi lupi comuni.
Continua
Tutti gli articoli sulle versioni del Perrault e dei F.lli Grimm
2 - Il lupo nella cultura dei greci
3 - Alla ricerca della pietra simbolo della sterilità
4 - Le pietre nel ventre dell'iniziando sciamano
5 - Divoramento e travestitismo nelle iniziazioni tribali
6 - Culto delle pietre presso i Lapponi
7 - Il lupo nelle culture che praticavano un'agricoltura primordiale
9 - La struttura dei Lupercalia
10 - Il lupo e i sette capretti
11 - Lo spirito del grano nell'ultimo covone denominato il Vecchio, la Vecchia e anche il Lupo
12 - I popoli che praticavano la patrofagia, i racconti popolari con la prova cannibalica
17 - Il comportamento del lupo come indice di civiltà
19 - Interpretazione storica della versione del Perrault, le ruelles e le preziose
20 - Le versioni più studiate della fiaba di Cappuccetto rosso
Tutti gli articoli sulle versioni popolari di Cappuccetto rosso
3
- Le due versioni de la Nièvre. In una di esse la fanciulla si salva 5 - La versione del Forez in cui la fanciulla cede il paniere al lupo e poi viene divorata 7 - La versione provenzale, molto simile a quelle del Forez, ma più eleborata 9 - Le correlazioni tra i miti e il culto di Fauna-Bona Dea e i racconti orali di Cappuccetto rosso 10 - L'alternativa del percorso come traccia per risolvere l'indovinello del racconto enigmatico 13 - Le madonne nere francesi rimpiazzarono le figure divine pagane, e principalmente Bona Dea