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News passione motori

News n. 1
Il ritorno di Tony Cairoli con Ducati: pronta a fare la storia

Come fa un fenomeno che ha vinto tutto a trovare ancora le motivazioni a 40 anni per competere contro una nuova generazioni di campioni? Basta osservare il volto segnato dalle rughe, ma ancora sorridente di Tony Cairoli. Un centauro in grado di ottenere consecutivamente tra il 2009 e il 2014 sei titoli nel Motocross. Pur andando vicino in altre occasioni alla conquista della decima corona, proprio come Valentino Rossi nel Motomondiale, il siciliano è al secondo posto nella classifica dei piloti di Motocross più titolati della storia. Con 94 Gran Premi vinti è il terzo rider con più vittorie di sempre nella sua categoria.

Cairoli è una leggenda vivente che ha scritto pagine indelebili del motociclismo su ruote tassellate. Ha debuttato su una minicross a quattro anni, poi Tony ha preso parte ai primi campionati, vincendo già alla sua seconda gara a 7 anni e da quel momento ha capito cosa voleva fare in futuro. Ha conquistato ripetutamente campionati regionali e il titolo juniores, per poi sbarcare a 14 anni nella categoria 125, dove ha concluso terzo nel campionato italiano cadetti, lo stesso piazzamento che ha registrato nel 2000. Dopo essere diventato l’uomo simbolo della KTM in MXGP, ha deciso di accettare un ruolo manageriale al termine del 2022. Dopo due stagioni di stop in Antonio Cairoli si è riaccesa quella fiamma che non si era mai del tutto spenta. È ritornato in sella a una moto da cross nel segno di Ducati.

Il ritorno alle corse

Nel 2025 ha corso al GP del Trentino, poi le due sfide americane di RedBud e Millville, fino al Motocross delle Nazioni, dove ha gareggiato con una frattura alla mano. Ha avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo della Ducati Desmo450 e della nuova 250, e questo gli ha fatto tornare nel cuore il sacro fuoco. Si sente pronto a una nuova competizione negli Stati Uniti nel 2026. Ha ripreso ad allenarsi con il solito impegno, seguendo da vicino gli astri nascenti della Casa di Borgo Panigale.

Non ha più quella pressione di dover competere per il massimo traguardo, potendosi godere di più la famiglia, i bambini e quella passione genuina per i motori che lo ha reso famoso in tutto il mondo. È tornato a competere con Ducati, partecipando al quarto round del Campionato Italiano Prestige Motocross, nella classe MX1, arrivando primo in Gara 1 e secondo in Gara 2. Non ha fatto rimpiangere l’enfant prodige Mattia Guadagnini, nel Gran Premio del Regno Unito lo scorso aprile, fermato da un infortunio. Nel mese successivo ha preso parte a due round dell’AMA Motocross Championship, facendo esordire la Ducati Desmo450 MX nel campionato.

La carica di Cairoli

La sua seconda carriera è nel segno di Ducati. La Casa emiliana, dopo i successi in MotoGP e in Superbike, si è lanciata anche nel mondo delle due ruote tassellate. In una intervista rilasciata ai colleghi de La Gazzetta dello Sport, il rider siciliano ha raccontato:

“Un’emozione forte. La moto è nata con noi e portarla al debutto in campionati così importanti è stato speciale. Siamo scesi in pista con l’obiettivo di divertirci e fare bene: la velocità c’era, erano posizioni da top ten. Per una moto così giovane è un ottimo segnale. La voglia di vincere c’è sempre, ma serve realismo: la moto ha un solo anno di vita e negli Usa abbiamo corso con una versione quasi di serie. Gli altri avevano mezzi molto più sviluppati. La fame agonistica c’era, ma andava gestita nel contesto”.

Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 12:39:06 +0000
News n. 2
Il traffico sulle autostrade oggi in tempo reale

La situazione del traffico autostradale in Italia del 4 dicembre 2025 mostra diversi eventi importanti, fra cui code per incidenti sull’A14 tra Val Vibrata e Giulianova, e lunghe code per lavori urgenti di ripristino pavimentazione sull’A1 tra Firenze Impruneta e Calenzano. La presenza di pioggia e forte vento in alcune tratte aggiunge ulteriori rallentamenti.

 

A1 MILANO-NAPOLI



13:04 – Bivio A1/A15 Parma-La Spezia e Fiorenzuola
Coda per veicolo in avaria
Direzione Milano
Tratta interessata dal km 90 al km 93 per una lunghezza di 3 km.



12:57 – Firenze Impruneta e Calenzano
Coda di 5 km per interventi urgenti di ripristino della pavimentazione
Direzione Milano
La coda si estende tra il km 279 e il km 288 per una lunghezza complessiva di 9 km.



10:51 – Area di servizio Somaglia est
Camper Service chiuso per lavori
Direzione Milano
Servizio inibito temporaneamente per manutenzione.



10:08 – Modena Nord e Bivio A1/A22 Brennero-Modena
Coda per traffico intenso
Direzione Milano
Tratto interessato dal km 155.3 al 157 per una lunghezza di 1.7 km.



10:06 – Bivio A1/A22 Brennero-Modena provenendo da Bologna verso Brennero
Coda per traffico intenso
Direzione Milano



07:24 – A Banchi tra Rioveggio e Roncobilaccio
Nebbia con scarsa visibilità
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto dal km 242.3 al km 222.7 per una lunghezza di 19.6 km.

A4 TORINO-TRIESTE



12:53 – Cormano e Sesto San Giovanni
Code a tratti per traffico intenso
Direzione Trieste
Tratto dal km 136.5 al km 129.9 per una lunghezza di 6.6 km.

A7 MILANO-GENOVA



12:54 – Ronco Scrivia e Genova Bolzaneto
Coda di 4 km per incidente
Direzione Genova
Tratto dal km 117 al km 106.5 per una lunghezza di 10.5 km.



01:14 – Serravalle Scrivia e Genova Bolzaneto
Pioggia
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto dal km 125.8 al km 84.5 per una lunghezza di 41.3 km.

A10 GENOVA-VENTIMIGLIA



04:20 – Genova Pra’ e Bivio A10/Fine Complanare Savona
Pioggia
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto dal km 44.8 al km 10.7 per una lunghezza di 34.1 km.

A11 FIRENZE-PISA NORD



12:33 – Prato est e Bivio A11/A1 Milano-Napoli
Coda per traffico intenso
Direzione Firenze
Tratto dal km 5.15 al km 7 per una lunghezza di 1.85 km.



11:03 – Area di servizio Peretola sud
Servizi igienici e benzina non disponibili per interruzione erogazione idrica
Direzione Firenze



10:54 – Area di servizio Peretola nord
Servizi igienici e benzina non disponibili per interruzione erogazione idrica
Direzione Pisa

A14 BOLOGNA-TARANTO



13:06 – Val Vibrata e Giulianova
Coda di 1 km per incidente
Direzione Taranto
Lunghezza coda: 1 km.



12:38 – Ortona e Pescara sud
Coda di 1 km per incidente
Direzione Pescara
Lunghezza coda: 1 km.



12:47 – Termoli e Molfetta
Pioggia presente
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto dal km 652.4 al km 505 per una lunghezza di 147.4 km.



11:57 – Trani e Bitonto
Vento forte
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto dal km 663 al km 638.1 per una lunghezza di 24.9 km.



11:16 – Ancona sud e Poggio Imperiale
Pioggia
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto dal km 505 al km 230.4 per una lunghezza di 274.6 km.

A16 NAPOLI-CANOSA



11:02 – Grottaminarda e Candela
Pioggia
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto dal km 127.6 al km 81.7 per una lunghezza di 45.9 km.

A23 PALMANOVA-TARVISIO



11:10 – Pontebba e Confine di Stato
Prevista neve
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto dal km 119.9 al km 92.4 per una lunghezza di 27.5 km.

A24 ROMA-TERAMO



09:50 – Portonaccio e Bivio A24/Tangenziale est RM
Coda per traffico intenso sulla viabilità ordinaria
Direzione Tangenziale Est
La coda va dal km 7.3 al km 6.5 per una lunghezza di 0.8 km.



08:09 – Teramo Est in entrambe le direzioni
Entrata chiusa per lavori fino alle 17:00 del 4 dicembre 2025
Direzione in entrambe le direzioni



08:09 – Uscita Teramo Est
Uscita chiusa per lavori fino alle 17:00 del 4 dicembre 2025
Direzione in entrambe le direzioni

A25 TORANO-PESCARA



12:38 – A Banchi tra Aielli-Celano e Cocullo
Nebbia con visibilità a 80 metri
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto dal km 121.6 al km 101.2 per una lunghezza di 20.4 km.



10:14 – Cocullo e Bivio A25/A14 Bologna-Taranto
Pioggia
Direzione in entrambe le direzioni
Tratto dal km 186.4 al km 121.6 per una lunghezza di 64.8 km.

A56 TANGENZIALE DI NAPOLI



13:03 – Entrata a Corso Malta
Coda per traffico intenso
Direzione in entrambe le direzioni



09:32 – Tratto chiuso Galleria Pozzuoli
Chiuso fino alle 17:00 del 4 dicembre 2025 per lavori
Direzione Pozzuoli
Chiusura 1.1 km dal km 1.1 al km 0.

A12 GENOVA-ROMA



07:17 – Rosignano Marittimo
Entrata chiusa verso Livorno per lavori fino alle 18:00 del 4 dicembre 2025
Direzione Genova

 

 

Fonte: Autostrade per l’Italia

Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 12:08:00 +0000
News n. 3
Fantic Stealth 500, la nuova naked italiana punta su leggerezza, tecnica e stile

Fantic Stealth 500 amplia la presenza della Casa italiana nel segmento delle naked sportive e rappresenta un tassello del percorso di rilancio intrapreso dopo un periodo di crisi culminato in una profonda ristrutturazione interna. Il modello è stato sviluppato con l’obiettivo di offrire una guida diretta e dinamica, combinando componenti moderne e un’impostazione progettata interamente in Italia. La gamma Stealth deriva dall’attività in pista del marchio e punta a coniugare versatilità e sensazioni di guida più estreme. Accanto alla già nota Stealth 125, orientata all’uso quotidiano, la Stealth 500 propone una configurazione più potente pensata per chi desidera un approccio sportivo anche nei tragitti di tutti i giorni.

Il punto forte è la leggerezza

Presentata con largo anticipo a EICMA 2024 insieme alla 125, Fantic Stealth 500 arriva ora sul mercato con l’obiettivo di distinguersi per leggerezza e maneggevolezza. Il modello condivide con la sorella minore un peso contenuto, fermandosi a 147 kg a secco, valore che la colloca come la 500 più leggera della categoria. Questa caratteristica incide direttamente sull’agilità, rendendo il nuovo modello adatto tanto alla guida urbana quanto ai percorsi più dinamici. Il pacchetto ciclistico si completa con pneumatici Pirelli Diablo Rosso IV nelle misure 110/70×17 e 150/60×17 e con cerchi in alluminio a 5 razze, elementi che contribuiscono a definire una risposta precisa e un comportamento coerente con il posizionamento streetfighter del modello.

Il motore MM460, già adottato sul Caballero e ottimizzato per applicazioni stradali e sportive, rappresenta il cuore tecnico di Stealth 500. Si tratta di un monocilindrico Euro 5+ da 463 cc, raffreddato a liquido, con distribuzione DOHC a quattro valvole e iniezione elettronica gestita da un corpo farfallato Ride-by-Wire da 46 mm. Sviluppato in collaborazione con Motori Minarelli, il propulsore punta su una risposta immediata e su una curva di erogazione lineare, mantenendo valori di potenza in linea con i limiti della patente A2. La dotazione comprende frizione multidisco antisaltellamento e cambio a sei rapporti, affiancati da quattro Riding Modes – Street, Rain, Track e Custom – che intervengono su Traction Control, ABS Cornering e mappatura motore, permettendo al rider di adattare rapidamente la configurazione alle diverse condizioni di guida.

Disponibile da gennaio 2026: i prezzi

Fantic Stealth 500 si basa su un telaio misto in acciaio e alluminio, abbinato a un forcellone in alluminio e a un telaietto posteriore smontabile, soluzione che contribuisce a contenere il peso e a garantire robustezza. La ciclistica Fantic FRS comprende una forcella USD da 41 mm e un monoammortizzatore FRS 125 regolabile nel precarico, con geometrie e setting sviluppati specificamente per la cilindrata 500.  Il sistema frenante è composto da un disco anteriore da 320 mm con pinza radiale e da un disco posteriore da 230 mm, configurazione che punta a offrire una risposta modulabile e costante.

La gamma introduce tre colorazioni che differenziano l’identità estetica del modello. Le versioni Rosso e Giallo rappresentano la base dell’offerta e condividono un prezzo di 6.490 euro. La Acid Green costituisce la proposta intermedia a 6.590 euro, mentre la Racing White si colloca al vertice della gamma con un posizionamento di 6.640 euro. Stealth 500 sarà disponibile in tutte le concessionarie a partire da gennaio 2026.

Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 11:35:23 +0000
News n. 4
La nuova Dacia Sandero è disponibile da oggi: prezzi e allestimenti

La terza serie della Sandero si rinnova con novità che vi attendono nei concessionari. La vettura di segmento B, prodotta dalla Dacia in Romania, è stata lanciata sul mercato europeo a partire dal 2008. La prima generazione derivava dalla Logan, con la quale condivideva più del 70% degli elementi meccanici. La versione con assetto fuoristradistico Sandero Stepway, più alta da terra di 2 cm rispetto alla tradizionale, è stata commercializzata dal 2009.

Generazione dopo generazione la Dacia Sandero è migliorata sul piano tecnico ed estetico. L’ultimo restyling offre nuovi allestimenti a un prezzo alla portata di tutti, che parte da 14.800 euro nel caso della Streetway con motorizzazione a benzina 1.0 SCe 65. L’amatissima Stepway viene proposta a 16.500 euro con motorizzazione bifuel a GPL Eco-G 120. Alla lista manca solo il propulsore full hybrid della Sandero Stepway Hybrid 155 che arriverà alla fine del prossimo anno.

Gli allestimenti disponibili

La versione aggiornata della Sandero è in vendita con un doppio trattamento di carrozzeria. Quello standard è concepito per la Sandero Streetway, mentre quello più ricco e ispirato alle avventure fuoristradistiche è riservato alla Sandero Stepway. Su entrambe le vetture del marchio romeno, sotto il controllo di Renault, l’allestimento base è battezzato essential, nato per chi vuole una dotazione completa, ma con un occhio alla spesa. La Streetway essential vanta cerchi in acciaio da 15″, alzacristalli elettrici anteriori, fari a LED, sensori di parcheggio posteriori, specchietti regolabili manualmente, chiusura centralizzata con telecomando, oltre all’assistenza al mantenimento di corsia e intelligent speed assist, regolatore di velocità e media control con supporto smartphone e presa USB-C.

Cosa ha di più la Stepway con lo stesso allestimento essential? Più protezioni esterne in Starkle, retrovisori e maniglie nere, barre longitudinali sul tetto, tre punti di fissaggio “YouClip” e climatizzatore manuale. Il crossover vanta uno stile moderno, gruppi ottici a LED, maggiore altezza da terra, pur mantenendo un abitacolo spazioso e un bagagliaio capiente. Previste due nuove tinte di carrozzeria per la Sandero: l’inedito Giallo Ambra e Sandstone. L’abitacolo è più curato con nuovi tessuti, nuovo volante e nuovo comando E-Shifter associato al motore Eco-G 120 auto con trasmissione automatica.

I motori

L’allestimento expression della Dacia Sandero Streetway garantisce, rispetto alla essential, i cerchi flexwheel da 16″, fari fendinebbia, finiture interne blu, climatizzatore manuale, vetri elettrici posteriori, Media Display da 10” con 4 altoparlanti e replicazione smartphone e freno di stazionamento elettrico per i modelli con cambio automatico.

Il top della gamma per la Sandero Streetway è quello Journey con i cerchi in lega da 16″, i vetri posteriori, la strumentazione digitale su schermo da 7″, il sistema di accesso e avviamento senza chiave, i sensori di parcheggio anteriori, la retrocamera di parcheggio e il climatizzatore automatico. Per la Dacia Sandero Stepway c’è anche l’allestimento extreme che all’expression aggiunge finiture esterne color rame, vetri scuri, cerchi in lega neri da 16″, tappetini in gomma, freno di stazionamento elettrico, keyless entry, clima automatico, sensori di parcheggio anteriori, sistema Extended Grip con informazioni sul display e supporto per smartphone.

Il 1.0 tre cilindri aspirato a benzina da 67 CV equipaggia la Sandero Streetway SCe 65 con cambio manuale. Il motore 1.0 in versione turbo che sulla Streetway TCe 100 eroga 101 CV, sulla Stepway TCe 110 arriva a 110 CV, sempre con cambio manuale. Non mancano le versioni bifuel a benzina e GPL. Il 1.8 full hybrid della Sandero Hybrid 155 arriverà a fine 2026.

Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 11:30:58 +0000
News n. 5
Autovelox, ufficiale la mappa del censimento nazionale: le provincie più vigilate

Per gli italiani, già sommersi dalle spese, le pesanti batoste che derivano dal superamento dei limiti di velocità, segnalati dall’autovelox, sono state una condanna nel 2025. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha deciso di fare chiarezza sui punti esatti in cui sono presenti gli strumenti di misurazione. Il numero ufficiale è 3.700, di cui circa 3.100 sono gestiti dagli enti locali, province, unioni di comuni e comuni, e meno di 600 dalla polizia stradale.

Non era ancora stata creata una mappa nazionale dettagliata, regione per regione, provincia per provincia, delle apparecchiature sotto il controllo delle polizie locali. Da un elenco pubblicato sul sito ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è emerso il quadro generale. L’elenco è dinamico e consultabile senza problemi, ma mancherebbero quegli apparecchi che non sono ancora censiti. Quindi la lista risulterebbe parziale. Il totale degli occhi elettronici nel nostro Paese era stato stimato intorno agli 11.000.

Come consultare l’elenco

Vi basterà cliccare su questo link e atterrerete sul sito web ufficiale, qui potrete consultare la lista di tutti gli autovelox presenti sul territorio italiano. Il Ministero aveva fissato la scadenza al 28 novembre. Gli enti locali possono registrare la loro strumentazione dopo il termine a patto, naturalmente, che nel frattempo gli apparecchi non censiti non siano sfruttati per accertare le violazioni ed emettere multe. Si tratta di un elenco in costante aggiornamento che potrebbe aumentare nel corso dei prossimi giorni. Le amministrazioni sono costrette a tenere aggiornata la banca dati con gli strumenti che nel tempo acquisiscono e dismettono.

Il primo campo dell’elenco è dedicato al codice accertatore, che non sempre coincide con la provincia di appartenenza. C’è poi la denominazione, il codice catastale, il numero e la data del decreto. I comuni presenti sono 2.954, con 165 province, per un totale di 3.119 enti locali (polizia Stradale: 586 più carabinieri: 1). Le regioni con più autovelox sono le seguenti:

  • Lombardia: 503
  • Veneto: 446
  • Emilia-Romagna: 420

Le province con più di 100 autovelox sono solo Torino (121), Roma (117), Firenze (106), Milano (105) e Padova (102). In Lombardia bisogna prestare una attenzione massima per evitare multe.

Le regioni con meno autovelox

Per fortuna non tutti i luoghi del Belpaese sono tartassati. La Basilicata ha solo 14 apparecchi, poi ci sono Valle d’Aosta e Molise a quota 16. Ci sono anche province senza autovelox: Crotone, Gallura Nord est Sardegna. Ogliastra e Oristano. Da sottolineare come in una delle città più popolose d’Italia, ovvero Napoli, ci siano solo 8 autovelox (48 totali nell’intera Campania). Il Mit ha spiegato in una nota, poi diffusa anche al Mimit e all’ufficio legislativo, l’equiparazione funzionale tra approvazione e omologazione. Una rivoluzione necessaria per rendere anche più facile la vita degli italiani.

Per ora l’elenco non è di facile consultazione. A volte mancano le stesse aziende produttrici o distributrici, oltre che le diverse marche e modelli, che sono registrati con altre denominazioni. Gli strumenti più diffusi nella polizia stradale, comunque, sono i telelaser (238), i tutor (188) e gli autovelox (148). Roberto Benigni, vicepresidente Anvu, l’Associazione professionale della polizia locale d’Italia, ha annunciato:

“Questo elenco secondo il Mit è un discrimine per la legittimità delle multe. Adesso le amministrazioni sanno che usando lo strumento non segnalato compiono un atto illegittimo“.

Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 10:09:40 +0000
News n. 6
Novità assoluta, rimborso dei pedaggi autostradali: quando e come fare richiesta

Quante volte vi sarete trovati ad affrontare lunghe code in autostrada, non potendo far altro che controllare la rabbia in attesa che il traffico si sbloccasse. Quel senso di impotenza dopo aver pagato il pedaggio potrà essere compensato da una cambiamento radicale. Finalmente arriva un riconoscimento del disagio subito con l’intervento dell’Autorità di regolazione dei trasporti che ha autorizzato il nuovo sistema di risarcimenti con la delibera 211/2025.

Il provvedimento propone per la prima volta in Italia il diritto al rimborso del pedaggio autostradale quando il viaggio viene compromesso da cantieri o blocchi del traffico. I rimborsi saranno automatici e in alcuni casi copriranno l’intero costo del pedaggio. Sono esclusi i cantieri urgenti causati da incidenti o condizioni meteo eccezionali, quelli già coperti da sconti tariffari e, almeno inizialmente, i cantieri mobili.

Quando entreranno in vigore i rimborsi

La nuova disciplina diventerà operativa in due momenti. Dal primo giugno 2026 saranno attivi i risarcimenti per i blocchi del traffico e per i cantieri sulle tratte gestite da un singolo concessionario. Dal primo dicembre 2026 il sistema entrerà in vigore anche per i tratti che coinvolgono più gestori autostradali, in modo da coprire l’intera rete nazionale. Nel primo anno e mezzo l’Autorità monitorerà come funziona il sistema nella pratica e farà delle modifiche in caso di necessità entro il mese di luglio 2027.

Quando sono programmati dei lavori sulla tratta, il diritto al rimborso varierà in base alla lunghezza del tratto percorso:

  • sotto i 30 km: sempre riconosciuto;
  • tra 30 e 50 km: rimborso con almeno 10 minuti di ritardo;
  • oltre i 50 km: almeno 15 minuti di ritardo.

Con il tempo verrà applicato un meccanismo che andrà a tutelare i diritti degli utenti, che per ora pagano per un’esperienza su strada che spesso diventa un incubo. La misura, come spiega l’Autorità, “risponde a un’esigenza concreta: offrire maggiori garanzie ai cittadini che, sempre più spesso, si trovano a fronteggiare rallentamenti e disagi legati alla presenza di cantieri o a blocchi del traffico”. Il presidente di Art Nicola Zaccheo ha annunciato:

“Con questa delibera l’Autorità ribadisce un principio essenziale: il ‘pay per use’, il pedaggio deve essere sempre equo e proporzionato al servizio effettivamente usufruito. È un atto di tutela verso i viaggiatori”.

Novità rivoluzionaria per i pendolari

Il meccanismo va a tutelare i pendolari e gli abbonati che avranno le stesse identiche modalità di rimborso degli utenti occasionali. In più, se i lavori rendono il loro percorso abituale più complesso, potranno recedere dall’abbonamento senza penali. Quindi chi si reca al lavoro e subisce una interruzione del traffico, determinata da incidenti gravi o eventi meteo estremi, sarà salvaguardato. I rimborsi sono proporzionali alla durata del fermo. Se resti bloccato tra 60 e 119 minuti, recuperi la metà del pedaggio. Tra 120 e 179 minuti, il rimborso sale al 75%. Oltre le tre ore di blocco totale, il risarcimento del pedaggio diventa totale.

I rimborsi devono essere recuperati dai gestori attraverso il pedaggio stesso, anche se l’impatto sui costi per gli utenti sarà, secondo l’Autorità, “praticamente impercettibile”. Il presidente di Art, Nicola Zaccheo, ha aggiunto:

“Occorre allo stesso tempo considerare un altro aspetto fondamentale, quello della sostenibilità complessiva del sistema: contemperare i diritti degli utenti con la tenuta economica delle infrastrutture è indispensabile per garantire un equilibrio duraturo“.

Previste delle eccezioni

Non mancano le esenzioni: non si ha diritto al rimborso per importi inferiori a 10 centesimi. Non si avrà 1 euro se sulla tratta è già prevista una riduzione generalizzata del pedaggio. I cantieri emergenziali sono esclusi dal meccanismo. Anche i cantieri mobili non daranno diritto a rimborso, anche se i concessionari dovranno aggiornare gli utenti sulla loro presenza e programmazione.

Un’altra novità è l’introduzione di un’applicazione nazionale che permetterà di gestire informazioni sulla viabilità e risarcimenti in modo unificato, a prescindere dal gestore autostradale. Senza le classiche app, si potranno aver rimborsi in modo tradizionale. Quindi saranno disponibili numeri verdi, portali web specifici e assistenza telefonica. Ciò che conta è che si riceveranno indietro i soldi spesi in modo automatico. Un sistema non molto diverso dal trasporto ferroviario quando si superano certe soglie di ritardo. Non ci sarà bisogno di presentare reclami o inviare documentazione. Il sistema registrerà i ritardi e attiverà automaticamente le procedure di compensazione.

Chi effettua i rimborsi

L’Italia è il primo Paese dell’Ue a lanciare un sistema di rimborsi articolato e automatizzato per le difficoltà in autostrada. Va anche detto che la nostra rete è quella meno efficiente e tra le più care. Con oltre 7.000 km gestiti da decine di concessionari diversi, e secondo un’indagine di Altroconsumo del 2023, quasi il 70% degli automobilisti italiani ritiene i pedaggi siano sproporzionati rispetto alla qualità del servizio. Anche per questo motivo ai piani alti si è deciso di intervenire con misure legittime.

I rimborsi legati ai cantieri non potranno essere recuperati dai concessionari attraverso aumenti del pedaggio. Finalmente la problematica non ricadrà sull’italiano medio che ogni giorno si sposta sulla rete autostradale, ma rappresenterà un costo che le società dovranno assorbire, incentivando a programmare i lavori in modo più efficiente per ridurre al minimo i disagi. Una strategia astuta per migliorare la qualità dei servizi, ma anche dei lavori. Le novità introdotte dalla delibera n.211/2025, approvata il 2 dicembre dall’Autorità di regolazione dei trasporti e pubblicata sul sito, rappresenta una delle poche buone notizie per gli italiani.

L’obiettivo delle Autorità sarà raggiunto in modo graduale. Nel 2026 e 2027, i concessionari potranno recuperare totalmente le somme versate. Dal 2028 al 2030, questo risanamento diminuirà in modo progressivo: 75% nel 2028, 50% nel 2029, 25% nel 2030. Dal 2031, nessun recupero sarà più possibile. Per un mondo migliore sulle strade italiane si arriveranno a mettere nero su bianco i diritti degli automobilisti e trasformare il pedaggio da tassa di passaggio a un servizio che deve essere garantito ai massimi livelli e senza disagi. Quasi appare un miracolo che questa decisione si stata presa in Italia, in una fase di profonda crisi. I cittadini, per una volta, potranno fregiarsi di avere garantito un servizio che non sarà contemplato in altre nazioni europee. Introdurre soglie e condizioni che disegnano una nuova geografia dei rimborsi è un grande passo in avanti per gli italiani, già tartassati dalle spese. L’utente pagherà per percorrere un’infrastruttura efficiente e utilizzabile, in caso contrario avrà il diritto a riavere indietro la somma versata, potendo far conto su un obbligo di trasparenza finora assente.

Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 08:36:53 +0000
News n. 7
Sciopero dei trasporti dicembre 2025: calendario e orari città per città

Nel mese di dicembre 2025 sono previsti diversi scioperi che coinvolgono vari settori, dal trasporto locale a quello ferroviario, fino al comparto aereo e della circolazione stradale. L’articolo illustra le date, le città e le categorie coinvolte, includendo tutti i dettagli sugli orari e sui sindacati promotori degli scioperi programmati dal 4 dicembre 2025 fino alla fine del mese.

Sciopero 09 dicembre 2025

Nella città di Roma è previsto uno sciopero di 24 ore che riguarda il trasporto pubblico locale. Coinvolto il personale della società ATAC di Roma, con la proclamazione da parte del sindacato OSR SUL.

Sciopero 12 dicembre 2025

In tutta Italia si terrà uno sciopero generale nell’intera giornata, che coinvolge i settori pubblici e privati, inclusi lavoratori anche in appalto e strumentali. Per il comparto ferroviario lo sciopero è dalle 00.01 alle 21.00, promosso dalla sigla CGIL.

In tutta la regione Veneto ci sarà uno sciopero di 8 ore, dalle 9.01 alle 17.00, del personale della società RFI manutenzione infrastrutture Unità Territoriale Sud, Amm.vo ed Ingegneria DOIT Verona, indetto dai sindacati OSR ORSA FERROVIE/SLM-FAST-CONFSAL.

Nella provincia di Bolzano lo sciopero riguarda il trasporto pubblico locale e coinvolge il personale della società SASA di Bolzano. L’astensione dal lavoro durerà 4 ore, dalle 16.00 alle 20.00, proclamata dai sindacati OSR UGL/USB LAVORO PRIVATO/ORSA TRASPORTI.

In tutta la regione Lombardia è indetto uno sciopero di 8 ore per ciascun turno di lavoro per la categoria circolazione e sicurezza stradale, con riferimento al personale della società Autostrade per l’Italia Direzione II° Tronco Milano. A proclamarlo è il sindacato OSR UILT-UIL.

Sciopero 17 dicembre 2025

In tutta Italia è previsto uno sciopero nazionale nel comparto aereo, con astensione di 4 ore, dalle 13.00 alle 17.00, che coinvolge vari operatori e società del settore:

– Personale dell’ENAV ACC Roma, indetto dai sindacati RSA FILT-CGIL/UGL-TA/FAST-CONFSAL-AV;
– Personale delle aziende handling associate Assohandlers operanti nei sedimi aeroportuali italiani, promosso da FLAI TRASPORTI E SERVIZI;
– Personale della società Vueling, proclamato dal sindacato UILT-UIL;
– Personale navigante della società Vueling Airlines, sciopero indetto da USB LAVORO PRIVATO;
– Assistenti di volo Vueling Airlines, sindacato RSA FILT-CGIL/ANPAC;
– Personale di terra delle società Air France e KLM, sindacati FILT-CGIL/FIT-CISL/UILT-UIL/UGL-TA;
– Personale della società ITA Airways, sindacati FILT-CGIL/FIT-CISL/UILT-UIL/UGL T.A./ANPAC/ANP;
– Personale Techno Sky (gruppo ENAV, comprensorio Sicilia), sindacato RSU;
– Personale navigante della società Easyjet Airline Company Limited, sindacato USB LAVORO PRIVATO.

Sciopero 22-24 dicembre 2025

In tutta Italia si svolge uno sciopero nazionale nel settore delle merci, dalle 00.00 del 22 dicembre alle 24.00 del 24 dicembre, riguardante il personale viaggiante dipendente della società Number 1 Logistic Group. Lo sciopero di 72 ore è indetto dal sindacato FAO COBAS.

Fonte: Mit

Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 07:00:00 +0000
News n. 8
Il prezzo di benzina, diesel e gpl in autostrada oggi

Oggi, 04 dicembre 2025, riportiamo i prezzi medi più recenti rilevati lungo la rete autostradale italiana: benzina, gasolio, GPL e metano. I valori provengono dall’ultimo aggiornamento ufficiale disponibile e offrono un riferimento utile per chi è in viaggio. Il costo alla pompa è il risultato della somma tra due grandi blocchi: la componente industriale, che include materia prima e margine degli operatori, e la componente fiscale, formata da accise e IVA. La prima riflette l’andamento dei mercati internazionali e i costi di filiera, la seconda rappresenta il prelievo applicato dallo Stato. Di seguito i prezzi medi attualmente in vigore in autostrada secondo l’ultimo aggiornamento pubblico.

Il prezzo dei carburanti in autostrada

Ultimo aggiornamento dati: 03-12-2025

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.792
Benzina SELF 1.823
GPL SERVITO 0.829
Metano SERVITO 1.486

Come si compone il costo dei carburanti

Per la benzina, la struttura del prezzo finale al consumatore è il risultato di più passaggi che si sommano fino a definire il valore esposto in stazione di servizio. La quota più rilevante è la componente fiscale, pari al 58% del prezzo: include le accise, ossia le imposte fisse applicate per unità di prodotto, e l’IVA, calcolata sul valore complessivo del bene e che quindi finisce per gravare anche sulle accise. A questa si affianca la componente industriale, che pesa il 42%. All’interno della parte industriale troviamo due elementi distinti: il costo della materia prima, che vale il 30% del prezzo e dipende dalle quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi e dall’andamento del cambio euro/dollaro; e il margine lordo della filiera (raffinazione, logistica, distribuzione), pari al 12%. Proprio sul margine gli operatori possono intervenire per modulare i listini, in risposta a dinamiche di concorrenza locale, ai costi di trasporto e stoccaggio, alle politiche commerciali e alla stagionalità dei flussi. Le variazioni internazionali dei prezzi e del cambio si trasferiscono principalmente sulla materia prima, mentre le leve commerciali incidono sul margine, determinando la velocità e l’intensità con cui gli aggiustamenti arrivano alla pompa.

Per il gasolio, la ripartizione presenta un equilibrio diverso tra le componenti. La parte fiscale incide per il 45% del prezzo finale, mentre la componente industriale vale il 55%. All’interno di quest’ultima, il costo della materia prima pesa il 45% del prezzo complessivo: è qui che le quotazioni internazionali dei distillati medi e l’effetto del cambio euro/dollaro esercitano la maggiore influenza, determinando gran parte delle oscillazioni osservate nel tempo. Il margine, pari al 10%, rappresenta lo spazio su cui gli operatori possono agire per adeguare i listini alla pompa, tenendo conto di costi di raffinazione e logistica, della pressione competitiva nelle diverse aree e delle esigenze di servizio sulle tratte autostradali. Anche per il gasolio, dunque, gli shock esterni legati al mercato globale incidono prevalentemente sulla materia prima, mentre le politiche commerciali determinano gli aggiustamenti sul margine. L’interazione tra queste componenti spiega perché, a parità di scenario internazionale, si possano osservare differenze tra impianti e perché i tempi di trasmissione delle variazioni non siano sempre immediati o simmetrici.

Fonte: Osservatorio prezzi Mimit

Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 07:00:00 +0000
News n. 9
Il prezzo di benzina, diesel e gpl oggi

Ogni giorno dalle 8.30 del mattino, Virgilio Motori vi informa sul costo dei carburanti in tutte le regioni italiane. Il costo medio attuale è di 1.731 per la benzina, 1.705 per il diesel, 0.706 per il gpl, 1.426 per il metano. Per sapere il prezzo esatto nella tua regione scorri in basso per tutti i dettagli di costo. Il costo medio si riferisce al prezzo mostrato dai distributori di carburanti presenti sulle strade comunali, provinciali e statali.

Abruzzo

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Abruzzo.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.704
Benzina SELF 1.721
GPL SERVITO 0.700
Metano SERVITO 1.404

Basilicata

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Basilicata.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.715
Benzina SELF 1.760
GPL SERVITO 0.679
Metano SERVITO 1.460

Bolzano

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella provincia autonoma di Bolzano.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.765
Benzina SELF 1.783
GPL SERVITO 0.772
Metano SERVITO 1.581

Calabria

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Calabria.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.717
Benzina SELF 1.758
GPL SERVITO 0.731
Metano SERVITO 1.502

Campania

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Campania.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.678
Benzina SELF 1.714
GPL SERVITO 0.639
Metano SERVITO 1.391

Emilia Romagna

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Emilia Romagna.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.693
Benzina SELF 1.716
GPL SERVITO 0.658
Metano SERVITO 1.351

Friuli Venezia Giulia

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Friuli Venezia Giulia.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.712
Benzina SELF 1.735
GPL SERVITO 0.672
Metano SERVITO 1.362

Lazio

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Lazio.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.689
Benzina SELF 1.707
GPL SERVITO 0.665
Metano SERVITO 1.475

Liguria

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Liguria.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.723
Benzina SELF 1.743
GPL SERVITO 0.778
Metano SERVITO 1.440

Lombardia

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Lombardia.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.692
Benzina SELF 1.717
GPL SERVITO 0.664
Metano SERVITO 1.374

Marche

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Marche.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.684
Benzina SELF 1.705
GPL SERVITO 0.704
Metano SERVITO 1.308

Molise

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Molise.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.704
Benzina SELF 1.730
GPL SERVITO 0.697
Metano SERVITO 1.410

Piemonte

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Piemonte.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.694
Benzina SELF 1.712
GPL SERVITO 0.666
Metano SERVITO 1.429

Puglia

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Puglia.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.693
Benzina SELF 1.742
GPL SERVITO 0.660
Metano SERVITO 1.478

Sardegna

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Sardegna.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.715
Benzina SELF 1.735
GPL SERVITO 0.797

Sicilia

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Sicilia.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.700
Benzina SELF 1.748
GPL SERVITO 0.760
Metano SERVITO 1.746

Toscana

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Toscana.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.702
Benzina SELF 1.709
GPL SERVITO 0.686
Metano SERVITO 1.446

Trento

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella provincia autonoma di Trento.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.727
Benzina SELF 1.759
GPL SERVITO 0.726
Metano SERVITO 1.323

Umbria

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Umbria.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.703
Benzina SELF 1.716
GPL SERVITO 0.697
Metano SERVITO 1.321

Valle d’Aosta

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Valle d’Aosta.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.725
Benzina SELF 1.744
GPL SERVITO 0.808

Veneto

Questo è il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano di oggi 04 dicembre 2025 nella regione Veneto.

TIPOLOGIA EROGAZIONE PREZZO MEDIO
Gasolio SELF 1.687
Benzina SELF 1.710
GPL SERVITO 0.674
Metano SERVITO 1.310

Fonte: Osservatorio prezzi Mimit

Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 07:00:00 +0000
News n. 10
Il primo pick-up elettrico di KGM arriva in Italia: ecco i prezzi

Il segmento dei pick-up in Italia registra l’arrivo di un nuovo brand: grazie a TFlow, azienda specializzata nell’importazione e nella distribuzione di veicoli, arriva sul mercato il nuovo Torres EVT, il primo pick-up elettrico del marchio coreano KGM. Si tratta di un importante aggiornamento per la gamma che già comprende l’elettrica EVX e la Full Hybrid HEV, due SUV ricchi di potenzialità e la cui piattaforma è stata utilizzata per realizzare il pick-up. Il nuovo modello si rivolge, in particolare, a professionisti, flotte e imprenditori alla ricerca di un modello solido e ricco di potenzialità in grado di garantire spostamenti a zero emissioni, con una buona autonomia. Andiamo a scoprire tutte le caratteristiche del modello.

Un nuovo pick-up elettrico

Il nuovo Torres EVT è dotato di una batteria LFP da 80,6 kWh che garantisce un’autonomia fino a 420 km (FWD) nel ciclo WLTP combinato. Il modello ha una portata del cassone che arriva a 530 chilogrammi (le misure sono 1.345 x 1.515 x 510 mm) e una massa rimorchiabile di 1.800 chilogrammi. L’abitacolo consente di ospitare fino a 5 persone e include un cluster digitale da 12,3 pollici oltre alla piattaforma di infotainment di nuova generazione Athena 2.0 che include la compatibilità con Apple Car Play oltre che con Android Auto. Da segnalare anche il supporto alla tecnologia V2L (Vehicle-to-Load), che permette al veicolo di alimentare utensili e attrezzature sfruttando l’energia custodita nel pacco batterie. Per quanto riguarda la ricarica rapida, in corrente continua, è possibile passare dal 10% all’80% in appena 36 minuti, ricorrendo a colonnine da 300 kW. Con colonnine da 100 kW, invece, servono 46 minuti. Per una carica completa in modalità AC trifase da 11 kW sono necessarie 10,2 ore.

I prezzi

KGM Torres EVT arriva in Italia con tre diversi allestimenti. La versione di lancio è la Black Edge – 1° Edition, disponibile in due colorazioni e dotata di trazione anteriore. Il prezzo di partenza è di 42.100 euro. Successivamente saranno disponibili le altre due varianti. L’offerta del pick-up include, infatti, la versione Style con trazione integrale che costa 39.900 euro. A completare l’offerta troviamo la K-Line, sempre con trazione integrale, che va ad arricchire la dotazione di serie con un prezzo di 43.750 euro. Tutti i prezzi indicati sono IVA esclusa. L’intera gamma viene proposta con 7 anni (oppure 150.000 chilometri) di garanzia e assistenza stradale, mentre la garanzia sulla batteria è di 10 anni (oppure ben 1.000.000 chilometri). Per tutti i dettagli in merito al nuovo modello è possibile consultare il sito ufficiale di KGM Italia oppure recarsi in una concessionaria autorizzata.

Il commento dell’azienda

Luca Ronconi, Consigliere Delegato di ATFlow e Managing Director KGM Italia, ha utilizzato queste parole per “presentare” il nuovo modello alla clientela italiana:

“Siamo orgogliosi di portare in Italia TORRES EVT, una novità che apre nuove prospettive per gli utilizzatori di pick-up. Design moderno, sicurezza avanzata e prezzi competitivi si combinano con zero emissioni, riduzione dei costi operativi, tecnologia V2L e garanzie estese. TORRES EVT è un veicolo di qualità che dimostra concretamente come sostenibilità, efficienza e affidabilità possano oggi coesistere senza compromessi.”

Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 06:30:12 +0000
News n. 11
Jeep Avenger continua a crescere: è il SUV più venduto in Italia

Jeep Avenger, mese dopo mese, si sta ritagliando uno spazio da vero protagonista del mercato italiano. Il B-SUV, anche grazie a una gamma articolata e ricca di varianti, è riuscito a convincere i clienti e sta registrando ottimi risultati di vendita. La conferma arriva dai dati delle immatricolazioni di novembre 2025 che certificano l’ottimo lavoro svolto da Jeep e il successo costante di Avenger, anche tra i modelli a zero emissioni.

Un SUV di successo

I dati sulle immatricolazioni in Italia a novembre 2025 confermano gli ottimi numeri di Jeep Avenger. Il modello, entry level della gamma Jeep, è da tempo nella Top 10 delle auto più vendute in Italia e sta rafforzando, sempre di più, la sua leadership del segmento dei SUV. I dati sul parziale annuo del 2025, considerando il periodo gennaio – novembre, evidenziano per Avenger una quota di mercato del 5,63% nel comparto.

Nel periodo considerato, il modello di Jeep ha raggiunto oltre 45 mila unità immatricolate, conquistando la terza posizione nella classifica generale dei modelli più venduti. Lo scorso anno, dopo i primi undici mesi dell’anno, il SUV del marchio di Stellantis aveva venduto circa 38 mila unità. Il salto in avanti è significativo e conferma l’ottimo stato di salute di Avenger, sempre più punto di riferimento per Jeep, in Italia e in molti altri mercati europei.

Ottimi risultati anche per l’elettrica

Uno dei segreti del successo di Avenger è rappresentato da una gamma di motorizzazioni particolarmente ricca con soluzioni in grado di soddisfare appieno la clientela. Tra le opzioni disponibili c’è anche la versione elettrica che si conferma uno dei modelli più apprezzati in Italia. Come confermato anche dai dati UNRAE, la Avenger a zero emissioni ha già raggiunto quota 2.379 unità immatricolate, piazzandosi nella Top 10 delle elettriche più vendute nel 2025. La vettura è anche leader del segmento dei B-SUV elettrici con una quota del 16%.  Ad affiancare questa variante troviamo la versione benzina con cambio manuale, la e-Hybrid con il motore ibrido a 48 V e la più recente 4xe con trazione integrale elettrificata.

Il SUV che trascina Jeep

Il marchio Jeep sta attraversando una fase di transizione, con immatricolazioni in calo, anche per via dell’uscita di scena della Renegade. Le vendite nel corso del 2025, per il mercato italiano, sono in leggero calo (-7,94% come confermano i dati UNRAE) ma i numeri continuano a essere alti, con quasi 60.000 unità vendute da inizio anno e con una quota di mercato del 4,18%. Avenger è oggi un vero e proprio punto di riferimento per il brand del Gruppo Stellantis.

Per il futuro, il B-SUV continuerà a ricoprire un ruolo di primo piano per Jeep che, nel frattempo, sta lavorando a un importante aggiornamento della gamma, a partire dal lancio della Nuova Compass che andrà ad arricchire ulteriormente l’offerta con l’obiettivo di invertire la tendenza e registrare un 2026 positivo dopo un 2025 che, almeno in Italia, si chiuderà con il segno meno per quanto riguarda le immatricolazioni.

Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 06:30:05 +0000
News n. 12
Spia candelette che lampeggia e perdita di potenza: cause e rimedi

Se vedi la spia candelette lampeggiare e l’auto non supera i 3.000 giri, il tuo motore è entrato in modalita “recovery”. È una strategia elettronica della centralina messa in atto a seguito di un malfunzionamento, utilizzata per preservare la meccanica del propulsore ed evitare danni irreparabili.

Le 3 cause principali

Nelle auto diesel moderne, quella spia lampeggiante non sempre indica un problema alle candelette di accensione, ma segnala un’anomalia generica nella gestione del motore. Nella mia esperienza quotidiana in officina, quando un cliente arriva con questa segnalazione e l’auto “in protezione”, i potenziali colpevoli sono quasi sempre tre:

  • il sistema di scarico: questa è la causa più frequente per chi guida in città. La valvola EGR si blocca a causa della fuliggine o il filtro antiparticolato (FAP/DPF) è completamente intasato e non riesce più a rigenerare. Il motore non riesce a “respirare” bene e la centralina va in allarme;
  • la gestione del turbo: spesso il problema non è la turbina rotta, ma i componenti che la comandano. Un sensore di pressione sporco o l’attuatore della geometria variabile bloccato impediscono al turbo di lavorare alla giusta pressione, obbligando l’auto a limitare la spinta per preservare la sicurezza;
  • un problema elettrico: sembra incredibile, ma su alcune auto un guasto all’interruttore pedale freno (che costa pochi euro) può mandare l’auto in recovery. La centralina, non capendo se stai frenando o no, taglia potenza per precauzione.

Come identificare il guasto esatto

Poiché la spia è generica, provare a indovinare il guasto e cambiare pezzi “a caso” è il modo migliore per spendere soldi inutilmente. Il metodo che utilizzo in officina, e che per me è il più furbo ed efficace, si basa su una diagnosi elettronica approfondita. Non basta collegare il computer alla presa OBD e leggere l’errore, bisogna interpretare i parametri in tempo reale. Solo con questa analisi precisa capiamo se è necessario pulire un componente, come l’EGR, o sostituire un sensore specifico, risolvendo il problema alla radice ed evitando che la spia si riaccenda il giorno dopo.

I consigli del meccanico

La parte più importante del mio lavoro è dare i giusti suggerimenti per evitare spese impreviste e mantenere l’auto in salute. Vediamo cosa puoi fare:

  • controllo dei parametri: durante il tagliando chiedi sempre una verifica elettronica dei valori, per capire se ci sono anomalie in corso o filtri intasati prima che si accenda la spia;
  • prevenzione alla guida: noto spesso che queste problematiche colpiscono chi usa l’auto per tragitti brevi. Per evitare che FAP ed EGR si intasino, ti consiglio di percorrere regolarmente un tratto di autostrada a regime costante, circa 2.500 giri in quarta o quinta marcia per favorire la pulizia automatica del sistema di scarico;
  • uso di additivi specifici: per mantenere pulito il sistema di alimentazione e ridurre la formazione di fuliggine, ti consiglio di utilizzare periodicamente un additivo pulitore di qualità da versare direttamente nel serbatoio;
  • azione immediata: se la spia motore o candelette si accende mentre viaggi, non forzare l’auto. Puoi raggiungere l’officina, ma guida con prudenza, senza tirare le marce, per non stressare un motore che sta lavorando in emergenza.
Data articolo: Thu, 04 Dec 2025 05:10:54 +0000
News n. 13
BYD non si ferma più: quota record in Italia a novembre 2025

Continua la crescita in Italia di BYD. La Casa cinese, infatti, sta vivendo un 2025 molto positivo, con dati incoraggianti in arrivo dal mercato e con il raggiungimento di una quota record a novembre 2025 e con una presenza sempre più significativa tra le elettriche e le ibride plug-in. Andiamo a fare il punto sulla presenza di BYD in Italia analizzando i numeri forniti dall’azienda.

Un novembre record

Il mese di novembre 2025 si chiude in modo molto positivo per BYD in Italia. La Casa, che ha ufficializzato i suoi risultati con un comunicato stampa, ha totalizzato 3.524 immatricolazioni nel corso dell’undicesimo mese dell’anno, continuando la sua scalata verso le prime posizioni della classifica dei costruttori attivi in Italia.

A novembre, infatti, BYD è stato il 15° costruttore per volumi di vendita, registrando una crescita superiore al 500% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La crescita non potrà che continuare anche considerando il costante aggiornamento della gamma, appena arricchita dal nuovo SUV ibrido con un prezzo molto competitivo.

Nel corso del mese appena terminato, il brand ha raggiunto un market share del 2,8%. Si tratta di un risultato record. Come fa notare la stessa Casa, infatti, diversi altri marchi hanno impiegato fino a 15 anni per ottenere un risultato di questo tipo mentre BYD è presente in modo strutturato in Italia soltanto da 15 mesi.

I dati sono positivi anche nel cumulato 2025 (periodo gennaio – novembre) con un totale di circa 22.000 immatricolazioni. L’azienda sottolinea come la strategia di espansione della rete di vendita stia giocando un ruolo fondamentale in questo momento. Per questo motivo, entro fine anno, BYD punta a raggiungere 100 punti vendita su tutto il territorio nazionale, continuando anche a potenziare la rete di post vendita e di distribuzione ricambi per offrire un supporto costante alla clientela.

A novembre 2025, anche grazie alla spinta degli incentivi, BYD ha registrato numeri ottimi per la Dolphin Surf. La city car elettrica ha raggiunto 2.187 unità vendute (come confermano i dati UNRAE), sfiorando l’ingresso nella Top 10 delle più vendute in Italia (la vettura si è piazzata all’undicesimo posto) e conquistando il titolo di auto elettrica più venduta in assoluto nel corso del mese.

Ottimi numeri anche in Europa

La strategia di BYD è chiara: la Casa vuole crescere e vuole conquistare uno spazio da protagonista in tutti i principali mercati europei. Per il momento, i risultati sono molto positivi e i dati di novembre lo confermano. In Spagna, ad esempio, il brand ha totalizzato 2.932 unità immatricolate con una quota di mercato del 3,1%.

Dati eccellenti arrivano anche dal Regno Unito dove le immatricolazioni sono state 4.604 unità a fronte di un market share che tocca 3,05%. In Germania, invece, i numeri sono leggermente inferiori ma comunque positivi, con 4.030 esemplari venduti nel corso del mese di novembre e un market share pari all’1,6%.

Ricordiamo che BYD ha chiuso il mese di ottobre 2025 in Europa con una quota di mercato dell’1,6% e nel corso del 2025 ha già raggiunto 138 mila unità immatricolate sul mercato europeo (UE + Regno Unito + Paesi Efta) e una quota dell’1,3%. I dati relativi al mese di novembre, invece, saranno disponibili nel corso delle prossime settimane ma, come confermano i numeri in Spagna, Germania, Regno Unito e Italia, la Casa sta vivendo un momento molto positivo.

Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 14:45:20 +0000
News n. 14
Le auto più vendute in Italia a novembre 2025: ecco la Top 10

Il mercato delle quattro ruote italiano ha chiuso il mese di novembre senza particolari scossoni. Nonostante l’impatto degli incentivi, che hanno garantito un boom per le elettriche, le immatricolazioni sono in linea con lo scorso anno. Di seguito andremo ad analizzare quali sono state le auto più vendute a novembre 2025 in Italia con una Top 10 che conferma i trend già evidenziati nei mesi scorsi per il mercato.

Le più vendute di novembre 2025

La Top 10 delle auto più vendute a novembre 2025 vede al decimo posto la Renault Captur che ha registrato un totale di 2.216 unità immatricolate. In nona posizione, invece, c’è un altro modello della Casa francese con la Renault Clio che ha raggiunto quota 2.304 unità vendute. Ottava piazza per la Ford Puma. Il crossover tocca quota 2.331 immatricolazioni nel corso dell’undicesimo mese dell’anno in corso. Da segnalare anche la Citroën C3, settima con 2.599 unità immatricolate, e la Toyota Aygo X, appena aggiornata con una variante Full Hybrid, sesta con 2.955 esemplari venduti.

Nelle prime posizioni non ci sono particolari sorprese e tutti i modelli si piazzano sopra la soglia di 3.000 immatricolazioni: la Toyota Yaris è quinta con 3.027 unità vendute mentre la Jeep Avenger è quarta, con 3.396. Il SUV di Jeep deve cedere lo scettro di modello più venduto della sua categoria alla Toyota Yaris Cross, che occupa la terza posizione della classifica assoluta con 3.535 unità. Sul secondo gradino del podio c’è la “solita” Dacia Sandero. Dopo l’ultimo aggiornamento, il modello di Dacia ha raggiunto 3.885 immatricolazioni. Prima in classifica è la Fiat Panda con 6.827 esemplari distribuiti nel corso del mese.

 

 

Per maggiori dettagli sull’andamento generale del mercato e sul boom delle elettriche registrato nelle ultime settimane, grazie agli incentivi, vi rimandiamo all’approfondimento dedicato alle immatricolazioni di novembre 2025 in Italia.

Le più vendute nel 2025

La classifica delle auto più vendute in Italia nel 2025 è simile a quanto visto a novembre, con alcune piccole differenze. Al decimo posto troviamo la Renault Clio, con 26.808 unità immatricolate, mentre al nono posto c’è la MG ZS, simbolo della crescita record di MG in Italia, che ha raggiunto 27.241 esemplari venduti da gennaio.

Scorrendo la classifica ci sono la Peugeot 208 (30.127), la Toyota Yaris (32.099), la Dacia Duster (32.727), la Toyota Yaris Cross (34.588) e la Citroën C3 (36.363). Sul gradino più basso del podio trova posto la Jeep Avenger, con 45.701 unità immatricolate. Il modello è anche il SUV più venduto in Italia nel corso dell’anno. Seconda posizione per la Dacia Sandero, che ha totalizzato 46.563 esemplari venduti, confermandosi anche come la segmento B più venduta in assoluto.

 

 

A guidare il mercato, infine, c’è sempre la Fiat Panda, prima con 96.262 unità vendute da gennaio a novembre. Per la segmento A prodotta a Pomigliano d’Arco il target delle 100.000 unità vendute nel corso di un anno è a un passo e sarà raggiunto, quasi certamente, a dicembre. Lo scorso anno, la Panda ha sfiorato il target, non riuscendo a centrare l’obiettivo per poche decine di unità. Ricordiamo che i dati di dicembre 2025 saranno disponibili soltanto nei primi giorni del prossimo anno.

Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 14:15:07 +0000
News n. 15
Hyundai non rinuncia all’idrogeno, anzi scommette su questa tecnologia

Seoul non è soltanto un simbolo di modernità e tecnologia avanzata, ma si consolida come il campo di battaglia dove si decide il futuro energetico globale. In una mossa che definisce la propria leadership incontrastata, Hyundai Motor Group è pronto a co-ospitare l’Hydrogen Council Global CEO Summit, un raduno di titani dell’industria che punta a riscrivere le regole della transizione energetica.

La capitale coreana ospita l’incontro che riunisce circa 200 CEO e senior executive provenienti da quasi 100 aziende leader mondiali, affiancati da rappresentanti istituzionali di Paesi chiave come Francia, Germania e Australia. L’obiettivo è chiaro: accelerare il passaggio all’energia pulita attraverso la tecnologia dell’idrogeno, pilastro fondamentale della transizione globale.

Flotta a zero emissioni

La vera sfida che Hyundai lancia al mondo non è teorica, ma operativa. Per la prima volta nella storia, un grande business summit internazionale sarà alimentato al 100% da mobilità a idrogeno. Questa scelta è la dimostrazione plastica e inconfutabile della solidità dell’infrastruttura coreana e dell’impegno del Gruppo nel guidare la mobilità sostenibile.

La logistica dell’evento, che deve garantire il successo di una tale manifestazione, è interamente gestita con una flotta a emissioni zero. In campo scendono 50 Hyundai NEXO, i SUV a cella a combustibile che sono ormai il simbolo della mobilità a idrogeno, affiancati da sei possenti autobus UNIVERSE a cella a combustibile. Questa mossa stabilisce un nuovo e ineludibile standard di sostenibilità nell’organizzazione degli eventi globali.

Jaehoon Chang, Vice Chair di Hyundai Motor Group, ha sottolineato il progresso dell’industria coreana dell’idrogeno. Secondo il dirigente, la collaborazione pubblico-privato sarà essenziale per realizzare il pieno potenziale dell’idrogeno nella prossima fase di scale-up, specialmente con la crescita della domanda come prossima grande sfida.

La piattaforma HTWO

Hyundai Motor Group non si limita a co-ospitare l’evento, ma ne è un protagonista assoluto. Il Gruppo è co-presidente dell’Hydrogen Council, l’iniziativa globale nata nel 2017 a Davos, e contribuisce in modo attivo e determinante allo sviluppo di un ecosistema dell’idrogeno realmente globale.

La strategia del Gruppo è molto articolata: Hyundai ha creato un brand e una piattaforma di business dedicati, HTWO, che incarna un know-how che copre l’intera catena del valore dell’idrogeno. Si parte dalla produzione e dallo stoccaggio fino ad arrivare alle applicazioni finali. HTWO è pensata come una piattaforma aperta alla collaborazione, agli investimenti e alle partnership, consolidando il ruolo di Hyundai nella costruzione di un’economia sostenibile.

L’agenda del CEO Summit è fitta e mira a superare le attuali strozzature, concentrandosi su roadmap concrete per scalare progetti e soluzioni. I delegati affronteranno temi cruciali come la crescita della domanda, l’espansione delle infrastrutture, la standardizzazione e la definizione dei sistemi regolatori.

La volontà di puntare su questa tecnologia

A dimostrazione lampante della superiorità tecnologica sviluppata dalla Casa coreana, l’evento prevede la presentazione di un video mozzafiato, realizzato da un drone a idrogeno della Doosan Mobility Innovation. I partecipanti avranno inoltre l’opportunità di toccare con mano l’ecosistema, attraverso un’esclusiva sessione Ride & Drive con i SUV NEXO e visite guidate ai principali siti infrastrutturali, inclusa l’innovativa stazione di rifornimento dell’Assemblea Nazionale.

Hyundai Motor Group, pioniere della mobilità a idrogeno, conferma così il proprio ruolo di leader indiscusso nel guidare la transizione energetica globale, non con promesse, ma con una flotta di veicoli in marcia.

Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 12:40:31 +0000
News n. 16
Ue, slitta revisione norme sullo stop ai motori termici nel 2035: ennesimo rinvio

Quando si parla di futuro dell’auto, a Bruxelles il calendario è spesso un campo minato. Date fissate, poi ritoccate, poi di nuovo ricalibrate. E così anche la revisione delle norme europee sulle emissioni — quella che, dal 2035, sancirà lo stop alla vendita di nuovi motori a combustione interna — potrebbe non arrivare nella data annunciata. L’appuntamento del 10 dicembre, indicato da mesi come la tappa decisiva, rischia infatti di slittare “di alcune settimaneâ€.

A confermarlo non sono indiscrezioni, ma le parole del commissario responsabile, Apostolos Tzitzikostas, che al quotidiano finanziario tedesco Handelsblatt ha spiegato come all’Esecutivo servirà più tempo per chiudere un pacchetto che si annuncia più ampio e articolato del previsto. “Ci stiamo ancora lavorando. Vogliamo presentare un pacchetto automobilistico che sia veramente completo e includa tutti gli aspetti necessariâ€, ha dichiarato, lasciando intendere che la pubblicazione potrebbe slittare “prima dell’inizio di gennaioâ€.

Un pacchetto “aperto a tutte le tecnologieâ€

Il fulcro del dossier resta la revisione degli standard CO₂, anticipata dal 2026 alla fine del 2025 su richiesta dell’Italia e di altri Paesi europei. Ma nel nuovo calendario e nelle parole del commissario greco si coglie una direzione più ampia: il ritorno, per la prima volta in modo esplicito, alla neutralità tecnologica.

Tzitzikostas l’ha detto con chiarezza: il nuovo pacchetto sarà “aperto a tutte le tecnologieâ€, menzionando “carburanti a emissioni zero e a basse emissioni e i biocarburanti avanzatiâ€. Una formula che risuona come una rassicurazione a Roma, impegnata da mesi nel chiedere all’Europa un riconoscimento normativo per i carburanti alternativi e per le filiere industriali collegate.

Ma il riferimento del commissario guarda anche a Berlino. Nelle scorse settimane, infatti, il cancelliere Friedrich Merz ha inviato una lettera ufficiale alla Commissione chiedendo di garantire l’immatricolazione di auto ibride anche dopo il 2035. Una richiesta accolta favorevolmente dal commissario, segno che il dibattito europeo sul destino delle motorizzazioni miste è tutt’altro che concluso.

Tempi incerti, direzione chiara

A Bruxelles, però, nessuna conferma formale sul rinvio. Una portavoce della Commissione ha ricordato che “tutte le nostre tempistiche sono indicative, comprese le pianificazioni che pubblichiamo onlineâ€, sottolineando come l’Esecutivo sia ancora in attesa dei “contributi†delle capitali europee, dopo le osservazioni arrivate dalla Germania.

“È un processo in corso e, alla luce di tutti i contributi, sarà presa una decisione sui prossimi passiâ€, ha chiarito la stessa portavoce. Ma al netto delle incertezze sul calendario, un punto sembra già acquisito: la revisione del regolamento COâ‚‚ non sarà più un semplice aggiornamento tecnico, bensì un riposizionamento della strategia industriale europea.

Biocarburanti, e-fuel e ibridi: il ritorno delle alternative

Nelle ultime settimane, negli uffici di Palazzo Berlaymont si lavora a un testo che supererà ogni residua rigidità sulla neutralità tecnologica. Il pacchetto, infatti, dovrebbe includere i biocarburanti avanzati, già promossi da Italia e Croazia, oltre ai carburanti sintetici. Un’apertura che risponde alle pressioni di vari governi e che potrebbe ridisegnare il percorso verso il 2035.

Secondo fonti europee, si sta valutando anche la possibilità di mantenere sul mercato i veicoli ibridi plug-in — e, in alcuni casi, i range extender — per alcuni anni oltre la data del phase-out. L’idea sarebbe quella di accompagnare la transizione con una serie di “flessibilità mirateâ€, calibrate in base allo stato di sviluppo delle tecnologie e alla domanda dei consumatori.

Un pacchetto più ampio: batterie, semplificazioni e flotte

Il dossier emissioni non sarà l’unico blocco del pacchetto automotive. Bruxelles sta infatti preparando anche un piano di sostegno al settore delle batterie da 1,8 miliardi di euro, oltre a una serie di misure di semplificazione industriale pensate per favorire gli investimenti nel vecchio continente.

Nel pacchetto entrerà anche una proposta dedicata all’elettrificazione delle flotte aziendali, che potrebbe introdurre target nazionali obbligatori: un tassello ulteriore nel tentativo di accelerare la diffusione dei veicoli elettrici nei segmenti dove la domanda privata si muove più lentamente.

Verso un nuovo equilibrio europeo

Il rinvio di qualche settimana, dunque, non cambia il quadro complessivo ma contribuisce a definirne meglio i contorni. L’Europa si prepara a ridisegnare il proprio orizzonte automobilistico combinando elettrico, biocarburanti, ibridi e combustibili sintetici. E il pacchetto di fine 2025 — o di inizio 2026, se i tempi si allungheranno ulteriormente — potrebbe diventare il primo vero banco di prova della nuova strategia industriale europea, più fluida, più ampia e consapevole del ruolo che tutte le tecnologie potranno giocare negli anni a venire.

Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 11:36:51 +0000
News n. 17
Kawasaki Ninja ZX-10R e ZX-10RR, l’evoluzione della superbike da sette titoli mondiali

Kawasaki ha svelato la nuova generazione di Ninja ZX-10R e della variante più estrema ZX-10RR in occasione di EICMA 2025. Le Model Year 2026 rappresentano l’ulteriore evoluzione di una piattaforma vincente, consolidata da una storia di eccellenza tecnica di dominio nel campionato mondiale Superbike, dove vanta la conquista di sette titoli. Le due nuove moto si posizionano come riferimento assoluto nel segmento delle supersportive, promettendo elevati standard prestazionali e di esperienza alla guida. L’aggiornamento per il nuovo anno non si limita a interventi estetici, ma introduce un pacchetto completo di modifiche sostanziali. L’attenzione si è concentrata sul miglioramento dell’efficienza aerodinamica e sull’ottimizzazione dei sistemi di controllo elettronico, essenziali per gestire la potenza erogata.

Innovazioni aerodinamiche e normative Euro5+

La nuova generazione di Ninja ZX-10R presenta un pacchetto aerodinamico rivisto integralmente, sviluppato per massimizzare la funzionalità in pista. L’innovazione principale consiste nell’integrazione di alette direttamente nel frontale, una soluzione tecnica che incrementa la deportanza del 25% rispetto al modello precedente. Questo aumento del carico verticale sull’avantreno garantisce una maggiore stabilità ad alte velocità e migliora sensibilmente la precisione e la solidità della moto in fase di inserimento curva. Gli ingegneri Kawasaki hanno focalizzato il lavoro sull’ottimizzazione dell’angolo delle appendici per bilanciare l’effetto di deportanza con la resistenza aerodinamica. Il frontale è stato ridisegnato per alloggiare i nuovi elementi e presenta gruppi ottici compatti, oltre a una presa d’aria Ram Air riposizionata.

Sotto le carenature di Ninja ZX-10R e ZX-10RR è stato confermato il motore quattro cilindri in linea da 998 cm³, ora aggiornato per conformarsi alla normativa Euro 5+. Il focus principale degli sviluppatori è stato il perfezionamento della risposta del motore per ottimizzare la gestione della potenza in tutte le fasi di curva. L’introduzione di un secondo sensore Oâ‚‚ è una modifica tecnica mirata alla riduzione delle emissioni, permettendo comunque di mantenere inalterate le prestazioni elevate e garantire una risposta all’acceleratore precisa e naturale.

Ciclistica e dotazioni elettroniche: stabilità e controllo

La vocazione racing di Ninja ZX-10R e Ninja ZX-10RR è confermata dalla sofisticata componentistica ciclistica. Il sistema di sospensioni si avvale della tecnologia Showa, con elementi BFF (Balance Free Front Fork) all’anteriore e BFRC lite (Balance Free Rear Cushion) al posteriore, soluzioni sviluppate in stretta collaborazione con il Kawasaki Racing Team. Il telaio, sebbene fedele all’architettura precedente, è stato oggetto di modifiche mirate per integrarsi con l’efficacia del nuovo pacchetto aerodinamico, ottimizzando la trazione in uscita di curva e migliorando la stabilità generale in percorrenza. L’impianto frenante è stato potenziato con pinze monoblocco Brembo M50 che agiscono su dischi anteriori da 330 millimetri. La potenza frenante è gestita tramite una pompa radiale che assicura elevata modulabilità.

Sul fronte delle dotazioni, c’è un aggiornamento significativo per quanto riguarda l’interfaccia e la connettività. La strumentazione è ora gestita da un nuovo display TFT a colori da 5 pollici, che fornisce un’interfaccia moderna e intuitiva con menu e funzioni aggiornate. Il sistema è ottimizzato per la connettività tramite l’applicazione dedicata “Rideology The App Motorcycle”, permettendo al pilota di collegare il proprio smartphone. Questa funzione consente il monitoraggio dei dati di guida, la personalizzazione delle impostazioni elettroniche e l’utilizzo di funzionalità avanzate come la navigazione turn-by-turn. La gestione elettronica della moto resta tra le più complete della categoria, integrando sistemi avanzati quali il controllo di trazione KTRC, la gestione del freno motore, il Quick Shifter bidirezionale, il launch control e il cruise control.

Versione RR e listino prezzi

Per gli utenti che ricercano la massima specializzazione orientata all’utilizzo in circuito, la variante ZX-10RR si posiziona come l’espressione più estrema della piattaforma Ninja. Questa configurazione, pensata per le competizioni, integra componentistica racing di altissimo livello. Tra le specifiche distintive, si segnalano l’adozione di bielle e pistoni firmati Pankl, sviluppati per ottimizzare la resistenza e le prestazioni del propulsore, e l’utilizzo di tubi freno in treccia metallica, che garantiscono una maggiore costanza e resistenza alla fatica dell’impianto in condizioni di stress. L’ammortizzatore di sterzo Öhlins twin-tube, già elemento di pregio, è ora fornito di serie su entrambe le versioni, migliorando ulteriormente il controllo direzionale alle alte velocità.

Per quanto riguarda le livree, Ninja ZX-10R è disponibile nelle colorazioni Lime Green / Blue 24 e Metallic Matte Graphenesteel Gray, mentre la versione ZX-10RR mantiene l’identità più tradizionale di Kawasaki con l’inconfondibile colorazione Lime Green. Con la presentazione dei nuovi modelli a EICMA, Kawasaki ha anche ufficializzato i listini per il mercato italiano. Ninja ZX-10R, nella sua configurazione standard, viene commercializzata a un prezzo fissato a 18.990 euro. Per la versione ZX-10RR, invece, il prezzo di listino sale a 28.990 euro.

Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 11:17:12 +0000
News n. 18
Licenziato il designer della controversa Jaguar Type 00, l’auto del nuovo corso

Nel mondo dell’automotive, le svolte più profonde arrivano quasi sempre in silenzio. Non servono annunci in pompa magna né dichiarazioni roboanti: basta un nome che cambia sulla porta giusta, un passaggio di consegne improvviso, un tassello che si sposta nella catena decisionale. È ciò che sta accadendo a Gaydon, dove il gruppo Jaguar Land Rover — sotto la proprietà indiana di Tata Motors — starebbe ridefinendo il proprio futuro a partire proprio da uno dei suoi architetti creativi più simbolici. Stando a quanto riportato da Autocar India, Gerry McGovern, responsabile del design e figura storica del costruttore britannico, sarebbe stato sollevato dal suo incarico “con effetto immediatoâ€.

Non ci sono ancora le conferme ufficiali

La notizia, non ancora commentata né dalla Tata né dalla direzione JLR, arriva in un momento particolarmente delicato per il Gruppo. Solo poche settimane fa, infatti, è avvenuto l’insediamento del nuovo amministratore delegato P.B. Balaji, ex CFO della holding indiana, chiamato a raccogliere il testimone lasciato a sorpresa da Adrian Mardell. Un cambio al vertice che, da solo, lasciava intendere un riassetto strategico interno. L’uscita di McGovern sembra aggiungere un ulteriore tassello a questa fase di assestamento, suggerendo la volontà della proprietà di esercitare un controllo più diretto sulla direzione artistica e progettuale dei marchi Jaguar e Land Rover.

Per comprendere il peso della notizia bisogna tornare al ruolo che McGovern ha ricoperto negli ultimi anni. Il designer britannico, in JLR da più di vent’anni, è stato uno dei principali interpreti della rinascita stilistica del marchio Land Rover, contribuendo in modo decisivo al linguaggio delle moderne Range Rover, Defender e Discovery. La sua firma è presente su tutte le vetture che hanno scandito la trasformazione del costruttore inglese nel segmento premium globale. Un lavoro riconosciuto tanto in Europa quanto in Asia, al punto che lo stesso Ratan Tata — allora presidente del Gruppo — lo confermò e sostenne durante la lunga fase di integrazione seguita all’acquisizione del 2008.

L’ultima concept molto discussa

Negli ultimi mesi, però, McGovern era diventato volto e guida del nuovo percorso identitario di Jaguar, marchio che si prepara a una transizione radicale: dal 2025, la Casa del giaguaro entrerà ufficialmente nell’era elettrica con una gamma completamente ripensata e un posizionamento allineato ai marchi di lusso più esclusivi del panorama globale. Una trasformazione non solo tecnologica, ma culturale, estetica e concettuale. Era questo il terreno su cui si stava muovendo il capo del design, firmando la nuova identità visiva del brand e coordinando progetti innovativi che puntavano a introdurre Jaguar in un universo più ampio e contemporaneo, attento anche ai temi dell’inclusività.

È in questo contesto che è nata la concept Type 00, la vettura ribattezzata dai social come la “Jaguar rosaâ€, uno dei prototipi più controversi degli ultimi tempi. Sebbene le sue linee siano state disegnate da Massimo Frascella (oggi in Audi, dove ha curato la recente Concept C), McGovern ne ha rappresentato il volto istituzionale. L’obiettivo del progetto era anticipare un nuovo orizzonte estetico per Jaguar, spostandone l’immaginario in un territorio sperimentale, luxury, volutamente distante dalla tradizione sportiva che aveva caratterizzato il marchio per decenni.

La concept ha suscitato un dibattito acceso tra appassionati e addetti ai lavori, non tanto per il colore (di fatto non era soltanto “rosaâ€) quanto per il nuovo corso che sembrava preannunciare: un brand pronto a rompere con i codici storici, compreso l’abbandono del celebre Leaper, per posizionarsi in una fascia ancora più alta del mercato premium. Al momento, però, non è chiaro se questa vicenda abbia avuto un ruolo nella presunta decisione di interrompere il rapporto con McGovern.

Un nuovo capitolo

Quel che è certo è che il cambio ai vertici arriva nel mezzo di una fase crucialissima per JLR. Con un amministratore delegato appena nominato e con la transizione elettrica ormai tracciata nei piani industriali, il Gruppo si trova a dover definire la propria identità per il prossimo decennio: quali modelli, quale linguaggio stilistico, quale relazione con la tradizione britannica e con le ambizioni globali della proprietà indiana.

L’addio di un designer che per vent’anni ha contribuito a definire l’immaginario di Range Rover e Land Rover segna inevitabilmente un tornante. Il futuro del design JLR, ora, passa nelle mani della nuova dirigenza, chiamata a bilanciare innovazione, continuità e una trasformazione che non è più rimandabile. In gioco non c’è solo la forma delle prossime vetture, ma il ruolo che il Gruppo vuole giocare nell’automotive mondiale dei prossimi anni.

Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 10:19:48 +0000
News n. 19
Il pulsante rosso di emergenza sulle auto è già obsoleto: cosa succede

Nel vasto mosaico delle tecnologie applicate all’automotive, l’eCall è stato per anni una delle innovazioni più citate quando si parlava di sicurezza. Un pulsante semplice, immediato, riconoscibile su qualunque auto venduta in Europa dal 2018 in poi. Premendolo – o quando un urto attiva automaticamente il sistema – si stabilisce un contatto diretto con i servizi di emergenza, riducendo potenzialmente i tempi di soccorso. Un’idea chiara, che ha accompagnato l’Ue nella costruzione di un quadro normativo dedicato alla protezione degli automobilisti. Oggi, però, questa tecnologia arriva a un punto di svolta inatteso: le reti sulle quali si appoggia stanno scomparendo, cioè quelle 2G e 3G.

2G e il 3G verso la fine

Il caso più emblematico è quello della Francia. Da aprile 2026 l’operatore Orange avvierà la dismissione della rete 2G, partendo dalle regioni occidentali. Gli altri due principali operatori, SFR e Bouygues Telecom, seguiranno più tardi nello stesso anno. Finché la rete 3G resterà attiva, l’eCall continuerà a operare. Ma anch’essa è destinata a spegnersi gradualmente entro la fine del 2028.

Questo significa che, nel giro di tre anni e mezzo, in Francia l’attuale versione di eCall smetterà del tutto di funzionare. E poiché l’Europa sta percorrendo la stessa direzione tecnologica, il tema non riguarda solo i confini francesi, ma tutto il mercato continentale.

Nessuna conversione possibile: costi e limiti normativi

Uno dei punti chiave del dibattito è la possibilità di aggiornare gli eCall esistenti affinché funzionino sulle reti più moderne. Una soluzione che, però, appare impraticabile. Tony Jaux, responsabile del programma connettività della Piattaforma Automobilistica Francese (PFA), riassume la questione in modo netto: “Una conversione è impossibile, il costo sarebbe esorbitante e nessuno è disposto a pagarloâ€.

A ciò si aggiungono le normative: l’eCall fa parte dell’omologazione dei veicoli. Modificarlo significherebbe avviare un nuovo processo di certificazione, estremamente complesso. Secondo le stime della PFA, entro il 2028 circoleranno in Europa circa 70 milioni di auto dotate dell’attuale sistema, destinato a non avere più rete di appoggio.

Dieci anni di eCall: molti dati da chiarire

L’eCall è stato introdotto con elevate aspettative. Nel 2018 il Parlamento europeo stimò che avrebbe ridotto del 40-50% i tempi di intervento dei soccorsi e permesso di evitare fino a 2.500 morti l’anno. Indicatori importanti, che però non sono stati confermati da rilevazioni sistematiche. Come osserva Maxime Flament, direttore tecnico della 5G Automotive Association (5GAA), “le cifre iniziali non sono mai state realmente verificateâ€.

Ancora più diretto il Royal Automobile Club britannico, che in uno studio del 2025 sottolinea la difficoltà di quantificare l’impatto reale del sistema: le stime parlano di una riduzione dei decessi tra il 4 e l’8%, ma mancano dati comparativi su larga scala. Un altro problema riguarda il numero di chiamate non legate a situazioni di reale urgenza. Nel 2024, su 356.746 attivazioni eCall, solo 53.682 – circa il 15% – corrispondevano a emergenze effettive. Una dinamica legata sia alle attivazioni involontarie sia al fatto che, in alcuni casi, l’entrata in funzione degli airbag non coincide con uno scenario critico.

Cosa accadrà: il nodo delle vetture esistenti

Nonostante queste criticità, eCall non è destinato a sparire del tutto. I nuovi modelli omologati dal gennaio 2026 saranno equipaggiati con una versione aggiornata, compatibile con le reti 4G e 5G. Una soluzione che garantisce continuità al progetto e risponde al naturale avanzamento delle infrastrutture di telecomunicazione.

Il nodo resta sulle auto già circolanti: milioni di veicoli dotati di un sistema che, pur essendo obbligatorio, non potrà più contare sulla rete inizialmente prevista. È questo il vero punto aperto sui tavoli europei e nazionali, dove si discute di possibili misure transitorie, supporti informativi o soluzioni alternative ancora tutte da definire.

Una transizione difficile

L’eCall entra così in una fase di transizione complessa, figlia dell’evoluzione tecnologica che ha accelerato più velocemente della normativa. Il dibattito in corso non riguarda solo il futuro della sicurezza a bordo, ma il modo in cui Europa e operatori sapranno coordinare norme, reti e innovazione.

Una partita che richiede equilibrio, visione e la capacità di garantire continuità a un sistema nato per salvare vite e che ora, a fronte di un cambiamento infrastrutturale inevitabile, deve trovare il suo passo nel mondo delle nuove reti mobili.

Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 08:51:10 +0000
News n. 20
Yas Marina: anatomia di un circuito simbolo. Storia, aneddoti e futuro del GP Abu Dhabi

Quando la F1 si prepara a spegnere le luci sulla stagione, c’è un solo luogo che, più di ogni altro, concentra l’essenza del gran finale: Yas Marina. Il circuito di Abu Dhabi non è semplicemente l’ultimo appuntamento del calendario, ma un laboratorio tecnico, un’arena scenografica e negli anni, un contenitore di storie che hanno inciso in profondità sulla narrazione moderna della F1. Dalla prima edizione del 2009 alla sua trasformazione nel 2021, Yas Marina è diventato un palcoscenico globale, un set illuminato da 4.700 luci LED, un microcosmo dove si intrecciano tecnologia estrema, strategia, cultura del luogo e spesso i destini di intere carriere.

L’edizione di quest’anno porta con sé anche un significato ulteriore, Abu Dhabi è l’ultimo GP in cui vedremo in gara l’attuale generazione di pneumatici, quelli introdotti nel 2022 con il passaggio ai cerchi da 18 pollici. Dal 2026 arriverà una gomma più stretta e ottimizzata per la nuova filosofia aerodinamica delle monoposto. Un altro tassello che rende Yas Marina, ancora una volta, luogo di transizione.

Un circuito giovane diventato icona

Progettato da Hermann Tilke e inaugurato nel 2009, il circuito di Yas Marina rappresenta la quintessenza della F1 moderna: infrastrutture avveniristiche, layout costruito attorno allo spettacolo televisivo e una scenografia che sembra uscita da un film di fantascienza. Il paddock è un villaggio futuristico, il porto interno pullula di yacht, il passaggio sotto lo Yas Hotel, è una delle immagini più riconoscibili del Circus.

Il tracciato si estende oggi per 5.281 metri da percorrere in 58 giri, articolandosi in 16 curve dopo la modifica del 2021 che ha eliminato alcune chicane lente per migliorare il flusso e favorire i sorpassi. E, in effetti, la pista è oggi più scorrevole, più intuitiva e soprattutto più adatta alle monoposto a effetto suolo. Il giro più veloce appartiene a Kevin Magnussen che nel 2024 ha fermato il cronometro a 1.25:637.

Le gomme cambiano, Yas Marina anche

L’edizione 2024 di Abu Dhabi è stata anche l’ultima con le gomme introdotte nel 2022. Dal prossimo anno, vedremo pneumatici leggermente più stretti, pur mantenendo i cerchi da 18″. È un’evoluzione nata per adattarsi alle nuove vetture che entreranno in scena nel 2026. Storicamente, Yas Marina è un circuito che genera graining, soprattutto nelle prime sessioni. Il fenomeno negli ultimi anni si è ridotto grazie al nuovo asfalto e alle modifiche al layout, ma il degrado rimane di natura termica, concentrato soprattutto sulle gomme posteriori. Il motivo? Il terzo settore, un tratto dove trazione e inserimento lento stressano enormemente il retrotreno.

Nel 2024, tra i primi dieci, solo Alonso ha optato per una gara a due soste, un dettaglio che racconta quanto la gestione gomme sia cruciale ma anche quanto la pista, nel suo rinnovamento, premi equilibrio e costanza più della pura aggressività strategica.

La struttura del tracciato

Yas Marina è un circuito che va compreso per settori. Solo così si capisce perché abbia una personalità così evidente e perché i piloti lo definiscano, al tempo stesso, tecnico e ingannevole.

Settore 1

Il primo settore, riasfaltato quest’anno fino a Curva 4, è il più veloce del circuito. Si apre con una Curva 1 secca, che richiede una precisione millimetrica. Prendere troppo spazio significa ritrovarsi larghi in uscita, sbagliare l’ingresso compromette completamente il giro. Seguono curve ampie, quasi da pista moderna, che mettono alla prova l’aderenza dell’asfalto, famoso per la sua rugosità media grazie all’aggregato di granito importato dall’Inghilterra. È un settore che dà fiducia, ma che tende a illudere. Chi lo chiude con troppo ottimismo spesso paga pegno nei settori successivi.

Settore 2

Il cuore pulsante del tracciato è qui. Il settore 2 è dominato dal rettilineo da 1,2 km tra Curva 5 e Curva 6, un’autostrada moderna dove DRS, mappatura motore e carico aerodinamico diventano i tre assi della performance. Le frenate che lo aprono e lo chiudono sono tra le più delicate del mondiale, entrambi i punti costringono i piloti a decelerare da oltre 300 km/h per infilarsi in curve lente dove ogni metro guadagnato in frenata vale un sorpasso.
È anche il tratto dove impostazione aerodinamica e resistenza all’avanzamento definiscono il bilancio della gara.

Settore 3

Può sembrare semplice, ma non lo è. Il settore 3 è il più tecnico, un insieme di curve a media e bassa velocità in cui aderenza meccanica, trazione e gestione del retrotreno fanno la differenza. Le sequenze Curve 10-11-12 sono un banco di prova micidiale. Carichi laterali pesantissimi, frenate che stressano le gomme posteriori e un ritmo che sembra facile da interpretare, ma che sbagliare di pochi centimetri rende il giro disastroso. È qui che, in molte edizioni, si sono decisi piazzamenti, punti e in casi estremi anche Mondiali.

La pista, numeri e curiosità

Se Interlagos è caos, Suzuka poesia tecnica e Monza iconografia pura, Abu Dhabi è diventato negli anni il finale naturale della F1. Le statistiche lo confermano: 5 vittorie e 5 pole per Lewis Hamilton, recordman della pista. Ben 4 vittorie per Max Verstappen, che nel 2025 potrebbe affiancare il britannico nel giorno più bello della sua carriera. Sono 7 le vittorie per Red Bull, regina del tracciato, 6 i successi Mercedes, la seconda forza della storia recente qui.

Ma il dato più impressionante è un altro, Abu Dhabi ha assegnato il Mondiale in 3 edizioni: 2010, 2014, 2021. Tre finali entrati nella storia. Nel 2010, il Mondiale dei quattro finalisti, con Alonso imprigionato dietro Petrov. Nel 2014, Hamilton contro Rosberg, un duello interno che si chiude nel modo più chirurgico. Nel 2021, l’epopea totale con l’ultimo giro più discusso del secolo, il sorpasso di Verstappen su Hamilton, la Safety Car, la leggenda.

Non solo. In 9 edizioni su 15, Yas Marina ha modificato la classifica finale della top 5 del Mondiale negli ultimi giri dell’anno. Un impatto economico e politico enorme.

Un circuito progettato per raccontare storie

C’è un motivo se Liberty Media ha scelto di consolidare Abu Dhabi come finale, lo spettacolo visivo è perfetto. La gara parte al tramonto e finisce di notte. La temperatura dell’asfalto cambia di sessione in sessione. Le auto corrono sotto hotel, lungo porti, dentro prospettive pensate per la TV e in un contesto tutto da snocciolare giro dopo giro. È un circuito costruito per essere ricordato. E infatti, quando si pronuncia Yas Marina, ognuno pensa a momenti diversi tra cui il primo trionfo di Verstappen, gli incroci Hamilton-Rosberg, gli addii emozionanti di grandi campioni.

Yas Marina non è il circuito più amato dai puristi, né il più tecnico, né il più imprevedibile. Eppure è diventato un simbolo. I suoi 58 giri sono un condensato di tensione, estetica, equilibrio strategico e spettacolo notturno. Sono il luogo dove finisce un anno ma, spesso, inizia una nuova era. E ora, con il cambio gomme e di regolamento alle porte, quel nastro d’asfalto blu e nero diventa ancora una volta frontiera: il punto in cui la F1 saluta ciò che è stata e abbraccia ciò che sarà. Gli ultimi 58 giri del 2024 non chiuderanno solo una stagione. Chiuderanno un ciclo tecnico. E ne apriranno un altro, ancora più veloce, ancora più incerto, ancora più F1.

Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 07:24:42 +0000
News n. 21
Mercato auto, immatricolazioni stabili a novembre 2025 ma è boom per le elettriche

Il mese di novembre 2025 si chiude con immatricolazioni stabili per il mercato auto in Italia che, grazie alla spinta degli incentivi, fa segnare un vero e proprio boom per le auto elettriche. Continua anche la crescita delle ibride plug-in. In sostanza, quindi, il mercato segue sempre di più la strada dell’elettrificazione anche se come volumi complessivi, soprattutto andando a considerare il parziale annuo, i dati non sono positivi. Andiamo a fare il punto della situazione, analizzando i numeri ufficiali che offrono una fotografia aggiornata del mercato a fine novembre.

Un novembre sottotono

I dati diffusi da UNRAE evidenziano una certa stabilità per il mercato delle quattro ruote. In Italia, infatti, sono state immatricolate 135.469 unità con un calo dello 0,2% rispetto ai risultati registrati nel novembre dello scorso anno. Il calo è ancora più marcato (-4,1%) se si analizzano solo le immatricolazioni effettuate dai privati che rappresentano più della metà del totale (circa 72 mila unità).

 

 

I numeri del mese di novembre sono simili a quelli del parziale annuo, considerando il periodo gennaio – novembre 2025. Le immatricolazioni complessive in Italia, infatti, sono state pari a 1.428.703 esemplari con un calo del 2,8% rispetto allo scorso anno (-10% se si considerano solo i privati). I dati di novembre sono sostanzialmente in linea con quelli raccolti a ottobre 2025 con l’eccezione del boom delle elettriche che analizziamo di seguito.

Boom per le auto elettriche

Gli incentivi voluti dal Governo hanno dato un contributo sostanziale alla crescita delle auto elettriche in Italia con un totale di 15.304 unità immatricolate nel corso del mese di novembre 2025. Questo risultato si traduce in una crescita del 131,9% rispetto a novembre 2024. Per le auto a zero emissioni si registra una quota record del 12,2%. I numeri restano positivi anche nel cumulato con 82.897 unità vendute in tutta Italia e un incremento del 38% rispetto allo scorso anno. La quota delle elettriche è del 5,8%, in crescita di 1,7 punti rispetto allo scorso anno. Nonostante la spinta avuta a novembre, il market share delle elettriche è ancora ridotto, confermando il ruolo dell’Italia come fanalino di coda per le vetture a zero emissioni in Europa.

 

 

Crescono le ibride plug-in

Il mese di novembre 2025 conferma alcuni trend che, da tempo, caratterizzano il mercato delle quattro ruote in Italia. In particolare, si registra una crescita del 129,7% per le auto ibride plug-in, con un totale di 9.069 unità immatricolate e una quota del 7,2%. Nel parziale annuo, questa categoria è in crescita dell’81,6% con una quota del 6,2%. In questo caso, si tratta di un dato slegato dagli incentivi e che ribadisce il buon momento delle ibride plug-in nel nostro Paese.

 

 

Considerando tutte le plug-in (quindi sia elettriche che ibride), il mese di novembre si chiude con una crescita del 131,1% per un totale di oltre 24 mila unità immatricolate. Il dato resta positivo nel cumulato: da inizio gennaio, infatti, sono state vendute oltre 172 mila unità di auto plug-in con un incremento del 57,6% su base annua. Nel 2025, quindi, quasi un’auto immatricolata su cinque è dotata di un sistema plug-in per una quota di mercato complessiva del 12%, in crescita di 4,6 punti rispetto a quanto evidenziato al termine dello stesso periodo dello scorso anno.

Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 07:07:26 +0000
News n. 22
Gli ultimi 58 giri dell’anno: perché Abu Dhabi è diventato il giudice dei Mondiali F1

Quando il calendario di F1 chiude la stagione ad Abu Dhabi, c’è sempre una sensazione particolare nell’aria. Yas Marina non è semplicemente l’ultimo appuntamento dell’anno, è un’arena in cui il Mondiale arriva a un verdetto, spesso dopo decine di GP di tensione, colpi di scena e inseguimenti. E quei 58 giri, oggi, sono diventati nella memoria collettiva un simbolo, il tratto finale di una lunga maratona in cui tutto può accadere.  Negli anni, la gara degli Emirati ha infatti assunto un ruolo statistico sorprendente. Pur non avendo la storia mitologica di Suzuka e né la drammaticità imprevedibile di Interlagos, Abu Dhabi è riuscita ad accendere la miccia di finali di stagione che hanno tenuto il mondo con il fiato sospeso. Ma quante volte il Mondiale si è davvero deciso a Yas Marina, negli ultimi giri dell’anno? La risposta, numeri alla mano, è più interessante del previsto.

Quando Abu Dhabi ha avuto il potere di cambiare la storia

Per capire l’impatto del GP di Abu Dhabi sulla storia moderna della F1, bisogna partire dal 2009, anno dell’inaugurazione del circuito. Con l’assegnazione dell’ultimo appuntamento della stagione, Yas Marina diventa un giudice autentico. In 15 edizioni, ha assegnato matematicamente il Mondiale in tre occasioni: 2010, 2014, 2021. Tre volte in cui, entrando in curva 1 del primo giro, il titolo era ancora in bilico. Tre volte in cui gli ultimi giri dell’anno sono stati più che una semplice gara, un atto finale da film. Tre casi su quindici: il 20% delle volte, un’enormità per uno sport che raramente arriva all’ultima gara con i conti aperti. E questa percentuale racconta già qualcosa, Abu Dhabi è diventato il finale naturale della F1 perché al suo interno la statistica ha trovato equilibrio tra spettacolo, tensione e scenografia.

2010, il Mondiale dei quattro finalisti

È la prima stagione in cui il nuovo sistema dei 25 punti a vittoria entra in vigore, e Abu Dhabi diventa subito decisiva. Arrivano tutti lì: Vettel, Alonso, Webber e Hamilton. Una partita a scacchi in cui Fernando Alonso, leader della classifica, resta imbottigliato dietro Petrov e vede scivolare via un Mondiale che sembrava già suo.
In quel caso, davvero gli ultimi giri hanno cambiato la traiettoria di una carriera.

2014, Hamilton contro Rosberg: atto finale

Un duello interno Mercedes teso come una molla. Rosberg parte male, ha problemi, Hamilton vola verso il secondo titolo. Matematicamente, anche questa volta Yas Marina decide tutto, seppur con meno ruota a ruota rispetto ad altri anni.

2021, l’inferno e il paradiso in un singolo giro

Qui la statistica esplode e diventa leggenda. Chiunque abbia visto la gara ricorda ogni dettaglio, Hamilton leader per 57 giri, Verstappen che si gioca tutto al 58esimo dopo la Safety Car causata da Latifi. Se si riducesse la stagione a un singolo giro della storia, sarebbe quello. È la massima incarnazione del concetto, un intero Mondiale compresso negli ultimi giri di Abu Dhabi, e deciso nel giro finale.

Quando non decide il Mondiale, decide molto altro

Eppure, limitarsi a osservare i soli Mondiali Piloti riduce il quadro d’insieme. Negli anni, Abu Dhabi ha cambiato anche le classifiche finali nelle quali ogni punto vale milioni, i destini di piloti in scadenza, le strategie dei team sull’anno successivo e le gerarchie interne che influenzano il mercato. In 9 edizioni su 15, le posizioni chiave nella top 5 del Mondiale sono cambiate proprio negli ultimi giri dell’anno. Un terzo. Significa che, anche in stagioni apparentemente chiuse, Yas Marina ha continuato a muovere le carte in tavola. Che sia il duello Vettel contro Button per il secondo posto nel 2011, la lotta Ricciardo contro Bottas in anni più recenti o i piazzamenti decisivi per ottenere status contrattuali più favorevoli, Abu Dhabi è diventato un ago della bilancia economico e politico, più che sportivo.

Il paradosso di Yas Marina

C’è un’altra curiosità, da menzionare. Il percorso di Yas Marina, a differenza di piste come Spa (44 giri) o Monaco (78 giri), ha un numero di tornate molto stabile negli anni. Questi 58 giri non sono soltanto una cifra, rappresentano lo standard temporale quasi perfetto. In media, la durata totale del GP oscilla tra 1h25 e 1h35. I pit stop sono più prevedibili rispetto ad altri circuiti. Il consumo gomme è lineare e le strategie producono distacchi piccoli ma costanti.

Tutto ciò ha un effetto statistico interessante, Abu Dhabi è uno dei GP in cui la probabilità che un pilota mantenga la posizione dopo il giro 1 è più alta. Questo spiega perché chi parte davanti, spesso, controlla la gara. Spiega anche perché le strategie sono più importanti dei sorpassi e la gestione delle Safety Car può ribaltare tutto (come nel 2021), perché è un elemento anomalo in un contesto incredibilmente stabile. È un GP matematicamente statico, ma proprio per questo quando accade qualcosa, gli effetti sono amplificati.

Una riflessione che va oltre le statistiche

Non è un caso che la F1 abbia scelto Yas Marina come finale di stagione, soprattutto nell’era Liberty Media. Il circuito offre illuminazione notturna perfetta per la TV globale, logistica impeccabile, un paddock che funziona come un set cinematografico e una scenografia che dà valore all’ultimo atto del campionato. È un circuito progettato per raccontare storie. E la statistica degli ultimi 15 anni conferma che, quando il Mondiale si gioca all’ultimo GP, Abu Dhabi tende sempre ad amplificare la tensione.

Inoltre, se si osserva il peso storico degli ultimi giri del Mondiale, emerge che Abu Dhabi ha deciso il titolo Piloti nel 20% delle edizioni, un valore altissimo. Ha modificato la classifica finale in oltre metà delle stagioni, spesso con impatto economico rilevante per team e piloti. È il GP più teatrale della stagione moderna, quando qualcosa accade, ha sempre conseguenze enormi.

I suoi 58 giri sono dunque entrati nell’immaginario collettivo come il rettilineo finale del Mondiale. Un tratto breve rispetto all’intera stagione, ma capace di diventare un microcosmo in cui si racchiude la tensione di un anno intero. E forse è proprio per questo che, quando si arriva in quel di Abu Dhabi, chiunque vinca o perda, la sensazione è sempre la stessa: il Mondiale finisce qui, in una corsa di 58 giri che pesa come se fossero mille.

Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 06:57:15 +0000
News n. 23
Alla guida di una Mclaren Senna su una strada allagata, il video virale

Un temporale eccezionale ha trasformato le strade di Malta in un vero e proprio fiume urbano, ma nonostante la pioggia battente e le strade allagate, un esemplare unico di McLaren Senna ha sfidato le acque con una presenza che ha catturato immediatamente l’attenzione di appassionati e passanti. Non capita tutti i giorni di vedere un’auto di questo calibro muoversi tra pozzanghere e flussi d’acqua sul manto stradale: la Senna, nata per la pista e per la massima performance, ha dimostrato di aver coraggio. Al pari del suo ardito, e forse incosciente, guidatore.

Di che vettura si tratta

La McLaren Senna è una vettura estrema, prodotta in appena 500 esemplari in tutto il mondo, e progettata con un unico scopo: prestazioni da pista senza compromessi. Con un peso di circa 1.198 kg a secco, motore V8 biturbo da 4 litri che sprigiona 800 cavalli, cambio sequenziale a sette rapporti e trazione posteriore, la Senna è un concentrato di ingegneria pura. L’assetto rigidissimo, l’altezza da terra ridotta all’osso e l’aerodinamica studiata con ampie prese d’aria e il diffusore posteriore iconico rendono ogni curva un test di precisione assoluta, non certo un invito a passeggiare tra le strade cittadine allagate.

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Eppure, quella livrea rossa e bianca — un omaggio alla tradizione McLaren in Formula 1 — ha catturato l’occhio di chi ha avuto la fortuna di assistere alla scena. Le tinte, visibili anche sotto la pioggia battente, sembrano sfidare l’oscurità e l’acqua che invade la strada, rendendo la Senna non solo un concentrato di potenza, ma anche uno spettacolo di pura estetica. L’auto scivola sul manto bagnato, con il video che dimostra il livello di espansione raggiunto dall’acqua, quasi al pari dell’abitacolo senza però creare danni, segno della cura estrema con cui ogni componente è realizzato.

Una scena surreale

La scena appare quasi surreale: un’auto concepita per il circuito, con un assetto pensato per curve veloci, carico aerodinamico elevatissimo e sospensioni rigidissime, che affronta strade cittadine allagate senza perdere un grammo della propria imponenza. Questa non è certo una vettura pensata per guadare un fiume: la Senna (che non è il fiume parigino, ma un tributo al grande Ayrton) non ha l’altezza da terra di un SUV, eppure la precisione di guida e il controllo elettronico hanno permesso di attraversare le vie di Malta con una qualità che ha dell’incredibile.

Questa apparizione mette in evidenza due aspetti chiave della McLaren Senna: la sua capacità di coniugare ingegneria estrema con un’affidabilità inattesa. Guardando il video, si percepisce il rischio: un mezzo concepito per accelerazioni record e frenate chirurgiche che si confronta con uno scenario inverosimile. Dunque, osservare una McLaren Senna navigare le vie di Malta allagate resta un’immagine memorabile. È l’incontro tra la perfezione tecnica di una vettura da record e l’imprevedibilità che la vita può servire a chiunque. Una macchina pensata per sfidare il cronometro, che qui si confronta con pioggia e allagamenti, regalando uno spettacolo che difficilmente si dimentica.

Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 06:40:23 +0000
News n. 24
Novembre da record in Italia, traguardo storico per il brand OMODA & JAECOO

OMODA & JAECOO continuano la loro ascesa in Italia, imprimendo al mercato un’accelerazione che in un contesto generale di rallentamento appare quasi sorprendente. Novembre 2025 segna un nuovo record per la realtà cinese: 2.204 immatricolazioni complessive, con una crescita del +20% rispetto al mese precedente. Numeri che non rappresentano semplicemente una fotografia statistica, ma un segnale chiaro della solidità e della visibilità conquistata dai marchi sul territorio italiano.

L’ascesa nel mercato

Di queste 2.204 immatricolazioni, 1.331 sono Omoda e 873 Jaecoo, con una quota complessiva sul mercato nazionale dell’1,76%. La performance nel canale dei privati, segmento decisivo per il posizionamento del brand, è ancora più evidente: 2,27%, con Omoda all’1,48% e Jaecoo allo 0,79%. In altre parole, tra chi sceglie l’auto per passione, necessità o praticità personale, la presenza dei due marchi è già consolidata e in crescita costante.

Il dato assume un significato maggiore se si considera che il mese di novembre rappresenta il miglior risultato mensile da quando OMODA & JAECOO sono sbarcati sul mercato italiano nel 2024. Sedici mesi di attività che hanno già prodotto risultati concreti, dimostrando che una proposta chiara, costruita su prodotti distintivi e tecnologicamente avanzati, trova riscontro immediato tra i clienti.

I modelli che aiutano all’espansione

Gran parte di questa performance si deve all’attrattività dei modelli di punta. Omoda 5 SHS-H ha introdotto un sistema full hybrid innovativo, che combina autonomia e costi di gestione contenuti, rappresentando un riferimento per chi cerca efficienza senza rinunciare al design. Jaecoo 7 Super Hybrid conferma invece la sua posizione di leadership nel mercato Plug-in, con prestazioni solide e autonomia elevata. Non si tratta di semplici numeri: sono vetture che rispondono a bisogni concreti, capaci di combinare contenuti tecnologici avanzati e stile distintivo.

La capacità di OMODA & JAECOO di conquistare quote nel segmento privati è significativa. In un mercato in cui l’incertezza economica e la riduzione della domanda influiscono sulle scelte dei consumatori, il fatto che il brand riesca a crescere soprattutto tra chi acquista per uso personale testimonia l’efficacia della strategia commerciale. Non è solo questione di prezzo: è la combinazione di design riconoscibile, tecnologia e offerte ibride che rende il marchio competitivo.

Un focus sul mercato

Da inizio anno, le immatricolazioni complessive in Italia superano le 13.287 unità, con una quota di mercato che sfiora l’1% (0,93%). Il dato assume ulteriore peso se si considera la quota nel canale privati, già oltre l’1,2%, un indicatore di consolidamento che va oltre la soglia psicologica simbolica e conferma la direzione intrapresa dai due brand.

Ciò che emerge chiaramente dal percorso di OMODA & JAECOO è la capacità di crescere anche in un contesto complesso. Non bastano prodotti di qualità: serve una rete distributiva in espansione, un servizio di assistenza curato, una comunicazione capace di raccontare le caratteristiche dei veicoli senza artifici. La strategia del Gruppo dimostra che la coerenza tra prodotto, marketing e servizio post-vendita paga, traducendosi in numeri concreti e in una reputazione sempre più solida tra i clienti italiani.

Il risultato di novembre rappresenta quindi un traguardo e, allo stesso tempo, un punto di partenza. Sedici mesi di lavoro intenso hanno consolidato le basi del successo, ma la traiettoria indica che OMODA & JAECOO non si accontentano. La crescita registrata nel mese più recente del 2025 mostra come il brand riesca a combinare innovazione tecnologica, costi di gestione contenuti e design distintivo, trasformando la scelta del cliente in una scelta consapevole e gratificante.

Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 06:30:49 +0000
News n. 25
Cina, la vera forza sono le auto a benzina: sono esportate più delle elettriche

Per capire davvero cosa sta accadendo nell’industria dell’auto serve un esercizio di onestà intellettuale: partire dai numeri e guardare in faccia la realtà. E quest’ultima, oggi, racconta una storia che nessuno in Occidente ha avuto voglia di ascoltare. Per anni abbiamo immaginato l’offensiva cinese come un’orda di silenziosi modelli elettrici pronti a travolgere il mercato europeo, tanto che Bruxelles ha imbracciato la clava dei dazi come arma di autodifesa. Ma la verità – quella solida, fatta di dati, spedizioni e volumi – è il bersaglio mancato, perché l’avanzata cinese non viaggia solo a batteria, anzi, soprattutto a benzina.

Il grande abbaglio occidentale

Abbiamo creduto che la partita si giocasse tutta sulla transizione elettrica. Lo abbiamo fatto perché la Cina, nel suo mercato interno, ha scelto di spingere le EV come mai nessuno prima: incentivi colossali, politiche industriali aggressive, strategie commerciali che hanno ribaltato gli equilibri. Il risultato è stato un mezzo terremoto: nel giro di pochi anni le elettriche hanno conquistato quasi metà delle vendite nazionali, lasciando sul pavimento marchi stranieri storici e costruttori locali incapaci di reggere il confronto con colossi come BYD.

Eppure, mentre in Occidente eravamo impegnati a discutere di colonnine, cicli di ricarica e materie prime, qualcosa si muoveva sottotraccia. Le stesse case cinesi che faticavano a piazzare le loro vetture termiche in patria – rese improvvisamente obsolete da un mercato che rumoreggiava solo elettroni – hanno iniziato a esportare quelle auto in massa. Non le elettriche, dunque: le auto a benzina.

La realtà dei numeri: una valanga termica

Dal 2020, il 76% delle esportazioni automobilistiche cinesi è composto da auto a combustione. Non piccole nicchie, non residui marginali: tre veicoli su quattro spediti fuori dai confini sono termici. Le spedizioni annue sono passate da 1 a oltre 6,5 milioni di unità, un incremento che nessuna potenza industriale aveva mai mostrato in tempi così brevi. Mentre noi guardavamo ossessivamente ai listini delle elettriche del Dragone, Pechino svuotava gli stock di vetture tradizionali riversandoli negli altri mercati.

Non per scelta “strategicaâ€, ma perché la politica nazionale ha creato un gigantesco effetto collaterale: milioni di auto termiche diventate invendibili in patria. Quando produci numeri da economia di guerra – 30 milioni di auto a combustione l’anno, 20 milioni elettriche – la domanda interna non basta più. Devi esportare. Devi colonizzare nuovi mercati. E la Cina lo sta facendo con una brutalità industriale che ricorda gli anni ’70 del boom giapponese, ma su scala doppia.

La battaglia si combatte lontano da Bruxelles

Intanto, mentre l’Europa si arrocca dietro il castello dei dazi e continua a inseguire un’idea astratta di “mercato automobilistico idealeâ€, la vera partita si sta giocando altrove. Non sulle nostre autostrade, ma nei confini più fluidi del mondo: America Latina, Africa, Sud-Est Asiatico ed Europa orientale. È lì che Chery, Geely, Great Wall e decine di marchi meno noti stanno costruendo il loro impero.

Non con l’elettrico, ma con modelli a benzina robusti, economici, semplici da mantenere. Il prodotto perfetto per Paesi che chiedono mobilità, non rivoluzioni verdi. È l’espansione più silenziosa e allo stesso tempo più aggressiva del nostro tempo. Secondo AlixPartners, entro il 2030 la Cina controllerà il 30% del mercato globale. Non grazie alla spinta ideale dell’elettrico, ma per la forza brutale del termico, quell’antico nemico che in Occidente abbiamo dato per sconfitto senza accorgerci che stava cambiando fronte.

La scomoda verità

E allora eccola, la realtà che non volevamo vedere: la Cina non ci sta invadendo con ciò che credevamo, ma con ciò che abbiamo sottovalutato. Abbiamo combattuto la battaglia dell’elettrico mentre loro aprivano un secondo fronte, molto più ampio, redditizio e difficile da controllare. Non era una guerra di futuro: era una guerra del presente. Un’attualità che ha ancora il sapore della benzina.

Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 15:59:08 +0000


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