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Tutti gli articoli sulle versioni popolari di Cappuccetto rosso
In una versione raccolta a Valencay nell'Indre la fanciulla viene chiamata Chaperon Rouge ed ha una madre che le dice di portare alla nonna un pane, del lievito, dell'uva passa e una mela, portandole al seno, ovvero sotto la camicetta. La mela, probabilmente, ci riporta ai primi dell'autunno. Tale versione, peraltro è molto lacunosa. La fanciulla incontra il lupo, ma se hanno avuto un colloquio in questa versione non c'è traccia. Il lupo scappa avanti, va dalla nonna e la uccide e la divora in parte. Poi mette il suo sangue in una scodella e i resti in un gran piatto e si corica nel suo letto. Viene la fanciulla e dice a quella che credeva fosse la nonna di avere fame. La finta nonna la esorta a mangiare e bere e di servirsi del vino e della carne che sono sul tavolo. La fanciulla mangia e beve, ma una voce misteriosa sussurra: Tu mange de ma tìtìne, ma fille, tu bois de mon bon sang, mon enfant. La fanciulla chiede spiegazione, ma nel racconto c'è una lacuna. Poi la fanciulla si corica con la finta nonna e fa le solite esclamazioni. Fra queste esclamazioni ce n'è una in particolare, molto curiosa: Nonna, che mani grandi che hai? - Per frustarti(fouetter) meglio, mia fanciulla. Finisce che il lupo divora la fanciulla(Versione pubblicata sulla rivista Mélusine Vol.VI, 1892-93, pagg.89-90).
Questa versione aggiunge qualcosa per una possibile connessione del racconto a un rituale antico. Ciò che la fanciulla deve portare alla nonna è sentito come qualcosa di intimo, che deve essere vicino al seno: la verginità forse o meglio ancora la fertilità di una giovane fanciulla. Quel fouetter del lupo è associabile metaforicamente all'atto sessuale, ma anche alla frusta, fra l'altro una frusta usata dalle mani grandi del lupo, e quindi può essere accostata all'amiculum Iunonis dei Lupercalia dell'antica Roma: che per appunto era una frusta, fatta con striscie di pelle di capra, agitata dai Luperci e che magicamente dava fertilità alla terra e alle donne non ancora madri per percussione o flagellamento. Probabilmente la versione fu raccolta e pubblicata su Mélusine per queste particolarità che non erano in altre versioni.
Questa versione ha diverse lacune, oltre al dialogo tra la fanciulla e il lupo, manca di conseguenza l'opzione del percorso, inoltre non è personalizzata la voce misteriosa che ammonisce la fanciulla. Comunque l'atto del frustare, probabilmente un relitto di un più antico racconto, ha un senso se la vita umana viene connessa a quella delle piante in agricoltura: in agricoltura sono innumerevoli le violenze alle piante e agli alberi da parte del contadino. Ma la pianta e gli alberi ne hanno giovamento, almeno dal punto di vista del contadino. Osiride, Dioniso, Persefone, Pelope e tante altre figure mitiche subiscono delle violenze, ma infine risorgono in qualche maniera perché nelle loro vicende emerge la loro connessione alle piante utili. E molto probabilmente la fanciulla del racconto originario di Cappuccetto rosso è la talea della vite che deve essere piantata in un nuovo terreno o nello stesso terreno dopo un grosso lavoro agricolo, lavoro che lo rivolta, lo trasforma. L'endocannibalismo, ovvero la fanciulla che beve il sangue della nonna, probabilmente è la pantomima umana della coltivazione per talea a propaggine.
Sopra un esempio di talea per propaggine, una tecnica molto usata nel passato, ma tralasciata per la vite da quando i terreni furono infestati dalla filossera.
Continua...
Tutti gli articoli sulle versioni popolari di Cappuccetto rosso
3
- Le due versioni de la Nièvre. In una di esse la fanciulla si salva 5 - La versione del Forez in cui la fanciulla cede il paniere al lupo e poi viene divorata 7 - La versione provenzale, molto simile a quelle del Forez, ma più eleborata 9 - Le correlazioni tra i miti e il culto di Fauna-Bona Dea e i racconti orali di Cappuccetto rosso 10 - L'alternativa del percorso come traccia per risolvere l'indovinello del racconto enigmatico 13 - Le madonne nere francesi rimpiazzarono le figure divine pagane, e principalmente Bona Dea