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Il 12 dicembre 2025 la situazione del traffico in Italia è caratterizzata da numerosi cantieri con chiusure temporanee di allacciamenti e svincoli, in particolare sulla A1 Milano-Napoli e sulla S.S. 9 Via Emilia a Bologna. Le condizioni meteo difficili, con nebbia in alcune tratte autostradali, complicano ulteriormente la viabilità . Per esempio, l’uscita di Piacenza Sud sulla A1 è chiusa per lavori, mentre sulla A4 tra Dalmine e Seriate si registrano code a tratti a causa del traffico intenso. Nel dettaglio, vediamo le segnalazioni per tratta.
21:03 – Milano-Napoli
L’uscita di Piacenza Sud è chiusa al traffico fino alle 05:00 del 13/12/2025 per lavori.
Direzione in entrambe le direzioni
Uscita consigliata provenendo da Piacenza Sud / Bologna: Fiorenzuola su A1 Milano-Napoli. Uscita consigliata provenendo da Milano: Bivio Complanare/A21 Torino.
21:03 – Milano-Napoli
Piacenza Sud in entrata è chiuso al traffico fino alle 05:00 del 13/12/2025 in entrambe le direzioni per lavori.
Direzione in entrambe le direzioni
Entrata consigliata verso Milano: Piacenza Ovest su A21 Torino-Piacenza-Brescia. Entrata consigliata verso Piacenza Sud / Bologna: Piacenza Ovest su A21 Torino-Piacenza-Brescia.
21:02 – Milano-Napoli
Chiuso al traffico Bivio A1/Fine Complanare Piacenza fino alle 05:00 del 13/12/2025 provenendo da Bologna verso Piacenza Sud / A21 Torino-Brescia per lavori.
Direzione Milano
Entrata consigliata verso Piacenza Sud / A21 Torino-Brescia : Basso Lodigiano. Uscita consigliata provenendo da Bologna: Basso Lodigiano.
20:26 – Milano-Napoli
Nebbia A Banchi tra Colleferro e Anagni con visibilità 130 metri.
Direzione in entrambe le direzioni
La tratta interessata va dal chilometro 592.9 al chilometro 603.9 per una lunghezza di 11 km.
19:45 – Milano-Napoli
Nebbia A Banchi tra Pontecorvo e San Vittore con visibilità 100 metri.
Direzione in entrambe le direzioni
La tratta interessata va dal chilometro 658.9 al chilometro 679.0 per una lunghezza di 20.1 km.
19:42 – Firenze-Pisa Nord
Nebbia A Banchi tra Prato est e Montecatini Terme.
Direzione in entrambe le direzioni
La tratta interessata va dal chilometro 9 al chilometro 39 per una lunghezza di 30 km.
20:37 – Bologna-Padova
L’area di servizio Castel Bentivoglio ovest è chiusa fino alle 08:00 del 13/12/2025 per lavori.
Direzione Bologna
20:50 – Torino-Trieste
Code a tratti tra Dalmine e Seriate per traffico intenso.
Direzione Trieste
La coda va dal chilometro 167.8 al chilometro 179.1 per una lunghezza di 11.3 km.
21:05 – S.S. 9 Via Emilia
Chiuso al traffico Bivio SS 9/Tangenziale Bologna fino alle 05:00 del 13/12/2025 provenendo da Bologna verso Bologna Borgo Panigale per lavori.
Direzione da Bologna
Entrata consigliata verso Bologna Borgo Panigale: Svincolo San Giovanni in Persiceto su Racc.Borgo Panigale-Tang.Bologna.
21:04 – Complanare di Bologna
Chiuso al traffico Svincolo SS 9 Via Emilia fino alle 05:00 del 13/12/2025 provenendo da Complanare di Bologna verso Modena per lavori.
Direzione Bologna Borgo Panigale
Uscita consigliata provenendo da Complanare di Bologna: Svincolo San Giovanni in Persiceto.
Fonte: Autostrade per l’Italia
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 20:08:00 +0000La notizia che nessuno tra gli appassionati di endurance voleva leggere è diventata realtà : l’avventura di Valentino Rossi nel WEC finisce qui. BMW M Motorsport e Team WRT hanno deciso di escludere il Dottore dalla line-up LMGT3 2026, chiudendo un progetto iniziato appena due anni fa e nato attorno al numero più iconico nella storia dello sport italiano: il 46. Una scelta dura, drastica, quasi sorprendente, che arriva nel momento in cui il Mondiale stava entrando in una nuova era di stabilità tecnica e popolarità globale. E ora tutti si chiedono: perché è successo davvero? E soprattutto: che ne sarà della carriera automobilistica di Valentino Rossi?
La decisione è ufficiale. Con il contratto in scadenza a fine 2025, BMW non solo non ha rinnovato l’accordo, ma ha sancito la conclusione del rapporto con Rossi sia in GT3 che in Hypercar.
È una doppia chiusura, il programma LMGT3 2026 proseguirà senza di lui e la porta della LMDh già stretta negli ultimi mesi e accostata nelle ultime settimane è stata definitivamente sbarrata. Eppure Valentino non era un semplice pilota nel progetto BMW, era il volto mediatico, l’unico pilota che aveva portato una fetta di pubblico totalmente nuova nell’endurance, un magnete per sponsor e visibilità . Il progetto era cresciuto attorno a lui, attorno alla BMW M4 GT3 numero 46. E invece stop, fine dei giochi, fine della favola, fine del capitolo.
Il paradosso? Rossi nel WEC non aveva affatto deluso. Il 2024 e il 2025 avevano mostrato un pilota competitivo, costante, veloce soprattutto sui long run e affidabile nei doppi stint. Il curriculum di questi due anni parla chiaro: Podio a Imola; podio al Fuji; podio al COTA; secondo posto sfumato a Imola 2025 per una penalità discutibile; Le Mans 2025: con qualifica tra i migliori, gara da protagonista fino al guasto elettrico notturno che ha reso la M4 pericolosa da guidare. E non basta. Fuori dal WEC, Valentino ha collezionato una delle sue stagioni migliori: Tre vittorie sprint nel GT World Challenge Europe; Podio alla Bathurst 12 Ore; Vittoria nella 8 Ore di Indianapolis. Risultati concreti, costanti, da pilota vero. Eppure non sono bastati. C’è altro.
Il vero nodo della questione è uno, Valentino Rossi voleva la Hypercar. BMW non gliel’ha data. Tutto il suo percorso nell’endurance aveva un obiettivo finale, arrivare nella categoria regina, guidare la BMW M Hybrid V8, provare almeno un anno da protagonista assoluto nel WEC. La prova nei rookie test lasciava pensare che il percorso fosse avviato. Poi, invece, il gelo. BMW ha confermato la propria struttura Hypercar senza lasciare nemmeno uno spiraglio. Per un pilota e un brand del suo peso, la sensazione è stata chiara, il progetto per Rossi si era fermato. E non per limiti tecnici.
Difficile avere la versione integrale dei fatti, ma tre sono gli scenari che appaiono i più probabili. Su tutti, le scelte interne alla line-up BMW. La casa tedesca sta investendo in giovani piloti sport-prototype e in figure già pronte da anni. Il WEC 2026 è un campionato più tecnico che mediatico. La priorità ? Performance pura. Altra spiegazione, una strategia di comunicazione diversa. Nel 2024 e 2025 Rossi ha portato un’enorme visibilità , è vero. Ma BMW sembra aver puntato per il futuro su una narrativa meno “celebrity-driven” e più in linea con la filosofia endurance tradizionale. Oppure, da non sottovalutare ma delicate questioni politiche nel paddock WEC potrebbero aver influenzato la partnership. L’endurance vive una fase cruciale, con l’ingresso di tanti costruttori. Le dinamiche politiche sono più complesse che mai. La sensazione è che BMW abbia preferito chiudere una parentesi incerta piuttosto che gestire un anno di transizione con un 46 rumoroso e non destinato alla Hypercar.
Il WEC per ora si chiude. E questa è una notizia enorme. Ma Valentino non appende certo il casco al chiodo. Il suo futuro immediato sembra puntare verso ciò che ha già dimostrato di saper fare molto bene, tornare a tempo pieno nel GT World Challenge. È l’ambiente che lo valorizza di più: gare sprint, gare endurance, format che esaltano la guida pulita e costante del Dottore. Qui Valentino ha già trovato stabilità , performance e un pubblico fedele.
La 24 Ore di Le Mans? Non è escluso niente. Un invito speciale per Le Mans 2026, magari con una squadra diversa, è un’opzione concreta. La guest star Valentino Rossi fa gola a molti team, e Le Mans resta un sogno che il Dottore vuole ancora inseguire.
Questa è forse la parte più interessante dell’intera vicenda. Perché se Rossi perde una possibilità , il WEC perde molto di più. La presenza del 46 aveva portato un pubblico nuovo, giovane, attivo sui social, un incremento evidente della visibilità della classe GT a livello europeo, sponsor e media che non avevano mai guardato il WEC prima e un’attenzione internazionale che pochi altri piloti possono generare. Il Mondiale Endurance aveva trovato, grazie a Rossi, una sorta di volto pop in grado di parlare oltre gli appassionati puri. Ora quel volto scompare. Proprio mentre la serie entra in una delle sue fasi più importanti degli ultimi dieci anni.
L’avventura mondiale di Valentino Rossi non è stata un flop. Resta una storia incompiuta, e proprio per questo rimarrà nella memoria collettiva. Il 46 ha dimostrato di essere competitivo in un ambiente nuovo, complesso, a 46 anni. Ha sfiorato risultati di rilievo, ha attirato pubblico, ha portato energia in un paddock che spesso vive nell’ombra dei prototipi. E ora? Ora resta la sensazione che sia mancato l’ultimo passo. Che il salto in Hypercar fosse più un traguardo simbolico che una reale impossibilità . Che la storia avrebbe meritato un capitolo finale più epico, più coraggioso, più alla Valentino Rossi.
Forse non vedremo il 46 sfrecciare in Hypercar. Forse il WEC 2026 dovrà rinunciare a uno dei suoi personaggi più riconoscibili. Ma chi conosce Valentino sa che questo non è un addio. È un bivio. E ogni bivio, nella carriera di Rossi, ha sempre portato a un nuovo inizio. Il mondo GT lo aspetta. Le Mans lo aspetta. E i tifosi, quelli non hanno mai smesso di seguirlo. Il numero 46 non è sparito e non sparirà : ha solo cambiato pista. Ancora una volta.
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 15:42:02 +0000Il fronte della mobilità intelligente e aggressiva ha un nuovo, potente avamposto in Italia. Due giganti asiatici, forgiati nelle fucine del colosso Chery, irrompono nel segmento B2B con una mossa strategica che riscrive le regole del gioco per i professionisti italiani. OMODA & JAECOO annuncia l’avvio immediato dell’omologazione come autocarro (categoria N1) per le sue punte di diamante: il muscoloso Jaecoo 7 e l’ammiraglia Omoda 9.
Questa non è una semplice variazione burocratica, ma l’apertura di un varco normativo che trasforma questi veicoli in autentici beni strumentali, garantendo l’accesso a cruciali agevolazioni fiscali per i titolari di partita IVA. Un matrimonio diabolico e perfetto tra la versatilità inarrestabile del SUV e la convenienza tributaria.
La vera magia di questa operazione risiede nella sua rapidità , un blitz degno dei migliori strateghi. L’omologazione N1 è resa possibile grazie all’adozione di un kit specifico, approvato e fornito da GreenKar. Il dettaglio narrativo che fa la differenza, è l’assenza di stravolgimenti interni. Il kit, infatti, può essere installato presso qualsiasi officina della rete ufficiale OMODA & JAECOO in Italia, e richiede un tempo di lavorazione che non supera i trenta minuti. Questo è il dettaglio che aggiunge un fatto non da poco nel mercato: l’intervento è fulmineo, minimizzando il fermo macchina e massimizzando l’efficienza.
Ma c’è di più, ed è la parte che entusiasmerà il professionista esigente. Nonostante il cambio di categoria, la configurazione interna del veicolo rimane completamente invariata. I posti a sedere, il piano di carico, il comfort da autovettura (M1) restano intatti, smentendo i compromessi tipici dei veicoli N1 tradizionali. Questo significa che il professionista può godere del lusso e delle prestazioni di un SUV moderno, trasformandolo allo stesso tempo in un formidabile strumento che allenta il carico fiscale.
I modelli oggetto di questa operazione sono:
Il costo per l’acquisizione di questo vantaggio strategico è definito e trasparente: il kit è acquistabile direttamente in concessionaria al prezzo consigliato di 1.500 euro più IVA. A fronte di questo investimento nominale, si accede alla detraibilità fiscale come bene strumentale, purché sia rispettato il severo rapporto tecnico potenza/portata inferiore a 180 kW/t, condizione pienamente soddisfatta da questi modelli. Questa flessibilità non è irreversibile, poiché il veicolo può essere riportato senza penalizzazioni alla configurazione originale M1, mantenendo aperta ogni possibilità di rivendita o di utilizzo personale.
OMODA & JAECOO, marchio che fa capo al gruppo Chery, con questa mossa conferma una visione di mobilità che non ammette rigidità . È la dimostrazione che l’innovazione non si ferma alla meccanica o all’elettrificazione, ma si estende alla capacità di adattarsi con intelligenza alle esigenze del mercato professionale. L’Italia, con le sue fitte reti di partite IVA, riceve così un’opportunità concreta per unire efficienza operativa, prestazioni di livello superiore e vantaggi fiscali cruciali in un unico, inarrestabile veicolo. È la battaglia della versatilità , e i giganti cinesi sembrano aver trovato l’arma per conquistare il cuore (e il portafoglio) dei professionisti italiani.
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 14:29:25 +0000Il team principal francese della Ferrari ha cercato di smorzare le critiche verso la Scuderia per tutta la stagione. Se l’intento era quello di proteggere il gruppo di lavoro, non ha funzionato affatto, perché la frustrazione dei tifosi è cresciuta a dismisura. La Rossa non conquista un titolo piloti da diciotto anni e il tempo massimo è finito. Vasseur deve prenderne atto, perché un altro fallimento darebbe il via alla catastrofe sportiva.
Ripercorrendo la stagione 2025, si devono evidenziare le carenze della SF-25: fin dai test in Bahrain la SF-25 era inaccettabile, e in poche gare McLaren aveva già accumulato un vantaggio di cento punti. Troppi limiti strutturali, minimizzati in piccola parte dopo la pausa estiva. Momenti più positivi, come le prestazioni di Austin, Messico e Azerbaijan che vanno presi come episodi isolati, che di fatto non hanno cambiato il quadro generale delle cose.
E non si possono giustificare le difficoltà come ha fatto Vasseur. Troppo comodo pensare alla natura moderna della F1, estremamente serrata, dove un decimo di secondo può determinare dieci posizioni. Un piccolo errore in qualifica può far passare dalla sesta alla sedicesima posizione? Può pure essere. Ma in 24 Gran Premi più sei Sprint Race, la Ferrari ha chiarito solo un fattore: il progetto 2025 era fallimentare.
Il transalpino ha pure parlato della convergenza di prestazione, attribuendola in buona parte all’allocazione sul lavoro nella galleria del vento, scenario che ha favorito i team più arretrati sulla griglia. Anche questo è realtà , ma McLaren e Red Bull hanno saputo un alto livello, come Mercedes in tante occasioni, malgrado come il team italiano abbiano dovuto affrontare questo tipo di tematiche. Le scuse di Vasseur fanno acqua da tutte le parti.
Il prossimo anno il divario dovrebbe aumentare tra le varie scuderie? Probabilmente si. È questo il monito lanciato da Frederic Vasseur, convinto che il nuovo ciclo normativo metterà in scena questo tipo di panorama tecnico. Senza dubbio un cambio regolamentare di tale portata apre a scenari del tutto inattesi, una strategia peraltro fortemente voluta da Liberty Media e diretta da Stefano Domenicali in maniera impeccabile.
Ma il team principal della Rossa non può spostare l’attenzione su fattori esterni eludendo di riflesso le mancanze interne. Parlare di un futuro dove non ci saranno questi problemi per giustificare il passato di esito negativo non è corretto. Leclerc gli dà piena fiducia, e sostiene che per rendere effettivo il metodo Vasseur serva tempo che di fatto il francese non ha. Sì, perché parliamoci chiaro: un ulteriore passo a vuoto sarebbe fatale per Fred.
E non potrebbe essere altrimenti. L’analisi “non critica” verso se stessi del team principal transalpino non fa ben sperare. La decisione di fermare gli sviluppi 2025 per concentrarsi sul 2026 è solo la punta dell’iceberg di grandi problemi. Troppe cose non hanno funzionato, e limitarsi a giustificare errori isolati senza vedere il fallimento totale della stagione non sembra l’approccio mentale corretto verso un domani migliore.
Quanto letto si collega direttamente a Lewis Hamilton. L’inglese ha cercato di trasferire in Ferrari la cultura del lavoroaccumulata in Mercedes, proponendo dossier e nuove metodologie. Atteggiamento che si è scontrato con la resistenza interna e la mentalità del “Qua si è sempre fatto cosìâ€. Il britannico ha guidato una vettura molto fragile, sopportando un ambiente lavorativo poco incline al cambiamento.
Lewis può cambiare le sorti di un team? Evidentemente no, se invece di guidare deve trasformarsi in ingegnere, capo reparto e/o amministratore delegato. Senza dubbio tutte queste decisioni non spettano a lui, e anche per questo sappiamo che il team di Maranello non lo ha ascoltato per nulla. A questo punto ci si pone una domanda: perché l’inglese doveva essere un valore aggiunto anche fuori dall’auto e non lo è stato?
Di chi è la colpa? Se avesse superato in prestazione il compagno di squadra, il team italiano avrebbe considerato diversamente le sue indicazioni? No, non sarebbe cambiato nulla. I consigli di Hamilton potrebbero fare comodo eccome alla Rossa, ma al di là del fatto che il team lo abbia ascoltato o meno, il fattore preoccupante è che un pilota debba sentirsi spinto a correggere le impostazioni lavorative di un team.
Lewis non vuole fare il team principal, ma se la sua frustrazione lo porta a insistere per tutto il mondiale sempre sullo stesso tasto, è evidente quante lacune abitino Via Abetone Inferiore 4. Il contributo di un pilota risulta efficace quando un reparto tecnico è pronto a recepirlo. Si spera che partendo da un foglio bianco Vasseur abbia capito come organizzare un futuro che, se nuovamente fallimentare, potrebbe essere molto corto per lui.
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 13:51:08 +0000Il contenuto conta, ma oggi conta forse ancora di più il modo in cui ti sai raccontare. Stabilire una relazione di fiducia col pubblico richiede anche il giusto messaggero, e quel messaggero, per BMW Italia, si chiama Achille Lauro. Con una partnership strategica, la Casa automobilistica e il cantante italiano, uno dei massimi esponenti della sua generazione, danno vita a una partnership basata sull’affinità di valori: l’evoluzione continua e il controllo dell’immagine.
La carriera di Achille Lauro è stata caratterizzata fin dagli albori dallo spostamento dei confini, spesso culturali, e BMW è da tempo impegnata a raccontare la fascia alta della gamma attraverso un sistema dove stile, visione e posizionamento vanno di pari passo. Da qui nasce l’incontro, da una vettura tanto potente nella tecnologia quanto nel linguaggio adottato verso le nuove generazioni.
A Lauro competerà il ruolo di brand voice dell’alta gamma BMW in Italia. Un interprete del sentiero percorso dalla potenza bavarese, una figura chiamata a dare forma narrativa a un mondo fatto di modelli iconici, materiali ricercati e scelte stilistiche precise. Anziché rimanere ancorato nel perimetro della comunicazione istituzionale, il produttore tedesco punta su messaggi personalizzati per ottenere ascolto.
E quale cornice migliore della Prima della Scala per uscire allo scoperto? In uno degli eventi di maggiore risonanza dell’intero anno, ha preso il via la collaborazione, con BMW Italia che ha accolto Achille Lauro durante la serata inaugurale. In un periodo caldissimo per la musica popolare (non manca tanto al Festival di Sanremo 2026, diretto artisticamente e presentato da Carlo Conti), l’artista occupa il centro della scena nel suo stile.
Ma la partnership non si esaurisce in una presenza simbolica. La missione è costruire un dialogo nel tempo, basato su un approccio affine sia all’identità di BMW sia di Lauro, in cui la sperimentazione e la ricerca di strade innovative è all’ordine del giorno. Su questa base vedrà la luce uno storytelling articolato, pensato per svilupparsi nei prossimi mesi attraverso una pluralità di canali, tra cui eventi esclusivi legati ai modelli di maggiore richiamo della gamma BMW. In parallelo verranno portati avanti contenuti digitali e live experience per inserire l’auto in uno scenario narrativo ampio basato su design, performance e visione.
Sul valore delle scelte prende forma una strategia rivolta a un pubblico sensibile ai dettagli. In tal senso, il nome di Achille Lauro calza a pennello: un’icona della musica mai banale, aperta alla trasformazione costante di un’immagine talvolta controversa, ma sempre magnetica.
Dal canto suo, BMW rafforza il posizionamento nel comparto premium e conferma la sua propensione a sperimentare, senza mai perdere di vista né la clientela né ciò che rappresenta nell’immaginario comune. Attraverso una serie di tappe distribuite nel tempo, il progetto contribuirà a consolidare l’aura di eleganza contemporanea che circonda le vetture del costruttore tedesco. Sullo sfondo il gruppo continua a integrare il tema della sostenibilità nel racconto della propria attività come elemento strutturale. Pur provenendo da mondi diversi, i due percorsi condividono la stessa esigenza: restare riconoscibili mentre cambiano.
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 11:29:51 +0000Manca poco più di un mese al Motor Bike Expo 2026, in programma a Verona dal 23 al 25 gennaio. L’evento, punto di riferimento in Europa per la cultura motociclistica, torna negli spazi di Veronafiere con una proposta ampliata, pensata per appassionati, professionisti e operatori del settore. L’edizione 2025 aveva registrato una forte crescita e le attese per il nuovo appuntamento restano elevate.
La manifestazione conferma una struttura articolata, con oltre settecento espositori distribuiti su più di 120.000 metri quadrati. Otto padiglioni tematici e sei aree esterne dinamiche ospiteranno attività dal vivo, show, freestyle, incontri e sessioni di guida. Previsti anche i demo ride dei modelli 2026, che permetteranno ai visitatori la possibilità di provare le novità direttamente su strada.
Il Motor Bike Expo 2026 – come accaduto lo scorso anno – proporrà un calendario fitto di appuntamenti dedicati al mondo delle due ruote, con workshop, talk e incontri rivolti a chi desidera approfondire temi tecnici, tendenze e novità del settore. Gli spazi della fiera offriranno la possibilità di confrontarsi con piloti, responsabili delle case motociclistiche, preparatori affermati e organizzatori di eventi, raduni e viaggi. Accanto alle attività formative e agli incontri con i protagonisti, i visitatori potranno orientarsi tra migliaia di accessori, componenti, abbigliamento tecnico e capi lifestyle, creando un percorso personalizzato attraverso le diverse categorie merceologiche presenti.
Grande attenzione sarà dedicata anche alle aree tematiche, che accompagneranno il pubblico in un viaggio tra personalizzazione, turismo su due ruote, avventura, fuoristrada e competizioni in pista. La fiera offrirà occasioni nell’area shopping e in quella dedicata alle moto usate, oltre a un distretto riservato a scooter e motorini, pensato per esplorare modelli e soluzioni per la mobilità urbana. Non mancherà uno spazio dedicato alla cultura urban, con artisti, musica, collezioni e capi underground, mentre all’interno del quartiere fieristico saranno presenti numerosi punti food and beverage per completare l’esperienza dei visitatori.
Il Motor Bike Expo 2026 aprirà ogni giorno le porte al pubblico alle 09:00, fino alla chiusura prevista per le 19:00. Per organizzare al meglio la propria visita è consigliabile acquistare il biglietto online, così da velocizzare l’ingresso ed evitare le lunghe code di attesa. Veronafiere è facilmente raggiungibile sia in auto sia in moto: l’uscita Verona Sud dell’A4 dista circa due chilometri dal quartiere fieristico, mentre chi proviene dall’A22 può uscire a Verona Nord. La stazione di Verona Porta Nuova si trova a tre chilometri da Veronafiere, con collegamenti rapidi tramite taxi (5-6 minuti), autobus (10 minuti) o a piedi (circa 15 minuti).
Per chi arriva in moto è disponibile un parcheggio gratuito dedicato, accessibile da Porta C in via Silvestrini e riservato ai possessori di biglietto. Gli automobilisti possono invece utilizzare i parcheggi P1 Scalo Ferroviario, P2 Santa Teresa, P3 Ex Mercato Ortofrutticolo, P4 Multipiano e P11 in via Scopoli. Il biglietto online è disponibile a 21 euro più diritti di prevendita, mentre in cassa il prezzo è di 24 euro. La tariffa ridotta da 18 euro è destinata a giovani tra 8 e 13 anni, over 65, gruppi da almeno trenta persone e tesserati di club motociclistici. L’ingresso è gratuito per bambini fino a sette anni, forze dell’ordine e persone con disabilità con invalidità dal 67%, con ulteriori agevolazioni previste per accompagnatori. L’accesso ai cani è consentito, con indicazioni specifiche riportate sul sito ufficiale.
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 10:33:55 +0000Guidi in autostrada, il traffico procede come al solito e ti senti padrone della situazione, poi l’imprevedibile accade: un aereo cade dal cielo e ti piomba addosso. Detta così, sembra solo il frutto della vivace fantasia di uno sceneggiatore, abituato a scrivere delle scene d’azione, invece è un fatto di cronaca. L’incidente, avvenuto nel tardo pomeriggio di martedì 9 dicembre a Cocoa, in Florida, lungo la Interstate 95, sconvolge nella sua crudezza e sembra un miracolo il fatto che tutti ne siano usciti illesi (o quasi). Eccetto lo spavento, non si sono registrate conseguenze per il sollievo generale, anche degli utenti, che si interrogano sulle modalità dell’impatto.
Erano circa le 17:45 quando un piccolo aereo bimotore, impegnato in un volo di addestramento partito da Merritt Island, ha iniziato ad avere problemi al motore subito dopo il decollo. Il pilota, un ragazzo di 27 anni, ha tentato l’unica manovra possibile in situazioni così estreme: un atterraggio di emergenza, come spiega la Federal Aviation Administration in una nota ufficiale.
In quel tratto della contea di Brevard, la I-95 è una linea d’asfalto dritta e larga, apparentemente “utilizzabileâ€, ma brulica di veicoli in movimento. Nonostante abbia cercato di posare l’aereo tra le corsie, il pilota non è riuscito a evitare l’impatto, colpendo all’altezza del miglio 201 una Toyota Camry diretta verso sud.
Il conducente della Camry, di 57 anni, è stato estratto e trasportato in ospedale, dove la squadra di medici e infermieri ha avuto modo di occuparsi delle ferite lievi riportate dall’uomo, ed è surreale se guardiamo alla scena. Sia il pilota sia il passeggero, entrambi 27enni, sono usciti senza conseguenze, per un totale di tre persone coinvolte in un impatto che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto avere un esito molto diverso.
A riprendere l’episodio, un automobilista qualunque in viaggio insieme al figlio. Nel video notiamo l’aereo perdere quota, scendere troppo in fretta e troppo storto.
“Abbiamo visto l’aereo precipitare dal cielo. Ho pensato: speriamo che atterri di latoâ€
racconta il testimone a Spectrum News 13, che per un attimo ha creduto nelle capacità di pilota di raddrizzare la traiettoria e passare davanti alle auto, venendo però smentito:
“La ruota ha sbattuto proprio contro il retro dell’auto. Bumâ€
Qualcuno parlerà di eroismo, ma la fortuna ha inciso in maniera determinante. Da un punto di vista puramente teorico, l’autostrada rappresenta una soluzione d’emergenza, l’ultima risorsa disponibile in situazioni disperate, ma una variabile “sbagliata” – la brusca frenata di un’auto o una corsia occupata – può provocare un disastro.
Ora la palla passa al National Transportation Safety Board, che nel frattempo ha dato il via a un’indagine completa per ricostruire cosa sia successo prima e durante il tentativo di atterraggio. In particolare, gli investigatori stanno cercando le risposte nei primi minuti successivi al decollo, applicando il protocollo previsto per ogni incidente aereo. I dati su motore, manutenzione e decisioni prese in cabina permetteranno di stabilire cosa sia andato storto e perché, oltre a definire quanto margine reale avesse il pilota mentre eseguiva l’azzardata manovra di atterraggio sull’autostrada.
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 10:15:45 +0000Obiettivo raggiunto. Con una manovra lenta, fatta di trattative, pressioni politiche e messaggi mandati a Bruxelles, i politici tedeschi hanno ottenuto lo stop al bando delle auto termiche nel 2035. La Commissione europea è pronta a fare marcia indietro e cade anche l’ipotesi, circolata negli ultimi giorni, di una scadenza alternativa fissata al 2040. In altre parole, il divieto totale non ci sarà , i motori endotermici resteranno parte del panorama automobilistico europeo ancora a lungo.
A dirlo apertamente è Manfred Weber, leader del Partito Popolare Europeo, che alla Bild ha raccontato l’esito di un incontro con Ursula von der Leyen. Dal 2035 non si chiederà più alle Case di azzerare le emissioni delle loro flotte, ma l’obiettivo scende al 90%: poco in apparenza, in realtà la differenza tra un divieto categorico e la sopravvivenza dei sistemi tradizionali.
Weber è stato esplicito: se il target non è più del 100%, cambia la struttura del piano, come invocato anche dai nostri politici a più riprese, anche perché una posizione radicale offrirebbe il fianco ai produttori cinesi, già in forte ascesa. La totalità dei motori oggi costruiti in Germania potrà continuare a essere realizzata e venduta pure dopo il 2035, inseriti in una strategia complessiva di riduzione delle emissioni. Le dichiarazioni di Weber sono state confermate da un portavoce e riprese, senza smentite, da più testate tedesche.
La svolta dovrebbe essere annunciata ufficialmente martedì 16 dicembre. Secondo la Bild, l’accordo politico è già stato raggiunto nella notte e definito nei suoi punti essenziali. A pesare sulla decisione di Bruxelles non c’è stata solo la posizione del nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz, che sul tema ha mantenuto una linea ferma, ma anche una lettera congiunta firmata da Giorgia Meloni insieme ad altri capi di governo europei, tra cui il premier polacco Donald Tusk. Un fronte trasversale, unito da un interesse comune: evitare uno shock industriale difficile da assorbire.
Il linguaggio usato per raccontare questa retromarcia è significativo. Invece di chiamare la sconfitta del Green Deal, predomina il concetto di “neutralità tecnologica”: il Vecchio Continente ribadisce l’impegno sulla neutralità climatica, ma smette di imporre una sola tecnologia agli operatori di settore, che negli ultimi anni hanno investito miliardi sull’elettrico spesso soprattutto per obbligo normativo anziché per una reale convinzione.
Al di là , però, della retorica l’industria auto europea sta attraversando un periodo complicato, provocato da costi energetici elevati e da una domanda dell’elettrico inferiore alle previsioni. Con il settore già in affanno, un divieto categorico dal 2035 avrebbe messo a rischio decine di migliaia di posti di lavoro lungo la filiera, dalla componentistica ai fornitori, passando per la manifattura pura.
La nuova impostazione persegue la riduzione drastica delle emissioni, a prescindere dalla tecnologia specifica applicata dai vari marchi. Evolve il rapporto tra politica e industria, aperto alle manovre dei costruttori tra elettrico, ibrido avanzato, carburanti alternativi e soluzioni ancora in fase di sviluppo. Tutto è lecito, a patto di osservare le esigenze del Pianeta, troppo spesso messe in secondo piano dall’uomo negli ultimi secoli.
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 08:36:25 +0000Nella F1 moderna, la vittoria non si decide solo sul rettilineo più lungo o nelle curve più veloci del circuito. Ci sono secondi, anzi frazioni di secondo, che pesano quanto un giro intero. Parliamo dei pit stop, quei momenti in cui la monoposto si ferma in corsia box, cambia gomme e riparte come un lampo. Nel 2025, la Ferrari ha conquistato il premio ufficiale come miglior pit stop della stagione, confermandosi non solo velocissima, ma straordinariamente costante. Perché oggi, in F1, non basta essere veloci una volta: la ripetibilità è la chiave.
Un pit stop si può considerare ottimale se realizzato tra i 2.0 e i 2.2 secondi. Tempi simili a quelli registrati dalla Ferrari in questa stagione, con alcune soste certificate dalla FIA sotto i 2,5 secondi. Tempi da record, ma ciò che conta davvero non è il singolo sprint, bensì la capacità di replicare la performance gara dopo gara. La costanza nei box offre secondi preziosi alla strategia di gara, permettendo manovre come undercut e overcut, che possono ribaltare l’ordine in pista senza che il pilota debba rischiare in curva.
Dietro a questi record c’è un lavoro che dura mesi. I meccanici provano decine di volte ogni gesto nei simulatori interni, con vetture muletti e routine cronometrate. Ogni pistola, ogni dado, ogni sollevamento dell’auto è studiato e monitorato da sensori, microcamere e algoritmi di intelligenza artificiale. Ogni dettaglio, anche il più piccolo, è essenziale.
Negli anni ’50 e ’60, i pit stop erano momenti relativamente lunghi e pericolosi. Le soste potevano durare più di 10 secondi. Il carburante era versato manualmente, i cric tradizionali per sollevare le monoposto, pochi meccanici in azione. Più una pausa tecnica che un’opportunità strategica.
Con gli anni ’80 e ’90, l’introduzione dei dadi a sgancio rapido e di strumenti pneumatici, la specializzazione dei team e la centralizzazione dei ruoli hanno trasformato i pit in veri e propri atti di ingegneria. Un pit stop da record diventava non solo un obiettivo, ma parte integrante della strategia di gara.
Il 2019 resta l’anno simbolo della velocità estrema: la Red Bull Racing realizzò al GP Brasile uno stop da 1,82 secondi con Max Verstappen, grazie a una coreografia perfetta di venti uomini. Oggi, Ferrari, McLaren e Red Bull viaggiano intorno ai 2,0-2,2 secondi con una precisione che garantisce la ripetibilità e non solo il picco di velocità . Nel 2025 il pit più veloce lo ha fatto registrare la McLaren durante il GP d’Italia con Oscar Piastri fermo ai box per 1,91 secondi.
Considerando gli anni di F1 della storia moderna, come non menzionare il GP Gran Bretagna 2019 dove i meccanici della Red Bull Racing nel pit stop di Pierre Gasly fanno registrare il tempi di 1,91. Il precedente record apparteneva ad una sosta effettuata da Mark Webber, sempre per la scuderia austriaca, al GP USA 2013, in 1,92. La Williams aveva eguagliato la stessa prestazione nel GP Europa 2016, per un cambio gomme di Felipe Massa. Il record è stato nuovamente battuto due settimane più tardi nel corso del GP Germania 2019 sempre dai meccanici della Red Bull Racing, per un pit stop di Max Verstappen, in 1,88. Al GP Brasile 2019, come già descritto in precedenza, il record viene ancora una volta infranto, sempre dai meccanici della Red Bull Racing e sempre per un pit stop di Max Verstappen, con un tempo di 1,82. Nel GP Qatar 2023 viene stabilito il nuovo primato mondiale dai meccanici della McLaren per un pit stop di Lando Norris, con un tempo di 1,80.
Ogni pit stop è una coreografia studiata nei minimi dettagli. Oggi ci sono anche gli algoritmi dell’Intelligenza Artificiale che rielaborano migliaia di dati in tempo reale e sono pronti a consigliare quando. La chiamata al box deve arrivare nel momento perfetto, considerando posizione in pista, traffico, stato delle gomme e strategia degli avversari. Una volta che la vettura entra in corsia, i meccanici hanno meno di un minuto per posizionarsi e completare ogni fase.
Le pistole pneumatiche sono collegate a centraline che comunicano in tempo reale con l’ingegnere di pista. Sensori sulla pressione e rotazione dei dadi rilevano eventuali anomalie. Microcamere tracciano il movimento dei meccanici e il software analizza ogni millesimo di secondo. Dopo la gara, il reparto performance analizza i dati, rivedendo video al rallentatore e incrociando informazioni da sensori e telemetria, così da eliminare qualsiasi margine di imprevisto. Squadre come Ferrari stanno introducendo sistemi di machine learning e computer vision per analizzare ogni pit stop, generando report in pochi minuti e ottimizzando il lavoro già durante la gara successiva. Non si tratta più di pura manualità , ma di integrazione tra tecnica, strategia e tecnologia.
Con un pit sotto i 2,5 secondi, come quelli mostrati dalla Ferrari nel 2025, il team non punta solo al record singolo: punta alla costanza. Perché in uno sport dominato da microvariabili, la ripetibilità è decisiva. Una sosta veloce ma imperfetta può costare una vittoria, mentre una media di pit veloci e affidabili può diventare un’arma segreta per l’intera stagione. Il box, così, diventa un teatro dove strategia, psicologia e fisica si incontrano. L’abilità dei meccanici è determinante, ma ogni azione è supportata da dati, software e analisi predittiva. Non è un caso che la Ferrari abbia vinto il premio 2025, non ha realizzato il pit stop più veloce della stagione, ma una serie dei più affidabili, un indicatore chiave della professionalità del team.
Se negli anni ’60 un pit stop era solo funzionale, oggi è un vero spettacolo da guardare in tv. La sincronia, l’abilità e la tensione accumulata in pochi metri di corsia box creano momenti di adrenalina pura. Il pubblico applaude la precisione dei meccanici tanto quanto la guida del pilota, perché sa che in quei secondi si decide la storia della gara. E la Ferrari almeno in questo, non delude mai. Ogni GP diventa l’occasione per mostrare una coordinazione quasi teatrale. Dal sollevamento dell’auto, al serraggio dei dadi, al gonfiaggio delle gomme. Tutto è cronometrato, tutto è eseguito con cura maniacale.
Cosa ci riserva il futuro? Si parla di sistemi di IA sempre più sofisticati, sensori miniaturizzati e simulazioni in tempo reale. Si potrà forse scendere sotto i 2 secondi? Forse. Ma la vera sfida resterà la sicurezza e la ripetibilità . In fondo, la F1 non è solo velocità pura: è precisione, strategia e ingegno umano. Ogni anno, i pit stop diventano sempre più decisivi, e nel 2025 la Ferrari ha mostrato che la sua eccellenza non è casuale. Non basta la velocità : serve coordinazione, preparazione e costanza. In una stagione lunga e imprevedibile, la corsia dei box può essere l’ultima frontiera del dominio digitale e umano in F1.
In un mondo dove decimi di secondo possono decidere un Mondiale, i pit stop della Ferrari 2025 sono la dimostrazione che la F1 è molto più di curve e rettilinei. È un intreccio di tecnologia, psicologia e coordinazione umana. Ogni sosta perfetta racconta la storia di anni di allenamenti, analisi dati e perfezionamento. Il premio per il miglior pit stop della stagione non celebra solo la velocità , ma anche la capacità di fare squadra, di anticipare ogni movimento, di trasformare una frazione di secondo in vantaggio competitivo. E in questa stagione 2025, la Ferrari ha dimostrato che nei pit stop, come in pista, ogni dettaglio conta e ogni secondo può scrivere una storia nuova.
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 08:10:43 +0000Il 12 dicembre 2025 in Italia sono stati proclamati due scioperi nel settore dei trasporti, con iniziative che coinvolgono sia il territorio nazionale che quello regionale lombardo. Di seguito forniamo i dettagli relativi agli scioperi previsti, con una panoramica sulle aree geografiche coinvolte, sulle compagnie interessate, sugli orari e sulle modalità di svolgimento.
Per tutta la giornata del 12 dicembre 2025, su tutto il territorio nazionale (Italia), è stato indetto uno sciopero generale dei settori pubblici e privati (anche in appalto e strumentali). La protesta, organizzata dal sindacato CGIL, coinvolge numerosi comparti tra cui il ferroviario (con orario dalle 00:01 alle 21:00), il settore taxi, il trasporto NCC, il settore marittimo, i porti, la circolazione e sicurezza stradale, e la logistica e merci con differenti modalità a seconda del servizio. Le modalità di adesione variano per settore, ma diverse attività verranno sospese o alterate durante l’intera giornata.
Il 12 dicembre 2025, in Lombardia, è previsto uno sciopero nel settore della circolazione e sicurezza stradale che interessa tutto il personale della Società Autostrade per l’Italia Direzione II° Tronco Milano. Indetto dai sindacati OSR UILT-UIL, lo sciopero avrà una durata di 8 ore per ciascun turno di lavoro su tutte le provincie lombarde, coinvolgendo quindi l’intero comparto a livello regionale per la giornata in questione.
Fonte: Mit
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 07:00:00 +0000Nel mese di dicembre 2025 sono previsti diversi scioperi che riguardano il settore dei trasporti su tutto il territorio nazionale e in Lombardia. L’articolo riepiloga le date degli scioperi e le categorie coinvolte, specificando modalità e orari di astensione dal lavoro. In particolare, il 12 dicembre e il 17 dicembre sono le giornate più interessate dagli scioperi. Di seguito il calendario dettagliato, utile per lavoratori e cittadini interessati da possibili disservizi.
In Italia è proclamato uno sciopero generale che coinvolge sia i settori pubblici che privati, anche in appalto e strumentali, indetto dai sindacati CGIL. Lo sciopero avrà differenti modalità : nel settore ferroviario l’astensione dal lavoro è prevista dalle 00.01 alle 21.00, mentre nei settori taxi, NCC, marittimo, porti, circolazione e sicurezza stradale, merci e logistica le modalità varieranno secondo i singoli comparti.
In Lombardia, il personale della società Autostrade per l’Italia – Direzione II Tronco Milano incrocerà le braccia per 8 ore per ciascun turno di lavoro. Lo sciopero, che fa parte del segmento circolazione e sicurezza stradale, è stato indetto dal sindacato OSR UILT-UIL.
In Italia è proclamato uno sciopero di 4 ore, dalle 13.00 alle 17.00, che coinvolgerà diversi settori del trasporto aereo:
– Lo sciopero interessa il personale della società ENAV ACC di Roma, indetto dai sindacati RSA FILT-CGIL/UGL-TA/FAST-CONFSAL-AV.
– Il personale delle aziende handling associate Assohandlers operanti nei sedimi aeroportuali italiani è coinvolto in uno sciopero indetto da FLAI Trasporti e Servizi.
– Il personale della società Vueling è coinvolto in due diverse proclamazioni da parte dei sindacati UILT-UIL e USB Lavoro Privato.
– Anche gli assistenti di volo della società Vueling Airlines parteciperanno allo sciopero indetto da RSA FILT-CGIL/ANPAC.
– Ancora nel settore aereo, il personale di terra delle società Air France e KLM è coinvolto in uno sciopero indetto da FILT-CGIL/FIT-CISL/UILT-UIL/UGL-TA.
– Lo sciopero riguarda anche il personale della società ITA Airways secondo quanto proclamato dai sindacati FILT-CGIL/FIT-CISL/UILT-UIL/UGL T.A./ANPAC/ANP.
– Per l’area Sicilia, il personale Techno Sky – gruppo ENAV comprenderà nel proprio sciopero il comprensorio regionale, seguito dalla RSU.
– Il personale navigante della società EasyJet Airline Company Limited sciopererà secondo la proclamazione USB Lavoro Privato.
In Italia il personale viaggiante dipendente della società Number 1 Logistic Group si asterrà dal lavoro per 72 ore: dalle 00.00 del 22 dicembre alle 24.00 del 24 dicembre. Lo sciopero riguarda il settore della logistica e trasporto merci e viene indetto dal sindacato FAO COBAS.
Fonte: Mit
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 07:00:00 +0000Oggi 12 dicembre 2025, chi viaggia in autostrada trova prezzi medi pari a 1.812 per la benzina in modalità self, 1.774 per il gasolio self, 0.829 per il GPL servito e 1.486 per il metano servito, sulla base dell’ultimo aggiornamento disponibile dell’11-12-2025. Il prezzo alla pompa è il risultato della somma tra componente industriale e componente fiscale: alla prima concorrono costo della materia prima e margini degli operatori, mentre la seconda comprende accise e imposta sul valore aggiunto (IVA). Capire come queste voci si combinano permette di interpretare le variazioni giornaliere e di pianificare al meglio le spese di viaggio.
Aggiornamento: 11-12-2025
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.774 |
| Benzina | SELF | 1.812 |
| GPL | SERVITO | 0.829 |
| Metano | SERVITO | 1.486 |
Per la benzina, la componente fiscale pesa per il 58% del prezzo finale, una quota nettamente superiore alla componente industriale, pari al 42%. La parte fiscale comprende le accise e l’IVA, che si applica anche sulla quota delle accise, amplificando l’incidenza delle imposte sul prezzo alla pompa. All’interno della componente industriale, il costo della materia prima rappresenta circa il 30% del prezzo finale: è la voce maggiormente esposta alle oscillazioni delle quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi e all’andamento del cambio euro/dollaro, poiché il greggio e i prodotti raffinati sono prezzati sui mercati globali in dollari. La restante parte della componente industriale è il margine lordo, pari al 12%: in questo aggregato rientrano il costo della raffinazione, il trasporto, lo stoccaggio, la distribuzione e il margine commerciale della rete, su cui l’operatore può intervenire per modulare il prezzo alla pompa in base alla concorrenza locale, ai volumi di vendita, alla localizzazione dell’impianto e a politiche promozionali. In sintesi, il prezzo della benzina riflette un equilibrio tra fattori esogeni, come mercati e cambio, e fattori endogeni, come i margini e l’organizzazione della rete di vendita, mentre la fiscalità costituisce la fetta più ampia e relativamente meno flessibile.
Per il gasolio, il quadro delle incidenze è diverso: la componente fiscale pesa per il 45% del prezzo finale, mentre la componente industriale vale il 55%. All’interno di quest’ultima, il costo della materia prima arriva al 45% del prezzo: è dunque la voce predominante e, come per la benzina, risente direttamente delle quotazioni internazionali e del cambio euro/dollaro. Il margine lordo incide per il 10% e comprende raffinazione, logistica, distribuzione e il margine commerciale su cui gli operatori possono agire per adeguare i listini in funzione di costi operativi, concorrenza sul territorio e domanda stagionale (ad esempio l’incremento dei movimenti di merci e dei viaggi nelle festività ). La combinazione di una parte fiscale meno gravosa rispetto alla benzina e di una componente industriale più marcata rende il prezzo del gasolio più sensibile ai movimenti della materia prima: variazioni nei mercati di riferimento possono riflettersi più rapidamente al distributore, mentre lo spazio di manovra sul margine, pur limitato al 10%, viene utilizzato per assorbire oscillazioni dei costi di approvvigionamento e per calibrare le politiche di prezzo tra impianti diversi, inclusi quelli lungo la rete autostradale.
Fonte: Osservatorio prezzi Mimit
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 07:00:00 +0000Ogni giorno dalle 8.30 del mattino, Virgilio Motori vi informa sul costo dei carburanti in tutte le regioni italiane. Il costo medio attuale è di 1.723 per la benzina, 1.684 per il diesel, 0.707 per il gpl, 1.426 per il metano. Per sapere il prezzo esatto nella tua regione scorri in basso per tutti i dettagli di costo. Il costo medio si riferisce al prezzo mostrato dai distributori di carburanti presenti sulle strade comunali, provinciali e statali.
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Abruzzo.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.683 |
| Benzina | SELF | 1.714 |
| GPL | SERVITO | 0.700 |
| Metano | SERVITO | 1.404 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Basilicata.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.695 |
| Benzina | SELF | 1.754 |
| GPL | SERVITO | 0.679 |
| Metano | SERVITO | 1.460 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella provincia autonoma di Bolzano.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.739 |
| Benzina | SELF | 1.775 |
| GPL | SERVITO | 0.775 |
| Metano | SERVITO | 1.581 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Calabria.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.692 |
| Benzina | SELF | 1.748 |
| GPL | SERVITO | 0.732 |
| Metano | SERVITO | 1.502 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Campania.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.661 |
| Benzina | SELF | 1.706 |
| GPL | SERVITO | 0.639 |
| Metano | SERVITO | 1.390 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Emilia Romagna.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.671 |
| Benzina | SELF | 1.708 |
| GPL | SERVITO | 0.671 |
| Metano | SERVITO | 1.348 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Friuli Venezia Giulia.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.693 |
| Benzina | SELF | 1.728 |
| GPL | SERVITO | 0.671 |
| Metano | SERVITO | 1.356 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Lazio.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.668 |
| Benzina | SELF | 1.698 |
| GPL | SERVITO | 0.664 |
| Metano | SERVITO | 1.472 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Liguria.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.695 |
| Benzina | SELF | 1.732 |
| GPL | SERVITO | 0.778 |
| Metano | SERVITO | 1.440 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Lombardia.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.668 |
| Benzina | SELF | 1.706 |
| GPL | SERVITO | 0.665 |
| Metano | SERVITO | 1.374 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Marche.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.666 |
| Benzina | SELF | 1.698 |
| GPL | SERVITO | 0.704 |
| Metano | SERVITO | 1.304 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Molise.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.690 |
| Benzina | SELF | 1.724 |
| GPL | SERVITO | 0.697 |
| Metano | SERVITO | 1.410 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Piemonte.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.674 |
| Benzina | SELF | 1.703 |
| GPL | SERVITO | 0.666 |
| Metano | SERVITO | 1.425 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Puglia.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.672 |
| Benzina | SELF | 1.732 |
| GPL | SERVITO | 0.658 |
| Metano | SERVITO | 1.473 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Sardegna.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.692 |
| Benzina | SELF | 1.724 |
| GPL | SERVITO | 0.797 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Sicilia.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.681 |
| Benzina | SELF | 1.738 |
| GPL | SERVITO | 0.759 |
| Metano | SERVITO | 1.749 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Toscana.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.676 |
| Benzina | SELF | 1.700 |
| GPL | SERVITO | 0.686 |
| Metano | SERVITO | 1.444 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella provincia autonoma di Trento.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.706 |
| Benzina | SELF | 1.749 |
| GPL | SERVITO | 0.729 |
| Metano | SERVITO | 1.351 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Umbria.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.681 |
| Benzina | SELF | 1.707 |
| GPL | SERVITO | 0.696 |
| Metano | SERVITO | 1.316 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Valle d’Aosta.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.707 |
| Benzina | SELF | 1.738 |
| GPL | SERVITO | 0.808 |
Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 12 dicembre 2025 nella regione Veneto.
| TIPOLOGIA | EROGAZIONE | PREZZO MEDIO |
| Gasolio | SELF | 1.666 |
| Benzina | SELF | 1.704 |
| GPL | SERVITO | 0.674 |
| Metano | SERVITO | 1.307 |
Fonte: Osservatorio prezzi Mimit
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 07:00:00 +0000La nuova Jeep Compass si trasforma in una vera e propria opera d’arte vivente. È successo durante il party Men of the Year di GQ Italia, dove il modello è diventato il fulcro di un’installazione artistica firmata da Galo, tra i nomi più riconoscibili della street art italiana. Un incontro di stile, design e creatività che incarna l’essenza del SUV.
Non capita spesso di vedere un’auto trasformarsi in un quadro tridimensionale, ma è esattamente ciò che è accaduto con la nuova Jeep Compass. Il progetto, nato da un’intuizione dell’architetto e curatore Alberto Olmo insieme a Novella Varzi, Managing Director Jeep Italia, ha voluto portare l’universo Jeep in un territorio nuovo e imprevedibile. Galo (Andrea Galvagno), artista che da anni porta nel mondo il suo stile energico e riconoscibile, ha lavorato direttamente sulla carrozzeria del SUV, trasformandola in una tela dinamica. Nelle sue linee e nei suoi colori c’è tutta la sua cifra artistica: forme pulsanti, contrasti netti, una vivacità cromatica che sembra muoversi.
L’idea alla base del progetto è semplice solo in apparenza: prendere un’icona contemporanea del design automobilistico e spingerla oltre il suo ruolo, trasformandola in un pezzo unico, una scultura viaggiante capace di estrapolare la personalità di un brand che fa dell’autenticità la sua bandiera. Come sottolineato da Novella Varzi, “trasformare il design unico della Nuova Compass in una tela contemporanea, unendo design, colore ed energia, e affidarlo all’estro di Galo, ha reso la Nuova Compass un’opera d’arte in movimento. Un pezzo autentico e unico nel suo genere, proprio come il brand Jeepâ€.
Una dichiarazione che riassume perfettamente l’approccio del marchio: culturalmente vicino alla libertà di espressione e di ricerca dell’inesplorato. L’esemplare, esposto durante la serata, non è destinato alla vendita. Rimarrà un unicum, un simbolo di come Jeep intenda muoversi nei prossimi anni: contaminazioni creative, collaborazioni trasversali, esperienze che uniscono mondi differenti senza perdere di vista ciò che definisce il marchio da sempre.
Dietro questa operazione c’è naturalmente anche la volontà di accendere i riflettori su un modello che rappresenta uno dei punti fermi dell’offerta Jeep in Europa. La nuova Compass, infatti, è una vettura significativa per il Brand, progettata e costruita per affrontare ogni tipo di utilizzo con personalità e concretezza. Disegnata a Torino, sviluppata al centro prove di Balocco e prodotta nello stabilimento di Melfi, la Compass porta con sé una forte impronta italiana. Ed è forse proprio questo che l’ha resa perfetta come tela artistica: forme scolpite, proporzioni moderne, superfici pulite che si prestano al dialogo con il colore.
Sul fronte tecnico, la gamma è stata completamente rinnovata. L’offerta parte dalla e-Hybrid da 145 CV e prosegue con la plug-in hybrid da 195 CV, ideale per chi vuole una mobilità più flessibile. Al vertice troviamo le nuove versioni completamente elettriche, capaci di erogare fino a 375 CV, con trazione integrale e un’autonomia che può raggiungere i 650 km.
Una line-up costruita per adattarsi davvero a ogni tipo di guida: il commuting quotidiano, i lunghi viaggi autostradali, le gite fuori porta. Jeep parla da sempre di libertà , ma sulla nuova Compass questo concetto assume un significato più ampio: libertà di stile, libertà di scelta, libertà di vivere l’auto in modo personale.
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 06:30:43 +0000Il progresso della mobilità aumenta, le auto diventano elettriche, connesse, sicure, capaci persino di dialogare tra loro e prevenire un incidente prima ancora che il conducente se ne accorga. Eppure, nonostante l’innovazione continui a correre veloce, l’automobilista resta fermo. Letteralmente. Ore e ore trascorse nel traffico, ogni anno, in un paradosso che il rapporto Inrix Global Traffic Scoreboard 2025 fotografa con dati precisi e spesso impietosi. Una classifica che racconta molto dello stato delle città del mondo e in cui, purtroppo, non manca la presenza italiana.
Lo studio Inrix lavora su una mole enorme di informazioni: dati sui trasporti raccolti nell’arco di tre anni, monitorando spostamenti, velocità medie e livelli di congestione nelle principali aree urbane del pianeta. Il quadro che emerge è tutt’altro che rassicurante. Secondo il rapporto, il 62% delle città analizzate ha visto aumentare i ritardi rispetto all’anno precedente. La frase che accompagna lo studio è eloquente: “La domanda supera l’offerta di spazioâ€. Non c’è pianificazione urbana o tecnologia che tenga quando la crescita del traffico supera la capacità delle infrastrutture di assorbirlo. Il ranking tiene conto di vari parametri, tra cui:
Il risultato è un’istantanea globale dove si vede chiaramente come, nonostante gli sforzi, la congestione sia tornata a crescere quasi ovunque. Un effetto probabilmente alimentato dal ritorno alla vita normale dopo gli anni della pandemia e dalla lentezza con cui molte città stanno adeguando la loro rete viaria.
Nella top ten 2025 dominano le metropoli più vaste e complesse, dove milioni di persone si muovono ogni giorno per lavoro, scuola e servizi:
Istanbul si conferma la città più congestionata al mondo, con 118 ore perse nel traffico ogni anno. Significa quasi cinque giorni interi della propria vita passati a guardare una fila di auto che avanzano a passo d’uomo. Il resto della classifica segue uno schema ormai noto: grandi metropoli americane, europee e asiatiche dove il volume di spostamenti cresce più velocemente della capacità stradale di sostenerlo.
Per trovare la prima città italiana bisogna scendere fino al 17° posto, occupato da Roma. Non è una sorpresa: la capitale è da anni teatro di traffico costante, con una rete viaria complessa, un centro storico articolato e un pendolarismo imponente. Al 24° posto c’è Milano, che paga soprattutto la densità urbana e il grande numero di veicoli che ogni giorno entrano ed escono dall’area metropolitana. Più distanti in classifica troviamo Brescia e Firenze, rispettivamente al 72° e 87° posto, mentre a chiudere i primi 100 posti c’è Bergamo, Palermo e Genova, praticamente in fila, come 96° , 97° e 98°.
Una lista che dimostra come l’Italia, nonostante gli sforzi per migliorare il trasporto pubblico e favorire la mobilità sostenibile, continui a vivere un rapporto complicato con l’automobile. Tra centri storici stretti, infrastrutture non sempre moderne e una forte dipendenza dal mezzo privato, la sfida è tutt’altro che conclusa.
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 06:30:25 +0000Il blocco deciso con la bozza del Milleproroghe è il nuovo capitolo di una storia iniziata quando il legislatore decise che le sanzioni amministrative pecuniarie del Codice della strada non potevano restare immobili mentre il costo della vita cresceva anno dopo anno. Punto di riferimento è l’articolo 195 del Codice della strada, che lega gli importi delle multe all’andamento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati calcolato dall’Istat che prevede un adeguamento biennale automatico. Ogni due anni un decreto ministeriale dovrebbe prendere l’inflazione registrata nel biennio precedente e traslarla sugli importi minimi e massimi delle sanzioni, con decorrenza dal primo gennaio dell’anno successivo.
In un contesto di inflazione moderata, questo meccanismo appare quasi neutro: le multe stradali crescono in modo quasi impercettibile ma restano allineate al valore reale del denaro. Una sanzione fissata nei primi anni duemila, senza adeguamenti, oggi varrebbe molto meno in termini di potere d’acquisto e di effetto deterrente. L’aggancio all’indice FOI serve a evitare che le violazioni del Codice della Strada possano diventare con il passare del tempo più economiche solo perché tutto il resto è aumentato e le sanzioni no.
Oggi l’impennata dei prezzi legata alla pandemia, alla crisi energetica, alle tensioni geopolitiche ha spinto l’inflazione su livelli che l’Italia non vedeva da decenni. L’adeguamento disposto all’inizio del 2023 ha incorporato un biennio ad alta inflazione ed è stato un primo salto visibile negli importi. Subito dopo, le proiezioni sul biennio successivo hanno mostrato che, lasciando agire in automatico l’articolo 195 le multe stradali, avrebbero subito nuovi aumenti sensibili. È qui che il tema tecnico è diventato una questione politica, perché ogni rialzo tocca milioni di automobilisti e viene percepito come stangata di Stato.
Per evitare l’esplosione delle polemiche, il legislatore ha iniziato a usare la leva della sospensione del meccanismo automatico. Prima con la legge di bilancio 2023, poi con successivi interventi, il Parlamento ha congelato l’efficacia dell’articolo 195 per gli anni 2023 e 2024, mantenendo fermi gli importi e disinnescando l’adeguamento legato al biennio di inflazione.
Il primo congelamento è stato motivato con la situazione economica. La crescita del costo dell’energia, il rincaro di beni essenziali, la pressione sui redditi delle famiglie hanno spinto il governo e la maggioranza a considerare insostenibile un aumento a freddo degli importi delle multe del Codice della strada. La legge di Bilancio 2023 ha quindi sospeso l’applicazione dell’adeguamento biennale, bloccando il decreto che avrebbe dovuto riallineare le sanzioni all’indice FOI.
L’esecutivo ha scelto di non riattivare il meccanismo nel 2025 con un nuovo stop attraverso il combinato disposto tra la manovra e il primo pacchetto di proroghe, spostando in avanti l’orizzonte del riallineamento. Di fatto, per tre anni consecutivi – 2023, 2024 e 2025 – l’aggiornamento automatico è stato neutralizzato mentre l’inflazione continuava a macinare punti percentuali.
Con il nuovo Milleproroghe il governo intende estendere la sospensione per un altro anno con lo slittamento dell’aggiornamento al 2027. Tradotto in concreto per tutto il 2026 gli importi delle sanzioni amministrative previste dal Codice della Strada resteranno identici a quelli adesso in vigore. Il decreto sposta in avanti la data chiave entro cui il Ministero della Giustizia dovrebbe emanare il provvedimento di adeguamento, rinviandola al primo dicembre 2026.
Dal punto di vista di chi si mette alla guida ogni giorno, una multa per divieto di sosta, un verbale per uso del cellulare alla guida, una sanzione per cintura non allacciata o per attraversamento con semaforo rosso avranno lo stesso importo nominale che hanno oggi. Nessun aumento agganciato agli ultimi dati Istat, come da copione del passato: gli importi restano congelati.
Un esempio rende il quadro più concreto. Immaginiamo una sanzione base da 170 euro per una violazione frequente. Se l’inflazione cumulata in quattro anni fosse, nell’ipotesi, del 15% e l’adeguamento fosse applicato integralmente, l’importo aggiornato dovrebbe aggirarsi intorno ai 195 euro, al netto degli arrotondamenti. Con il blocco quella multa resta a 170 euro.
Per comprendere cosa significhi questo blocco occorre guardare agli importi ordinari del Codice della Strada oggi in vigore nel 2025.
Le infrazioni più frequenti, come il divieto di sosta, gli accessi non autorizzati in Ztl e il passaggio con il semaforo rosso, mantengono gli importi stabiliti negli anni precedenti: una sosta vietata semplice parte da 41 euro, mentre il transito in una zona a traffico limitato senza autorizzazione oscilla tra 83 e 332 euro, con variazioni che dipendono dal regolamento comunale. Il passaggio con il rosso semaforico, una delle violazioni più pericolose in assoluto, comporta una sanzione minima di 167 euro più la decurtazione di 6 punti dalla patente, oltre alla sospensione nei casi più gravi o reiterati.
Tra le violazioni più comuni e pericolose del Codice della strada c’è l’uso dello smartphone alla guida, una delle principali cause di incidenti da distrazione. Nel 2025 la multa per chi viene sorpreso con il telefono in mano mentre guida è compresa tra 165 e 660 euro, con una media che ruota attorno ai 200 euro nei casi più ordinari. Accanto alla sanzione economica il conducente perde 5 punti patente che diventano 10 se si tratta di un neopatentato. La reiterazione nel biennio comporta una sanzione aggiuntiva molto più severa, con importi che possono superare i 1.300 euro e la possibile sospensione della patente da uno a tre mesi.
Superare il limite di velocità di meno di 10 km/h comporta una sanzione minima di 42 euro, un importo che, in termini reali, oggi pesa meno rispetto a 10 anni fa proprio per effetto dell’inflazione. Se lo scarto sale tra 10 e 40 km/h, la multa va da 173 a 694 euro, con un impatto più consistente per le famiglie ma con un peso che resta elevato per i neopatentati. Per superamenti ancora più alti, cioè oltre i 40 km/h, l’importo parte da 543 euro e si accompagna alla sospensione della patente.
Tutte queste cifre restano ancorate ai valori fissati prima del congelamento e non tengono conto dell’aumento dei prezzi registrato negli ultimi anni.
Data articolo: Fri, 12 Dec 2025 05:00:44 +0000A volte le novità più attese non sono quelle rivoluzionarie, ma quelle che risolvono piccole frustrazioni quotidiane. È il caso dell’ultimo aggiornamento di Google Maps, che introduce finalmente una funzione richiesta da anni: il salvataggio automatico del parcheggio. Niente più segnaposto da aggiungere a mano, niente più dubbi nel ricordare dov’è stata lasciata l’auto. Tutto avviene da solo, in background. Ma con un dettaglio non da poco: per ora è un’esclusiva riservata agli utenti iPhone.
La funzione non è certo una novità per Maps: esiste da anni, ma il metodo per attivarla era tutto fuorché comodo. L’utente doveva premere sul punto blu della posizione, scegliere l’opzione per salvare il parcheggio, ricordarsi di rimuovere quello precedente. insomma un procedimento non proprio immediato. Infatti, in molti avevano smesso di usarla, preferendo affidarsi alla memoria o a soluzioni alternative più rapide.
Ora tutto cambia grazie a un sistema completamente automatico. Quando l’iPhone si disconnette dal Bluetooth dell’auto oppure da Apple CarPlay (cablato o wireless), Google Maps registra istantaneamente la posizione del parcheggio e la trasforma in un segnaposto. Nessuna azione manuale, nessun rischio di dimenticare un passaggio. L’auto rimane lì nella mappa, pronta a essere ritrovata.
E non solo: quando lo smartphone si riconnette all’auto, la posizione salvata sparisce automaticamente. Come se l’app capisse da sola che sei tornato alla tua macchina. È il tipo di automatismo che forse non cambia la vita, ma semplifica le giornate: quelle in cui parcheggi di fretta in una zona che non conosci, oppure quelle serate in cui, usciti dal cinema o da un locale, ritrovare la macchina diventa un piccolo safari urbano.
A scatenare qualche malumore è la scelta di proporre questa funzione, sviluppata da Google, prima su iPhone che su Android. Il che probabilmente ha una spiegazione precisa: la concorrenza sempre più forte di Apple Mappe. La funzione infatti replica una possibilità che Apple offre già da tempo all’interno del suo ecosistema. Google dunque si adegua, e sceglie di lanciare l’aggiornamento proprio sugli smartphone che oggi potrebbero più facilmente migrare verso l’applicazione concorrente.
A chiarire la durata del salvataggio è Rio Akasaka, Senior Product Manager di Google Maps: “La posizione rimane salvata per 48 ore, a meno che l’utente non la rinnovi o non inizi a guidareâ€. Un limite temporale che probabilmente serve a evitare accumuli di dati inutili o confusione per chi lascia l’auto ferma per lunghi periodi. Anche questo dettaglio indica che siamo di fronte a una prima versione, destinata a evolversi nei prossimi mesi. Google non ha ancora indicato quando la funzione arriverà su Android, ma è quasi certo che il rilascio sia già in programma.
Un altro dettaglio curioso dell’aggiornamento riguarda il segnaposto. Niente più grossa “P†blu sulla mappa: adesso Google Maps usa icone di auto personalizzate, ognuna con stile, colore e forme diverse. Queste icone non sono del tutto nuove: Google le ha introdotte anni fa, nel 2020, per rendere il navigatore più moderno. Ma l’aggiornamento del parcheggio automatico ha dato loro un nuovo ruolo, aggiornandole e ampliando la scelta disponibile.
Ora il segnaposto può diventare un’utilitaria, un SUV, una berlina, un pick-up, oppure un van: una piccola scelta estetica che rende l’esperienza più immediata e intuitiva. E soprattutto più personale.
Data articolo: Thu, 11 Dec 2025 16:02:43 +0000Ferrari ha studiato le gomme come non mai in vista del mondiale 2026. E non poteva essere altrimenti, tenendo presente la stagione appena conclusa, in cui ha mostrato ampiamente di non saperle utilizzare. Un lavoro fortemente voluto da Loïc Serra, direttore tecnico della Rossa, con un passato di 15 anni in Michelin e un percorso specializzato sui compound in Mercedes. Nasce così la nuova vettura italiana per il prossimo campionato.
I test di fine stagione sul circuito di Yas Marina si sono rivelati molto utili per Pirelli, nel verificare se le simulazioni corrispondono alla realtà in pista. Questi dati sono importanti anche per le scuderie, però, dove i piloti hanno svolto un ruolo puramente esecutivo. Le vetture 2026 saranno completamente diverse da quelle attuali, con carichi longitudinali e trasversali molto differenti a causa di aerodinamica e potenza modificate.
Pirelli ha riferimenti preliminari sui carichi imposti alle gomme e, sul tracciato di Yas Marina, ha cercato di replicare le condizioni che le vetture 2026 svilupperanno sulle coperture. I nuovi pneumatici avranno dimensioni diverse: anteriori ridotte di 25 mm e posteriori di 30 mm, dove l’impronta a terra sarà minore, idem la superficie che dissipa il calore. Uno degli obiettivi principali era verificare la resistenza al blistering sulle coperture 2026.
Come già sottolineato, anche i tram hanno ottenuto informazioni iniziali sulle gomme, il cui corretto utilizzo rimane probabilmente uno degli aspetti più determinante per una monoposto di Formula 1. Ogni anno lo osserviamo: un’auto che gestisce efficacemente le mescole tende a mostrare un livello competitivo superiore. La Ferrari, oltre a dover cambiare metodo e qualità , deve correggere le innumerevoli difficoltà sulle home viste nella stagione 2025. Troppe a dire la verità .
Nei teso ogni squadra ha fornito al gommista italiano le varie stime prodotte sui carichi previsti per il 2026, dati poi “armonizzati” per ottenere una media tra tutti i team. Tuttavia, ogni team genera valori propri, che possono variare significativamente. Tra le informazioni più rilevanti c’è la rigidezza verticale delle gomme, ossia quanto la mescola si comprime quando viene sottoposta a un carico specifico.
Questo parametro è fondamentale anche per l’aerodinamica, perché le variazioni di altezza influenzano direttamente il range relativo alla distanza dell’auto sull’asfalto. Malgrado la fine dell’era che ha gestito le wing car, il fondo continuerà a recitare un ruolo chiave nella produzione del carico aerodinamico, a seconda della distanza dal suolo, considerando che si tratta comunque di un valore variabile, che cambia in base alle condizioni di marcia.
Per questo motivo, la precisione sulle stime che i team ricaveranno dai test di Abu Dhabi sarà cruciale per alimentare una corretta gestione del progetto 2026 sulle gomme. I team avevano già a disposizione il modello delle mescole nel simulatore, ma nelle prossime settimane potranno aggiornare i dati. La stagione 2025 ha dimostrato come la gestione delle coperture sia stata un punto debole della Rossa. Da qui diversi provvedimenti.
Le difficoltà nell’amministrare i compound della SF-25 derivano senza dubbio da un approccio tecnico di base errato. Ecco perché, avere la possibilità di testare al simulatore questa componente decisiva sarà è in ottica 2026. È chiaro quanto sia determinante sfruttare al meglio le coperture per ottenere il top di aderenza; secondo le nostre fonti, Ferrari ha posto tale aspetto al centro del progetto per il mondiale 2026.
Le attuale generazioni di pneumatici hanno un ruolo decisivo sulla prestazione delle monoposto, dalle quali le vetture di Formula 1 dipendono in maniera significativa. Di conseguenza, Maranello ha progettato la nuova vettura con un’attenzione particolare alle gomme. Ciò ha richiesto interventi mirati sulle sospensioni, che, al netto della configurazione scelta, devono massimizzare l’efficienza dei compound.
Un ulteriore parametro fondamentale riguarda il ciclo di isteresi della mescola. Ferrari ha raccolto informazioni dettagliati sulla quantità di calore assorbita e dissipata dalle gomme in diverse condizioni. Dati essenziali per affinare il modello matematico degli pneumatici. Sulla base di queste rilevazioni, il simulatore è stato aggiornato per riflettere in modo più accurato il comportamento reale della vettura.
L’obiettivo finale è comprendere le condizioni in cui le gomme forniscono il massimo grip, non solo da un punto di vista termico, ma pure considerando i carichi applicati. Sebbene un test Pirelli non possa restituire dati assoluti o perfetti, rimane uno strumento fondamentale che, attraverso il campo simulativo, permetterà alla Rossa di analizzare e perfezionare il comportamento della vettura nelle prossime settimane.
Data articolo: Thu, 11 Dec 2025 15:02:39 +0000Sono quarantacinque i nuovi mezzi blindati appena acquistati dall’amministrazione Trump per un valore di oltre 15 milioni di dollari. L’ordine, arrivato al costruttore canadese Roshel, è destinato a due tra le agenzie più delicate degli Stati Uniti: il Dipartimento di Stato e l’ICE, l’ente federale che si occupa di immigrazione e sicurezza dei confini.
In un momento in cui i vertici USA continuano a parlare di protezionismo secondo lo slogan “America Firstâ€, l’ordine firmato dalla nuova amministrazione Trump ha fatto discutere. Il contratto prevede l’acquisto di 45 unità del modello Senator, il mezzo blindato più avanzato prodotto da Roshel, un’azienda con sede a Brampton, in Ontario. Di questi 45 mezzi, 20 andranno all’ICE e 25 al Dipartimento di Stato. Secondo quanto riportato da fonti interne, la motivazione della scelta sarebbe semplice: nessuna azienda statunitense è attualmente in grado di garantire tempi di consegna in 30 giorni per prodotti tanto performanti.
Il Roshel Senator è uno dei veicoli blindati più apprezzati dalle forze dell’ordine e dagli enti governativi in Nord America. Non è il classico mezzo militare da teatro operativo, ma un veicolo modulare pensato per operazioni di sicurezza, pattugliamento e trasporto protetto. La blindatura è certificata B7, il livello più alto previsto per mezzi civili e paramilitari. Una protezione che lo rende adatto a scenari complessi, dal controllo dei confini ai trasferimenti di personale in zone a rischio.
Roshel ha progettato il Senator con un’attenzione particolare alla tecnologia e alla sicurezza informatica, fattori ormai fondamentali in ogni scenario offensivo. A bordo sono infatti integrati dei sistemi di sorveglianza remota intelligente con funzioni di monitoraggio in tempo reale, attraverso reti interne criptate e interfacce personalizzabili in base alle singole missioni.
Il Senator è guidato da un 6,7 litri diesel V8, con una potenza di 330 CV e 750 Nm di coppia massima, il tutto scaricato a terra da un cambio automatico a otto rapporti, collegato ovviamente a un sistema di trazione integrale. Le sue dimensioni sono estreme con quasi 6 metri di lunghezza, una carreggiata di 2,3 metri e un’altezza pari a 2,45 metri. Anche le ruote sono proporzionate a un tale eccesso di centimetri con un raggio da 20†e una misura dello pneumatico di 335/85.

Un’altra caratteristica distintiva è il comfort. Certo non inteso come si è abituati per le vetture stradali, ma per un veicolo blindato di questa caratura, il senatore integra soluzioni di isolamento termico e acustico, pensati per rendere meno stressanti le missioni più lunghe. A bordo è presente un impianto di climatizzazione potenziato, indispensabile per lavorare in zone con temperature estreme. Le sedute sono organizzate attraverso panche sui lati del veicolo e sono tre per lato, più i due posti anteriori tradizionali.
Al di là degli aspetti tecnici, la notizia sta facendo molto parlare negli Stati Uniti. Da un lato la necessità di mezzi moderni e subito pronti è evidente, dall’altro la scelta di rivolgersi a un’azienda canadese, e non americana, potrebbe generare nuove tensioni politiche. Resta il fatto che Roshel, negli ultimi anni, ha costruito una reputazione solida proprio per la sua capacità di consegnare rapidamente veicoli ad alte prestazioni. E il nuovo ordine statunitense – del valore di oltre 15 milioni di dollari – non fa che consolidare la posizione dell’azienda canadese nel settore della sicurezza internazionale.
Data articolo: Thu, 11 Dec 2025 14:40:23 +0000La Casa coreana continua il suo percorso di crescita con la seconda generazione della Seltos allo scopo di sfidare mostri sacri come Volkswagen T-Roc, Toyota C-HR e altri competitor top. Il B-SUV plus, per sua stessa ammissione, supera la Stonic per dotazioni e tecnologie, avvicinandosi allo standard qualitativo dei modelli Niro e Sportage.
Riprogettato per funzionalità pratiche di alto profilo, il nuovo Seltos andrà a rafforzare la posizione della Kia in Europa. La produzione incomincerà a breve, a inizio del 2026, con un motore 1.6 benzina e, nel corso del prossimo anno, arriverà la versione full hybrid. La prima serie era costruita sulla base della concept car Kia SP Signature. Il suo nome traeva spunto da Celtos, figura della mitologia greca, e venne svelata in anteprima in occasione dell’Auto Expo nel febbraio 2018. La prima Seltos è stata commercializzata in vari mercati ad eccezione dell’Europa.
La nuova Seltos potrebbe vantare tutte le carte giuste per farsi strada in Europa. Per fortuna i vertici della Casa coreana hanno deciso di non puntare sulla tecnologia elettrica, preferendo al massimo attendere per il lancio di una versione ibrida. Le dimensioni sono le seguenti: lunghezza 4.430 mm, altezza 1.660 mm e larghezza 1.830 mm. Lo stile è tipico della gamma del brand coreano, puntando su linee scolpite, passaruota squadrati e una firma luminosa “Star Mapâ€. Il tetto richiama la Kia EV3, ma senza particolari eccessi.
L’abitacolo offre tanto spazio e praticità , riproponendo lo stile minimal-chic delle sorelle in listino. Non mancano sulla plancia due display da 12,3’’ per strumentazione e infotainment, in cui spicca un piccolo riquadro dedicato alle funzioni del clima. Il sistema multimediale di bordo si aggiorna over-the-air, potendo contare sull’intelligenza artificiale di ChatGPT per l’interazione vocale. I sedili sono confortevoli, in particolare quelli posteriori: gli schienali del divanetto si possono reclinare con un’escursione di 24 gradi (12 in avanti e 12 all’indietro). L’ampio bagagliaio di 536 litri offre la possibilità di disporre il carico su due livelli e con diversi accessori, come i ganci portaoggetti. Gli amanti della tecnologia potranno utilizzare la digital key per sbloccare la vettura.
La Seltos è costruita sulla medesima piattaforma K3 della Kia Niro. La Casa coreana ha pensato a un lancio con un motore benzina (1,6 e 2,0 litri). Gli italiani dovranno aspettare il full hybrid. Si ritiene che il motore elettrico, in associazione al 1,6 litri turbo a benzina, possa arrivare a sprigionare una potenza complessiva di circa 130 CV, associato a un cambio doppia frizione a 6 rapporti, trazione anteriore.
Il SUV presenterà la funzionalità Vehicle-to-Load (V2L) per l’alimentazione di dispositivi esterni e il Kia Smart Regenerative Braking System 3.0 per garantire in automatico la frenata rigenerativa in base al flusso del traffico e ai dati di navigazione. Il pacchetto accessori AddGear, svelato per il van PV5, offre vari punti di aggancio per tablet, luci, borracce e altri elementi. Bisognerà attendere maggiori informazioni in merito a una eventuale versione a trazione integrale. Con un look robusto, senza rinunciare alla praticità di una dotazione completa, la seconda generazione della vettura a ruote alte coreana potrebbe fare il botto sul mercato europeo se proposta al giusto prezzo.
Data articolo: Thu, 11 Dec 2025 12:12:02 +0000Quando un’auto elettrica funziona davvero, smette di essere “un’auto elettrica†e diventa semplicemente la giusta auto. È esattamente questa la sensazione al volante della Nuova Ford Puma Gen-E, versione a zero emissioni di uno dei SUV compatti più amati in Europa.
Una vettura pensata per la città , ma capace di andare oltre: efficiente, ben progettata, sorprendentemente divertente da guidare e, soprattutto, concreta.
La nuova Puma Gen-E nasce elettrica con un obiettivo chiaro: rendere semplice ciò che spesso sembra complicato. In città è silenziosa, pronta allo scatto, mai nervosa. L’autonomia è calibrata proprio sull’uso urbano e periurbano, dove l’elettrico dà il meglio di sé: frenata rigenerativa efficace, zero emissioni locali, costi di utilizzo che invitano a usarla ogni giorno senza pensarci troppo.
Durante la guida reale – non quella da brochure – il dato interessante non è solo il numero chilometrico, ma la coerenza: l’autonomia promessa resta credibile anche con traffico, semafori, deviazioni improvvise.
E quando serve ricaricare? I tempi rapidi in DC permettono di passare dal 10 all’80% in poco più di una pausa caffè ben fatta. Esattamente quello che serve a chi vive la città come un movimento continuo.
Tradizione Ford vuole che l’auto si adatti alla persona, non il contrario. Qui si sente.

C’è poi un aspetto della nuova Puma Gen-E che sembra secondario… finché non lo provi: lo spazio.
Il Gigabox (evoluzione intelligente del celebre MegaBox) è una di quelle soluzioni che capisci solo quando devi caricare davvero qualcosa: borse della palestra, zaini, spesa, una valigia rigida che di solito “non entra maiâ€.
Qui entra. E resta spazio.

Nel quotidiano urbano è un alleato silenzioso: ti permette di usare l’auto senza rinunce, senza dover organizzare la vita attorno ai litri del bagagliaio. Un lusso moderno, quasi borghese, che strizza l’occhio alla tradizione delle auto pratiche fatte bene.
C’è un luogo comune duro a morire: che l’elettrico tolga emozione. Ford Puma Gen-E fa il contrario.
Baricentro basso, risposta immediata dell’acceleratore, assetto equilibrato: la guida è intuitiva, naturale, persino divertente.
Non cerca la sportività urlata, ma quella più autentica: inserimenti facili, sterzo preciso, sensazione di controllo.
In città si muove leggera, fuori città sorprende per come gestisce curve e rotonde senza mai sembrare impacciata.
È qui che Ford dimostra di conoscere ancora il mestiere: saper fare auto che si guidano bene, anche quando sotto il cofano non c’è più un motore termico.
Con la nuova Puma Gen-E, Ford porta la sua bestseller nell’era dell’elettrico senza snaturarne l’essenza. Rimane una vettura compatta, pratica, piacevole da guidare, ma aggiunge efficienza, silenzio e semplicità d’uso. È un’elettrica progettata con misura, senza estremismi tecnici o compromessi inutili. Un SUV urbano credibile, maturo, capace di parlare a un pubblico ampio. In una parola: una Puma, semplicemente elettrica.
Data articolo: Thu, 11 Dec 2025 11:17:52 +0000
Non c’è pace per i lavoratori italiani alle prese con l’ennesimo scossone. Si è giunti all’accordo per la cessione di uno dei tre asset italiani posseduti da Audi, accanto a Lamborghini e Ducati. La vendita, conclusa al termine di una lunga trattativa incominciata la scorsa primavera, rientra in un più ampio accordo di partnership strategica. Italdesign passa alla società californiana UST, di proprietà indiana, specializzata in tecnologie digitali e servizi informatici.
Audi ha scelto di cedere l’asset di ingegneria italiano, puntando sulla conferma di Lamborghini nell’azionariato con una partecipazione significativa. Audi rimarrà un partner strategico di Italdesign nel lungo termine, oltre che un importante cliente. Ci sono voluti mesi per giungere alla conclusione di una operazione che desta preoccupazioni tra i lavoratori e i loro rappresentanti per una nuova fase che sarà tutta da scoprire.
L’azienda nasce come centro di servizi per il mondo dell’automotive il 13 febbraio 1968 dall’estro di Giorgetto Giugiaro e Aldo Mantovani con il nome di SIRP Società Italiana Realizzazione Prototipi S.p.A.. Il designer piemontese ha elaborato dei progetti sensazionali, collaborando con Alfa Romeo, FIAT, Volkswagen, Hyundai, Mitsubishi e tanti altri top brand. Si deve alla società italiana la realizzazione di tre emblemi per la Casa di Wolfsburg: Passat, Scirocco e Golf. La FIAT Panda è nata dall’estro del fondatore dell’Italdesign giusto per darvi l’idea di cosa abbia rappresentato la società torinese nell’immaginario collettivo.
Il 25 maggio 2010, la Volkswagen ha messo le mani sul 90,1% del capitale della Italdesign Giugiaro. Inizialmente la famiglia Giugiaro è rimasta in possesso del restante 9,9% del pacchetto azionario dell’azienda per poi cederla 5 anni dopo. Giorgetto, classe 1938, ha preferito dimettersi da tutte le cariche che ancora ricopriva, affidando tutto al colosso teutonico. Ora Audi ha scelto di dare fiducia all’azienda californiana UST. Quest’ultima, assistita dallo studio legale Baker McKenzie, potrà mettere sul campo le competenze nell’IA nello sviluppo di veicoli software-defined e nella progettazione di ecosistemi digitali, sfruttando la tradizione dello storico marchio italiano.
Il know-how di Italdesign nel design e nella produzione di veicoli potrebbe essere manipolato dall’IA? Nel comunicato ufficiale sulla cessione emerge la possibilità di “offrire un portfolio completo e integrato di servizi – dall’ideazione e design iniziale allo sviluppo hardware e software fino ai sistemi di produzione – per supportare lo sviluppo di veicoli moderni e digitalmente avanzati”.
UST farà leva sulla sua rete in oltre 30 Paesi per ampliare la presenza internazionale di Italdesign. La società , in qualità di nuovo azionista di maggioranza, si prenderà tutta la responsabilità operativa, valorizzando e rafforzando l’eredità italiana, la cultura del design e il talento dei dipendenti della storica realtà piemontese. L’obiettivo sarà quello di avere successo in una nuova industria per ottenere risultati solidi con la nuova proprietà . Si apriranno nuove opportunità in linea con la visione di Italdesign, provando a onorare la storia di un gruppo che ha scritto pagine indelebili dell’automotive mondiale. Antonio Casu, amministratore delegato di Italdesign, ha assicurato:
Data articolo: Thu, 11 Dec 2025 10:50:46 +0000“La partnership porterà benefici a tutte le parti coinvolte e consentirà all’azienda di accelerare l’espansione del proprio portafoglio di servizi in nuovi mercati e di ottenere una penetrazione più profonda in diversi mercati internazionali”.
Lando Norris si è laureato campione del mondo di un soffio sul quattro volte iridato Max Verstappen. Si è meritato di detronizzare uno dei piloti più forti di tutti i tempi? Probabilmente no, ma quello che conta è essere sul tetto del mondo, almeno per qualche mese. Il nuovo numero 1 ha festeggiato in grande stile nei bar di due hotel top di Abu Dhabi, nei quali con amici e familiari, ha fatto festa fino alle 6 circa di lunedì mattina.
Dopo l’ansia crescente per l’ultimo round, a seguito dei problemi accusati a Las Vegas e in Qatar, l’inglese ha vissuto delle ore frenetiche. Gli sarebbe bastato arrivare sul podio per aprire le danze, ma si è dovuto sudare il trionfo mondiale con una rimonta inaspettata. Il driver della McLaren, dopo aver tagliato il traguardo in terza posizione, ha fatto scorrere fiumi di champagne. Il magazine britannico “Sun†ha già fatto i conti in tasca al neo campione del mondo di F1. Insieme ai suoi amici ha raggiunto una cifra record di 100mila sterline, ovvero 114mila euro al cambio attuale nei bar dei due hotel arabi. Era presente alla festa anche la fidanzata Margarida Corceiro, i suoi genitori Adam e Cisca, suo fratello Oliver, e una marea di tecnici della Casa di Woking, vincitore anche del riconoscimento dei team.
Il ventiseienne ha cantato a squarciagola alcuni dei suoi brani preferiti, come “Sweet Caroline†e “We Are The Championsâ€. Sono state condivise dal pilota anche le immagini sul suo profilo IG, girate al bar “Pearls&Caviar†dello Shangri-La Hotel e “all’Amber Lounge†del W Hotel. Una festa che è partita dopo la mezzanotte e arrivata sino alle prime luci dell’alba. Una prima volta che non scorderà mai, anche per il conto esorbitante.
“Questa sbornia è il frutto del lavoro di una vitaâ€, ha assicurato il pilota inglese. La mattinata post festa è proseguita al McDonald’s. In quel caso Norris almeno avrà risparmiato qualche sterlina. Il suo stipendio, considerando i bonus, ha sfiorato i 40 milioni nel 2025. Fanno rumore i conti da Paperon dei Paperoni degli sportivi, ma 100.000 sterline non sono nulla per certi campioni che incassano cifre faraoniche anche dagli sponsor. La vittoria di un campionato del mondo offrirà a Norris nuove collaborazioni e grandi prospettive in chiave 2026.
Da Jenson Button su McLaren, nel 2010, un pilota inglese non affiggeva i numero 1 sul muso. Lando ha scelto di abdicare il suo storico numero 4 per presentarsi nella prossima stagione nelle vesti di campione. Guarderà tutti dall’alto in basso? Difficile dirlo, anche perché i motori e le monoposto saranno completamente trasformate, seguendo il diktat del nuovo regolamento tecnico.
In teoria le squadre che non hanno lottato per il vertice della classifica potrebbero essere avvantaggiate per il semplice fatto di non aver investito tutte le risorse nel 2025. La Ferrari ha fermato, ad esempio, gli sviluppi aerodinamici della SF-25 in primavera per iniziare a focalizzarsi sulla vettura del prossimo anno. Al varco ci saranno anche Audi e Cadillac, nuovi player di una griglia sempre più ricca, in cui la McLaren dovrà emergere sempre nel segno delle PU Mercedes.
Data articolo: Thu, 11 Dec 2025 09:38:00 +0000Per una volta i prototipi MotoGP della Casa di Borgo Panigale sono rimasti nei box e Marc e Alex si sono calati nel confortevole abitacolo di due Audi RS 6 Avant Performance, allestite appositamente per i campioni catalani. Il marchio dei Quattro Anelli ha voluto fare un regalo ai due protagonisti del campionato 2025 di MotoGP. I fratelli Marquez, ambasciatori del brand e protagonisti indiscussi della cavalcata Ducati, si sono divertiti in pista con due esemplari identici sul piano tecnico, ma rifiniti in maniera opposta per enfatizzare le personalità diverse dei rider.
Marc ha avuto in dote una RS6 in una veste più aggressiva, mentre ad Alex è stata riservata una configurazione meno accattivante ma più luminosa. Alex ha una personalità più pacata, in contrasto con quella del fratello maggiore, sempre orientata alla cattiveria agonistica in pista. Tutto ciò si riflette anche nello stile di guida, con Alex che predilige una fluidità senza sbavature in sella alla Ducati, mentre Marc tende sempre a trovare il limite in ogni curva. La personalizzazione delle vetture teutoniche risulta evidente anche nell’abitacolo: le cuciture, le cinture e i loghi richiamano i colori e i numeri di gara dei due campioni, sostituendo i tradizionali marchi RS.
La consegna è avvenuta con un testa a testa organizzato dai tecnici della Casa di Ingolstadt. Sul tracciato catalano Audi ha creato un percorso tecnico a tempo, tra i coni, e un gioco di inseguimento. Il clima è risultato piacevole con sorrisi e scherzi tra i due piloti che si sono lasciati andare a una celebrazione serena dopo una lunga e pesante stagione in cui non sono mancati i problemi. Entrambi i fratelli, in fasi diverse, hanno subito degli infortuni.
Il più grave ha riguardato Marc, ancora nella zona della spalla destra martoriata da quattro interventi chirurgici precedenti. In occasione del round di Mandalika, al primo giro, Marco Bezzecchi ha sbagliato il punto di staccata e ha preso in pieno il codone della Ducati Desmosedici GP25 dello spagnolo. Il botto è stato tremendo e, dopo una prima fase di attesa, si è proceduto con un’operazione per la stabilizzazione della scapola destra e la riparazione dei legamenti. Questa operazione ha segnato la fine della sua stagione 2025 con 4 gare d’anticipo. Marc aveva festeggiato la conquista del suo nono riconoscimento iridato la settimana prima nell’appuntamento di Motegi, in Giappone.
Con questa doppia sorpresa Audi ha voluto mostrare la riconoscenza ai fratelli Marquez per il lavoro svolto in pista. Il marchio Ducati è sotto il controllo di Audi, a sua volta nell’universo Volkswagen. Da quando la Casa motociclistica italiana è entrata a far parte del Gruppo teutonico ha cambiato passo, ottenendo vittorie a raffica in Superbike e MotoGP.
L’immagine sportiva di Audi si lega perfettamente allo spirito racing dei due spagnoli. Le RS6 che vedrete nel video in alto non sono semplici RS6, ma due esemplari unici che incarnano il design esclusivo e la tecnologia all’avanguardia della Casa tedesca. Nella sfida anomala su quattro ruote è sembrato più a suo agio il giovane Alex che, nel 2026, disporrà di una Desmosedici ufficiale per sfidare suo fratello sulla Rossa.
Data articolo: Thu, 11 Dec 2025 08:22:30 +0000La Fiat Topolino si sta ritagliando uno spazio sempre più importante nella gamma Fiat. Il piccolo quadriciclo elettrico, realizzato a partire dalla stessa base della Citroën Ami, ha ottenuto un buon riscontro commerciale, contribuendo a sostenere il programma di elettrificazione della gamma Fiat. Il futuro sarà ricco di novità : il quadriciclo diventerà più grande, con il lancio di una variante inedita, e sbarcherà anche dall’altra parte dell’Oceano Atlantico. In futuro, infatti, la Topolino sarà disponibile anche negli Stati Uniti, con l’obiettivo di rendere Fiat un modello di riferimento per gli spostamenti a zero emissioni in ambito urbano. Andiamo a scoprire tutti i dettagli in merito a quello che sarà il futuro del veicolo di Fiat.
A confermare l’arrivo negli Stati Uniti della Fiat Topolino è stato Olivier François, il CEO del marchio italiano, nel corso di un evento svoltosi a margine dell’Art Week di Miami dove Fiat ha messo in mostra un particolare esemplare della Topolino, personalizzata dall’artista Romero Britto. Il numero uno di Fiat non è entrato nei dettagli, limitandosi a dichiarare: “Sono felice di annunciare che porteremo la Fiat Topolino negli Stati Unitiâ€. Tutte le informazioni relative ai piani di Fiat per il futuro della Topolino e, in particolare, per il suo debutto sul mercato americano saranno svelate nei prossimi mesi. Si tratta, chiaramente, di un progetto molto ambizioso, anche in considerazione della scarsa attenzione che gli automobilisti americani danno a modelli ultra-compatti.
È chiaro, però, che Fiat ha una strategia e punta a trovare il modo giusto per consentire alla Topolino di ritagliarsi un suo spazio. Ricordiamo che nei giorni scorsi il presidente americano Trump ha espresso un particolare apprezzamento per le kei car giapponesi, augurandosi che modelli di questo tipo possano arrivare anche negli Stati Uniti. La scelta di Fiat potrebbe, quindi, essere legata anche a questo desiderio da parte di Trump che potrebbe essere pronto a definire un quadro normativo in grado di agevolare l’arrivo di veicoli come la Topolino sul mercato americano (magari a condizione di produrli direttamente negli Stati Uniti). Sulla questione ne sapremo di più nel corso del prossimo futuro.
Come abbiamo visto nei giorni scorsi, Fiat ha in programma la realizzazione di una Fiat Topolino più grande. Il progetto in questione è previsto per la fine del 2026 oppure per i primi mesi del 2027. Le tempistiche sono ancora da definire nei dettagli e dipenderanno da diversi fattori. Di certo, il quadriciclo è destinato a essere oggetto di un programma di trasformazione. Il modello diventerà più grande e potrà ospitare quattro posti in totale, rispetto ai due attuali. L’incremento delle dimensioni si tradurrà anche in un aumento del peso e in un vero e proprio “salto” di categoria. La “grande” Topolino avrà un’omologazione L7 e sarà più potente. Di conseguenza, il veicolo sarà guidabile a partire dai 16 anni, con le norme del Codice della Strada in Italia.
Data articolo: Thu, 11 Dec 2025 06:30:35 +0000