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Da settimane si rincorrevano le voci, ora si passa ai fatti: dopo il ritocco alla gamma della Model Y, nel momento più affollato dell’elettrico, Tesla corregge verso il basso il prezzo della Model 3. Non si tratta, però, di un semplice sconto, bensì di una vera e propria nuova variante, chiamata semplicemente Standard, che apre un nuovo minimo nella storia del marchio in Italia.
I prezzi da 36.990 euro possono essere ulteriormente abbassati a 34.015 euro fino al 31 marzo 2026 grazie al bonus temporaneo, con le consegne previste a partire da febbraio. In alternativa all’esborso diretto, la Casa di Elon Musk mette a disposizione un piano di finanziamento da 299 euro mensili, leasing o finanziamento comprensivo di maxirata, tasso promozionale fino a esaurimento.
La novità va inquadrata in una strategia di più ampio respiro: da un lato il precedente modello passa ai saluti, dall’altro gli allestimenti a doppio motore assumono la sigla Premium, quasi a voler portare maggiore chiarezza. I prezzi di listino della Model 3 partono dai 36.990 euro della Standard, salgono ai 42.690 euro della Premium Long Range e ai 48.690 euro dell’AWD, e arrivano ai 57.490 euro della Performance. Tra aggiornamenti software e revisioni tecniche, l’offerta commerciale aveva perso un po’ della sua nitidezza e la mossa serve proprio a sgombrare il campo da fraintendimenti ed equivoci.
Sulla carta la nuova Standard sarebbe la versione “povera”, in realtà la politica è meno drastica nelle rinunce. Non vengono toccati né il tetto in vetro né il frunk sotto il cofano, così come la telecamera frontale, che garantisce una visuale più ampia dell’area circostante grazie al recente aggiornamento. Inoltre, dopo la breve parentesi dei comandi tattili accolti in maniera divisiva dal pubblico, rimane la leva delle frecce e i fari anteriori sono adattivi, per evitare di abbagliare chi arriva dalla direzione di marcia opposta. Infine, i sedili, ora in tessuto, mantengono il riscaldamento e le regolazioni elettriche.
I sacrifici, quelli che fanno capire dove Tesla ha operato per tenere sotto controllo il prezzo della Model 3, emergono solo quando si va a guardare i dettagli. Spariscono l’illuminazione ambientale, lo schermo da 8 pollici dedicato ai passeggeri posteriori, la regolazione elettrica del volante e degli specchietti. In aggiunta, i sedili dietro non sono più riscaldabili e l’abitacolo perde qualche tocco di ricercatezza che nei modelli superiori era diventato quasi scontato.
Piccoli colpi di lima a un abitacolo che, per il resto, conserva la dotazione tipica del marchio: chiave digitale sul telefono, comandi vocali, due caricatori wireless, portellone elettrico con accesso a un bagagliaio da 682 litri (che diventano 1.659 abbattendo gli schienali) e il frunk da 88 litri.
Sul fronte tecnico, Tesla si limita a comunicare i 534 km di autonomia (ciclo WLTP) e i 13 kWh/100 km dei consumi. Probabilmente il pacco batteria rimane attorno ai 70 kWh, e di conseguenza assicura una potenza molto vicina ai 290 CV della Model Y. All’esterno giusto il disegno dei cerchi da 18 pollici tradisce la natura della nuova versione, fedele a quel minimalismo caratteristico del produttore. La coerenza visiva della gamma non viene mai a mancare.
Data articolo: Fri, 05 Dec 2025 09:11:13 +0000La situazione del traffico sulle autostrade italiane del 5 dicembre 2025 presenta diverse criticità , con code e rallentamenti dovuti a incidenti, lavori e condizioni meteorologiche avverse. Tra i casi più rilevanti si segnalano una coda di 1 km sulla A14 tra Grottammare e Pedaso per incidente e traffico rallentato di 10 km sulla A1 Milano-Napoli tra Calenzano e Bivio A1-Variante per traffico intenso.
10:05 – Calenzano e Bivio A1-Variante
Traffico Rallentato per traffico intenso
Direzione Milano
La tratta interessata va dal chilometro 267.0 al chilometro 277.0 per una lunghezza di 10.0 km.
10:01 – Sasso Marconi e Bivio A1-Variante
Coda per incidente
Direzione Napoli
La coda è segnalata tra il chilometro 210.1 e 209.8 per una lunghezza di 0.3 km.
09:49 – Sasso Marconi e Bivio A1-Variante
Traffico Rallentato a causa di incidente
Direzione Napoli
La tratta coinvolta va dal chilometro 211.0 al chilometro 210.1 per una lunghezza di 0.9 km.
09:44 – Bivio A1-Variante e Calenzano
Traffico Rallentato per veicolo in avaria
Direzione Napoli
Interessa la tratta dal chilometro 276.2 al chilometro 265.0, estesa per 11.2 km.
09:35 – Area di servizio S. Martino ovest
Mancanza di GPL per guasto impianto.
Direzione Napoli
Zona km 114.1.
09:13 – Bivio A1-Variante e Badia
Traffico Rallentato per traffico intenso
Direzione Firenze
La tratta va dal chilometro 17.0 per una lunghezza di 17.0 km.
07:54 – Modena Nord e Bivio A1/A22 Brennero-Modena
Coda per traffico intenso
Direzione Milano
Lunghezza coda 1.7 km, da km 155.3 a 157.0.
07:46 – Bivio A1/A22 Brennero-Modena
Coda da Bologna verso Brennero per traffico intenso
Direzione Milano
Zona km 155.3.
08:17 – Chiusi e Orte
Pioggia in entrambe le direzioni
Direzione in entrambe le direzioni
La tratta interessa dal chilometro 491.3 al chilometro 417.6 per una lunghezza di 73.7 km.
00:23 – Rioveggio e Roncobilaccio
Nebbia ad A Banchi
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto dal chilometro 242.3 al chilometro 222.7 per 19.6 km.
10:04 – Nodo di Pero e Cormano
Code a tratti per traffico intenso
Direzione Trieste
Tratta dal chilometro 129.9 al chilometro 125.0 per 4.9 km.
09:50 – Uscita a Bergamo
Coda per traffico intenso sulla viabilità ordinaria.
Direzione Trieste
Provenendo da Milano, tratta 172.5 km in uscita.
07:22 – Genova Bolzaneto e Busalla
Coda di 1 km per lavori
Direzione Milano
Tratto dal chilometro 117.2 al chilometro 125.8.
08:54 – Genova Pegli e Genova Aeroporto
Coda di 1 km per veicolo in avaria
Direzione Genova
Tratto dal chilometro 3.9 al chilometro 6.0.
08:51 – Prato Ovest e Bivio A11/A1 Milano-Napoli
Traffico Rallentato per traffico intenso
Direzione Firenze
Tratta dal chilometro 7.0 al chilometro 10.0, 3.0 km di lunghezza.
09:26 – Area di servizio Migliarino sud
Camper Service chiuso per guasto impianto
Direzione Firenze
09:59 – Grottammare e Pedaso
Coda di 1 km per incidente
Direzione Ancona
Tratta dal chilometro 293.55 al chilometro 295.0.
09:26 – Rimini Nord e Rimini sud
Coda per incidente
Direzione Taranto
Tratto dal chilometro 126.4 al chilometro 124.0 per 2.4 km.
08:10 – Roseto Degli Abruzzi e Poggio Imperiale
Pioggia in entrambe le direzioni
Direzione in entrambe le direzioni
Tratta dal chilometro 505.0 al chilometro 344.0, per 161.0 km.
09:07 – Portonaccio e Bivio A24/Tangenziale est RM
Coda per traffico intenso sulla viabilità ordinaria
Direzione Tangenziale Est
Tratta dal chilometro 7.3 al chilometro 6.5 per 0.8 km.
08:11 – Cocullo e Pratola Peligna-Sulmona
Nebbia con visibilità di 80 metri
Direzione in entrambe le direzioni
Tratta dal chilometro 136.8 al chilometro 121.6 per 15.2 km.
08:57 – Galleria Pozzuoli
Tratto chiuso fino alle 17:00 per lavori
Direzione Pozzuoli
Zona km 1.1.
Fonte: Autostrade per l’Italia
Data articolo: Fri, 05 Dec 2025 09:08:00 +0000Il team di Maranello si presenta a Yas Marina senza un target competitivo. Giunti all’ultimo appuntamento iridato, il fatto più positivo per gran parte dei tifosi è il prossimo pensionamento della SF-25. Parole forti che fanno capire quanto la Ferrari abbia deluso. Cancellare di netto la frustrazione, togliersi un peso da dosso importante e pensare solamente al nuovo ciclo normativo 2026. Tutto il resto conterà poco.
Pensare di ripetere un fine settimana così disastroso come quello del Qatar è impensabile. Per fortuna l’ennesima pista araba strizza l’occhio alla vettura italiana.Non vogliamo di certo sostenere che sarà favorita. Tuttavia, i diversi problemi sofferti a Lusail non faranno presenza. Uno su tutti dovrebbe essere quello legato all’amministrazione degli pneumatici, maggiormente sotto stress per via delle pressioni imposte da Pirelli.
La SF-25 ha patito un chiaro scompenso termico sui due assi, dato dal disequilibrio che il gommista italiano ha dovuto mettere in piazza per questioni di sicurezza. Scenario tecnico sul quale la storica scuderia si è persa totalmente. Andava sottolineato. Inoltre, Yas Marina non mostra lo stesso livello di sforzi laterali sui compound, caratteristica del layout che andrà incontro alla comunque sempre complicata gestione mescole per la Rossa.
Parliamo di stress longitudinale, sia nelle fasi di frenata che in quelle di accelerazione, dove la monoposto modenese ha dimostrato di trovarsi più a proprio agio. Per di più, non sarà della partita il graining, mentre il livello di degrado si preannuncia contenuto, dove una strategia con sosta singola è tutt’altro che utopia. Resta il fatto che il setup dovrà essere centrato per gestire bene l’unico punto di contatto dell’auto con l’asfalto.
Proseguendo il discorso legato alla messa a punto, c’è un vantaggio per la Ferrari: team che in stagione ha ampiamente dimostrato che una sola sessione di prove libere non è abbastanza per identificare la corretta strada sull’assetto e il suo conseguente sviluppo nella giusta direzione. Per fortuna, ad Abu Dhabi faranno presenza tre prove libere, dove tecnici e piloti potranno testare al meglio tutte “le doti” della SF-25.
Tenendo in considerazione il layout di Yas Marina, salta alla vista come il tracciato che si srotola vicino al porto “pretenda” un grado di equilibrio tecnico più facile da centrare per il team di Maranello. Per questo motivo, la costruzione del setup, partendo dalla fabbrica (studio al simulatore) per poi atterrare in pista, dovrebbe essere senza dubbio più coerente e compatibile con la SF-25. A quanto pare, ci sono due percorsi da battere.
Stringere un po’ i denti tra il primo e il secondo settore, cercando di mascherare i difetti per godere di un’ottima trazione nel T3. Fare il contrario fa parte del secondo scenario. La scelta dipenderà dalla capacità di generare grip e dal grado di sottosterzo di base della vettura. Carenza di rotazione che, per fortuna, per quanto fastidiosa possa essere, non sarà così invalidante come emerso sulla pista qatariota nello scorso fine settimana.
Yas Marina è un circuito che in gergo viene definito rear limited. Contesto tecnico dove, nell’arco di questa disperata campagna agonistica, Ferrari ha mostrato di sapersi muovere abbastanza bene. Ovviamente, sarà ancora una volta decisiva l’esecuzione in pista, fatto che per una volta Vasseur non ha menzionato nella consueta preview del team: anticipazione molto scarna, che si focalizza proprio sull’impegno massimo.
E tristemente è proprio questo l’unico target del Cavallino Rampante, considerando che oltre al massimo impegno non può garantire altro dopo un’annata persa a spiegare cosa non ha funzionato (tantissime cose) di un progetto assolutamente fallimentare. Per Abu Dhabi non importa che tipo di risultato arriverà , perché il sollievo di mettere in soffitta una delle auto più scarse partorite nell’ultimo decennio varrà il prezzo del biglietto.
Data articolo: Fri, 05 Dec 2025 08:02:25 +0000Nel mese di dicembre 2025 si segnalano diversi scioperi che riguardano vari settori dei trasporti in Italia, dalla capitale Roma alle principali regioni e province, fino a scioperi di rilievo nazionale che possono coinvolgere servizi ferroviari, aerei, autostradali e del trasporto pubblico locale. Di seguito il calendario degli scioperi previsti con dettagli su città , categorie coinvolte, orari e sindacati promotori, così da offrire un quadro utile per cittadini, pendolari e lavoratori in viaggio.
Nella città di Roma è indetto uno sciopero di 24 ore per il trasporto pubblico locale. A essere coinvolto è il personale della società ATAC di Roma. Lo sciopero è proclamato dal sindacato OSR SUL.
In tutta Italia è previsto uno sciopero generale che interessa i settori pubblici e privati, compresi quelli in appalto e strumentali, per l’intera giornata. Per il settore ferroviario lo sciopero si svolgerà dalle 00:01 alle 21:00. Il sindacato promotore è la CGIL.
In tutta la regione Veneto è indetto uno sciopero nel settore ferroviario, che coinvolge il personale della società RFI Manutenzione Infrastrutture Unità Territoriale Sud, amministrativo e ingegneria DOIT Verona con sciopero di 8 ore dalle 9:01 alle 17:00. Sindacati promotori: OSR ORSA FERROVIE/SLM-FAST-CONFSAL.
Nella provincia di Bolzano (Trentino-Alto Adige) è proclamato uno sciopero di 4 ore dalle 16:00 alle 20:00 nel trasporto pubblico locale. Coinvolto il personale della società SASA di Bolzano. Sindacati promotori: OSR UGL, USB LAVORO PRIVATO e ORSA TRASPORTI.
In tutta la Lombardia è programmato uno sciopero di 8 ore per ciascun turno di lavoro nel settore circolazione e sicurezza stradale, coinvolgendo il personale della società Autostrade per l’Italia, Direzione II Tronco Milano. Sindacato: OSR UILT-UIL.
In tutta Italia si concentrano diversi scioperi nel settore aereo, ciascuno proclamato per la fascia oraria 13:00 – 17:00:
– Il personale della società ENAV ACC Roma aderirà allo sciopero (sindacati RSA FILT-CGIL/UGL-TA/FAST-CONFSAL-AV).
– Le aziende handling associate a Assohandlers operanti nei sedimi aeroportuali italiani sono coinvolte (sindacato FLAI Trasporti e Servizi).
– Per la società Vueling aderisce sia il personale (sindacato UILT-UIL), sia quello navigante (USB LAVORO PRIVATO) e gli assistenti di volo (RSA FILT-CGIL/ANPAC).
– Sono inoltre coinvolti: il personale di terra delle società Air France e KLM (FILT-CGIL/FIT-CISL/UILT-UIL/UGL-TA), il personale della società ITA Airways (FILT-CGIL/FIT-CISL/UILT-UIL/UGL T.A./ANPAC/ANP), il personale della società Techno Sky del gruppo ENAV comprensorio Sicilia (RSU) e il personale navigante della compagnia EasyJet Airline Company Limited (USB LAVORO PRIVATO).
In tutta Italia è previsto uno sciopero nazionale nel settore trasporto merci, che riguarderà il personale viaggiante dipendente della società Number 1 Logistic Group. Lo sciopero avrà una durata di 72 ore, dalle ore 00:00 del 22 dicembre fino alle 24:00 del 24 dicembre. Il sindacato coinvolto è FAO COBAS.
Fonte: Mit
Data articolo: Fri, 05 Dec 2025 07:00:00 +0000Oggi, 05 dicembre 2025, i prezzi medi praticati lungo la rete autostradale italiana sono i seguenti: benzina (self) a 1.821 €, gasolio (self) a 1.790 €, Gpl (servito) a 0.828 € e metano (servito) a 1.486 €. Si tratta di valori unitari in euro che riflettono la somma di due grandi componenti: quella industriale, legata al costo della materia prima e ai margini lordi della filiera, e quella fiscale, data da accise e Iva. Nel seguito trovi la tabella di dettaglio aggiornata all’ultima comunicazione disponibile e un approfondimento su come si forma il prezzo alla pompa di benzina e gasolio.
Ultimo aggiornamento rilevato: 04-12-2025
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.790 |
| Benzina | SELF | 1.821 |
| GPL | SERVITO | 0.828 |
| Metano | SERVITO | 1.486 |
Per la benzina, il prezzo finale che l’automobilista paga alla pompa nasce dall’incontro tra dinamiche di mercato e componenti fiscali. La parte fiscale pesa per il 58% del prezzo totale e include accise e Iva, imposte che vengono applicate in modo uniforme e che tendono a smorzare o amplificare le variazioni della componente industriale. Il restante 42% è la componente industriale, a sua volta suddivisa tra costo della materia prima e margine lordo lungo la filiera. Il costo della materia prima vale il 30% del prezzo: qui incidono le quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi, che risentono delle condizioni dell’offerta globale, delle scorte, delle decisioni dei principali produttori e, in modo non trascurabile, dell’andamento del cambio euro/dollaro, perché le transazioni avvengono prevalentemente in dollari. Il margine lordo, pari al 12% del prezzo, remunera attività come raffinazione, logistica, distribuzione e gestione del punto vendita; su questa parte l’operatore può intervenire, entro limiti competitivi e regolatori, per adeguare il prezzo alla pompa alle condizioni locali (traffico, orari, servizi) e alla pressione concorrenziale. Nel suo insieme, quindi, il prezzo della benzina riflette sia variabili macro (petrolio e cambio) sia scelte micro (politiche commerciali e di servizio), con l’imposizione fiscale che rappresenta la quota prevalente del totale.
Il gasolio segue una logica di formazione del prezzo in parte analoga ma con pesi differenti tra le componenti. In questo caso la componente fiscale incide per il 45%, mentre la componente industriale arriva al 55%. All’interno della quota industriale, il costo della materia prima rappresenta il 45% del prezzo: anche per il gasolio le oscillazioni dipendono dalle quotazioni internazionali dei distillati medi e dal cambio euro/dollaro, che può amplificare o attenuare l’impatto dei movimenti del mercato globale sul prezzo nazionale. Il margine lordo pesa il 10%: questa è la leva su cui l’operatore può agire per modulare il prezzo alla pompa, tenendo conto dei costi di approvvigionamento, della logistica (trasporto e stoccaggio), delle condizioni di mercato locali e dei servizi offerti nell’area di rifornimento. La maggiore incidenza della componente industriale nel gasolio riflette sia le dinamiche della domanda (ad esempio l’uso commerciale e professionale del carburante) sia le caratteristiche della catena di raffinazione e distribuzione. Nel complesso, quindi, il prezzo del gasolio è più sensibile ai movimenti della materia prima e del cambio rispetto alla benzina, pur restando fortemente influenzato dalla fiscalità che determina quasi la metà del prezzo finale pagato dagli utenti.
Fonte: Osservatorio prezzi Mimit
Data articolo: Fri, 05 Dec 2025 07:00:00 +0000Ogni giorno dalle 8.30 del mattino, Virgilio Motori vi informa sul costo dei carburanti in tutte le regioni italiane. Il costo medio attuale è di 1.730 per la benzina, 1.703 per il diesel, 0.706 per il gpl, 1.426 per il metano. Per sapere il prezzo esatto nella tua regione scorri in basso per tutti i dettagli di costo. Il costo medio si riferisce al prezzo mostrato dai distributori di carburanti presenti sulle strade comunali, provinciali e statali.
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Abruzzo.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.702 |
| Benzina | SELF | 1.720 |
| GPL | SERVITO | 0.700 |
| Metano | SERVITO | 1.404 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Basilicata.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.713 |
| Benzina | SELF | 1.759 |
| GPL | SERVITO | 0.680 |
| Metano | SERVITO | 1.460 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella provincia autonoma di Bolzano.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.762 |
| Benzina | SELF | 1.782 |
| GPL | SERVITO | 0.775 |
| Metano | SERVITO | 1.581 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Calabria.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.715 |
| Benzina | SELF | 1.757 |
| GPL | SERVITO | 0.732 |
| Metano | SERVITO | 1.502 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Campania.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.676 |
| Benzina | SELF | 1.713 |
| GPL | SERVITO | 0.639 |
| Metano | SERVITO | 1.391 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Emilia Romagna.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.691 |
| Benzina | SELF | 1.715 |
| GPL | SERVITO | 0.658 |
| Metano | SERVITO | 1.349 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Friuli Venezia Giulia.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.710 |
| Benzina | SELF | 1.734 |
| GPL | SERVITO | 0.671 |
| Metano | SERVITO | 1.356 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Lazio.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.687 |
| Benzina | SELF | 1.706 |
| GPL | SERVITO | 0.665 |
| Metano | SERVITO | 1.474 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Liguria.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.720 |
| Benzina | SELF | 1.741 |
| GPL | SERVITO | 0.778 |
| Metano | SERVITO | 1.440 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Lombardia.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.690 |
| Benzina | SELF | 1.715 |
| GPL | SERVITO | 0.665 |
| Metano | SERVITO | 1.374 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Marche.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.681 |
| Benzina | SELF | 1.704 |
| GPL | SERVITO | 0.703 |
| Metano | SERVITO | 1.307 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Molise.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.702 |
| Benzina | SELF | 1.729 |
| GPL | SERVITO | 0.697 |
| Metano | SERVITO | 1.410 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Piemonte.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.692 |
| Benzina | SELF | 1.711 |
| GPL | SERVITO | 0.666 |
| Metano | SERVITO | 1.429 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Puglia.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.691 |
| Benzina | SELF | 1.740 |
| GPL | SERVITO | 0.660 |
| Metano | SERVITO | 1.476 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Sardegna.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.712 |
| Benzina | SELF | 1.734 |
| GPL | SERVITO | 0.797 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Sicilia.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.699 |
| Benzina | SELF | 1.747 |
| GPL | SERVITO | 0.760 |
| Metano | SERVITO | 1.746 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Toscana.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.699 |
| Benzina | SELF | 1.708 |
| GPL | SERVITO | 0.686 |
| Metano | SERVITO | 1.446 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella provincia autonoma di Trento.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.725 |
| Benzina | SELF | 1.758 |
| GPL | SERVITO | 0.726 |
| Metano | SERVITO | 1.323 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Umbria.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.700 |
| Benzina | SELF | 1.714 |
| GPL | SERVITO | 0.697 |
| Metano | SERVITO | 1.320 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Valle d’Aosta.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.724 |
| Benzina | SELF | 1.743 |
| GPL | SERVITO | 0.808 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 05 dicembre 2025 nella regione Veneto.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.684 |
| Benzina | SELF | 1.709 |
| GPL | SERVITO | 0.674 |
| Metano | SERVITO | 1.309 |
Fonte: Osservatorio prezzi Mimit
Data articolo: Fri, 05 Dec 2025 07:00:00 +0000Fiat e Fiat Professional continuano a essere un punto di riferimento del mercato italiano delle quattro ruote. La conferma arriva dai dati forniti da Dataforce divulgati direttamente da Stellantis. I due brand italiani guidano il mercato italiano, sia nel corso del mese di novembre che per quanto riguarda il parziale annuo (gennaio – novembre). Nel corso del mese di novembre, in particolare, i due marchi hanno registrato un totale di 14.701 immatricolazioni e una quota complessiva dell’11,3%. Rispetto al novembre dello scorso anno, le immatricolazioni sono cresciute di oltre 2.500 unità . Andiamo ad analizzare i dati completi relativi all’andamento delle vendite di Fiat e di Fiat Professional sul mercato italiano.
Il marchio Fiat rafforza la sua posizione di leader del mercato auto italiano, che, come confermano i dati di vendita, potrebbe chiudere il 2025 con un calo generale delle immatricolazioni. Nel corso del mese di novembre, infatti, le vendite sono state pari a 10.849 unità , con una quota pari all’8,7%, in crescita di 1,8 punti rispetto all’anno precedente. Nel cumulato dei primi 11 mesi, invece, il market share è pari all’11,3% con un totale di 180.436 unità immatricolate e una crescita di 0,4 punti rispetto allo scorso anno.
Continua il buon momento della Pandina Hybrid che, nel mese di novembre, ha raggiunto 6.832 unità immatricolate. La segmento A prodotta nello stabilimento di Pomigiliano d’Arco si conferma, ancora una volta, l’auto più venduta in Italia (sia a novembre che nel parziale annuo). La vettura sarà presto affiancata dalla nuova 500 Hybrid, altro modello chiave per il futuro di Fiat.
Per scoprire tutte le auto più vendute potete dare un’occhiata al nostro approfondimento sulle dieci auto più vendute in Italia a novembre 2025. Fiat domina anche il segmento della micromobilità con la Topolino, che detiene oltre il 40% di quota di mercato nel suo comparto. La più piccola della gamma continua a registrare forte richiesta, soprattutto grazie a un prezzo contenuto che la rende conveniente e accessibile per gli spostamenti urbani.
Anche Fiat Professional sta attraversando un periodo positivo: a novembre è stato il brand più venduto in Italia tra i veicoli commerciali con 3.852 unità immatricolate e una quota di mercato del 24,3%, in crescita di 2,8 punti rispetto al novembre 2024. A guidare il mercato è sempre il Ducato, veicolo commerciale più venduto in Italia con 1.614 unità e un market share del 26% nel suo segmento. Tra i van compatti domina invece il Doblò: 1.600 immatricolazioni e una quota del 40% nel segmento.
I dati di novembre confermano il ruolo di primo piano per Fiat e Fiat Professional sul mercato italiano. I due marchi continuano a essere tra i più richiesti dagli acquirenti italiani. Per il futuro, però, sarà sempre più importante riuscire a rafforzare la propria presenza al di fuori del Paese. Staremo a vedere quali saranno i prossimi risultati dei marchi del Gruppo Stellantis.
Data articolo: Fri, 05 Dec 2025 06:30:43 +0000BYD le prova davvero tutte per cercare di convincere gli automobilisti ad acquistare uno dei suoi modelli. L’ultima campagna per dimostrare la resistenza del SUV Yangwang U8L rappresenta una delle operazioni di marketing più originali degli ultimi tempi nel settore automotive. Per evidenziare le capacità del veicolo, una delle ultime novità della gamma cinese, BYD ha realizzato un test spettacolare che conferma l’eccellente lavoro dei progettisti. Vediamo di cosa si tratta.
Per testare la resistenza dello Yangwang U8L, BYD ha fatto cadere un albero di 13 metri sulla carrozzeria del SUV per tre volte consecutive. Il pesante tronco non ha provocato danni significativi al veicolo nonostante i ripetuti impatti. Il video promozionale del test è stato condiviso su Instagram e sulla piattaforma cinese Bilibili (simile a YouTube), dove nella descrizione si legge: “La tua sicurezza è la nostra priorità . Un albero cade improvvisamente durante un tifone? L’U8L, con la sua struttura superiore, gestisce con calma i rischi imprevisti.”
La caduta ripetuta dell’albero sul SUV di BYD non ha avuto particolari effetti. La carrozzeria risulta leggermente graffiata e nella parte dell’impatto compaiono piccole ammaccature. In ogni caso, la struttura del modello resta intatta, la portiera si può aprire normalmente e i montanti non sembrano aver subito danni. Il SUV è in grado anche di riprendere la marcia, senza apparenti problematiche. Il test di resistenza, quindi, è stato superato a pieni voti, confermando la qualità costruttiva di Yangwang U8L, modello che vuole diventare una delle punte di diamante della gamma BYD, brand sempre più protagonista anche in Italia, grazie a una famiglia di vetture in costante espansione. In futuro, BYD potrebbe proporre nuovi test di questo tipo per mettere alla prova i modelli della sua gamma, sempre più ricca e completa.
Yangwang U8L è uno dei modelli più interessanti dell’offerta di BYD. Si tratta di un SUV di grandi dimensioni (5,4 metri di lunghezza) presentato in Cina nel gennaio 2023 come punta di diamante del marchio Yangwang, con cui BYD punta al segmento premium del mercato. Pensato per le famiglie, può ospitare fino a 6 passeggeri su 3 file (configurazione 2 + 2 + 2). Tra le caratteristiche spiccano un quadro strumenti da 23,6 pollici, un touchscreen verticale da 12,8 pollici per il conducente e un terzo monitor da 23,6 pollici per il passeggero anteriore. Lo Yangwang U8L non è destinato al mercato italiano, dove BYD si concentra su altri segmenti, ma rappresenta uno dei progetti più ambiziosi dell’azienda e, come dimostrato dal test, anche tra i più resistenti.
Data articolo: Fri, 05 Dec 2025 06:30:20 +0000Prima di farsi travolgere dalla sensazione di panico quando ci si rende conto di aver perso il certificato di proprietà dell’auto è importante capire che cosa è stato davvero smarrito perché non tutti i documenti sono uguali e soprattutto perché l’impianto normativo è cambiato negli ultimi anni. Il vecchio certificato di proprietà cartaceo esiste solo per le auto immatricolate da tempo e mai aggiornate con le nuove procedure. Dal 2015 il documento è diventato digitale e non viene più consegnato come foglio fisico, ma esiste come registrazione informatica negli archivi del PRA, il Pubblico Registro Automobilistico gestito da ACI.
Con l’introduzione del Documento unico di circolazione e di proprietà , il certificato di proprietà è stato assorbito in un documento unico che riunisce in un solo atto i dati tecnici della carta di circolazione e quelli giuridici della proprietà del veicolo. In pratica il classico certificato di proprietà non viene più rilasciato come documento separato e, in caso di smarrimento del vecchio certificato, si procede oggi al rilascio di un nuovo Documento unico e non del semplice duplicato del certificato di proprietà .
In termini pratica significa che la perdita del pezzo di carta non coincide con la perdita del diritto di proprietà perché l’informazione che conta è quella conservata nell’archivio informatico del PRA. Il problema nasce nel momento in cui si ha bisogno di dimostrare quella proprietà , per esempio quando bisogna vendere l’auto, rottamarla, esportarla o gestire pratiche con la propria compagnia di assicurazione.
La prima cosa da fare appena ci si accorge che il certificato di proprietà è sparito è la presentazione di una denuncia di smarrimento o furto. Quando parliamo di carta di circolazione o di Documento unico, l’intestatario è tenuto a presentare denuncia agli organi di polizia entro 48 ore dal momento in cui si è accorto della perdita o del furto.
Nel caso del solo certificato di proprietà cartaceo, pur non essendo previsto lo stesso termine perentorio, la denuncia è necessaria per ottenere il duplicato o il nuovo Documento Unico dal PRA e dalla Motorizzazione civile.
Quando si compila la denuncia è preferibile indicare in modo preciso se è stato smarrito o rubato il certificato di proprietà , specificare la targa del veicolo, il luogo e la data presunta dello smarrimento e il momento in cui se ne è avuta contezza.
La copia della denuncia è il foglio che serve sia allo Sportello telematico dell’automobilista sia alla Motorizzazione civile, sia eventualmente all’assicurazione.
Chiarito che la denuncia è il primo passo, il secondo è capire a quale sportello bussare. Per le pratiche collegate alla perdita dei documenti del veicolo, il cittadino può rivolgersi a più canali. Gli Uffici provinciali della Motorizzazione civile gestiscono il rilascio dei duplicati della carta di circolazione o del Documento unico mentre le unità territoriali si occupano delle registrazioni di proprietà . Gli Sportelli telematici dell’automobilista, presenti nelle delegazioni Aci e in molte agenzie di pratiche auto, sono stati creati per fare da sportello unico e consentire al cittadino di ottenere in un solo passaggio il nuovo Documento unico senza muoversi tra uffici.
Nella pratica quotidiana, la soluzione più lineare è di presentarsi con denuncia e documenti personali a uno Sportello telematico dell’automobilista o a un’agenzia di pratiche auto. Qui la richiesta viene trasmessa in via telematica agli uffici competenti e il nuovo documento stampato e consegnato allo sportello. Se invece si tratta di smarrimento di carta di circolazione o Documento Unico ed è tecnicamente possibile il duplicato, in alcune procedure sono le stesse forze dell’ordine a inoltrare la richiesta al Ministero, con il documento che arriva all’indirizzo di residenza dell’intestatario, dopo pagamento dell’importo dovuto tramite PagoPA.
Restano poi le agenzie private. Offrono un vantaggio in termini di comodità e di gestione dell’intera pratica, ma aggiungono un compenso al di sopra dei soli costi di legge.
Una volta allo sportello, qualsiasi esso sia, la richiesta si traduce in modulistica e allegati. Per il duplicato della carta di circolazione o del Documento unico, la procedura prevede una richiesta alla Motorizzazione civile, accompagnata dall’originale e dalla copia della denuncia di smarrimento o furto, dal permesso provvisorio di circolazione rilasciato dagli organi di polizia e da un documento di identità .
Quando il problema è legato al certificato di proprietà cartaceo, entra in gioco anche la parte PRA. La pratica prevede la compilazione del modello NP3C, l’istanza con cui si richiede al PRA il rilascio di un duplicato del Certificato di proprietà smarrito, rubato o distrutto. A questa istanza vanno allegati la denuncia, la copia del documento di identità e la copia dei pagamenti effettuati per emolumenti e imposte. In parallelo, dopo l’entrata in vigore del Documento unico, l’emissione del duplicato del Certificato di proprietà si traduce di fatto nella produzione di un nuovo Documento unico che assorbe il certificato originario.
Tra il momento in cui si consegna la pratica e quello in cui viene rilasciato il documento, il veicolo non scompare dal sistema. Se la carta di circolazione è stata smarrita o sottratta, le forze dell’ordine possono rilasciare un permesso provvisorio di circolazione, valido per un periodo limitato. Nel caso in cui il documento sia duplicabile, la Motorizzazione civile provvede a spedire il nuovo Documento unico o il nuovo libretto al domicilio indicato a fronte del pagamento dei 10,20 euro di diritti.
Se è stata persa solo la ricevuta cartacea del certificato di proprietà digitale, il quadro è più semplice: si può chiedere allo stesso Sportello telematico che l’aveva rilasciata di ristamparla gratuitamente perché l’informazione ufficiale sulla proprietà è comunque registrata nei sistemi informatici del PRA.
Per il rilascio di un nuovo Documento Unico a seguito di smarrimento del certificato di proprietà occorre mettere in conto un importo di 10,20 euro per i diritti del Dipartimento Trasporti Terrestri cioè la Motorizzazione. Solo nel caso in cui la richiesta del Documento unico derivi non da smarrimento, ma da distruzione o deterioramento del certificato di proprietà , si aggiunge una imposta di bollo di 32 euro.
Se invece si richiede il duplicato del certificato di proprietà cartaceo al PRA si entra nell’orbita degli emolumenti ACI: 13,50 euro. In più, in caso di certificato deteriorato (non semplicemente smarrito) si aggiunge una marca da bollo da 48 euro.
A questi importi bisogna sommare le commissioni dell’agenzia o del servizio di intermediazione. Delegazioni ACI, studi di consulenza automobilistica e servizi online che si occupano di gestire il duplicato del Certificato di proprietà applicano tariffe aggiuntive che possono arrivare attorno ai 40-50 euro. La differenza, rispetto al fai-da-te, è il tempo risparmiato.
Data articolo: Fri, 05 Dec 2025 05:00:56 +0000Anche gli Stati Uniti sono alle prese con l’elettrificazione del mercato delle quattro ruote che, come in Europa, sta creando non pochi problemi, soprattutto ai costruttori locali, che devono fare i conti con le difficoltà legate alla trasformazione della produzione. In soccorso delle aziende che producono auto sul territorio americano, arriva oggi il nuovo intervento da parte di Trump che ha smantellato la svolta green per il settore auto che era stata voluta dall’amministrazione Biden.
Si tratta di un radicale cambio di scenario per tutto il mercato americano e, soprattutto, per l’industria automotive locale. L’annuncio di Trump, avvenuto nello Studio Ovale della Casa Bianca, è stato effettuato alla presenza di due dei principali esponenti dell’industria come Antonio Filosa, CEO di Stellantis, e Jim Farley, CEO di Ford. I costruttori americani hanno accolto il cambio di rotta con toni entusiastici, confermando un forte supporto alla linea del presidente Trump.
Il presidente americano ha scelto di mettere la parola fine alle regole sulle emissioni dei carburanti che erano state definite dal suo predecessore, Joe Biden. Nel corso dell’annuncio, Trump ha sottolineato:
 “Mettiamo definitivamente fine agli orribili e ridicoli standard alle emissioni di auto di Biden che hanno causato problemi alle Case automobilistiche”
L’annuncio è stato accolto in modo favorevole dai costruttori. Jim Farley di Ford lo ha definito come “la vittoria del buon senso” mentre Antonio Filosa di Stellantis ha chiarito che si tratta di “un grande giorno” per il Gruppo con il mercato che potrà ora contare su regole in linea con la domanda reale. Filosa ha chiamato in causa anche l’Ue, che nel frattempo non decide sullo stop a benzina e diesel. Secondo il CEO di Stellantis, le regole europee sono “restrittive“.
Con la sospensione delle regole volute dall’amministrazione Biden, Trump andrà a definire vincoli molto meno stringenti su consumi ed emissioni per le auto e gli altri veicoli che possono contare su un motore termico. In questo modo, per i costruttori c’è la possibilità di poter continuare il programma di elettrificazione (ormai avviato da tempo) con tempistiche più lunghe e senza dover fare i conti con il drastico taglio a consumi ed emissioni che era stato definito dal regolamento precedente e che sarebbe entrato in vigore nel 2031.
Biden, infatti, aveva richiesto alle Case di aumentare l’efficienza delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri, fino ad arrivare a una media di percorrenza di 50 miglia per gallone. Trump ridurrà questo limite a 34 miglia per gallone. La situazione andrà monitorata nel corso delle prossime settimane ma la linea dell’amministrazione americana è ormai definita.
L’allentamento dei limiti e lo smantellamento della svolta green voluta da Biden rappresentano una nuova realtà per il settore e per l’industria americana che potrà riprogrammare il suo futuro senza dover spingere forte sull’accelerazione per completare un ambizioso programma di elettrificazione nel corso dei prossimi anni. Ulteriori dettagli sulla questione arriveranno nel prossimo futuro.
Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 14:40:56 +0000Il programma di elettrificazione voluto dall’Ue sta procedendo con un ritmo più lento del previsto e c’è ancora tanta incertezza in merito a quelle che saranno le decisioni su quanto accadrà nel 2035. Tra dieci anni, infatti, in Ue ci dovrebbe essere lo stop alla vendita di auto diesel e benzina ma un cambio di strategia in corso d’opera è sempre più probabile.
Nel frattempo, però, la Commissione europea ha rimandato la presentazione del nuovo dossier e, quindi, la decisione sul futuro dell’automotive. I fattori alla base di questa scelta sono diversi. Oltre a un programma di elettrificazione più lento del previsto, infatti, ci sono diversi altri elementi che contribuiscono a rendere il quadro normativo molto complesso.
Come confermato da Apostolos Tzitzikostas, commissario ai Trasporti dell’Ue, nel corso di un’intervista al magazine Handelsblatt, la data del 10 dicembre non sarà rispettata. Entro la prossima settimana, infatti, la Commissione avrebbe dovuto presentare il nuovo pacchetto di misure sul futuro dell’automotive, prendendo una decisione in merito allo stop alla vendita di benzina e diesel. Si tratta, quindi, di un ennesimo rinvio da parte dell’Ue che continua a non prendere una decisione definitiva sullo stop ai motori termici. Secondo Tzitzikostas, serviranno “alcune settimane” per definire il dossier e, a questo punto, è molto probabile che tutto venga rimandato al 2026.
Il Commissario ha chiarito che l’obiettivo è quello di definire un impianto di regole che sia “aperto a tutte le tecnologie” e, quindi, potenzialmente, anche ai biocarburanti, una soluzione sostenuta anche dal Governo italiano come sistema per contenere le emissioni. Non è da escludere una deroga per le ibride plug-in che potrebbero continuare a essere commercializzate dopo lo stop del 2035 che, quindi, potrebbe coinvolgere le auto con motore termico, comprese le elettrificate senza sistema plug-in. La situazione andrà monitorata con grande attenzione e, inevitabilmente, anche le Case produttrici sono alla finestra. I prossimi piani industriali di Stellantis, Volkswagen e degli altri colossi dell’industria automotive europea dipenderanno dalle regole che saranno stabilite dall’Ue, anche in relazione all’andamento dell’elettrificazione del mercato.
Da tempo è evidente che il programma di elettrificazione non viene considerato nello stesso modo da tutti gli Stati membri. Italia e Germania, ad esempio, hanno più volte richiesto una maggiore flessibilità all’Ue e, quindi, un’apertura alle tecnologie alternative. Da segnalare, invece, che Francia e Spagna si sono dimostrate più decise sullo stop alle auto termiche, supportato anche da altri Paesi del Nord Europa. Secondo ACEA, invece, è necessario considerare che gli obiettivi fissati dall’Ue non sono realistici anche se, come sottolineato dalla direttrice Sigrid de Vries, l’elettrificazione “guiderà la mobilità del futuro“.
Il mercato Ue sta facendo registrare ottimi risultati per le auto elettriche. Nel corso del 2025, infatti, sono state immatricolate circa 1,47 milioni di unità di elettriche con un incremento del 25,7% rispetto all’anno precedente (i dati sono aggiornati al mese di ottobre 2025) e con una quota di mercato pari a circa il 16%. Anche le ibride plug-in crescono, con 819 mila immatricolazioni e una crescita del 32,4% rispetto allo scorso anno. La quota di mercato, dopo i primi dieci mesi dell’anno, è del 9,1%. Non tutti i Paesi riescono a raggiungere questi numeri. Un esempio è l’Italia dove, nonostante un recente boom delle elettriche, i modelli a zero emissioni hanno una quota di mercato pari a poco più del 5%. Il nostro Paese, quindi, è ben al di sotto della media Ue e difficilmente sarà in grado di ricucire le distanze in breve tempo.
Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 14:10:02 +0000Come fa un fenomeno che ha vinto tutto a trovare ancora le motivazioni a 40 anni per competere contro una nuova generazioni di campioni? Basta osservare il volto segnato dalle rughe, ma ancora sorridente di Tony Cairoli. Un centauro in grado di ottenere consecutivamente tra il 2009 e il 2014 sei titoli nel Motocross. Pur andando vicino in altre occasioni alla conquista della decima corona, proprio come Valentino Rossi nel Motomondiale, il siciliano è al secondo posto nella classifica dei piloti di Motocross più titolati della storia. Con 94 Gran Premi vinti è il terzo rider con più vittorie di sempre nella sua categoria.
Cairoli è una leggenda vivente che ha scritto pagine indelebili del motociclismo su ruote tassellate. Ha debuttato su una minicross a quattro anni, poi Tony ha preso parte ai primi campionati, vincendo già alla sua seconda gara a 7 anni e da quel momento ha capito cosa voleva fare in futuro. Ha conquistato ripetutamente campionati regionali e il titolo juniores, per poi sbarcare a 14 anni nella categoria 125, dove ha concluso terzo nel campionato italiano cadetti, lo stesso piazzamento che ha registrato nel 2000. Dopo essere diventato l’uomo simbolo della KTM in MXGP, ha deciso di accettare un ruolo manageriale al termine del 2022. Dopo due stagioni di stop in Antonio Cairoli si è riaccesa quella fiamma che non si era mai del tutto spenta. È ritornato in sella a una moto da cross nel segno di Ducati.
Nel 2025 ha corso al GP del Trentino, poi le due sfide americane di RedBud e Millville, fino al Motocross delle Nazioni, dove ha gareggiato con una frattura alla mano. Ha avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo della Ducati Desmo450 e della nuova 250, e questo gli ha fatto tornare nel cuore il sacro fuoco. Si sente pronto a una nuova competizione negli Stati Uniti nel 2026. Ha ripreso ad allenarsi con il solito impegno, seguendo da vicino gli astri nascenti della Casa di Borgo Panigale.
Non ha più quella pressione di dover competere per il massimo traguardo, potendosi godere di più la famiglia, i bambini e quella passione genuina per i motori che lo ha reso famoso in tutto il mondo. È tornato a competere con Ducati, partecipando al quarto round del Campionato Italiano Prestige Motocross, nella classe MX1, arrivando primo in Gara 1 e secondo in Gara 2. Non ha fatto rimpiangere l’enfant prodige Mattia Guadagnini, nel Gran Premio del Regno Unito lo scorso aprile, fermato da un infortunio. Nel mese successivo ha preso parte a due round dell’AMA Motocross Championship, facendo esordire la Ducati Desmo450 MX nel campionato.
La sua seconda carriera è nel segno di Ducati. La Casa emiliana, dopo i successi in MotoGP e in Superbike, si è lanciata anche nel mondo delle due ruote tassellate. In una intervista rilasciata ai colleghi de La Gazzetta dello Sport, il rider siciliano ha raccontato:
Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 12:39:06 +0000“Un’emozione forte. La moto è nata con noi e portarla al debutto in campionati così importanti è stato speciale. Siamo scesi in pista con l’obiettivo di divertirci e fare bene: la velocità c’era, erano posizioni da top ten. Per una moto così giovane è un ottimo segnale. La voglia di vincere c’è sempre, ma serve realismo: la moto ha un solo anno di vita e negli Usa abbiamo corso con una versione quasi di serie. Gli altri avevano mezzi molto più sviluppati. La fame agonistica c’era, ma andava gestita nel contesto”.
Fantic Stealth 500 amplia la presenza della Casa italiana nel segmento delle naked sportive e rappresenta un tassello del percorso di rilancio intrapreso dopo un periodo di crisi culminato in una profonda ristrutturazione interna. Il modello è stato sviluppato con l’obiettivo di offrire una guida diretta e dinamica, combinando componenti moderne e un’impostazione progettata interamente in Italia. La gamma Stealth deriva dall’attività in pista del marchio e punta a coniugare versatilità e sensazioni di guida più estreme. Accanto alla già nota Stealth 125, orientata all’uso quotidiano, la Stealth 500 propone una configurazione più potente pensata per chi desidera un approccio sportivo anche nei tragitti di tutti i giorni.
Presentata con largo anticipo a EICMA 2024 insieme alla 125, Fantic Stealth 500 arriva ora sul mercato con l’obiettivo di distinguersi per leggerezza e maneggevolezza. Il modello condivide con la sorella minore un peso contenuto, fermandosi a 147 kg a secco, valore che la colloca come la 500 più leggera della categoria. Questa caratteristica incide direttamente sull’agilità , rendendo il nuovo modello adatto tanto alla guida urbana quanto ai percorsi più dinamici. Il pacchetto ciclistico si completa con pneumatici Pirelli Diablo Rosso IV nelle misure 110/70×17 e 150/60×17 e con cerchi in alluminio a 5 razze, elementi che contribuiscono a definire una risposta precisa e un comportamento coerente con il posizionamento streetfighter del modello.
Il motore MM460, già adottato sul Caballero e ottimizzato per applicazioni stradali e sportive, rappresenta il cuore tecnico di Stealth 500. Si tratta di un monocilindrico Euro 5+ da 463 cc, raffreddato a liquido, con distribuzione DOHC a quattro valvole e iniezione elettronica gestita da un corpo farfallato Ride-by-Wire da 46 mm. Sviluppato in collaborazione con Motori Minarelli, il propulsore punta su una risposta immediata e su una curva di erogazione lineare, mantenendo valori di potenza in linea con i limiti della patente A2. La dotazione comprende frizione multidisco antisaltellamento e cambio a sei rapporti, affiancati da quattro Riding Modes – Street, Rain, Track e Custom – che intervengono su Traction Control, ABS Cornering e mappatura motore, permettendo al rider di adattare rapidamente la configurazione alle diverse condizioni di guida.
Fantic Stealth 500 si basa su un telaio misto in acciaio e alluminio, abbinato a un forcellone in alluminio e a un telaietto posteriore smontabile, soluzione che contribuisce a contenere il peso e a garantire robustezza. La ciclistica Fantic FRS comprende una forcella USD da 41 mm e un monoammortizzatore FRS 125 regolabile nel precarico, con geometrie e setting sviluppati specificamente per la cilindrata 500.  Il sistema frenante è composto da un disco anteriore da 320 mm con pinza radiale e da un disco posteriore da 230 mm, configurazione che punta a offrire una risposta modulabile e costante.
La gamma introduce tre colorazioni che differenziano l’identità estetica del modello. Le versioni Rosso e Giallo rappresentano la base dell’offerta e condividono un prezzo di 6.490 euro. La Acid Green costituisce la proposta intermedia a 6.590 euro, mentre la Racing White si colloca al vertice della gamma con un posizionamento di 6.640 euro. Stealth 500 sarà disponibile in tutte le concessionarie a partire da gennaio 2026.
Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 11:35:23 +0000La terza serie della Sandero si rinnova con novità che vi attendono nei concessionari. La vettura di segmento B, prodotta dalla Dacia in Romania, è stata lanciata sul mercato europeo a partire dal 2008. La prima generazione derivava dalla Logan, con la quale condivideva più del 70% degli elementi meccanici. La versione con assetto fuoristradistico Sandero Stepway, più alta da terra di 2 cm rispetto alla tradizionale, è stata commercializzata dal 2009.
Generazione dopo generazione la Dacia Sandero è migliorata sul piano tecnico ed estetico. L’ultimo restyling offre nuovi allestimenti a un prezzo alla portata di tutti, che parte da 14.800 euro nel caso della Streetway con motorizzazione a benzina 1.0 SCe 65. L’amatissima Stepway viene proposta a 16.500 euro con motorizzazione bifuel a GPL Eco-G 120. Alla lista manca solo il propulsore full hybrid della Sandero Stepway Hybrid 155 che arriverà alla fine del prossimo anno.
La versione aggiornata della Sandero è in vendita con un doppio trattamento di carrozzeria. Quello standard è concepito per la Sandero Streetway, mentre quello più ricco e ispirato alle avventure fuoristradistiche è riservato alla Sandero Stepway. Su entrambe le vetture del marchio romeno, sotto il controllo di Renault, l’allestimento base è battezzato essential, nato per chi vuole una dotazione completa, ma con un occhio alla spesa. La Streetway essential vanta cerchi in acciaio da 15″, alzacristalli elettrici anteriori, fari a LED, sensori di parcheggio posteriori, specchietti regolabili manualmente, chiusura centralizzata con telecomando, oltre all’assistenza al mantenimento di corsia e intelligent speed assist, regolatore di velocità e media control con supporto smartphone e presa USB-C.
Cosa ha di più la Stepway con lo stesso allestimento essential? Più protezioni esterne in Starkle, retrovisori e maniglie nere, barre longitudinali sul tetto, tre punti di fissaggio “YouClip” e climatizzatore manuale. Il crossover vanta uno stile moderno, gruppi ottici a LED, maggiore altezza da terra, pur mantenendo un abitacolo spazioso e un bagagliaio capiente. Previste due nuove tinte di carrozzeria per la Sandero: l’inedito Giallo Ambra e Sandstone. L’abitacolo è più curato con nuovi tessuti, nuovo volante e nuovo comando E-Shifter associato al motore Eco-G 120 auto con trasmissione automatica.
L’allestimento expression della Dacia Sandero Streetway garantisce, rispetto alla essential, i cerchi flexwheel da 16″, fari fendinebbia, finiture interne blu, climatizzatore manuale, vetri elettrici posteriori, Media Display da 10” con 4 altoparlanti e replicazione smartphone e freno di stazionamento elettrico per i modelli con cambio automatico.
Il top della gamma per la Sandero Streetway è quello Journey con i cerchi in lega da 16″, i vetri posteriori, la strumentazione digitale su schermo da 7″, il sistema di accesso e avviamento senza chiave, i sensori di parcheggio anteriori, la retrocamera di parcheggio e il climatizzatore automatico. Per la Dacia Sandero Stepway c’è anche l’allestimento extreme che all’expression aggiunge finiture esterne color rame, vetri scuri, cerchi in lega neri da 16″, tappetini in gomma, freno di stazionamento elettrico, keyless entry, clima automatico, sensori di parcheggio anteriori, sistema Extended Grip con informazioni sul display e supporto per smartphone.
Il 1.0 tre cilindri aspirato a benzina da 67 CV equipaggia la Sandero Streetway SCe 65 con cambio manuale. Il motore 1.0 in versione turbo che sulla Streetway TCe 100 eroga 101 CV, sulla Stepway TCe 110 arriva a 110 CV, sempre con cambio manuale. Non mancano le versioni bifuel a benzina e GPL. Il 1.8 full hybrid della Sandero Hybrid 155 arriverà a fine 2026.
Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 11:30:58 +0000Per gli italiani, già sommersi dalle spese, le pesanti batoste che derivano dal superamento dei limiti di velocità , segnalati dall’autovelox, sono state una condanna nel 2025. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha deciso di fare chiarezza sui punti esatti in cui sono presenti gli strumenti di misurazione. Il numero ufficiale è 3.700, di cui circa 3.100 sono gestiti dagli enti locali, province, unioni di comuni e comuni, e meno di 600 dalla polizia stradale.
Non era ancora stata creata una mappa nazionale dettagliata, regione per regione, provincia per provincia, delle apparecchiature sotto il controllo delle polizie locali. Da un elenco pubblicato sul sito ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è emerso il quadro generale. L’elenco è dinamico e consultabile senza problemi, ma mancherebbero quegli apparecchi che non sono ancora censiti. Quindi la lista risulterebbe parziale. Il totale degli occhi elettronici nel nostro Paese era stato stimato intorno agli 11.000.
Vi basterà cliccare su questo link e atterrerete sul sito web ufficiale, qui potrete consultare la lista di tutti gli autovelox presenti sul territorio italiano. Il Ministero aveva fissato la scadenza al 28 novembre. Gli enti locali possono registrare la loro strumentazione dopo il termine a patto, naturalmente, che nel frattempo gli apparecchi non censiti non siano sfruttati per accertare le violazioni ed emettere multe. Si tratta di un elenco in costante aggiornamento che potrebbe aumentare nel corso dei prossimi giorni. Le amministrazioni sono costrette a tenere aggiornata la banca dati con gli strumenti che nel tempo acquisiscono e dismettono.
Il primo campo dell’elenco è dedicato al codice accertatore, che non sempre coincide con la provincia di appartenenza. C’è poi la denominazione, il codice catastale, il numero e la data del decreto. I comuni presenti sono 2.954, con 165 province, per un totale di 3.119 enti locali (polizia Stradale: 586 più carabinieri: 1). Le regioni con più autovelox sono le seguenti:
Le province con più di 100 autovelox sono solo Torino (121), Roma (117), Firenze (106), Milano (105) e Padova (102). In Lombardia bisogna prestare una attenzione massima per evitare multe.
Per fortuna non tutti i luoghi del Belpaese sono tartassati. La Basilicata ha solo 14 apparecchi, poi ci sono Valle d’Aosta e Molise a quota 16. Ci sono anche province senza autovelox: Crotone, Gallura Nord est Sardegna. Ogliastra e Oristano. Da sottolineare come in una delle città più popolose d’Italia, ovvero Napoli, ci siano solo 8 autovelox (48 totali nell’intera Campania). Il Mit ha spiegato in una nota, poi diffusa anche al Mimit e all’ufficio legislativo, l’equiparazione funzionale tra approvazione e omologazione. Una rivoluzione necessaria per rendere anche più facile la vita degli italiani.
Per ora l’elenco non è di facile consultazione. A volte mancano le stesse aziende produttrici o distributrici, oltre che le diverse marche e modelli, che sono registrati con altre denominazioni. Gli strumenti più diffusi nella polizia stradale, comunque, sono i telelaser (238), i tutor (188) e gli autovelox (148). Roberto Benigni, vicepresidente Anvu, l’Associazione professionale della polizia locale d’Italia, ha annunciato:
Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 10:09:40 +0000“Questo elenco secondo il Mit è un discrimine per la legittimità delle multe. Adesso le amministrazioni sanno che usando lo strumento non segnalato compiono un atto illegittimo“.
Quante volte vi sarete trovati ad affrontare lunghe code in autostrada, non potendo far altro che controllare la rabbia in attesa che il traffico si sbloccasse. Quel senso di impotenza dopo aver pagato il pedaggio potrà essere compensato da una cambiamento radicale. Finalmente arriva un riconoscimento del disagio subito con l’intervento dell’Autorità di regolazione dei trasporti che ha autorizzato il nuovo sistema di risarcimenti con la delibera 211/2025.
Il provvedimento propone per la prima volta in Italia il diritto al rimborso del pedaggio autostradale quando il viaggio viene compromesso da cantieri o blocchi del traffico. I rimborsi saranno automatici e in alcuni casi copriranno l’intero costo del pedaggio. Sono esclusi i cantieri urgenti causati da incidenti o condizioni meteo eccezionali, quelli già coperti da sconti tariffari e, almeno inizialmente, i cantieri mobili.
La nuova disciplina diventerà operativa in due momenti. Dal primo giugno 2026 saranno attivi i risarcimenti per i blocchi del traffico e per i cantieri sulle tratte gestite da un singolo concessionario. Dal primo dicembre 2026 il sistema entrerà in vigore anche per i tratti che coinvolgono più gestori autostradali, in modo da coprire l’intera rete nazionale. Nel primo anno e mezzo l’Autorità monitorerà come funziona il sistema nella pratica e farà delle modifiche in caso di necessità entro il mese di luglio 2027.
Quando sono programmati dei lavori sulla tratta, il diritto al rimborso varierà in base alla lunghezza del tratto percorso:
Con il tempo verrà applicato un meccanismo che andrà a tutelare i diritti degli utenti, che per ora pagano per un’esperienza su strada che spesso diventa un incubo. La misura, come spiega l’Autorità , “risponde a un’esigenza concreta: offrire maggiori garanzie ai cittadini che, sempre più spesso, si trovano a fronteggiare rallentamenti e disagi legati alla presenza di cantieri o a blocchi del traffico”. Il presidente di Art Nicola Zaccheo ha annunciato:
“Con questa delibera l’Autorità ribadisce un principio essenziale: il ‘pay per use’, il pedaggio deve essere sempre equo e proporzionato al servizio effettivamente usufruito. È un atto di tutela verso i viaggiatori”.
Il meccanismo va a tutelare i pendolari e gli abbonati che avranno le stesse identiche modalità di rimborso degli utenti occasionali. In più, se i lavori rendono il loro percorso abituale più complesso, potranno recedere dall’abbonamento senza penali. Quindi chi si reca al lavoro e subisce una interruzione del traffico, determinata da incidenti gravi o eventi meteo estremi, sarà salvaguardato. I rimborsi sono proporzionali alla durata del fermo. Se resti bloccato tra 60 e 119 minuti, recuperi la metà del pedaggio. Tra 120 e 179 minuti, il rimborso sale al 75%. Oltre le tre ore di blocco totale, il risarcimento del pedaggio diventa totale.
I rimborsi devono essere recuperati dai gestori attraverso il pedaggio stesso, anche se l’impatto sui costi per gli utenti sarà , secondo l’Autorità , “praticamente impercettibile”. Il presidente di Art, Nicola Zaccheo, ha aggiunto:
“Occorre allo stesso tempo considerare un altro aspetto fondamentale, quello della sostenibilità complessiva del sistema: contemperare i diritti degli utenti con la tenuta economica delle infrastrutture è indispensabile per garantire un equilibrio duraturo“.
Non mancano le esenzioni: non si ha diritto al rimborso per importi inferiori a 10 centesimi. Non si avrà 1 euro se sulla tratta è già prevista una riduzione generalizzata del pedaggio. I cantieri emergenziali sono esclusi dal meccanismo. Anche i cantieri mobili non daranno diritto a rimborso, anche se i concessionari dovranno aggiornare gli utenti sulla loro presenza e programmazione.
Un’altra novità è l’introduzione di un’applicazione nazionale che permetterà di gestire informazioni sulla viabilità e risarcimenti in modo unificato, a prescindere dal gestore autostradale. Senza le classiche app, si potranno aver rimborsi in modo tradizionale. Quindi saranno disponibili numeri verdi, portali web specifici e assistenza telefonica. Ciò che conta è che si riceveranno indietro i soldi spesi in modo automatico. Un sistema non molto diverso dal trasporto ferroviario quando si superano certe soglie di ritardo. Non ci sarà bisogno di presentare reclami o inviare documentazione. Il sistema registrerà i ritardi e attiverà automaticamente le procedure di compensazione.
L’Italia è il primo Paese dell’Ue a lanciare un sistema di rimborsi articolato e automatizzato per le difficoltà in autostrada. Va anche detto che la nostra rete è quella meno efficiente e tra le più care. Con oltre 7.000 km gestiti da decine di concessionari diversi, e secondo un’indagine di Altroconsumo del 2023, quasi il 70% degli automobilisti italiani ritiene i pedaggi siano sproporzionati rispetto alla qualità del servizio. Anche per questo motivo ai piani alti si è deciso di intervenire con misure legittime.
I rimborsi legati ai cantieri non potranno essere recuperati dai concessionari attraverso aumenti del pedaggio. Finalmente la problematica non ricadrà sull’italiano medio che ogni giorno si sposta sulla rete autostradale, ma rappresenterà un costo che le società dovranno assorbire, incentivando a programmare i lavori in modo più efficiente per ridurre al minimo i disagi. Una strategia astuta per migliorare la qualità dei servizi, ma anche dei lavori. Le novità introdotte dalla delibera n.211/2025, approvata il 2 dicembre dall’Autorità di regolazione dei trasporti e pubblicata sul sito, rappresenta una delle poche buone notizie per gli italiani.
L’obiettivo delle Autorità sarà raggiunto in modo graduale. Nel 2026 e 2027, i concessionari potranno recuperare totalmente le somme versate. Dal 2028 al 2030, questo risanamento diminuirà in modo progressivo: 75% nel 2028, 50% nel 2029, 25% nel 2030. Dal 2031, nessun recupero sarà più possibile. Per un mondo migliore sulle strade italiane si arriveranno a mettere nero su bianco i diritti degli automobilisti e trasformare il pedaggio da tassa di passaggio a un servizio che deve essere garantito ai massimi livelli e senza disagi. Quasi appare un miracolo che questa decisione si stata presa in Italia, in una fase di profonda crisi. I cittadini, per una volta, potranno fregiarsi di avere garantito un servizio che non sarà contemplato in altre nazioni europee. Introdurre soglie e condizioni che disegnano una nuova geografia dei rimborsi è un grande passo in avanti per gli italiani, già tartassati dalle spese. L’utente pagherà per percorrere un’infrastruttura efficiente e utilizzabile, in caso contrario avrà il diritto a riavere indietro la somma versata, potendo far conto su un obbligo di trasparenza finora assente.
Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 08:36:53 +0000Il segmento dei pick-up in Italia registra l’arrivo di un nuovo brand: grazie a TFlow, azienda specializzata nell’importazione e nella distribuzione di veicoli, arriva sul mercato il nuovo Torres EVT, il primo pick-up elettrico del marchio coreano KGM. Si tratta di un importante aggiornamento per la gamma che già comprende l’elettrica EVX e la Full Hybrid HEV, due SUV ricchi di potenzialità e la cui piattaforma è stata utilizzata per realizzare il pick-up. Il nuovo modello si rivolge, in particolare, a professionisti, flotte e imprenditori alla ricerca di un modello solido e ricco di potenzialità in grado di garantire spostamenti a zero emissioni, con una buona autonomia. Andiamo a scoprire tutte le caratteristiche del modello.
Il nuovo Torres EVT è dotato di una batteria LFP da 80,6 kWh che garantisce un’autonomia fino a 420 km (FWD) nel ciclo WLTP combinato. Il modello ha una portata del cassone che arriva a 530 chilogrammi (le misure sono 1.345 x 1.515 x 510 mm) e una massa rimorchiabile di 1.800 chilogrammi. L’abitacolo consente di ospitare fino a 5 persone e include un cluster digitale da 12,3 pollici oltre alla piattaforma di infotainment di nuova generazione Athena 2.0 che include la compatibilità con Apple Car Play oltre che con Android Auto. Da segnalare anche il supporto alla tecnologia V2L (Vehicle-to-Load), che permette al veicolo di alimentare utensili e attrezzature sfruttando l’energia custodita nel pacco batterie. Per quanto riguarda la ricarica rapida, in corrente continua, è possibile passare dal 10% all’80% in appena 36 minuti, ricorrendo a colonnine da 300 kW. Con colonnine da 100 kW, invece, servono 46 minuti. Per una carica completa in modalità AC trifase da 11 kW sono necessarie 10,2 ore.
KGM Torres EVT arriva in Italia con tre diversi allestimenti. La versione di lancio è la Black Edge – 1° Edition, disponibile in due colorazioni e dotata di trazione anteriore. Il prezzo di partenza è di 42.100 euro. Successivamente saranno disponibili le altre due varianti. L’offerta del pick-up include, infatti, la versione Style con trazione integrale che costa 39.900 euro. A completare l’offerta troviamo la K-Line, sempre con trazione integrale, che va ad arricchire la dotazione di serie con un prezzo di 43.750 euro. Tutti i prezzi indicati sono IVA esclusa. L’intera gamma viene proposta con 7 anni (oppure 150.000 chilometri) di garanzia e assistenza stradale, mentre la garanzia sulla batteria è di 10 anni (oppure ben 1.000.000 chilometri). Per tutti i dettagli in merito al nuovo modello è possibile consultare il sito ufficiale di KGM Italia oppure recarsi in una concessionaria autorizzata.
Luca Ronconi, Consigliere Delegato di ATFlow e Managing Director KGM Italia, ha utilizzato queste parole per “presentare” il nuovo modello alla clientela italiana:
Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 06:30:12 +0000“Siamo orgogliosi di portare in Italia TORRES EVT, una novità che apre nuove prospettive per gli utilizzatori di pick-up. Design moderno, sicurezza avanzata e prezzi competitivi si combinano con zero emissioni, riduzione dei costi operativi, tecnologia V2L e garanzie estese. TORRES EVT è un veicolo di qualità che dimostra concretamente come sostenibilità , efficienza e affidabilità possano oggi coesistere senza compromessi.”
Jeep Avenger, mese dopo mese, si sta ritagliando uno spazio da vero protagonista del mercato italiano. Il B-SUV, anche grazie a una gamma articolata e ricca di varianti, è riuscito a convincere i clienti e sta registrando ottimi risultati di vendita. La conferma arriva dai dati delle immatricolazioni di novembre 2025 che certificano l’ottimo lavoro svolto da Jeep e il successo costante di Avenger, anche tra i modelli a zero emissioni.
I dati sulle immatricolazioni in Italia a novembre 2025 confermano gli ottimi numeri di Jeep Avenger. Il modello, entry level della gamma Jeep, è da tempo nella Top 10 delle auto più vendute in Italia e sta rafforzando, sempre di più, la sua leadership del segmento dei SUV. I dati sul parziale annuo del 2025, considerando il periodo gennaio – novembre, evidenziano per Avenger una quota di mercato del 5,63% nel comparto.
Nel periodo considerato, il modello di Jeep ha raggiunto oltre 45 mila unità immatricolate, conquistando la terza posizione nella classifica generale dei modelli più venduti. Lo scorso anno, dopo i primi undici mesi dell’anno, il SUV del marchio di Stellantis aveva venduto circa 38 mila unità . Il salto in avanti è significativo e conferma l’ottimo stato di salute di Avenger, sempre più punto di riferimento per Jeep, in Italia e in molti altri mercati europei.
Uno dei segreti del successo di Avenger è rappresentato da una gamma di motorizzazioni particolarmente ricca con soluzioni in grado di soddisfare appieno la clientela. Tra le opzioni disponibili c’è anche la versione elettrica che si conferma uno dei modelli più apprezzati in Italia. Come confermato anche dai dati UNRAE, la Avenger a zero emissioni ha già raggiunto quota 2.379 unità immatricolate, piazzandosi nella Top 10 delle elettriche più vendute nel 2025. La vettura è anche leader del segmento dei B-SUV elettrici con una quota del 16%. Ad affiancare questa variante troviamo la versione benzina con cambio manuale, la e-Hybrid con il motore ibrido a 48 V e la più recente 4xe con trazione integrale elettrificata.
Il marchio Jeep sta attraversando una fase di transizione, con immatricolazioni in calo, anche per via dell’uscita di scena della Renegade. Le vendite nel corso del 2025, per il mercato italiano, sono in leggero calo (-7,94% come confermano i dati UNRAE) ma i numeri continuano a essere alti, con quasi 60.000 unità vendute da inizio anno e con una quota di mercato del 4,18%. Avenger è oggi un vero e proprio punto di riferimento per il brand del Gruppo Stellantis.
Per il futuro, il B-SUV continuerà a ricoprire un ruolo di primo piano per Jeep che, nel frattempo, sta lavorando a un importante aggiornamento della gamma, a partire dal lancio della Nuova Compass che andrà ad arricchire ulteriormente l’offerta con l’obiettivo di invertire la tendenza e registrare un 2026 positivo dopo un 2025 che, almeno in Italia, si chiuderà con il segno meno per quanto riguarda le immatricolazioni.
Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 06:30:05 +0000Se vedi la spia candelette lampeggiare e l’auto non supera i 3.000 giri, il tuo motore è entrato in modalita “recovery”. È una strategia elettronica della centralina messa in atto a seguito di un malfunzionamento, utilizzata per preservare la meccanica del propulsore ed evitare danni irreparabili.
Nelle auto diesel moderne, quella spia lampeggiante non sempre indica un problema alle candelette di accensione, ma segnala un’anomalia generica nella gestione del motore. Nella mia esperienza quotidiana in officina, quando un cliente arriva con questa segnalazione e l’auto “in protezione”, i potenziali colpevoli sono quasi sempre tre:
Poiché la spia è generica, provare a indovinare il guasto e cambiare pezzi “a caso” è il modo migliore per spendere soldi inutilmente. Il metodo che utilizzo in officina, e che per me è il più furbo ed efficace, si basa su una diagnosi elettronica approfondita. Non basta collegare il computer alla presa OBD e leggere l’errore, bisogna interpretare i parametri in tempo reale. Solo con questa analisi precisa capiamo se è necessario pulire un componente, come l’EGR, o sostituire un sensore specifico, risolvendo il problema alla radice ed evitando che la spia si riaccenda il giorno dopo.
La parte più importante del mio lavoro è dare i giusti suggerimenti per evitare spese impreviste e mantenere l’auto in salute. Vediamo cosa puoi fare:
Continua la crescita in Italia di BYD. La Casa cinese, infatti, sta vivendo un 2025 molto positivo, con dati incoraggianti in arrivo dal mercato e con il raggiungimento di una quota record a novembre 2025 e con una presenza sempre più significativa tra le elettriche e le ibride plug-in. Andiamo a fare il punto sulla presenza di BYD in Italia analizzando i numeri forniti dall’azienda.
Il mese di novembre 2025 si chiude in modo molto positivo per BYD in Italia. La Casa, che ha ufficializzato i suoi risultati con un comunicato stampa, ha totalizzato 3.524 immatricolazioni nel corso dell’undicesimo mese dell’anno, continuando la sua scalata verso le prime posizioni della classifica dei costruttori attivi in Italia.
A novembre, infatti, BYD è stato il 15° costruttore per volumi di vendita, registrando una crescita superiore al 500% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La crescita non potrà che continuare anche considerando il costante aggiornamento della gamma, appena arricchita dal nuovo SUV ibrido con un prezzo molto competitivo.
Nel corso del mese appena terminato, il brand ha raggiunto un market share del 2,8%. Si tratta di un risultato record. Come fa notare la stessa Casa, infatti, diversi altri marchi hanno impiegato fino a 15 anni per ottenere un risultato di questo tipo mentre BYD è presente in modo strutturato in Italia soltanto da 15 mesi.
I dati sono positivi anche nel cumulato 2025 (periodo gennaio – novembre) con un totale di circa 22.000 immatricolazioni. L’azienda sottolinea come la strategia di espansione della rete di vendita stia giocando un ruolo fondamentale in questo momento. Per questo motivo, entro fine anno, BYD punta a raggiungere 100 punti vendita su tutto il territorio nazionale, continuando anche a potenziare la rete di post vendita e di distribuzione ricambi per offrire un supporto costante alla clientela.
A novembre 2025, anche grazie alla spinta degli incentivi, BYD ha registrato numeri ottimi per la Dolphin Surf. La city car elettrica ha raggiunto 2.187 unità vendute (come confermano i dati UNRAE), sfiorando l’ingresso nella Top 10 delle più vendute in Italia (la vettura si è piazzata all’undicesimo posto) e conquistando il titolo di auto elettrica più venduta in assoluto nel corso del mese.
La strategia di BYD è chiara: la Casa vuole crescere e vuole conquistare uno spazio da protagonista in tutti i principali mercati europei. Per il momento, i risultati sono molto positivi e i dati di novembre lo confermano. In Spagna, ad esempio, il brand ha totalizzato 2.932 unità immatricolate con una quota di mercato del 3,1%.
Dati eccellenti arrivano anche dal Regno Unito dove le immatricolazioni sono state 4.604 unità a fronte di un market share che tocca 3,05%. In Germania, invece, i numeri sono leggermente inferiori ma comunque positivi, con 4.030 esemplari venduti nel corso del mese di novembre e un market share pari all’1,6%.
Ricordiamo che BYD ha chiuso il mese di ottobre 2025 in Europa con una quota di mercato dell’1,6% e nel corso del 2025 ha già raggiunto 138 mila unità immatricolate sul mercato europeo (UE + Regno Unito + Paesi Efta) e una quota dell’1,3%. I dati relativi al mese di novembre, invece, saranno disponibili nel corso delle prossime settimane ma, come confermano i numeri in Spagna, Germania, Regno Unito e Italia, la Casa sta vivendo un momento molto positivo.
Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 14:45:20 +0000Il mercato delle quattro ruote italiano ha chiuso il mese di novembre senza particolari scossoni. Nonostante l’impatto degli incentivi, che hanno garantito un boom per le elettriche, le immatricolazioni sono in linea con lo scorso anno. Di seguito andremo ad analizzare quali sono state le auto più vendute a novembre 2025 in Italia con una Top 10 che conferma i trend già evidenziati nei mesi scorsi per il mercato.
La Top 10 delle auto più vendute a novembre 2025 vede al decimo posto la Renault Captur che ha registrato un totale di 2.216 unità immatricolate. In nona posizione, invece, c’è un altro modello della Casa francese con la Renault Clio che ha raggiunto quota 2.304 unità vendute. Ottava piazza per la Ford Puma. Il crossover tocca quota 2.331 immatricolazioni nel corso dell’undicesimo mese dell’anno in corso. Da segnalare anche la Citroën C3, settima con 2.599 unità immatricolate, e la Toyota Aygo X, appena aggiornata con una variante Full Hybrid, sesta con 2.955 esemplari venduti.
Nelle prime posizioni non ci sono particolari sorprese e tutti i modelli si piazzano sopra la soglia di 3.000 immatricolazioni: la Toyota Yaris è quinta con 3.027 unità vendute mentre la Jeep Avenger è quarta, con 3.396. Il SUV di Jeep deve cedere lo scettro di modello più venduto della sua categoria alla Toyota Yaris Cross, che occupa la terza posizione della classifica assoluta con 3.535 unità . Sul secondo gradino del podio c’è la “solita” Dacia Sandero. Dopo l’ultimo aggiornamento, il modello di Dacia ha raggiunto 3.885 immatricolazioni. Prima in classifica è la Fiat Panda con 6.827 esemplari distribuiti nel corso del mese.
Per maggiori dettagli sull’andamento generale del mercato e sul boom delle elettriche registrato nelle ultime settimane, grazie agli incentivi, vi rimandiamo all’approfondimento dedicato alle immatricolazioni di novembre 2025 in Italia.
La classifica delle auto più vendute in Italia nel 2025 è simile a quanto visto a novembre, con alcune piccole differenze. Al decimo posto troviamo la Renault Clio, con 26.808 unità immatricolate, mentre al nono posto c’è la MG ZS, simbolo della crescita record di MG in Italia, che ha raggiunto 27.241 esemplari venduti da gennaio.
Scorrendo la classifica ci sono la Peugeot 208 (30.127), la Toyota Yaris (32.099), la Dacia Duster (32.727), la Toyota Yaris Cross (34.588) e la Citroën C3 (36.363). Sul gradino più basso del podio trova posto la Jeep Avenger, con 45.701 unità immatricolate. Il modello è anche il SUV più venduto in Italia nel corso dell’anno. Seconda posizione per la Dacia Sandero, che ha totalizzato 46.563 esemplari venduti, confermandosi anche come la segmento B più venduta in assoluto.
A guidare il mercato, infine, c’è sempre la Fiat Panda, prima con 96.262 unità vendute da gennaio a novembre. Per la segmento A prodotta a Pomigliano d’Arco il target delle 100.000 unità vendute nel corso di un anno è a un passo e sarà raggiunto, quasi certamente, a dicembre. Lo scorso anno, la Panda ha sfiorato il target, non riuscendo a centrare l’obiettivo per poche decine di unità . Ricordiamo che i dati di dicembre 2025 saranno disponibili soltanto nei primi giorni del prossimo anno.
Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 14:15:07 +0000Seoul non è soltanto un simbolo di modernità e tecnologia avanzata, ma si consolida come il campo di battaglia dove si decide il futuro energetico globale. In una mossa che definisce la propria leadership incontrastata, Hyundai Motor Group è pronto a co-ospitare l’Hydrogen Council Global CEO Summit, un raduno di titani dell’industria che punta a riscrivere le regole della transizione energetica.
La capitale coreana ospita l’incontro che riunisce circa 200 CEO e senior executive provenienti da quasi 100 aziende leader mondiali, affiancati da rappresentanti istituzionali di Paesi chiave come Francia, Germania e Australia. L’obiettivo è chiaro: accelerare il passaggio all’energia pulita attraverso la tecnologia dell’idrogeno, pilastro fondamentale della transizione globale.
La vera sfida che Hyundai lancia al mondo non è teorica, ma operativa. Per la prima volta nella storia, un grande business summit internazionale sarà alimentato al 100% da mobilità a idrogeno. Questa scelta è la dimostrazione plastica e inconfutabile della solidità dell’infrastruttura coreana e dell’impegno del Gruppo nel guidare la mobilità sostenibile.
La logistica dell’evento, che deve garantire il successo di una tale manifestazione, è interamente gestita con una flotta a emissioni zero. In campo scendono 50 Hyundai NEXO, i SUV a cella a combustibile che sono ormai il simbolo della mobilità a idrogeno, affiancati da sei possenti autobus UNIVERSE a cella a combustibile. Questa mossa stabilisce un nuovo e ineludibile standard di sostenibilità nell’organizzazione degli eventi globali.
Jaehoon Chang, Vice Chair di Hyundai Motor Group, ha sottolineato il progresso dell’industria coreana dell’idrogeno. Secondo il dirigente, la collaborazione pubblico-privato sarà essenziale per realizzare il pieno potenziale dell’idrogeno nella prossima fase di scale-up, specialmente con la crescita della domanda come prossima grande sfida.
Hyundai Motor Group non si limita a co-ospitare l’evento, ma ne è un protagonista assoluto. Il Gruppo è co-presidente dell’Hydrogen Council, l’iniziativa globale nata nel 2017 a Davos, e contribuisce in modo attivo e determinante allo sviluppo di un ecosistema dell’idrogeno realmente globale.
La strategia del Gruppo è molto articolata: Hyundai ha creato un brand e una piattaforma di business dedicati, HTWO, che incarna un know-how che copre l’intera catena del valore dell’idrogeno. Si parte dalla produzione e dallo stoccaggio fino ad arrivare alle applicazioni finali. HTWO è pensata come una piattaforma aperta alla collaborazione, agli investimenti e alle partnership, consolidando il ruolo di Hyundai nella costruzione di un’economia sostenibile.
L’agenda del CEO Summit è fitta e mira a superare le attuali strozzature, concentrandosi su roadmap concrete per scalare progetti e soluzioni. I delegati affronteranno temi cruciali come la crescita della domanda, l’espansione delle infrastrutture, la standardizzazione e la definizione dei sistemi regolatori.
A dimostrazione lampante della superiorità tecnologica sviluppata dalla Casa coreana, l’evento prevede la presentazione di un video mozzafiato, realizzato da un drone a idrogeno della Doosan Mobility Innovation. I partecipanti avranno inoltre l’opportunità di toccare con mano l’ecosistema, attraverso un’esclusiva sessione Ride & Drive con i SUV NEXO e visite guidate ai principali siti infrastrutturali, inclusa l’innovativa stazione di rifornimento dell’Assemblea Nazionale.
Hyundai Motor Group, pioniere della mobilità a idrogeno, conferma così il proprio ruolo di leader indiscusso nel guidare la transizione energetica globale, non con promesse, ma con una flotta di veicoli in marcia.
Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 12:40:31 +0000Quando si parla di futuro dell’auto, a Bruxelles il calendario è spesso un campo minato. Date fissate, poi ritoccate, poi di nuovo ricalibrate. E così anche la revisione delle norme europee sulle emissioni — quella che, dal 2035, sancirà lo stop alla vendita di nuovi motori a combustione interna — potrebbe non arrivare nella data annunciata. L’appuntamento del 10 dicembre, indicato da mesi come la tappa decisiva, rischia infatti di slittare “di alcune settimaneâ€.
A confermarlo non sono indiscrezioni, ma le parole del commissario responsabile, Apostolos Tzitzikostas, che al quotidiano finanziario tedesco Handelsblatt ha spiegato come all’Esecutivo servirà più tempo per chiudere un pacchetto che si annuncia più ampio e articolato del previsto. “Ci stiamo ancora lavorando. Vogliamo presentare un pacchetto automobilistico che sia veramente completo e includa tutti gli aspetti necessariâ€, ha dichiarato, lasciando intendere che la pubblicazione potrebbe slittare “prima dell’inizio di gennaioâ€.
Il fulcro del dossier resta la revisione degli standard CO₂, anticipata dal 2026 alla fine del 2025 su richiesta dell’Italia e di altri Paesi europei. Ma nel nuovo calendario e nelle parole del commissario greco si coglie una direzione più ampia: il ritorno, per la prima volta in modo esplicito, alla neutralità tecnologica.
Tzitzikostas l’ha detto con chiarezza: il nuovo pacchetto sarà “aperto a tutte le tecnologieâ€, menzionando “carburanti a emissioni zero e a basse emissioni e i biocarburanti avanzatiâ€. Una formula che risuona come una rassicurazione a Roma, impegnata da mesi nel chiedere all’Europa un riconoscimento normativo per i carburanti alternativi e per le filiere industriali collegate.
Ma il riferimento del commissario guarda anche a Berlino. Nelle scorse settimane, infatti, il cancelliere Friedrich Merz ha inviato una lettera ufficiale alla Commissione chiedendo di garantire l’immatricolazione di auto ibride anche dopo il 2035. Una richiesta accolta favorevolmente dal commissario, segno che il dibattito europeo sul destino delle motorizzazioni miste è tutt’altro che concluso.
A Bruxelles, però, nessuna conferma formale sul rinvio. Una portavoce della Commissione ha ricordato che “tutte le nostre tempistiche sono indicative, comprese le pianificazioni che pubblichiamo onlineâ€, sottolineando come l’Esecutivo sia ancora in attesa dei “contributi†delle capitali europee, dopo le osservazioni arrivate dalla Germania.
“È un processo in corso e, alla luce di tutti i contributi, sarà presa una decisione sui prossimi passiâ€, ha chiarito la stessa portavoce. Ma al netto delle incertezze sul calendario, un punto sembra già acquisito: la revisione del regolamento COâ‚‚ non sarà più un semplice aggiornamento tecnico, bensì un riposizionamento della strategia industriale europea.
Nelle ultime settimane, negli uffici di Palazzo Berlaymont si lavora a un testo che supererà ogni residua rigidità sulla neutralità tecnologica. Il pacchetto, infatti, dovrebbe includere i biocarburanti avanzati, già promossi da Italia e Croazia, oltre ai carburanti sintetici. Un’apertura che risponde alle pressioni di vari governi e che potrebbe ridisegnare il percorso verso il 2035.
Secondo fonti europee, si sta valutando anche la possibilità di mantenere sul mercato i veicoli ibridi plug-in — e, in alcuni casi, i range extender — per alcuni anni oltre la data del phase-out. L’idea sarebbe quella di accompagnare la transizione con una serie di “flessibilità mirateâ€, calibrate in base allo stato di sviluppo delle tecnologie e alla domanda dei consumatori.
Il dossier emissioni non sarà l’unico blocco del pacchetto automotive. Bruxelles sta infatti preparando anche un piano di sostegno al settore delle batterie da 1,8 miliardi di euro, oltre a una serie di misure di semplificazione industriale pensate per favorire gli investimenti nel vecchio continente.
Nel pacchetto entrerà anche una proposta dedicata all’elettrificazione delle flotte aziendali, che potrebbe introdurre target nazionali obbligatori: un tassello ulteriore nel tentativo di accelerare la diffusione dei veicoli elettrici nei segmenti dove la domanda privata si muove più lentamente.
Il rinvio di qualche settimana, dunque, non cambia il quadro complessivo ma contribuisce a definirne meglio i contorni. L’Europa si prepara a ridisegnare il proprio orizzonte automobilistico combinando elettrico, biocarburanti, ibridi e combustibili sintetici. E il pacchetto di fine 2025 — o di inizio 2026, se i tempi si allungheranno ulteriormente — potrebbe diventare il primo vero banco di prova della nuova strategia industriale europea, più fluida, più ampia e consapevole del ruolo che tutte le tecnologie potranno giocare negli anni a venire.
Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 11:36:51 +0000Kawasaki ha svelato la nuova generazione di Ninja ZX-10R e della variante più estrema ZX-10RR in occasione di EICMA 2025. Le Model Year 2026 rappresentano l’ulteriore evoluzione di una piattaforma vincente, consolidata da una storia di eccellenza tecnica di dominio nel campionato mondiale Superbike, dove vanta la conquista di sette titoli. Le due nuove moto si posizionano come riferimento assoluto nel segmento delle supersportive, promettendo elevati standard prestazionali e di esperienza alla guida. L’aggiornamento per il nuovo anno non si limita a interventi estetici, ma introduce un pacchetto completo di modifiche sostanziali. L’attenzione si è concentrata sul miglioramento dell’efficienza aerodinamica e sull’ottimizzazione dei sistemi di controllo elettronico, essenziali per gestire la potenza erogata.
La nuova generazione di Ninja ZX-10R presenta un pacchetto aerodinamico rivisto integralmente, sviluppato per massimizzare la funzionalità in pista. L’innovazione principale consiste nell’integrazione di alette direttamente nel frontale, una soluzione tecnica che incrementa la deportanza del 25% rispetto al modello precedente. Questo aumento del carico verticale sull’avantreno garantisce una maggiore stabilità ad alte velocità e migliora sensibilmente la precisione e la solidità della moto in fase di inserimento curva. Gli ingegneri Kawasaki hanno focalizzato il lavoro sull’ottimizzazione dell’angolo delle appendici per bilanciare l’effetto di deportanza con la resistenza aerodinamica. Il frontale è stato ridisegnato per alloggiare i nuovi elementi e presenta gruppi ottici compatti, oltre a una presa d’aria Ram Air riposizionata.
Sotto le carenature di Ninja ZX-10R e ZX-10RR è stato confermato il motore quattro cilindri in linea da 998 cm³, ora aggiornato per conformarsi alla normativa Euro 5+. Il focus principale degli sviluppatori è stato il perfezionamento della risposta del motore per ottimizzare la gestione della potenza in tutte le fasi di curva. L’introduzione di un secondo sensore Oâ‚‚ è una modifica tecnica mirata alla riduzione delle emissioni, permettendo comunque di mantenere inalterate le prestazioni elevate e garantire una risposta all’acceleratore precisa e naturale.
La vocazione racing di Ninja ZX-10R e Ninja ZX-10RR è confermata dalla sofisticata componentistica ciclistica. Il sistema di sospensioni si avvale della tecnologia Showa, con elementi BFF (Balance Free Front Fork) all’anteriore e BFRC lite (Balance Free Rear Cushion) al posteriore, soluzioni sviluppate in stretta collaborazione con il Kawasaki Racing Team. Il telaio, sebbene fedele all’architettura precedente, è stato oggetto di modifiche mirate per integrarsi con l’efficacia del nuovo pacchetto aerodinamico, ottimizzando la trazione in uscita di curva e migliorando la stabilità generale in percorrenza. L’impianto frenante è stato potenziato con pinze monoblocco Brembo M50 che agiscono su dischi anteriori da 330 millimetri. La potenza frenante è gestita tramite una pompa radiale che assicura elevata modulabilità .
Sul fronte delle dotazioni, c’è un aggiornamento significativo per quanto riguarda l’interfaccia e la connettività . La strumentazione è ora gestita da un nuovo display TFT a colori da 5 pollici, che fornisce un’interfaccia moderna e intuitiva con menu e funzioni aggiornate. Il sistema è ottimizzato per la connettività tramite l’applicazione dedicata “Rideology The App Motorcycle”, permettendo al pilota di collegare il proprio smartphone. Questa funzione consente il monitoraggio dei dati di guida, la personalizzazione delle impostazioni elettroniche e l’utilizzo di funzionalità avanzate come la navigazione turn-by-turn. La gestione elettronica della moto resta tra le più complete della categoria, integrando sistemi avanzati quali il controllo di trazione KTRC, la gestione del freno motore, il Quick Shifter bidirezionale, il launch control e il cruise control.
Per gli utenti che ricercano la massima specializzazione orientata all’utilizzo in circuito, la variante ZX-10RR si posiziona come l’espressione più estrema della piattaforma Ninja. Questa configurazione, pensata per le competizioni, integra componentistica racing di altissimo livello. Tra le specifiche distintive, si segnalano l’adozione di bielle e pistoni firmati Pankl, sviluppati per ottimizzare la resistenza e le prestazioni del propulsore, e l’utilizzo di tubi freno in treccia metallica, che garantiscono una maggiore costanza e resistenza alla fatica dell’impianto in condizioni di stress. L’ammortizzatore di sterzo Öhlins twin-tube, già elemento di pregio, è ora fornito di serie su entrambe le versioni, migliorando ulteriormente il controllo direzionale alle alte velocità .
Per quanto riguarda le livree, Ninja ZX-10R è disponibile nelle colorazioni Lime Green / Blue 24 e Metallic Matte Graphenesteel Gray, mentre la versione ZX-10RR mantiene l’identità più tradizionale di Kawasaki con l’inconfondibile colorazione Lime Green. Con la presentazione dei nuovi modelli a EICMA, Kawasaki ha anche ufficializzato i listini per il mercato italiano. Ninja ZX-10R, nella sua configurazione standard, viene commercializzata a un prezzo fissato a 18.990 euro. Per la versione ZX-10RR, invece, il prezzo di listino sale a 28.990 euro.
Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 11:17:12 +0000Nel mondo dell’automotive, le svolte più profonde arrivano quasi sempre in silenzio. Non servono annunci in pompa magna né dichiarazioni roboanti: basta un nome che cambia sulla porta giusta, un passaggio di consegne improvviso, un tassello che si sposta nella catena decisionale. È ciò che sta accadendo a Gaydon, dove il gruppo Jaguar Land Rover — sotto la proprietà indiana di Tata Motors — starebbe ridefinendo il proprio futuro a partire proprio da uno dei suoi architetti creativi più simbolici. Stando a quanto riportato da Autocar India, Gerry McGovern, responsabile del design e figura storica del costruttore britannico, sarebbe stato sollevato dal suo incarico “con effetto immediatoâ€.
La notizia, non ancora commentata né dalla Tata né dalla direzione JLR, arriva in un momento particolarmente delicato per il Gruppo. Solo poche settimane fa, infatti, è avvenuto l’insediamento del nuovo amministratore delegato P.B. Balaji, ex CFO della holding indiana, chiamato a raccogliere il testimone lasciato a sorpresa da Adrian Mardell. Un cambio al vertice che, da solo, lasciava intendere un riassetto strategico interno. L’uscita di McGovern sembra aggiungere un ulteriore tassello a questa fase di assestamento, suggerendo la volontà della proprietà di esercitare un controllo più diretto sulla direzione artistica e progettuale dei marchi Jaguar e Land Rover.
Per comprendere il peso della notizia bisogna tornare al ruolo che McGovern ha ricoperto negli ultimi anni. Il designer britannico, in JLR da più di vent’anni, è stato uno dei principali interpreti della rinascita stilistica del marchio Land Rover, contribuendo in modo decisivo al linguaggio delle moderne Range Rover, Defender e Discovery. La sua firma è presente su tutte le vetture che hanno scandito la trasformazione del costruttore inglese nel segmento premium globale. Un lavoro riconosciuto tanto in Europa quanto in Asia, al punto che lo stesso Ratan Tata — allora presidente del Gruppo — lo confermò e sostenne durante la lunga fase di integrazione seguita all’acquisizione del 2008.
Negli ultimi mesi, però, McGovern era diventato volto e guida del nuovo percorso identitario di Jaguar, marchio che si prepara a una transizione radicale: dal 2025, la Casa del giaguaro entrerà ufficialmente nell’era elettrica con una gamma completamente ripensata e un posizionamento allineato ai marchi di lusso più esclusivi del panorama globale. Una trasformazione non solo tecnologica, ma culturale, estetica e concettuale. Era questo il terreno su cui si stava muovendo il capo del design, firmando la nuova identità visiva del brand e coordinando progetti innovativi che puntavano a introdurre Jaguar in un universo più ampio e contemporaneo, attento anche ai temi dell’inclusività .
È in questo contesto che è nata la concept Type 00, la vettura ribattezzata dai social come la “Jaguar rosaâ€, uno dei prototipi più controversi degli ultimi tempi. Sebbene le sue linee siano state disegnate da Massimo Frascella (oggi in Audi, dove ha curato la recente Concept C), McGovern ne ha rappresentato il volto istituzionale. L’obiettivo del progetto era anticipare un nuovo orizzonte estetico per Jaguar, spostandone l’immaginario in un territorio sperimentale, luxury, volutamente distante dalla tradizione sportiva che aveva caratterizzato il marchio per decenni.
La concept ha suscitato un dibattito acceso tra appassionati e addetti ai lavori, non tanto per il colore (di fatto non era soltanto “rosaâ€) quanto per il nuovo corso che sembrava preannunciare: un brand pronto a rompere con i codici storici, compreso l’abbandono del celebre Leaper, per posizionarsi in una fascia ancora più alta del mercato premium. Al momento, però, non è chiaro se questa vicenda abbia avuto un ruolo nella presunta decisione di interrompere il rapporto con McGovern.
Quel che è certo è che il cambio ai vertici arriva nel mezzo di una fase crucialissima per JLR. Con un amministratore delegato appena nominato e con la transizione elettrica ormai tracciata nei piani industriali, il Gruppo si trova a dover definire la propria identità per il prossimo decennio: quali modelli, quale linguaggio stilistico, quale relazione con la tradizione britannica e con le ambizioni globali della proprietà indiana.
L’addio di un designer che per vent’anni ha contribuito a definire l’immaginario di Range Rover e Land Rover segna inevitabilmente un tornante. Il futuro del design JLR, ora, passa nelle mani della nuova dirigenza, chiamata a bilanciare innovazione, continuità e una trasformazione che non è più rimandabile. In gioco non c’è solo la forma delle prossime vetture, ma il ruolo che il Gruppo vuole giocare nell’automotive mondiale dei prossimi anni.
Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 10:19:48 +0000