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Dailyletter
Ddl Concorrenza, per le startup bicchiere mezzo vuoto

Ddl Concorrenza, le nuove misure sulle startup contenute approvato oggi in Cdm rimandano di due anni il requisito di 20mila euro per stare nel registro, ma resta l’arretramento rispetto agli altri Stati Ue soprattutto la Francia.

Videointervista all’Amm. Sq. Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, che spiega a Key4biz i compiti della futura Autorità di controllo della dimensione subacquea e i progetti del PNS (Polo Nazionale Subacqueo).

Osservatorio Agcom: le linee FTTH raggiungono 1 milione di accessi in più rispetto all’anno scorso. Le linee broadband si attestano a circa 20 milioni. Fra le piattaforme Facebook cresce solo dello 0,7%. Instagram +4%, TikTok +7,4% e X +2,4%. 

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 15:44:16 +0000 di Redazione Key4biz
Startup
Ddl Concorrenza, per le startup bicchiere mezzo vuoto dopo l’ok in Cdm

Le nuove misure sulle startup contenute nel Ddl Concorrenza approvato oggi in Cdm lasciano l’amaro in bocca. Il Governo ha varato misure di certo migliorative rispetto all’ultima bozza, circolata nei giorni scorsi, che fissava un capitale sociale di 20mila euro per entrare nel registro apposito delle startup, spostando in avanti di due anni l’entrata in vigore del requisito. Ma non basta per un ecosistema che avrebbe bisogno di incentivi e sostegno per sviluppare nuove idee in settori strategici come l’AI, la cybersecurity, lo Spazio.  

Leggi anche: Ddl Concorrenza, le nuove misure nella bozza ammazzano le startup?

Le nuove misure rappresentano di fatto un peggioramento complessivo delle attuali condizioni, che peraltro erano già peggiori di qualsiasi altro Stato Ue dove una startup si può aprire anche online con pochi click.

E soprattutto sono un segnale di arretramento, laddove gli altri Stati Ue migliorano continuamente.

Nuove misure incentivo all’espatrio? Modello Francia

Secondo alcuni stakeholder, le nuove misure sono un incentivo all’espatrio. Il Regno Unito, ad esempio, offre le stesse condizioni del registro italiano se non dipiù a qualsiasi nuova impresa.  Un altro paese da guardare da vicino è la Francia, che ha superato la Germania diventando il primo paese in Europa per numero di investimenti in startup.

Nonostante il contesto sanitario ed economico molto grave ed instabile, nel 2020 le startup francesi hanno raccolto 620 fondi per un totale di 5,4 miliardi di euro. Da notare che gli investimenti superiori ai 50 milioni di euro sono aumentati dell’89%. Questo volume conferma la maturità del mercato e anche la capacità del sistema di attrarre sempre nuovi investitori. La Francia è stato inoltre il primo paese europeo a presentare un piano di emergenza da 4 miliardi di euro per le startup e lo stesso è stato completato lo scorso giugno con un piano di aiuti supplementare da 1,2 miliardi di euro, arrivando a più di 7 miliardi di euro da investire nel settore digitale.

Le misure approvate nel Ddl Concorrenza

E non si tratta nemmeno di un bicchiere mezzo vuoto, quanto di un bicchiere che viene svuotato del tutto. Certo, meno di quanto non fosse nella bozza circolata nei giorni scorsi, ma pur sempre svuotato mentre le altre nazioni Ue lo riempiono. Di seguito, in attesa del testo, le misure approvate oggi in Cdm nel comunicato del Mimit.

  • Startup innovative:
    Implementata la definizione di Startup innovative: vengono introdotti nuovi parametri in grado di individuare e premiare le imprese con le maggiori potenzialità, ovvero le micro, piccole e medie imprese che, entro 2 anni dall’iscrizione nell’apposito registro speciale, hanno un capitale sociale di 20 mila euro e almeno un dipendente. Viene data particolare attenzione alle Startup innovative che operano nei settori strategici, che potranno permanere nel relativo registro speciale fino a 84 mesi (invece di 60).
    Ampliate le ipotesi in cui gli incubatori certificati possono essere riconosciuti e iscritti nell’apposito registro, estendendo agli stessi i benefici delle deduzioni fiscali del 30% dall’Ires di cui oggi beneficiano altri soggetti economici che investono in Startup.
    Previste inoltre disposizioni per promuovere gli investimenti in capitale di rischio da parte di investitori privati e istituzionali.

Il provvedimento contiene importanti misure di competenza del Mimit in materia di dehors, portabilità delle scatole nere ai fini assicurativi, trasporto pubblico non di linea, rilevazione dei prezzi, shrinkflation e startup innovative, oltre a ulteriori rilevanti misure di competenza di altri dicasteri.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 13:45:50 +0000 di Paolo Anastasio
Space&Underwater
Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina: “Ecco come vogliamo governare l’Underwaterâ€

La videointervista all’Amm. Sq. Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, che spiega a Key4biz i compiti della futura Autorità di controllo della dimensione subacquea e i progetti del PNS (Polo Nazionale Subacqueo), di cui il Presidente del Consiglio di Coordinamento Interministeriale.

Guarda la videointervista

Per approfondire, le altre videointerviste

Musumeci a Key4biz: “Con Ddl per la dimensione subacquea nascerà anche l’Autorità di controlloâ€. Ecco il suo compito

La videointervista al Sottosegretario Perego (Difesa): “L’Underwater volano di crescita per Italia, dalle terre rare ai datiâ€

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 11:25:00 +0000 di Luigi Garofalo
Telecoms
FTTH, 1 milione di accessi in più rispetto all’anno scorso. Le linee broadband a circa 20 milioni

In base ai dati elaborati dall’Autorità, il valore complessivo delle aree economiche di interesse dell’Autorità (comunicazioni elettroniche, televisione in chiaro e a pagamento, radio, editoria quotidiana e periodica, pubblicità online, servizi di corrispondenza e consegna pacchi) è valutabile, nel 2023, in 53,85 miliardi di euro, in crescita su base annua del 2,0% e del 3,1% con riferimento al 2019 (anno d’inizio del periodo analizzato).

La variazione complessiva è pari a 1,08 miliardi su base annua, e di 1,62 miliardi rispetto al 2019, ma guardando ai singoli mercati si osservano dinamiche assai differenziate.

Negli ultimi cinque anni (2019-2023), le risorse delle comunicazioni elettroniche si sono ridotte di circa 2,93 miliardi di euro (da 30,07 a 27,14 miliardi di euro), di cui oltre il 90% ascrivibile alla riduzione dei ricavi dei servizi su rete mobile, un mercato caratterizzato da un’accentuata pressione competitiva.

La spesa finale della clientela residenziale e affari nel 2023 è cresciuta dello 0,8% su base annua, mentre rispetto al 2019 la flessione è del 9,7% (-2,39 mld €).

Tra il 2019 ed il 2023 i ricavi della televisione crescono, nel complesso, di circa 200 milioni di euro (passano da 8,03 a 8,24 miliardi di euro), ma senza l’apporto dei servizi a pagamento via web la riduzione sarebbe nell’ordine di 1,15 miliardi di euro (-15,1%). 

Le risorse della radio (circa 630 milioni nel 2023) non mostrano mutamenti significativi, mentre quelle dell’editoria quotidiana e periodica si sono ridotte, nell’intero periodo considerato, di circa 900 milioni di euro (da 3,47 a 2,58 miliardi di euro, -25,7%).

Allo stesso tempo, il valore della pubblicità online Ã¨ più che raddoppiato, passando da 3,36 miliardi di euro stimati per il 2019 a 6,84 miliardi di euro del 2023, con la componente ascrivibile alle sole piattaforme valutabile nel 2023 in circa 5,83 miliardi di euro (in crescita del 12,4% su base annua e del 122% rispetto ai valori del 2019).

Il settore postale nel suo complesso nel 2023, raggiungendo un valore di  8,42 miliardi di euro, è cresciuto del 3,5% rispetto al 2022 e del 27,6% rispetto al 2019. 

Profondi mutamenti hanno caratterizzato le dinamiche dei servizi di corrispondenza e di consegna pacchi, con i primi che nell’intero periodo esaminato evidenziano una flessione del 22,7% (da 2,23 a 1,72 miliardi di euro) e i secondi che, corrispondentemente, crescono del 53,1% (da 4,38 a 6,70 miliardi di euro). 

I ricavi relativi alle attività domestiche (mittente e destinatario nazionali) nell’intero periodo considerato hanno registrato un incremento del 29,3% (da 4,76 a 6,16 miliardi di euro), mentre quelli transfrontalieri hanno visto una crescita del 23,1% (da 1,84 a 2,26 miliardi di euro).

FTTH, 1 milione di accessi in più rispetto all’anno scorso

A fine marzo 2024 nella rete fissa gli accessi complessivi mostrano un marginale aumento (+58 mila accessi) su base trimestrale, attestandosi intorno ai 20,24 milioni di linee.

Le linee in rame si sono ridotte di circa 195 mila unità su base trimestrale e di 763 mila rispetto al marzo 2023. Nell’ultimo quadriennio sono diminuite di 5,31 milioni di accessi.

Pur se in flessione su base annua (-504 mila linee), gli accessi FTTC rappresentano circa il 48% della base clienti complessiva. Quelli FTTH crescono di 299mila unità nel primo trimestre dell’anno e di 1,02 milioni su base annua, mentre rispetto al marzo 2020 l’incremento è di 3,54 milioni di linee.

In aumento, anche se in misura più contenuta (circa 170 mila unità su base annua), risultano le linee Fixed Wireless Access che, a fine marzo 2024, sono pari a 2,2 milioni di accessi.

Le linee broadband complessive sono stimate in circa 19,12 milioni di unità, risultando in crescita sia su base trimestrale (+100 mila linee circa), che su base annua (+110 mila); nel primo trimestre 2024 la flessione delle linee DSL (-615 mila unità) è stata pertanto più che controbilanciata dalla crescita delle linee in altra tecnologia.

Le dinamiche illustrate indicano un consistente aumento delle prestazioni in termini di velocità di connessione commercializzata: il peso delle linee con velocità pari o superiori ai 100 Mbit/s è salito, tra il marzo 2020 e quello 2024 dal 43,0% al 74,4%. Da evidenziare la crescita del peso delle linee commercializzate con capacità trasmissiva ≥1GB/s, passato, corrispondentemente, dal 6,2% al 23,6% nel periodo 2020-2024.

Contemporaneamente, continua la crescita del consumo di dati: in termini di volume complessivo, il traffico medio giornaliero nel primo trimestre 2024 ha segnato una crescita del 14,8% rispetto al corrispondente valore del 2023, segnando, allo stesso tempo, un +158% rispetto al corrispondente valore del pre-pandemico 2019. Ciò si riflette sul traffico giornaliero per linea broadband; i dati unitari di consumo, infatti, sono più che raddoppiati nel periodo 2019 – 2024, passando da 4,09 a 9,47 GB per linea in media al giorno.

Riguardo al quadro competitivo degli accessi broadband e ultra-broadband, a fine marzo 2024, Tim si conferma il maggiore operatore con il 37,3% degli accessi, seguito da Vodafone con il 16,4% e da Wind Tre e Fastweb rispettivamente con il 14,2% ed il 13,5%; seguono Tiscali (3,6%), Eolo e Sky Italia (entrambi al 3,5%).  E’ da segnalare come Sky Italia, tra i principali player presenti sul mercato, è quella che ha mostrato su base annua il maggiore dinamismo guadagnando 0,7 punti percentuali. Forte dinamismo caratterizza anche il segmento degli operatori di minori dimensioni che si valuta rappresentino l’8% del mercato. 

Relativamente all’assetto competitivo del segmento delle linee in fibra, Tim detiene il primo posto con il 26,4% del mercato, ed è seguita da Vodafone (18,2%), Wind Tre (18,0%), Fastweb (16,2), Sky Italia (5,5%), mentre è da segnalare la crescita di Iliad che con un aumento su base annua di 1,6 punti percentuali giunge a rappresentare il 5,0% del mercato.

Nella rete mobile, a fine marzo 2024, le sim attive (Human e M2M) sono 108,9 milioni, in crescita di circa 1,3 milioni di unità su base annua. Più in dettaglio, le sim M2M mostrano un incremento superiore a 1,2 milioni di unità, mentre quello delle Human (cioè, “solo voceâ€, “voce+dati†e “solo dati†che prevedono iterazione umana) è stato pari a circa 60 mila sim.

Le linee Human sono rappresentate per l’86,4% dall’utenza residenziale, mentre, con riferimento alla tipologia di contratto, poco meno del 90% dei casi ricade nella categoria “prepagataâ€.

Relativamente alle sim complessive, Tim è il leader di mercato con il 27,5%, seguita da Vodafone con il 26,8%, Wind Tre con il 23,8% e Iliad che raggiunge il 10,1%.

Considerando il solo segmento delle sim “humanâ€, Wind Tre rimane il principale operatore con il 24,4%, seguita da Tim con il 23,9%, Vodafone con il 21,4% e Iliad che, con una crescita di 1,5 punti percentuali su base annua, raggiunge il 14,0%; con quote inferiori seguono PostePay (5,4%), Fastweb (4,8%) e CoopVoce (2,8%).

Sono valutabili in oltre 58 milioni le sim “human†che hanno prodotto traffico dati nel corso del primo trimestre del 2024, valore superiore di circa 2,2 milioni di unità rispetto al corrispondente periodo del 2023.

Nel periodo gennaio-marzo 2024 il traffico dati giornaliero della telefonia mobile è cresciuto su base annua del 16,9% e di oltre il 350% rispetto al 2019. Corrispondentemente, il consumo medio unitario giornaliero nel primo trimestre dell’anno è stimabile in circa 0,83 GB, in crescita del 14,0% rispetto al 2023 e di oltre il 300% nei confronti del corrispondente periodo del 2019, quando il consumo giornaliero di dati risultava stimabile in 0,19 GB.

TV, Rai1, Canale5 e Rai3 i canali più visti

Nel settore televisivo gli ascolti medi giornalieri relativi al primo trimestre del 2024 rispetto al corrispondente periodo del 2023 non mostrano sostanziali variazioni sia nell’ â€œintero giorno†(si confermano 9,06 milioni di spettatori) sia nella fascia oraria “prime time†(da 21,02 a 20,96 milioni di spettatori, -0,3%). 

Ampliando l’arco temporale dell’analisi al 2020 (anno caratterizzato dai picchi di ascolti dovuti alla pandemia), gli ascolti medi del 2024 si sono ridotti, nell’“intero giorno†e nella fascia “prime timeâ€, rispettivamente di 2,11 milioni (-18,9%) e di 4,33 milioni di unità (-17,1%).

Tuttavia, se si considera il pre-pandemico 2019, anche se con intensità minore, si conferma il tendenziale calo degli ascolti della televisione generalista: in questo caso la riduzione dei telespettatori è di 1 milione nel giorno medio e di 2,8 nella fascia “prime time.

Con riferimento ai principali gruppi televisivi, gli spettatori medi giornalieri nell’“intero giornoâ€, i primi tre mesi del 2024 vedono Rai superare Mediaset (3,46 vs 3,35 milioni di spettatori), con la concessionaria pubblica che rispetto al 2023 perde circa 100 mila ascolti giornalieri (-2,7%) mentre quelli di Mediaset mostrano una più contenuta flessione pari a 50 mila telespettatori (-1,6%). Ampliando l’arco temporale dell’analisi, tra il 2020 e il 2024 Rai perde 1,04 milioni telespettatori (-23,1%) mentre per Mediaset si registra una più contenuta riduzione di circa 530 mila telespettatori (-13,6%). 

Con riferimento allo share, nel primo trimestre 2024 Rai supera Mediaset di 1,2 punti percentuali (38,1% contro il 36,9%), mentre nel 2020 la quota di Rai risultava superiore di 5,6 punti percentuali (40,2% contro il 34,7%). 

Dopo i due principali gruppi televisivi seguono, nel primo trimestre 2024, WB/Discovery che con circa 800 mila spettatori giornalieri mostra una crescita del 15,3% su base annua, Comcast/Sky i cui ascolti (intorno ai 640 mila spettatori) rispetto al 2023 mostrano un lieve aumento (+1,1%) e Cairo Communication/La7 che cresce dell’8,6% (da 340 a 360 mila telespettatori circa).

Nella fascia “prime timeâ€, nei primi tre mesi del 2024, Rai si conferma principale editore televisivo con ascolti medi giornalieri pari a 8,28 milioni (39,5% share), contro i 7,46 di Mediaset (35,6% share).

La flessione degli spettatori, rispetto al corrispondente periodo del 2023, risulta pari a 280 mila per Rai e a 380 mila per Mediaset. La distanza negli ascolti tra i due gruppi passa, tra il 2023 ed il 2024, da 730 a circa 820 mila unità, distanza che nel 2020 risultava pari a 1,46 milioni di telespettatori giornalieri, con Rai che registrava 10,45 milioni di telespettatori e Mediaset 8,99 milioni. 

WB/Discovery con 1,81 milioni di ascolti giornalieri (+30,3% su base annua) ha “sorpassato†Comcast/Sky i cui ascolti (1,48 milioni giornalieri, +1,1%) non mostrato variazioni di rilievo rispetto al 2023.

Il gruppo Cairo Communication/La 7 nel “prime time†registra ascolti pari a 1,19 milioni (+17,0%), in aumento di circa 170 mila ascoltatori rispetto al 2023. 

Gli ascolti degli altri gruppi televisivi nel primo trimestre del 2024 hanno mostrato, su base annua, un leggero aumento (+10 mila ascolti) nell’“intero giorno†ed una riduzione di pari ampiezza nel “prime timeâ€. Tra il 2020 ed il 2024 il loro peso sugli ascolti complessivi nella fascia oraria “intero giorno†è sceso dal 5,8% al 5,1% e dal 4,1% al 3,5% nel “prime timeâ€.

Con specifico riferimento all’andamento dei principali canali dei gruppi editoriali analizzati (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rete 4, Canale 5, Italia 1, La7, TV8 e Nove), complessivamente nella fascia â€œintero giornoâ€, su base annua, nel 2024 si osserva una lieve diminuzione di 40 mila spettatori (da 6,04 a 5,99 milioni) con flessioni per Rai 3 (-9,5%), Rai 2 (-3,0%), Canale5 (-2,0%). TV8 non mostra variazioni di rilievo, mentre La7 e “Noveâ€, evidenziano una crescita degli ascolti rispettivamente del 10,0% e del 32,5%.

Con riferimento ai primi tre mesi del 2020, i tre canali della concessionaria pubblica riducono gli ascolti di 770 mila spettatori (-21,1%), quelli Mediaset di 550 mila unità (-18,9%), mentre i canali La7, TV8 e Nove in media mostrano complessivamente una più limitata flessione di 130 mila telespettatori giornalieri (-14,6%).

Piattaforme online, Facebook cresce solo dello 0,7%. Instagram +4%, TikTok +7,4% e X +2,4%

Analizzando i dati di utilizzo delle principali piattaforme online, nel mese di marzo 2024, oltre 44 milioni di utenti unici hanno navigato in rete, in media ciascuno per un totale di 73 ore e 35 minuti. Ai primi posti della graduatoria si confermano l’insieme di siti web e applicazioni che hanno a riferimento i big player internazionali (Alphabet/Google, META/Facebook/Instagram, Amazon, Microsoft), seguiti dalle piattaforme afferenti ad alcuni gruppi editoriali nazionali (Cairo Communication/Rcs Mediagroup, GEDI Gruppo editoriale, Fininvest/Mondadori).

Con riferimento all’andamento delle audience dei siti e applicazioni di informazione generalista, lo scorso marzo si sono registrati 37 milioni e 487 mila utenti unici, con una flessione del 2,2%, pari a 830 mila visitatori in meno rispetto a marzo 2023. Più specificamente, con circa 29 milioni e 305 mila utenti unici, quello del “Corriere della Sera†è risultato il sito (e relative applicazioni) maggiormente frequentato (-4,0% rispetto a marzo 2023), seguito da “La Repubblica†(28 milioni e 246 mila utenti, -6,4%) e “Fanpage†(22 milioni e 72 mila internauti, -7,6%).

L’analisi delle piattaforme online di e-commerce evidenzia, con 38 milioni e 454 mila utenti unici registrati a marzo 2024, una crescita di 693 mila visitatori rispetto allo stesso mese del 2023. Nel dettaglio, ai primi posti si collocano i siti e le applicazioni di e-commerce di proprietà di Amazon, con 35,2 milioni di utenti unici (in contrazione dell’1% rispetto a marzo 2023), seguite da eBay che ottiene 17,8 milioni di visitatori (-1,5%) e da Subito.it (Gruppo Adevinta) con circa 13 milioni di utenti (+8,5%).

Passando ai portali e communities che offrono in maniera prevalente contenuti generati dai propri membri, fra cui i siti e applicazioni di social network, con oltre 39 milioni di utenti unici raggiunti nel marzo 2024, si evidenzia una crescita su base annua, sia dei visitatori (+644 mila) che del tempo da loro dedicato alla navigazione (24 ore e 21 minuti, circa 3 ore in più rispetto a marzo 2023). Limitando l’analisi ai servizi di social networking, ai primi posti riscontriamo le piattaforme riconducibili al gruppo META: Facebook con 36,7 milioni di utenti e Instagram con 32,8 milioni di visitatori che ottengono, se paragonati ai valori di marzo 2023, una crescita rispettivamente dello 0,7% e del 4,0%. Altrettanto significativa l’evoluzione di TikTok (Gruppo Bytedance) e di X (precedentemente denominato Twitter) che hanno registrato, nel confronto con marzo 2023, un incremento dei propri visitatori, rispettivamente, del 7,4% e del 2,4%.

Con riferimento all’andamento degli utenti unici delle piattaforme che offrono servizi di video on demand (VOD) esclusivamente a pagamento, lo scorso marzo, con 15 milioni e 388 mila navigatori unici, si riscontra una crescita su base annua di 113 mila unità. In media, nei primi tre mesi del 2024, Netflix, con 8,2 milioni di utenti unici, rappresenta l’unico operatore a registrare una flessione (-7,3%) su base annua. Segue Amazon Prime Video i cui siti e applicazioni sono stati consultati da 6,9 milioni di visitatori medi (+8,9% sui valori medi del primo trimestre del 2023); Disney+ che raggiunge 3,8 milioni di internauti (+5,1%), Dazn visitato da 2,5 milioni di utenti unici (+ 6,8%) e, infine, Now (Sky), con visitatori unici medi pari a 1,5 milioni (+28,9%). 

Il tempo di navigazione sui principali siti di streaming video che offrono servizi esclusivamente a pagamento, a marzo 2024, è di circa 38 milioni di ore, sostanzialmente stabile se paragonato al marzo 2023.

L’analisi delle ore complessivamente trascorse dai navigatori sulle diverse piattaforme nel primo trimestre del 2024 consente di osservare andamenti disomogenei per i principali operatori. Nel dettaglio, Netflix da circa 90 milioni di ore complessive realizzate nel primo trimestre del 2023 passa a 86 milioni di ore nello stesso periodo del 2024, registrando una riduzione del 4,5%. Analogamente Dazn presenta una flessione delle ore di navigazione degli utenti sui relativi siti e applicazioni (scende da 2,5 ore nel primo trimestre del 2023, a 2,1 ore nello stesso arco temporale del 2024). Andamenti opposti si evidenziano, invece, nel tempo dedicato alla consultazione dei siti e applicazioni di Amazon Prime Video (da 13 milioni di ore nei primi tre mesi del 2023, passa a 15 milioni di ore nello stesso periodo del 2024); di Disney+ e Sky/Now (che passano, rispettivamente, da 5 a 11 milioni di ore e da 788 mila ore a 1,2 milioni di ore, dal primo trimestre del 2023 ai primi tre mesi del 2024).

Le piattaforme di video on demand (VOD) che offrono servizi gratuiti, con quasi 36 milioni di navigatori unici raggiunti lo scorso marzo, risultano sostanzialmente stabili rispetto agli utenti registrati a marzo 2023.

Al riguardo, nel primo trimestre del 2024, si sottolinea come, tra le piattaforme VOD gratuite, quelle maggiormente visitate in termini di utenti unici medi mensili sono risultate News Mediaset Sites (con 21,4 milioni), Sky TG24 (con 9 milioni) e RaiPlay (8,7 milioni).

Il tempo di navigazione dedicato a questa tipologia di siti, lo scorso marzo, è stato di circa 31 milioni di ore con una crescita del 3,1% a distanza di 12 mesi. Analogamente, il tempo trascorso da ciascun navigatore nella consultazione dei siti e applicazioni di tali piattaforme, pari a 51 minuti risulta in marginale crescita rispetto ai risultati del precedente marzo 2023.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 15:05:53 +0000 di Redazione Key4biz
AGCOM
Agcom su equo compenso OTT: è una vittoria, ora bisogna arrivare ad un trattato di pace

Il provvedimento dell’Agcom – che nasce da un esposto del gruppo Gedi contro Microsoft, proprietaria del motore Bing – riconosce il diritto ad una equa retribuzione per editori e giornalisti da parte dei motori di ricerca che rilanciano i contenuti editoriali. E soprattutto apre uno squarcio nel muro di indifferenza dei grandi samurai degli algoritmi.

Leggi anche: Equo compenso, sentenza Agcom crea un precedente. Anche gli OTT pagheranno le notizie

Decisione apripista che fissa parametri

Ma questa “sentenza” non va gestita per quello che rappresenta ora, e non è poco, quanto va usata per andare oltre, valorizzando i chiari e risolvendo gli scuri del pronunciamento.

Come è ormai noto, l’authority delle comunicazioni impone un principio – l’equa retribuzione di contenuti estratti dai siti web delle testate da parte di Bing, il motore di ricerca di Microsoft. E va oltre, individuando criteri e parametri in base ai quali stabilire la quantità del risarcimento.

Variabili considerate

Fra le variabili che vengono individuate per calcolare quanto devono essere valutati i singoli contenuti ci sono i fatturati pubblicitari che i service provider producono distribuendo le notizie delle redazioni, il peso della testata di provenienza dei contenuti, i costi sostenuti sia dagli editori che dal motore di ricerca che devono andare a conguaglio.

Ora, è evidente che il principale chiaro della sentenza è la costrizione che si impone ad un gigante di trattare con i nani. Microsoft deve concordare con il gruppo Gedi, e per analogia con tutti i content provider editoriali da cui preleva materiali, lo scambio fra notizie prodotte dalla redazione e una retribuzione per il lavoro svolto dai giornalisti. Questo, precisa la sentenza, vale sia per i testi integralmente proposti da Bing che per le sintesi, gli abstract – i cosiddetti snippet – che elabora l’algoritmo di Microsoft.

Dimensioni dei produttori di news criterio sopravvalutato?

I criteri fissati permettono un calcolo certo, anche se, mi pare, tendono a privilegiare troppo le dimensioni editoriali dei produttori: la dimensione dell’editore in realtà è ambivalente, da una parte inevitabilmente comporta spese generali maggiori; ma dall’altra, per un’evidente economia di scala, riduce il costo della singola notizia. Meccanismo del tutto rovesciato per le aziende minori, che devono sopportare costi maggiori per produrre una singola notizia. Per questo, sarebbe opportuno da parte dell’Agcom equiparare la retribuzione al valore assoluto che quel contenuto riveste in quel momento per l’attività del motore di ricerca, prescindendo dalle dimensioni dell’editore che produce la notizia.

E’ invece molto importante che tutte le transazioni debbano prevedere relazioni contrattuali trasparenti sia fra i gruppi digitali e quelli editoriali sia all’interno delle redazioni. Una misura, questa, che aiuterà a bonificare un’area ancora troppo informale.

Il testo Agcom non menziona l’AI connesso ai motori

Due sono invece gli scuri del provvedimento che non mi convincono: il primo riguarda l’evoluzione frenetica del mercato. Ormai i motori di ricerca, e Bing è forse proprio il pioniere del genere, sono strettamente integrati a risorse di intelligenza artificiale, di cui non si fa menzione nel testo dell’Agcom. Ora, anche per effetto di un eventuale irrigidimento delle condizioni di scambio con gli editori, la tendenza che sembra accelerare è quella di sostituire i link con vere e proprie risposte articolate, elaborate sulla base di una metabolizzazione dei contenuti editoriali e non di una loro riproposizione sic simpliciter.

In sostanza, i motori entro pochi mesi saranno sempre più risponditori che forniranno concetti maturati grazie ad un proprio machine learning applicati a mille fonti, fra cui le testate giornalistiche. A questo punto la dettagliata sentenza dell’Agcom rischia di coprire attività marginali del sistema digitale, lasciando del tutto scoperta la principale relazione fra utente e apparato tecnologico. Per questo, sarebbe importante che magari in sede di recepimento della normativa europea sull’Intelligenza Artificiale si ipotizzasse uno scambio fra contenuti e algoritmi che permetta agli editori e giornalisti di accedere, autonomamente al sistema generativo, riprogrammandolo e adattandolo alle proprie esigenze.

Nemmeno i dati son citati nella decisione Agcom

In questa direzione punta anche l’altro capitolo che non viene citato dalla decisione: i dati.

L’Agcom insiste molto sul fatturato pubblicitario dei motori di ricerca, che rimane una voce essenziale delle loro entrate. Ma ormai accanto alle inserzioni pubblicitarie ci sono formule altamente personalizzate che identificano con grande precisione ognuno delle centinaia di milioni di utenti del sistema. Questa risorsa non può essere sottratta al tavolo del negoziato: i dati, come hanno chiesto in altri contesti, attori e sceneggiatori di Hollywood nella loro recente rivendicazione, devono essere scambiati fra il produttore dei contenuti e la piattaforma che li distribuisce per dare al primo piena cittadinanza e autonomia rispetto alla seconda.

Siamo dunque ad una tappa di un lungo percorso. E’ l’evoluzione e non la singola situazione momentanea ad essere il tema di contrattazione con i giganti digitali che giocano proprio sulla capacità, come ripete ossessivamente Mark Zuckerberg, di rompere le uova ogni giorno per fare la frittata, cambiando continuamente la scena.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 08:22:47 +0000 di Michele Mezza
OpenAI
Il nuovo motore di ricerca di OpenAI cambia il web? Sfida a Google e marketers

Molti pensano che ChatGPT sia già un motore di ricerca: possiamo digitare query simili a quelle che scriviamo su Google ma con un grosso limite: la conoscenza del chatbot è ferma allo scorso autunno. Per questo si è vociferato in passato della possibilità che OpenAI potesse presentare un vero e proprio motore di ricerca che, nella notte italiana, ha preso il nome di SeatchGPT.

“Ottenere risposte sul web può richiedere molto impegno, spesso richiedendo più tentativi per ottenere risultati pertinenti”, ha affermato l’azienda in un post sul proprio sito. “Riteniamo che migliorando le capacità conversazionali dei nostri modelli con informazioni in tempo reale dal web, trovare ciò che stai cercando può diventare più rapido e semplice”.

Per ora il servizio è in anteprima con un accesso limitato a 10.000 tester.

Allenato su fatti verificati

I chatbot AI attingono a immense quantità di ciò che è noto come dati di addestramento da una varietà di fonti, tra cui Internet. “SearchGPT risponderà rapidamente e direttamente alle tue domande con informazioni aggiornate dal web, fornendoti al contempo link chiari a fonti pertinenti”, ha affermato la società, aggiungendo che gli utenti potranno porre domande di follow-up alle loro query per informazioni più complete.

Un chiaro segnale a Google, il perno della ricerca web, che rappresenta circa il 90% dell’attività di ricerca su internet. A maggio, Big G ha iniziato a integrare nei risultati “standard” ciò che chiama AI Overviews, riepiloghi basati su Gemini che compaiono sopra la carrellata di link. All’inizio, AI Overviews ha restituito alcuni risultati imbarazzanti, ma Google si è rapidamente riorganizzato e ora le sue pagine di ricerca mostrano regolarmente la nuova funzione in mercati selezionati, tra cui gli Stati Uniti.

Ieri, Microsoft ha svelato il suo approccio alla fusione di AI e ricerca, chiamato Bing Generative Search. Per ora, è disponibile solo per “una piccola percentuale di domande degli utenti”. Insomma, ne vedremo delle belle.

Scenario complesso per OpenAI

OpenAI dovrà procedere con una certa cautela visto che muove i primi passi nello scenario della ricerca web, che può essere molto complesso. Di recente, Perplexity, un ulteriore concorrente è stato criticato per aver rubato contenuti da pubblicazioni tra cui Wired e Forbes. OpenAI è già stata colpita da un’azione legale per i dati di training che ha immesso in ChatGPT. A dicembre, il New York Times ha intentato una causa contro la startup, sostenendo che sta “utilizzando i contenuti del Times illecitamente per creare prodotti che sostituiscono il Times e gli rubano il pubblico”.

Non è un caso che per SearchGPT, OpenAI stia lavorando con editori e creatori, così che il motore possa citare ed elencare le fonti, in modo trasparente. Un primo partner dell’iniziativa è The Atlantic, che ha già dato il via libera per consentire al servizio di cibarsi dei suoi contenuti da proporre nelle risposte.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 07:05:57 +0000 di Antonino Caffo
OpenAI
OpenAI, il suo motore di ricerca (che non si può testare) aumenta solo l’hype

OpenAI annuncia SearchGPT. Ma secondo me c’è qualche problema.

Ieri sera Sam Altman, come spesso fa, ha annunciato su X l’arrivo di SearchGPT, una sorta di funzionalità avanzata di ricerca sul web.

Quello che sappiamo:
🟢 Non è ancora pubblica
🟢 Ma puoi iscriverti alla waitlist
🟢 Verrà testato “da solo†e poi integrato in ChatGPT
🟢 Userà risultati di ricerca “selezionati e filtratiâ€

In poche parole, tutti i publisher con cui ha stretto contratti di recente OpenAI, serviranno i loro contenuti su questa nuova “esperienza di Searchâ€.

Ecco, tutto qua.

Ora…

Probabilmente vedrai mille post LinkedIn con “Scacco matto Google!†o video con le faccie che urlano e la caption tipo “Google is Deadâ€.

La verità…

È che io sono in modalità “I’m Definitely Not Impressed With Thisâ€.

Ma per niente.

A parte che funzionalità di questo tipo le sta già offrendo Perplexity…

Secondo me non cambia *quasi nulla, non avrà impatto su Google, e a dirla tutta è anche un po’ imbarazzante che OpenAI annunci un sacco di cose che però non vedono la luce in tempi brevi, solo per sostenere l’hype.

Capisco che la competizione è serrata, solo questa settimana sono usciti 2 modelli open (Llama 405B e Mistral Large 2) che sono “di classe GPT4â€, e sono disponibili a tutti per l’uso…

Però continuare a fare hype in modo quasi non sense, è nocivo per lo spazio AI.

Ad esempio la voice mode di gpt4-o in demo, che era ben lontana dall’essere pronta, o il GPT store, buttato li, mai sviluppato, con le persone che lo chiamavano “Il prossimo app storeâ€, quando era chiaro che non aveva senso (ne avevo parlato in un post all’uscita).

Altra nota.

Io non uso la search con l’AI.

Non la uso mai…

Il motivo è che secondo me è che cercare qualcosa su Google e chiedere all’AI sono due cose diverse.

Nel primo caso tu vuoi muoverti in un indice di files, nel secondo vuoi una risposta.

Supponiamo che il mio obiettivo è far crescere il basilico e non farlo morire.

Potrei cercare un libro di base sul pollice verde e studiarmelo e così sviluppare competenze che potrebbero servirmi in altre situazioni, con altre piante, o che in genere accrescono la mia conoscenza.

Questo è cercare con Google.

Oppure…

Potrei chiamare un giardiniere e chiedergli esattamente “cosa devo fare†per quel basilico.

Questa è l’AI.

Nel secondo caso, non sviluppo una competenza riusabile, perchè non conosco il “perchè†della soluzione.

Conosco la soluzione e basta.

E ci sta, a volte serve il primo caso, a volte il secondo.

Per come sono abituato io, voglio sempre capire il “perchè†delle cose, e avendo una dozzina d’anni di skill nella navigazione avanzata su Google mi trovo sempre io quello che cerco.

Però sono due casi d’uso profondamente diversi, ecco.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 08:51:41 +0000 di Giacomo Ciarlini
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Forza Italia, Piersilvio Berlusconi scende in campo? Per capirlo osservare Renzi

Dopo Silvio, il diluvio. E invece, contro ogni pronostico, la creatura politica di Berlusconi è sopravvissuta al proprio creatore. Forza Italia è il lascito a cui più teneva il Cavaliere, quell’eredità politica e culturale che è rimasta fuori dal testamento di famiglia ma dentro la storia del “Paese che amavaâ€.

Lo ha confermato lo stesso Berlusconi nelle quattro pagine scritte la sera prima di andarsene e consegnate alla figlia Marina quando entrambi erano consapevoli che sarebbero state le ultime parole scritte dal Cavaliere. Poche righe, molte correzioni, una scrittura incerta ma un messaggio lucido: il suo amore sconfinato per la creatura che ha fondato sui valori in cui credeva, quella Forza Italia cui ha dedicato gli ultimi trent’anni della propria vita.

E forse proprio questo testamento, più di quello con cui si sono spartiti un impero economico, ha convinto Marina e Piersilvio a proteggere e coltivare l’eredità politica del padre. E i risultati ottenuti da Forza Italia alle ultime elezioni hanno contribuito a sostenere, o addirittura rilanciare, le ambizioni del partito dei Berlusconi.

La conferma è stata la recente presentazione dei palinsesti Mediaset. Evento fino all’anno scorso riservato a pochi addetti ai lavori, è sembrato quest’anno una sorta di prova generale per la discesa in campo di Piersilvio. Per la prima volta Dudi, come amava chiamarlo l’adorato papà, non si è limitato a parlare di programmi  e ascolti televisivi ma è sceso mani e piedi nell’arena politica.

Tanto per cominciare ha assestato due colpi al segretario della Lega Matteo Salvini, criticando apertamente sia le modalità con cui è stato intitolato l’aeroporto milanese di Malpensa a suo padre Silvio Berlusconi, sia la proposta leghista di aumentare gli spazi pubblicitari sulla Rai, cosa che danneggerebbe Mediaset di cui è ancora amministratore delegato.

E come se non bastasse a chiarire l’intenzione di entrare a gamba tesa sulla scena politica, Piersilvio si è messo a pungolare il segretario del “suo†partito, Antonio Tajani, invocando la necessità di una “Forza Italia di sfida†contrapposta a quella attuale di “resistenzaâ€. Non proprio una carezza a chi, nel bene o nel male, ha tirato la carretta nel dopo Silvio ma che ormai, a detta dei Berlusconi, è troppo schiacciato sulle posizioni di Fratelli d’Italia.

Ma il tema della leadership sta proprio al centro dei pensieri della famiglia Berlusconi, che sempre più si sta convincendo della necessità di un partito nuovamente protagonista della politica italiana ed europea. E se di futuri leader all’interno di Forza Italia non c’è nemmeno l’ombra, ecco che Piersilvio si vede costretto a raccogliere l’eredità politica del padre e a prepararsi anche lui a una prossima discesa in campo.

È chiaro che un Berlusconi alla guida di Forza Italia spariglierebbe le carte non solo nell’attuale assetto del centrodestra, ormai obsoleto, ma nell’intero scenario politico italiano. Non a caso la stessa Marina ha candidamente ammesso di sentirsi più in sintonia con la sinistra di buon senso quando si parla di aborto, fine vita o diritti Lgbtq, rispetto all’orientamento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

E sarà un caso, ma poco dopo le dichiarazioni di Piersilvio e Marina, Matteo Renzi ha fatto un repentino cambio di rotta, spiazzando gli stessi dirigenti del suo partito, ed è corso ad abbracciare Elly Schlein in occasione della partita del cuore. Un netto riposizionamento a sinistra nel caso in cui si dovesse chiudere ogni spazio elettorale fra i moderati di centrodestra su cui aveva puntato alle ultime europee. E se due indizi sono una coincidenza, tre ne fanno una prova.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 07:55:00 +0000 di Redazione Key4biz
Media
“Il Foglio†provoca e prospetta la “privatizzazione†della Rai. Il commento

Possiamo testimoniare che due decreti importanti dei tanto attesi nell’economia della riforma della “Legge Franceschini†del 2016 (avviata ormai oltre un anno fa) – quello sul “tax credit†e quello sui “contributi selettivi†– stanno per essere pubblicati: come testimoni oculari privilegiati… li abbiamo visti, li abbiamo anche letti, ma ovviamente non possiamo scriverne fino a quando non verranno pubblicati sul sito web del Ministero della Cultura… Possiamo però anticipare che l’impressione è che non siano granché differenti rispetto alle bozze che in qualche modo erano… “riservatamente†circolate nelle ultime settimane: ribadiamo che la gestazione di questi testi avrebbe meritato maggiore trasparenza e migliore dialettica con tutte le anime del settore cine-audiovisivo, ma il Governo ha scelto metodiche diverse.

Quindi – come prevedevamo anche su queste colonne – la prossima settimana potrebbe essere quella giusta, dopo una attesa divenuta ormai esasperante: un’attesa che ha sostanzialmente paralizzato l’intero settore da fine 2023.

Va segnalato che lunedì prossimo 29 luglio, si terrà una riunione del massimo organo di consulenza del Ministero, ovvero il Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo (Csca), presieduto dall’avvocatessa Francesca Assumma, e verosimilmente la Direzione Cinema e Audiovisivo (Dgca) guidata da Nicola Borrelli sottoporrà al consesso di esperti la versione finale dei due decreti…

La provocazione di Claudio Cerasa sul “il Foglioâ€: la Premier Giorgia Meloni sta pensando alla privatizzazione della Rai?!

In argomento (Csca), questa è una delle due… notizie “del giornoâ€: l’altra, apparentemente più importante ma che riteniamo semplicemente una provocazione giornalistica, è data dall’editoriale che il quotidiano “Il Foglio†ha pubblicato questa mattina, rilanciata verso mezzogiorno dall’agenzia stampa Adnkronos, ovvero che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sia tentata da una idea di “privatizzazione†della Rai. Riteniamo si tratti di una boutade di Claudio Cerasa

L’articolo è intitolato simpaticamente “Meloni vuole privatizzare un po’ di Raiâ€. Sottotitolo: “meno politica in Rai, più Rai sul mercato. Dopo Ferrovie, Poste, Mps e Rai Way, la premier studia una mossa a sorpresa per salvare la Rai dai suoi debiti e ribaltare la narrazione su TeleMeloni. Notizia e dita incrociateâ€. 

Siamo convinti che si tratti di una pura provocazione, forse per smuovere un po’ le acque stagnanti intorno a Viale Mazzini, con l’elezione dei 4 membri del Consiglio di Amministrazione che sicuramente non verrà calendarizzata prima di settembre, e peraltro saggezza vorrebbe che si attendesse l’esito dell’udienza di fronte al Tar del Lazio prevista per il 23 ottobre…

Anche se Claudio Cerasa eleva ad atto di “politica culturale†una simile ipotesi (ed in effetti lo sarebbe, se la prospettiva fosse concreta) si tratta di una proposta assolutamente surreale, perché andrebbe contro una sana idea di presidio pubblico del mercato audiovisivo e mediale: nessuno dei principali Paesi europei ha un servizio pubblico… privatizzato “a metà†(come invece auspica Cerasa). 

Il direttore de “Il Foglio†auspica una simile soluzione (rilanciando vecchie provocazioni della Lega di Salvini), sia per liberare la Rai dal peso dei suoi gravosi debiti, sia per “liberare dalla politica†Viale Mazzini.

Altre possono essere le soluzioni, a partire da una riforma (vera) della “governance†per arrivare alla liberazione di Viale Mazzini dalla servitù della pubblicità (fonte “accessoria†sul totale delle risorse, ma comunque “culturalmente†determinante nell’impostazione complessiva dell’offerta): il modello di riferimento, a livello planetario, non può che essere quello della Bbc

E qui ci fermiamo. 

I nostri gesti apotropaici vanno comunque in direzione opposta rispetto a quelli di Cerasa…

Segnaliamo che curiosamente nessuna reazione s’è registrata, a destra o sinistra (o al centro), da parte della politica, a fronte della provocazione mattutina de “Il Foglioâ€: nessun dispaccio di agenzia (almeno fino alle ore 17, quando questo articolo viene chiuso in macchina). 

Va anche evidenziato che una proposta di questo tipo non sarebbe certamente gradita né a Mediaset (né quindi a Forza Italia), perché andrebbe a modificare l’attuale assetto di mercato del sistema pubblicitario nazionale.

L’altra notizia… “del giorno†è certamente rappresentata dalla decisione assunta dal Ministro Gennaro Sangiuliano di cooptare un ex parlamentare del Movimento 5 Stelle, l’attore campano Nicola Acunzo, nel Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo (Csca), in sostituzione della psicologa Vera Slepoj, venuta a mancare il 21 giugno. Il decreto del Ministro reca la data del 4 luglio 2024, ma è stato pubblicato soltanto ieri 25 luglio. 

Il Consiglio Superiore verrà così reintegrato nella sua composizione completa, formata da 11 membri.

Si tratta di un’ulteriore “designazione†discrezionale da parte del Ministro, ovvero dell’ennesima applicazione di quel principio generale dell’“intuitu personaeâ€, che tante volte abbiamo criticato, nel corso del tempo – anche su queste colonne – perché finisce per determinare una assoluta “autocrazia†del Principe di turno, senza confronto con gli “stakeholderâ€, che – nel caso in ispecie – sarebbero i rappresentanti del settore cine-audiovisivo, dagli autori agli imprenditori passando per i tecnici. 

Il Ministro seguirà questo criterio di assoluta discrezionalità anche nella nomina delle imminenti “commissioni di esperti†che dovranno essere chiamati ad esprimersi sulla gestione dei “contributi selettivi†della Legge Cinema e Audiovisivo? Come abbiamo segnalato tante volte, il suo predecessore, il “dem†Dario Franceschini, a suo tempo decise di adottare una procedura più trasparente – almeno sulla carta – promuovendo un avviso pubblico per la presentazione di candidature (pubblicato il 27 dicembre 2021)… Si leggeva nell’avviso: “possono presentare la proposta di candidatura per la nomina di Esperto i cittadini dell’Unione Europea che abbiano il godimento dei diritti civili e politici. Gli Esperti sono individuati tra personalità di chiara fama, anche internazionale, e di comprovata qualificazione professionale nel settore cinematografico e audiovisivoâ€. Requisiti in verità un po’ generici, ma comunque da attestare attraverso l’invio del curriculum. Si segnala en passant che nessun esperto di nazionalità non italiana è stato poi cooptato da Franceschini…

Ancora una volta, prevale l’aspetto “fiduciario†su quello “tecnicoâ€. Il percorso professionale e politico del neo-consigliere Nicola Acunzo, cooptato nel Consiglio Superiore Cinema e Audiovisivo

Nel caso in ispecie, si tratta di un attore che così viene descritto dalla qualificata piattaforma MyMovies, che lo definisce “Il nuovo caratterista del cinema italianoâ€: « così l’ha definito il suo mentore Michele Placido, che l’ha diretto nelle sue ultime due pellicole, “Il grande sogno†e “Vallanzascaâ€. Nato a Roma il 28 luglio 1976, viene lanciato nel mondo del cinema da Mario Monicelli, che lo ha diretto nel suo ultimo lungometraggio, “Le rose del deserto†(2006). Grazie alla sua versatilità, l’attore romano si divide da anni con successo fra cinema, teatro e televisione. Infatti, se sul palcoscenico ha affrontato testi classici come “Uno sguardo dal ponte†di Arthur Miller e “L’uomo dal fiore in bocca†di Pirandello, sul piccolo schermo ha partecipato alla seconda serie di “Elisa di Rivombrosa†e a due stagioni de “La Squadraâ€. Certamente i suoi ruoli più interessanti sono quelli interpretati sul grande schermo. Da O’ Calabrese, lo studente fuori corso e politicamente impegnato de “Il grande sogno†a ‘Codino’, il camorrista schizzato di “Sleeplessâ€, ha offerto una serie di brevi quanto incisive performance, come un caricaturista che, in breve tempo, riesce a cogliere le caratteristiche peculiari di un volto. Tra gli ultimi ruoli interpretati quello di Rosario in “Vallanzascaâ€, nel quale conferma un talento che ricorda i grandi caratteristi del cinema italiano di un tempo, Tiberio Murgia su tutti. A Natale 2015 è nel film di Pieraccioni “Il professor Cenerentoloâ€. Â».

MyMovies ignora però la carriera politica di Nicola AcunzoWikipedia segnala: “Dal 1997 al 2002 è consigliere comunale di Battipaglia con una lista civica di centrodestra. Nel marzo 2018 viene eletto nella XVIII legislatura nelle file del Movimento 5 Stelle. Nel marzo 2020, entra in conflitto con i vertici del Movimento che impongono di versare le restituzioni su un diverso conto corrente bancario che da pubblico diventa privato (inizialmente intestato a Protezione civile e/o Bilancio dello Stato). Dopo un lungo periodo di incompatibilità, viene espulso dal movimento con tale motivazione ufficiale. In diverse interviste spiegherà la vera versione dei fatti. Il 15 gennaio 2021 aderisce alla componente del Misto Centro Democratico – Italiani in Europa, che successivamente cambia denominazione in Centro Democratico. Successivamente entra a far parte del Consiglio Nazionale del partito. L’11 maggio 2022 lascia il partito di Bruno Tabacci e aderisce a Forza Italiaâ€. Annalisa Cuzzocrea, in un articolo sul quotidiano “La Stampa†del 10 dicembre 2021, lo classificava tra “le anime perse del Gruppo Mistoâ€. Ricordiamo che Acunzo è stato eletto nel 2018 nel Collegio “Campania 2†con ben 57.458 voti, nelle liste del Movimento 5 Stelle. Dopo essere passato dal Gruppo M5s al Gruppo Misto (nella componente del Centro Democratico), nel maggio 2022 aderisce a Forza Italia. Nel 2020, era Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Cinema e Arti dello Spettacolo

Nicola Acunzo è l’ideatore della “Giornata Mondiale del Cinema Italianoâ€â€¦

Nella XVIII Legislatura, Nicola Acunzo ha elaborato come primo firmatario soltanto 1 proposta di legge, intitolata “Istituzione della Giornata per la promozione del cinema italiano nel mondo†(depositata il 12 agosto 2019), il cui iter non ha avuto seguito, ma, come ricordava nel gennaio 2021 la allora Sottosegretaria alla Cultura (M5s) Anna Laura Orrico, “ad ottobre 2019 insieme al collega Acunzo, abbiamo presentato quella che era la pdl per istituire la Giornata mondiale del cinema italiano. Una proposta che si è poi tradotta in una risoluzione approvata all’unanimità dalle Commissioni Cultura ed Esteri della Camera e presentata esattamente un anno fa in occasione del centenario della nascita di Federico Fellini. L’iniziativa consente di raccontare gli autori emergenti e di narrare in tutto il mondo il made in Italyâ€â€¦ 

La prima “Giornata Mondiale del Cinema Italiano†ha beneficiato della benedizione del Ministro “dem†Dario Franceschini nel giugno 2020 e successivamente è stata sostenuta anche dalla Sottosegretaria Lucia Borgonzoni. Il 20 giugno 2020 Nicola Acunzo così commentava il senso della risoluzione di cui è stato promotore: “offrire ai nostri giovani autori nuove opportunità attraverso la rete degli istituti di cultura all’estero, che, attraverso un’azione coordinata,  distribuiscono le loro opere cinematografiche, è un modo concreto per sostenere il nostro cinema, che, sul mercato internazionale, può trovare sostegno sia artistico che imprenditoriale… Favorire l’esportazione della nostra arte è il miglior modo per consentire che i nostri talentuosi registi trovino oltre che la meritata visibilità anche i finanziatori per i loro successivi lungometraggi ed eventuali coproduzioni internazionali…â€. Quella della promozione internazionale del “made in Italy†audiovisivo è certamente una tematica sensibile, rispetto alla quale nessun Governo è finora mai intervenuto in modo adeguato: basti ricordare che l’Italia non ha ancora una sua “agenzia†per la promozione del cinema e dell’audiovisivo italiano nel mondo, a differenza di quella Unifrance che opera attivamente da decenni a favore dell’industria dell’immaginario francese…

E qui ci fermiamo. Nicola Acunzo saprà svolgere al meglio il ruolo nel quale viene chiamato? 

Ce lo auguriamo. Sicuramente non è a digiuno, in materia di spettacolo e di cinema.

Ricordiamo che il Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo Ã¨ chiamato ad esprimere pareri sull’intervento dello Stato nel settore, e si tratta prevalentemente di pareri su documenti normativi e regolamentativi, su aspetti tecnici che richiedono una competenza specialistica non indifferente, tra il mediologico ed il giuridico e l’economico. 

Per esempio, è il Consiglio Superiore a doversi esprimere sul â€œpiano di riparto†del Fondo Cinema e Audiovisivo, quest’anno quantificato in 696 milioni di euro (a fronte dei 746 milioni dell’anno 2023)… È il Csca a doversi esprimere sui decreti di riforma della Legge Franceschini…

Il Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo è sicuro che i 746 milioni di euro del Fondo Cinema e Audiovisivo per il 2023 siano stati effettivamente spesi come da bilancio preventivo?!

È il Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo a dover rispondere a domande come quella che ponevamo ieri su queste colonne: “va anche osservato che la “ripartizione†del Fondo Cinema e Audiovisivo andrebbe analizzata meglio, perché non è ben chiaro se i “consuntivi†per l’anno 2023 siano coerenti con i “preventivi†per lo stesso anno: la ripartizione per l’anno 2024 (sottoposta in gran fretta al Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo il 3 aprile 2024) ha infatti messo a confronto la colonna “preventivo†2023 con la colonna “preventivo†2024. Ma siamo sicuri che il consuntivo per l’anno 2023 sia stato coerente con la previsione dello stesso anno???â€. 

E, infine, non si dimentichi che già da tempo l’avvocato Michele Lo Foco, nominato dal Ministro Gennaro Sangiuliano nel Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo, dichiara pubblicamente che, dietro la grandiosa “macchina†del Tax Credit, c’è anche un diffuso “castello di carte†ovvero di… “fatture falseâ€. In argomento, si rimanda – tra l’altro – all’intervento IsICult su “Key4biz†del 23 maggio 2024, “Un giudice come Luigi De Magistris per il ‘Tax Credit’? Per l’avvocato Michele Lo Foco il 60 % delle fatture sono falseâ€). Anche questa questione è all’oggetto della prossima riunione del Consiglio Superiore, lunedì 29 luglio.

La settimana prossima sarà quindi quella decisiva, per sorti magnifiche e progressive del “nuovo†cinema italiano, alla luce della riforma avviata dal Ministro Gennaro Sangiuliano?! 

Intanto si rifletta che, ieri giovedì 25 luglio 2024, erano offerti in tutte le sale cinematografiche attive in Italia (575 cinematografi, per 2.300 schermi), 179 film, di cui ben 53 italiani: il totale degli incassi è stato di 1.354.188 euro, l’incasso dei film italiani è stato di 45.312 euro. La quota del cinema italiano nelle sale è quindi stata ieri del 3,3 %. Gli spettatori sono stati in totale 179mila, mentre soltanto 7.132 spettatori sono andati a vedere un film italiano: ovvero 4 spettatori su 100

Come diceva il mitico Renzo Arbore, “meditate gente, meditate…â€.

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo†per “Key4bizâ€. 

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 15:19:08 +0000 di Angelo Zaccone Teodosi
ENEL
Enel, crescono i profitti del 20% a 4 miliardi di euro. Generazione a zero emissioni all’84% del totale

Positivi i dati economico-finanziari consolidati del primo semestre 2024 del Gruppo Enel

I risultati della relazione finanziaria del primo semestre del 2024 approvati dal Consiglio di Amministrazione del Gruppo Enel, restituiscono un quadro positivo del lavoro svolto dalla società in questi mesi e predispongono una seconda parte dell’anno in cui è possibile attendersi un quadro operativo profittevole, resiliente e improntato alla crescita del valore.

Lo ha confermato anche l’amministratore delegato del Gruppo Enel, Flavio Cattaneo, nel suo commento ai dati: “Nel corso del primo semestre 2024 abbiamo conseguito eccellenti risultati, guidati da una significativa crescita organica realizzata attraverso la rigorosa esecuzione dei pilastri del nostro Piano Strategico. Le azioni manageriali intraprese ci hanno già permesso di ripristinare una solida generazione di flussi di cassa operativi e di ridurre l’indebitamento finanziario a circa 55 miliardi di euro se consideriamo anche le operazioni in fase di finalizzazione già annunciate al mercato, raggiungendo così un livello di leverage tra i più bassi dell’intero settoreâ€.

“Continueremo ad applicare questo approccio concreto con grande disciplina – ha proseguito Cattaneo – anche nel prosieguo dell’anno, per costruire un’azienda sempre più profittevole, resiliente e in grado di generare valore a beneficio dei nostri azionisti e degli altri stakeholder. Per fine anno, confermiamo il raggiungimento dei target fissati per il 2024. In particolare, i risultati conseguiti e la visibilità sul prossimo semestre ci proiettano nella parte alta del range della guidance comunicata ai mercati, che, anche nel rispetto del raggiungimento della neutralità di cassa, ci permetterebbe di erogare un dividendo superiore al fisso minimo di 0,43 euro per azioneâ€.

I risultati

Nei primi sei mesi del 2024, il risultato netto ordinario del Gruppo ammonta a 3.956 milioni di euro, con un incremento di 677 milioni di euro rispetto all’analogo periodo del 2023 (+20,6%).

I ricavi del primo semestre 2024 sono pari a 38.731 milioni di euro, in diminuzione di 8.364 milioni di euro (-17,8%) rispetto al primo semestre 2023. (-17,8%) rispetto al primo semestre 2023.

Il margine operativo lordo ordinario (EBITDA ordinario) del primo semestre 2024 ammonta a 11.681 milioni di euro, in aumento di 942 milioni di euro rispetto al primo semestre 2023 (+8,8%). Si segnalano, in particolare, i positivi risultati derivanti dalla gestione operativa dei business integrati (Enel Green Power, Generazione Termoelettrica e Mercati Finali), in aumento di 1.221 milioni di euro (1.454 milioni di euro al netto delle variazioni di perimetro prevalentemente in Romania, Grecia e Argentina), nonché il miglioramento del margine delle attività di Enel Grids, se si escludono gli effetti delle variazioni di perimetro rispetto all’analogo periodo del 2023.

Il risultato operativo (EBIT) del primo semestre 2024 ammonta a 8.988 milioni di euro, in aumento di 2.863 milioni di euro (+46,7%) rispetto all’analogo periodo del 2023.

La situazione patrimoniale evidenzia un capitale investito netto al 30 giugno 2024, inclusivo delle attività nette possedute per la vendita di 728 milioni di euro (3.603 milioni di euro al 31 dicembre 2023), pari a 105.927 milioni di euro (105.272 milioni di euro al 31 dicembre 2023).

Gli investimenti ammontano a 5.279 milioni di euro nel primo semestre 2024, in diminuzione di 763 milioni di euro rispetto all’analogo periodo del 2023 (-12,6%). Gli investimenti effettuati nel periodo sono focalizzati in Enel Grids (2.814 milioni di euro, 53% del totale) e in Enel Green Power (1.634 milioni di euro, 31% del totale).

Generazione e trasporto di energia

L’energia netta prodotta dal Gruppo Enel nel primo semestre 2024 è pari a 96,74 TWh3, con una riduzione di 5,3 TWh rispetto al valore registrato nell’analogo periodo del 2023 (-5,2%; -0,9% a parità di perimetro).

La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è stata ampiamente superiore rispetto alla produzione da fonte termoelettrica, raggiungendo 67,65 TWh4 (60,46 TWh nell’analogo periodo del 2023, +11,9%), a fronte di una produzione da fonte termoelettrica pari a 16,85 TWh (29,10 TWh nell’analogo periodo del 2023, -42%).

La produzione a zero emissioni ha raggiunto l’82,6% della generazione totale del Gruppo Enel considerando unicamente la produzione da capacità consolidata, mentre è pari all’84% includendo anche la generazione da capacità gestita (+11 punti percentuali rispetto all’analogo periodo del 2023). L’ambizione a lungo termine del Gruppo Enel è di azzerare le emissioni dirette e indirette entro il 2040.

L’energia elettrica trasportata sulle reti di distribuzione del Gruppo Enel nel primo semestre 2024 si attesta a 236,8 TWh, di cui 104,7 TWh in Italia e 132,1 TWh all’estero. I volumi di elettricità distribuita in Italia sono aumentati di 1,6 TWh (+2%) rispetto al primo semestre 2023.

Confermate le linee definite nel Piano strategico 2024-2026

In tale contesto, l’azione strategica del Gruppo prosegue lungo le linee definite nel Piano Strategico 2024-2026.

Tra il 2024 e il 2026, il Gruppo ha pianificato investimenti totali lordi pari a circa 35,8 miliardi di euro:

  • 18,6 miliardi di euro circa nelle Reti, con focus su miglioramento della qualità, resilienza e digitalizzazione, nonché su nuove connessioni;
  •  12,1 miliardi di euro circa nelle Rinnovabili, puntando su eolico onshore, solare e batterie di accumulo, facendo anche leva sul repowering;
  • 3 miliardi di euro circa nei Clienti, con una gestione attiva del portafoglio clienti mediante offerte bundled multi-play, che includano beni e servizi in un portafoglio integrato offerto attraverso un unico touchpoint.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 09:38:06 +0000 di Redazione Key4biz
Inwit
INWIT, accordo esteso con Legambiente. Intelligenza artificiale sulle torri per prevenire gli incendi boschivi

Suigo (INWIT): “Le nostre infrastrutture digitali e condivise, già utilizzate per il monitoraggio ambientale, con il monitoraggio degli incendi sono sempre più al servizio dei territori e sentinelle a tutela della biodiversità, prezioso patrimonio da proteggereâ€.

Zampetti (Legambiente): “I roghi per lo più dolosi sono una piaga del nostro Paese. Servono azioni di prevenzione e politiche mirate, ma è fondamentale anche l’utilizzo delle nuove frontiere tecnologiche per rilevare tempestivamente gli incendi e agire di conseguenzaâ€.

Al centro del progetto l’Abruzzo: primi territori coinvolti i Comuni abruzzesi di Pescasseroli (AQ), all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e di Pettorano sul Gizio (AQ), nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio.

Entro il mese di agosto, le implementazioni del monitoraggio incendi anche nella Riserva Naturale Regionale Lecceta di Torino di Sangro (CH), nella Riserva Naturale Bosco Don Venanzio a Pollutri (CH) e nel Comune di Civitella Roveto (AQ) per monitorare l’area della Longagna.

Estesa la partnership con Legambiente

Si estende al monitoraggio e alla prevenzione degli incendi boschivi, una delle principali minacce per le foreste italiane, la partnership tra INWIT, primo tower operator italiano, e Legambiente, già alleate per il monitoraggio della qualità dell’aria. Un’alleanza che trova il suo campo d’azione in Abruzzo. I primi territori coinvolti in questa nuova fase sono i Comuni abruzzesi di Pescasseroli (AQ), all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e di Pettorano sul Gizio (AQ), nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio, nei quali è stata installata la tecnologia. Seguiranno, entro il mese di agosto, le implementazioni del monitoraggio incendi nella Riserva Naturale Regionale Lecceta di Torino di Sangro (CH), nella Riserva Naturale Bosco Don Venanzio a Pollutri (CH) e nel Comune di Civitella Roveto (AQ) per monitorare l’area della Longagna.  

Sulle 5 torri di INWIT presenti in questi territori saranno installati in totale 5 gateway e 9 telecamere smart, su cui è integrato un software di intelligenza artificiale in grado di rilevare tempestivamente gli incendi. La localizzazione sulla sommità delle torri garantisce inoltre una posizione privilegiata che consente di massimizzare l’area sotto osservazione. La distanza massima che le telecamere possono coprire varia a seconda delle caratteristiche orografiche del luogo e delle dimensioni relative del pennacchio di incendio. Il raggio di osservazione è mediamente di 2 km intorno al punto di localizzazione, ma in determinati casi è possibile arrivare fino a 5 km, per un’area massima coperta di circa 80 km quadrati. Le apparecchiature sono in grado di funzionare anche in condizioni ambientali difficili e, grazie all’AI, di distinguere il fumo dei camini da quello degli incendi.

Suigo (INWIT): ‘Le nostre torri per la tutela dell’ambiente e della biodiversità’

“I progetti di monitoraggio ambientale e degli incendi che stiamo portando avanti rappresentano un concreto esempio dell’integrazione della sostenibilità nel nostro business. La realizzazione di queste attività conferma il valore per il territorio e il ruolo delle nostre infrastrutture digitali e condivise che, oltre ad abilitare il 4G e il 5G degli operatori, possono ospitare anche tecnologie diverse, offrendo più servizi integrati ed innovativi, in grado di contribuire attivamente anche alla tutela dell’ambiente e della biodiversità – ha detto Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di INWIT – La solida partnership con Legambiente, dopo il monitoraggio dell’ambiente e dell’inquinamento atmosferico nei Parchi, si rafforza e si rilancia con il monitoraggio e la prevenzione degli incendi grazie alle nostre torri, sentinelle a supporto del grande lavoro delle Istituzioni preposte, e all’intelligenza artificialeâ€.

Zampetti (Legambiente): ‘Tecnologia nostra alleata contro gli incendi dolosi’

“La tecnologia – dice Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente – rappresenta una valida alleata nel monitoraggio e nella tutela dell’ambiente e della biodiversità. Negli anni sono cresciute le attività in cui le nuove frontiere tecnologiche unite allo sviluppo del digitale e dell’intelligenza artificiale danno un supporto sempre più strategico. I progetti di monitoraggio ambientale e degli incendi, che abbiamo avviato con INWIT, dopo quelli sulla qualità dell’aria, vanno proprio in questa direzione ed hanno al centro un tema delicato e con ricadute pesanti sui territori. Gli incendi, il più delle volte di origine dolosa, rappresentano infatti una piaga del nostro Paese come denunciamo da anni con il nostro rapporto annuale Ecomafia. Un fenomeno, portato avanti da persone senza scrupoli, che va fermato con azioni di prevenzione e politiche mirate su cui Governo, Regioni e Comuni devono intervenire in maniera sinergica, ma anche informando e sensibilizzando i cittadini, e avvalendosi dell’uso delle migliori tecnologie per rilevare tempestivamente i roghi e agire di conseguenza come propongono e stanno facendo in via sperimentale INWIT e Legambienteâ€.

INWIT-Legambiente, partner dal 2023

Nel luglio 2023 INWIT e Legambiente avevano già dato il via ad un progetto che portava ad un’evoluzione del ruolo delle infrastrutture digitali e condivise grazie all’installazione sulle torri di INWIT di sensoristica IoT, videocamere smart e gateway per il monitoraggio ambientale e per scopi di prevenzione incendi. In particolare, era stata avviata un’attività di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico in quattro aree naturali dell’Appennino centrale: il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Maiella, la Riserva Naturale Zompo lo Schioppo e, infine, la Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio. L’iniziativa, tuttora attiva, consente di creare una base-dati a lungo termine relativa alla qualità dell’aria nei luoghi monitorati, in modo da favorire l’identificazione di eventuali rischi o impatti negativi e stimolare l’adozione di misure correttive sia da parte degli attori del settore pubblico sia da parte dei privati che operano nelle zone coinvolte dal progetto.

Leggi anche: INWIT, accordo con Legambiente per monitorare la qualità dell’aria con l’IoT

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 10:23:28 +0000 di Redazione Key4biz
Pirateria
Cinema, per ogni biglietto venduto 2,5 atti di pirateria. L’indagine Cinetel-FAPAV

Il Report CinExpert Italia e il focus Pirateria 2023/2024 realizzato insieme alla FAPAV

Nei primi sei mesi del 2024 sono stati venduti 42 milion di biglietti per l’ingresso nelle sale cinematografiche italiane. Nello stesso periodo, però, si sono registrati 56 milioni di atti di pirateria per la visione illegale di opere cinematografiche.

Sono i risultati del Report CinExpert Italia e del focus Piracy 2023/2024 realizzato insieme alla FAPAV, la Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, che nel periodo di tempo considerato hanno esaminato in profondità le abitudini di consumo della popolazione italiana, per fasce di età e genere, per quel che riguarda i contenuti cinematografici, l’ingresso in sala e la propensione alla fruizione di titoli offerti illegalmente su piattaforme pirata.

Il primo è dato è eclatante. in termini di violazione del diritto d’autore e di danno all’industria cinematografica: oltre 2,5 atti di visione illegale per singolo biglietto staccato in sala.

In seconda battuta, il Report ha rilevato che gli under35 preferiscono andare al cinema, più di quanto non accada per la fascia di età 35-49 e gli over 50.

Novelli (Cinetel): “Il mercato cinematografico italiano cresce del 6% nel primo semestre 2023â€

“I dati del primo semestre ci confermano la resilienza del mercato cinematografico italiano, unico in Europa a crescere (+6%) rispetto al primo semestre del 2023. La varietà di titoli che compongono la Top10 (tra animazioni, film d’essai, film italiani e internazionali) e la distribuzione demografica del pubblico cinematografico (con il forte contributo delle fasce più giovani e la conferma della ripresa del pubblico più adulto), confermano che la qualità viene sempre premiata, sia al botteghino che nel minore impatto nelle visioni illegaliâ€, ha dichiarato Davide Novelli, Amministratore Delegato di Cinetel.

Bagnoli Rossi (FAPAV): “Contro pirateria azioni di enforcement e campagne di educazione a sostegno della legalitàâ€

“La ricerca presentata oggi da Cinetel si valorizza di un’ulteriore analisi, realizzata insieme a FAPAV e con il supporto di ANICA, MPA e UNIVIDEO, focalizzata sull’impatto della pirateria rispetto ai film in programmazione al cinema. Oltre 56 milioni di atti di visione illegale in poco più di sei mesi è un dato molto preoccupante perché mette in evidenza come il fenomeno della pirateria incida anche sulle sale, primo luogo dove il pubblico incontra il film, penalizzando quindi tutto il settore audiovisivo nel suo complessoâ€, ha spiegato Federico Bagnoli Rossi, Presidente FAPAV.

“Oltre alle necessarie azioni di enforcement e all’implementazione della nuova legge antipirateria, con l’applicazione della tempestività dell’azione di blocco degli illeciti tramite AGCOM anche agli altri contenuti audiovisivi, tra cui le prime visioni cinematografiche, come Federazione continuiamo a promuovere attività di sensibilizzazione e campagne di educazione a sostegno della legalità, come “Il Cinema Siete Voi.â€, l’iniziativa promossa da FAPAV in collaborazione con ANEC, ANICA e MPA, dedicata proprio al pubblico in sala e che mira a sensibilizzare lo spettatore sul tema dell’illecita registrazione dei film al cinema. L’altra campagna a supporto dell’industria audiovisiva promossa da FAPAV insieme a ANEC, ANICA, APA, CRTV, MPA, NUOVOIMAIE, SIAE e UNIVIDEO, e che sarà lanciata a Venezia durante la prossima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, è la seconda edizione di “We Are Storiesâ€, una serie di spot diretti da Nicola Conversa con protagoniste alcune giovani professioniste che raccontano come il loro amore per l’audiovisivo le abbia spinte a realizzare i loro sogni. Occorre contrastare in modo sistemico il fenomeno della pirateria che ha una forte incidenza anche sulla frequentazione del pubblico nelle sale, dove si possono condividere momenti unici ed emozionanti. Serve agire in modo rapido, è fondamentare impedire alla pirateria di continuare ad essere un serio freno allo sviluppo industriale ed economico del nostro Paeseâ€, ha precisato Bagnoli Rossi.

I dati della ricerca

La ricerca ha preso in esame 47 titoli ed è stato studiato il comportamento del pubblico tra chi ha scelto di andare al cinema e chi invece ha preferito perseguire la via illegale, con la Top Ten dei film con il “piracy rate†più elevato (principalmente cinema horror, action e family).

Il report del 1° semestre 2024 di CinExpert, ovvero il monitoraggio settimanale di Cinetel sulle caratteristiche sociodemografiche del pubblico in sala realizzato da Ergo research, vede il pubblico maschile leggermente superiore in termini numerici rispetto a quello femminile (53% vs 47%). In un mercato che cresce, in generale, in termini di presenze di quasi il 6% rispetto all’analogo periodo del 2023, il segmento più presente è quello dei 15-24enni mentre i 3-14enni e gli over60 registrano la crescita maggiore (+39% e +25%) rispetto allo scorso anno. In leggera decrescita le fasce anagrafiche “centraliâ€, i 25-34enni (-8%) e i 35-49enni (-17%), mentre viene confermata anche nel 2024 la crescita delle fasce più adulte over50 (24% del totale) che in Francia rappresentano addirittura il 35% dei biglietti venduti.

Il primo titolo del semestre in termini di presenze è “Inside Out 2†che ha registrato un pubblico in leggera prevalenza femminile, per circa il 53% del totale, e per oltre il 60% under-25. Il primo titolo italiano è “Un mondo a parte†che ha registrato invece un pubblico per oltre il 56% di età superiore ai 50 anni.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 08:00:01 +0000 di Redazione Key4biz
Cybercrime
Cybersecurity, conclusi gli stress test su 109 banche. BCE: “Restano aree di miglioramentoâ€

Una prova di stress che ha visto coinvolte 109 banche vigilate direttamente dalla Banca Centrale Europea chiamate a rispondere a un questionario e a sottoporre documentazione all’esame dei responsabili della vigilanza, mentre un campione di 28 banche è stato selezionato per verifiche più approfondite.

La Banca centrale europea ha concluso oggi la prova di stress sulla resilienza cibernetica, intesa a valutare la risposta e il ripristino da parte delle banche in caso di incidente di cibersicurezza grave ma plausibile. Nel complesso, spiega l’istituzione finanziaria dell’Unione europea, è emerso che le banche dispongono di sistemi di risposta e ripristino, ma restano aree di miglioramento. I risultati, che confluiranno nel processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP) 2024, hanno contribuito a sensibilizzare le banche riguardo ai punti di forza e debolezza dei rispettivi sistemi di resilienza cibernetica.

“L’obiettivo del processo di selezione è stabilire accordi quadro con i fornitori esterni più idonei per garantire che l’Eurosistema sia pronto ad avviare lo sviluppo di un euro digitale in futuro, se giustificatoâ€, aveva spiegato il membro del Comitato esecutivo della Bce, Piero Cipollone, lo scorso gennaio.

L’esercizio, avviato nel gennaio 2024, spiega la BCE in una nota, prevedeva uno scenario di prova fittizio nel cui ambito tutte le misure preventive fallivano e un attacco cibernetico si ripercuoteva gravemente sulle basi di dati dei sistemi fondamentali di ciascuna banca. La prova di stress si è quindi incentrata sulla risposta e sul ripristino da parte delle banche in caso di attacco cibernetico, anziché sui meccanismi di prevenzione. Individuare e affrontare le carenze nei sistemi di resilienza delle banche vigilate sul piano operativo, anche a seguito di rischi cibernetici, è una delle priorità di vigilanza dell’MVU per il periodo 2024-2026, alla luce del recente forte incremento degli incidenti cibernetici segnalati dai soggetti vigilati alla BCE, in parte riconducibile alle crescenti tensioni geopolitiche e alle sfide poste dalla digitalizzazione del settore bancario.

A queste ultime è stato chiesto di eseguire un test di ripristino informatico a tutti gli effetti e di fornire elementi comprovanti il successo di tale test, oltre ad accertamenti in loco da parte dei responsabili della vigilanza. Il campione includeva modelli imprenditoriali e aree geografiche differenti per essere rappresentativo del sistema bancario dell’area dell’euro in senso più ampio e assicurare un sufficiente coordinamento con altre attività di vigilanza.

Per mettere alla prova la loro risposta allo scenario, le banche hanno dovuto dimostrare la capacità di:

  • attivare i propri piani di risposta alle crisi, incluse le procedure interne di gestione delle crisi e i piani di continuità operativa;
  • comunicare con tutte le parti interessate esterne, quali i clienti, i prestatori di servizi e le forze dell’ordine;
  • effettuare un’analisi allo scopo di individuare quali sarebbero i servizi interessati e come;
  • attuare misure di mitigazione, incluse soluzioni che aiuterebbero la banca a operare durante il periodo necessario per il pieno ripristino dei sistemi informatici.

Per mettere alla prova la capacità di ripristino in seguito allo scenario, le banche hanno dovuto dimostrare di poter:

  • attivare i propri piani di ripristino, anche recuperando i dati dai back-up e allineandosi con i fornitori terzi di servizi essenziali nelle modalità di risposta all’incidente;
  • assicurare di avere provveduto al ripristino e al buon funzionamento delle aree colpite;
  • beneficiare degli insegnamenti tratti, ad esempio mediante il riesame dei piani di risposta e ripristino.

Anche in futuro la BCE si impegna a collaborare con le banche su cui vigila per il rafforzamento dei loro sistemi di resilienza cibernetica. A tal fine, le incoraggerà ulteriormente a continuare a lavorare per soddisfare le aspettative di vigilanza, assicurandosi tra l’altro che dispongano di piani di continuità operativa, comunicazione e ripristino adeguati, con una gamma sufficientemente ampia di scenari di rischio cibernetico. Le banche dovrebbero inoltre essere in grado di conseguire i propri obiettivi di ripristino, valutare correttamente la dipendenza da fornitori terzi di servizi essenziali di tecnologia dell’informazione e della comunicazione (TIC) e stimare adeguatamente le perdite dirette e indirette derivanti da un attacco cibernetico.

I risultati dell’esercizio confluiranno nello SREP 2024, inteso alla valutazione dei profili di rischio individuali delle banche.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 12:55:31 +0000 di Piermario Boccellato
Copyright
Equo compenso, provvedimento Agcom crea un precedente. Anche gli OTT pagheranno le notizie

Gli OTT inizieranno a pagare gli editori, la direttiva Copyright prende vita in Italia. Provvedimento storico dell’Agcom, che impone a Microsoft, che pubblica news sul suo motore di ricerca Bing, di pagare un equo compenso al gruppo Gedi. E’ la prima volta che un grande OTT è costretto a pagare un editore per la pubblicazione delle notizie. Si rompe quindi un tabù e la decisione dell’Agcom, che ha quantificato la somma da versare anche per i brevi estratti delle news, sarà un precedente importante che potrà valere anche per tutti gli altri OTT che fanno esattamente la stessa cosa, vale a dire pubblicano le news prodotte da altri.

Leggi anche: Agcom su equo compenso OTT: è una vittoria, ora bisogna arrivare ad un trattato di pace

Il Cdr del Gruppo Gedi, editore di Repubblica, esultano e in una nota dicono che la cosa più importante di questa storica decisione dell’Agcom è il principio per cui “le notizie si paganoâ€.  

A questo punto, è altamente probabile che lo stesso tipo di accordo sarà siglato con altri editori di notizie da diverse piattaforme social, da sempre accusate di comportarsi in modo parassitario e vampiresco nei confronti del lavoro giornalistico.

Per contro, è vero anche che senza la diffusione garantita dai social le notizie ristagnerebbero molto di più.  

Il calcolo dell’Agcom

– Circa 300mila dollari per il 2022 e circa 400mila per il 2023, per un totale di 700mila dollari. E’ questo, secondo quanto risulta a Radiocor, l’equo compenso che, secondo l’Agcom, Micorsoft deve dare a Gedi per l’uso online delle pubblicazioni di carattere giornalistico del gruppo editoriale su motore di ricerca Bing.

Si tratta del primo provvedimento di questo tipo adottato dall’Autorità, in applicazione del regolamento di cui si è dotata a gennaio 2023. E’ “il primo provvedimento che coinvolge un prestatore di servizi della società dell’informazione (Microsoft) diverso dalle imprese di media monitoring e rassegne stampaâ€, si legge nella nota.

L’equo compenso dovuto agli editori è stato deciso dall’Agcom applicando vari criteri fra cui i ricavi pubblicitari registrati dal prestatore derivanti dall’utilizzo online delle pubblicazioni di carattere giornalistico dell’editore, al netto dei ricavi dell’editore attribuibili al traffico di reindirizzamento generato sul proprio sito web dalle pubblicazioni di carattere giornalistico utilizzate online dal prestatore.

Il regolamento Agcom sull’equo compenso recepisce la direttiva Copyright europea. Si stabilisce che agli editori di pubblicazioni di carattere giornalistico debba essere riconosciuto un equo compenso per lo sfruttamento dei loro contenuti. Peraltro, ad aprile il Consiglio di Stato, con una decisione che ha rappresentato una vittoria per Agcom e Fieg nella disputa legale con Meta- Facebook, ha ribaltato la decisione del Tar che aveva sospeso il regolamento Agcom sull’equo compenso.

La nota dell’Agcom

Nella riunione del 24 luglio 2024, il Consiglio dell’Autorità ha deliberato, con il voto contrario della Commissaria Elisa Giomi, l’ammontare dell’equo compenso dovuto da Microsoft per l’utilizzo online delle pubblicazioni di carattere giornalistico di GEDI Gruppo Editoriale SpA sul motore di ricerca Bing. Si tratta del primo provvedimento adottato da Agcom che coinvolge un prestatore di servizi della società dell’informazione diverso dalle imprese di media monitoring e rassegne stampa.

L’Autorità, secondo la procedura disciplinata dal Regolamento di cui alla delibera n. 3/23/CONS, ha valutato le proposte economiche formulate dalle parti e ha ritenuto che nessuna di queste fosse conforme ai criteri di cui all’articolo 4 del Regolamento medesimo. Ha, pertanto, determinato l’equo compenso spettante a GEDI secondo quanto previsto dall’articolo 12 del Regolamento. 

Con questa decisione l’Autorità si è espressa altresì sulla definizione di “estratto molto breveâ€, interpretando il criterio qualitativo dettato dal legislatore alla luce del mutamento che ha caratterizzato l’offerta e la domanda di informazione nel nuovo contesto sociale.

In applicazione dell’articolo 4 del Regolamento, in caso di utilizzo di pubblicazioni di carattere giornalistico da parte di prestatori diversi dalle imprese di media monitoring e rassegne stampa, l’equo compenso dovuto agli editori è calcolato sulla base dei ricavi pubblicitari del prestatore derivanti dall’utilizzo online delle pubblicazioni di carattere giornalistico dell’editore, al netto dei ricavi dell’editore attribuibili al traffico di reindirizzamento generato sul proprio sito web dalle pubblicazioni di carattere giornalistico utilizzate online dal prestatore. A tale base di calcolo si applica un’aliquota fino al 70% determinata sulla base dei criteri di cui al comma 3 dell’articolo 4 del Regolamento.   

Nel determinare la base di calcolo, l’Autorità ha tenuto conto dei meccanismi di funzionamento dei servizi del prestatore e del relativo modello di business, considerando nel dettaglio i meccanismi di funzionamento del motore di ricerca Bing. 

A tale base di calcolo l’Autorità ha applicato un’aliquota determinata sulla base dei criteri di cui al comma 3 dell’articolo 4 del Regolamento, considerati cumulativamente e con rilevanza decrescente:

a) numero di consultazioni online delle pubblicazioni (da calcolare con le pertinenti metriche di riferimento);

b) rilevanza dell’editore sul mercato (audience on line);

c) numero di giornalisti, inquadrati ai sensi di contratti collettivi nazionali di categoria;

d) costi comprovati sostenuti dall’editore per investimenti tecnologici e infrastrutturali destinati alla realizzazione delle pubblicazioni di carattere giornalistico diffuse online; 

e) costi comprovati sostenuti dal prestatore per investimenti tecnologici e infrastrutturali dedicati esclusivamente alla riproduzione e comunicazione delle pubblicazioni di carattere giornalistico diffuse online;

f) adesione e conformità, dell’editore e del prestatore, a codici di autoregolamentazione (ivi inclusi i codici deontologici dei giornalisti) e a standard internazionali in materia di qualità dell’informazione e di fact-checking;

g) anni di attività dell’editore in relazione alla storicità della testata.

Per ciascuno dei menzionati criteri sono state applicate delle percentuali calcolate in base a quanto previsto dalla Nota metodologica che fornisce indicazioni di dettaglio sui diversi elementi che compongono il modello di calcolo cui si attiene Agcom per la valutazione della conformità delle proposte economiche delle parti o per la definizione dell’ammontare dell’equo compenso.”

Due problemi restano aperti

Il primo problema è il precedente che si crea con l’equiparazione tra ‘estratto molto breve’ e pubblicazione giornalistica integrale. La direttiva europea sul Copyright esenta estratti brevi dal pagamento dell’equo compenso mentre Agcom lo applica in considerazione delle mutate abitudini di consumo che avrebbero ormai sostituito la lettura dell’articolo originario con la sua sintesi.

Il secondo aspetto problematico è che il cosiddetto ‘equo compenso’ dovuto dal motore di ricerca all’editore non è calcolato in base all’effettivo utilizzo dei brevi estratti, che Agcom non ha individuato né quantificato, ma attraverso una stima dei ricavi pubblicitari del motore di ricerca, quindi è stato stabilito non in rapporto al reale valore della prestazione dell’editore, come sarebbe stato giusto, ma in via amministrativa e dirigista in base alle entrate pubblicitarie del motore di ricerca.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 09:14:20 +0000 di Paolo Anastasio
Internet
Clementoni vince il bando europeo sull’AI: nasce il progetto AI4EDUGAMING

Clementoni ha vinto il bando europeo “Ricerca e sviluppo per innovare le Marche†– incentivi alle imprese per attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale negli ambiti della strategia regionale per la specializzazione intelligente.

AI4EDUGAMING: il progetto

AI4EDUGAMING, il nome del progetto vincitore, ha l’obiettivo di studiare e implementare una piattaforma innovativa di intelligenza artificiale per lo sviluppo di giochi interattivi ideati per bambini in età prescolare e scolare. La piattaforma è pensata per monitorare i progressi di apprendimento e assecondare le naturali inclinazioni dei più piccoli supportando i genitori nell’affiancare la crescita dei propri figli in modo naturale e adeguato alle specifiche esigenze.

Il progetto è stato presentato in partenariato con altre due importanti realtà del territorio: la software house Ubisive e la Cooperativa Sociale Il Faro, che si occuperanno rispettivamente dello sviluppo tecnologico e della sperimentazione scientifica e pedagogica. Nello svolgimento di tali attività le aziende Partner saranno inoltre affiancate dalla preziosa collaborazione dell’Università degli Studi di Macerata. I giochi realizzati saranno testati sia da bambini normotipici che da bambini diversamente abili in modo da garantire una maggiore inclusività dei prodotti stessi.

L’inizio dei lavori oggetto del bando è stato annunciato ufficialmente questo pomeriggio nel corso di un evento presso lo Show Room Clementoni a Recanati, alla presenza del Presidente della Regione Marche e di diversi rappresentanti di Istituzioni locali, che hanno espresso apprezzamento per questo importante progetto e per il significativo impatto che avrà sullo sviluppo economico regionale.

Francesco Acquaroli, Presidente della Regione Marche: â€œStiamo lavorando per essere vicini alle imprese del territorio mettendo in campo forme di sostegno e opportunità in grado di innescare competitività e competenze. Riteniamo fondamentale il settore della ricerca e sviluppo anche per trattenere sul territorio realtà che hanno dimostrato da sempre capacità di innovarsi e generare idee e sviluppo, di restare aggrappati ai mercati, di mantenersi leader nei propri settori di competenza, come è Clementoni. Questa grande intuizione che oggi viene presentata vi consentirà di essere leader in un settore ancora tutto da scoprire e approfondire come quello dell’applicazione dell’intelligenza artificiale. Le aziende come la vostra, che riescono a fare ancora delle Marche una terra all’avanguardia, rappresentano un grande orgoglio per l’intera comunità regionale. Ci piace sottolineare anche il lavoro comune che Clementoni fa con Il Faro e Ubisive nel creare un ecosistema di ideeâ€.

“AI4EDUGAMING è la nostra risposta alle sfide dei cambiamenti odierni: del modo di giocare dei bambini, dello stile di vita e dell’evoluzione tecnologica. Attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale, miriamo a creare giocattoli che parlino il linguaggio dei più piccoli andando a soddisfarne l’esigenza principale, il divertimento, la vera chiave di volta per stimolare l’apprendimento. La tecnologia più evoluta è dunque funzionale a creare giochi che si adattino alle esigenze e ai ritmi di apprendimento di ogni bambino, garantendo un impatto positivo e duraturo†ha commentato Giovanni Clementoni, amministratore delegato di Clementoni e ha aggiunto: “con questo progetto puntiamo a confermare e rafforzare quella che è da sempre la nostra missione: rendere l’apprendimento un’esperienza stimolante e inclusiva per tutti i bambini.â€

Andrea Maria Antonini, Assessore alle attività produttive: “Per il finanziamento dei progetti di ricerca e sviluppo, vista l’intensa partecipazione, la Regione Marche ha disposto complessivamente 54,6 milioni di euro, cioè l’intero stanziamento previsto dal piano finanziario del PR FESR 2021-27 per l’attuazione dell’intervento, aggiungendo 9,6 milioni di euro allo stanziamento messo a bando (45 milioni di euro). Si prevedono investimenti in ricerca industriale e sviluppo sperimentale per 92,5 milioni di euro complessivi sul territorio regionale. Il risultato dimostra la capacità del mondo produttivo marchigiano di lavorare su progettualità altamente innovative per vendere prodotti in grado di competere sui mercati nazionali ed internazionali. Ma si tratta anche di un risultato fortemente voluto dall’amministrazione regionale che ha cercato di assicurare il più ampio accesso alle agevolazioni, tramite incontri informativi, che si sono svolti in tutte le province, e tramite l’inserimento di semplificazioni amministrative applicate alle modalità di rendicontazione, ai sensi dei regolamenti comunitari, consapevoli che la ricerca di soluzioni innovative rappresenti il principale driver di sviluppo per le nostre imprese. Il bando consentirà inoltre oltre 200 nuove assunzioni di personale qualificato da parte delle imprese beneficiarie, tra cui laureati, ricercatori, tecnici qualificati, apprendisti in alta formazione e ricerca.â€

Stefania Bussoletti, Direttore Dipartimento sviluppo economico: “Un intervento che coinvolge l’intero ecosistema regionale dell’innovazione e che punta sulla collaborazione tra imprese, Università, centri di ricerca, start-up innovative e Digital Innovation Hub.  Puntando sulla contaminazione reciproca e sull’effettivo trasferimento di conoscenze e competenze innovative nei processi produttivi e favorendo il coinvolgimento delle imprese di piccole dimensioni non solo nelle fasi esecutive dei progetti ma anche in quelle legate all’analisi e alla ricerca. Il progetto presentato oggi con capofila l’azienda Clementoni rappresenta proprio un esempio virtuoso di questa strategica collaborazione tra soggetti diversi dell’ecosistema regionale tra cui un’impresa consolidata (Clementoni Spa appunto), una startup innovativa (Ubisive Srl) e una cooperativa sociale (Il Faro)â€.

AI4EDUGAMING integrerà algoritmi di intelligenza artificiale

La piattaforma integrerà dinamiche di gaming e algoritmi di intelligenza artificiale in grado di adattarsi alle esigenze individuali di ogni bambino, arricchendo l’esperienza di apprendimento e supportando efficacemente il loro sviluppo cognitivo e motorio.

Il progetto AI4EDUGAMING rappresenta un’evoluzione importante nel mondo del gioco educativo. Integrando avanzate tecnologie di intelligenza artificiale, Clementoni continua a sostenere l’apprendimento attraverso il gioco, rendendolo sempre più coinvolgente, personalizzato e accessibile.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 08:10:00 +0000 di Redazione Key4biz
Poste Italiane
Servizi di corrispondenza. Poste Italiane si conferma 1° operatore in Italia, seguono Amazon e Brt

Poste precede Amazon ee Brt secondo l’Osservatorio Agcom sulle comunicazioni

Il quadro concorrenziale del settore postale, nel suo complesso (servizi di corrispondenza e di consegna pacchi, rientranti o meno nel servizio universale) conferma il Gruppo Poste Italiane quale principale operatore con una quota complessiva del 33,5% (in crescita di 1,4 punti percentuali su base annua); seguono Amazon e Brt (entrambi al 14,1%), Dhl (10,7%) e Gls (10,3%).

È quanto emerge all’osservatorio dell’Agcom sulle comunicazioni relativo al primo trimestre 2024. Guardando all’assetto competitivo delle singole componenti del mercato, il gruppo Poste Italiane domina il settore dei servizi di corrispondenza con una quota del 95,7%.

Il segmento dei pacchi si caratterizza per una più accentuata dinamica concorrenziale: i principali operatori risultano Amazon e Brt entrambi con il 17,8% del mercato, e sono seguiti dal Gruppo Poste Italiane con il 16,8% (in crescita di 2,0 punti percentuali) Dhl (13,5%), da Gls (13,0%) e Ups (10,7%).

Con riferimento alle direttrici geografiche, nel segmento relativo a mittente e destinatario nazionali (rappresentativo del 68,9% del mercato dei pacchi), si legge in una nota di Milano Finanza, nel primo trimestre dell’anno Amazon detiene il 25,9%, il Gruppo Poste Italiane il 23,0% e Brt il 22,2%. Allo stesso tempo, nel segmento transfrontaliero, Dhl risulta il principale player (32,9%), seguito da UPS (29,9%) e da FedEx-Tnt (19,7%).

Il valore complessivo delle aree economiche di interesse nell’elaborazione Agcom

In base ai dati elaborati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il valore complessivo delle aree economiche di interesse (comunicazioni elettroniche, televisione in chiaro e a pagamento, radio, editoria quotidiana e periodica, pubblicità online, servizi di corrispondenza e consegna pacchi) è valutabile, nel 2023, in 53,85 miliardi di euro, in crescita su base annua del 2,0% e del 3,1% con riferimento al 2019 (anno d’inizio del periodo analizzato).

La variazione complessiva è pari a 1,08 miliardi su base annua, e di 1,62 miliardi rispetto al 2019, ma guardando ai singoli mercati si osservano dinamiche molto differenziate.

Negli ultimi cinque anni (2019-2023), le risorse delle comunicazioni elettroniche si sono ridotte di circa 2,93 miliardi di euro (da 30,07 a 27,14 miliardi di euro), di cui oltre il 90% ascrivibile alla riduzione dei ricavi dei servizi su rete mobile, un mercato caratterizzato da un’accentuata pressione competitiva.

La spesa finale della clientela residenziale e affari nel 2023 è cresciuta dello 0,8% su base annua, mentre rispetto al 2019 la flessione è del 9,7% (-2,39 miliardi).

Settore postale

Il settore postale nel suo complesso nel 2023, raggiungendo un valore di  8,42 miliardi di euro, è cresciuto del 3,5% rispetto al 2022 e del 27,6% rispetto al 2019.

Profondi mutamenti hanno caratterizzato le dinamiche dei servizi di corrispondenza e di consegna pacchi, con i primi che nell’intero periodo esaminato evidenziano una flessione del 22,7% (da 2,23 a 1,72 miliardi di euro) e i secondi che, corrispondentemente, crescono del 53,1% (da 4,38 a 6,70 miliardi di euro).

I ricavi relativi alle attività domestiche (mittente e destinatario nazionali) nell’intero periodo considerato hanno registrato un incremento del 29,3% (da 4,76 a 6,16 miliardi di euro), mentre quelli transfrontalieri hanno visto una crescita del 23,1% (da 1,84 a 2,26 miliardi di euro).

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 13:18:40 +0000 di Redazione Key4biz
Internet
Come lo streaming sta cambiando la percezione dello sport

In un mondo diviso come non mai l’unica cosa che ci unisce è lo sport. Questo il messaggio forte della cerimonia di apertura delle Olimpiadi, che partono oggi a Parigi.

Ma il messaggio in realtà è falso. In effetti, per quanto le Olimpiadi e la Coppa del Mondo di calcio abbiano entrambe un pubblico planetario, la maggior parte delle property sportive più ricche del mondo ha invece resistito ostinatamente alla globalizzazione. L’analisi dell’Economist è ampia e alcuni risultat sorprendenti. Ad esempio, il trend dice che la singola star sportiva è più importante della squadra e della nazionale di appartenenza.

Qualche esempio?

La National Football League (NFL) americana, la più grande del mondo, realizza il 98% dei suoi ricavi dai diritti mediatici in patria. La Premier League indiana di cricket, i cui diritti mediatici valgono più di quelli delle Olimpiadi ma su base annua, realizza il 96% dei suoi guadagni in patria. Nel calcio europeo, soltanto la Premier League inglese realizza più guadagni all’estero che in patria. Ma ora la tecnologia sta trasformando il modo in cui lo sport viene trasmesso e il modo in cui i tifosi lo apprezzano, dando alle leghe di ogni tipo la possibilità di diventare globali.

Si tratta di una grande opportunità per le aziende: miliardi di dollari attendono coloro che conquistano i mercati esteri, e ancora più grande per il pubblico. Un afflusso di sport stranieri causerà fischi e proteste da parte di alcuni. Leghe e aziende mediatiche non dovrebbero farci caso e tirare a porta vuota.

La lezione di Hollywood: più guadagna all’estero

Il flop dello sport come esportazione, e la portata del suo potenziale, sono meglio illustrati da un confronto con altre industrie dell’intrattenimento. Da circa l’inizio del secolo, Hollywood ha guadagnato più della metà dei suoi incassi al botteghino all’estero. Gli artisti musicali americani contano sugli ascoltatori stranieri per quasi un terzo dei loro streaming e una grossa fetta delle loro vendite di biglietti per concerti (come può testimoniare Taylor Swift, che è in tournée in Europa).

Nel frattempo, nei videogiochi, le console giapponesi e le app cinesi hanno agganciato i giocatori in tutto il mondo.

I cambiamenti che stanno rendendo più internazionale lo sport

Due cambiamenti stanno aiutando lo sport a diventare globale. Il primo è una rivoluzione dal lato dell’offerta, poiché la trasmissione sportiva si sta spostando gradualmente dai canali di trasmissione nazionali e via cavo alle piattaforme di streaming globali. Netflix, che ha incollato il suo pubblico mondiale all’horror sudcoreano e alla commedia francese, ora sta facendo lo stesso con lo sport. La sua serie di documentari “Drive to Survive” ha introdotto gli americani alla Formula 1. A dicembre darà a molti dei suoi 270 milioni di abbonati il ​​loro primo assaggio della NFL. L’anno scorso Apple ha iniziato a trasmettere in streaming la Major League Soccer (MLS) in più di 100 paesi. Con la distribuzione globale, i fan avranno la possibilità di guardare nuovi sport.

Cambia la domanda

La seconda rivoluzione riguarda la domanda. Il più grande ostacolo all’adozione estera di uno sport è che, a differenza di altre forme di intrattenimento, il pubblico vuole guardare la propria squadra di casa, piuttosto che quella migliore. Ma l’attaccamento dei fan alle squadre sta lentamente cedendo il passo alla loro devozione per i singoli atleti. I social media consentono ai giocatori migliori di coltivare un seguito personale globale, attirando fan senza alcun legame con la loro squadra o persino con il loro sport.

L’importanza degli highlights

È d’aiuto il fatto che i giovani tifosi, il cui mezzo preferito è il video breve, siano più propensi di quelli più grandi a guardare gli highlights e gli show riassuntivi dell’azione in un campionato, piuttosto che una singola partita con la loro squadra preferita. Le scommesse sportive, recentemente legalizzate in gran parte dell’America e in rapida crescita, stanno incoraggiando ulteriormente il consumo a livello di campionato invece di concentrarsi su una singola squadra.

Le piattaforme

Netflix, Amazon e le altre piattaforme globali hanno un vantaggio rispetto ai titolari. Tra le organizzazioni sportive, i campionati più grandi trarranno i maggiori benefici da una distribuzione più ampia, proprio come lo streaming musicale ha incanalato gli ascoltatori verso megastar come la signorina Swift. Ma lo streaming promuove anche sane “lunghe code” di contenuti di nicchia. Lo sport femminile, a lungo trascurato, costituisce quasi la metà della produzione in streaming di ESPN. Ci sono segnali che i fan si stanno raffreddando sulle Olimpiadi, con la sua enfasi sui paesi rispetto agli individui famosi, alcuni dei quali, come il signor Messi, scelgono di saltarle.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 11:20:14 +0000 di Paolo Anastasio
Intelligenza Artificiale
Google e Amazon, gioie e dolori dell’AI

Che Google stia facendo ancora più soldi di prima grazie all’intelligenza artificiale lo sappiamo. Ora conosciamo anche le ultime cifre, relative al secondo semestre del 2024. I ricavi sono stati di 84,7 miliardi di dollari, cioè 640 milioni di dollari in più rispetto alle aspettative degli analisti, con un incremento del 14% rispetto allo stesso periodo del 2023; l’utile per azione è stato di 1,89 dollari, mentre l’utile netto di Alphabet è salito a 23,6 miliardi dollari (+28,6% rispetto all’anno scorso).

E i margini sono i migliori da più di un decennio. Il CEO Sundar Pichai non ha fatto mistero sulla ricetta del successo: «La nostra ottima performance trimestrale», ha detto, «evidenzia la forza nella ricerca e lo slancio nel cloud». Ha poi aggiunto che «la nostra infrastruttura per l’intelligenza artificiale e le soluzioni di AI generativa per i clienti cloud hanno già generato miliardi di ricavi e vengono usate da più di due milioni di sviluppatori», e quando Pichai parla di “clienti†va ricordato che allude a nomi come Deutsche Bank, Best Buy e l’Air Force statunitense.

Pare stia andando bene anche AI Overviews, il tool di intelligenza artificiale che fornisce una risposta direttamente a una query inserita su Google senza indicare link e collegamenti a pagine generiche; ad esempio, se si cerca “Come mai esistono gli anni bisestiliâ€, comparirà uno snippet AI Overviews che spiega come gli anni bisestili servano per mantenere l’anno solare sincronizzato con l’orbita della Terra intorno al Sole e così via, proprio come se lo chiedessimo direttamente a ChatGPT o Gemini.

Secondo Pichai, la nuova funzione – che aveva avuto qualche problema al lancio – è risultata popolare soprattutto nell’ambito segmento degli utenti tra i 18 e i 24 anni. Chissà se questo basterà a soddisfare chi appare molto dubbioso, in particolare per i rischi di “allucinazioni†nelle risposte (ha fatto scalpore qualche mese fa il caso del suggerimento di «aggiungere della colla non tossica» alla pizza per far sì che il formaggio rimanga attaccato) e per i rischi insiti nei confronti del giornalismo e degli editori, visto che si scoraggia ulteriormente l’accesso ai contenuti originari.

Per ora, comunque, Google non sembra preoccuparsi più di tanto, e la sua capitalizzazione di mercato ha superato i duemila miliardi, in buona compagnia con Apple, Microsoft e Nvidia.

Assistenti non più così smart

I progressi dell’intelligenza artificiale hanno la conseguenza ulteriore di far sembrare ancora più obsoleti i vecchi assistenti vocali, come Alexa e Siri. Apple ha già annunciato l’implementazione dell’AI dentro Siri, ma anche Amazon deve fare i conti con una strategia che negli ultimi anni sembra avere pagato poco, a dispetto di tutti i dispositivi con Alexa dentro alle nostre case. Il marketplace più famoso del mondo, infatti, ha perso oltre 25 miliardi di dollari tra il 2017 e il 2021 a causa dei dispositivi Echo, Kindle e altri prodotti, nonostante centinaia di milioni di clienti connessi alla smart home con le loro connessioni Internet (su SOSTariffe.it si possono sempre trovare le offerte del momento in questo ambito).

Gli altoparlanti Echo abilitati ad Alexa sono utilizzati principalmente per funzioni gratuite come impostare sveglie o accedere ad app di terze parti, piuttosto che per fare acquisti su Amazon. Come ha commentato un ex dipendente al Wall Street Journal, «avevamo paura di aver assunto diecimila persone di aver costruito soltanto un timer intelligente». Ora Andy Jassy, il CEO di Amazon, sta cercando una soluzione; pare che alla fine verrà lanciato un tier a pagamento delle funzioni di Alexa – un po’ come se fosse una piattaforma di streaming, insomma – ma non tutti sono convinti che sarà sufficiente.

Lo scorso settembre è stata presentata la nuova Alexa basata sull’intelligenza artificiale di ultima generazione, ma l’esordio ufficiale è ancora lontano, secondo quanto filtra: secondo Fortune, Amazon potrebbe non avere sufficienti dati o la possibilità di accedere ai chip necessari per far girare i LLM (Large Language Model). Inoltre in questo momento su quel fronte sembra più urgente concentrarsi sulla costruzione di un’IA generativa per la propria unità di cloud computing, AWS.

A marzo Amazon ha completato il suo investimento di 4 miliardi di dollari nella startup AI Anthropic, l’azienda dietro al quotato Claude – il suo più grande investimento di sempre in un’azienda esterna – ma i frutti non si sono ancora visti. L’azienda nega seccamente l’articolo di Fortune: un portavoce ha detto che «abbiamo già integrato l’IA generativa in diversi componenti di Alexa e stiamo lavorando duramente per l’implementazione su larga scala, nei più di mezzo miliardo di dispositivi ambientali abilitati ad Alexa già presenti nelle case di tutto il mondo, per offrire un’assistenza ancora più proattiva, personale e affidabile ai nostri clienti».

Arrivano gli agenti AI

Di certo in questo ambito non ci si può permettere di rimanere a guardare per troppo tempo, perché la tecnologia va così in fretta che il gap rischia di aumentare a vista d’occhio. Di certo è vero che Amazon stia sempre più integrando l’AI nel suo cloud, in particolare con ciò che molti oggi (Sam Altman di OpenAI compreso) definiscono la next big thing: gli agenti AI, ossia quei programmi software progettati per interagire con l’ambiente, raccogliere dati e prendere decisioni autonome per raggiungere obiettivi predefiniti, dai videogiochi ai robot fisici, utilizzando dati sensoriali o input testuali per prendere decisioni informate, ottimizzando il processo decisionale e migliorando l’efficienza operativa. Insomma, tutto ciò che automaticamente dovrebbe risolvere il problema dei compiti ripetitivi.

Un esempio è Amazon Connect Contact Lens, che gestisce e genera analisi in tempo reale nei contact center: rileva e oscura automaticamente i dati sensibili, fornisce riepiloghi dei contatti ed evidenza le tendenze, permettendo ai supervisori di monitorare le performance degli agenti umani in modo più efficace. Tra gli altri servizi di IA generativa di AWS, Amazon Bedrock, che permette di accedere a Claude, Llama 2 e Amaton Titan; Amazon Sagemaker, che permette di sperimentare, creare, testare e implementare agenti di IA con algoritmi di machine learning da implementare e personalizzare; o AWS Trainium, acceleratore di apprendimento tramite machine learning creato appositamente per i modelli di deep learning.

È praticamente impossibile che un colosso come Amazon perda il treno dell’AI, ma mai come in questo caso nel tech oltre alla destinazione sarà importante la qualità del viaggio.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 07:45:00 +0000 di Edoardo Stigliani SosTariffe.it
Internet
Zes Unica Mezzogiorno. Meloni: “Digitale, cleantech e biotech le tre tecnologie su cui puntare, nove le filiere strategicheâ€

Il Piano Zes Unica per il Sud Italia, nove filiere su cui puntare e tre tecnologie strategiche

Presentato dal ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione, il Sud e il Pnrr, Raffaele Fitto, presso la Sala Verde di Palazzo Chigi a Roma, il Piano strategico Zona economica speciale (Zes) Unica Mezzogiorno, alla presenza del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Nove le filiere da rafforzare secondo il Governo: Agroindustria; Turismo; Elettronica & ICT; Automotive; Made in Italy di qualità, che comprende la filiera della moda e quella dell’arredamento; Chimica e Farmaceutica; Navale e Cantieristica; Aerospazio e Ferroviario.

Tre le tecnologie strategiche su cui puntare da qui in avanti: tecnologia digitale, clean tech e biotecnologie.

L’impiego delle più avanzate soluzioni digitali può rappresentare nel Mezzogiorno l’asset abilitante per la creazione di filiere produttive sostenibili e resilienti, come riportato dall’Agi. Poi ci sono le tecnologie pulite, il cleantech, che vedono ancora le regioni del Sud in prima linea per diventare non solo un hub energetico centrale nel Mediterraneo, ma anche un vero e proprio centro manifatturiero, specializzato in produzioni di particolare interesse, come fotovoltaico, eolico ed idrogeno.

Infine, il biotech, per sviluppare prodotti e tecnologie innovative per la salute, come i dispositivi medici e, in generale, l’industria biotecnologica.

Fitto: “Messo in campo un aumento dell’investimento massimo, fino a 200 milioni di euroâ€

Un piano approvato in anticipo sui tempi previsti: “L’approvazione di questo Piano strategico, che era prevista entro il 31 di luglio, mi piace sottolineare come sia frutto di una strategia, di una visione. Ora ci sara’ da implementarlo e di lavorarci. E’ una grande sfida alla quale siamo pronti“, ha dichiarato Fitto.

Un tema importante che è anche alla base di questo percorso, è la capacità di rafforzare l’attrazione di nuovi investimenti. Noi abbiamo con questo provvedimento messo in campo un aumento dell’investimento massimo, fino a 200 milioni di euro, quindi ci poniamo come obiettivo quello dell’attrazione del grande investimento strategico e quindi di poter eventualmente costruire, in questo consesso, una filiera che possa accompagnare questa opportunità di investimento“, ha detto il ministro.

Fitto ha poi sottolineato che il provvedimento della Zona economica speciale unica e il suo allargamento “non è stata una scelta autoreferenziale del governo, ma il frutto di un confronto molto articolato con la Commissione europea“.

Quella italiana sarà infatti la più grande Zona economica speciale d’Europa, con un Pil complessivo di 420 miliardi di euro, una popolazione superiore ai 20 milioni di abitanti, 1,3 milioni di imprese e 68 miliardi di euro di export.

Meloni: “Sud polo produttivo di rilevanza globale, con una specifica attenzione alla frontiera tecnologicaâ€

“Oggi adottiamo un provvedimento fondamentale per l’Italia e che contribuirà a disegnare la politica di sviluppo del Sud per i prossimi tre anni, ovvero il Piano strategico per la Zona economica speciale unica del Mezzogiorno. Lo sviluppo della Zes unica è una sfida per tutti, funziona e funzionerà se tutti gli attori coinvolti, Governo, Regioni, Enti locali, cittadini e imprese capiranno la portata di questa grande sfida“, ha affermato Meloni.

“Questo Piano intende valorizzare la vocazione del Sud, e dell’Italia nel suo complesso, ad essere polo produttivo di rilevanza globale, con una specifica attenzione alla frontiera tecnologica. Il Piano analizza il tessuto economico, sociale e produttivo del Sud e individua nove filiere strategiche e tre tecnologie prioritarie da promuovere: il digitale, il cleantech e il biotech – ha sottolineato Meloni – La Zes unica fa parte di una strategia più ampia, portata avanti dal governo per rilanciare lo sviluppo del Sud e della Nazione nel complesso e disegnare un percorso di crescita di lungo periodo“.

Meloni: “Zes mattone in più per costruire quel nuovo modello di cooperazione, sviluppo e partenariato con l’Africa

Noi abbiamo guardato al Mediterraneo, al nuovo quadro geopolitico, alle grandi trasformazioni in corso nei mercati energetici e da qui abbiamo disegnato la strategia di sviluppo della Zes unica. È un quadro nel quale il Mezzogiorno ha tutte le carte in regole per contribuire all’autonomia strategica dell’Italia dell’Europa. E in questo senso – ha proseguito Meloni – la Zes unica è un mattone in più che noi mettiamo per costruire quel nuovo modello di cooperazione, sviluppo e partenariato con l’Africa che è alla base del Piano Mattei, che il Parlamento sta discutendo in queste ore e che identifica l’Italia come ponte tra il continente africano e l’Europa“.

L’obiettivo strategico che ci poniamo – ha sottolineato la presidente del Consiglio – è rendere il Sud un luogo dove sia conveniente investire. Ed è un’occasione alla nostra portata, perché la Zes unica del Mezzogiorno sarà la più grande zona economica speciale in Europa per numero di abitanti e supererà il primato della Polonia, che pure costituisce una buona pratica a livello internazionale“.

Che cos’è la Zes Unica Mezzogiorno

La Zona economica speciale Unica Mezzogiorno, è stata istituita il 1° gennaio 2024 (Decreto-Legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito in Legge n. 162 del 13 novembre 2023 in GU n. 268 del 16 novembre 2023) e comprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna.

La Zes è definita dalla legge come una “zona delimitata del territorio dello Stato, nella quale l’esercizio di attività economiche ed imprenditoriali, da parte sia delle aziende già operative nei relativi territori, sia di quelle che vi si insedieranno, può beneficiare di speciali condizioni, in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppoâ€.

I progetti che rientrano nei settori strategici accedono alla cosiddetta “autorizzazione unica”: è sufficiente presentare una sola istanza, con procedimento amministrativo semplificato e tempi molto più rapidi di quelli ordinari.

In questi casi, la determinazione motivata di conclusione della conferenza di servizi può costituire variante allo strumento urbanistico e comportare la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza dell’intervento“, ha aggiunto Fitto.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 12:46:04 +0000 di Flavio Fabbri
Giornata Parlamentare
La Giornata Parlamentare. I nomi dei candidati commissari Ue entro agosto

UE, Ursula Von der Leyen punta ad avere i nomi dei commissari entro agosto

La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha inviato una lettera ai 27 Stati membri, chiedendo di presentare i candidati per il ruolo di commissario entro il 30 agosto. La richiesta include la proposta di un uomo e di una donna per garantire l’equilibrio di genere, tranne per i commissari uscenti destinati a rimanere. Garantire l’equilibro di genere è uno degli obiettivi fissati dalla leader tedesca, che già cinque anni fa riuscì a raggiungere. Tra il vincolo degli uscenti riconfermati e gli annunci già effettuati da alcuni Paesi, sta emergendo il nodo della rappresentanza femminile.

Ad oggi hanno indicato il candidato per la carica di commissario otto Stati membri, ai quali va aggiunta la Germania, che esprimerà la presidenza della Commissione, e l’Estonia, la cui premier uscente Kaja Kallas diventerà Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri. Al momento sono stati ufficializzati i seguenti nomi, con alcuni Stati che hanno riconfermato i nomi degli uscenti seppure scelti dai governi precedenti e di colore diverso: la Slovacchia ha candidato il vicepresidente uscente, il socialista Maros Sefcovic, la Lettonia il vicepresidente uscente Valdis Dombrovskis (Ppe), la Slovenia l’economista Tomaz Vesel, l’Irlanda l’ex-ministro delle Finanze, Michael McGrath, la Svezia la ministra per gli Affari europei, Jessika Roswall, e la Finlandia l’eurodeputata popolare Henna Virkkunen. L’Olanda ha deciso di riproporre l’uscente Wopke Hoekstra mentre la Repubblica Ceca ha indicato il ministro dell’industria e del commercio Jozef Sikela. In Spagna in pole position resta la ministra per la Transizione ecologica e vicepremier Teresa Ribera, che aspira a un portafoglio legato al Green Deal, che dovrebbe essere diviso tra più persone secondo i desiderata del Ppe. Non consideriamo nel computo la Francia, anche se il presidente Emmanuel Macron dovrebbe riconfermare Thierry Breton, ora al Mercato interno. 

Una volta che von der Leyen avrà scelto i nomi dei commissari, questi dovranno passare per le temute audizioni della commissione competente in materia del Parlamento europeo, che si svolgeranno tra settembre e ottobre. Il mandato dell’attuale Commissione scade il 31 ottobre ma viene automaticamente prorogato fino all’insediamento della nuova. Cinque anni fa iniziò il 1° dicembre. Per l’Italia ora si apre la partita più difficile con il governo che chiede un commissario di peso e una vicepresidenza. Il ministro agli Affari europei Raffaele Fitto rimane ancora la figura in pole position, vicina alla premier e con lunga esperienza a Bruxelles. E’ stato fatto anche il nome di Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. 

Gaza, Mattarella e Meloni vedono Herzog

Lavorare per la soluzione â€˜due popoli, due Stati’ e per la liberazione immediata degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, senza trascurare il rispetto del diritto umanitario a Gaza. Questi i temi principali discussi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla premier Giorgia Meloni negli incontri andati in scena prima al Quirinale e poi a Palazzo Chigi con il presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog. Al Colle, dove era presente anche il vicepremier e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, Mattarella e Herzog hanno discusso anche della necessità di evitare rischi di allargamento del conflitto in Medioriente ed è stato confermato l’impegno umanitario italiano per Gaza e l’incremento degli aiuti. “E’ un gran piacere dare il benvenuto a lei e alla delegazione che l’accompagna, per riaffermare insieme la grande amicizia che lega Israele e Italia. Benvenuto a Roma, siamo legati da una forte amicizia†ha affermato Mattarella ricevendo il presidente israeliano, che poi su X ha ricambiato scrivendo: “Grazie, signor presidente della Repubblica, vero amico dello Stato d’Israele, per la calorosa accoglienza. Apprezziamo il rapporto unico tra Israele e Italia, soprattutto in questi giorni. Grazie per la conversazione aperta e onesta su una serie di tematiche. La ringrazio per la Sua chiarezza morale e per il Suo essere al nostro fianco, mentre ancora continuiamo ad affrontare gli artigli del terrorismo dell’impero del male mossi da Teheran, e mentre lavoriamo instancabilmente per far tornare le nostre care e i nostri cari rapiti dalla prigionia a Gazaâ€. 

Dopo la visita al Quirinale, Herzog Ã¨ stato ricevuto da Meloni la quale, informa una nota di Palazzo Chigi, ha ribadito “la vicinanza del governo italiano ad Israele e la ferma condanna del terrorismo di Hamasâ€. La premier ha inoltre “rinnovato l’impegno italiano per la de-escalation a livello regionale, ricordando il ruolo svolto dal contingente italiano al confine con il Libano tramite Unifil e ribadendo la forte preoccupazione per la situazione umanitaria nella Striscia di Gazaâ€. Nel sottolineare l’importanza di giungere al più presto ad un cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi, lavorando nella prospettiva di una soluzione a due Stati, Meloni ha assicurato che “l’Italia continuerà a sostenere la mediazione Usa e a portare assistenza alla popolazione civile palestinese, attraverso l’iniziativa ‘Food for Gaza’â€. Anche in questo caso, al termine del faccia a faccia, Herzog ha utilizzato i social per ringraziare la premier, “una leader all’avanguardia in Italia e in Europa e una vera e importante amica dello Stato di Israeleâ€. “Come in ogni incontro politico che tengo – ha quindi aggiunto – abbiamo discusso del dovere supremo di liberare gli ostaggi che sono brutalmente tenuti prigionieri a Gaza nonché della lotta globale contro la minaccia rappresentata dall’Iran. Le ho raccontato dei cinque soldati e civili che sono stati assassinati e rapiti e portati a Gaza il 7 ottobre, i cui corpi sono stati recuperati ieri nel cuore di Khan Yunis. Una vera storia israeliana. Ho ribadito che non dimenticheremo mai la posizione dell’Italia al fianco di Israele in questo momento difficileâ€.

Autonomia, Occhiuto (FI) vuole moratoria per il Sud

Forza Italia frena la Lega sull’autonomia, una delle riforme più care alla Lega. Il portavoce della richiesta di una “una moratoria†all’applicazione della nuova legge è il governatore della Calabria Roberto Occhiuto, già tra i più scettici sull’applicazione del ddl Calderoli. Il governo per il momento, ha suggerito, “eviti intese con le Regioni, anche su materie non Lepâ€. A Occhiuto, che è anche numero due di FI, s’è aggiunto il leader nazionale Antonio Tajani: “Una richiesta legittima, prima vanno fatti i Lepâ€. Una risposta prudente, ma certo non una censura da parte del vicepremier, che proietta il dibattito nel quadro più ampio dei rapporti a dir poco tesi tra Azzurri e Carroccio a valle della spaccatura a Bruxelles sul voto per Ursula Von der Leyen. Ad abbassare i toni ci prova il commissario regionale della Lega Rossano Sasso: “Occhiuto – ha detto nel tardo pomeriggio – legittimamente avanza delle rivendicazioni più che comprensibiliâ€, ma “i Lep saranno garantiti. L’Autonomia può essere una grande opportunità, nessuno resterà indietroâ€. La mossa di Occhiuto Ã¨ arrivata stamattina nel corso di un’intervista a Sky. “Non è uno ‘spacca Italia’ – ha messo le mani avanti – ma la legge andava approfondita ulteriormente. Nel testo è previsto che le intese sulle materie Lep si possano fare solo dopo aver trovato le risorse per assicurare a tutti, sia a Crotone che a Vercelli, gli stessi dirittiâ€, ma queste risorse “ancora non ci sonoâ€. Sul referendum la sua previsione è catastrofica: “I calabresi voterebbero contro. Al Sud finirebbe 90-10 o 80-20, e al Nord questo risultato non sarebbe compensato. 

Un altolà a cui hanno fatto coro i partiti del centrosinistra, a partire dal Pd: “Ha fatto bene Occhiuto ad associarsi alla nostra linea, perché sa che l’immediato trasferimento delle materie provocherà un ammanco di risorse per le funzioni essenziali delle Regioniâ€, ha affermato il deputato Umberto Pagano, mentre Alessandro Alfieri, responsabile Riforme del partito, ha sottolineato “le profonde spaccature nel centrodestra†invitando Occhiuto a “chiedere il referendumâ€. Per Avs il ripensamento di Occhiuto è stato tardivo: “Poteva parlare prima – ha detto il capogruppo al Senato Peppe De Cristofaro – ora firmi per il referendumâ€. “Un vicepremier saluta la riforma come epocale, l’altro ritiene legittima la richiesta di moratoria: come fa Meloni a tacere?â€, ha chiesto il segretario del Psi Enzo Maraio. E dal M5S la linea si fa sempre più dura sul fronte referendum: “Dobbiamo puntare sul quesito che abbiamo presentato noi cioè l’abrogazione totale perché non dobbiamo lasciare margine a questo disegno scelleratoâ€, ha tuonato in serata il leader Giuseppe Conte

Sul fronte dei governatoritace l’altro presidente forzista perplesso, il lucano Vito Bardi. Approva invece da Firenze Eugenio Giani (“una posizione di buonsensoâ€) a capo di una delle cinque Regioni che hanno richiesto il referendum abrogativo. Assieme alla Toscana hanno votato sì anche Emilia-Romagna, Sardegna e Campania. Anche la Puglia, in realtà, ha votato sì, ma s’è scoperto un errore formale. Si tornerà a votare lunedì prossimo. Intanto è operativa la piattaforma per firmare digitalmente i referendum, una antica battaglia dei Radicali che oggi infatti esultano. “Usiamola – ha proposto il segretario di +Europa Riccardo Magi – a partire dal referendum sull’Autonomiaâ€.

Rai, continua il braccio di ferro. La Lega punta al DG

Si riaccende lo scontro nel centrodestra sulle nomine Rai. Il duello a tutto campo che da settimane vede ingaggiati soprattutto la Lega e Forza Italia emerge con maggiore intensità con la richiesta formale da parte del partito di Matteo Salvini di un tavolo sulla nuova governance e sul futuro della tv pubblica. Un confronto a tutto campo reso più urgente dalle dimissioni della presidente di viale Mazzini, Marinella Soldi (attive dal 10 agosto). Sullo sfondo la partita per il direttore generale della Rai, che i leghisti rivendicano quasi come ‘risarcimento’ per gli altri vertici coperti da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Lo schema, in parte tracciato, vedrebbe infatti Giampaolo Rossi nel ruolo di amministratore delegatoindicato dai meloniani e Simona Agnes come presidente in quota Forza Italia, e non prevederebbe la figura del direttore generale. 

Ma la Lega non ci sta e alza la voce non nascondendo anche mire sulla direzione del Tg1, dove non è scontato che resti Gian Marco Chiocci. O in alternativa per la testata Tgr. Di fronte alle resistenze degli alleati, la strategia offensiva del partito di Salvini – secondo quanto raccontano più fonti di maggioranza – includerebbe la minaccia di non sostenere la designazione di Agnes quando si arriverà al voto in commissione di Vigilanza, dove serve il quorum dei due terzi. “Meglio non tirare troppo la cordaâ€, l’avvertimento che filtra da Fratelli d’Italia, che a quel punto potrebbe scavalcare i leghisti cercando un accordo con Pd e Italia viva, secondo i ragionamenti che si facevano in Transatlantico alla Camera dopo la richiesta di un tavolo lanciata dalla Lega. Si tratta di posizionamenti tattici, al momento, spia di rapporti tutt’altro che sereni nella coalizione di governo su dossier politicamente cruciali come la Rai, e lo dimostra plasticamente il ping pong tra Camera e Senato sul voto per i quattro componenti del cda dell’emittente pubblica. Dai capigruppo, riuniti a Montecitorio, emerge per la seconda volta la possibilità di votare nel giro di pochi giorni “previa interlocuzione con il Senatoâ€. Una intesa che però a Palazzo Madama – secondo fonti di maggioranza e vicine alla presidenza – sembra ancora lontana. Da giorni si attende un confronto fra i tre leader del centrodestra. Un’occasione potrebbe essere nei primi giorni di agosto, al rientro di Giorgia Meloni dalla lunga missione internazionale in Cina e dal breve intermezzo in Francia, per le Olimpiadi. Una situazione che rende sempre più possibile un rinvio del dossier a settembre, quando le acque saranno più calme. 

In Emilia-Romagna, il centrodestra sceglie Ugolini (Civ) contro De Pascale (PD)

In accordo con i rispettivi vertici nazionaliâ€, i coordinatori regionali di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e Udc hanno annunciato l’appoggio dei partiti del centrodestra alla candidatura civica di Elena Ugolini a presidente dell’Emilia-Romagna. Sarà dunque lei a sfidare a novembre il candidato del centrosinistra, il sindaco di Ravenna Michele De Pascale per ottenere la poltrona che per quasi dieci anni è stata del presidente del Pd Stefano Bonaccini. Il via libera alla candidatura di Ugolini è arrivato dopo una seconda riunione “su proposte e programmiâ€, tra la candidata civica e i coordinatori regionali del centrodestra dopo quella che si era svolta sabato.

“Apprezzo e sono grata per il sincero e convinto supporto che il centrodestra mi sta dimostrando. Sono una civica che ha lanciato una sfida che a tanti sembra impossibile, ma, credetemi, non è così. Dobbiamo parlare al cuore delle persone, rimettendole al centro dell’agire politico e dell’attenzione della nostra regione. Non ci dobbiamo accontentare: ci sono richieste e bisogni che sto ascoltando in queste settimane che mi confermano ciò che già sapevo: l’Emilia-Romagna ha bisogno di una svolta†ha commentato a caldo Ugolini. Mentre gli esponenti dei partiti – Michele Barcaiuolo (Fdi), Jacopo Morrone e Matteo Rancan (Lega), Rosaria Tassinari e Valentina Castaldini (Forza Italia), Francesco Coppi (Noi Moderati) e Riccardo Bizzarri (Udc) – hanno spiegato la loro scelta in una nota congiunta: “Dobbiamo andare oltre gli steccati ideologici per dare una nuova prospettiva a una regione, l’Emilia-Romagna, che da 50 anni vede al potere le stesse facce e lo stesso apparato. Elena Ugolini Ã¨ la persona giusta per andare, appunto, oltre e liberare le migliori energie del nostro territorio, ponendo al centro la persona, senza guardare l’appartenenza a un certo partito o sistemaâ€.

Alla Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per la discussione sulle linee generali della proposta di inchiesta parlamentare sull’Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto. A seguire, si confronterà sulla discussione del disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del DL Infrastrutture sul quale il Governo dovrebbe porre la questione di fiducia alle 12.00.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 07:21:42 +0000 di Nomos Centro Studi Parlamentari
Telecoms
Bonus Luce e Gas: come funziona e come è cambiata l’agevolazione per ridurre le bollette

Dopo le agevolazioni previste per contrastare la crisi energetica, bonus luce e gas è tornato alla sua versione originaria: sono stati rivisti i limiti di reddito necessari per ottenere il bonus e il suo importo, con la rimozione del contributo straordinario che era stato introdotto per fronteggiare il periodo più caldo del caro bollette. Non cambiano invece le tipologie di bonus previste, così come le modalità di richiesta e di erogazione.

Con il ridimensionamento del bonus sociale diventa ancora più importante saper scegliere con attenzione le tariffe luce e gas sul mercato libero. Grazie al confronto possibile con SOStariffe.it si può verificare quali sono le offerte più convenienti delle imprese partner e ridurre le bollette senza costi extra e senza interruzioni nella fornitura.

Come funziona il bonus sociale luce e gas

Il bonus sociale luce e gas è un’agevolazione prevista a favore dei nuclei familiari a basso reddito e di quelli che hanno gravi problemi di salute. Esistono due diverse tipologie di bonus sociale:

  • Il bonus per disagio economico, distinto in bonus luce e bonus gas;
  • Il bonus per disagio fisico, previsto solo per l’utenza dell’elettricità.

Per accedere all’agevolazione è necessario rispettare precisi requisiti. Nel caso del bonus per disagio economico è necessario avere un ISEE al di sotto dei limiti stabiliti dalla normativa, mentre nel caso dello sconto per disagio economico è necessario dimostrare di utilizzare uno degli apparecchi elettromedicali salvavita indicati dalla legge. I beneficiari del bonus sociale percepiscono il contributo in modo automatico, sotto forma di sconto in bolletta.

Secondo i dati forniti da ARERA, in occasione della sua Relazione Annuale, nel corso del 2023 sono stati erogati 7,5 milioni di bonus per un contributo complessivo di 2,4 miliardi di euro per le famiglie che conferma l’importanza di questa misura per contrastare la crisi energetica e aiutare le famiglie a pagare le bollette.

Le novità 2024

Rispetto allo scorso anno, il bonus sociale è stato modificato in due aspetti principali:

  • Sono stati rivisti i limiti di reddito da rispettare per la richiesta del contributo per disagio economico;
  • È stato ridotto l’importo del contributo, ritornato al livello ordinario.

Per ottenere il bonus luce e gas per disagio economico è necessario avere un ISEE inferiore a 9.530 euro (a 20.000 euro se si hanno più di tre figli a carico). Lo scorso anno erano previste due soglie: era prevista l’erogazione del bonus in versione integrale per i nuclei familiari con ISEE fino a 9.530 euro e all’80% per quelli con ISEE compreso tra 9.530 e 15.000 euro.

Rimangono invariate le modalità di erogazione del bonus: chi ha presentato un ISEE che rientra entro i limiti stabiliti per il 2024 riceverà in automatico lo sconto in bolletta. Non sono cambiati nemmeno i requisiti da rispettare per il bonus per disagio fisico: per ottenere l’agevolazione è necessario presentare domanda rivolgendosi al Comune o a un CAF, allegando un’attestazione della ASL competente.   

Il ridimensionamento dei Bonus porterà a una riduzione della platea di beneficiari dell’agevolazione che, nel corso del 2023, aveva registrato una crescita del +22% rispetto all’anno precedente (il bonus è arrivato nelle bollette di 1,5 milioni di clienti luce e 1 milione di clienti gas in più).

Qual è l’importo del bonus luce

Il bonus luce per disagio fisico è determinato in base all’extra consumo causato dall’utilizzo degli apparecchi medicali e alla fascia di potenza impiegata. Per il 2024 si può ottenere uno sconto in bolletta che va da 139,08 a 450,18 euro.

Il bonus luce per disagio economico ha un importo variabile a seconda della numerosità del nucleo familiare. L’ammontare del bonus per il periodo compreso tra aprile e dicembre 2024 va da 142,74 a 201,30 euro, ripartiti in quote mensili di importo costante. 

Qual è l’importo del bonus gas

Il bonus gas viene riconosciuto in misura variabile in base al tipo di utilizzo che si fa del gas naturale (solo per cucina e acqua calda, solo per riscaldamento o per entrambi gli scopi), al numero di componenti del nucleo familiare e alla zona climatica in cui si trova l’utenza.

Per il primo trimestre 2024 l’importo del bonus gas:

  • Va da 10,92 a 15,47 euro nel caso di gas usato per acqua calda e cucina;
  • Va da 50,96 a 78,29 euro per gas da riscaldamento;
  • Va da 56,42 a 79,17 euro per gas usato sia per riscaldamento sia per acqua calda e cucina.

A differenza di quanto accade nel caso del bonus luce, il bonus gas ha un importo variabile nel corso dell’anno e lo sconto in bolletta risulta più elevato nel corso dei mesi invernali.

Rispetto allo scorso anno l’eliminazione del contributo straordinario ha comportato un forte abbassamento dello sconto: basti pensare che nel primo trimestre del 2023 il bonus gas per le famiglie a basso reddito era stato compreso tra 64,80 e 511,20 euro.

A ridursi per il 2024 sono quindi sia il numero dei beneficiari sia l’ammontare del bonus. Per continuare a risparmiare sulle bollette è indispensabile saper individuare la tariffa più economica in relazione ai propri consumi. Con l’aiuto del comparatore di SOStariffe.it si possono confrontare le proposte di tanti operatori partner e si può anche richiedere l’analisi della bolletta, così da capire quali sono le migliori soluzioni disponibili sul mercato libero.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 07:30:00 +0000 di Luana Galanti SosTariffe.it
Vodafone
Vodafone Italia, certificate le policy aziendali su parità di genere e diversity inclusion

Vodafone Italia conferma per il secondo anno consecutivo la certificazione per la parità di genere UNI/PdR 125:2022, con un punteggio di 93 su 100, e ottiene l’attestazione Human Resource Management Diversity and Inclusion ISO 30415:2021 che testimonia l’impegno di Vodafone nel valorizzare le diversità e nell’essere un’azienda inclusiva.

Certificazione da RINA

La certificazione per la parità di genere e l’attestazione D&I sono state assegnate da RINA, multinazionale di certificazione attiva in più di settanta paesi. Dopo una fase di monitoraggio, RINA ha confermato, con un punteggio di 4 punti superiore a quello dello scorso anno, la capacità dell’azienda nell’adottare politiche e iniziative concrete per favorire un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso della parità di genere. È stata attestata la coerenza delle attività di Vodafone sulla base di un processo di valutazione costituito da sei indicatori chiave, quali cultura e strategia, governance, processi HR, opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

L’attestazione Diversity & Inclusion conferma l’impegno di Vodafone, a tutti i livelli e grazie a politiche e programmi D&I, nel creare un ambiente lavorativo inclusivo, che faccia leva sulle diversità e unicità come punti di forza, accrescendo la consapevolezza e le competenze delle sue persone.

Silvia Cassano (Vodafone Italia): ‘Oltre il 43% dei nostri manager è donna’

“La certificazione per la parità di genere rappresenta il frutto di un lungo percorso che mette in evidenza sia l’autenticità dell’impegno a tutti i livelli aziendali sia la solidità delle nostre policy a supporto delle persone intese come primo asset aziendale, nelle rispettive unicità – dice Silvia Cassano, Direttore Risorse Umane e Organizzazione di Vodafone Italia. Proseguiamo nello sviluppo di iniziative concrete per aiutare i nostri colleghi e le nostre colleghe a lavorare nelle migliori condizioni personali e professionali. Sono costantemente rafforzate politiche per valorizzare merito, inclusione e parità nelle posizioni di leadership (oltre il 43% dei nostri manager è donna), ridurre il divario salariale e migliorare i servizi di welfare favorendo integrazione positiva tra vita e lavoro, tramite un dialogo costante con dipendenti, sindacati e opinione pubblica. La nuova attestazione Diversity & Inclusion è un ulteriore riconoscimento delle azioni che intraprendiamo ogni giorno per valorizzare tutte le diversità e contribuire ad un cambiamento culturale della società stessa”.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 13:59:22 +0000 di Redazione Key4biz
Video
Il direttore Luigi Garofalo ospite di RaiNews24: “Un vero cloud Ue e AI italianaâ€

Il direttore di Key4biz Luigi Garofalo è stato ospite in studio di RaiNews24 per commentare l’operato del Governo sull’intelligenza artificiale e il cyber caos mondiale del 19 luglio scorso. In sintesi la sua opinione: “Sviluppare intelligenza artificiale e cybersicurezza in Italia e creare il vero cloud europeo per intraprendere l’indipendenza tecnologica e dei servizi. Altrimenti il cyber-caos mondiale cosa ci ha insegnato?â€

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 08:26:05 +0000 di Redazione Key4biz
ENEL
Fotovoltaico, il Gruppo Enel firma un accordo di partnership in Spagna con Masdar

Enel informa che EGPE, società del Gruppo controllata tramite Endesa, ha firmato un accordo con Masdar, player nell’ambito delle energie rinnovabili, per la vendita a quest’ultimo di una partecipazione di minoranza, pari al 49,99% del capitale sociale, in EGPE Solar, veicolo recentemente costituito al fine di detenere tutti gli asset fotovoltaici già operativi di Endesa in Spagna, per una capacità installata complessiva di circa 2 GW.

L’accordo prevede il riconoscimento di un corrispettivo da parte di Masdar di 817 milioni di euro per l’acquisizione del 49,99% del capitale sociale di EGPE Solar, corrispettivo che è soggetto a un meccanismo di aggiustamento tipico di operazioni di questo genere. L’Enterprise Value riferito al 100% di EGPE Solar e riconosciuto nell’accordo è pari a circa 1,7 miliardi di euro.

L’operazione si inserisce nell’ambito di una partnership a lungo termine con Masdar, che comprende anche contratti di acquisto di energia (Power Purchase Agreements, PPA) della durata di 15 anni attraverso i quali si prevede che Endesa, per il tramite di una società controllata, acquisirà il 100% dell’energia generata dagli impianti fotovoltaici oggetto dell’operazione. È inoltre prevista la possibile futura ibridizzazione del portafoglio di impianti con sistemi di stoccaggio di energia a batteria (Battery Energy Storage Systems, BESS) fino a un massimo di 0,5 GW di capacità incrementale.

Si prevede che l’operazione nel suo complesso genererà una riduzione dell’indebitamento finanziario netto consolidato del Gruppo Enel pari a 817 milioni di euro nel 2024 mentre non sono previsti impatti sui risultati economici del Gruppo in quanto, al perfezionamento dell’operazione, Enel continuerà a mantenere il controllo di EGPE Solar e a consolidare integralmente la società.

Il closing dell’operazione, previsto nel quarto trimestre del 2024, è subordinato ad alcune condizioni sospensive tipiche di questo tipo di operazioni, tra le quali il rilascio dell’autorizzazione del Governo spagnolo sugli investimenti esteri.

L’operazione è in linea con il modello di “Partnership†delineato nel Piano Strategico 2024-2026 del Gruppo Enel, con la finalità di mantenere il controllo degli asset strategici e massimizzare la produttività e i ritorni sul capitale investito.

EGPE e Masdar hanno inoltre firmato un Memorandum of Understanding (MoU) non vincolante per esplorare una potenziale alleanza finalizzata allo sviluppo congiunto di progetti di generazione rinnovabile in Spagna.

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Data articolo: Fri, 26 Jul 2024 08:25:20 +0000 di Redazione Key4biz

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