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Di storie assurde il mondo dei motori ce ne offre a bizzeffe. Ma quella riguardante questa Lamborghini verde smeraldo ha dell’incredibile. Un pot-pourri di elementi forti: truffatori internazionali, bolidi, aeroporti, investigazioni tra Europa e Asia e, ovviamente, tanto denaro. Ma stavolta è tutto vero. E il finale è degno di una saga a lieto fine (più o meno).
Le vicissitudini cominciano nel 2016, quando Mark McCann, noto YouTuber britannico, decide di investire nel business delle supercar a noleggio. Insieme a un socio, Mo, acquista una Lamborghini Huracán Spider per la cifra di oltre 200.000 sterline. In euro: circa 235.000. Una belva da pista, con il fascino della decappottabile e il rombo da far tremare le vetrine. Obiettivo? Affittarla ai clienti giusti e far fruttare l’investimento. Per un po’ tutto fila liscio. La Lambo fa gola. Poi, un giorno, si presenta un cliente interessato a noleggiarla per un intero mese. Sarà l’inizio dei guai.
Passato qualche giorno, i due iniziano a insospettirsi. Il localizzatore GPS dell’auto non dà segni di vita. La posizione resta fissa da ore all’aeroporto di Heathrow. Così decidono di andare a controllare di persona. Quanto scoprono li lascia di sasso: la loro Lamborghini è stata imbarcata su un volo per la Thailandia. Letteralmente rubata, spedita all’altro capo del mondo.
Inizia allora una vera e propria caccia internazionale. Mark manda due colleghi a Bangkok con un’unica missione: ritrovare la Huracán. Dopo giorni di ricerche, eccola lì: una Lamborghini identica alla loro, in vendita in un autosalone della capitale thailandese. Ha una nuova carrozzeria, targa straniera e documenti apparentemente regolari. Ma loro lo sanno: è la stessa vettura. Provano a spiegarlo alla polizia locale, ma vengono liquidati in fretta: “I documenti sono in regola, quindi l’auto è legale quiâ€. Se solo fosse vero.
Con pazienza alla fine qualcosa si muove: un’indagine internazionale svela che oltre 30 mezzi di lusso erano stati rubati nel Regno Unito e inviati in Thailandia tramite finanziamenti truccati e documenti falsi. Un vero e proprio traffico di supercar, orchestrato da professionisti del crimine. Ed è così che la Lamborghini verde torna a casa. Più di 15.000 miglia in più sul contachilometri. Eppure è ancora in ottime condizioni, segno che chi l’ha guidata nel frattempo sapeva bene cosa aveva tra le mani. Trascorso tutto quel tempo, Mark decide di non vendere la macchina. Se l’è tenuta. E come dargli torto? Ritrovare una Huracán Spider (amata pure dalla medaglia d’oro olimpica Marcell Jacobs) otto anni dopo, in un altro continente, e in uno stato ancora eccellente ha i connotati dell’impresa.
La sua storia è finita su tutti i giornali del settore, è diventata materiale da video virali e acceso l’attenzione su un tema spesso sottovalutato: il traffico internazionale di auto di lusso. Una rete sommersa, ma molto attiva, spesso in grado di far sparire vetture da sogno come se nulla fosse. Il lieto fine, a Mark, non glielo porta via nessuno. Una vittoria personale, contro ogni ostacolo e previsione. Finalmente può tornare ad ammirarla in garage.
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 14:30:26 +0000Cinquant’anni, un’età che per molte automobili coincide con la pensione o, addirittura, con la celebrazione nostalgica di qualcosa che non c’è più. Non per lei. La Volkswagen Golf GTI, regina indiscussa tra le compatte sportive, si prepara al compleanno d’oro con il passo deciso di chi ha ancora voglia di stupire. Il 20 giugno 2025, alla 24 Ore del Nürburgring, farà il suo debutto la nuova Golf GTI EDITION 50, la più potente GTI stradale mai prodotta. E per sottolineare che non si tratta di una semplice edizione celebrativa, ci pensa il cronometro del Nordschleife: 07:46:13. Tempo ufficiale di un giro che già profuma di leggenda.
A firmarlo è Benny Leuchter, pilota ufficiale e collaudatore di casa Volkswagen, che sulla pista più esigente del mondo ha domato un modello pre-serie della nuova GTI EDITION 50, strappando il miglior crono mai registrato da una VW omologata per la strada. Un exploit, sì, ma anche un messaggio chiaro: la Golf GTI non guarda al passato, ma accelera dritta verso il futuro.
Le cifre parlano da sole. Il tempo ufficiale include l’intero anello, tribuna T13 compresa. Ma se si confronta con i giri storici secondo la metrica interna di Volkswagen (che esclude i 200 metri iniziali e finali), il crono scende addirittura a 07:41:27. Tempi che fino a pochi anni fa erano riservati a berline pepate a trazione integrale, come la stessa Golf R 20 Years, che nel 2022 fece fermare il cronometro a 07:47:31.
Proprio in questo aspetto risiede il succo della novità assoluta: la nuova GTI non ha bisogno di quattro ruote motrici. Fa tutto da sola, con quella trazione anteriore perfettamente messa a terra e un assetto che sembra studiato più per le corse che per le strade. “È davvero impressionante la facilità con cui questa Volkswagen si lascia guidare a ritmi altissimiâ€, ha dichiarato Leuchter. E se lo dice lui, c’è da credergli.
Nessun trucco, nessuna modifica da laboratorio. Quella portata in pista è, tecnicamente, la stessa auto che arriverà sul mercato nel 2026. La Volkswagen Golf GTI EDITION 50 si presenta con un pacchetto Performance opzionale che fa la differenza: cerchi forgiati ultraleggeri da 19″, pneumatici semi-slick Potenza Race sviluppati da Bridgestone appositamente per lei, e un telaio a geometria raffinata, in grado di filtrare le asperità e garantire una guida chirurgica anche nei tratti più ostici del Nordschleife.
“Per dominare il Nürburgring non basta la potenza, servono controllo ed equilibrioâ€, spiega Leuchter. E in effetti, questa GTI è tutto fuorché esasperata: è una danza millimetrica tra grip, precisione e risposta, frutto di anni di sviluppo e di una filosofia GTI che resta fedele a sé stessa.
La nuova EDITION 50 non è solo un omaggio. È una dichiarazione di intenti. È la GTI per chi ama ancora guidare, per chi cerca sensazioni autentiche dietro il volante. E Volkswagen, con intelligenza, ha scelto di presentarla non in un salone patinato, ma là dove le auto raccontano chi sono davvero: in pista. Per adesso, nessuna informazione sul prezzo o sugli allestimenti definitivi. Ma una cosa è certa: la Golf GTI EDITION 50 non sarà solo un’auto celebrativa, sarà un punto di svolta. Per il modello, per il marchio, per tutti quelli che credono ancora che “driving mattersâ€.
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 14:20:22 +0000Un filo rosso unisce Sergio Marchionne e Luca de Meo. Il punto d’unione nasce da qualcosa di più profondo della nazionalità o dei ruoli ricoperti in Gruppi sull’orlo del collasso: la convinzione che l’industria dell’auto europea fosse entrata in un vicolo cieco. Una macchina burocratica disconnessa dal prodotto, dalle fabbriche, dalla domanda. E la volontà , diversa ma altrettanto radicale, di sfidare quel sistema.
Il rapporto tra i due è documentato da chi lo ha vissuto in prima persona: de Meo stesso. “Abbiamo sempre avuto relazioni che, prima di tutto, erano professionali. Ma la verità è che, sul lavoro, siamo stati un po’ come padre e figlioâ€, disse in un’intervista a Il Sole 24 Ore, sottolineando quanto Marchionne sia stato decisivo per l’inizio della sua carriera. Fu proprio l’allora ad di Fiat ad affidargli le prime responsabilità dirigenziali, aprendogli la porta d’ingresso ai livelli più alti: “Senza di lui sarei rimasto fuori dalla stanza dei bottoni ancora a lungoâ€.
In quegli anni de Meo lavora al rilancio del brand Fiat e al progetto 500, gestisce il marketing strategico, imposta un linguaggio visivo e commerciale vitale per le sorti del Gruppo. Si costruisce una reputazione fuori dall’Italia. E proprio quella visibilità sarà una delle chiavi che gli spalancheranno i cancelli del Gruppo Volkswagen. Prima Seat, poi Cupra.
La figura del maestro era fatta di disciplina e pressione costante. Ma, al tempo stesso, capace di emozioni forti, come dimostra un episodio eloquente: “Lo convinsi, quando lanciammo la nuova 500, a un incontro con bambini che facevano domande. Era un sabato mattina, in periferia di Torino. Alla fine si divertì molto e quasi si commosseâ€. Era il 2007. Fiat cercava di riconquistare desiderabilità . Il CEO in carica la rimise in marcia attraverso posizioni nette. Fece della 500 un oggetto pop globale, mentre de Meo, dietro le quinte, costruiva il linguaggio che dava senso a quel ritorno.
Poi la frattura. De Meo lascia Fiat e va al Gruppo Volkswagen. “Ritenevo che la missione in Fiat fosse conclusa, e per il progetto nascente, il progetto Alfa Romeo, non vedevo il supporto da parte del management alla strategia di sviluppo del marchio”. Non fu una semplice scelta di carriera. Fu un gesto di sfiducia verso una parte del management italiano. Una decisione che lasciò il segno anche in Marchionne. Il manager meneghino lo aveva ammesso: “Ho motivo di ritenere, anche se non ne abbiamo mai parlato, che se la sia un po’ presa”. Da lì le strade divergono. L’asse però resta lo stesso: il confronto con un sistema che sta cambiando le regole senza ascoltare chi produce.
Sergio Marchionne ha guidato Fiat dal 2004 al 2018. Ha fuso l’azienda con Chrysler, portato Jeep nel mondo, rilanciato Ferrari, trasformato un Gruppo moribondo in un impero integrato. Così è sorto un colosso che nel 2017 contava oltre 4,7 milioni di veicoli venduti, con margini operativi in crescita costante. La logica? Ridurre la frammentazione, puntare su piattaforme comuni, tagliare i costi di sviluppo senza svuotare l’identità dei marchi.
A differenza di molti suoi colleghi, respingeva sia il consenso dei salotti sia l’applauso politico. Cercava la tenuta industriale. Il suo metodo era ruvido, privo di concessioni cerimoniose. In compenso, i risultati arrivarono, e proprio su quei numeri si basa ancora oggi buona parte della solidità di Stellantis (nonostante le incertezze sugli stabilimenti italiani), nata anche grazie alle fondamenta da lui gettate. Tutto questo senza mai allinearsi alle logiche imposte da Bruxelles.
Marchionne era allergico alla retorica ecologista, ostile agli obblighi normativi imposti dall’alto, critico verso l’elettrico a comando. Non fu mai anti-innovazione. Fu anti-ideologia. E lo disse apertamente: “Se dobbiamo investire miliardi in una tecnologia che il mercato non vuole, qualcuno dovrà pagarne il prezzo. E non sarà l’industria”. Rifiutava il dogmatismo green come unica via contemplabile. Nostalgie del motore termico erano estranei ai discorsi. Era un pragmatico che voleva spazio per decidere. E lo fece fino all’ultimo respiro. Morì a 66 anni, nel luglio 2018, dopo un ricovero improvviso. Stava ancora lavorando al futuro di FCA. Non ha mai lasciato il tavolo.
Luca de Meo prende le redini di Renault nel 2020. Trova un Gruppo in crisi, reduce dallo tsunami Ghosn, con conti da risanare e un’identità da ricostruire. E lo fa. Promuove il piano Renaulution, razionalizza, rilancia Dacia, dà senso ad Alpine, crea un nuovo asse elettrico con Ampere. Quindi, l’annuncio: le dimissioni. E il contestuale addio al mondo delle quattro ruote. Il comunicato ufficiale evidenzia che cercherà “nuove sfide al di fuori del settore automobilisticoâ€.
Il contesto è chiaro. Nessuna fuga da Renault, quanto semmai un abbandono totale. De Meo ha detto più volte che l’Europa ha smesso di credere nell’auto come progetto culturale. Insieme a John Elkann aveva lanciato l’allarme nei mesi scorsi: “L’Europa rischia di diventare irrilevante nella nuova era dell’automobile”. Era inevitabile. Il sistema ha smesso di rispondere ai produttori. Si piega ai legiferatori. E De Meo, alla pari Marchionne prima di lui, ha provato a cambiare le cose da dentro. Solo che a un certo punto ha capito che era inutile.
Marchionne ha reagito alla crisi del sistema con la sfida frontale. De Meo ha preferito uscire nel momento in cui la politica è stata sostituita da una gestione regolatoria soffocante. Lo aveva già denunciato pubblicamente. Il punto non è il coraggio, ma la lettura della realtà . Marchionne operava in un mondo dove si poteva ancora fare leva sul vecchio sapere. De Meo ha trovato un sistema già inchiodato alla logica delle norme.
L’uscita di de Meo segna la fine di una leadership che vedeva nell’industria un progetto di identità e potere. Marchionne e de Meo avevano in comune una visione: costruire prodotti, potere contrattuale. Oggi compliance e marketing hanno la priorità . Marchionne è morto dentro la macchina. De Meo ne è uscito prima che lo inghiottisse. Nessuno dei due ha vinto. E allora resta una sola domanda, che pesa più delle altre: se nemmeno loro sono riusciti a cambiare le cose, chi resta in grado di farlo?
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 13:30:28 +0000Non c’è palcoscenico migliore della 24 Ore di Le Mans per alzare il sipario su un piano di espansione ambizioso e strategico. Un passo deciso, quello di Genesis Motor Europe, che ha scelto la leggendaria corsa di durata per annunciare l’arrivo in quattro nuovi mercati europei: Italia, Francia, Spagna e Paesi Bassi. Un allargamento che va ben oltre la mera operazione commerciale: è l’inizio di un nuovo capitolo per il brand premium di Hyundai, oggi più che mai deciso a ritagliarsi uno spazio importante nel panorama dell’auto elettrica di alta gamma.
Fino ad ora, la presenza del marchio sul Vecchio Continente era stata confinata a Germania, Svizzera e Regno Unito. Un triangolo solido, certo, ma insufficiente a rappresentare le reali ambizioni di un costruttore che negli ultimi anni ha dato forma a un’identità chiara, riconoscibile e orgogliosamente coreana. Ora si cambia passo: le prime consegne sono previste per l’inizio del 2026, ma il conto alla rovescia è già partito.
C’è chi guarda al premium come un esercizio di stile, chi lo traduce in una parata di cavalli da piazzare sotto al cofano, e chi – come Genesis – ne fa una sintesi in perfetto equilibrio. Il linguaggio estetico del brand si riassume in due parole: Athletic Elegance. Ma sarebbe riduttivo pensare che si tratti solo di design. Le vetture di Genesis sono opere d’ingegneria raffinata, animate da powertrain elettrici capaci di combinare prestazioni e autonomia in maniera eccellente.
Xavier Martinet, amministratore delegato di Genesis Motor Europe, non usa mezze misure: “Questo è il nostro passo più importante in Europa dal 2021. Con questi nuovi mercati, diamo inizio a una fase di crescita stabile e mirata, rafforzando anche il lato sportivo del marchioâ€. E il riferimento non è casuale.
Dietro alla patina elegante delle berline e dei SUV firmati Genesis pulsa un cuore da corsa. A Le Mans è stato anche il giorno del debutto ufficiale del Genesis Magma Racing Team, supportato da IDEC Sport, pronto a lasciare il segno nel mondo dell’endurance. Un preludio all’ingresso nel WEC previsto per il 2026, quando il costruttore coreano porterà in pista la GMR-001, hypercar che promette di alzare l’asticella delle tecnologie e delle performance.
Non è solo marketing, ma una strategia integrata che mira a costruire una reputazione solida nell’universo del motorsport, da trasferire poi anche sulle vetture di serie. E la ricetta sembra funzionare: già adesso Genesis si è guadagnata il plauso della critica nei campionati ELMS, con vittorie e prestazioni convincenti nella sua stagione d’esordio.
A disposizione dei clienti europei ci saranno tre modelli 100% elettrici, tutti rivisitati con aggiornamenti tecnici e stilistici pensati proprio per il gusto e le esigenze del nostro mercato:
Tutti dotati di autonomia migliorata, infotainment evoluto e sistemi di assistenza alla guida di ultima generazione. Senza dimenticare l’attenzione al cliente, che si traduce nel servizio “son-nim“, il trattamento riservato agli “ospiti di riguardo†nella cultura coreana.
Per noi italiani, l’ingresso di Genesis rappresenta una novità affascinante: un’alternativa concreta e credibile alle solite note del premium tedesco, con una proposta stilistica originale e contenuti tecnologici degni di un marchio che guarda al futuro senza rinunciare alla sostanza. Nel 2026, quindi, si apriranno le danze. Ma il messaggio è già chiaro oggi: Genesis non viene per partecipare. Viene per competere. E – magari – vincere.
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 12:36:29 +0000Dopo quasi sedici lunghi anni d’attesa, un pilota italiano è tornato sul podio della F1. Andrea Kimi Antonelli, talento bolognese classe 2006, ha conquistato uno storico terzo posto nel GP del Canada 2025, riportando l’inno italiano sul podio più ambito del motorsport mondiale. Un traguardo che mancava da Jarno Trulli e dal suo ultimo podio nel GP del Giappone 2009.
Nonostante la sua giovane età , Antonelli non è un nome nuovo per gli appassionati di motorsport. Cresciuto nel vivaio Mercedes, sotto l’attenta supervisione di Toto Wolff, Kimi ha bruciato le tappe con una rapidità impressionante. Lo stesso CEO e Team Principal Mercedes è certo delle sue qualità e ha dichiarato a fine GP del Canada: “Kimi ha guidato la sua grande gara. Ha fatto una buona partenza e questo lo ha preparato per il resto della gara. È quasi riuscito a essere secondo e poi ha combattuto e difeso bene nelle fasi finali per tenere a bada le McLaren. Meritava pienamente di salire sul podio e il suo primo top three, che sono sicuro che ce ne saranno molti altri“.
Il diciottenne italiano è alla sua prima stagione da pilota ufficiale di F1 e fin qui non sta deludendo le aspettative, anzi, arrivano già i primi risultati positivi e incoraggianti. Molti si chiedevano se fosse troppo presto. Altri avevano paura di vederlo schiacciato dalla pressione mediatica. I fatti invece stanno dando ragione a lui e a chi ci ha creduto. In queste prime gare, Antonelli ha mostrato qualità fuori dal comune: gestione, freddezza, visione.
Il podio di Antonelli non è solo un risultato sportivo. È un segnale forte, potentissimo, per tutto il movimento automobilistico italiano. Dopo anni di assenza, in cui il tricolore sembrava sbiadire nella griglia della F1, l’Italia torna protagonista non con una squadra, ma con un ragazzo nato nel cuore della Motor Valley, cresciuto tra Imola e Maranello, forgiato dal talento e dalla disciplina.
In un’epoca in cui l’accesso alla F1 è sempre più complesso, dominato da interessi economici, sponsorizzazioni e programmi junior elitari, vedere un italiano di 18 anni lottare ad armi pari con i migliori piloti del mondo rappresenta un ritorno alle origini, al talento puro. Per gli appassionati di motori che hanno visto passare decenni aspettando l’erede di Alboreto, di Patrese, di Trulli o Fisichella, oggi Antonelli ha trasformato l’attesa in realtà .
“Per Kimi, segnare il suo primo podio è un’altra pietra miliare nella sua prima metà stagione come pilota di F1, e lo ha fatto anche sotto una seria pressione da parte del leader del campionato” le parole soddisfatte di Andrew Shovlin, direttore di ingegneria di pista Mercedes.
Al termine della gara, visibilmente emozionato ma composto, Antonelli ha dichiarato ai microfoni: “E’ stata una gara molto intensa e stressante! Sono davvero felice di salire sul mio primo podio in F1. L’inizio è stata la chiave per raggiungere questo obiettivo. Sono riuscito a ottenere la posizione in pista su Piastri e questo ci ha permesso di mostrare il nostro ritmo.
In pochi istanti sono stato in grado di catturare Verstappen e metterlo sotto pressione. Nel periodo finale, penso di aver spinto un po’ troppo forte nelle fasi iniziali e questo ha reso difficile quasi la fine. Sono stato in grado di difendermi dalle McLaren e portare a casa la macchina in P3.
Voglio ringraziare tutti quelli di Brackley e Brixworth. Hanno lavorato così duramente per migliorare la macchina e sono felice di essere in grado di ottenere un risultato come questo e avere entrambe le nostre vetture sul podio. È un momento speciale per me personalmente e non vedo l’ora di ripetermi nelle prossime gare“.
Parole da campione, parole mature che colpiscono e che confermano perché tanti, dentro e fuori dal paddock, lo indicano come uno dei futuri protagonisti del Circus.
Il nome di Jarno Trulli è inevitabilmente tornato sulla bocca di tutti. Il suo ultimo podio risale al GP del Giappone del 2009, quando a bordo della Toyota conquistò sul circuito di Suzuka un prestigioso secondo posto. Da allora, solo tante promesse mancate, qualche debutto sfortunato, ma nessun italiano capace di andare oltre la zona punti come l’abruzzese.
Il successo di Antonelli arriva in un momento strategico per il motorsport italiano. Con l’Autodromo di Imola escluso dal calendario ufficiale, Monza in fase di ristrutturazione per confermarsi capitale del motorsport, e una generazione di nuovi tecnici e ingegneri che si sta affacciando al palcoscenico internazionale, l’Italia doveva rimettersi in moto.
Ferrari, che continua a rappresentare il simbolo della passione tricolore, può ora guardare con interesse a un pilota italiano di livello assoluto, sebbene attualmente sotto contratto e blindato Mercedes. Chi può dire cosa accadrà nei prossimi anni? La F1 ha insegnato già che nulla è impossibile.
L’immagine di Kimi sul podio, con la bandiera italiana tra le mani e lo sguardo rivolto al cielo durante l’inno di Mameli, è già entrata nel cuore degli appassionati. È la foto che tutti aspettavano da troppo tempo. Una nuova generazione di tifosi, che non aveva mai vissuto un momento del genere, ha finalmente potuto provare cosa significa vedere un italiano tra i grandi della F1.
Tornare sul podio, anche se sul gradino più basso, è già una vittoria. Per Antonelli potrebbe essere solo l’inizio. Le sue prestazioni in pista, unite a un ambiente competitivo come quello Mercedes, lo pongono subito tra i nomi da tenere d’occhio per il futuro. Anche perché la F1 moderna, sempre più vicina ai social, ai giovani, ha bisogno di volti nuovi, capaci di entusiasmare le nuove generazioni.
E chi meglio di un ragazzo nato nel 2006, cresciuto nell’era di Hamilton e Verstappen, ma con lo spirito dei grandi campioni italiani del passato? C’è ancora tanta strada da fare. Il calendario è lungo, le sfide saranno molte. Ma una cosa è certa: Andrea Kimi Antonelli ha acceso una fiamma che l’Italia e gli appassionati di motorsport in generale aspettava da anni. E questa volta, sembra destinata a non spegnersi.
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 11:24:19 +0000La domanda giusta da porsi c’è, caro Fred. È questa la nostra prima parte della risposta a un quesito che lascia alquanto perplessi, sia per il ragionamento in sé, sia pensando a chi lo ha proposto. Quando qualcosa non funziona, le critiche ci sono sempre. Vanno di pari passo, soprattutto in uno sport come la Formula 1. Le chiacchiere stanno a zero quando sei la Scuderia Ferrari, e nascondersi dietro a futilità peggiora la situazione.
Agli albori del mondiale 2025, dopo i test di Fiorano ai quali hanno partecipato migliaia di persone assiepate dall’alba per vedere la Rossa, sono arrivate promesse e forti speranze. Nessuno le ha inventate. Basta andarsi a leggere i comunicati stampa del team italiano, oppure ascoltare le dichiarazioni dei diretti protagonisti. Evidentemente tanti proclami derivavano da convinzioni relative al lavoro svolto.
Poi la grande festa a Milano. Un incontro con i tifosi che hanno sognato finalmente una vettura in grado di lottare per il titolo. È un po’ questa la storia a bocce ferme, ancor prima che le due SF-25 si confrontassero con la pista e con gli avversari. All’epoca si diceva che la correlazione tra simulatore e pista era corretta. Per essere più chiari, la macchina nei test di Fiorano aveva fornito gli stessi dati della fabbrica.
Poi arrivano i test. Una tre giorni in Bahrain che ha messo in luce i problemi della vettura italiana. Non serve ricordarli, ne abbiamo parlato troppe volte e li conosciamo a menadito. Quello che non capiamo è perché il team di Maranello non si sia reso conto di aver commesso gravi errori di progettazione che, spoiler, dopo dieci gare della stagione continuano a fare presenza indisturbati.
Vasseur ci ha propinato la storiella del rendimento inespresso per almeno 6 gare, sino a quando è stato Leclerc a mettere fine a questo fantasioso racconto. Il discorso è chiaro: come tutti i team, pure Ferrari aveva programmato tipo di aggiornamento e tempistiche. Ma quando l’auto non funziona, gli sviluppi pensati non hanno più senso di esistere. Si passa quindi alle correzioni, che necessitano tempo. Molto.
Bisogna infatti capire come porre rimedio agli sbagli, ripensando l’intero progetto, mentre una domenica sì e un’alta pure si corre. Il tutto tenendo presente che si doveva pensare anche al 2026, in quanto gli sforzi profusi verso il nuovo corpo normativo non possono essere trascurati. E allora ecco che scatta l’altra favoletta propinata con stile: l’importanza estrema di ottimizzare il pacchetto a disposizione.
La seconda chiave di lettura del transalpino è reale, ma non può essere utilizzata come strategia per andare più forte. Questa volta ci ha pensato Hamilton a tirar fuori gli altarini. Lo ha fatto sabato dopo la qualifica, criticando l’assenza di aggiornamenti, con tanto di esempio su Mercedes, Red Bull e McLaren che continuano a sviluppare. Poi, ieri dopo il GP del Canada, ne ha parlato ancora, non sapendo spiegare perché questo fatto non cambia.
Ma Vasseur non molla e continua con i suoi ragionamenti. A fine gara contraddice l’inglese, sostenendo che gli update non sono il nodo della questione, perché se fai il miglior tempo nel T1 in qualifica vuol dire che la vettura funziona. Sembra impossibile, ma lo ha detto. Si può davvero ridurre 4 mesi di F1 pieni di problemi a un settore di una pista? Parlando di un giro che peraltro non si è nemmeno concluso.
E il motivo non è la scia di Hadjar, perché in entrata della chicane 6/7 Leclerc non è riuscito a inserire bene la monoposto, uscendo dalla traiettoria corretta, e poco dopo è andato troppo presto sul gas per recuperare, perdendo il retrotreno. Non è colpa della Racing Bulls. Il punto è questo: Leclerc era oltre il limite. Stava cercando di sopperire ai difetti della Rossa. Per farlo devi spararti un giro super e rischiare di perdere il controllo ogni curva.
È quello che stava facendo sino all’errore. Tutto questo Vasseur lo sa bene. Quindi lasciamo perdere il fucsia nel T1, perché se questa è la ragione da usare per giustificare i mancati aggiornamenti, la Rossa sarebbe proprio alla frutta. “Bisogna porsi le domande giuste se non si vince da anni. È cambiato tutto, tranne una cosa.†Lo ha detto Vasseur quando ha parlato della stampa italiana. Chissà se lui lo avrà fatto. Pare proprio di no…
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 08:29:00 +0000Arrivano le dimissioni. Cinque anni fa, Renault era un malato grave. Oggi è un paziente dimesso, con cicatrici evidenti ma in piedi. Il merito? In buona parte, suo: Luca de Meo. Il manager italiano chiamato a resuscitare la Losanga dopo l’era Ghosn, gli scandali, la crisi d’identità . E ce l’ha fatta. Piano Renaulution, tagli chirurgici, rilancio dei marchi, strategia chiara. E poi, all’improvviso, il colpo di scena: se ne va. Dal 15 luglio, non ricoprirà più l’incarico.
Il Cda, presieduto da Jean-Dominique Senard, usa toni istituzionali: “Il Consiglio esprime gratitudine a De Meo per la svolta e la trasformazione del Gruppo Renaultâ€. La nota ufficiale parla di “piano di successione già definito”, di fiducia nel management interno, di volontà di “accelerare la trasformazioneâ€. In altre parole: sapevano che poteva succedere, e si sono preparati. Il tempismo, però, spiazza.
A leggere bene tra le righe, la scelta c’entra poco con le “nuove sfide†e molto con una sensazione velenosa: l’automotive, in Europa, è diventata un bersaglio. Da passione e simbolo a problema. Da regolare, tassare, colpevolizzare. E allora viene da chiedersi: se anche uno come de Meo — che l’auto l’ha difesa — getta la spugna, quale futuro ci aspetta?
Secondo Le Figaro, il manager sta per passare a Kering, colosso del lusso guidato da François-Henri Pinault. Se fosse confermato, il cambio di rotta sarebbe epocale. Dal metallo al velluto. Dalla fabbrica al défilé. Piano però a chiamarlo salto nel vuoto: è un salto nella cultura. Oggi, paradossalmente, la moda ha più legittimità delle quattro ruote. Può ancora parlare di bellezza. I motori? Affiorano dubbi. Alle Case tocca sempre spiegare perché consumano, quanto inquinano, rendere conto dei piani di transizione ecologica, pena sanzioni.
E allora sorge il sospetto, forte come un pugno nello stomaco: che de Meo abbia capito prima di altri che il gioco è truccato. Lo ha detto lo stesso dirigente pochi mesi fa, in tandem con John Elkann, esprimendo preoccupazione per l’assenza di visione strategica. O ti adegui alla linea — elettrico a tutti i costi, burocrazia a valanga, storytelling colpevolista — o sei fuori. Lui ha provato a restare. Un uomo impegnato su mille fronti, tra cui il rilancio di Dacia e la sportività Alpine. Nel mentre, ha tenuto il punto sul termico in un mondo governato dall’instabilità . Ma se anche uno come lui ha smesso di incidere, allora forse è il sistema a essere irrecuperabile.
L’uscita smette, perciò, di sembrare esclusivamente personale. Per una vasta schiera di analisti contiene una velata ammissione: “non ci credo piùâ€. O almeno, non credo più di poter cambiare dall’interno. Meglio chiudere il cerchio, evitare di diventare un burocrate con la cravatta verde, e aprire un nuovo fronte. Lì dove i sogni sono ancora autorizzati.
Il paradosso sta proprio qui: l’industria dei motori ha creato l’immaginario del Novecento. Oggi viene trattata alla stregua di un vizio da estirpare. E il punto di rottura è stato culturale, prima ancora che economico. Per questo la fuga verso il lusso trascende semplici ragioni di carriera. Si tratta di un cambio di campo. Il settore ha smesso di essere il cuore del presente continentale. L’addio di De Meo pare un avviso ai naviganti.
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 07:02:27 +0000A sorpresa nel GP del Canada sono tornate protagoniste le Mercedes. Dopo tre gare anonime George Russell ha vinto la sua prima tappa del 2025, dopo una pole da applausi. Max Verstappen non ha potuto nulla in partenza. Tra i due c’è stato un inseguimento che è durato per tutta la gara. Alle spalle dell’olandese è stato lesto Kimi Antonelli a sopravanzare al via Oscar Piastri. L’australiano, infatti, si è fatto sorprendere in Curva-1. Le Mercedes avrebbero dovuto avere problemi di graining sulle mescole posteriori, ma entrambi i piloti del team di Toto Wolff hanno fatto la differenza.
Il ritmo di Russell è stato indiavolato, mentre Kimi Antonelli è stato quasi per tutto il GP a pochi secondi dal campione della Red Bull Racing. Le McLaren non sono state irrefrenabili come al solito, ma la rimonta di Norris ha dimostrato che l’auto papaya rimane la migliore. La vettura inglese non ha avuto un degrado evidente delle mescole bianche, come accaduto alle Mercedes e alla RB21, e al giro 30 il numero 4 si è fermato per montare le gialle. Leclerc, invece, avrebbe potuto replicare la stessa strategia, ma il muretto della Scuderia ha deciso di rimontargli le mescole bianche, costringendolo a una doppia sosta. Il pilota monegasco ha disapprovato l’ennesima scelta poco coraggiosa della Scuderia. È apparso in estremo affanno sul ritmo, invece, Lewis Hamilton. Partito quinto, davanti a Fernando Alonso, non è mai riuscito a cambiare passo. La monoposto del numero 44 ha anche subito un danno, perdendo 20 punti carico aerodinamico. Ci si attendeva qualcosa in più sul tracciato canadese dalla SF-25.
Russell ha guidato con maestria il gruppo, dimostrando la sua leadership. Un po’ sotto tono Piastri (voto 6,5) che avrebbe dovuto sfruttare meglio la brutta qualifica del compagno di squadra. Charles Leclerc (voto 6) è stato anche in testa al GP del Canada, nel momento in cui si sono fermati tutti i piloti davanti a lui. Poi è stato costretto a rifermarsi, ritrovandosi in sesta posizione davanti a un Hamilton in crisi. Negli ultimi giri le due McLaren si sono avvicinate a Kimi Antonelli, insidiandolo per la terza posizione. Norris ha provato a sopravanzare il compagno di squadra, ma ha commesso un errore madornale. Finito contro il muro ha distrutto la MCL39 e ha concluso una bella gara con uno 0 pesantissimo. Piastri ha guadagnato 12 punti sull’inglese, mandando su tutte le furie Andrea Stella, team principal della McLaren.
George Russell: 10 e lode – La Mercedes ha lavorato tantissimo in fabbrica per dominare la sfida di Montreal. Dopo la pole, il nativo di King’s Lynn ha ribadito la P1 con una gara bellissima. Nessuna sbavatura e un controllo totale sul nemico numero 1: Max Verstappen. Partito bene, George ha gestito con saggezza le mescole e ha tagliato il traguardo in regime di SC. Dopo la partenza di Lewis Hamilton, il numero 63 è diventato il capitano del team con sede a Brackley, senza far rimpiangere il vincitore di 105 GP. In questa annata sta crescendo anche sul piano della gestione delle mescole. Il degrado anomalo esalta una Mercedes ritrovata, Russell con questa vittoria consolida la quarta posizione, aprendo un gap con i ferraristi.
Max Verstappen: 9 – Tornato protagonista su una pista favorevole, l’olandese si è goduto una seconda posizione senza sbavature. Il figlio d’arte di Jos ha inseguito il rivale per tutto il corso del Gran Premio. Non ha avuto lo spazio per sferrare l’attacco decisivo, ma solo perché Russell non ha concesso nulla. Le battaglie in pista dei due McLaren potrebbero favorirlo. La classifica recita Piastri, sempre più leader, a 198 punti, Norris secondo a 176 e Max 155 punti. Un gap di 43 punti è colmabile, ma la RB21 dovrà crescere in ogni area se vorrà concedere a Verstappen la possibilità di tenersi stretto il numero 1 sulla macchina.
Kimi Antonelli: 8 – Stavolta i primi tre piloti sul podio hanno fatto una gara sensazionale. Finalmente un italiano è tornato protagonista in Formula 1. In un anno in cui le Ferrari non sono competitive, il bolognese sta tenendo alto il tricolore. Mettere dietro entrambe le McLaren era impronosticabile alla vigilia del weekend. Nella Sprint Race di Miami era stato sorpreso dalla manovra di Piastri, dopo aver siglato la pole, stavolta l’italiano ha beffato il leader della classifica mondiale. Kimi ha rotto un digiuno di podi che per l’Italia durava da 16 anni. Jarno Trulli, al volante della Toyota nel Gran Premio del Giappone del 2009, era stato l’ultimo italiano sul podio. Ai tempi la Mercedes era ancora BrawnGP. Antonelli è diventato il terzo pilota più giovane di tutti i tempi a salire su un podio di F1: a 18 anni, 9 mesi e 21 giorni. Max Verstappen e Lance Stroll sono gli altri due driver ad aver siglato un podio a 18 anni.
Lewis Hamilton: 5 – Un’altra prestazione non all’altezza del talento che fu. Il nativo di Stevenage al via ha conservato la quinta piazza, ma non ha mai avuto ritmo. Nel corso del GP del Canada ha centrato una marmotta, non se n’è nemmeno accorto, ma ha avvertito un problema. Ha iniziato a perdere carico aerodinamico, avendo difficoltà anche ad arrestare la SF-25. L’urto con l’animale può avere contribuito a giustificare l’ennesima debacle, ma sul piano mentale Hamilton non sembra più lui. “Ho sentito qualcosa e non sapevo cosa fosse. Ho guardato allo specchio e non ho visto niente – ha annunciato Lewis dopo la gara – Mi hanno detto che era una marmotta. Sono devastato nel sentirlo perché amo gli animali. Adoro gli animali e sono così triste. È orribile, ugh. Non mi era mai successo qui. E poi sì, il pavimento è completamente danneggiato nella parte anteriore destra“.
Lando Norris: 4 – In una gara condizionata da un confronto a distanza tra i due driver della McLaren, alla fine c’è stato finalmente un corpo a corpo. Norris avrebbe potuto effettuare un sorpasso decisivo su Piastri, magari anche salendo sul podio, date le difficoltà con le mescole nel finale di Antonelli. La situazione è rapidamente degenerata in pista poiché il tentativo di sorpasso di Lando ha portato a un crash pericoloso, causando la perdita dell’ala anteriore e un DNF inaspettato. Norris ha subito ammesso il suo errore. Dopo una ottima rimonta, l’inglese ha buttato tutto al vento. Un errore che peserà alla fine del campionato.
Yuki Tsunoda: 3 – Ennesima prestazione orribile del giapponese che sembra il lontano parente del driver volenteroso e gagliardo che aveva impressionato nello junior team. La Red Bull Racing avrà anche incassato soldi dagli sponsor, ma ora ha un serio problema in pista. Il dodicesimo posto di Montreal è l’ennesimo segnale che Yuki verrà appiedato al termine della stagione, ammesso che ci arrivi al volante della RB21.
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 06:11:08 +0000Nel mese di giugno 2025 sono previsti diversi scioperi che interesseranno vari settori dei trasporti in Italia. In particolare, ci saranno scioperi nel settore ferroviario e in quello generale, con modalità e orari specifici che coinvolgeranno diverse regioni e province. Di seguito, il calendario dettagliato degli scioperi previsti.
Nella regione Lombardia, è indetto uno sciopero di 23 ore, dalle 03.00 del 16/6 alle 02.00 del 17/6, per il settore ferroviario. Questo sciopero coinvolge il personale della società Trenord ed è indetto dai sindacati OSR ORSA FERROVIE.
In tutta Italia, è previsto uno sciopero generale per l’intera giornata, che coinvolgerà vari settori. Nel settore aereo, lo sciopero avrà luogo dalle 00.00 alle 23.59, mentre nel settore ferroviario si svolgerà dalle 21.00 del 19/6 alle 20.59 del 20/6. Per le autostrade, lo sciopero si terrà dalle 22.00 del 19/6 alle 21.59 del 20/6. Infine, per il trasporto pubblico locale, marittimo e portuale, ci saranno modalità di sciopero variabili. I sindacati coinvolti sono CUB/SGB/USB.
Inoltre, sempre il 20 giugno 2025, è previsto un altro sciopero generale che interesserà il settore ferroviario dalle 21.00 del 19/6 alle 21.00 del 20/6, indetto dal sindacato SI-COBAS.
Infine, per il settore trasporto merci, ci sarà uno sciopero di 8 ore, dalle 13.00 alle 21.00, indetto dai sindacati FILT-CGIL/FIT-CISL/UILT-UIL.
°Fonte: https://scioperi.mit.gov.it/mit2/public/scioperi
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 06:00:00 +0000Oggi, 16 giugno 2025, i prezzi dei carburanti in Molise mostrano una situazione variegata. La benzina si attesta a 1.717 euro al litro, mentre il gasolio è disponibile a 1.617 euro. Per chi utilizza GPL, il prezzo è di 0.718 euro, mentre il metano si trova a 1.433 euro. Questi valori sono influenzati da vari fattori, tra cui le accise e il costo della materia prima.
Ultimo aggiornamento: 16 giugno 2025
TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
---|---|---|
Benzina | SELF | 1.717 |
Gasolio | SELF | 1.617 |
GPL | SERVITO | 0.718 |
Metano | SERVITO | 1.433 |
Il prezzo della benzina è composto da diverse componenti, di cui la più significativa è quella fiscale, che rappresenta circa il 58% del costo totale. Questa parte include le accise e l’IVA, che incidono notevolmente sul prezzo finale che il consumatore paga alla pompa. La restante parte, pari al 42%, è costituita dalla componente industriale, che si divide ulteriormente in costo della materia prima e margine lordo. Il costo della materia prima, che incide per circa il 30% del prezzo, è influenzato dalle quotazioni internazionali del petrolio e dal tasso di cambio euro/dollaro. Il margine lordo, che rappresenta il 12% del prezzo, è la parte su cui gli operatori possono agire per modificare il prezzo alla pompa, a seconda delle dinamiche di mercato e della concorrenza.
Per quanto riguarda il gasolio, la situazione è leggermente diversa. La componente fiscale è pari al 45%, mentre quella industriale raggiunge il 55%. Anche in questo caso, il costo della materia prima incide per il 45% del prezzo, influenzato dalle stesse variabili di mercato che riguardano la benzina. Il margine, che vale il 10% del prezzo, è l’unico elemento su cui gli operatori possono intervenire per modificare il prezzo finale. Questa struttura di costo evidenzia come le fluttuazioni delle quotazioni internazionali e le politiche fiscali abbiano un impatto diretto sui prezzi che i consumatori si trovano a pagare.
fonte: https://www.mimit.gov.it/it/prezzo-medio-carburanti/regioni
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 06:00:00 +0000Oggi, 16 giugno 2025, i prezzi dei carburanti a Bolzano mostrano una situazione variegata, con la benzina che si attesta a 1.757 euro al litro, il gasolio a 1.669 euro, il GPL a 0.781 euro e il metano a 1.555 euro. Questi valori sono influenzati da diversi fattori, tra cui le accise, l’IVA e il costo della materia prima, che insieme determinano il prezzo finale alla pompa.
Ultimo aggiornamento: 16 giugno 2025
TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
---|---|---|
Benzina | SELF | 1.757 |
Gasolio | SELF | 1.669 |
GPL | SERVITO | 0.781 |
Metano | SERVITO | 1.555 |
Il prezzo della benzina è composto da diverse componenti, delle quali la più significativa è quella fiscale, che rappresenta circa il 58% del costo finale. Questa parte include le accise e l’IVA, che incidono notevolmente sul prezzo che il consumatore paga alla pompa. La restante parte, pari al 42%, è costituita dalla componente industriale, che si divide ulteriormente in costo della materia prima e margine lordo. La materia prima, che incide per circa il 30% del prezzo, è influenzata dalle quotazioni internazionali del petrolio e dall’andamento del cambio euro/dollaro. Il margine lordo, che rappresenta il 12% del prezzo, è l’unico elemento sul quale gli operatori possono intervenire per modificare il prezzo alla pompa, cercando di adattarsi alle dinamiche di mercato e alla concorrenza.
Per quanto riguarda il gasolio, la situazione è leggermente diversa. Qui, la componente fiscale è pari al 45%, mentre quella industriale arriva al 55%. Anche in questo caso, la materia prima rappresenta una parte significativa del prezzo, con un’incidenza del 45%, influenzata dalle stesse variabili internazionali e dal cambio euro/dollaro. Il margine, che vale il 10% del prezzo, consente agli operatori di apportare modifiche al costo finale, ma in misura minore rispetto alla benzina. Questo equilibrio tra le componenti fiscali e industriali determina le fluttuazioni quotidiane dei prezzi, rendendo il mercato dei carburanti particolarmente sensibile a fattori esterni come le crisi geopolitiche o le variazioni delle politiche fiscali.
fonte: https://www.mimit.gov.it/it/prezzo-medio-carburanti/regioni
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 06:00:00 +0000Oggi, 16 giugno 2025, i prezzi dei carburanti a Trento mostrano una situazione variegata. La benzina si attesta a 1.734 euro al litro, mentre il gasolio è disponibile a 1.645 euro. Per chi utilizza GPL, il prezzo è di 0.737 euro, mentre il metano si trova a 1.377 euro. Questi valori riflettono le dinamiche di mercato e le componenti fiscali che influenzano il costo finale per i consumatori.
Ultimo aggiornamento: 16 giugno 2025
TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
---|---|---|
Benzina | SELF | 1.734 |
Gasolio | SELF | 1.645 |
GPL | SERVITO | 0.737 |
Metano | SERVITO | 1.377 |
Il prezzo della benzina è composto da diverse componenti, di cui la più significativa è quella fiscale, che rappresenta circa il 58% del costo finale. Questa parte include le accise e l’IVA, che incidono notevolmente sul prezzo che il consumatore finale paga alla pompa. La restante parte, pari al 42%, è costituita dalla componente industriale, che si divide ulteriormente in costo della materia prima e margine lordo. Il costo della materia prima, che incide per circa il 30% del prezzo, è influenzato dalle quotazioni internazionali del petrolio e dall’andamento del cambio euro/dollaro. Il margine lordo, che rappresenta il 12% del prezzo, è l’unica parte su cui gli operatori possono agire per modificare il prezzo alla pompa, cercando di adattarsi alle fluttuazioni del mercato e alla concorrenza.
Per quanto riguarda il gasolio, la situazione è leggermente diversa. La componente fiscale incide per il 45% sul prezzo finale, mentre quella industriale rappresenta il 55%. Anche in questo caso, la materia prima ha un peso significativo, pari al 45% del prezzo, influenzato dalle stesse variabili internazionali e dal cambio euro/dollaro. Il margine, che vale il 10% del prezzo, è l’elemento su cui gli operatori possono intervenire per adeguare i costi alla pompa, cercando di mantenere un equilibrio tra competitività e sostenibilità economica.
fonte: https://www.mimit.gov.it/it/prezzo-medio-carburanti/regioni
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 06:00:00 +0000Oggi, 16 giugno 2025, i prezzi dei carburanti in Veneto mostrano un quadro variegato. La benzina si attesta a 1.693 euro al litro, mentre il gasolio è a 1.591 euro. Per chi utilizza GPL, il prezzo è di 0.694 euro, mentre il metano è disponibile a 1.359 euro. Questi valori riflettono le dinamiche di mercato e le componenti fiscali che influenzano il costo finale alla pompa.
Ultimo aggiornamento: 16 giugno 2025
TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
---|---|---|
Benzina | SELF | 1.693 |
Gasolio | SELF | 1.591 |
GPL | SERVITO | 0.694 |
Metano | SERVITO | 1.359 |
Il prezzo della benzina è composto da diverse componenti, delle quali la più significativa è quella fiscale, che rappresenta circa il 58% del costo finale. Questa parte include le accise e l’imposta sul valore aggiunto (IVA), che incidono notevolmente sul prezzo che il consumatore paga alla pompa. La restante parte, pari al 42%, è costituita dalla componente industriale, che si divide ulteriormente in costo della materia prima e margine lordo. Il costo della materia prima, che incide per circa il 30% del prezzo, è influenzato dalle quotazioni internazionali del petrolio e dall’andamento del cambio euro/dollaro. Il margine lordo, che rappresenta il 12% del prezzo, è la parte su cui gli operatori possono intervenire per modificare il prezzo finale alla pompa, cercando di adattarsi alle fluttuazioni del mercato e alla concorrenza.
Per quanto riguarda il gasolio, la situazione è leggermente diversa. La componente fiscale in questo caso è pari al 45%, mentre quella industriale raggiunge il 55%. Anche in questo caso, la materia prima ha un peso significativo, rappresentando il 45% del prezzo finale, e subisce le stesse influenze delle quotazioni internazionali e del cambio euro/dollaro. Il margine, che vale il 10% del prezzo, è l’unico elemento su cui gli operatori possono esercitare un certo controllo per adeguare il prezzo alla pompa, cercando di mantenere la competitività sul mercato. Questa struttura di costo evidenzia come le politiche fiscali e le dinamiche di mercato siano determinanti nel definire il prezzo finale dei carburanti.
fonte: https://www.mimit.gov.it/it/prezzo-medio-carburanti/regioni
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 06:00:00 +0000Oggi, 16 giugno 2025, i prezzi dei carburanti in Valle d’Aosta mostrano una situazione variegata. La benzina si attesta a 1.722 euro al litro, mentre il gasolio è disponibile a 1.641 euro al litro. Per chi utilizza GPL, il prezzo è di 0.816 euro al litro. Questi valori sono influenzati da diversi fattori, tra cui le accise e le quotazioni internazionali.
Ultimo aggiornamento: 16 giugno 2025
TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
---|---|---|
Benzina | SELF | 1.722 € |
Gasolio | SELF | 1.641 € |
GPL | SERVITO | 0.816 € |
Il prezzo della benzina è composto da diverse componenti, tra cui le accise, l’imposta sul valore aggiunto (IVA) e il costo netto del combustibile. In particolare, la componente fiscale rappresenta una parte significativa del prezzo finale, pari al 58%. Questo valore è decisamente superiore alla componente industriale, che si attesta al 42%. La componente industriale è ulteriormente suddivisa in costo della materia prima e margine lordo. La materia prima, che incide per il 30% sul prezzo, è influenzata dalle quotazioni internazionali e dall’effetto del cambio euro/dollaro. Il margine lordo, pari al 12% del prezzo, è l’unica parte su cui l’operatore può intervenire per modificare il prezzo alla pompa. Pertanto, le fluttuazioni del mercato internazionale e le politiche fiscali nazionali giocano un ruolo cruciale nella determinazione del prezzo finale della benzina.
Per quanto riguarda il gasolio, la situazione è leggermente diversa. La componente fiscale è pari al 45%, mentre quella industriale raggiunge il 55%. Anche in questo caso, la materia prima rappresenta una parte significativa del prezzo, con un’incidenza del 45% influenzata dalle quotazioni internazionali e dall’effetto euro/dollaro. Il margine, che vale il 10% del prezzo, è l’unico elemento su cui l’operatore può agire per modificare il prezzo alla pompa. Questa struttura di costo evidenzia come le politiche fiscali e le dinamiche di mercato siano determinanti per il prezzo finale del gasolio, rendendo essenziale per i consumatori essere informati sulle variazioni quotidiane.
fonte: https://www.mimit.gov.it/it/prezzo-medio-carburanti/regioni
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 06:00:00 +0000Oggi, 16 giugno 2025, i prezzi dei carburanti in Umbria mostrano una situazione variegata, con la benzina che si attesta a 1.707 euro al litro, il gasolio a 1.609 euro, il GPL a 0.719 euro e il metano a 1.382 euro. Questi valori riflettono le dinamiche di mercato e le componenti fiscali che influenzano il costo finale per il consumatore.
Ultimo aggiornamento: 16 giugno 2025
TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
---|---|---|
Benzina | SELF | 1.707 |
Gasolio | SELF | 1.609 |
GPL | SERVITO | 0.719 |
Metano | SERVITO | 1.382 |
Il prezzo della benzina è composto da diverse componenti, delle quali la più significativa è quella fiscale, che rappresenta circa il 58% del costo totale. Questa percentuale è decisamente superiore rispetto alla componente industriale, che si attesta al 42%. La parte industriale del prezzo è ulteriormente suddivisa in costo della materia prima e margine lordo. La materia prima, che incide per circa il 30% del prezzo finale, è influenzata dalle quotazioni internazionali del petrolio e dall’andamento del cambio euro/dollaro. Il margine lordo, che rappresenta il 12% del prezzo, è l’unica parte su cui l’operatore può intervenire per modificare il prezzo alla pompa. Pertanto, le fluttuazioni dei mercati internazionali e le politiche fiscali nazionali hanno un impatto diretto sui costi sostenuti dai consumatori.
Per quanto riguarda il gasolio, la situazione è leggermente diversa. La componente fiscale per il gasolio è pari al 45%, mentre quella industriale raggiunge il 55%. Anche in questo caso, la materia prima incide notevolmente sul prezzo finale, rappresentando il 45% e subendo le stesse influenze delle quotazioni internazionali e del cambio euro/dollaro. Il margine, che vale il 10% del prezzo, è un’altra area su cui gli operatori possono esercitare un certo controllo. Questo significa che, mentre le accise e le imposte rimangono costanti, le variazioni del prezzo del gasolio alla pompa possono essere influenzate dalle decisioni commerciali degli operatori, rendendo il mercato del gasolio un po’ più flessibile rispetto a quello della benzina.
fonte: https://www.mimit.gov.it/it/prezzo-medio-carburanti/regioni
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 06:00:00 +0000Oggi, 16 giugno 2025, i prezzi dei carburanti in Toscana mostrano un quadro variegato, con la benzina che si attesta a 1.706 euro al litro, il gasolio a 1.607 euro, il GPL a 0.702 euro e il metano a 1.529 euro. Questi valori sono influenzati da diversi fattori, tra cui le accise, l’IVA e il costo della materia prima, che insieme determinano il prezzo finale alla pompa.
Ultimo aggiornamento: 16 giugno 2025
TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
---|---|---|
Benzina | SELF | 1.706 |
Gasolio | SELF | 1.607 |
GPL | SERVITO | 0.702 |
Metano | SERVITO | 1.529 |
Il prezzo della benzina è composto da diverse componenti, delle quali la più significativa è quella fiscale, che rappresenta circa il 58% del prezzo finale. Questa alta percentuale è dovuta alle accise e all’IVA, che gravano pesantemente sul costo per il consumatore. La restante parte, pari al 42%, è costituita dalla componente industriale, che si divide ulteriormente in costo della materia prima e margine lordo. Il costo della materia prima incide per circa il 30% del prezzo e varia in base alle quotazioni internazionali del petrolio e all’andamento del cambio euro/dollaro. Il margine lordo, che rappresenta il 12% del prezzo, è l’unica parte sulla quale gli operatori possono esercitare un certo grado di controllo, modificando il prezzo alla pompa in base alle proprie strategie commerciali.
Per quanto riguarda il gasolio, la situazione è leggermente diversa. La componente fiscale è pari al 45%, mentre quella industriale raggiunge il 55%. Anche in questo caso, il costo della materia prima è influenzato dalle quotazioni internazionali e dall’effetto del cambio euro/dollaro, rappresentando il 45% del prezzo finale. Il margine, che ammonta al 10%, è l’unico elemento su cui gli operatori possono intervenire per modificare il prezzo alla pompa. Questa struttura di costo evidenzia come le fluttuazioni del mercato internazionale e le politiche fiscali nazionali abbiano un impatto diretto sui prezzi che i consumatori pagano per il gasolio.
fonte: https://www.mimit.gov.it/it/prezzo-medio-carburanti/regioni
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 06:00:00 +0000Oggi, 16 giugno 2025, i prezzi dei carburanti in Sicilia mostrano una situazione variegata. La benzina si attesta a 1.717 euro al litro, mentre il gasolio è disponibile a 1.611 euro. Per chi utilizza GPL, il prezzo è di 0.773 euro, mentre il metano si trova a 1.764 euro. Questi valori sono influenzati da diversi fattori, tra cui le accise e il costo della materia prima.
Ultimo aggiornamento: 16 giugno 2025
TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
---|---|---|
Benzina | SELF | 1.717 |
Gasolio | SELF | 1.611 |
GPL | SERVITO | 0.773 |
Metano | SERVITO | 1.764 |
Il prezzo della benzina è composto da diverse componenti, di cui la più significativa è quella fiscale, che rappresenta circa il 58% del costo totale. Questa percentuale è decisamente superiore rispetto al prezzo industriale, che si attesta attorno al 42%. La componente industriale si divide ulteriormente in costo della materia prima e margine lordo. La materia prima, che incide per circa il 30% del prezzo finale, è influenzata dalle quotazioni internazionali e dall’andamento del cambio euro/dollaro. Il margine lordo, pari al 12% del prezzo, è l’unica parte su cui gli operatori possono intervenire per modificare il prezzo alla pompa. Pertanto, le fluttuazioni del mercato internazionale e le politiche fiscali nazionali giocano un ruolo cruciale nel determinare il costo della benzina per i consumatori.
Per quanto riguarda il gasolio, la situazione è leggermente diversa. La componente fiscale rappresenta il 45% del prezzo, mentre quella industriale arriva al 55%. Anche in questo caso, il costo della materia prima è influenzato dalle quotazioni internazionali e dall’effetto del cambio euro/dollaro, che incide per il 45% sul prezzo finale. Il margine, che vale il 10%, è l’unico elemento su cui gli operatori possono esercitare un certo controllo per modificare il prezzo alla pompa. Questa struttura di costo evidenzia come le politiche fiscali e le dinamiche di mercato internazionale siano determinanti per il prezzo del gasolio, influenzando direttamente le spese degli automobilisti.
fonte: https://www.mimit.gov.it/it/prezzo-medio-carburanti/regioni
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 06:00:00 +0000Oggi, 16 giugno 2025, i prezzi dei carburanti in Puglia mostrano una situazione variegata. La benzina si attesta a 1.718 euro al litro, mentre il gasolio è a 1.597 euro. Per chi utilizza GPL, il prezzo è di 0.678 euro, mentre il metano è disponibile a 1.496 euro. Questi valori riflettono le dinamiche di mercato e le componenti fiscali che influenzano il costo finale per i consumatori.
Ultimo aggiornamento: 16 giugno 2025
TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
---|---|---|
Benzina | SELF | 1.718 |
Gasolio | SELF | 1.597 |
GPL | SERVITO | 0.678 |
Metano | SERVITO | 1.496 |
Il prezzo della benzina è composto da diverse componenti, delle quali la più significativa è quella fiscale, che rappresenta circa il 58% del costo totale. Questa parte include le accise e l’imposta sul valore aggiunto (IVA), che incidono notevolmente sul prezzo finale pagato dai consumatori. La restante parte, pari al 42%, è costituita dalla componente industriale, che si suddivide ulteriormente in costo della materia prima e margine lordo. La materia prima, che incide per circa il 30% del prezzo, è influenzata dalle quotazioni internazionali del petrolio e dal tasso di cambio euro/dollaro. Il margine lordo, che rappresenta il 12% del prezzo, è l’unica parte su cui gli operatori possono agire per modificare il prezzo alla pompa, cercando di ottimizzare i propri guadagni in un mercato altamente competitivo.
Per quanto riguarda il gasolio, la situazione è leggermente diversa. La componente fiscale è pari al 45%, mentre quella industriale raggiunge il 55%. Anche in questo caso, il costo della materia prima è influenzato dalle quotazioni internazionali e dall’effetto del cambio euro/dollaro, che incidono per il 45% sul prezzo finale. Il margine, che rappresenta il 10% del costo, è l’unico elemento su cui gli operatori possono intervenire per modificare il prezzo alla pompa. Questa struttura di costo evidenzia come le fluttuazioni del mercato globale e le politiche fiscali nazionali possano avere un impatto diretto sui prezzi che i consumatori pagano per il gasolio.
fonte: https://www.mimit.gov.it/it/prezzo-medio-carburanti/regioni
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 06:00:00 +0000Oggi, 16 giugno 2025, i prezzi dei carburanti in Emilia Romagna mostrano una situazione variegata. La benzina si attesta a 1.696 euro al litro, mentre il gasolio è a 1.598 euro. Per chi utilizza GPL, il prezzo è di 0.683 euro, mentre il metano è disponibile a 1.395 euro. Questi valori sono influenzati da diversi fattori, tra cui le accise e le quotazioni internazionali.
Ultimo aggiornamento: 16 giugno 2025
TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
---|---|---|
Benzina | SELF | 1.696 |
Gasolio | SELF | 1.598 |
GPL | SERVITO | 0.683 |
Metano | SERVITO | 1.395 |
Il prezzo della benzina è composto principalmente da tre elementi: il costo netto del combustibile, le accise e l’imposta sul valore aggiunto (IVA). In particolare, la componente fiscale rappresenta una parte significativa del prezzo finale, pari al 58%, mentre il costo industriale si attesta al 42%. Quest’ultimo è ulteriormente suddiviso in costo della materia prima e margine lordo. La materia prima, che incide per il 30% del prezzo, è influenzata dalle quotazioni internazionali e dal tasso di cambio euro/dollaro. Il margine lordo, che rappresenta il 12% del prezzo, è l’unico elemento su cui l’operatore può intervenire per modificare il prezzo alla pompa. Questa struttura complessa è fondamentale per comprendere le dinamiche di prezzo che ogni giorno gli automobilisti si trovano ad affrontare.
Per quanto riguarda il gasolio, la composizione del prezzo è leggermente diversa. La componente fiscale è pari al 45%, mentre quella industriale raggiunge il 55%. Anche in questo caso, il costo della materia prima è influenzato dalle quotazioni internazionali e dal cambio euro/dollaro, rappresentando il 45% del prezzo finale. Il margine, che incide per il 10%, è l’elemento su cui gli operatori possono agire per modificare il prezzo alla pompa. Questa differenza nella composizione dei costi tra benzina e gasolio è importante per gli automobilisti, poiché può influenzare le loro scelte di consumo e le spese quotidiane.
fonte: https://www.mimit.gov.it/it/prezzo-medio-carburanti/regioni
Oggi, 16 giugno 2025, i prezzi dei carburanti in Basilicata mostrano una situazione variegata. La benzina si attesta a 1.739 euro al litro, mentre il gasolio è in vendita a 1.633 euro. Per chi utilizza GPL, il prezzo è di 0.700 euro, e per il metano, il costo è di 1.472 euro. Questi valori sono influenzati da diversi fattori, tra cui le accise e il costo della materia prima.
Ultimo aggiornamento: 16 giugno 2025
TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
---|---|---|
Benzina | SELF | 1.739 |
Gasolio | SELF | 1.633 |
GPL | SERVITO | 0.700 |
Metano | SERVITO | 1.472 |
Il prezzo della benzina è composto da diverse componenti, di cui la più significativa è quella fiscale, che rappresenta circa il 58% del costo totale. Questa parte include le accise e l’imposta sul valore aggiunto (IVA), che incidono notevolmente sul prezzo finale pagato dai consumatori. La restante parte, pari al 42%, è costituita dalla componente industriale, che si suddivide ulteriormente in costo della materia prima e margine lordo. La materia prima, che incide per circa il 30% del prezzo, è influenzata dalle quotazioni internazionali del petrolio e dal tasso di cambio euro/dollaro. Il margine lordo, che rappresenta il 12% del prezzo, è l’unica parte su cui gli operatori possono agire per modificare il prezzo alla pompa, cercando di adattarsi alle fluttuazioni del mercato e alle dinamiche della domanda.
Per quanto riguarda il gasolio, la situazione è leggermente diversa. La componente fiscale rappresenta il 45% del prezzo, mentre quella industriale arriva al 55%. Anche in questo caso, la materia prima incide per il 45% del prezzo e risente delle stesse variabili che influenzano la benzina, come le quotazioni internazionali e l’effetto del cambio euro/dollaro. Il margine, che vale il 10% del prezzo, è l’elemento su cui gli operatori possono esercitare un certo controllo, permettendo loro di adattare i prezzi in base alle condizioni di mercato e alle necessità dei consumatori.
fonte: https://www.mimit.gov.it/it/prezzo-medio-carburanti/regioni
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 06:00:00 +0000Il prezzo attuale dei carburanti in autostrada, aggiornato al 16 giugno 2025, mostra un quadro complessivo che include la benzina, il gasolio, il GPL e il metano. I costi sono influenzati da diverse componenti, tra cui le accise e il costo della materia prima, che variano in base a fattori economici e geopolitici. In particolare, la benzina si attesta a 1.806 euro al litro, mentre il gasolio è a 1.715 euro al litro. I prezzi del GPL e del metano sono rispettivamente di 0.843 euro e 1.508 euro al litro.
Ultimo aggiornamento: 15-06-2025
TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
---|---|---|
Gasolio | SELF | 1.715 |
Benzina | SELF | 1.806 |
GPL | SERVITO | 0.843 |
Metano | SERVITO | 1.508 |
Il prezzo della benzina è composto da diverse componenti, di cui la più significativa è quella fiscale, che rappresenta circa il 58% del costo totale. Questa alta percentuale è dovuta alle accise e all’IVA, che gravano pesantemente sul prezzo finale. La restante parte, pari al 42%, è costituita dalla componente industriale, che si divide ulteriormente in costo della materia prima e margine lordo. La materia prima, che incide per circa il 30% del prezzo, è influenzata dalle quotazioni internazionali del petrolio e dall’andamento del cambio euro/dollaro. Il margine lordo, che rappresenta il 12% del prezzo, è l’unica parte su cui gli operatori possono esercitare un certo controllo, modificando il prezzo alla pompa in base alle proprie strategie commerciali.
Per quanto riguarda il gasolio, la situazione è leggermente diversa. La componente fiscale è pari al 45%, mentre quella industriale raggiunge il 55%. Anche in questo caso, la materia prima ha un peso significativo, rappresentando il 45% del prezzo finale, con le stesse influenze delle quotazioni internazionali e del cambio euro/dollaro. Il margine, che vale il 10% del prezzo, consente agli operatori di adattare i costi alla pompa, ma in misura minore rispetto alla benzina. Questa differenza nella composizione dei costi è importante per comprendere le dinamiche di prezzo e le strategie di mercato nel settore dei carburanti.
fonte: https://www.mimit.gov.it/it/prezzo-medio-carburanti/autostrade
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 06:00:00 +0000Il rispetto dei limiti di velocità , soprattutto sulle autostrade, è fondamentale e permette di garantire maggiore sicurezza durante la circolazione. Sono frequenti, però, i casi in cui i limiti vengono superati. Nella maggior parte delle situazioni si tratta di infrazioni di lieve entità e che vengono sanzionate, quando rilevate, con multe di importo variabile in base a quanto prescritto dal Codice della Strada.
Ci sono, però, violazioni molto gravi e pericolose che non possono che portare al ritiro della patente, con tutte le conseguenze del caso. Un esempio in tal senso arriva dalla Francia ed è stato raccontato dal magazine Auto-Moto. Un uomo ha superato i limiti di velocità lungo l’autostrada N7, a La Ferté-Hauterive, nell’Allier. A rendere particolare questa violazione sono due elementi. Il primo è la velocità raggiunta dal veicolo e il secondo è l’età avanzata dell’automobilista sorpreso a superare i limiti. Andiamo a scoprire tutti i dettagli.
Le Forze dell’ordine locali hanno rilevato la violazione dei limiti di velocità lungo la tratta citata in occasione di un controllo. Il superamento dei limiti previsti ha fatto scattare le relative sanzioni, rispettando quanto indicato dal Codice della Strada francese. L’uomo di 75 anni è stato sorpreso a viaggiare a 137 km/h. Si tratta di una velocità particolarmente elevata, non tanto in senso assoluto, considerando che in passato sono spesso stati individuati automobilisti che viaggiavano oltre i 200 km/h. Tuttavia il limite di velocità nel tratto di strada dove è stata rilevata la violazione era di 90 km/h. Di conseguenza, si tratta di una violazione di ben 47 km/h. Le sanzioni per questo comportamento sono inevitabili.
Come previsto dalla normativa locale, l’automobilista 75enne è stato fermato immediatamente e ora deve fare i conti con il ritiro della patente, sanzione prevista per le violazioni più gravi dei limiti di velocità . Si tratta di un provvedimento inevitabile: l’automobile, infatti, viaggiava ad alta velocità in un tratto in cui il limite era sostanzialmente più basso. Per l’automobilista francese, però, i problemi non finiscono qui. Oltre a una sanzione pecuniaria, infatti, l’uomo dovrà ora completare le procedure per riottenere la patente. Considerando anche l’età , tali procedure comprendono una serie di test mirati alla verifica dell’idoneità fisica e psicologica.
Il superamento di questi test è fondamentale, al pari delle visite mediche, per poter riottenere la patente. L’età avanzata dell’automobilista richiede una serie di controlli approfonditi, ad esempio legati ai riflessi e alla capacità decisionale del soggetto. Si tratta di un passaggio fondamentale per poter garantire la reale idoneità dell’uomo alla guida. La violazione commessa, con un superamento dei limiti di velocità di ben 47 km/h, non gioca a suo favore. Riottenere la patente, quindi, non sarà facile.
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 05:30:51 +0000Peugeot è da sempre uno dei marchi più importanti a livello mondiale e ben 40 anni fa diede una sterzata all’intero settore con l’introduzione della 205 GTi. La prima ad essere lanciata fu la versione da 1,6 litri nel 1984 e poi quella da 1,9 litri nel 1986. Una berlina compatta sportiva, che ha letteralmente scritto la storia dell’automotive. Negli anni poi il brand francese ha realizzato delle versioni GTi anche di altri modelli (306, 206, 207, 208 e tanti altri). Queste hanno poi preso parte a varie manifestazioni di motorsport come rally e rally raid, mettendosi in luce.
Nel weekend della 24 Ore di Le Mans, Peugeot, protagonista della rinomata competizione, ha deciso di svelare al mondo la sua nuova E-208 GTi, la prima GTi completamente elettrica. Grazie al lavoro congiunto degli ingegneri Peugeot Sport e dei designer Peugeot, questa nuova vettura offre prestazioni top per la categoria. Il telaio è ribassato di 30 mm e le carreggiate sono allargate di 56 mm all’anteriore e di 27 mm al posteriore.
A dare “muscoli” a questa E-208 GTi ci pensano poi i cerchi da 18 pollici. Anche i passaruota sono stati allargati e messi in risalto da una linea rossa. La parte inferiore, invece, è svasata per liberare gli pneumatici. È stato poi aggiunto uno spoiler nella parte inferiore del paraurti anteriore. Per quanto concerne la colorazione, invece, è stato scelto un rosso brillante esclusivo.
Il rosso però si fa vedere anche negli interni come i tappetini e le cinture di sicurezza, che danno subito un’atmosfera sportiva all’abitacolo. I sedili sono con poggiatesta integrati e rendono omaggio al design di quelli della 205 GTi 1.9, con una linea rossa centrale che si estende su seduta e schienale. Il volante è invece compatto e arricchito da dettagli in pelle rossa traforata abbinata all’Alcantara.
La Peugeot E-208 GTi si contraddistingue per la sua ormai iconica firma luminosa a tre graffi. Il marchio francese promette che questo modello è il più performante di quelli che fanno parte nel segmento B. Alla base della progettazione di questa vettura c’è naturalmente l’esperienza del marchio francese nel WEC con la 9X8 ibrida presente nella categoria Hypercar. In particolare ha aiutato per quanto riguarda la gestione termica e il recupero di energia. Per quanto concerne le gomme, Peugeot si è affidata ad uno storico partner come Michelin, che ha fornito pneumatici ad alte prestazioni Michelin Pilot Sport Cup 2 nella 215/40-18.
L’auto in questione è equipaggiata con il motore elettrico M4+ che riesce a sviluppare 280 CV e una coppia di 345 Nm. Come già accennato, la Peugeot E-208 GTi offre le migliori prestazioni del proprio segmento con una velocità massima di 180 km/h e un’accelerazione che le permette di passare da 0 a 100 km/h in 5,7 secondi. Grazie poi al differenziale autobloccante integrato nel riduttore, il comportamento in curva dell’auto è ottimizzato per una guida fluida e confortevole.
La batteria elettrica CATL ha invece una capacità lorda di 54 kWh e beneficia di una gestione che la protegge nell’uso sportivo. La Peugeot E-208 GTi però è anche la migliore del suo segmento per quanto riguarda il rapporto peso/potenza (5,7 kg/CV). L’impianto frenante invece è dotato di dischi anteriori di diametro 355 mm con pinze fisse a 4 pistoncini.
La grafica del quadro strumenti digitale e lo schermo centrale sono di colore rosso nella configurazione standard, anche l’illuminazione ambientale è di colore rosso (sono disponibili anche altri 7 colori). La Peugeot E-208 GTi è dotata di sistema informativo i-Connect Advanced con navigazione connessa TomTom e riconoscimento vocale “Ok Peugeot” e funzione mirroring wireless. Secondo i dati dichiarati da Casa madre, nel ciclo misto WLTP offre un’autonomia di 350 km. Si ricarica poi completamente in 4 ore e 40 da una WallBox (7,4 kW). Dal 20% all’80% invece si ricarica in meno di 30 minuti. Come tutti i veicoli elettrici del marchio francese, anche questa Peugeot è dotata del programma “Promise”, che prevede una garanzia di 8 anni o 160.000 km sulla batteria e sul veicolo, una Wall Box per la ricarica domestica e un pass di ricarica Free2Move.
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 05:30:48 +0000Con l’arrivo dell’estate e il ripetersi di ondate di calore sempre più intense, gran parte del territorio italiano si ritrova a fronteggiare temperature eccezionalmente elevate. In questo contesto, le automobili parcheggiate sotto il sole possono trasformarsi in ambienti roventi, raggiungendo temperature interne ben oltre i limiti della sopportazione umana. Entrare in un veicolo surriscaldato non è solo spiacevole, ma può rappresentare un rischio concreto per la salute, in particolare per bambini, anziani e animali.
Con questo approfondimento analizzeremo le cause del surriscaldamento dell’abitacolo e presenteremo delle strategie efficaci per limitarne gli effetti, contribuendo a rendere i viaggi estivi più sicuri e confortevoli.
Il nemico numero uno della propria auto in estate è il sole diretto. Parcheggiare all’ombra è la prima e più efficace linea di difesa. Che si tratti dell’ombra di un albero frondoso, di un palazzo imponente o di una tettoia ben posizionata, anche pochi minuti all’ombra possono fare una differenza abissale. La superficie scura della carrozzeria assorbe i raggi solari come una spugna, trasformando l’abitacolo in un vero e proprio forno.
Se l’ombra non è un’opzione, è consigliato prendere seriamente in considerazione l’acquisto di un telo copriauto di colore chiaro o riflettente. Questi sono progettati per deviare i raggi UV, impedendo al calore di penetrare. È un piccolo investimento che permette di tenere sotto controllo la temperatura interna, ma anche di proteggere gli interni dell’auto dallo scolorimento e dal deterioramento causati dal sole.
Non sottovalutare il potere di questi semplici accessori. Il parasole anteriore, quello che si posiziona sul parabrezza dall’interno, è un vero e proprio scudo. Riflette una quantità incredibile di raggi solari che altrimenti entrerebbero direttamente nell’abitacolo, scaldando il cruscotto, il volante e i sedili.
Sul mercato ne esistono di vari tipi, dai classici a fisarmonica a quelli pieghevoli che si adattano perfettamente al proprio vetro. Per i finestrini laterali e posteriori, le tendine parasole sono fondamentali, specialmente se si viaggia con bambini o animali domestici. Non solo riducono l’abbagliamento e il calore diretto, ma creano anche un ambiente più confortevole e sicuro per i passeggeri posteriori. Alcune si applicano con ventose, altre sono magnetiche: scegliere quelle più adatte alle proprie esigenze.
Questo consiglio potrebbe sembrare controintuitivo, ma è molto efficace. Lasciare un piccolo spiraglio aperto (un centimetro o due) su due finestrini opposti crea un effetto camino: l’aria calda e leggera tende a salire e uscire attraverso le fessure, mentre l’aria leggermente più fresca esterna può entrare, creando una minima ma costante ventilazione. Questo impedisce all’aria di stagnare e di trasformarsi in una cappa rovente. Ovviamente, è importante valutare sempre la sicurezza: in zone a rischio furto o in caso di pioggia improvvisa, potrebbe non essere la soluzione ideale. Ma per brevi soste in luoghi sicuri, è un trucco da non sottovalutare.
Se l’auto è rimasta parcheggiata al sole per ore, l’aria interna può raggiungere temperature estreme, superando di gran lunga la temperatura esterna. Prima di salire a bordo e accendere il climatizzatore al massimo, che impiegherebbe molto tempo a raffreddare tutta quell’aria rovente, provare questa tecnica: aprire tutte le portiere per almeno un minuto. Questo permette all’ondata di calore più intensa di sfogare rapidamente. Se l’aria condizionata è già in funzione, accenderla al massimo con i finestrini aperti per un altro paio di minuti. Questo aiuterà a “spurgare” l’aria più calda e a far partire il raffreddamento in modo più efficiente.
L’aria condizionata è l’alleato più potente contro il caldo in auto, ma per funzionare al meglio ha bisogno di un po’ di attenzione. Assicurarsi, quindi, che l’impianto sia caricato correttamente: un livello basso di refrigerante ne compromette l’efficienza. Controllare periodicamente da un professionista l’assenza di perdite. Un altro elemento cruciale è il filtro antipolline (o filtro abitacolo): se è sporco o intasato, riduce drasticamente il flusso d’aria e la capacità di raffreddamento dell’impianto. Per questo motivo, è consigliato sostituirlo regolarmente (solitamente ogni 15.000-30.000 km o una volta l’anno). Ciò migliora non solo la qualità dell’aria che si respira, ma anche l’efficienza e la potenza del climatizzatore.
In vista dell’arrivo del caldo torrido per i prossimi mesi, è bene ricordare una cosa molto più importante dei consigli sopracitati. La temperatura all’interno di un’auto parcheggiata al sole può salire a livelli pericolosi e persino mortali in pochi minuti. Non importa se “vado solo un attimo” o se “lascio il finestrino leggermente aperto”. L’effetto serra trasforma l’abitacolo in una trappola mortale. I bambini e gli animali domestici sono particolarmente vulnerabili al colpo di calore perché il loro sistema di termoregolazione è meno efficiente rispetto a quello degli adulti. Le conseguenze possono essere gravissime e irreversibili.
Data articolo: Mon, 16 Jun 2025 03:51:59 +0000Una corsa che, per forza di cose, prevede una rimonta. Parliamo della Ferrari, ovviamente, in quanto gli alfieri della Rossa devono dare il massimo per tagliare il traguardo nelle posizioni che contano. Leclerc ha promesso scintille, perché si sente molto comodo con la sua vettura e vuole trasformare la rabbia in successo. Anche Hamilton sa che può fare bene. Tutto questo è necessario per cancellare una qualifica deficitaria. Alla fine dei conti, però, parliamo di un quinto e sesto posto, anche grazie al regalo di Norris…
Tutto è pronto. I piloti sono sulla griglia di partenza in attesa del giro di ricognizione. La temperatura è circa 15 gradi in più rispetto al venerdì. Un fattore che cambierà la gestione delle mescole e, di riflesso, la strategia che si userà . Ferrari ha scelto di diversificare la strategia: Charles con le Hard, Lewis con le Medium. Il monegasco cercherà di allungare quanto più possibile il primo stint, considerando che parte più indietro.
La partenza è pulita e le Rosse mantengono le posizioni. Dal giro 2 viene subito chiesto a Charles di effettuare del lift and coast in curva 5 per gestire la temperatura dei freni. Inoltre, si nota come al tornantino 10, in accelerazione, il monegasco usi la tecnica dello short shift per avere una trazione più dolce. Osservando i due onboard, si nota come la vettura numero 44 sia un po’ più scorbutica nelle chicane.
Anche Lewis deve tenere sotto controllo i freni, con Adami che gli dà una serie di indicazioni, pure relative al differenziale a centro curva. Al passaggio numero 7 Leclerc chiede lo stato delle gomme. Bozzi lo rassicura, in quanto l’amministrazione della mescola è corretta. In questa prima fase di gara la numero 16 ha preso un po’ di gap su Norris, che sta girando un paio di decimi più rapido.
I tempi del britannico sono molto simili a chi gli sta davanti. Senza dubbio siamo in una fase di stallo, dove un po’ tutti i piloti stanno cercando di capire come si comportano gli pneumatici. Tuttavia Charles si apre in radio ed esprime il suo giudizio sulle Hard: “Queste gomme non sono ottime”. Per Lewis, invece, le coperture stanno funzionando. Adami conferma e gli ricorda che per il momento sono sul Plan A.
Pure Bozzi è piuttosto acceso in radio, suggerendo tanti parametri relativi al differenziale. Le Pirelli C4 non si accendono come dovrebbero dopo dodici tornate, e il monegasco pare un po’ spazientito da questo fatto. Norris ha passato Alonso da due passaggi e ora tocca a Charles, che lo svernicia sul tratto rettilineo prima dell’ultima chicane che porta al traguardo. Pare che le Hard stiano iniziando a funzionare.
Un passaggio più tardi arriva la sosta per Hamilton. Il britannico entra ai box, dove i meccanici gli montano un set di Pirelli cerchiate di bianco. Una volta in pista si trova in decima posizione, alle spalle della Haas di Ocon. Nel mentre Charles è secondo, in quanto non ha ancora effettuato la sostituzione delle coperture. Il suo ritmo è molto buono, con la numero 16 che paga come velocità solo nei confronti di George Russell.
Bozzi si complimenta, sostenendo che il suo passo è davvero molto buono. E in effetti è proprio così. Nel mentre il muretto approfitta per chiedere un tyre phase update, per accedere a tutti i dati utili sulle gomme e gestirle al meglio. Anche Lewis sta lavorando bene con i compound, rimontando poco a poco le posizioni perse dopo il pit, ora in settima posizione dietro alla McLaren di Oscar Piastri.
Al giro 25, sul canale radio del numero 16, si parla del Plan C. Mentre George Russell sta arrivando negli scarichi di Charles, l’inglese della Ferrari parla del carico definendolo buono ma non ottimale come vorrebbe. Servono un paio di tornate per l’inglese e fa secco Leclerc, che oramai sta iniziando a lottare con gli pneumatici. Il suo ritmo non è male, tutt’altro, pensando alle 27 tornate sulle spalle.
La conferma arriva dal fatto che il muretto gli chiede di restare in pista ancora un giro, mentre Verstappen poco a poco si sta avvicinando alla sua scia. Un paio di minuti e arriva la seconda sosta: ancora gomme Hard per il monegasco, che a questo punto è sulla strategia a tre soste, dovendo ancora smarcare la differenza di mescola. Quando torna in pista è sesto, alle spalle di Norris che nel frattempo ha montato le gomme Medium.
La corsa di Lewis non decolla. In questo momento, dopo una sosta a testa, l’inglese si trova dietro le spalle del compagno con un gap di 5 secondi. A Leclerc viene chiesto un target lap time di 15.3. Charles non fa ripetere due volte il suggerimento e inizia a stampare tempi sul valore richiesto senza alcun problema. Siamo a metà della corsa, e tutto è ancora in gioco per le Rosse.
C’è un team radio interessante sul canale della numero 44. Adami si complimenta con il passo dell’inglese, sostenendo che è molto buono soprattutto considerando “il danno”. Resta da capire che tipo di problema stia soffrendo l’ex Mercedes. Probabilmente si rifà alla perdita di carica di cui parlava in precedenza. Parliamo quindi del fondo, che potrebbe aver subito appunto un danno per un incontro troppo ravvicinato con il cordolo.
E in effetti i tempi sul giro non sono all’altezza del compagno, dove il distacco sale in maniera lenta e progressiva. Peccato per l’inglese, perché la sua gara poteva offrire di più. Dopo aver tagliato la linea del traguardo per 40 volte, le due Rosse sono nuovamente in una fase di gestione. Lewis fa quello che può, continuando a mancare tempi buoni. Curva 2 e 10 sono i punti dove perde di più.
Charles, invece, sta cercando di restare in scia alle due McLaren. Lo fa utilizzando tutto il suo talento per andare forte e al tempo stesso non stressare troppo le coperture. In questo momento è terzo, in quanto Russell e Verstappen hanno già effettuato la seconda sosta. Bozzi chiede un “driver default”. Si tratta di una stringa alfanumerica per correggere con il volante degli errori di software. Situazione che non sembra aver compromesso il passo.
Al passaggio 45 Adami invita nuovamente Lewis ai box. Il britannico non sembra molto convinto, ma accetta comunque, chiedendo due punti di carico in più sull’avantreno. Nel suo caso arrivano ancora le gomme Hard per quest’ultima sostituzione degli pneumatici, che gli consentiranno di arrivare sino al termine della corsa senza problemi. Tornato in pista in settima posizione, chiede se i meccanici hanno visto l’entità del danno.
Là davanti tutti hanno effettuato la sosta. Per questa ragione Leclerc si trova in prima posizione, cercando di tirare un po’ di più lo stint con l’aria libera davanti a sé. In questi giri inizia un conciliabolo tra Charles e Bozzi per capire come trarre il massimo profitto da questa situazione. Mancano 19 passaggi al termine del GP e Russell è nuovamente negli scarichi della numero 16.
Al giro 54 ecco l’ultimo stop per Leclerc. I meccanici montano un set di Pirelli a banda gialla nuove di pacca, rientrando in pista nella posizione numero sei. Bozzi chiede subito di non spingere troppo sulle gomme in curva 5, per almeno una manciata di giri. Hamilton, nel frattempo, naviga sempre in settima piazza con riferimenti cronometrici buoni, che però non gli consentono altro che portare a casa il settimo posto.
Sebbene stia seguendo le indicazioni del muretto, Leclerc sta dando ancora il massimo. Bozzi fissa ancora il passo: 14.3s. Considerando il ritmo del monegasco, quello di chi sta davanti e il gap di 12 secondi su Norris, sembra davvero difficile pensare che pure per lui le cose possano cambiare. I primi cinque piloti sono divisi tra loro da soli sei secondi, ma Charles, purtroppo, non può essere della partita.
Quando mancano tre giri arriva la Safety Car. La pazzia di Norris, che voleva passare dove non c’era spazio, tamponando il compagno di squadra. Le ultime si chiudono così, con regime di doppia bandiera gialla. Una magra consolazione e qualche punticino in più in saccoccia che non fa mai male. In conclusione possiamo dire che Ferrari non ha sbagliato nulla.
Ha condotto una gara ordinata e attenta, cercando di usare la strategia nella maniera più proficua. Peccato per Lewis, che senza il problema al fondo poteva fare qualcosa di più. Meglio Charles, che ha recuperato due posizioni. Due risultati che ovviamente non soddisfano, ma di più con questa Rossa senza aggiornamenti proprio non si poteva fare.