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La situazione del traffico sulle autostrade italiane del 2 dicembre 2025 presenta diverse criticità , tra cui code dovute a lavori e incidenti, oltre a rallentamenti per traffico intenso e condizioni meteorologiche avverse come la pioggia. Degno di nota è l’incidente con automezzi pesanti che ha causato una coda di 6 km tra Carpi e il bivio A22/A1 Milano-Napoli, e le numerose code tra zone di lavoro sulla A14 Bologna-Taranto, dove si segnalano code di circa 1 km in diversi tratti. Di seguito il dettaglio delle principali situazioni per ogni tratta.
17:59 – Capodichino (in uscita) della Autostrada Milano-Napoli
Coda per traffico intenso sulla viabilità ordinaria
Direzione Tangenziale
La tratta interessata va dal chilometro 2.9 al chilometro 0.0.
17:50 – Bivio A1/Diramazione Roma sud e Ceprano
Traffico rallentato per pioggia
Direzione in entrambe le direzioni
La tratta interessata va dal chilometro 633.3 al chilometro 576.3 per una lunghezza di 57.0 km.
17:49 – Bivio Diramazione Roma sud/A1 MI-NA e Bivio Diramazione Roma sud/G.R.A.
Pioggia in transito
Direzione in entrambe le direzioni
La tratta interessata ha una lunghezza di 20.0 km.
16:41 – Torrenova e Bivio Diramazione Roma sud/G.R.A.
Coda di 1 km per traffico intenso sulla viabilità ordinaria
Direzione G.R.A.
La coda va dal chilometro 20.0 al chilometro 19.0.
16:39 – Badia e Bivio A1-Variante
Traffico rallentato per veicolo in avaria
Direzione Bologna
La tratta interessata va dal chilometro 10.7 al chilometro 15.0.
14:43 – Area di servizio Arno Est
Mancanza di GPL fino al 5 dicembre per lavori
Direzione Milano-Napoli
09:51 – Napoli Nord e Bivio A1/A3 Napoli-Salerno
Pioggia in transito
Direzione in entrambe le direzioni
La tratta interessata va dal chilometro 759.8 al chilometro 739.7 per una lunghezza di 20.1 km.
09:50 – Frosinone e Napoli Nord
Pioggia in transito
Direzione in entrambe le direzioni
La tratta interessata va dal chilometro 739.7 al chilometro 633.3 per una lunghezza di 106.4 km.
17:32 – Dalmine (uscita)
Coda per traffico intenso sulla viabilità ordinaria
Direzione Trieste
La tratta interessata ha inizio al km 167.8.
17:29 – Capriate (uscita)
Coda per traffico intenso
Direzione in entrambe le direzioni
Inizio al km 160.7.
16:57 – Bergamo (uscita)
Coda per traffico intenso sulla viabilità ordinaria
Direzione Trieste
Inizio al km 172.5.
16:52 – Bivio A4/Raccordo Tangenziale est Milano e Sesto San Giovanni
Code a tratti per traffico intenso
Direzione Torino
Tratto interessato dal km 136.5 al km 141.0.
14:35 – Nodo di Pero e Sesto San Giovanni
Code a tratti per traffico intenso
Direzione Trieste
La tratta va dal km 136.5 al km 125.0.
14:18 – Sesto San Giovanni (uscita)
Coda per traffico intenso sulla viabilità ordinaria
Direzione in entrambe le direzioni
Inizio al km 136.5.
08:12 – Tra Raccordo A5/SS26 dir e Courmayeur sud
Tratto chiuso per lavori fino al 5 dicembre 2025
Direzione Torino
Lunghezza tratto chiuso 5.4 km.
08:03 – Tra Courmayeur sud e Raccordo A5/SS26 dir
Tratto chiuso per lavori fino al 5 dicembre 2025
Direzione Monte Bianco
Lunghezza tratto chiuso 5.4 km.
17:59 – Genova Bolzaneto e Busalla
Coda dovuta a lavori
Direzione Milano
La coda si estende dal km 117.2 al km 120.0 per 2.8 km.
17:32 – Busto Arsizio (uscita)
Coda per traffico intenso sulla viabilità ordinaria
Direzione Milano
Inizio al km 24.5.
17:31 – Lainate e Castellanza
Code a tratti per traffico intenso
Direzione Varese
La tratta va dal km 18.0 al km 8.2 per 9.8 km.
17:22 – Nodo A8/A4 Torino-Trieste e Fiera Milano
Coda per traffico intenso
Direzione Varese
Lunghezza della coda 2.2 km.
17:47 – Como Centro (uscita) provenendo dalla Svizzera
Coda per traffico intenso
Direzione Lainate
17:36 – Albisola e Celle Ligure
Coda per lavori
Direzione Genova
La coda si estende dal km 33.88 al km 36.4 per 2.52 km.
03:09 – Bivio A10/A7 Milano-Genova e Bivio A10/Fine Complanare Savona
Vento forte
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto di 44.8 km.
17:55 – Pistoia e Montecatini Terme
Coda per traffico intenso
Direzione Pisa
Lunghezza coda 2.0 km dal km 32.0 al km 30.0.
17:54 – Lucca est e Altopascio
Traffico rallentato per materiali dispersi
Direzione Firenze
Tratto dal km 49.3 al km 60.0 per 10.7 km.
17:03 – Prato Ovest (uscita) provenendo da Firenze
Coda per traffico intenso sulla viabilità ordinaria
Direzione Pisa
17:03 – Firenze Ovest e Prato Ovest
Coda per traffico intenso
Direzione Pisa
Tratto dal km 14.0 al km 5.0 per 9.0 km.
17:37 – Lavagna (uscita)
Coda per traffico intenso sulla viabilità ordinaria
Direzione in entrambe le direzioni
16:41 – Bivio A12/A91 Roma-Fiumicino e Civitavecchia Porto
Pioggia tra Roma e Civitavecchia
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto 65.3 km.
17:49 – Bologna Interporto e Bivio A13/A14 Bologna-Taranto
Coda per traffico intenso
Direzione Bologna
Lunghezza coda 1.0 km.
18:03 – Pedaso e San Benedetto del Tronto
Coda di 1 km per lavori
Direzione Taranto
La coda interessa tratta dal km 303.0 al km 298.0 e ha lunghezza di 5.0 km.
17:49 – Bivio A14/Racc. A1 BO Casalecchio e Bivio A14/A13 Bologna-Padova
Traffico rallentato per traffico intenso
Direzione Taranto
Tratto dal km 14.4 al km 9.0 per 5.4 km.
17:47 – Bologna San Lazzaro e Bivio A14/Racc. A1 BO Casalecchio
Code a tratti per traffico intenso
Direzione autostrada Milano-Napoli
Tratto dal km 9.0 al km 22.2 per 13.2 km.
17:40 – Val di Sangro e Lanciano
Traffico rallentato per lavori
Direzione Pescara
Lunghezza tratta 1.9 km.
17:37 – Ortona e Pescara sud
Traffico rallentato per lavori
Direzione Pescara
Lunghezza tratta 1.8 km.
17:16 – Giulianova e Roseto Degli Abruzzi
Coda di 1 km per lavori
Direzione Taranto
La coda si estende dal km 343.4 al km 340.0 per 3.4 km.
16:27 – Pineto e Roseto Degli Abruzzi
Traffico rallentato per lavori
Direzione Ancona
Lunghezza tratta 1.7 km.
16:27 – Pescara Nord e Pineto
Coda di 1 km per lavori
Direzione Ancona
La coda si estende dal km 355.0 al km 361.0 per 6.0 km.
16:10 – Roseto Degli Abruzzi e Pescara Nord
Coda di 1 km per lavori
Direzione Taranto
Lunghezza tratta 6.0 km.
17:18 – Giulianova e Pescara Nord
Pioggia in transito
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto dal km 363.8 al km 334.4 per 29.4 km.
16:33 – Bivio Diramazione Ravenna/A14 BO-TA e SS 309 Dir.
Pioggia in transito
Direzione in entrambe le direzioni
Lunghezza tratta 29.8 km.
15:29 – Pescara sud e Pescara Ovest
Coda di 1 km per lavori
Direzione Ancona
La coda si estende dal km 387.3 al km 389.0 per 1.7 km.
17:36 – Lacedonia e Cerignola Ovest
Pioggia in transito
Direzione in entrambe le direzioni
Lunghezza tratta 32.3 km.
16:27 – Bivio A16/A1 Milano-Napoli e Grottaminarda
Pioggia in transito
Direzione in entrambe le direzioni
Lunghezza tratta 81.7 km.
17:07 – Carpi e Bivio A22/A1 Milano-Napoli
Coda di 6 km per incidente con automezzi pesanti
Direzione Modena
17:13 – Grande Raccordo Anulare e Bivio A24/Tangenziale est RM
Pioggia in transito
Direzione in entrambe le direzioni
Lunghezza tratta 7.3 km.
16:11 – Bivio A24/Tangenziale est RM e Portonaccio
Coda per traffico intenso
Direzione G.R.A.
Lunghezza coda 0.8 km.
15:26 – Portonaccio e Inizio Complanare
Code a tratti per traffico intenso
Direzione G.R.A.
Tratto dal km 2.2 al km 6.5 per 4.3 km.
14:22 – Inizio Complanare e Bivio Complanare / G.R.A.
Code a tratti per traffico intenso
Direzione G.R.A.
Lunghezza tratta 2.2 km.
10:18 – Roma est e Bivio A24/A25 Torano-Pescara
Pioggia intensa
Direzione in entrambe le direzioni
Lunghezza tratta 63.4 km.
15:56 – Area di servizio Monferrato est
Servizi igienici non disponibili per interruzione erogazione idrica
Direzione Gravellona Toce
02:28 – Nola e Bivio A30/Raccordo Salerno-Avellino
Pioggia intensa
Direzione in entrambe le direzioni
Lunghezza tratta 36.4 km.
17:30 – Allacciamento A52/A8 e CC MI Serravalle / A52
Code a tratti per traffico intenso
Direzione Tangenziale Est Di Milano
Lunghezza tratta 2.88 km.
18:03 – Arenella (uscita)
Coda per traffico intenso sulla viabilità ordinaria
Direzione in entrambe le direzioni
16:33 – Secondigliano-Aeroporto e Corso Malta
Coda per traffico intenso
Direzione Pozzuoli
Lunghezza tratta 1.2 km.
16:33 – Corso Malta e Capodimonte
Traffico rallentato per traffico intenso
Direzione Pozzuoli
Lunghezza tratta 2.7 km.
09:24 – SS Domitiana e Secondigliano-Aeroporto
Pioggia in transito
Direzione in entrambe le direzioni
Lunghezza tratta 19.9 km.
Fonte: Autostrade per l’Italia
Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 17:08:00 +0000
Per capire davvero cosa sta accadendo nell’industria dell’auto serve un esercizio di onestà intellettuale: partire dai numeri e guardare in faccia la realtà . E quest’ultima, oggi, racconta una storia che nessuno in Occidente ha avuto voglia di ascoltare. Per anni abbiamo immaginato l’offensiva cinese come un’orda di silenziosi modelli elettrici pronti a travolgere il mercato europeo, tanto che Bruxelles ha imbracciato la clava dei dazi come arma di autodifesa. Ma la verità – quella solida, fatta di dati, spedizioni e volumi – è il bersaglio mancato, perché l’avanzata cinese non viaggia solo a batteria, anzi, soprattutto a benzina.
Abbiamo creduto che la partita si giocasse tutta sulla transizione elettrica. Lo abbiamo fatto perché la Cina, nel suo mercato interno, ha scelto di spingere le EV come mai nessuno prima: incentivi colossali, politiche industriali aggressive, strategie commerciali che hanno ribaltato gli equilibri. Il risultato è stato un mezzo terremoto: nel giro di pochi anni le elettriche hanno conquistato quasi metà delle vendite nazionali, lasciando sul pavimento marchi stranieri storici e costruttori locali incapaci di reggere il confronto con colossi come BYD.
Eppure, mentre in Occidente eravamo impegnati a discutere di colonnine, cicli di ricarica e materie prime, qualcosa si muoveva sottotraccia. Le stesse case cinesi che faticavano a piazzare le loro vetture termiche in patria – rese improvvisamente obsolete da un mercato che rumoreggiava solo elettroni – hanno iniziato a esportare quelle auto in massa. Non le elettriche, dunque: le auto a benzina.
Dal 2020, il 76% delle esportazioni automobilistiche cinesi è composto da auto a combustione. Non piccole nicchie, non residui marginali: tre veicoli su quattro spediti fuori dai confini sono termici. Le spedizioni annue sono passate da 1 a oltre 6,5 milioni di unità , un incremento che nessuna potenza industriale aveva mai mostrato in tempi così brevi. Mentre noi guardavamo ossessivamente ai listini delle elettriche del Dragone, Pechino svuotava gli stock di vetture tradizionali riversandoli negli altri mercati.
Non per scelta “strategicaâ€, ma perché la politica nazionale ha creato un gigantesco effetto collaterale: milioni di auto termiche diventate invendibili in patria. Quando produci numeri da economia di guerra – 30 milioni di auto a combustione l’anno, 20 milioni elettriche – la domanda interna non basta più. Devi esportare. Devi colonizzare nuovi mercati. E la Cina lo sta facendo con una brutalità industriale che ricorda gli anni ’70 del boom giapponese, ma su scala doppia.
Intanto, mentre l’Europa si arrocca dietro il castello dei dazi e continua a inseguire un’idea astratta di “mercato automobilistico idealeâ€, la vera partita si sta giocando altrove. Non sulle nostre autostrade, ma nei confini più fluidi del mondo: America Latina, Africa, Sud-Est Asiatico ed Europa orientale. È lì che Chery, Geely, Great Wall e decine di marchi meno noti stanno costruendo il loro impero.
Non con l’elettrico, ma con modelli a benzina robusti, economici, semplici da mantenere. Il prodotto perfetto per Paesi che chiedono mobilità , non rivoluzioni verdi. È l’espansione più silenziosa e allo stesso tempo più aggressiva del nostro tempo. Secondo AlixPartners, entro il 2030 la Cina controllerà il 30% del mercato globale. Non grazie alla spinta ideale dell’elettrico, ma per la forza brutale del termico, quell’antico nemico che in Occidente abbiamo dato per sconfitto senza accorgerci che stava cambiando fronte.
E allora eccola, la realtà che non volevamo vedere: la Cina non ci sta invadendo con ciò che credevamo, ma con ciò che abbiamo sottovalutato. Abbiamo combattuto la battaglia dell’elettrico mentre loro aprivano un secondo fronte, molto più ampio, redditizio e difficile da controllare. Non era una guerra di futuro: era una guerra del presente. Un’attualità che ha ancora il sapore della benzina.
Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 15:59:08 +0000Quando si parla di prestazioni estreme e lusso senza limiti, il nome Lamborghini Urus SE rappresenta già un vertice inarrivabile. Ma per il tuner tedesco NOVITEC, ogni vertice è semplicemente un punto di partenza per una scalata ulteriore verso l’esagerazione. E così, sulla base del già potentissimo SUV ibrido plug-in di Sant’Agata Bolognese, è stata forgiata la NOVITEC ESTESO WIDEBODY SE, un’opera di ingegneria estetica e meccanica che ridefinisce il concetto di SUV ad altissime prestazioni.
La Urus SE, nel suo formato originale, è già un veicolo da record. Grazie a un’architettura ibrida plug-in, la sua potenza di sistema raggiunge i 588 kW / 800 cavalli, con una coppia massima di sistema di 950 Nm, dati che la collocano tra i SUV più veloci e potenti del pianeta, capace di toccare i 314 km/h. NOVITEC non si è limitata a lavorare sulla forza, ma ha voluto rendere l’aspetto della vettura a trazione integrale ancora più affascinante.
I designer NOVITEC hanno arricchito la Urus SE con elementi sportivi in carbonio a vista. La larghezza del SUV ibrido è aumentata in modo notevole grazie ai passaruota del kit ESTESO: dieci centimetri in più all’anteriore e ben dodici al posteriore. Questi parafanghi allargati, realizzati in PU-RIM con qualità OEM, si collegano armonicamente ai paraurti e alle minigonne laterali, per realizzare un corpo vettura più basso e slanciato.
Il muso della Urus SE beneficia dello splitter NOVITEC opzionale che assicura un look più cattivo e, in combinazione con le piastre in carbonio a vista sul frontale, riduce la portanza sull’asse anteriore alle alte velocità . La vista frontale può essere ulteriormente esaltata con il cofano NOVITEC, disponibile in due varianti: con un inserto in carbonio a vista sulla parte superiore, oppure realizzato interamente in questo materiale composito.
L’ampliamento della carrozzeria ha creato lo spazio necessario per accogliere una combinazione mozzafiato di ruote e pneumatici. In collaborazione con gli esperti di Vossen, NOVITEC ha sviluppato leghe NL su misura da ben 23’’. Sono disponibili in tre diversi disegni, con misure 10.5Jx23 per l’anteriore e 12Jx23 per il posteriore, montando pneumatici ad alte prestazioni di dimensioni 285/35 R 23 e 325/30 R 23.
La tecnologia di forgiatura e lavorazione CNC all’avanguardia è impiegata per la produzione di questi cerchi, che possono essere forniti in una moltitudine di colori. Per completare l’assetto visivo, il modulo sospensivo NOVITEC CAN-Tronic permette di abbassare l’altezza di marcia della Urus SE di 25 millimetri.
L’opulenza non si ferma all’esterno. Per consentire al motore V8 biturbo, nascosto sotto il cofano in carbonio a vista NOVITEC, di espellere i gas di scarico in modo più libero e di emettere una nota ancora più imponente, NOVITEC offre sistemi di scarico ad alte prestazioni meticolosamente calibrati.
La variante di punta è un vero gioiello: realizzata con il metallo leggerissimo INCONEL e caratterizzata da una placcatura in oro fino 999. Questo rivestimento si estende fino ai quattro terminali di scarico inclinati, esaltati dal diffusore posteriore in carbonio a vista, sempre a firma NOVITEC. Il sistema di scarico, disponibile anche in acciaio inossidabile, è dotato di valvole a farfalla attivamente controllate che permettono di modulare il suono del V-8 tra una tonalità discreta e una estremamente sportiva.
L’estetica posteriore è ulteriormente caratterizzata dalla combinazione aerodinamicamente efficiente e visivamente attraente dello spoiler sul tetto RACE e dello spoiler a labbro posteriore, entrambi prodotti in carbonio a vista. Per coloro che desiderano un abitacolo personalizzato in ogni dettaglio, NOVITEC offre una gamma pressoché infinita di pelli pregiate e Alcantara in innumerevoli colori. La Lamborghini Urus SE ESTESO WIDEBODY si posiziona così come l’apice della gamma di SUV premium elaborati da NOVITEC. Per gli amanti del genere, un vero “must haveâ€.
Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 15:18:13 +0000Sin dalle prime prove libere del Gran Premio del Qatar tutto è andato a rotoli. Un qualcosa che abbiamo riportato nelle nostre consuete analisi sulla Ferrari. Oggi è tempo di fare un breve recap, che riguarda tutto il fine settimana di gara relativo alla Rossa. Un qualcosa che ci permetterà di arrivare a una precisa conclusione che, inutile dirlo, preoccupa e non poco in vista del prossimo futuro targato 2026.
La prima e unica sessione di libere ci fa capire quanto il team di Maranello sia arrivato senza la giusta preparazione. Un fatto che ci spiega da una parte i problemi di una vettura fallimentare, dall’altra l’incapacità di mettere in pista la miglior versione dell’auto. Scenario che si è ripetuto sempre quando il fine settimana di gara comprendeva il formato sprint, con i soli 60 minuti a disposizione per costruire il setup.
Queste parole sottolineano come il monegasco non fosse in grado di sviluppare il suo solito lavoro, fornendo le indicazioni verso la strada di messa a punto corretta. Si è pertanto andati a sensazione, perdendo completamente il punto di lavoro corretto dell’auto che, a conti fatti, non ha funzionato come doveva. Per questo non è stato possibile individuare i punti deboli e poi cercare di correggerli.
Come sappiamo, Hamilton è caduto ancora una volta in Q1. Un’eliminazione che pesa maggiormente rispetto al Gran Premio degli Stati Uniti, dove la pioggia aveva complicato tremendamente le cose. Venerdì sera a Lusail, invece, la pista era in perfette condizioni. La colpa di una vettura lenta e inguidabile va pertanto solamente attribuita alla monoposto. Lewis aveva già le idee chiare sulla SF-25, sapendo che non sarebbe cambiato nulla.
Leclerc riesce a fare il miracolo portando la Rossa in Q3, dove però la pochezza prestazionale della vettura emerge chiaramente, confinando il ferrarista a una prestazione molto scialba. Al termine della sessione, ecco l’ulteriore sfogo per il traffico di Sainz, che a suo modo di vedere lo ha rallentato. Va detto che la track position non era buona per colpa del team, che ha sbagliato il timing. E va bene così…
La Sprint Race del Qatar ha messo in luce diversi aspetti poi ribaditi nella gara domenicale: Ferrari ha dimostrato che non ha capito nulla nemmeno con più benzina a bordo. Dopo la mini-gara da 100 chilometri, corsa a margine di una qualifica di per sé già pessima, la reazione dei ferraristi è disarmante. Interventi via radio dei protagonisti, carichi di domande e delusione, per due vetture che non stavano in strada.
Nella seconda sessione classificatoria del Gran Premio del Qatar non è cambiato nulla. Malgrado la possibilità di mettere mano alla vettura, cosa che in effetti gli ingegneri della Rossa hanno fatto, le due SF-25 hanno mantenuto il medesimo comportamento limitante. Va detto che il bilanciamento era migliore, ma carenza e lentezza della vettura erano sempre lì, producendo un contesto relativo alle prestazioni identico.
Ancora una volta, il sette volte campione del mondo viene eliminato in Q1. Questa volta preferisce non proferire parola, limitandosi a scuotere il capo in segno di disapprovazione. Per Charles la qualifica procede e arriva in Q3, dove, e non poteva essere altrimenti, si palesa lo scenario atteso: la numero 16 non ha nessun appiglio al quale aggrapparsi per fare meglio degli altri. Ha solo gomme usate e va pure in testacoda. Alla fine è decimo.
Sulla distanza dei 300 chilometri, l’unico obiettivo del team è quello di portare al traguardo le vetture. Hamilton, dodicesimo, recupera tre posizioni in partenza più altre due per ritiri e problemi tecnici. Leclerc arriva ottavo per la stessa ragione. Questa volta è Charles che preferisce il silenzio, mentre Lewis spiaccica due parole in croce.
In questo ultimo fine settimana di gara emerge un fatto allarmante: Ferrari non ha saputo minimamente correggere i comportamenti dell’auto. Nessuna modifica è valsa la pena. Ma quello che preoccupa ancora di più sono le parole di Leclerc una volta sceso dalla vettura. Il monegasco racconta che soffrire in questo modo non può essere giustificato dal maggiore interesse speso verso l’auto 2026.
Inoltre racconta che, prima di scendere in pista con la SF-25 per la prima volta, era convinto che la monoposto fosse molto buona e che potesse giocarsela per il mondiale. Questo ci fa capire quanto poco la Ferrari sia in grado di capire e prevedere cosa succeda poi in pista, oltre alla manifesta incapacità di correggere i problemi. Un quadro del genere preoccupa e non poco pensando al futuro.
Tra poco più di due mesi arrivano i primi test in Spagna sulle nuove vetture che, come sappiamo, nascono da un regolamento tecnico profondamente modificato in tutte le sue parti: gomme, telaio, motori e aerodinamica. Da questo punto nascono inquietudini e perplessità verso il domani, considerando che il gruppo di lavoro che in una stagione intera non sa ancora capire la SF-25 è lo stesso che ha prodotto la nuova vettura.
Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 13:48:27 +0000L’attesa sta per finire e domenica pomeriggio scopriremo il nome del vincitore del campionato 2025 di Formula 1. Il favorito è Lando Norris, autore di una stagione ricca di alti e bassi. Con una rimonta da applausi su Oscar Piastri, l’inglese ha maturato un vantaggio di 12 punti nei confronti di un furioso Max Verstappen. Quest’ultimo ha vinto a sorpresa anche in Qatar e può vantare una esperienza che i due giovani piloti della McLaren possono solo sognarsi. Max proverà a vincere e sperare che Lando Norris non finisca sul podio.
Il nativo di Bristol potrebbe sfatare un tabù per McLaren che va avanti dal 2008, quando Lewis Hamilton beffò Felipe Massa e si aggiudicò il suo primo riconoscimento iridato. È passata una vita da allora e l’anglocaraibico è diventato un oggetto misterioso con il passaggio in Ferrari. Nelle ultime uscite il 7 volte campione del mondo è apparso in atroci difficoltà al volante della SF-25. La sua prima stagione a Maranello è stata condita da 0 podi nei GP e un ruolino di marcia molto negativo. Spetterà a Leclerc difendere i colori del Cavallino, in striscia positiva ad Abu Dhabi. Nelle ultime tre edizioni il monegasco ha sempre concluso sul podio. Si andrà a chiudere una annata avara di soddisfazioni per puntare tutto sulla monoposto del prossimo anno. Kimi Antonelli vorrà provare ad attaccare Lewis Hamilton per il sesto posto in classifica piloti, occupato ancora del ferrarista con sole due lunghezze di vantaggio.
Con i suoi 5,281 km, il Yas Marina Circuit è uno dei tracciati più all’avanguardia dell’intero calendario. Realizzato dall’architetto Hermann Tilke, è percorso in senso antiorario e combina lunghi rettilinei, frenate estreme e curve da media velocità . Le due chicane principali e il lunghissimo rettifilo da oltre un chilometro offrono picchi vicini ai 330 km/h. Le due zone DRS, sul rettilineo che porta alla chicane di curva 5 e su quello che segue curva 6, sono i punti in cui i piloti proveranno le manovre di sorpasso. L’asfalto, rinnovato in diverse aree nel 2021, determina un degrado gomme medio-alto soprattutto nella sfida domenicale.
Non è una pista spettacolare e non ci sono troppe variabili. Un finale in Brasile avrebbe reso la lotta mondiale molto più avvincente. Verstappen ha vinto quattro edizioni e metterà una pressione asfissiante sui papaya boys. Norris deve terminare tra i primi tre e le possibili combinazioni lo proiettano come il favorito assoluto perché ha il destino nelle sue mani. Di sorprese sul tracciato degli Emirati Arabi ne abbiamo viste nel corso degli anni. Hamilton ha perso un mondiale per un crash inaspettato di Latifi. Può sempre succedere un imprevisto e gli appassionati non potranno perdersi nemmeno una sessione.
Il Gran Premio di Abu Dhabi verrà trasmesso in diretta integrale da Sky Sport sul canale Sky Sport F1 (anche in mobilità su SkyGo) e in streaming su NOW. Sono previsti 58 giri. TV8 offrirà in differita l’evento. Di seguito gli orari dettagliati delle trasmissioni di Sky Sport:
Venerdì 5 dicembre
Sabato 6 dicembre
Domenica 7 dicembre
Ci siamo, la resa dei conti avverrà domenica prossima ad Abu Dhabi. Lando Norris può guardare tutti dall’alto in basso, grazie ai suoi 408 punti, 12 lunghezze in più di Max Verstappen e 16 in più di Oscar Piastri. Il figlio d’arte di Jos non ha sbagliato un colpo nella seconda parte di campionato e, comunque vada, meriterebbe il quinto riconoscimento iridato per quello che ha dimostrato su una monoposto meno competitiva della MCL39.
Il talento dell’olandese è superiore a quello dei giovani driver della McLaren, ma la vettura è tutto nella Formula 1 moderna. Per questo motivo Lando Norris rimane ancora il favorito assoluto per la conquista del suo primo mondiale nella massima categoria del Motorsport. Nella scorsa edizione Lando ha vinto di gran carriera, sigillando il trionfo del team britannico in classifica costruttori, e gli basterà arrivare al terzo posto, a prescindere dai risultati dei rivali alla corona.
Max Verstappen, a quota 396 punti, e Oscar Piastri, salito a 392 con l’ottimo weekend in Qatar, devono solo pensare a vincere. Norris ha un ottimo margine da gestire. L’inglese della McLaren diventerà campione ad Abu Dhabi se Verstappen non riuscirà a recuperare 13 punti. Piastri, invece, non deve ottenere 17 punti. I possibili scenari sono i seguenti:
Con un quarto posto il numero 4 salirebbe a 420 punti. Verstappen potrebbe scavalcarlo a quota 421 solo vincendo il GP. Il pilota della Red Bull Racing è condannato a sfoderare una prestazione maiuscola. Con Norris sesto e un bottino di 416 punti finali, Piastri diventerebbe campione solo con la vittoria, idem Verstappen. In sostanza i rivali non possono fare calcoli basati sul piazzamento di Norris. Piastri, ovviamente, deve provare a stare anche davanti a Verstappen e strappare una P1 per laurearsi campione del mondo. Le combinazioni possibili sono le seguenti:
Lando ha trionfato nella scorsa annata, ma nelle precedenti edizioni non è mai salito sul podio. Può sempre accadere un imprevisto in qualifica, magari a causa dei track limits, e con una partenza dalle retrovie rovinerebbe la sua corsa. Come già avvenuto in passato ad Abu Dhabi una SC può cambiare tutto, vedasi anche il terzo posto di Sainz nel GP del Qatar.
Norris potrebbe avvertire la pressione e commettere un errore. Piastri non è detto che lo aiuterà , essendo ancora in corsa. E poi ci sono tutti gli altri piloti che vorranno chiudere il 2025 con una performance di alto profilo. Le Mercedes di Russell e Antonelli sono pericolose e magari un guizzo arriverà anche dai ferraristi. Hamilton è sempre più l’ombra di sé stesso, ma Leclerc ad Abu Dhabi, nelle ultime tre edizioni, è salito due volte sul secondo gradino del podio e nel 2024 sul terzo. Le insidie potrebbero arrivare anche dalle mescole Pirelli o da un incidente a sorpresa. Norris deve rimanere concentrato, perché Max è abituato a forti sollecitazioni e non ha più nulla da perdere.
Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 11:30:59 +0000C’è chi ha sognato di vestire la tuta del Cavaliere Oscuro e non ha avuto le possibilità di lottare contro il male nelle tenebrose notti a bordo di una Tumbler. Questo desiderio può trasformarsi ora in realtà , grazie alla Warner Bros che ha deciso di proporre 10 Batmobili perfettamente funzionanti ma non legali per la strada dei film con Christian Bale.
La Batmobile è forse il veicolo più iconico della storia del cinema d’azione, grazie ai super poteri e a un look inconfondibile. La vettura ha subito una grande evoluzione dal fumetto al grande schermo con una attenzione sempre maggiore ai dettagli. Parcheggiata nella Batcaverna, a cui si accede attraverso delle entrate segrete, la Batmobile vanta strumenti e oggetti per le attività anticrimine di Batman. Compare per la prima volta in Detective Comics n. 27 (maggio 1939) e nel fumetto è rappresenta come una berlina tradizionale, ma con il tempo acquisì le ali da pipistrello e tutti gli elementi tipici del look “pipistrellesco”.
Nel primo capitolo della trilogia di Nolan, Batman Begins, venne presentata la nuova Batmobile. La saga completata dai successivi film Il cavaliere oscuro (2008) e Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012) mise in mostra le linee di un mezzo che ricordava più un carrarmato. Il cast principale era composto da Christian Bale, nelle vesti di Bruce Wayne, Michael Caine, Katie Holmes, Liam Neeson, Gary Oldman, Cillian Murphy e Morgan Freeman. Il film è stato prodotto da Warner Bros., in collaborazione con Legendary Pictures e DC Entertainment, e fu un successo ai botteghini.
Batman Begins ha rivitalizzato l’interesse del pubblico per il noto pipistrello, anche grazie alla Tumbler. Il design fu influenzato dagli spinner visti nel film Blade Runner del regista Ridley Scott. Il disegnatore di produzione del film la descrisse come un mix tra una Lamborghini e un Hummer. Per la produzione della pellicola furono costruiti 5 modelli. Ogni Batmobile ha entusiasmato i fan della serie, tuttavia questo modello mastodontico è rimasto nella mente di tanti milionari. Grazie a Warner Bros. Discovery Global Consumer Products e Relevance International, ci sarà la possibilità di comprare una Tumbler fedele all’originale. Questa edizione limitata di soli 10 esemplari è l’ultima idea della Wayne Enterprises Experience, un marchio di lusso ispirato a Batman e gestito da Wbdgcp dal 2022.
Per gli amanti del protettore di Gotham la Tumbler venduta sarà identica a quella comparsa per la prima volta in Batman Begins. Gli interni sono realizzati seguendo le richieste di ciascun cliente. Il sedile del conducente, il volante, i pedali e altri dettagli vengono fatti su misura. Le armi sono replicate, ma ovviamente non sono funzionanti. Realizzate dagli specialisti di stunt car di Action Vehicle Engineering, le Batmobili sono curate con materiali adatti a essere blindati, tra cui acciaio aeronautico, kevlar e fibra di carbonio. I produttori hanno annunciato due display per quadro strumenti e infotainment e rivestimenti in alcantara.
Niente turbine jet che emettono fiamme, ma un motore 6.2 V8 di origine General Motors da 532 CV e 659 Nm, lo stesso che si trova montato sulla Chevrolet Corvette C6 e sulla quinta serie della Camaro SS. Il venditore prima di prendervi sul serio verificherà le vostre “credenziali economiche”, dato che il prezzo della riproduzione in scala 1:1 è di 3 milioni di dollari (circa 2,7 milioni di euro). Un lusso per pochissimi fan quasi ricchi quanto Bruce Wayne.
Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 09:53:25 +0000La McLaren non si ferma più e, dopo essersi confermata campione del mondo nel 2025, ha messo sotto contratto Fornaroli. Il giovane talento italiano, protagonista ai massimi livelli nelle categorie propedeutiche alla Formula 1, ha strappato già un primo contratto di assoluto prestigio nel Motorsport.
La McLaren ha scelto di cautelarsi, nonostante abbia tra le sue fila Norris e Piastri, con il campione della Formula 2. Fornaroli ha cominciato la sua carriera sui kart a 10 anni, giungendo terzo nel Campionato italiano classe X30 junior nel 2018. Si è calato per la prima volta in una monoposto durante il Supercorso Federale, insieme al palermitano Gabriele Minì, altra promessa della scuola nostrana, e Andrea Rosso, nel 2020, affrontando il Campionato italiano di Formula 4 per il team Iron Lynx. La sua velocità innata lo ha portato subito a scalare le classifiche, raggiungendo un podio nella terza sfida sul leggendario tracciato Monza.
Nel 2021 Fornaroli ha gareggiato nel team Iron Lynx, in coppia con la pilotessa della FDA, Maya Weug, e Pietro Armanni. Vinse la sua prima corsa, a Misano, precedendo Oliver Bearman, oggi punto fermo della Haas. Dopo le esperienze nella Formula Regional Asia con il team Hitech Grand Prix e nella Formula 3 europea regionale, il piacentino ha debuttato in Formula 3 con Trident. Dopo un anno di apprendistato, nel 2024 ha trovato la giusta regolarità . A Melbourne ottenne la pole position e in Gara-2 registrò il secondo posto dietro Dino Beganovic. Poi una scalata con tanti podi e belle performance, sino alla sfida finale di Monza, contro Gabriele Minì, Luke Browning e Arvid Lindblad. Grazie al terzo posto nella seconda manche e una costanza da veterano, ha celebrato il titolo.
Il salto in Formula 2 non lo ha spaventato. Con il team Invicta Racing il classe 2004 è stato autore di una stagione da sogno. Nella prima sfida stagionale in Australia ha registrato il suo primo podio nella categoria arrivando secondo dietro Joshua Dürksen. Il primo trionfo è giunto puntale nella Sprint sul circuito di Silverstone. Il 3 agosto 2025 ha celebrato la prima vittoria in una corsa Feature all’Hungaroring. Con il sesto posto nella Sprint Race e un secondo posto nella feature, nella tappa finale in Qatar, Fornaroli ha festeggiato la P1 in graduatoria generale, attirando le attenzioni del team McLaren. Con Antonelli in Mercedes e Minì, tra i favoriti in F2 nel 2026, l’Italia è tornata a sorridere nell’automobilismo.
La Casa di Woking era alla ricerca di un ragazzo promettente che avrà un ruolo importante nello sviluppo dell’erede della MCL39. Fornaroli ha già dimostrato il suo valore negli ultimi 2 anni, ma non ha trovato un sedile libero in Formula 1 in vista del 2026. Il suo futuro sarà a tinte papaya, provando a seguire le orme di Oscar Piastri, vincitore del titolo di Formula 2 nel 2021. Prima della sfida decisiva del Qatar, il pilota italiano aveva dichiarato:
“Ho un’idea di ciò che succederà . Il mio focus resta sull’ultimo round di F2. Nel frattempo, il mio manager sta facendo un lavoro incredibile e sono fiducioso su ciò che verrà . Spero che possiate vedere cosa accadrà tra qualche settimana. La Formula 1 è sicuramente l’obiettivo principale e penso di aver dimostrato di meritarla”.
Dopo il successo in pista, il suo manager Gianpaolo Matteucci ha dimostrato di aver fatto un lavoro straordinario. Si era parlato di un futuro legato ad Audi, considerata l’amicizia tra il team principal Binotto e il padre di Fornaroli, ma il piacentino è stato messo sotto contratto da McLaren, grazie alla volontà di Stella, che ha beffato anche la Scuderia Ferrari.
Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 08:46:58 +0000Nel mondo ipertecnologico e ferocemente competitivo della F1, dove un decimo di secondo può riscrivere un mondiale e un dettaglio può compromettere una stagione intera, esiste una figura che opera nell’ombra ma che, sempre più spesso, finisce sotto i riflettori per la capacità di determinare le sorti di una gara. È Hannah Schmitz, Principal Strategy Engineer della Red Bull Racing, la mente dietro alcune delle decisioni più audaci, chirurgiche ed efficaci della carriera di Max Verstappen. Con ogni scelta, Schmitz danza sul filo del rasoio che separa il rischio dalla gloria. E nella stagione del consolidamento del ritorno Red Bull, il suo nome è diventato sinonimo di “decisione perfetta”, tanto che nel recente GP Qatar, dove la strategia ha spianato la strada a un successo fondamentale, è salita sul podio accanto a Verstappen per ritirare il trofeo destinato al team. Un’immagine che racconta una rivoluzione silenziosa, la stratega oggi è un volto riconosciuto, rispettato e celebrato da piloti e addetti ai lavori.
Nata a Caterham (Regno Unito) e cresciuta fra la passione per tutto ciò che è meccanico e il rigore dello studio scientifico, Schmitz si laurea in Ingegneria matematica e poi in Ingegneria meccanica all’Università di Cambridge. È nel 2009 che entra in Red Bull come “Internal Student”, un ruolo quasi invisibile, spesso destinato ai giovani che devono ancora dimostrare tutto. Ci vorrà più di un decennio perché il suo nome diventi quello che è oggi: un punto fermo del team, la voce calma e decisa che dall’altra parte della radio guida Verstappen attraverso scenari complessi, imprevisti e variabili impossibili da controllare.
Chiunque abbia osservato Schmitz in azione sa quanto sia imperturbabile. Nei momenti di massima tensione, un imprevisto in pista, una Safety Car, un degrado gomme improvviso, un rivale che forza la mano, il suo tono rimane costante, il ritmo del respiro regolare, la concentrazione assoluta. Lei stessa ha spiegato più volte il segreto, meditazione quotidiana. Un esercizio mentale che le permette di mantenere il sangue freddo quando tutto il resto sembra precipitare. Una calma che, unita a un talento evidente per l’analisi dei dati e la lettura della gara, è diventata la sua cifra stilistica.
Chi immagina che la strategia sia una scienza esatta sbaglia, è uno dei campi più complessi e meno prevedibili della F1 moderna. Sebbene i dati siano la base e Red Bull analizza miliardi di combinazioni potenziali ogni weekend, il momento in cui va presa una decisione non lascia spazio ai dubbi. Bisogna scegliere. E bisogna farlo subito. Lì entra in gioco qualcosa che i software non possono replicare, l’istinto. Ed è proprio l’istinto di Schmitz ad aver scritto alcune delle pagine più memorabili della carriera di Verstappen.
Nel 2019 in Brasile, il primo capolavoro. La gara è caotica, la vittoria non è scontata e Verstappen deve affrontare una Mercedes in forma. Schmitz decide di rischiare con terzo pit stop e gomme fresche. Una scelta aggressiva, quasi provocatoria. Risultato: Max vola e vince. È il giorno in cui il paddock inizia a chiedersi: “Chi è questa ingegnera capace di leggere la gara meglio di chiunque altro?”. Nel 2022 a Montecarlo, l’azzardo perfetto. Nel caos tipico del GP di Monaco, dove ogni metro è fondamentale, le tempistiche perfette dei pit stop di Verstappen ribaltano la gara. Schmitz gestisce la finestra con una precisione chirurgica. L’olandese guadagna punti fondamentali e in Red Bull la considerano già una garanzia. Sempre nel 2022 a Budapest, Verstappen parte decimo. La stratega decide l’impossibile: partenza con gomme soft, un rischio enorme considerando il degrado. La scelta, ancora una volta, è vincente. Verstappen rimonta, domina, vince. Schmitz diventa un nome familiare anche ai tifosi.
E poi c’è il Qatar 2025. Un GP che richiede lucidità totale, perché le temperature, il degrado e le condizioni della pista rendono il margine d’errore pari a zero. La chiamata strategica che porta Verstappen alla vittoria è una delle più rapide e complesse dell’anno. Il team la elogia, Max la ringrazia pubblicamente. E a fine gara, il podio la consacra.
“Credo che ci siano molte persone che non hanno fiducia in te, quando inizi a svolgere un lavoro come questo“, aveva dichiarato Schmitz ai media non molto tempo fa. Essere donna in una posizione di comando in un ambiente storicamente maschile non è stato semplice. La stratega deve guidare un gruppo, impartire ordini, dettare i tempi.
E spesso lo fa parlando in cuffia a piloti che viaggiano a oltre 300 km/h. Non c’è tempo per spiegare, per convincere, per negoziare. Le sue decisioni devono essere seguite, punto. “È tutta una questione di fiducia, e costruirmela è stato molto difficile”, racconta. Oggi però quella fiducia è totale. Max Verstappen, negli anni, l’ha definita: “Sempre calmissima, una garanzia. Una delle menti che fanno vincere le gare“. Una certificazione che pochi strategist hanno mai ottenuto.
Hannah Schmitz è molto più di un’ingegnera brillante: è diventata un simbolo di ciò che la F1 può diventare. La sua presenza visibile, rispettata, celebrata, è un messaggio a tutte le giovani donne che sognano di lavorare nel motorsport. E i risultati parlano. Ogni anno centinaia di ragazze si iscrivono a corsi di ingegneria, aerodinamica, strategia, citando proprio lei come ispirazione.
In un’epoca in cui la F1 è dominata da dati, simulazioni, intelligenza artificiale e scenari complessi, la figura dello stratega è diventata più importante di quanto lo sia mai stata. E nella Red Bull di oggi, una squadra che costruisce il dominio non solo sulla velocità ma sulla perfezione operativa, avere una voce come la sua è un vantaggio competitivo enorme. Schmitz inoltre, incarna la filosofia del team: audacia controllata, rischio calcolato, visione long-term, reattività assoluta. È una leader moderna, capace di guidare senza alzare la voce, di decidere senza tremare, di rischiare senza perdere lucidità .
La Red Bull del dopo Newey si prepara a una nuova era, meno dipendente dal genio progettuale, più basata su processi, analisi, decisioni sincronizzate. In questo mondo, la strategia diventa ancora più cruciale. E la figura di Hannah Schmitz appare destinata a diventare un pilastro stabile del team. Lei non guida una monoposto, ma guida chi la guida. È la voce nella radio quando tutto brucia, la calma nelle tempeste, la mente che vede ciò che gli altri non vedono. Il suo nome, ormai, non è più un segreto per gli appassionati, è una garanzia, un marchio di qualità , un simbolo di come la F1 sappia ancora valorizzare il talento puro. E mentre Verstappen macina vittorie e record, è impossibile non pensare che, dietro ogni successo, c’è anche lei: la stratega che ha cambiato le regole del gioco.
Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 07:05:09 +0000Nel mese di dicembre 2025 sono previsti diversi scioperi che coinvolgeranno vari settori dei trasporti pubblici e privati in Italia. In questo articolo troverai il calendario aggiornato degli scioperi annunciati, con le date, le modalità , le città e le categorie dei lavoratori coinvolti. Dalle agitazioni nei servizi locali a Roma agli scioperi nazionali nei settori ferroviario, aereo e merci, dicembre si preannuncia un mese delicato per la mobilità , sia su scala locale che nazionale. Tutti i dettagli nelle prossime sezioni.
Nella città di Roma è programmato uno sciopero di 24 ore nel trasporto pubblico locale. Lo sciopero coinvolge il personale della società ATAC di Roma ed è indetto dal sindacato OSR SUL.
In tutta Italia è previsto uno sciopero generale per l’intera giornata, che coinvolge i settori pubblici e privati, inclusi i lavoratori in appalto e strumentali. Per il settore ferroviario, la sospensione è proclamata dalle 00.01 alle 21.00. L’iniziativa è promossa dal sindacato CGIL.
In tutto il Veneto, lo stesso giorno, si terrà uno sciopero di 8 ore dalle 9.01 alle 17.00 nel settore ferroviario. Coinvolto il personale della società RFI Manutenzione Infrastrutture Unità Territoriale Sud, Amm.vo ed Ingegneria DOIT Verona. Sciopero indetto dai sindacati OSR ORSA FERROVIE e SLM-FAST-CONFSAL.
Nella provincia di Bolzano è indetto uno sciopero di 4 ore dalle 16.00 alle 20.00 per il trasporto pubblico locale. Implicato il personale della società SASA di Bolzano e indetto dai sindacati OSR UGL, USB LAVORO PRIVATO e ORSA TRASPORTI.
In tutta Italia sono previsti numerosi scioperi nel settore aereo per 4 ore, dalle 13.00 alle 17.00. Le agitazioni coinvolgono:
– Personale della società ENAV ACC Roma, indetto da RSA FILT-CGIL, UGL-TA e FAST-CONFSAL-AV;
– Personale delle aziende handling associate ad Assohandlers operanti nei sedimi aeroportuali italiani, promosso da FLAI TRASPORTI E SERVIZI;
– Personale e assistenti di volo della società Vueling Airlines, con sciopero indetto da UILT-UIL, USB LAVORO PRIVATO e RSA FILT-CGIL/ANPAC;
– Personale di terra delle società Air France e KLM, indetto da FILT-CGIL, FIT-CISL, UILT-UIL e UGL-TA;
– Personale della società ITA Airways, sindacati FILT-CGIL, FIT-CISL, UILT-UIL, UGL T.A., ANPAC e ANP;
– Personale della società Techno Sky – gruppo ENAV comprensorio Sicilia, indetto da RSU.
In tutta Italia è stato proclamato uno sciopero nazionale nel settore trasporto merci che durerà 72 ore, dalle 00.00 del 22 dicembre alle 24.00 del 24 dicembre. Lo sciopero coinvolge il personale viaggiante dipendente della società Number 1 Logistic Group ed è promosso dal sindacato FAO COBAS.
Fonte: Mit
Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 07:00:00 +0000Il prezzo dei carburanti alla pompa nasce dall’incontro tra componenti industriali e fiscali. In questa pagina trovi i valori medi più recenti per i rifornimenti in autostrada e un riepilogo chiaro di come si forma il costo finale: dalla materia prima alle accise, fino all’Iva. Secondo l’ultimo aggiornamento disponibile, in autostrada i prezzi medi sono: benzina self 1.826 euro, gasolio self 1.798 euro, Gpl servito 0.830 euro e metano servito 1.489 euro. Più in basso trovi la tabella con i dati e un approfondimento sulla composizione del prezzo per benzina e gasolio.
Ultimo aggiornamento dati: 01-12-2025
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.798 |
| Benzina | SELF | 1.826 |
| GPL | SERVITO | 0.830 |
| Metano | SERVITO | 1.489 |
Per la benzina la struttura del prezzo finale riflette un equilibrio tra tasse e industria. La componente fiscale pesa per il 58% del totale e include le accise, cioè i prelievi specifici sulla quantità venduta, e l’Iva, che si applica sul valore complessivo. Questa parte, pur non essendo direttamente collegata all’andamento giornaliero del mercato, può risentire dell’oscillazione dell’Iva perché è proporzionale al prezzo imponibile. La componente industriale vale invece il 42% ed è suddivisa in due blocchi: il costo della materia prima e il margine lordo di filiera e distribuzione. La materia prima incide per il 30% del prezzo e risente delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati e dell’effetto cambio euro/dollaro: quando il petrolio e i derivati salgono o l’euro si indebolisce, l’impatto si trasferisce progressivamente sui listini alla pompa. Il margine lordo pesa il 12% e riflette le scelte commerciali e operative lungo la catena, dalla logistica alla rete, incluse le politiche di prezzo praticate dai diversi operatori. Su questa quota l’operatore può intervenire per calibrare il prezzo alla pompa, anche differenziando tra modalità self e servito, aree geografiche e dinamiche competitive locali, sempre nel rispetto delle condizioni di mercato e dei costi sostenuti.
Il prezzo del gasolio segue una logica simile, ma con pesi diversi tra le componenti. La quota fiscale rappresenta il 45% del prezzo finale, mentre la componente industriale ammonta al 55%. All’interno di quest’ultima, il cuore è la materia prima, che vale il 45% del prezzo: qui contano le quotazioni internazionali dei prodotti e l’effetto euro/dollaro, che può amplificare o attenuare i movimenti dei mercati in valuta statunitense quando vengono convertiti in euro. A completare la struttura c’è il margine, pari al 10% del prezzo: si tratta dello spazio economico che copre costi operativi, logistica, gestione della rete e politiche commerciali, e sul quale l’operatore può agire per aggiornare il prezzo al pubblico. La diversa incidenza delle componenti rispetto alla benzina riflette le specificità del prodotto, dell’uso prevalente e delle dinamiche di domanda e offerta nel segmento dei distillati medi. Anche nel caso del gasolio, le variazioni del cambio e del contesto internazionale si propagano gradualmente ai listini, mentre la componente fiscale, pur più contenuta rispetto alla benzina, rimane determinante nel definire il livello complessivo pagato dai consumatori.
Fonte: Osservatorio prezzi Mimit
Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 07:00:00 +0000Ogni giorno dalle 8.30 del mattino, Virgilio Motori vi informa sul costo dei carburanti in tutte le regioni italiane. Il costo medio attuale è di 1.733 per la benzina, 1.709 per il diesel, 0.707 per il gpl, 1.434 per il metano. Per sapere il prezzo esatto nella tua regione scorri in basso per tutti i dettagli di costo. Il costo medio si riferisce al prezzo mostrato dai distributori di carburanti presenti sulle strade comunali, provinciali e statali.
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Abruzzo.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.706 |
| Benzina | SELF | 1.723 |
| GPL | SERVITO | 0.700 |
| Metano | SERVITO | 1.398 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Basilicata.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.718 |
| Benzina | SELF | 1.761 |
| GPL | SERVITO | 0.681 |
| Metano | SERVITO | 1.482 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella provincia autonoma di Bolzano.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.772 |
| Benzina | SELF | 1.787 |
| GPL | SERVITO | 0.774 |
| Metano | SERVITO | 1.581 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Calabria.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.721 |
| Benzina | SELF | 1.761 |
| GPL | SERVITO | 0.730 |
| Metano | SERVITO | 1.511 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Campania.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.681 |
| Benzina | SELF | 1.716 |
| GPL | SERVITO | 0.639 |
| Metano | SERVITO | 1.393 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Emilia Romagna.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.697 |
| Benzina | SELF | 1.718 |
| GPL | SERVITO | 0.657 |
| Metano | SERVITO | 1.352 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Friuli Venezia Giulia.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.717 |
| Benzina | SELF | 1.738 |
| GPL | SERVITO | 0.671 |
| Metano | SERVITO | 1.363 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Lazio.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.692 |
| Benzina | SELF | 1.709 |
| GPL | SERVITO | 0.687 |
| Metano | SERVITO | 1.577 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Liguria.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.725 |
| Benzina | SELF | 1.745 |
| GPL | SERVITO | 0.778 |
| Metano | SERVITO | 1.442 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Lombardia.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.697 |
| Benzina | SELF | 1.719 |
| GPL | SERVITO | 0.664 |
| Metano | SERVITO | 1.374 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Marche.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.686 |
| Benzina | SELF | 1.707 |
| GPL | SERVITO | 0.704 |
| Metano | SERVITO | 1.306 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Molise.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.705 |
| Benzina | SELF | 1.731 |
| GPL | SERVITO | 0.695 |
| Metano | SERVITO | 1.410 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Piemonte.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.698 |
| Benzina | SELF | 1.714 |
| GPL | SERVITO | 0.666 |
| Metano | SERVITO | 1.427 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Puglia.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.697 |
| Benzina | SELF | 1.745 |
| GPL | SERVITO | 0.660 |
| Metano | SERVITO | 1.478 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Sardegna.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.719 |
| Benzina | SELF | 1.739 |
| GPL | SERVITO | 0.797 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Sicilia.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.705 |
| Benzina | SELF | 1.751 |
| GPL | SERVITO | 0.759 |
| Metano | SERVITO | 1.743 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Toscana.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.705 |
| Benzina | SELF | 1.711 |
| GPL | SERVITO | 0.687 |
| Metano | SERVITO | 1.446 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella provincia autonoma di Trento.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.731 |
| Benzina | SELF | 1.762 |
| GPL | SERVITO | 0.726 |
| Metano | SERVITO | 1.347 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Umbria.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.705 |
| Benzina | SELF | 1.717 |
| GPL | SERVITO | 0.697 |
| Metano | SERVITO | 1.322 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Valle d’Aosta.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.728 |
| Benzina | SELF | 1.746 |
| GPL | SERVITO | 0.806 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 02 dicembre 2025 nella regione Veneto.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.691 |
| Benzina | SELF | 1.712 |
| GPL | SERVITO | 0.674 |
| Metano | SERVITO | 1.312 |
Fonte: Osservatorio prezzi Mimit
Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 07:00:00 +0000Non è la Route 66, e non si trova neppure in America. La strada rettilinea più lunga del mondo si traccia in modo continuo attraverso un deserto. È la Highway 10, in Arabia Saudita, un nastro d’asfalto che per circa 240 chilometri non ha bisogno di variazioni. Un record riconosciuto dal Guinness World Record, che negli ultimi anni ha incuriosito gli appassionati di road trip.
La Highway 10 collega due città attraverso il deserto del Rub’ al-Khali: Haradh e Al Batha, al confine con gli Emirati Arabi Uniti. Qui, dove le temperature raggiungono livelli da record, i sauditi hanno tracciato una linea quasi perfetta, lunga quanto basta per entrare nel record come il rettilineo asfaltato più lungo al mondo. Sono 240 km di monotonia assoluta, senza nemmeno un accenno di deviazione. Una strada che taglia il deserto come una lama, dando quasi l’impressione di correre per oltre 2 ore fermi nel tempo.
Quello che oggi è un tratto aperto al traffico internazionale non nasce però come infrastruttura pubblica. La Highway 10 fu costruita in origine per scopi privati, voluta da Re Fahd per collegare rapidamente le sue proprietà e garantire un passaggio diretto attraverso l’area desertica. Nel corso del tempo, con lo sviluppo economico dell’Arabia Saudita e l’apertura delle rotte commerciali verso il Golfo, questo tracciato è stato trasformato in un’arteria strategica. Oggi rappresenta un collegamento fondamentale per il traffico merci e per i flussi turistici che attraversano l’area. Un’evoluzione che racconta bene quanto, in questo Paese, infrastrutture e sviluppo viaggino di pari passo con progetti su larga scala.
Un rettilineo di queste dimensioni non è però un semplice record da raccontare. È un percorso che presenta rischi specifici, legati soprattutto alla monotonia. Guidare per ore senza curve, senza punti di riferimento e con uno scenario invariabile può portare a cali di concentrazioni, abbassamento della reattività in caso di imprevisti e anche a colpi di sonno.
Per questo molti automobilisti che percorrono la Highway 10 — spesso a bordo di SUV premium di nuova generazione, molto diffusi nelle regioni più ricche del Paese — fanno affidamento sulle più recenti tecnologie di assistenza alla guida. Il cruise control adattivo, che regola automaticamente la velocità e la distanza dal veicolo davanti, riduce lo stress della guida in linea retta. Gli assistenti di mantenimento corsia, invece, aiutano a evitare sbandate involontarie, particolarmente probabili quando l’attenzione cala. Tecnologie pensate esattamente per situazioni come questa, dove non sono le curve a mettere in difficoltà , ma la loro assenza.
Se si guarda la classifica delle strade più dritte del pianeta, non sorprende che quasi tutte abbiano una cosa in comune: il deserto. È l’unico luogo in cui si può costruire da un punto A a un punto B in linea diretta, senza montagne, corsi d’acqua, centri abitati o vincoli morfologici a interrompere il tracciato. Sul podio, insieme alla Highway 10, troviamo ad esempio:
In Occidente questo tipo di strade è raro e affascinante. Percorrerle significa fare i conti con una dimensione quasi metafisica della guida: nessuna distrazione, nessuna variazione, solo l’asfalto e un orizzonte che sembra non arrivare mai.
Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 06:30:58 +0000Per anni è stata al centro delle polemiche, attaccata da chi la considera una misura punitiva e difesa da chi la ritiene essenziale per respirare un’aria migliore. Eppure, numeri alla mano, l’Area B di Milano sembra stia davvero funzionando. Secondo il nuovo report Amat 2025, che analizza i dati del 2024, l’inquinamento dentro i confini della ZTL è sceso sensibilmente, anche se paradossalmente gli ingressi delle auto sono aumentati. Una fotografia complessa, che racconta una città in trasformazione, sospesa tra una mobilità che cambia e abitudini che resistono.
Il dato più significativo arriva dalle analisi sul biossido di azoto, il famigerato NOx, uno dei principali indicatori dell’inquinamento urbano legato alle auto. Fino al 2019 (prima dell’attivazione di Area B) le concentrazioni rilevate dalle centraline Arpa dentro la città erano costantemente più alte rispetto a quelle delle aree limitrofe. Una situazione che sembrava scontata e immutabile.
Dal 2019 in poi, invece, la curva ha iniziato a scendere in modo deciso. L’introduzione dell’Area B ha contribuito a spingere fuori dai confini milanesi gran parte delle vetture più vecchie e inquinanti, che oggi sono sempre meno presenti nel traffico quotidiano. E il calo non riguarda solo la periferia più ampia, ma anche il centro storico. In Area C gli ingressi continuano a diminuire: scendono del 12,06% rispetto al 2019 e passano da 74.673 nel 2023 a 72.381 nel 2024. Un segnale chiaro che l’effetto combinato tra restrizioni, pedaggi e rinnovamento del parco auto sta ottenendo dei risultati.
Il paradosso, però, è un altro: mentre l’inquinamento diminuisce, gli ingressi in Area B tornano leggermente a salire. Nel 2024 l’aumento è stato dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Un dato che potrebbe portare con se alcune perplessità . La chiave sembrerebbe essere nel rinnovamento del parco circolante. Dal 2022 al 2024 le vetture ibride a Milano sono passate dal 9% al 20%, crescendo a ritmi impressionanti. In altre parole, entra più gente ma con auto molto meno inquinanti.
Ed è un fenomeno che diventa ancora più evidente guardando ai passaggi in Area C (che è a pagamento per buona parte dei veicoli): quasi un’auto su due (il 47%) entra solo una volta l’anno. Segno che il pedaggio funziona da deterrente e che molti preferiscono mezzi alternativi per raggiungere il centro.
Non c’è solo l’auto, però, nel cambiamento della mobilità milanese. Il report registra anche un aumento importante dei chilometri di piste ciclabili, oggi 332 in totale, il 54% in più rispetto al 2016. Il dato è tutt’altro che marginale:
È un’espansione che conferma come Milano stia investendo davvero su una mobilità più diversificata. E i numeri non mentono: dove aumentano le infrastrutture ciclabili, cresce anche l’uso quotidiano della bici, soprattutto per tragitti brevi.
Area B resta un provvedimento discusso, e probabilmente continuerà a esserlo. Ma i numeri dicono una cosa chiara: la strategia di Milano per ridurre le emissioni sta dando risultati concreti. E come sta accadendo con le Zone 30, se il trend dovesse proseguire il modello potrebbe diventare un caso di studio anche per altre città alle prese con gli stessi problemi.
Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 06:30:32 +0000Una nuova edizione limitata celebra la storia del Quadrifoglio in pieno stile Alfa Romeo e intreccia tradizione, passione e design in due modelli destinati a diventare delle instant classic. Giulia e Stelvio Quadrifoglio Collezione sono delle versioni speciali per rendere omaggio al leggendario emblema che nel 1963 apparve per la prima volta su un’auto stradale. Oggi, esattamente come allora, raccontano lo stesso obiettivo: esaltare il piacere di guida puro e il fascino delle forme.
Per capire il peso di questa edizione limitata bisogna tornare alla storia del logo e, in particolare, alla sua nascita. È il 1923 quando Ugo Sivocci conquista la Targa Florio con la sua Alfa Romeo RL decorata da un quadrato bianco e un quadrifoglio verde, simbolo scelto come portafortuna. Da quel momento, quel logo diventa un marchio di identità sportiva.
Per decenni il Quadrifoglio rimane legato alle vetture da competizione, ma nel 1963 avviene la svolta: la Giulia Ti Super porta per la prima volta il simbolo sulle strade, inaugurando una tradizione che accompagnerà tutte le Alfa Romeo più performanti. Ed è proprio a quell’anno che la serie Quadrifoglio Collezione guarda: un richiamo potente al passato, reinterpretato per chi oggi non vuole solo guidare un’auto, ma vivere un pezzo di storia automobilistica.
La celebrazione parte dai colori. Alfa Romeo ha sviluppato due nuove tinte esclusive: Rosso Collezione Giulia e Rosso Collezione Stelvio, ispirate al celebre Rosso Villa d’Este della nuova 33 Stradale. Si tratta di una vernice cangiante capace di variare dal rosso profondo al nero, a seconda della luce, creando un effetto dinamico che rispecchia l’essenza dei due modelli. Giulia sceglie un’interpretazione più scura, quasi notturna, perfetta per la sua indole sportiva estrema. Stelvio, invece, si concede una lettura più luminosa e brillante del rosso, in linea con il ruolo di SUV ad alte prestazioni, capace di unire aggressività e versatilità .
Dentro, l’atmosfera cambia immediatamente: la plancia in pelle con cuciture rosse, i sedili in pelle e Alcantara con numerazione ricamata da 1 a 63, i dettagli dedicati. Un ambiente che trasmette sportività e un tocco esclusivo, tipico delle vetture in tiratura limitata. A completare l’abitacolo, spiccano i sedili Sparco con guscio in carbonio, insieme ai pannelli porta e al bracciolo centrale rivestiti in pelle. Non manca ovviamente il cuore che definisce ogni Quadrifoglio: il leggendario 2.9 V6 biturbo da 520 CV, un motore che negli anni è diventato un vero simbolo della rinascita sportiva del Biscione.
Come ogni oggetto destinato ai collezionisti, anche Giulia e Stelvio Quadrifoglio Collezione hanno un valore che va oltre l’estetica e la meccanica: l’esclusività . Alfa Romeo produrrà solo 63 esemplari, richiamo diretto al 1963 e alla nascita della tradizione Quadrifoglio sulle vetture stradali.
Le vetture saranno costruite a Cassino e distribuite in mercati chiave come Europa, Regno Unito, Medio Oriente, Cina e Giappone. Una scelta che conferma l’ambizione globale del progetto, pensato per chi vuole un pezzo unico della storia Alfa Romeo. I prezzi, al momento, non sono stati comunicati, ma è facile immaginare cifre da collezionisti veri.
Data articolo: Mon, 01 Dec 2025 16:16:02 +0000Si è concluso il procedimento a carico di Mario Balotelli con l’estinzione del reato per guida in stato d’ebbrezza, ottenuto a seguito dell’incidente dell’autunno 2023 a Brescia. Un capitolo giudiziario che si chiude ufficialmente dopo due anni, con un epilogo molto diverso rispetto alle prime ipotesi circolate all’epoca dei fatti.
Alla base della decisione del giudice c’è il percorso di messa alla prova che Balotelli ha portato avanti negli ultimi mesi. Il 35enne ha infatti rispettato puntualmente tutte le prescrizioni imposte dal tribunale: per tre mesi, quattro ore alla settimana, ha affiancato un gruppo di bambini nel supporto scolastico presso l’associazione “Bimbo chiama Bimboâ€. Un impegno che – come confermato dai responsabili dell’associazione – non è stato soltanto formale. Balotelli si è presentato con regolarità , ha lavorato con serietà e ha instaurato un rapporto positivo con i ragazzi, contribuendo a seguirli nei compiti e nelle attività educative.
Una presenza discreta ma costante, che ha convinto il Giudice dell’Udienza Preliminare di Brescia, Alessandra Sabatucci, a dichiarare chiuso il fascicolo: il percorso imposto dalla legge è stato rispettato, e questo è bastato per chiudere il procedimento per guida in stato di ebbrezza. L’ex attaccante della Nazionale esce quindi con il reato ufficialmente estinto.
Un’esperienza che ha segnato il cuore di Balotelli, tanto da decidere di continuare il volontariato anche dopo la fine degli obblighi giudiziari. Già durante il percorso, l’ex punta di Inter e Milan aveva dichiarato di trovare nell’esperienza con i bambini un’occasione di crescita personale, un modo per staccare dalle tensioni della carriera calcistica e riflettere su se stesso. “Un’esperienza molto positiva che mi ha permesso di conoscermi meglio e migliorare come personaâ€, aveva raccontato.
Una scelta che, indipendentemente dal passato burrascoso, mostra un volto più maturo e meno istintivo rispetto alle immagini che spesso hanno accompagnato la giovane carriera del campione. Oggi Balotelli è svincolato e in attesa di nuove opportunità sportive, ma sembra deciso a portare avanti l’attività di volontariato, trasformando un obbligo giudiziario in qualcosa di più personale e autentico.
Per capire la chiusura del caso bisogna tornare a quanto accaduto nell’autunno 2023, quando Balotelli rimase coinvolto in un incidente stradale a Brescia. Secondo la ricostruzione degli agenti, l’attaccante stava percorrendo una strada della zona quando perse il controllo della sua Audi RS6, finendo contro un guardrail. L’auto ne uscì completamente distrutta, mentre lui rimase praticamente illeso. Al momento dei controlli, però, il calciatore avrebbe rifiutato di sottoporsi all’alcool test, come previsto dalla procedura in caso di sospetto di guida sotto effetto di alcol o sostanze.
Il rifiuto aveva fatto scattare la denuncia automatica per guida in stato di ebbrezza, avviando l’iter giudiziario durato due anni e concluso ora con la messa alla prova. Una notte che aveva alimentato critiche e polemiche, soprattutto perché arrivava dopo un periodo di alti e bassi nella carriera del campione, da sempre legato all’immaginario di genio e sregolatezza. Oggi, però, la vicenda giudiziaria è arrivata al termine: il reato è stato ufficialmente estinto e Balotelli può tornare a guidare.
Data articolo: Mon, 01 Dec 2025 14:52:55 +0000Da oggi 1 dicembre i residenti nella regione Lazio possono attivare il servizio di domiciliazione del bollo auto, approfittando dell’incentivo del 10% offerto dalla Regione. Una misura semplice, immediata e pensata per alleggerire—almeno un po’—una delle tasse più antipatiche per gli automobilisti italiani.
Una piccola buona notizia per chi vive nel Lazio e ogni anno si ritrova a fare i conti con il bollo. Non è una rivoluzione, certo, ma un segnale concreto verso un sistema più moderno e digitale. E proprio in un momento in cui il costo della vita continua a farsi sentire, il 10% di sconto diventa un incentivo niente male, soprattutto per chi gestisce più veicoli all’interno dello stesso nucleo familiare.
La misura entra in vigore dal 1° dicembre e riguarda tutti coloro che attiveranno la domiciliazione bancaria del bollo auto. Un passaggio semplice, che permette di dimenticarsi scadenze, promemoria e soprattutto il rischio di incappare in more o ritardi.
Nella pratica, il meccanismo è molto lineare: l’importo del bollo viene addebitato automaticamente sul conto corrente indicato dall’utente. Nessun modulo cartaceo, nessun passaggio allo sportello, nessun promemoria sul cellulare. L’addebito automatico garantisce due vantaggi immediati: evitare sovrattasse e multe in caso di dimenticanza del pagamento in tempo, oltre allo sconto effettivo del 10%. Il sistema resta valido per ogni bollo auto intestato al contribuente che attiva il servizio, anche se possiede più veicoli. Una soluzione particolarmente conveniente, ad esempio, per chi gestisce un parco auto familiare o un piccolo parco veicoli aziendale.
Per attivare la domiciliazione serve pochissimo. La procedura si svolge completamente online attraverso la piattaforma dedicata dell’ACI, alla quale si accede tramite SPID, CIE o CNS. Una volta effettuato l’accesso, basta compilare il form indicando: il codice IBAN del conto, i dai dei veicoli ed eventuali informazioni di chi paga il bollo pur non essendo l‘intestatario del veicolo (come ad esempio in caso di un familiare convivente).
Un aspetto importante riguarda le tempistiche: la domiciliazione deve risultare attiva entro la fine del mese precedente a quello previsto per il pagamento. Tradotto: se il bollo scade a febbraio, la procedura va completata entro il 31 gennaio. Possono aderire:
La misura non nasce solo come incentivo economico, ma anche come strumento per migliorare la gestione del tributo e ridurre l’evasione, un tema che da anni pesa sulle casse regionali. L’assessore al Bilancio, Giancarlo Righini, ha spiegato chiaramente la doppia funzione dell’iniziativa:
“Da un lato rendiamo più semplice la vita ai contribuenti, evitando disguidi, dimenticanze e ritardi nei versamenti; dall’altro favoriamo un rapporto più moderno, trasparente ed efficiente tra cittadini e Amministrazione regionale, incoraggiando l’uso di strumenti di pagamento automatici e tracciabili.â€
Il focus, insomma, è duplice: aiutare i cittadini e digitalizzare il sistema, rendendolo più tracciabile e meno soggetto a evasione. Un passo che si inserisce nel percorso di modernizzazione del sistema tributario regionale, in cui la domiciliazione rappresenta uno degli strumenti più immediati per rendere la gestione del bollo più fluida.
Data articolo: Mon, 01 Dec 2025 14:03:17 +0000L’ingegnere del Lunedì è un termine coniato da Enzo Ferrari, per rispondere ai giornalisti che il giorno dopo la gara si ponevano come esperti di strategia e quant’altro. Ma l’aggettivo prodotto dalla mente geniale del Drake può essere pure usato per altri team, non solo per la Rossa, specie se nell’arco del fine settimana si verificano situazioni limite dove la logica non rientra nei ragionamenti.
Due parole su Ferrari spendiamole ugualmente. Commentare i risultati non ha senso. Si era capito sin dalle libere del venerdì come la SF-25 non avesse la benché minima chance di fare bene a Lusail. Forse non ci si aspettava una debacle del genere, tutto vero, con due piloti costretti ad arrancare in ogni singola sessione per tenere in pista la vettura. Ma oltre ai tratti distintivi della Rossa, c’è un altro particolare tecnico che vale la pena trattare.
Ci riferiamo alle pressioni delle gomme che Pirelli ha imposto per il GP del Qatar: anteriore 28.0 psi, posteriore 23,5. Una maggiorazione che di fatto provoca un’impronta dello pneumatico a terra ridotta e il fatto che la deformazione della mescola sia più bassa limita di conseguenza l’assorbimento meccanico della sospensione. Considerando lo sforzo laterale che la pista di Lusail impone sulle gomme, il problema sulla SF-25 viene a galla.
A questo sommiamo la carenza di rotazione cronica per mancanza di grip frontale della Rossa, generata dallo sbilanciamento dell’auto verso il posteriore. Grattacapo che il team non ha saputo risolvere con i ritocchi al setup, soffrendo uno squilibrio di pressione tra i due assi. Se già di base la SF-25 non sa gestire le gomme, figuriamoci cosa significa sommare altri fattori limitanti. Si spera che il team impari da questo fine settimana.
L’ingegnere del Lunedì deve pure intervenire sulla faccenda McLaren. Una strategia adottata che – conti alla mano – mette a serio rischio il mondiale piloti. La squadra britannica non voleva perdere la flessibilità decisionale dopo pochi giri. Inoltre, la famigerata teoria delle “papaya rules” ha inguaiato maggiormente le cose. Per non sfavorire uno dei due piloti, si è finito per favorire il terzo contendente: il quattro volte campione del mondo.
Parliamo di un certo Max Verstappen, al quale fornire un assist risulta l’errore più grande che si possa fare. Eppure McLaren ci è riuscita. Senza contare che l’assurda strategia non ha tenuto in conto un fattore. Evitare la sosta e restare in pista, perdendo tantissimo “race time” e regalando una sosta all’olandese, significava dover recuperare il gap in pista a suon di prestazioni. In pratica? Spingere al massimo con i due piloti per il resto della corsa.
Scenario che ha messo in difficoltà tanto Piastri quanto Norris, obbligati a patire degrado eccessivo e graining. Senza paura di sbagliare, possiamo dire che la scelta tattica del team di Andrea Stella non aveva nessun tipo di vantaggio sulla carta e solo una valutazione fallimentare poteva produrre un contesto del genere. Il tutto ricordando l’altro regalo a Max della settimana scorsa, con il doppio zero per la squalifica dovuta al fondo. “Chapeau…”
L’ultima questione importante dalla quale l’ingegnere del Lunedì non può esimersi riguarda l’errore di Antonelli durante le ultime fasi di gara. Il giovane pilota bolognese perde la vettura e finisce largo, di fatto concedendo una quarta piazza a Norris che non avrebbe mai preso. Due punticini che a fine mondiale potrebbero fare la differenza. Ma il problema nasce dalle parole di Helmut Marko, super consulente della squadra di Milton Keyes.
Secondo l’ottuagenario, Kimi potrebbe aver commesso di proposito questo sbaglio per beneficiare McLaren e di riflesso sfavorire Red Bull. Toto Wolff è impazzito, gli sono sanguinate le orecchie al sentire questa cosa che ha definito una follia. E chi può dargli torto. Lo sfogo ci sta tutto, specie considerando la presenza assidua di Helmut in situazioni del genere. Marko da anni esce fuori dal seminato con accuse ridicole.
E qui dovrebbe entrare in gioco Red Bull. Ammonirlo e tappare la bocca. Spiace dirlo, ma denunce del genere verso un altro team sono del tutto antisportive e vanno punite. Anche la FIA potrebbe intervenire e pensionare un individuo che, parliamoci chiaro, in questo momento della sua carriera sta facendo tutto tranne che incidere positivamente sulle sorti del team per cui lavora.
Data articolo: Mon, 01 Dec 2025 12:38:16 +0000A chi non è mai capitato di notare, con il sole che riflette sul lunotto o con il vetro completamente appannato, quelle righe sottili che attraversano il vetro posteriore della propria auto? Apparentemente un dettaglio di design, in realtà rappresentano un piccolo miracolo della tecnica applicata alla sicurezza automobilistica. Si tratta di fili conduttivi in metallo e resina, attraverso i quali scorre corrente elettrica, generando calore e trasformando il lunotto in un vero e proprio impianto di riscaldamento integrato.
Tyler Rhodes, education manager dell’Universal Technical Institute, lo ha definito come “una mini stufa incorporata nel vetroâ€, una definizione che rende perfettamente l’idea. Premendo il tasto del riscaldamento posteriore – solitamente contrassegnato da un’icona con il lunotto e frecce ascendenti – il guidatore ottiene in pochi minuti una visuale libera da condensa, gelo e umidità , elementi che potrebbero compromettere manovre e sicurezza. Non si tratta dunque di un vezzo estetico: dietro quelle righe c’è tecnologia e protezione.
Le regole costruttive, peraltro, sono precise. La Society of Automotive Engineers (SAE) raccomanda che le linee non siano più vicine tra loro di 25,4 millimetri e non superino lo spessore di un millimetro, garantendo così uniformità di riscaldamento senza interferire con la resistenza strutturale del vetro. L’installazione dei fili deve quindi conciliare efficienza termica e sicurezza meccanica, creando un equilibrio che pochi notano ma tutti sfruttano quotidianamente.
L’utilità del sistema non si limita al freddo. Anche nei mesi caldi, quando un improvviso sbalzo di temperatura genera condensa sul lunotto, questi sottili fili fanno la differenza. In montagna o nelle zone umide, quando l’acqua si deposita sulla superficie del vetro posteriore, l’impianto elettrico interviene lentamente ma efficacemente, ripristinando visibilità e sicurezza. Senza di esso, la guida in retromarcia, le manovre e l’osservazione del traffico alle spalle diventerebbero più rischiose.
La scelta di limitare il riscaldamento elettrico al solo lunotto posteriore è strategica. Sul parabrezza, infatti, fili elettrici interferirebbero con la visione frontale del conducente, mettendo a rischio la sicurezza. Per il vetro anteriore, le case automobilistiche preferiscono invece l’aria calda proveniente dai bocchettoni sul cruscotto, che agisce in modo uniforme e rapido per rimuovere condensa o ghiaccio senza compromettere la trasparenza o il campo visivo.
Quelle righe apparentemente insignificanti sono un esempio di come la tecnica invisibile possa salvaguardare la sicurezza. Un dettaglio che pochi notano, ma che tutti gli automobilisti utilizzano, spesso senza pensarci, ogni volta che premono quel piccolo tasto sul cruscotto. Dietro il vetro posteriore, quindi, non c’è solo design: c’è innovazione, protezione e un piccolo ma fondamentale aiuto per guidare sereni in ogni stagione.
Oltre alla loro funzione pratica, questi fili ci ricordano quanto la sicurezza automobilistica si fondi su dettagli spesso invisibili. Ogni elemento, anche il più minuto, è pensato per proteggere vite e prevenire incidenti. In un mondo dove la tecnologia corre veloce, il lunotto riscaldato resta un esempio semplice ma efficace di come l’innovazione possa integrarsi nella vita di tutti i giorni. La prossima volta che noterete quelle righe, non pensatele solo come estetica: sono un piccolo baluardo di sicurezza a vostra disposizione, pronto a intervenire quando serve davvero.
Data articolo: Mon, 01 Dec 2025 12:33:40 +0000Fiat torna a sorprendere il mercato con un passo strategico che potrebbe ridefinire la mobilità urbana in Italia. La Casa torinese sta infatti sviluppando una nuova microcar elettrica di categoria L7, un quadriciclo pesante progettato per superare le performance della Topolino, già best seller tra i veicoli leggeri. Un progetto che nasce dall’osservazione di un trend chiaro: mentre il mercato dei quadricicli leggeri cala, quello dei pesanti registra una crescita costante, aprendo opportunità inedite per chi saprà muoversi rapidamente.
I quadricicli L6, come la Topolino, sono ormai noti: limitati a 45 km/h, con massa a vuoto fino a 350 kg e potenza massima di 4 kW, possono essere guidati dai quattordicenni con patente AM. La nuova L7, invece, è destinata a chi desidera di più: velocità fino a 80 km/h, potenza massima di 15 kW e massa a vuoto di 400 kg (550 per le versioni cargo), guidabile dai sedicenni con patente B1. Un salto netto che conferisce alla microcar torinese un’autonomia d’uso urbana ed extraurbana ben più ampia rispetto ai quadricicli leggeri, avvicinandola al concetto di citycar “ridotta†ma performante.
Il mercato parla chiaro. Nei primi nove mesi del 2025, Fiat ha immatricolato 14.074 Topolino, confermandone la leadership nonostante un calo del 7,3% dovuto alla fine degli incentivi. Nel confronto con la Citroën Ami, la microcar francese che punta agli stessi segmenti, la Topolino mantiene il vantaggio: 3.401 unità contro 3.050. Allo stesso tempo, gli L7 in generale hanno registrato un incremento del 18,6%, a conferma della crescente appetibilità dei modelli più potenti e versatili, secondo le analisi di Dataforce.
Per Fiat, la sfida è chiara: creare un veicolo che stia tra la Topolino e una citycar tradizionale, una microcar “di mezzo†capace di combinare compattezza, efficienza e prestazioni urbane. L’ispirazione arriva dalle celebri kei car giapponesi, piccoli gioielli di ingegneria che hanno conquistato anche John Elkann e rappresentano un possibile modello da seguire per le future normative europee sulle E-Car. L’idea è di offrire un veicolo economico ma più completo, capace di attrarre un pubblico giovane e dinamico, senza rinunciare alla sicurezza e alla praticità d’uso.
Inoltre, la nuova L7 potrebbe beneficiare di scelte regolamentari che l’Europa sta per definire. Entro il 10 dicembre, la Commissione europea fornirà chiarimenti cruciali sulla categoria delle E-Car, aprendo la strada a veicoli elettrici di piccole dimensioni in grado di circolare con maggiore libertà e con incentivi mirati. Fiat, con la sua esperienza e il suo know-how, vuole essere pronta a cogliere ogni opportunità , proponendo un prodotto tecnologicamente avanzato, sostenibile e versatile.
In un mercato italiano in cui la mobilità elettrica è ancora giovane e i quadricicli pesanti cominciano a ritagliarsi uno spazio significativo, la strategia di Fiat appare lungimirante. Il marchio torinese non solo consolida la propria leadership nel segmento L6, ma prova a guidare la transizione verso una nuova generazione di veicoli urbani elettrici, unendo accessibilità , sicurezza e prestazioni. Con la nuova microcar L7, Fiat non si limita a seguire i trend, ma cerca di anticiparli.
Il progetto, ancora in fase di sviluppo, potrebbe rappresentare un punto di svolta per la mobilità urbana italiana, con un modello pronto a confrontarsi con la crescente domanda di mezzi agili, economici e a emissioni zero. La sfida è partita, e Fiat sembra intenzionata a non lasciarsi sfuggire l’occasione.
Data articolo: Mon, 01 Dec 2025 11:00:10 +0000Di nuovo, la Germania prova a rimettere le mani sul volante dell’Europa. E lo fa con una lettera che pesa come un macigno sull’ingranaggio già cigolante della transizione elettrica. Friedrich Merz, cancelliere di un Paese che dell’auto ha fatto un totem e un pilastro industriale, ha scritto a Ursula von der Leyen chiedendo una revisione dell’obbligo di zero emissioni dal 2035. Non un dettaglio tecnico, ma una scossa tellurica agli equilibri comunitari: spostare la data significa rimettere in discussione l’intero impianto ideologico che ha accompagnato l’ascesa dell’elettrico. La transizione sembra scricchiolare più che mai.
Merz prova a scardinare l’ortodossia climatica con un argomento che in Germania è già diventato un mantra: la neutralità tecnologica. “Il governo federale è convinto che questo approccio tecnologicamente neutro per i veicoli di nuova immatricolazione ci consentirà di raggiungere i nostri obiettivi climatici complessiviâ€, scrive il cancelliere. Non un no all’elettrico, ma un sì a tutto il resto: carburanti sintetici, biocarburanti avanzati, persino quelli tradizionali, che per Merz “devono continuare a svolgere il loro ruoloâ€. È la fotografia di un’industria che non vuole farsi trovare nuda quando la marea della transizione si ritirerà , lasciando sulla spiaggia investimenti monchi e stabilimenti svuotati.
La posizione tedesca, non a caso, scalda anche i piani alti dell’industria. Da Stellantis, Emanuele Cappellano definisce “benvenute tutte le misure che favoriscono un ritorno rapido e sostenibile alla crescita dell’industria automobilistica europeaâ€. È il linguaggio misurato di chi ha imparato a non irritare Bruxelles, ma sotto la superficie scorre un messaggio più ruvido: senza una correzione di rotta, il sistema non regge. E non lo dicono soltanto i manager.
A Termoli, infatti, la protesta si è fatta piazza, megafoni e rabbia. Mille persone – operai, famiglie, lavoratori dell’indotto, sindaci del Basso Molise, perfino il presidente del Consiglio regionale – sono scesi in strada per difendere uno stabilimento che avrebbe dovuto diventare simbolo del nuovo corso elettrico, con una Gigafactory mai realmente decollata. Sul terreno restano solo promesse e denaro pubblico bruciato: “Sono stati spesi centinaia di milioni di euro ma le auto elettriche circolanti in Italia sono l’1 per centoâ€, ricorda il segretario nazionale della Uilm, Rocco Palombella. E avverte: “Termoli e il Molise rischiano di perdere 2.500 posti di lavoro. Non accetteremo che il Molise diventi un museo industrialeâ€.
Il grido si allarga. “Questa transizione è fallitaâ€, dice senza giri di parole Stefano Boschini della Fim-Cisl. E rilancia: “Devono riportare i motori sulle macchine. Bisogna ripartire dai veicoli ibridi non per abbandonare la transizione ma per farla con intelligenzaâ€. È l’idea di un ponte, non di un salto nel vuoto. Una transizione che non si limiti a sostituire un powertrain, ma che costruisca un ecosistema realmente sostenibile. Lo scenario, per ora, non lo è.
Nemmeno in Stellantis l’ottimismo regna sovrano, ma una fessura nella nube c’è: “Dopo la presentazione della 500 ibrida a Torino ci sarà un po’ di lavoro nel 2026 a Termoliâ€, afferma Antonio Spera della Uglm. «Ci sono le condizioni per creare un’opportunità per quanto riguarda gli endotermici e i motori ibridi». L’immagine, più che una garanzia, è un galleggiamento. Ma in Molise, oggi, ci si aggrappa anche a quello.
Merz ha riaperto una partita che l’Europa credeva archiviata. Il 10 dicembre arriverà il verdetto dell’Ue. Ma intanto, tra Berlino, Bruxelles e Termoli, si allunga l’ombra di una domanda che nessuno vuole pronunciare: e se l’Europa avesse corso troppo, troppo in fretta, lasciandosi dietro proprio quell’industria che avrebbe dovuto salvare? Ai posteri l’ardua sentenza.
Data articolo: Mon, 01 Dec 2025 09:50:58 +0000Era questione di centimetri. Centimetri che separano la cronaca nera dal miracolo, la statistica dall’istinto di sopravvivenza. E nella notte fra il 28 e il 29 novembre, lungo la provinciale 235 che collega Lodi al casello autostradale, un ragazzo di 27 anni ha scoperto quanto sottile possa essere quel confine: sottilissimo, affilato come il guardrail che gli ha attraversato l’auto, dividendo la lamiera in due come fosse burro caldo.
È un tratto di strada che chi vive la zona conosce bene: scorrevole, poco illuminato, tradito spesso dall’asfalto che sotto la pioggia diventa una lastra di sapone. E proprio lì, poco prima dell’una, il giovane perde il controllo della propria vettura. L’uscita di strada è fulminea: la macchina scarta, slitta, punta l’ingresso di un distributore di carburante e va a schiantarsi contro la barriera metallica. Poi, il silenzio. O meglio, quello che resta dopo il boato.
Perché quello che accade in quegli istanti ha dell’incredibile: il guardrail sfonda il frontale, entra nell’abitacolo, passa esattamente tra il sedile del conducente e quello del passeggero, come una lama chirurgica che taglia il metallo ma risparmia l’uomo. Una dinamica che, vista dall’esterno, suggerirebbe tutto tranne che una sopravvivenza possibile. E invece il ragazzo è lì, incastrato, sì, ferito, certo, ma incredibilmente vivo. Quasi illeso. È rimasto fuori dalla traiettoria letale per pochi centimetri: la distanza fra la tragedia e la salvezza di cui parleranno per giorni Vigili del Fuoco, sanitari e agenti arrivati sul posto.

Il lavoro dei pompieri è un’operazione di alta precisione, lunga e complicata. Cesoie e divaricatori mordono le lamiere per creare un varco, un passaggio sicuro che permetta ai soccorritori di estrarre il 27enne senza provocare ulteriori danni. La scena è quella classica di un incidente ad altissima energia: l’auto è ridotta a un groviglio irriconoscibile, un mosaico di metallo contorto che racconta meglio di qualunque perizia la violenza dello schianto. Eppure, al centro di quel caos, un corpo ancora integro, una vita ancora lì.
Una volta liberato, il giovane viene affidato ai sanitari: è cosciente, risponde, si muove. Viene trasportato in codice giallo all’ospedale Humanitas di Rozzano. È un codice che, osservata la scena, sembra quasi una vittoria. Le sue condizioni non destano preoccupazioni: ferite, contusioni, una notte che non dimenticherà mai, ma nessun quadro clinico grave. Un epilogo che ha più il sapore del lieto fine che della cronaca d’urgenza.
Mentre la vettura, ormai irrecuperabile, viene rimossa e l’area resa sicura, iniziano gli accertamenti. Gli agenti della questura di Lodi devono chiarire la dinamica esatta: la pioggia, l’asfalto viscido, l’orario notturno sono variabili concrete. Ma non è escluso che altri fattori – una distrazione, una manovra d’emergenza, un’insidia del manto stradale – abbiano contribuito allo sbandamento.
La provinciale 235, del resto, è un tratto noto agli automobilisti: trafficata, veloce, e quando le condizioni meteo peggiorano diventa un banco di prova severo per chi la percorre. Resta un dato, quello che rimbalza con più forza: a volte la sorte decide di piegare il metallo e non la vita. E questa volta, per pochissimi centimetri che valgono come una sentenza ribaltata all’ultimo secondo, ha scelto così.
Data articolo: Mon, 01 Dec 2025 08:48:36 +0000Una delle storie più affascinanti dell’automobilismo, che ha segnato l’inizio di una rivalità e la crescita dell’eccellenza italiana nel mondo delle quattro ruote. La nascita del marchio Lamborghini nasce nel dopoguerra, dall’intuizione di trasformare vecchi mezzi militari in trattori robusti, accessibili e pronti a durare per anni. Una visione di un meccanico con grandi ambizioni che l’ha trasformato in uno degli imprenditori più importanti della ripartenza economica italiana.
Eppure, sotto quell’immagine da industriale c’era un cuore che batteva più forte per i motori sportivi che per le macchine agricole. È da quel battito che, qualche anno dopo, sarebbe nata la Lamborghini 350 GT, la prima vera auto di Sant’Agata Bolognese e l’inizio di una dinastia destinata a cambiare la storia delle supercar.
Ci troviamo alla fine degli anni 50 e, come spesso accade ai grandi appassionati, il successo economico di Ferruccio Lamborghini apre la porta alle sue voglie più autentiche. Così il suo garage si inizia a popolare di Mercedes, Maserati e, soprattutto, due Ferrari che rappresentano il sogno di qualunque automobilista del periodo (e non solo). Il Cavallino però non trova in Ferruccio un cliente qualsiasi. Bensì un uomo abituato a smontare, capire e migliorare ogni cosa. Ed ecco che quei due gioielli rossi, pur affascinandolo, iniziano presto a mostrare difetti che a lui proprio non vanno giù. In particolare quando l’uso diventa intensivo la frizione di entrambe non regge le sollecitazioni e varie volte Ferruccio si ritrova a dover portare le proprie vetture a Maranello per cambiare il pezzo. A quel punto, stufo della fragilità della frizione, decide di adattare una di quelle in dotazione ai suoi trattori, risolvendo cosi il problema.
Come raccontato da Tonino Lamborghini, tutto parte da una discussione con Enzo Ferrari, al quale Lamborghini fa notare il difetto alla frizione e la possibile soluzione, per poi venire liquidato bruscamente con una frase diventata parte del mito: “Non sai guidare le mie automobili. Al massimo guida i tuoi trattori.†A quel punto Ferruccio torna a casa e in preda al risentimento prende la decisione di iniziare a prodursi da solo le auto che voleva. Certo però che per un progetto del genere serve un investimento notevole anche per le casse di Lamborghini, e cosi decide di utilizzare la quota destinata alla pubblicità con la convinzione di poter scuotere il mondo mediatico talmente tanto da compensare l’assenza di cartelloni pubblicitari, e cosi sarà .
Per costruire una grande automobile, Ferruccio sa che il punto di partenza non può che essere il motore. E per realizzare un motore che faccia davvero la differenza, in quel momento c’è un nome sopra tutti: Giotto Bizzarrini. Quando Lamborghini gli chiede un V12 capace di superare i 350 CV, l’ingegnere toscano pensa subito in grande. Sviluppa infatti un V12 in grado di sfiorare i 360 CV a 9.000 giri. Un prodigio tecnico sicuramente, ma non adatto a una Gran Turismo, l’auto che ha in mente Lamborghini.

Così ci pensa Paolo Stanzani a renderlo più civile, presente ai bassi regimi, senza però spegnerne il carattere. Ecco pronto il cuore della futura 350 GT: un motore in grado di ruggire, ma anche accompagnare in un viaggio elegante. La sintesi perfetta della visione di Ferruccio.
Una volta costruito il cuore, serve una carrozzeria scultorea che possa conquistare e stupire. Per questo compito il nome scelto è una delle matite più famose del panorama italiano: Franco Scaglione. Ha già firmato l’Alfa Romeo Giulietta Sprint e, poco dopo, disegnerà le forme della 33 Stradale. Con la 350 GT dà vita a un’auto dalle proporzioni bilanciate, sinuosa ma senza eccessi, con un’eleganza quasi inglese e una pulizia formale che segue i canoni stilistici del periodo. La linea lunga, il cofano imponente, i fari carenati: ogni dettaglio racconta l’idea di un’auto potente ma gentile, veloce ma non arrogante. Una Gran Turismo nel senso più autentico del termine.
Il mondo vede per la prima volta la Lamborghini 350 GTV — il prototipo della futura GT — al Salone di Torino del 1963. Un’auto dal fascino elegante e aggressivo, ma non definitivo. Il prototipo infatti non è pronto, manca un tergicristallo, i sedili sono troppo rigidi e vicini al volante, ma soprattutto il V12 non entra sotto il cofano e viene esposto a parte. Una scelta sorprendente che mostra quanto sia acerbo il progetto.
Eppure basta. Basta il design e la promessa del V12, basta l’ambizione. La 350 GTV attira l’attenzione di tutti e diventa chiaro come Lamborghini sia entrato nel settore che appena qualche mese prima non gli apparteneva. Così Ferrari scopre di avere un nuovo rivale.

Con lo stabilimento di Sant’Agata Bolognese ultimato, Lamborghini passa all’azione. Quando nel 1964 presenta la Lamborghini 350 GT, il progetto ha ritrovato equilibrio e maturità . Tutti gli errori del prototipo sono stati corretti: il V12 entra finalmente al suo posto, la postura di guida è più accogliente, la vettura è costruita con un’attenzione artigianale degna del settore con cui compete.
La produzione d’altro canto è molto limitata, poco più di 130 esemplari, compresi alcuni iniziali modelli 2+1 con un sedile posteriore centrale poi abbandonato. Ma la 350 GT fa ciò che doveva fare: dimostrare che Lamborghini non è un intruso, ma un nuovo protagonista nel panorama delle auto sportive. La genesi di una stella, quella sotto la quale avrebbe preso forma una delle dinastie V12 più celebri della storia dell’automobile.
Il passo successivo è naturale. La 350 GT piace, ma serve qualcosa in più. Nel 1966 arriva quindi la Lamborghini 400 GT, un’evoluzione più potente e più matura.
Come si intuisce dal nome, il motore cresce a 4 litri, raggiunge i 320 CV e utilizza un cambio con sincronizzatori Porsche. Esteticamente la linea rimane fedele all’originale, ma cambiano i fari — ora due coppie di proiettori rotondi — e vengono ritoccati paraurti e mascherina. Dentro, arriva la vera novità : l’allestimento 2+2, con due strapuntini posteriori che rendono la 400 GT più versatile e soprattutto più appetibile per chi cerca una Gran Turismo elegante ma pratica.
Col passare degli anni, la 350 GT e la 400 GT vedono crescere la propria aura. Prima vengono scelte da attori, musicisti e personaggi del jet set — celebre la 400 GT rossa di Paul McCartney. Poi, con il tempo, sono tornate sotto i riflettori delle aste internazionali e dei concorsi d’eleganza, nascondendosi nei garage dei collezionisti più facoltosi.
Oggi rappresentano non solo la nascita del marchio Lamborghini come costruttore di auto sportive, ma un esempio cristallino di ciò che erano gli anni Sessanta: un periodo in cui un imprenditore con un’idea poteva davvero sfidare i colossi e creare un’eredità eterna.
Data articolo: Mon, 01 Dec 2025 07:30:23 +0000Chi si aspettava un Hamilton protagonista dopo la disfatta delle precedenti uscite si è subito dovuto ricredere nelle qualifiche della Sprint Race. L’ex alfiere di punta della Mercedes, nonostante i limiti oggettivi della SF-25, appare molto più demotivato e lento rispetto al compagno di squadra. La 18esima casella nella griglia della SR in Qatar è giunta dopo l’ultima posizione allo start della tappa di Las Vegas e il disastroso weekend di Interlagos. La Ferrari è arrivata nell’area del Golfo Persico per affrontare la doppia sfida di Lusail con l’obiettivo di tenere vive le speranze di una seconda posizione in classifica costruttori.
Il Gran Premio del Qatar ha previsto una singola sessione di libere. L’asfalto è risultato sporco e si è evoluto con il passaggio progressivo delle monoposto. Le vetture sono scese in pista con gomme medie come da regolamento nel SQ1. Charles è riuscito ad avanzare, mentre Hamilton è rimasto escluso con il 18° tempo. Senza contare le Alpine, l’anglocaraibico è arrivato ultimo, ancora una volta, mostrando un atteggiamento intollerabile anche davanti alle telecamere con risposte a monosillabi. La pista ha continuato a essere in evoluzione e tutti i piloti si sono adattati alle difficili condizioni dell’asfalto.
Charles si è dovuto accontentare di partire dalla nona posizione della griglia. Oscar Piastri ha siglato il miglior tempo e in seconda posizione si è infilato a sorpresa il pilota della Mercedes George Russell, davanti all’altra McLaren di Norris. Max Verstappen ha faticato nelle qualifiche della Sprint Race e si è lamentato delle performance della sua Red Bull Racing, chiudendo dietro ad Alonso e addirittura a Tsunoda, in sesta posizione. L’australiano, dopo tanti weekend negativi, è scattato dalla pole e ha tenuto con estrema facilità la testa della corsa. Piastri non è mai stato impensierito da George Russell. La gara dell’asso della Mercedes è stata ottima, girando tra le due MCL39. Norris si è difeso nella prima parte di SR dagli attacchi di Verstappen che si è fatto vedere nei suoi specchietti in un paio di circostanze.
L’olandese della Red Bull Racing è scattato benissimo nella SR, grazie anche all’aiuto del teammate Tsunoda, ed è giunto quarto al traguardo. La SF-25 è stata disastrosa anche nelle mani di Leclerc, tredicesimo al traguardo e senza ritmo. Hamilton ha chiuso diciassettesimo la SR. Non è riuscito a trovare la quadra e dopo il traguardo ha tuonato: “Non so come sia possibile aver peggiorato la macchina”. Leclerc, superata la bandiera a scacchi, ha dichiarato via radio: “Io al primo giro ho pensato di metterla a muro”.
Nelle qualifiche del GP del Qatar Lewis Hamilton è stato subito eliminato in Q1. L’assetto giusto non è stato trovato. Oltre al n.44 della Ferrari ha deluso anche Tsunoda, brillante sia nelle qualifiche Sprint che nella SR conclusa in quinta posizione. Charles Leclerc, protagonista di un pericoloso testacoda, ha registrato il decimo tempo a un secondo abbondante dal poleman australiano. Giro della vita di Piastri che è riuscito a beffare il compagno di squadra che ha abortito l’ultimo tentativo per un errore nel primo settore, Max Verstappen e George Russell. Il quattro volte iridato della Red Bull Racing è partito dalla parte pulita, dallo stesso lato del numero 81.
Verstappen si è infilato alle spalle di Piastri, scavalcando al via Norris. Super aggressivo l’asso della Red Bull Racing che ha bruciato il rivale. Alle spalle dei primi tre sono sfidati Antonelli, Sainz, Alonso e Russell. Leclerc ha perso una posizione, mentre la gara di Hamilton è stata improntata su una utopistica rimonta su gomme soft. Al settimo giro si è fermato Max Verstappen, spinta ai box da una SC per un crash tra Gasly e Hulkenberg, poi a ruota le Mercedes, le Ferrari e tutte le altre scuderie. Sono rimaste fuori le due McLaren con una tattica suicida che ha favorito il nativo di Hasselt. L’ex numero 33 si è fermato al giro 33 per la seconda sosta, montando le mescole dure. Lando Norris ha avuto un problema con il fondo a causa di un errore in Curva-15 ed è giunto quarto. Settantesima vittoria in carriera per Verstappen, davanti a Piastri a Sainz. Leclerc ha chiuso ottavo, mentre il compagno quarantenne ha concluso dodicesimo.
Max Verstappen: 9 – Una risposta da leone ferito, dopo una difficile SR e un assetto sbagliato a inizio weekend. Non si arrende l’olandese (-14 da Norris) che spingerà al massimo anche ad Abu Dhabi. Il figlio d’arte di Jos ha sfruttato la SC per l’incidente tra Gasly e Hulkenberg e la sua gara è cambiata. In ogni caso era stato brillante al via con un sorpasso su Lando e ha concluso con una P1 da applausi. Vittoria n.70 in carriera.
Oscar Piastri: 8,5 – Finalmente è tornato protagonista dopo mesi di gare incolore. Lusail è uno dei suoi tracciati preferiti e lo si è capito subito nelle qualifiche della Sprint Race. L’australiano ha vinto senza patemi la gara breve ma è arrivato secondo nella sfida più importante. Ha perso la sua chance ed è scivolato alle spalle di Max e a -16 dal teammate.
Carlos Sainz: 8 – Gara solida, proprio come quella di Baku. L’ex pilota della Ferrari ha superato al via Russell dopo una splendida qualifica. Poi non ha commesso errori e non ha mai mollato la quarta posizione che poi è diventato terza grazie ai problemi di Norris. Il madrileno sta chiudendo bene la stagione dopo una prima parte di annata avara di soddisfazioni. Due podi contro gli zero di Hamilton dovrebbero far riflettere Vasseur ed Elkann.
Lando Norris: 5 – Dopo un filotto di risultati positivi il leader della classifica ha sentito la pressione e ha sbagliato l’ultimo tentativo della qualifica, la partenza, facendosi superare da Verstappen, e si è procurato un danno, perdendo anche il podio. La McLaren ha commesso l’errore di non fermare i piloti al settimo giro, non differenziando la strategia. Hanno effettuato quel pit stop in 17, tranne le MCL39 ed Ocon, così facendo i tecnici di Woking si sono esposti alla rimonta beffarda di Verstappen. Offrirà da bere a Kimi Antonelli per quei 2 punticini in più raccolti a sorpresa.
Alexander Albon: 3 – Nella seconda parte di campionato non ci sta capendo più nulla al volante della FW47. Per il settimo GP di fila non è riuscito ad andare a punti. Il terzo posto del teammate gli farà male. Ora il vantaggio sullo spagnolo è minimo in classifica.
Lewis Hamilton: 2 – Altra gara pietosa di un campione che sembra finito. La SF-25 si è confermata inguidabile anche nelle mani di Leclerc, ma l’anglocaraibico ci sta mettendo del suo. Non si è mai schiodato dalla parte bassa della classifica, chiudendo in dodicesima posizione. Oramai sta contando i giorni alla fine della sua prima stagione con la Scuderia Ferrari.
Data articolo: Mon, 01 Dec 2025 07:05:17 +0000Il 01 dicembre 2025 sono previsti 2 scioperi che interesseranno il settore dei trasporti e delle infrastrutture in Italia. Nello specifico, gli scioperi riguarderanno sia il trasporto aereo che la sicurezza e la circolazione stradale. Di seguito tutti i dettagli relativi agli scioperi in programma nelle differenti aree geografiche.
È indetto uno sciopero di 4 ore: dalle 10.30 alle 14.30 per il settore aereo, con rilevanza interregionale. Lo sciopero riguarda il personale della società ASC Handling dell’Aeroporto di Catania Fontanarossa. L’iniziativa è stata proclamata dal sindacato OSP UGL-TA e coinvolge la categoria personale Soc. ASC Handling. Lo sciopero avrà luogo su tutto il territorio nazionale.
È indetto uno sciopero di 4 ore a fine turno per il settore della circolazione e sicurezza stradale. Lo sciopero interessa tutto il personale del Consorzio Autostrade Siciliane, con rilevanza regionale in Sicilia e su tutte le province. I sindacati che hanno proclamato lo sciopero sono OSR FILT-CGIL, FIT-CISL, UILT-UIL. La categoria coinvolta è il personale Consorzio Autostrade Siciliane.
Fonte: Mit
Data articolo: Mon, 01 Dec 2025 07:00:00 +0000