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#motociclismo #news #insella.it
Il pilota Ducati promuove le novità dei test di Valencia e pur con cautela è positivo sulla direzione intrapresa. "Credo che questa base sia ottima, siamo partiti subito bene". Per esserne certi, attendiamo Sepang
48 ore possono cambiare l'umore di un pilota: assolutamente, anche a stagione finita. A quanto pare Pecco Bagnaia ha ritrovato il sorriso e pur non sbilanciandosi - ha detto chiaramente “bisogna lavorareâ€- ha pure già promosso la Desmosedici 2025 con le prime novità 2026. Le parole rilasciate ai media nel tardo pomeriggio di Valencia, al termine dei test, lasciano poco spazio ai dubbi. “È stata sicuramente una giornata positiva. Rispetto al weekend di gara ,con il prototipo 2026 mi sono trovato bene da subito, siamo riusciti a lavorare bene. Ho provato diverse soluzioni e il ritmo era buono, così come i tempi. Non ho riscontrato difficoltà â€.
Bagnaia ha dato un giudizio positivo sia sulle mappature di elettronica che sull'aerodinamica, soluzioni che a quanto pare hanno cambiato il carattere della sua Ducati anche in frenata. Le parole non sembrano lasciare spazio a dubbi. “Meglio, decisamente meglio. Però è la prima uscita e c’è da lavorare. Credo comunque che questa base qua sia ottima, siamo partiti subito bene se non meglio. Quindi [a Sepang, ndr] bisognerà riuscire a partire da quaâ€.
La cosa più importante era andare in vacanza con sensazioni diverse rispetto a quelle ingoiate con i 5 ritiri consecutivi del finale di stagione e l'obiettivo è stato centrato. “Sono molto contento perché i tempi di questo test sono stati estremamente veloci. Sarebbe stato bello riuscire ad averli anche durante il weekend o comunque in generale avere questo feeling, non solo oggi. Però in generale è positivo averlo trovato e vado in vacanza sicuramente con in un mood migliore rispetto a domenica. Mi sarebbe piaciuto riuscire a fare l’ultimo tentativo di time attack con le soft ma purtroppo ho avuto un piccolissimo problema e non sono riuscitoâ€.
Nel box factory, Gigi Dall'Igna ha ascoltato con attenzione i feedback di Bagnaia e probabilmente ha tirato un mezzo sospiro di sollievo. Borgo Panigale non è certo in ritardo rispetto agli avversari, ma è pur vero che domenica è stato Fabio Di Giannantonio a salvare l'onore con uno “striminzito†- per gli standard Ducati- terzo posto. Inoltre, Marc Marquez probabilmente tornerà a Sepang non ancora al cento per cento e nel frattempo Aprilia continua a sfornare novità .
Insomma, al direttore generale avrà fatto piacere vedere che il suo pilota al momento più importante ha fiducia nel progetto. Certo, una volta che tornerà Marquez, probabilmente anche i riferimenti cronometrici andranno riparametrati, ma al momento Dall'Igna incassa giudizi positivi, un primo passo tecnico nella giusta direzione fatto insieme a Bagnaia. Visto da Valencia, il 2026 sembra già un anno diverso.
Bagnaia è contento delle novità provate, Bezzecchi è secondo dietro a Fernandez ma ha provato molte soluzioni. Quartararo non si sbottona, Razgatlioglu fa una buona impressione come Bulega
Il martedì dei test di Valencia è iniziato con un certo ritardo per via della pista umida, ma ha fornito indicazioni interessanti su quello che ci potrebbe attendere nel 2026. È stato soprattutto Pecco Bagnaia ad apparire rinfrancato dai primi “vagiti†della GP26, ma anche Aprilia ha portato diverse novità e ha temporaneamente congedato Marco Bezzecchi con un sorriso. Yamaha lavora a testa bassa, con Razgatlioglu perfettamente già calato nella parte di uomo MotoGP.
È ovviamente troppo presto per dire che i problemi di Bagnaia siano rimasti chiusi dentro il calendario 2025, ma è stato proprio il pilota Ducati a lanciare segnali di grande ottimismo. “È stata sicuramente una giornata positiva. Con il prototipo 2026 mi sono trovato bene da subito, siamo riusciti a lavorare bene. Credo che questa base qua sia ottima, siamo partiti subito bene se non meglioâ€. La nuova Ducati arriverà solo a Sepang, ma con una nuova aerodinamica e diverse mappature di elettronica, Pecco si è trovato subito a posto. Buoni i tempi per sua stessa ammissione, anche se non ha montato la soft per il time attack. Molto bene anche Bulega, che ha strappato il sesto tempo a meno di 3 decimi da Raul Fernandez, il più veloce in pista. Alex Marquez ha girato anche lui testando soluzioni differenti, con novità comunque centellinate in run piuttosto brevi.
Tanta aerodinamica in casa Aprilia, con Bezzecchi che ha testato soluzioni inedite sia per quanto riguarda l'anteriore (evidenti le nuove orecchie dietro la ruota e un cupolino in stile Ducati) che sul codone. Giudizio positivo per Simply the Bez, che elogia caldamente il lavoro degli ingegneri senza però lanciarsi in voli pindarici sul valore dei tempi segnati. Marco ha chiuso a 27 millesimi da Fernandez, Martin è stato mezzo secondo più lento, ma è comunque riuscito a completare 52 giri. Positivo il suo giudizio sul nuovo telaio, altra novità partorita dal team tecnico guidato da Fabiano Sterlacchini.
Nella lista dei tempi è solo 15esimo, ma Fabio Quartararo non è di cattivo umore. Nemmeno buono, a dirla tutta, ma già la sospensione del giudizio per ora è un segnale di nervosismo in fase discendente. Il nuovo V4 necessita di essere svezzato ed El Diablo ha spiegato che la giornata è stata spesa per l'assetto di base, anche perché Iwata ha prenotato la pista anche per domani. Ma il motore sembra avere qualcosa di diverso in basso e al francese “piace come si deve guidare, in una maniera del tutto diversaâ€. Insomma, per ora non sarà più veloce della vecchia 4 in linea, ma se non altro non ne è nemmeno la copia. Chi è stato veloce, per stessa ammissione di Quartararo, è stato Toprak Razgatlioglu, con tempi migliori sia di Alex Rins che di Jack Miller. Non vuol dire molto al momento, ma sicuramente il turco ha iniziato con il piede giusto.
Austriaci e HRC non avevano grosse novità da mettere in campo. Albesiano d'altronde ha spiegato che Honda non ha bisogno di grandi rivoluzioni. Tutti i piloti della Casa Alata sono comunque rimasti fuori dai dieci e Luca Marini non pareva entusiasta di quanto Aleix Espargarò aveva testato nel weekend di gara e passato ai compagni di marca.
KTM ha portato un codone con un diverso alettone e soprattutto un nuovo telaio, anche se dal punto di vista dei tempi Acosta non ha fatto vedere miracoli e si è piazzato “solo†al quinto posto, una manciata di millesimi meglio rispetto a Vinales.
Una guida completa sulla revisione moto e scooter: come funziona, cosa controllano, quanto costa e quando bisogna farla. Tutto quello che c’è da sapere
Il Codice della Strada impone l’obbligo di revisione anche per motocicli e ciclomotori: la revisione moto, quindi, è una procedura obbligatoria che va fatta seguendo tempistiche prefissate, al fine di garantire l’idoneità alla circolazione del mezzo, ma anche l’efficienza dello stesso. In questo articolo, vedremo in cosa consiste la revisione moto, come funziona e quali sono i controlli previsti, le scadenze da rispettare e gli eventuali limiti di tolleranza, i costi e i casi speciali relativi alla revisione scooter e non solo.
La revisione è un procedimento obbligatorio sia per i motocicli, sia per i ciclomotori. L’iter è praticamente lo stesso, anche se per i ciclomotori sono previsti dei controlli supplementari per verificare la velocità massima del mezzo, che deve risultare pari o inferiore a 45 km/h.
La revisione è regolamentata dall’articolo 80 del Codice della Strada e ha lo scopo di assicurare l’idoneità a circolare del mezzo. Come per la revisione auto, i controlli e le tempistiche dei controlli sono più o meno gli stessi, e anche per i motoveicoli circolare senza aver effettuato la revisione è vietato e porta a sanzioni importanti.
Entrando più nel dettaglio, l’iter della revisione parte con un controllo amministrativo, con la verifica di accertamento del numero del telaio, tramite la consultazione della carta di circolazione. Superato il controllo amministrativo, si parte con il controllo vero e proprio riguardante le condizioni della moto: dal manubrio al telaio, dagli pneumatici alle luci, dalla marmitta agli indicatori di direzione, dal funzionamento dei pedali alle emissioni inquinanti, monitorate con una sonda collegata a un computer che il revisore infila nello scarico della moto. Infine, viene effettuata una prova di frenata, nonché del clacson.
Dunque, riepilogando, durante la revisione, sono controllati i seguenti elementi:
Per i ciclomotori, i controlli riguardano anche la velocità massima dal mezzo, che non deve essere superiore a 45 km/h, in quella che viene definita prova di velocità dinamica.
Una volta terminata la fase di controllo, segue l’atteso esito della revisione, che può essere:
In quest’ultimo caso, sarà incollato sul retro della carta di circolazione l’attestato adesivo che rileva la nuova data di scadenza e i chilometri rilevati. Inoltre, è obbligatorio il rilascio del Certificato di Revisione che oltre a riportare i dati relativi agli avvenuti controlli effettuati, riferisce anche informazioni sulle condizioni generali del veicolo, anche su quei dati che potrebbero subire una contraffazione, come ad esempio il chilometraggio.
Quindi, il Nuovo Certificato di Revisione deve contenere i seguenti dati:
I dati che vengono riportati sul Nuovo Certificato di Revisione, finiscono poi sul Documento Unico di Circolazione e di conseguenza consultabile sul Portale dell’Automobilista.
La revisione della moto e del ciclomotore può essere effettuata presso:
Quest’ultima indicazione è molto importante, perché l’officina meccanica alla quale ci si rivolge deve avere l’autorizzazione, ovvero essere abilitata a fare la revisione.
L’articolo 80 del Codice della Strada recita: “Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti stabilisce, con propri decreti, i criteri, i tempi e le modalità per l’effettuazione della revisione generale o parziale delle categorie di veicoli a motore e dei loro rimorchi, al fine di accertare che sussistano in essi le condizioni di sicurezza per la circolazione e di silenziosità e che i veicoli stessi non producano emanazioni inquinanti superiori ai limiti prescrittiâ€.
All’acquisto di una moto nuova, si potrà usufruire di un periodo di esenzione dall’obbligo di revisione per i primi 4 anni a partire dalla data di immatricolazione. In seguito, bisognerà sottoporre a revisione la moto, lo scooter o il ciclomotore ogni 2 anni. La prima revisione, va quindi fatta entro il 4° anno dalla data di immatricolazione, entro il mese stesso in cui è avvenuta l’immatricolazione stessa. Anche le revisioni successive dovranno essere fatte negli stessi mesi, a distanza di 2 anni.
Facendo un esempio, una moto con data di immatricolazione a gennaio 2021, dovrà essere sottoposta alla sua prima revisione a gennaio 2025, dopodiché ogni 2 anni, quindi la seconda revisione andrà effettuata a gennaio 2027, la terza a gennaio 2029 e così via.
La revisione può anche essere fatta in anticipo, ma in generale risulta poco conveniente, perché così facendo anche le revisioni degli anni seguenti saranno anticipate.
Infine, c’è anche la possibilità di effettuare una revisione straordinaria del motoveicolo, ovvero effettuata al di fuori delle normali tempistiche prestabilite: ciò può avvenire per controllare anzitempo il rispetto dei criteri di sicurezza ed efficienza, di rumorosità e di inquinamento del veicolo, in particolar modo dopo che il mezzo è stato coinvolto in un incidente stradale. A ogni modo, questo tipo di revisione dovrà essere richiesta dalle forze dell’ordine e può essere eseguita solo ed esclusivamente presso gli uffici della Motorizzazione Civile.
La revisione straordinaria è regolamentata dal già citato articolo 80 del Codice della Strada, al comma 7, dove troviamo scritto: “In caso di incidente stradale nel quale i veicoli a motore o rimorchi abbiano subito gravi danni in conseguenza dei quali possono sorgere dubbi sulle condizioni di sicurezza per la circolazione, gli organi di polizia stradale intervenuti per i rilievi sono tenuti a darne notizia al competente ufficio del Dipartimento per i trasporti terrestri per l’adozione del provvedimento di revisione singolaâ€.
Se la revisione della moto è scaduta, la data indicata sul certificato è stata già superata: in breve, questo significa che la moto (o il ciclomotore) non può circolare. Infatti, il Codice della Strada è piuttosto rigido su questo punto: la circolazione del mezzo è consentita solo fino all’ultimo giorno utile per effettuare la nuova revisione.
L’ultimo giorno utile è l’ultimo giorno del mese di scadenza della vecchia revisione. Ad esempio, se l’ultima revisione è stata effettuata il 13 marzo 2021, per sottoporre la moto alla prossima revisione si avrà tempo fino al 31 marzo 2023.
Se si circola a bordo della propria moto o ciclomotore con la revisione scaduta, si può andare incontro alle seguenti sanzioni:
Nel caso in cui il motoveicolo con revisione scaduta fosse coinvolto in un incidente, le conseguenze sarebbero ben peggiori. Infatti, la compagnia assicuratrice, dopo aver pagato i danni, potrà rivalersi sull’assicurato a meno che nella polizza sia esclusa esplicitamente questo tipo di rivalsa.
Nel caso in cui l’esito della revisione fosse “Sospesoâ€, la moto potrebbe circolare solo per andare in officina e risolvere i problemi rilevati durante i controlli. Ma se la destinazione fosse diversa, il rischio a cui si va incontro è quello del fermo amministrativo del motoveicolo e una multa salata da pagare, che va da 1.998 € a 7.993 €.
Infine, in caso di revisione falsificata, la multa può partire da una base di 430 € e arrivare fino a 1.731 €: in aggiunta a ciò, le forze dell’ordine provvederanno anche al ritiro della carta di circolazione.
Come avrete già facilmente intuito, i margini di tolleranza per la circolazione su moto con revisione scaduta sono pari a 0. La nuova revisione andrà fatta obbligatoriamente entro l’ultimo giorno del mese di scadenza.
L’unica eccezione per la quale può valere circolare senza revisione è quella di aver già prenotato la revisione del proprio motoveicolo, magari perché è stato fermo per un periodo di tempo in un luogo al chiuso: in questa circostanza, però, bisognerà obbligatoriamente portare con sé la ricevuta di prenotazione ed esibirla in caso di controllo mentre ci si reca ad effettuare la revisione.
Il costo della revisione della moto non è elevatissimo e varia a seconda che la si faccia presso gli uffici della Motorizzazione Civile o presso un’officina autorizzata. I costi sono quelli indicati qui sotto:
Presso la Motorizzazione
Costa 54,90 € (da versare su bollettino postale prestampato 9001, scaricabile qui)
Presso un'officina autorizzata
Costa 79 €, così ripartiti, 54,95€ per la tariffa di revisione, 12,09 € di Iva al 22%, 10,20 € di diritti di Motorizzazione e 1,76 € di commissioni pe ril pagamento dei dititti di Motorizzaione.
Nel caso in cui si voglia sottoporre il proprio motoveicolo a revisione presso gli uffici della Motorizzazione Civile, i tempi sono più lunghi ed è obbligatoria la prenotazione, anche se i costi sono più contenuti. la prenotazione si fa inviando via mail i documenti richiesti (domanda MOD 2100 compilata e firmata unitamente a COPIA dell'ATTESTAZIONE VERSAMENTO su c.c.p. n. 9001 contenente l'estremo di pagamento e i codici a barre leggibili, COPIA DEL DOCUMENTO DI CIRCOLAZIONE e COPIA DEL DOCUMENTO DI IDENTITA' scannerizzati in un unico file PDF. Gli indirizzi mail si trovano su ilportaledellautomobilista.it.
Nell’eventualità in cui la si voglia portare presso il meccanico di fiducia, se questo non è autorizzato a effettuare la revisione, alla spesa totale bisognerà aggiungere i costi (valutati dal meccanico) per portare il motoveicolo presso un centro autorizzato.
La normativa resta la medesima per le moto storiche, si potrà infatti portare il motoveicolo presso una qualsiasi officina autorizzata per sottoporlo a revisione. Infatti dal 2021 è sparito l’obbligo di effettuare le revisioni presso le sedi della Motorizzazione che ricadeva sui mezzi prodotti prima del 1960. Questo obbligo resta solo nel caso in cui i mezzi storici non possano essere messi sui rulli per la prova di frenata a causa della meccanica delicata o complessa. In questo caso ci si dovrà rivolgere alle Motorizzazioni. In tutti gli altri casi i veicoli potranno essere controllati con i freni dinamometrici sui normali banchi a rulli.
Anche lo scooter elettrico va sottoposto a revisione, ma solo dopo i primi 4 anni a partire dalla data di immatricolazione e successivamente nei successivi 2 anni. Le modalità , i costi e i tempi, quindi, sono gli stessi che per le auto normali. Naturalmente i controlli differiscono leggermente, in quanto nella moto elettrica, tra i controlli non figura il test delle emissioni inquinanti, mentre tutto il resto è regolarmente soggetto a revisione.
Come anticipato, quanto scritto finora riguarda anche i ciclomotori, per i quali tuttavia la fase di controlli è un po’ più complicata di quella dei motocicli, perché comprende anche un test di velocità . I ciclomotori, infatti, non devono superare la velocità massima di 45 km/h.
Linee retrò e materiali nobili per questo scooter retrò che sfoggia soluzioni tecniche molto raffinate. Vediamo come è fatto
Italjet dopo il Dragster ha deciso di stupire ancora proponendo un veicolo che sfoggia un’estetica di stampo vintage, ma con soluzioni tecniche fuori dal comune. La carrozzeria è stata progettata limitando l'uso delle plastiche: la struttura e gran parte dei componenti a vista sono realizzati in acciaio e alluminio, una scelta mirata per dare solidità ma anche per rendere lo scooter esclusivo.
Sospensione anteriore e posteriore sono con ammortizzatori che lavorano su strutture in alluminio
Ci sono anche richiami al mondo aeronautico con dettagli raffinati, come le prese d’aria sui radiatori laterali che si ispirano alle turbine dei jet. Anche il posteriore è molto particolare, c'è una struttura in alluminio che collega l'ammortizzatore (completamente regolabile) alla ruota, mentre il doppio scarico, firmato AkrapoviÄ, sfoggia della griglie che richiamano quelle dei cornetti d'aspirazione delle moto da corda di 60 anni fa.
Gli scarichi simulano i cornetti di aspirazione dei carburatori delle moto racing di 60 anni fa
A spingere il Roadster troviamo invece un classico motore monocilindrico da 394 cm³ raffreddato a liquido. I dati dichiarati dalla casa indicano una potenza massima di 41,5 CV a 7.500 giri/minuto e un picco di coppia di 41,2 Nm a 6.000 giri. Si tratta di valori che lasciamo presagire un'accelerazione bruciante, considerando anche che il peso a secco dichiarato è di soli 151 kg.
Il forcellone anteriore si può regolare per variare la risposta della ciclistica alle sollecitazioni
Il vero elemento distintivo del progetto è l'avantreno dotato di un sistema brevettato chiamato DLAS (Dynamic Linkage Articulated Steering). Si tratta di una evoluzione del monobraccio già visto sul Dragster, tecnicamente, il sistema utilizza un meccanismo a forbice composto da due elementi: quello inferiore integra il perno ruota e il supporto fisso della pinza freno. Questa architettura è progettata per separare le funzioni di sterzo da quelle di ammortizzazione, con l’obiettivo di migliorare la precisione di guida e ridurre l'affondamento in frenata tipico delle forcelle tradizionali. Il sistema permette inoltre di intervenire sull'assetto, offrendo la possibilità di regolare la risposta per privilegiare la rigidità per la guida sportiva o il comfort. A completare la ciclistica troviamo cerchi a raggi in alluminio, un doppio freno a disco anteriore con pinze radiali e il telaio a traliccio in tubi su cui sono innestate le articolazioni in alluminio collegate agli ammortizzatori.
La commercializzazione del Roadster è prevista per settembre 2026, con un prezzo indicativo fissato a 7.500 euro.
Scheda Tecnica
Le prese d'aria laterali sono ispirate a quelle degli aerei
Durante il gala di fine stagione il pubblico ha fischiato l’immagine del Dottore. Marc interviene dal palco chiedendo rispetto per tutti i piloti
La stagione del Motomondiale 2025 si è conclusa ufficialmente con la tradizionale cerimonia dei MotoGP Awards a Valencia, l’evento dedicato alla celebrazione dei campioni delle tre classi e alla consegna dei riconoscimenti speciali.
Durante la serata, pensata per festeggiare i protagonisti dell'annata appena conclusa, si è verificato un episodio che ha creato gelo in sala e imbarazzo tra gli organizzatori. Durante la proiezione di una clip video riassuntiva della stagione, che mostrava i momenti salienti della "cena delle leggende" tenutasi lo scorso settembre, è apparsa sui maxischermi l'immagine di Valentino Rossi. Nonostante l'assenza del pesarese all'evento, una parte significativa del pubblico presente ha reagito con fischi sonori e ripetuti. L’accaduto ha confermato come, a distanza di un decennio dai fatti del 2015, la rivalità sportiva tra Rossi e l'ambiente spagnolo sia ancora una ferita aperta per molti appassionati, capace di riaccendersi anche in contesti istituzionali e di festa. L'atmosfera si è fatta immediatamente tesa, rischiando di compromettere il clima di fair play che dovrebbe caratterizzare la chiusura del campionato.
A placare gli animi è intervenuto direttamente Marc Marquez, salito sul palco poco dopo per ritirare il premio per il "Miglior Sorpasso dell'Anno". Il pilota spagnolo, fresco ha eguagliato i nove titoli mondiali in carriera di Rossi e non ha ignorato il comportamento della platea: "Vorrei dire: rispettate tutti. Questa è la cosa più importante perché stiamo lottando con molti di loro" ha dichiarato al microfono. L'intervento, asciutto e diretto, ha avuto l'effetto immediato di zittire la sala. La presa di posizione di Marquez è stata netta: la competizione in pista, per quanto aspra, non giustifica la mancanza di rispetto verso i colleghi, specialmente verso figure che hanno scritto la storia della disciplina.
Il gesto di Marquez assume un valore rilevante all'interno delle dinamiche del paddock, segnando forse un punto di svolta nei rapporti "a distanza" tra le due tifoserie. Se la rivalità nata nel 2015 ha diviso per anni il pubblico del motociclismo, la difesa pubblica di Rossi da parte del suo storico avversario rappresenta un tentativo di riportare la contesa sui binari della sportività . Marquez ha voluto sottolineare come il rispetto debba essere la base comune, indipendentemente dalle simpatie personali o dalle vecchie ruggini di gara.
Per chi non sa cosa successe nel 2015, ecco un brevissimo recap.
Nel 2015 il Motomondiale visse una delle sue stagioni più intense e discusse. Valentino Rossi, all’età di 36 anni, era in piena lotta per il titolo mondiale contro il compagno di squadra Jorge Lorenzo, quando la rivalità con Marc Marquez esplose improvvisamente. Nelle ultime gare, Rossi accusò Marquez (ormai fuori dai giochi) di ostacolarlo deliberatamente per favorire Lorenzo nella corsa al campionato. L’apice della tensione si raggiunse con il celebre scontro in Malesia, dove un contatto tra i due portò alla caduta di Marquez e alla penalizzazione di Rossi, costretto a partire dall’ultima posizione nell’ultima gara di Valencia. L’episodio segnò profondamente il finale di stagione e resta uno dei momenti più controversi della storia MotoGP.
La promozione Suzuki permette di acquistare V-Strom 1050DE, V-Strom 1050SE e GSX-S1000GX con importanti sconti sul prezzo di listino. Conviene affrettarsi: ecco tutti i dettagli
Entrata in vigore nel 2024 per sostituire i “vecchi†Euro 5, l’Euro 5+ è attualmente la classe più alta per i veicoli di categoria L. L’obbligo, intendiamoci, riguarda solo le nuove immatricolazioni. Le moto Euro 5 possono infatti circolare senza alcun problema (e potranno farlo ancora per diversi anni). Non per nulla, alle Case sono state in tal senso concesse deroghe per vendere piccoli lotti di Euro 5 anche nel 2025 e 2026. Si può stare tranquilli e, anzi, approfittare dei tanti sconti.
L’iniziativa di Suzuki è per esempio interessante: sconti che superano addirittura i 2.000 euro sulle V-Strom 1050 e sulle GSX-S1000GX Euro 5. Ma conviene affrettarsi: l’offerta è infatti valida solo fino al 31 dicembre. Per maggiori informazioni vi consigliamo di consultare il sito Suziki o prendre contatto direttamente con una concessionaria ufficiale. Di seguito i modelli interessati.
Lo spagnolo vince il mondiale dimostrando di essere di un'altra categoria e nemmeno suo fratello riesce a fermarlo. Per Bagnaia un disastro non preventivabile, il Bez ridimensiona Martin. Yamaha, che fai?
Promossi&Bocciati: al termine della stagione 2025 del motomondiale, è arrivato il momento di tirare una riga e capire chi ha fatto bene e chi male. Ovviamente è un gioco, perché stiamo pur sempre parlando dei piloti più forti al mondo, capaci di stare in sella alle moto più veloci del pianeta. E le differenze sono davvero minime, se pensiamo che a Valencia la differenza sul giro tra il poleman Marco Bezzecchi e Maverick Vinales, 21esimo in griglia, è stata appena di un secondo e un decimo su 4 chilometri di pista. Ma tant'è, la MotoGP è spietata.
Riesce a vincere il mondiale correndo solo 17 gare su 22, portandosi a casa 11 successi nelle gare lunghe e 14 nelle Sprint. Prima di essere eliminato da Bezzecchi ha fatto vedere le streghe a tutti, fratello compreso. Ci ha messo due gare a portarsi il box Ducati dalla sua parte e non si lamenta di una GP25 che nelle sue mani vola, altro che. Promosso, 10 e lode
Se non ci fosse stato suo fratello avrebbe vinto 10 gare e il mondiale, ma anche così non sfigura, trovando i primi 3 successi della sua carriera in MotoGP grazie anche a una GP24 che gli agevola il compito su Bagnaia e Di Giannantonio. Per la prima parte di stagione riesce a stare in scia a Marc. Poi si scolla, ma è fisiologico. È il migliore nello sfruttare le occasioni giuste a suo favore. Promosso, 8
Inizia la stagione con il ruolo- affibbiato dai media- di spalla, se non di secondo pilota, per il campione del mondo. Dopo l'infortunio di Jorge Martin si trasforma invece nell'uomo tuttofare: sviluppatore, guida morale del team, pilota da battaglia e da tempo. Vince tre gare e si porta letteralmente a casa la RS-GP, oltre che il podio mondiale. Mica poco, negli ultimi due anni ci era sempre voluta una Ducati per riuscirci. Promosso, 8
La sua KTM è cresciuta nel finale di stagione, ma resta a una bella distanza dalle Ducati e dalle Aprilia, che hanno decisamente più trazione e migliori qualità dinamiche. Pedro Pe però non fa il piangina e tira fuori il proverbiale sangue da quella rapa della sua RC16. Il mercato è ai suoi piedi, anche se la prima vittoria non è ancora arrivata. Promosso, 8
Si aggiudica un primato: non riesce a chiudere nemmeno una delle ultime 5 gare della stagione, anche se in Malesia e a Valencia è incolpevole. Insomma, gli vanno tutte storte ma in una stagione così lunga non si può dare colpa alla sfortuna. Ci sta invece che un pilota non riesca a sentire una moto ed è decisamente il caso suo, con la GP25. Un anno buttato, ma ora ne inizia un altro. Meglio stare su con il morale. Bocciato, 4
La sua M1 gli permette di conquistare 5 pole position, che messe insieme però non fanno nemmeno un punto, povero lui. Un podio solo in una stagione, a cui sommare un paio di medaglie nella Sprint, è decisamente poco per uno come El Diablo. Che infatti si è spazientito, anche per quello che il V4 Yamaha ha lasciato intravedere: pochino. Il francese sembra un altro in rampa di lancio sul mercato, forse il primo che scatterà al via. Ma come si fa a valutarlo dopo un anno così? Rimandato
Ha una moto che conosce e corre in un team di amici, ma l'atmosfera perfetta non lo aiuta comunque a fare il salto di qualità . Conquista due podi promettenti a inizio stagione, ma poi si spegne lentamente e l'ultima gara, nemmeno iniziata, lascia qualche dubbio sulla sua freschezza sportiva. Bocciato, voto 5
Rispetto a Bagnaia adotta una strategia diversa: sopravvivere con la GP25 e da separato in casa con l'ultima Desmosedici riesce a fare appena 26 punti in meno rispetto a Bagnaia in campionato. Ma non vince nemmeno una gara e i due Gresini fanno quasi sempre meglio di lui. Ma merita una prova d'appello, sicuramente. Rimandato
Non si trova con la RC16 e lo si capisce fin dai test invernali. Il problema è che non cambia niente nemmeno andando avanti nella stagione, a parte qualche sprazzo di luce a metà campionato. Meglio una bocciatura oggi, sperando che il ragazzo si riprenda nel 2026. Anche perché il destino di KTM è incerto e per guadagnarsi un posto in MotoGP dovrà lavorare meglio rispetto ai giovani arrembanti. Bocciato, voto 5
La sfortuna lo colpisce senza pietà , ma in mezzo ci sono anche scriteriate scelte di mercato poi rientrate e un nervosismo, un ansia da performance comprensibili ma controproducenti. Il 2025 è un anno nero, ma la macchia in condotta di inizio anno quando ha provato a scappare con Honda pesa. Bocciato, voto 5
Come rookie è nettamente il migliore, non solo perché vince una gara nell'anno dell'esordio, ma perché corre tutto il campionato senza timori reverenziali, impara molto e dà qualche lezione a piloti con più esperienza di lui. Avanti così. Promosso, voto 7
Il suo apprendistato è stato lungo, ma con la RS-GP di quest'anno dimostra che la moto giusta può fare miracoli su piloti un po' smarriti. Vince un gran premio in una stagione in cui avversari più quotati non ci sono riusciti. Promosso, voto 6
Fa un gran lavoro in Honda e ne raccoglie parzialmente i frutti, anche se Johann Zarco (promosso, voto 6) e Joan Mir (promosso, voto 6) sono più bravi a trovare il giusto assolo. Sembra mancare sempre un po' di cattiveria, ma considerando anche l'incidente non banale nella prove della 8 Ore di Suzuka e i rischi di un mercato impazzito con la scheggia Martin, porta a casa la pellaccia in una stagione non facile. Promosso, voto 6
L'inossidabile Jack è il miglior pilota Yamaha dietro a Quartararo, anche se per distacco e con prestazioni piuttosto deludenti nel complesso. Ma qualche sprazzo di talento e grinta si vede ancora. Anche lui spera nel V4: sperare in fondo non costa nulla e rispetto a El Diablo non ha molte altre carte da giocarsi. Rimandato
La strada sarà nuovamente chiusa dopo l’Epifania. L’obiettivo dei tecnici è completare tutte le opere necessarie a garantire la sicurezza definitiva del tracciato
Riaperta lo scorso agosto, la Strada della Forra verrà nuovamente chiusa per ulteriori lavori di messa in sicurezza. Lavori che, seppur necessari, dovrebbero questa volta concludersi nel giro di un paio di mesi. Forse anche meno. Il programma di lavori prevede il completamento del consolidamento strutturale con la posa delle centine di rinforzo all’interno della galleria del Camino e l’installazione di tiranti per “chiodare†la roccia all’esterno, sotto l’imbocco nord. Inoltre, sulla parete a destra della carreggiata, oltre il ponte, verranno posizionate reti e barriere paramassi.
La Provincia di Brescia sottolinea che la chiusura programmata, pur comportando un nuovo sacrificio, è un passo indispensabile verso la sicurezza definitiva della strada e la continuità del suo impatto turistico e paesaggistico. La riapertura dello scorso agosto - lo ricordiamo - aveva segnato la fine di 19 mesi di chiusura e il ritorno a panorami spettacolari sul lago di Garda, grazie a lavori di consolidamento e a un sistema di monitoraggio h24 con sensori geologici. Nel corso dei mesi, però, il tratto ha continuato a richiedere interventi per garantire stabilità , evitando nuovi rischi per gli utenti e tutelando la comunità locale. I disagi per chi vive a Tremosine e nelle sue frazioni, così come per gli esercenti e i turisti, si sono fatti sentire: percorsi alternativi più lunghi hanno rallentato i collegamenti, mentre albergatori, baristi e ristoratori hanno visto calare l’afflusso dei visitatori.
Per chi non l'ha mai percorsa: Strada della Forra, la più bella del mondo
Molte crossover e adventure, ma anche naked e sportive. Cinesi, indiane e una giapponese. Ecco una carrellata di novità abbordabili ma affascinanti viste all’ultima edizione del salone di Milano
La Casa di Hinckley presenta due nuove versioni in tiratura limitata della sua naked: arrivano i semimanubri, sospensioni Öhlins e una spiccata attitudine pistaiola
Triumph amplia la gamma Street Triple con due nuove versioni: RX e Moto2 Edition. Entrambe le moto sfruttano la base tecnica della RS, ma si distinguono per ciclistica ed posizione di guida marcatamente orientate all'utilizzo in circuito.
La differenza sostanziale rispetto al modello salta subito all'occhio: al posto del manubrio largo da naked, ci sono i semimanubri clip-on, una soluzione che carica maggiormente l’avantreno e rende la posizione di guida più raccolta. Aggiornato anche il reparto sospensioni: all'avantreno c'è una raffinata forcella a steli rovesciati Öhlins NIX30 completamente regolabile in compressione, estensione e precarico, con un'escursione di 115 mm. Al posteriore lavora un monoammortizzatore Öhlins STX40 con serbatoio separato (piggyback), anch'esso totalmente regolabile.
I mezzi manubri rendono decisamente più sportiva (e scomoda...) la posizione di guida
Il telaio a doppia trave in alluminio rimane il fulcro della ciclistica, abbinato a un impianto frenante che prevede pinze monoblocco radiali Brembo Stylema a quattro pistoncini su dischi da 310 mm e pompa radiale Brembo MCS. Il contatto con l'asfalto è affidato agli pneumatici Pirelli Diablo Supercorsa SP V3. Il peso in ordine di marcia dichiarato per entrambe le versioni è di 188 kg.
Le sospensioni Öhlins sono esclusive per queste due versioni della Street Triple
Confermato il collaudato tre cilindri in linea di 765 cm³, lo stesso propulsore che equipaggia le moto del campionato mondiale Moto2, di cui Triumph è fornitore unico dal 2019. In questa configurazione stradale, eroga una potenza massima di 130 CV (95,6 kW) a 12.000 giri/minuto e una coppia di 80 Nm a 9.500 giri/minuto. La gestione elettronica è affidata a una piattaforma inerziale che coordina l'ABS Cornering (ottimizzato anche per la curva) e il controllo di trazione. Sono presenti diverse modalità di guida, inclusa una mappa "Track" specifica per la pista che minimizza l'intervento dei controlli, e il cambio elettronico Triumph Shift Assist bidirezionale. Tutte le informazioni sono visualizzabili tramite il display TFT a colori da 5 pollici.
Molto bella la piastra di sterzo ricavata dal pieno montata sulla RX
Sebbene condividano la base tecnica, le due versioni si rivolgono a un pubblico leggermente diverso per finiture ed esclusività .
La Street Triple 765 RX (qui sopra) riprende la denominazione di un modello del 2015 e si propone con una livrea Matt Aluminium Silver e dettagli in Diablo Red (su cerchi e telaietto posteriore). Ha una piastra di sterzo lavorata a macchina e un logo inciso al laser sul silenziatore. Sarà disponibile dai primi mesi del 2026 al prezzo di 14.395 euro.
Più esclusiva la Street Triple Moto2 Edition (qui sopra) che sarà prodotta in una serie limitata di soli 1.000 esemplari. Questa versione si arricchisce di componenti in fibra di carbonio (parafango anteriore, pannelli laterali, puntale) e di una piastra di sterzo superiore numerata che ne certifica l'unicità . La colorazione dedicata abbina il Mineral Grey al Crystal White, con il telaietto posteriore in Triumph Performance Yellow. La Moto2 Edition arriverà nelle concessionarie a giugno 2026, con un prezzo di 16.195 euro.
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