Lo stallo del dossier rete unica tiene banco in questi giorni ed emergono nuovi dettagli sulla vicenda. Il sogno della politica di arrivare ad un unico player della rete, unendo Fibercop, controllata al 37,5% dal fondo americano KKR con il MEF al 16%, e Open Fiber, controllata da CDP al 60% e dal fondo australiano Macquarie al 40%, è in alto mare, con i soggetti interessati distanti e arroccati sulle loro posizioni.
Le visioni sono quanto meno discordanti. Non c’è nulla di ufficiale, ma le voci si rincorrono. Secondo quanto ricostruito da Key4Biz, c’è una sola cosa condivisa fra i diversi stakeholder, vale a dire che sicuramente c’è uno stallo. Ma di qui in avanti le posizioni in campo divergono pesantemente fra loro.
Da un lato, c’è chi sostiene che KKR non ha firmato un MoU che avrebbe dovuto dare il via all’operazione e che è stato firmato da MEF, CDP, Macquarie. Per questo il Governo sarebbe molto contrariato. Per chi sostiene questa tesi, per KKR – al di là delle chiacchiere – il tema vero sarebbe il pagamento dell’earn out da 2,5 miliardi a TIM se si facesse l’operazione di merger entro fine 2026, come stabilito a luglio del 2024 all’atto della cessione della rete Tim alla cordata guidata da KKR per un totale di 19 miliardi di euro.
C’è poi un’altra visione, diametralmente opposta
Come risulta a Key4Biz, a KKR non sarebbe arrivato alcun memorandum of understanding da parte di Open Fiber sul progetto rete unica. E dal 2020, da quando KKR ha fatto il suo primo investimento in Fibercop (allora società della rete secondaria di Tim), ce ne sono stati diversi di MoU e KKR li ha sempre firmati tutti.
Quali criteri?
Nel MoU andrebbero fissati i criteri per chiudere l’operazione, a partire dal perimetro che dovrebbe avere la nuova entità . Per KKR il quadro sarebbe piuttosto semplice. Fatto lo spin off della rete, “salvata†Tim da una posizione debitoria grave, che impediva qualsiasi investimento nella rete, creata Fibercop, sono partiti gli investimenti.
Il piano di Fibercop ha visto investimenti di 2,8 miliardi nell’ultimo anno, a fronte di un piano complessivo di 10 miliardi nei prossimi 10 anni.
A che punto siamo con la rete unica?
L’ultima puntata della rete unica che risulta nei vari colloqui ufficiosi è stata una interlocuzione con la Ue per proporre una rete unica comprensiva delle aree nere, proposta rigetta dalla Ue secondo cui con le aree nere non si può fare. Qualunque proposta, quindi, deve tenere conto della Ue e dei suoi paletti.
L’aspetto finanziario. Il debito di Open Fiber deve essere sostenibile
In secondo luogo, Fibercop a trazione KKR è molto attenta all’aspetto finanziario della questione e l’idea di fare un’operazione con un soggetto non commensurabile dal punto di vista finanziario suscita preoccupazioni.
A quanto risulta a Key4Biz, il fondo americano considererebbe la mancanza di un rating da parte di un’agenzia internazionale per Open Fiber come un aspetto alquanto penalizzante che ostacola l’apertura di una trattativa. Il project financing delle banche non è comparabile con il rating di Fibercop e quindi il valore delle due aziende non sarebbe commensurabile.
Quindi, per KKR chiudere l’operazione di merger con una società pesantemente indebitata sarebbe un danno per il rating di Fibercop, appesantirebbe l’azienda e rallenterebbe gli investimenti.
In altre parole, KKR chiederebbe delle valutazioni accettate sul mercato e condivise da tutti gli azionisti che, al momento, non ci sono. In parole molto tecniche, la richiesta è quella di armonizzare la modalità di comparare il valore delle due aziende.Â
I rispettivi multipli sono certamente un po’ diversi, in termini di ricavi e di rapporto fra EBITDA e debito.
Come vuole mettersi al tavolo Open Fiber?
Open Fiber vuole cedere le aree nere a Macquarie?
In quel caso, quali remedies verrebbero imposti dalla Ue in caso di merger e chi paga cosa?
Il tutto si ridurrebbe, in definitiva, ad una questione matematica e procedurale e non ci sarebbe quindi alcuna preclusione a priori da parte di KKR.
“Da dopo la caduta del governo Renzi si ripete lo stesso ritornello: unire FiberCop e Open Fiber per “salvare†ciò che resta della vecchia Telecom. Oggi lo chiamano “consolidamentoâ€, ieri era “troppa concorrenzaâ€: cambia il nome, non la sostanzaâ€, dice a Key4BizGiovanni Zorzoni, vice presidente di AIIP.
“È questo il modello che Bruxelles diceva di volere, prima che il nuovo Digital Networks Act iniziasse a spingere verso l’oligopolio.
Parlare oggi di “rete unica†significa ignorare la realtà del mercato: più pluralismo, più operatori, più scelta per cittadini e imprese.
Il tempo dei salvataggi di sistema è sempre più complesso, e l’idea di un monopolio di Stato su fibra (e frequenze) travestito da efficienza è una ricetta che, nel contesto di ibridazione digitale, fa tenerezza e ridere nello stesso tempoâ€, chiude Zorzoni.
Al Digital Innovation Forum di Cernobbio, Aldo Bisio, nuovo CEO di Engineering, ha presentato la visione del gruppo sull’evoluzione dell’intelligenza artificiale e sul ruolo dell’Italia in questa trasformazione. “Stiamo vivendo una grande accelerazione su tutto il tema dell’AI – ha detto – e in Engineering abbiamo deciso di spingere con decisione su questo fronteâ€. Bisio, alla guida dell’azienda da pochi mesi, ha sottolineato come abbia potuto costruire su una base solida grazie agli investimenti dei suoi predecessori.
“Abbiamo investito in modo importante per creare EngGPT, uno small language model caratterizzato sulla lingua italianaâ€, ha spiegato. “Crediamo che l’evoluzione dai frontier model agli small language model sia la strada giusta per i prossimi anni, soprattutto per l’Italia, che ha una struttura industriale più frammentata rispetto ai grandi concorrenti europeiâ€.
Il futuro? Gli Small Language Model
Tra i motivi che spingono Engineering verso questa direzione, Bisio ha indicato la sostenibilità : “I modelli small consumano da 30 a 100 volte meno energia rispetto ai large. Un cervello umano, per risolvere un problema mediamente complesso, consuma un joule. Un Large Language Model (LLM) ne consuma un milione di volte di più. L’efficienza energetica è un tema centrale, e gli SLM rappresentano un primo passo verso sistemi più sostenibili, anche in Italia, dove il training dei grandi modelli richiede sforzi e risorse di diversi ordini di grandezza superioriâ€.
“L’Intelligenza Artificiale sta vivendo una nuova evoluzione: i Large Language Model continuano a rappresentare il cuore pulsante dell’AI generativa, ma nel frattempo gli Small Language Model stanno rendendo più accessibile l’AI e aprendo la strada agli Agentic AI. Quest’ultimi sono sistemi capaci di pianificare, agire e adattarsi in tempo reale, segnando il passaggio verso forme di Intelligenza Artificiale realmente autonome. È una trasformazione profonda, che crea ecosistemi digitali più efficienti, multimodali e sostenibili.
Con EngGPT aiutiamo aziende e PA a trasformare l’AI in un motore di crescita e competitività â€
 A conclusione del suo intervento al ComoLake 2025, il CEO di Engineering Aldo Bisio ha spiegato: “In Engineering crediamo che l’Intelligenza Artificiale debba essere un motore di progresso, accessibile, etico e al servizio delle persone. La nostra vision è “AI Firstâ€: abbiamo reso questa tecnologia un elemento strutturale dei processi industriali, dei servizi pubblici e della vita quotidiana. Usiamo l’AI e la Generative AI in tutti i settori strategici – industria, energia, sanità , finanza, pubblica amministrazione – per trasformare dati in conoscenza e conoscenza in valore reale.
Con EngGPT, la nostra piattaforma di Private GenAI conforme all’AI Act, diamo alle organizzazioni strumenti per sviluppare la propria intelligenza digitale in modo sicuro e personalizzato. Il nostro obiettivo è accompagnare imprese e istituzioni verso un futuro in cui l’AI non sostituisce, ma amplifica le capacità umane, costruendo un’economia più competitiva, sostenibile e inclusiva.â€
Il CEO di Apple, Tim Cook, ha promesso che l’azienda continuerà ad aumentare gli investimenti in Cina. Lo ha riferito il ministro cinese dell’Industria e dell’Informazione, LiLecheng, durante la visita in corso del manager statunitense a Pechino.
Il ministro cinese Li ha invitato Apple a rafforzare la collaborazione con i fornitori locali, mentre Cook ha confermato l’impegno a intensificare la cooperazione con la Cina. Il Paese è il più grande mercato di Apple al di fuori degli Stati Uniti e resta un polo produttivo strategico per la società di Cupertino.
Le dichiarazioni arrivano mentre il produttore dell’iPhone cerca di aggirare i dazi imposti da Washington sulle spedizioni provenienti da Paesi come la Cina e l’India – dove si concentrano i principali stabilimenti produttivi – aumentando gli investimenti negli Stati Uniti fino a 600 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni.
Durante la visita, ha scritto Bloomberg, Cook ha incontrato figure di spicco dell’industria tecnologica e ha annunciato una donazione all’Università Tsinghua, una delle più prestigiose del Paese. Nei giorni precedenti era stato a Shanghai, dove ha visitato l’Apple Store, incontrato sviluppatori di videogiochi locali e il designer delle popolari bambole Labubu, che gli ha anche regalato un esemplare personalizzato.
Cook ha inoltre confermato che l’iPhone Air sarà in vendita in Cina dal 22 ottobre, dopo un ritardo dovuto a questioni regolatorie.
Tim Cook non abbandona la Cina, il motivo? Gli ingegneri
Nonostante la volontà di Trump di riportare la produzione negli Stati Uniti, la realtà è che Apple continua a considerare la Cina il cuore pulsante della propria filiera. Cupertino sta cercando di diversificare la catena produttiva spostando parte della manifattura in Vietnam e India, ma con risultati altalenanti: Foxconn, uno dei principali fornitori, ha recentemente richiamato ingegneri cinesi dalle fabbriche di iPhone in India, segno che il modello produttivo cinese resta, per ora, insostituibile.
Walmart ha annunciato una partnership strategica con OpenAI per consentire agli utenti di effettuare acquisti direttamente all’interno di ChatGPT, grazie alla nuova funzione ‘Instant Checkout’.
Questa innovazione rappresenta un significativo passo verso l’adozione di un commercio digitale ‘agentico’, in cui l’AI non si limita a rispondere alle richieste ma anticipa e prevede le necessità dei consumatori.
Walmart e OpenAI: al via la rivoluzione?
Utilizzando il chatbot conversazionale, i clienti potranno cercare prodotti, ricevere suggerimenti personalizzati e completare transazioni senza uscire dall’app. La collaborazione mira a trasformare radicalmente l’esperienza d’acquisto, rendendola più fluida, interattiva e centrata sulle esigenze individuali.
Attraverso Sparky, l’assistente AI sviluppato da Walmart, gli utenti avranno accesso a consigli contestuali, proposte di meal planning e possibilità di rifornire prodotti abituali con un semplice scambio di battute. L’amministratore delegato Doug McMillon ha evidenziato che il classico modello di e-commerce basato su motori di ricerca e lunghe liste di articoli è ormai superato.
La nuova generazione di AI promette un’interazione più coinvolgente e orientata al supporto pratico. Anche Amazon sta sperimentando funzionalità simili con la funzione ‘Buy for Me’, confermando una crescente tendenza del settore verso modelli in cui bot intelligenti assumono ruoli sempre più attivi nei processi di acquisto.
Questo sviluppo pone nuove sfide e opportunità nell’ambito della personalizzazione, dell’efficienza e della relazione cliente-marchio.
“Presto l’Intelligenza Artificiale ci sostituirà .†Un’affermazione che in Italia suona ancora come un’esagerazione, ma che in altri Paesi è già diventata realtà . Lo conferma un’inchiesta di Reuters che racconta il caso dei call center indiani, oggi sempre più popolati da chatbot di AI capaci di parlare e scrivere messaggi come veri operatori umani.
Nel Paese asiatico, startup all’avanguardia stanno, infatti, sviluppando sistemi in grado di gestire da soli fino a 10.000 richieste al mese, un volume che normalmente richiederebbe l’80% del personale umano. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre i costi e aumentare la produttività , ma le conseguenze per l’occupazione sono tutt’altro che marginali.
AI più economica della manodopera a basso costo
Tra le aziende protagoniste di questa trasformazione c’è LimeChat, che offre agenti virtuali persino più economici dei dipendenti indiani, da sempre considerati una delle manodopere più convenienti al mondo. L’India, infatti, si è distinta per decenni per i costi contenuti e la buona conoscenza dell’inglese, ma oggi anche quei ruoli di back office — come assistenza clienti, supporto tecnico o gestione dati — stanno venendo progressivamente assorbiti dai sistemi di intelligenza artificiale.
Secondo l’indagine Reuters, che ha coinvolto dirigenti, reclutatori, lavoratori ed ex funzionari governativi, la rivoluzione tecnologica che sta travolgendo il settore IT indiano ha un impatto stimato di 283 miliardi di dollari.
Eppure, mentre la tecnologia mette in discussione la stabilità di milioni di lavoratori, l’India accelera: il governo scommette che un approccio “senza freni†creerà abbastanza nuove opportunità da compensare i posti di lavoro persi. Una scommessa cruciale per capire se l’adozione massiva dell’IA potrà stimolare o danneggiare un’economia emergente. Un banco di prova anche per gli altri Paesi quindi.
Il boom della “conversational AIâ€
Il mercato globale dell’intelligenza artificiale conversazionale cresce del 24% all’anno e, secondo le stime di Grand View Research, raggiungerà i 41 miliardi di dollari entro il 2030. L’India, che dipende dal settore IT per il 7,5% del PIL, punta forte su questa evoluzione.
In un discorso di febbraio, il primo ministro Narendra Modi aveva dichiarato:
“Il lavoro non scompare a causa della tecnologia. Cambia la sua natura, e nascono nuove forme di occupazione.â€
Ma non tutti condividono questo ottimismo. Santosh Mehrotra, ex funzionario governativo e docente al Centre for Development Studies dell’Università di Bath, ha criticato l’esecutivo per la mancanza di un piano concreto per affrontare l’impatto dell’IA sui giovani lavoratori.
“Non esiste un piano d’azione,†ha commentato.
I più colpiti: i giovani laureati
Il settore della Business Process Management (BPM) impiega circa 1,65 milioni di persone in India — tra call center, gestione paghe e data entry — ma le assunzioni sono crollate con l’avanzare dell’automazione, nonostante la crescente domanda di coordinatori dell’IA e analisti di processo.
Secondo Neeti Sharma, CEO della società di collocamento TeamLease Digital, la crescita occupazionale nel comparto — che rappresenta un quinto della produzione IT — si è ridotta a meno di 17.000 posti l’anno negli ultimi due anni, contro i 130.000 del 2022-2023 e i 177.000 del 2021-2022.
“L’impatto maggiore sarà sui giovani neolaureati,†ha dichiarato Pramod Bhasin, pioniere dei call center indiani, che negli anni ’90 fondò il primo servizio per GE Capital con appena 18 dipendenti.
Nel lungo periodo, Bhasin ritiene che l’India possa trasformarsi da “back office del mondo†a “fabbrica globale dell’IAâ€, sfruttando la crescente domanda di ingegneri e soluzioni di automazione.
Il caso di LimeChat
Tra i maggiori beneficiari di questa tendenza figura proprio LimeChat. Secondo il fondatore Gupta, il team di sviluppatori e ingegneri dell’azienda ha già contribuito ad automatizzare circa 5.000 posti di lavoro.
Oggi i chatbot di LimeChat gestiscono il 70% delle richieste dei clienti, con l’obiettivo di arrivare al 90-95% entro un anno.
“Se ci paghi 100.000 rupie al mese, stai automatizzando il lavoro di almeno 15 agenti,†ha spiegato Gupta.
A quel prezzo — circa 1.130 dollari al mese — il servizio costa quanto tre operatori umani. I ricavi dell’azienda sono passati da 79.000 dollari nel 2022 a 1,5 milioni nel 2024, grazie anche alla recente partnership con Microsoft Azure, che ha permesso di integrare nuovi modelli linguistici e lanciare un chatbot dedicato all’e-commerce.
Casu: ‘Benefici concreti per cittadini e lavoratori’
“L’importanza di costruire al più presto un ecosistema pubblico-privato in grado di generare campioni nazionali ed europei in grado di competere sul piano globale è indispensabile sia per la crescita industriale ed economica – ha concluso Casu – che per orientare l’innovazione nei trasporti verso benefici concreti per tutti i cittadini e i lavoratori, garantendo maggiore sicurezza ed efficienza dei servizi per tutte e per tutti”.
China Mobile vuole installare un cavo sottomarino da 500 milioni di dollari per unire Hong Kong al Cile. Questo progetto, concorrente del cavo Humboldt di Google, solleva non poche preoccupazioni sulla sovranità dei dati in America Latina, in un quadro di crescente tensione fra Pechino e Washington.
Il progetto ‘Cile-Cina Express’ di China Mobile
Secondo quanto riportato da Les Echos, China Mobile ha recentemente creato una filiale in Cile per sviluppare il progetto di un cavo sottomarino fra Valparaiso e Hong Kong.
In collaborazione con Huawei Marine Networks, la filiale specializzata in commercio marittimo della casa cinese, e l’impresa britannica Inchape Shipping Services, questo cavo soprannominato “Cile-Cina Express”, potrebbe vedere la luce tra pochi mesi. Questo progetto da 500 milioni di dollari permetterà alla Cina di posizionarsi come leader mondiale nelle telecomunicazioni e di consolidare ulteriormente la sua influenza in America Latina.
Tuttavia, nella regione, questo progetto sta suscitando preoccupazione, principalmente a causa della sua mancanza di trasparenza, in particolare per quanto riguarda la protezione dei dati. Dal 2017, con l’introduzione delle leggi sulla sicurezza informatica e sull’intelligence nazionale, la Cina ha imposto alle sue aziende di collaborare con i servizi di sicurezza statali trasmettendo i propri dati anche quando le loro operazioni sono all’estero. I dati che circolano attraverso le infrastrutture gestite da aziende cinesi potrebbero essere resi disponibili a Pechino senza che gli utenti o i governi possano impedirlo.
Ma la Cina sta cercando di trarre vantaggio dal clima favorevole di intesa tra Xi Jinping e il presidente cileno di sinistra Gabriel Boric. L’offensiva poco prima delle prossime elezioni presidenziali cilene del prossimo 16 novembre che secondo le attese vedrebbero un ritorno al potere della destra, meno favorevole al regime di Xi Jinping.
La Cina insiste sul suo cavo
La Cina insiste per avere un proprio cavo, mentre il progetto di Google sarebbe gfià sufficiente per il traffico dati, osservano gli esperti. All’inizio di giugno, il Cile ha formalizzato il suo Progetto Humboldt, un accordo firmato con Google per sviluppare un cavo che collegherà Sydney al porto cileno di Valparaiso, attraverso la Polinesia francese. Il progetto è stimato in 400 milioni di dollari e l’inizio dei lavori è previsto per il 2026.
Questo cavo sottomarino lungo 14.000 chilometri collegherebbe direttamente Asia e Oceania al Sud America. In realtà , il monopolio sui cavi sottomarini nel Pacifico è americano.
Non più dipendenti dagli Stati Uniti
Lungi da un obiettivo puramente tecnologico, la Cina cerca principalmente di posizionarsi geopoliticamente in un’America Latina ancora sotto l’influenza statunitense. Economicamente, Pechino sta già superando Washington, essendo diventata il principale partner commerciale di Cile, Perù e Brasile. L’interesse della Cina va ben oltre il Cile e i suoi 20 milioni di abitanti. Passando per il Cile, la Cina avrà accesso a database molto più ampi, come quelli dei 45 milioni di argentini o dei 208 milioni di brasiliani. Con il cavo “Cile-Cina Express”, Pechino potrebbe inviare e ricevere dati in tutta l’America Latina senza passare attraverso i cavi statunitensi.
Inoltre, il Cile sta attualmente lavorando alla posa di un cavo in fibra ottica per i suoi territori in Antartide e la Cina potrebbe avere accesso a informazioni chiave in questa regione, come i progressi scientifici o i dati trasmessi dai satelliti.
Giorgetti presenta le linee guida della manovra. Venerdì il via libera dal Cdm
La prossima legge di bilancio prevede interventi per 18 miliardi di euro, oltre due in più di quelli stimati inizialmente. Sono in arrivo misure sul fisco ed in favore del recupero del potere d’acquisto delle famiglie e a sostegno delle imprese. Tra queste: il taglio del secondo scaglione Irpef dal 35% al 33%, con uno stanziamento nel triennio pari a circa 9 miliardi. In arrivo 2 miliardi per adeguare i salari all’inflazione e la pace fiscale fino a tutto il 2023, ma in modo selettivo escludendo coloro che non hanno mai presentato la dichiarazione dei redditi. Si profila una rottamazione fino a 9 anni. C’è la revisione dell’Isee con l’esclusione dal calcolo della prima casa. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha illustrato le linee guida della manovra in Cdm, in concomitanza con l’approvazione del Dpb, in vista della nuova riunione a Chigi in programma venerdì per il via libera al testo. “Venerdì lo definiremo nei particolari. La prospettiva è abbastanza delineataâ€, spiega il titolare del Mef al termine del Cdm.
“La manovra interviene in un contesto in cui permangono forti elementi d’incertezza; l’impegno del Governo, in questo scenario, è proseguire nell’azione di sostegno del potere di acquisto delle famiglie, delle imprese e per il sociale e assicurare la sostenibilità della finanza pubblicaâ€. Poi ironizza: “Papa Leone ha fatto il miracoloâ€, riferendosi all’incontro mattutino al Quirinale del Governo con il pontefice. Restano da limare gli ultimi dettagli, viene riferito, nel confronto con le banche e le assicurazioni, alle quali verrebbe richiesto un contributo per finanziare il provvedimento che si aggirerebbe tra 4 e 5 miliardi di euro, tra imposte differite e altre formule.
Ai rifinanziamenti sulla sanità previsti l’anno scorso dalla legge di bilancio, pari a oltre 5 miliardi per il 2026, a 5,7 miliardi per il 2027 e a quasi 7 miliardi per il 2028, si aggiungono 2,4 miliardi di euro per il 2026 e 2,65 miliardi per il biennio successivo. Sono prorogate per il 2026 le stesse condizioni previste per il 2025 in merito alle disposizioni in materia di detrazioneper interventi edilizi: dunque, bonus ristrutturazione al 50% per la prima casa.
Capitolo sostegni alle imprese: si favoriranno, spiga il Mef, gli investimenti in beni materiali attraverso la maggiorazione del costo di acquisizione valido ai fini del loro ammortamento, per un valore complessivo di 4 miliardi di euro. Saranno presenti nel triennio il credito d’imposta per le imprese ubicate nelle zone economiche speciali (ZES) e, nella misura di 100 milioni di euro nel triennio 2026-2028, per le zone logistiche semplificate (ZLS). Arriva anche una nuova proroga, al 31 dicembre 2026, della sterilizzazione della plastic e sugar tax. E viene rifinanziata anche la misura agevolativa “Nuova Sabatiniâ€.
Il pacchetto famiglia prevede uno stanziamento nel triennio di circa 3,5 miliardi, che include anche il contrasto alla povertà . Per favorire l’accesso a determinate agevolazioni, verrà attuata una revisione della disciplina per il calcolo dell’ISEE, che interviene sul valore della casa e sulle scale di equivalenza, con effetti complessivi di quasi 500 milioni di euro annui. Saranno definite anche iniziative sulle pensioni in materia di aspettativa di vita. Da settimane si parla del tentativo di sterilizzare l’aumento di 3 mesi dell’età pensionabile a partire dal 2027 ipotizzando di un intervento che richiederebbe almeno 1,5 miliardi. Arriva anche la proroga per il 2026 delle misure incrementali sull’imposta di soggiorno, tramite un altro decreto-legge contenente misure urgenti in materia economica. Il maggior gettito sarà destinato per il 70% agli impieghi previsti e per il 30 per cento al bilancio statale, per incrementare le risorse del Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità e del fondo per l’assistenza.
Il Pd apre su Gaza e la Meloni chiede un vertice sulla ricostruzione
La tregua è a rischio e bisogna fare il possibile per irrobustirla: per queste ragioni il Pd è pronto a valutare quali saranno le proposte del Governo per aiutare a stabilizzare l’area. Soprattutto è pronto a votare a favore di una missione di peacekeeping nella Striscia, che naturalmente, per i dem, deve passare attraverso il voto del Parlamento che potrebbe essere per la prima volta “unanimeâ€. Ad assicurarlo è stato il responsabile Esteri Giuseppe Provenzano che, insieme al capogruppo della Camera Chiara Braga, ha spiegato che il Pd è pronto a fare la sua parte per la pace in Medio Oriente. I dem aprono quindi all’esecutivo, pur ritenendo fondamentale l’immediato riconoscimento dello Stato di Palestina.
Il tutto mentre la premier Giorgia Meloni, tornando dal vertice di Sharm el-Sheikh, continua a garantire che l’Italia è pronta a fare tutto ciò che servirà : “Penso che la comunità internazionale debba aiutarla il più possibile. Quindi l’Italia è qui per dire che siamo pronti sul fronte della sicurezza, su quello umanitario, su quello politico, per qualsiasi cosa sia necessariaâ€. Poi in serata un’accelerazione: la premier ha chiesto nel corso del Cdm che tutti i ministeri e le istituzioni coinvolte nel progetto di ricostruzione si riuniscano per fare il punto sui prossimi passi. La riunione, presieduta dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, è stata fissata per oggi a Chigi.
Dopo il flop della in Toscana Vannacci è sotto accusa
“Chi pensa mi fermi, non mi conosce. Chi pensa mi scoraggi, sbaglia. Questi sono i risultati che mi fanno andare avanti ancora più determinatoâ€. Roberto Vannacci non si nasconde: all’indomani del flop della Lega alle elezioni regionali in Toscana con il 4,4%, il vicesegretario e responsabile della campagna elettorale del Carroccio è pronto a rilanciare la sfida rispondendo alle accuse di chi lo considera responsabile del risultato. “Grazie a tutti i patrioti che hanno voluto sostenere la Lega in questa battaglia impari, andremo sempre avantiâ€, promette il generale. Il partito di via Bellerio si interroga sui motivi del flop seppure in una Regione storicamente rossa come la Toscana. Chi vota ha sempre ragione, è il mantra di Matteo Salvini quando i risultati sono tutt’altro che brillanti. I numeri parlano chiaro: circa il 2% in meno rispetto alle ultime elezioni europee del 2024 e oltre 17 punti percentuali rispetto al 2020, quando Susanna Ceccardi era candidata alla guida della Regione.
La Giustizia esaminerà la pdl per la tutela dei minori in affidamento, assieme alla Trasporti, lo schema di decreto legislativo sulle disposizioni sanzionatorie per la violazione degli obblighi in materia di diffusione e fornitura di carburanti sostenibili per l’aviazione, mentre con la Finanze dibatterà sullo schema di decreto legislativo per prevenire l’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. La Esteri relazionerà sullo stato di attuazione del Piano Mattei, proseguirà l’esame dell’indagine conoscitiva sui risvolti geopolitici connessi all’approvvigionamento delle cosiddette terre rare e procederà alla ratifica di alcuni Trattati e Accordi.
La Difesa ascolterà il Segretario Generale della Difesa Consigliere Fabio Mattei sulle linee generali dell’incarico ricoperto. La Finanze esaminerà lo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva per quanto riguarda taluni aspetti del requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili.
La Ambiente con la Attività Produttive dibatterà sul decreto-legge per assicurare la continuità delle funzioni dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA), il cui termine per la presentazione di emendamenti scade venerdì 17 alle 18.00. La Trasporti svolgerà delle audizioni sulla pdl sulla sicurezza delle attività subacquee. La Lavoro svolgerà delle audizioni sulle pdl per congedo di maternità e di paternità obbligatorio e la pdl per la riduzione dei termini per la liquidazione del trattamento di fine servizio dei dipendenti delle Amministrazioni pubbliche e rivalutazione dei limiti d’importo per l’erogazione rateale del medesimo trattamento. La Affari Sociali esaminerà lo schema di decreto legislativo in materia di etichettatura dei prodotti caseari a base di latte crudo e lo schema di decreto legislativo sui requisiti per gli stabilimenti e per la cura, la sistemazione e i metodi di soppressione degli animali.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per l’esame del decreto-legge per la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026. Dalle 11.00 l’informativa urgente del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani sul Piano di pace per la Striscia di Gaza. Successivamente, dibatterà sul ddl sulle piccole e medie imprese.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sul ddl costituzionale per la separazione delle carriere nella magistratura e sul ddl per l’elezione del sindaco nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti. La Giustizia esaminerà il ddl sulle disposizioni sanzionatorie a tutela dei prodotti alimentari italiani, il ddl sulla comunicazione delle variazioni di reddito rilevanti ai fini dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, il ddl sulle indagini informatiche, il ddl in materia di furto d’auto, il ddl sul procedimento sommario per la realizzazione del credito, il ddl per l’introduzione dello psicologo forense e altre risorse per il contrasto alla violenza contro le donne, il ddl sulla tutela anticipatoria della crisi da sovraindebitamento, il ddl in materia di oralità del rito civile ordinario di cognizione, il ddl sul procedimento sommario per la realizzazione del credito e il ddl in materia di successioni.
La Esteri e Difesa, con la Politiche dell’Ue, dibatterà sull’Affare assegnato relativo alle ingerenze straniere nei processi democratici degli Stati membri dell’Unione europea e nei Paesi candidati. La Politiche dell’Ue esaminerà la relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2025 e l’Affare assegnato sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Unione europea. La Bilancio si confronterà sullo schema di decreto legislativo in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale e sul ddl per il rilancio dell’economia nei territori delle Regioni Marche e Umbria. La Finanze esaminerà lo schema di decreto legislativo in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale, il ddl per il trasferimento al patrimonio disponibile e la successiva cessione a privati di aree demaniali nel comune di Caorle e proseguirà l’indagine conoscitivasulla gestione del magazzino fiscale da parte dell’ente della riscossione.
La Cultura si confronterà sul ddl sull’accesso alla docenza universitaria, sui ddl per l’educazione sentimentale e affettiva nelle scuole e sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica sulla struttura ed il funzionamento dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR). La Ambiente proseguirà il ciclo di audizioni sulle pdl di delega al Governo per l’aggiornamento, il riordino e il coordinamento della disciplina legislativa in materia edilizia e alcune sulla pdl per il recupero e la ricostruzione delle bilance da pesca e dei ricoveri per barchini del lago di Massaciuccoli e del Padule settentrionale.
La Industria proseguirà l’esame della legge annuale sulle PMI, del disegno di Legge annuale su mercato e concorrenza 2025 del Dlgs sul Codice degli incentivi e svolgerà audizioni e dibatterà sull’Atto Ue per l’attuazione del sostegno dell’Unione alla politica agricola comune per il periodo dal 2028 al 2034 e del ddl per la valorizzazione della transumanza. La Sanità e Lavoro esaminerà i ddl in materia di tutela della salute mentale e sui disturbi del comportamento alimentare, lo schema di decreto legislativo per il riconoscimento delle qualifiche professionali degli infermieri responsabili dell’assistenza che hanno completato la formazione in Romania, il dlgs sui requisiti per gli stabilimenti e per la cura e la sistemazione degli animali e per quanto riguarda i metodi di soppressione degli animali e il dlgs sulla modifica al regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro della salute.
Dopo la prima fase di sperimentazione conclusasi a marzo 2025 con risultati molto positivi, la Regione Emilia-Romagna rilancia per l’autunno una nuova tappa del progetto MaaS4Italy (Mobility as a Service for Italy).
L’iniziativa Maas4RER punta a favorire la diffusione dei viaggi multimodali, ossia spostamenti che combinano diversi mezzi di trasporto per raggiungere la stessa destinazione. Grazie alla collaborazione dei due MaaS Operator, TPER e MyCicero, i cittadini potranno vivere un’esperienza semplice e intuitiva, senza doversi preoccupare delle differenze tra operatori o modalità di trasporto.
La sperimentazione avrà un focus sui principali nodi di interscambio, come l’area aeroporto e stazione di Bologna, e sul territorio del Comune di Rimini, includendo non solo i mezzi del trasporto locale, ma anche soluzioni di mobilità in sharing come monopattini, e-bike e scooter.
Per rendere l’esperienza ancora più interessante, è previsto un cashback dedicato agli sperimentatori già iscritti al progetto entro il 31 marzo 2025, valido per i viaggi effettuati dal 1° ottobre al 31 dicembre 2025.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Philip Morris Italia S.p.A. per possibile pratica commerciale scorretta nel promuovere prodotti utilizzando espressioni come “senza fumoâ€, “un futuro senza fumo†e/o “prodotti senza fumoâ€.Â
Ieri i funzionari dell’Autorità , con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni nelle sedi della società Philip Morris Italia S.p.A. e della società Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna S.p.A.Â
“Un rinnovo agli operatori mobili, qualora lo vorranno, a un prezzo non esoso, come fatto in Germania, in cambio di investimenti infrastrutturali per migliorare le reti mobili del Paese”. Questo il punto di vista di Federico Protto, Presidente e CEO Cellnex Italia in merito alla modalità di rinnovo delle frequenze mobili, in scadenza il 31 dicembre 2029.
La videointervista di Key4Biz a Protto è stata realizzata in occasione del Digital Innovation Forum -ComoLake2025. Key4Biz è media partner.
“C’è la mia attenzione sulla seconda consultazione pubblica di Agcom sul rinnovo delle frequenze mobiliâ€, in scadenza il 31 dicembre 2029, “e come Governo non dobbiamo essere esosi, ma le Telco devono investire di più sul 5G, in particolare sul 5G Standaloneâ€. Questo è uno dei messaggi chiave lanciati da Alessio Butti, il Sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione, nel suo intervento al Digital Innovation Forum 2025 – ComoLake2025 – di cui Key4Biz è media partner – in corso da oggi fino al 17 ottobre a Villa Erba a Cernobbio.
Poi, a margine del suo intervento, Butti ha così risposto alla nostra domanda:
Butti: “Con AI e Quantum Computing vogliamo plasmare il futuro insieme alle startup“
“Mettere insieme l’AI e il quantum computing sarà una straordinaria sfida e abbiamo bisogno del contributo di tutti gli stakeholder, cioè di tutti i soggetti che qui sono convenuti e che stanno interloquendo con il Dipartimento, con la Presidenza e con altri ministeri competenti, cercando di portare dei contributi in termini di idee”. Così ha risposto alla domanda di Key4Biz Butti, a margine del suo intervento.
“Quando parlo di Stato amico, di Stato agente che ha rispetto del tempo dei cittadiniâ€, ha aggiunto Butti, “utilizzando l’intelligenza artificiale e tutte le nuove tecnologie, voglio parlare di uno Stato che si metta a disposizione del cittadino, che non gli crea problemi. Uno Stato che dice ‘siamo qua, spiegaci di che cosa hai bisogno, al resto ci pensiamo noi con la digitalizzazione“.
Quantum Computing, a Cernobbio nasce Q-Alliance: primo accordo al mondo tra due società specializzate
“L’Italia è protagonista anche nel Quantum Computing”, ha aggiunto dal palco il Sottosegretario, ricordando sia la Strategia approvata dal Governo sia l’iniziativa Q-Alliance, frutto di un Memorandum of Understanding siglato proprio qui oggi a Cernobbio al Digital Innovation Forum, tra D-Wave, società leader nei sistemi, software e servizi di calcolo quantistico e primo fornitore commerciale di computer quantistici al mondo, e IonQ, la più grande compagnia al mondo di quantum computer, e si pone come obiettivo di accelerare la scoperta scientifica, la trasformazione industriale e la sovranità digitale.
“Alle due aziende”, ha concluso Butti, “abbiamo avanzato, con successo, 3 richieste:
“Quando parliamo di infrastrutture, parliamo volgarmente di ferro e cemento. Però tutto il nostro mondo, in particolare il nostro cellulare, è connesso grazie alle infrastrutture che sono dietro al segnale, dietro alle frequenze degli operatoriâ€. Lo ha detto Diego Galli, Direttore Generale di INWIT, nel suo intervento all’edizione 2025 del Digital Innovation Forum – ComoLake2025 in corso a Cernobbio. Key4Biz è media partner.
“Le infrastrutture sono più sostenibili ed efficienti se condivise. È particolarmente importante considerando che l’industria delle telecomunicazioni in Italia è sotto pressione economica. Avere un modello infrastrutturale neutrale ed efficiente di infrastrutture condivise è fondamentale e abilita gli investimenti”, aggiunge Galli.
Modello ‘neutral host’ che crea efficienza
Nel 2025 si festeggiano i dieci anni dalla nascita delle tower company in Europa, ricorda Galli, nate fondamentalmente dal decoupling delle infrastrutture passive dagli operatori telco. “Il modello tower company ha diverse prospettive, innanzitutto quello dell’efficienza industriale – ha detto Galli – il modello si è evoluto sul principio fondamentale dello sharing, che consente maggiore sostenibilità ed efficienzaâ€.
Il ritorno degli investimenti sulla filiera è così migliore per tutti. “Questo è molto importante soprattutto in Italia, dove l’industria e delle telecomunicazioni è particolarmente sotto pressioneâ€, aggiunge Galli, sottolineando che secondo uno studio Thea Ambrosetti il risparmio creato dalle tower company negli ultimi 10 anni è pari a 15,8 miliardi di euro, evitando duplicazioni di investimenti.
Una delle conseguenze in termini ambientali è pari a 2,5 milioni di tonnellate di CO2 evitate.
Modello finanziario: alto livello di investimenti
Il modello infrastrutturale, separato dai servizi, ha delle logiche di investimenti alti. “INWIT investe circa il 30% dei ricavi in CAPEX per mantenere le infrastrutture – dice Galli – la media dell’industria è dell’11%, la media delle telco è il 15%â€.
Tutto ciò a fronte di ritorni molto lunghi. “Possiamo sostenere ritorni a 10-15-20 anni – prosegue – attraverso il modello infrastrutturale. E’ chiaro che devono esserci ritorni con una generazione di cassa continua, alta visibilità ed alta certezzaâ€. Questo modello è applicato anche oggi alle telecomunicazioni.
Galli: ‘INWIT investimento perfetto per i fondi pensione’
“Il settore è capital intensive, richiede e richiederà tantissimo capitale ma questo modello infrastrutturale è in grado di attrarre capitale internazionaleâ€, dice ancora Galli: “INWIT ha attratto 14 miliardi di euro tra equity e debito da tutto il mondo in 10 anni. Investitori francesi, tanti americani, australiani, canadesi, inglesi. Investimenti che danno certezza e ritorni certi, a fronte di pochi rischi. Investimenti perfetti per i fondi pensioneâ€.
Competenza industriale, modello torri ancor più valido indoor
INWIT oggi ha 25mila torri in Italia, 700 punti di copertura indoor, più di 25mila punti di presenza sul territorio connessi che hanno permesso di immettere nell’ecosistema delle telecomunicazioni 10 miliardi di euro in 10 anni. “L’80% del traffico dati avviene dentro location indoor, che resta una sfida ancor di più con il 5G che fatica a penetrare nelle mura degli edifici – dice Galli – allora stiamo adottando lo stesso modello delle torri sugli edifici indoorâ€.
Fra i 700 punti di copertura indoor di INWIT ci sono ospedali, centri commerciali, musei, università , stadi. “La connettività è fondamentale indoor, ma ancor di più nelle metropolitane. La nuova metropolitana M4 di Milano ha una connessione 5G. Lo stesso vale nella nuova metropolitana di Romaâ€. Nell’ambito di Roma INWIT sta guidando un progetto integrato che riguarda tutta la metropolitana, la creazione di un layer infrastrutturale di superficie per cittadini e turisti, e la predisposizione di small cells su cento piazze e vie limitrofe per il 5G dedicato, WiFi pubblico (circa 800 hotpsot) e circa 2mila telecamere per la sicurezza e 1800 apparati IoT per la sensoristica ambientale. Il progetto Roma 5G è in collaborazione con il Comune di Roma.
“Noi stiamo facendo un progetto di sviluppo della rete anche al servizio dell’intelligenza artificiale. Chiaramente noi continuiamo la nostra opera di infrastrutturazione in tutta Italia, però in parallelo stiamo andando a completare e ad arricchire la nostra infrastruttura. In particolare, nell’ultimo anno abbiamo cominciato a realizzare una rete di Edge Data Center, piccoli data center distribuiti su tutto il territorio nazionale, su una infrastruttura pronta, all’interno dei nostri Pop di rete. Ne abbiamo già attivi tre: a Roma, Milano e Pescara e in piano entro l’anno prossimo ne abbiamo altri 16â€, ha detto Giuseppe Gola, Amministratore delegato e Direttore Generale di Open Fiber nel suo intervento all’edizione 2025 del Digital Innovation Forum – ComoLake2025 in corso a Cernobbio. Key4Biz è media partner.
“Tutto questo va nella direzione di fare della rete non più soltanto una infrastruttura passiva, ma una infrastruttura completa in cui tutti i clienti e gli operatori potranno andare ad installare direttamente le loro applicazioni, i loro servizi sulla nostra rete senza dover realizzare una loro infrastrutturaâ€.
“Da oltre un anno ci occupiamo anche di AI generativa, con una famiglia di modelli che si chiamano Velvet (proprio oggi ne abbia rilasciati altri due, che coprono tutte le 24 lingue ufficiali della Ue) per un totale di quattro modelli più una serie di altri che si chiamano fine tuning riadattati a scopi particolariâ€. Così Valeria Sandei, amministratore delegato di Almawave, società italiana quotata sul mercato Euronext Growth Milan e parte del Gruppo Almaviva attiva in ambito Data & Artificial Intelligence, nel suo intervento al Digital Innovation Forum – ComoLake2025 in corso a Cernobbio. Key4Biz è media partner. Â
Un altro aspetto importante è il peso delle lingue nella fase di addestramento. “Abbiamo creato dei nostri algoritmi per far sì che i modelli Velvet non siano anglocentrici, ponderando il peso delle varie lingue che sono meno rappresentate a livello di peso di dati e quindi più difficili da interpretareâ€.
L’azienda ha anche rilasciato un nuovo modello multimodale di AI da 2 miliardi di parametri, testo-voce.
Modelli applicabili in PA, Sanità , Trasporti e Finanza
In quali ambiti può essere più efficace il modello Velvet? Nell’estrazione di informazioni dai testi? Nella generazione di contenuti multilingue? “Noi siamo sempre stati molto pratici e concreti nello sviluppo della tecnologia – dice Sandei – modelli che fossero utili in contesti che meglio conosciamo come la sanità , pubblica amministrazione, dei trasporti, della finanzaâ€.
“L’intelligenza artificiale ha una parte di training, in cui si insegna all’AI ciò che si vuole che impari, e una parte di inference, vale a dire le richieste di ciò che vogliamo rivolte all’AI. Bene, oggi sia il training sia l’inference si fanno nel Cloud. Ma entrambi si sposteranno sempre più vicino a noiâ€.
AI, una storia che inizia negli anni ’50 del secolo scorso
L’intelligenza artificiale (AI) è una delle tecnologie più affascinanti e rivoluzionarie del nostro tempo. Ma come siamo arrivati a creare macchine capaci di scrivere testi, riconoscere volti e persino generare opere d’arte? Ripercorriamo insieme le tappe principali di questa straordinaria evoluzione. Negli anni ’40 e ’50, matematici e filosofi iniziano a chiedersi se una macchina possa pensare. Il geniale Alan Turing propone un test per valutare l’intelligenza di una macchina: se riesce a dialogare con un essere umano senza farsi riconoscere, allora è “intelligenteâ€.
Dopo decenni di sperimentazioni e passi in avanti (e anche passi falsi), si arriva agli anni ’90 del secolo scorso: l’attenzione si sposta sull’apprendimento automatico (machine learning): invece di programmare ogni comportamento, si insegna alla macchina a riconoscere schemi nei dati. Nascono le reti neurali, ispirate al cervello umano, che permettono alle macchine di migliorare con l’esperienza.
Il vero punto di svolta è arrivato nel 2012, un gruppo di ricercatori guidato da Alex Krizhevsky, insieme a Geoffrey Hinton e Ilya Sutskever, ha presentato AlexNet, “una rete neurale profonda, deep neural network, progettata per riconoscere immaginiâ€.
Da allora, ogni 2-3 anni ci sono stati successi significativi, fino ai Large Language Model (LLM) e al machine learning (ML)
“Sul futuro dell’AI – ha proseguito il Professore della Bocconi – ci sono diverse visioni, dall’Artificial General Intelligence alla Transformative AI, che potrebbe automatizzare gran parte del lavoro intellettuale. È importante considerare le trasformazioni sociali e l’impatto dell’AI sulla scienza e sulla ricerca. Le applicazioni includono nuove molecole, nuovi materiali e il linguaggioâ€.
“L’AI non ha una vera intelligenza generale – ha precisato il fisico teorico – non ha una relazione con il mondo, non ha la consciousness, non ha l’attenzione e non è capace di capire le causalità . Ci sono problemi legati ai dati. Le sfide più importanti sono la connessione con la computational neuroscienceâ€.
In pratica, quando si aumenta la dimensione di un modello linguistico (più parametri, più dati, più potenza di calcolo), compaiono capacità nuove che non erano presenti nei modelli più piccoli. E non si manifestano gradualmente, ma improvvisamente, come se il modello “sbloccasse†una nuova abilità .
AI: ‘A’ come accelerazione delle scoperte e ‘I’ come ignoranza dei suoi meccanismi di base
“L’Europa ha enormi capacità nell’AI, soprattutto nella ricerca, ma è indietro nello sviluppo dei nuovi modelli e nelle applicazioni, ha un problema di competitività . L’Europa deve trovare un modo per investire nell’AI di frontieraâ€, ha sottolineato il Professore della Bocconi, “solo così sarà possibile investire nel modo giusto per aumentare capacità e sviluppare modelli all’avanguardia per realizzare in Europa un cero centro di ricerca nell’AI“.
Nvidia ha annunciato il lancio di Spark, un compatto e potente ‘supercomputer personale per l’AI’ che sarà disponibile a partire dal 15 ottobre. Questo dispositivo, presentato inizialmente come Digits, è ora ufficialmente il DGX Spark ed è progettato per rendere accessibile l’elaborazione avanzata dell’AI a ricercatori, studenti e sviluppatori.
Con una configurazione che include il superchip GB10 Grace Blackwell, 128 GB di memoria unificata e fino a 4 TB di storage NVMe SSD, Spark è in grado di elaborare modelli fino a 200 miliardi di parametri, erogando un petaflop di potenza computazionale.
Nonostante le specifiche da data center, il DGX Spark si distingue per le sue dimensioni ridotte, tanto da poter essere collocato comodamente su una scrivania e alimentato da una normale presa di corrente. Il prezzo, inizialmente previsto a 3.000 dollari, è stato aggiornato a 3.999 dollari.
La commercializzazione avverrà sia tramite il sito ufficiale Nvidia che attraverso partner selezionati. Il CEO Jensen Huang ha sottolineato l’importanza di democratizzare l’AI, immaginando un mondo in cui ogni ricercatore o studente abbia un supercomputer AI sulla propria scrivania.
Oltre alla versione originale, diversi produttori – tra cui Acer, Asus, Dell, HP, Lenovo, MSI e Gigabyte – presenteranno modelli personalizzati basati su Spark, mantenendo le specifiche principali ma con possibili variazioni estetiche o funzionali.
Questo lancio segna una tappa importante nella miniaturizzazione dell’hardware AI, favorendo un accesso più ampio agli strumenti avanzati di calcolo e accelerando la sperimentazione in ambienti non industriali.
Il Premio Nobel 2025 evidenzia innovazione e distruzione creativa nell’era dell’AI
Il Premio Nobelper l’economia 2025 è stato assegnato a JoelMokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt per aver teorizzato come l’innovazione alimenti la crescita economica attraverso un meccanismo di ‘distruzione creativa’.
Il riconoscimento arriva in un momento storico in cui l’adozione accelerata dell’AI pone sfide cruciali per l’equilibrio sociale e istituzionale. La loro ricerca sottolinea che il progresso tecnologico, se non accompagnato da adeguate riforme nelle istituzioni, nei mercati del lavoro e nella governance, rischia di alimentare tensioni e disuguaglianze.
L’articolo mette in luce come il dibattito odierno sull’AI rievochi antichi conflitti: da una parte i ‘doomer’, che temono scenari apocalittici causati da intelligenze fuori controllo; dall’altra gli ‘accelerationist’, favorevoli a uno sviluppo senza freni per cogliere ogni opportunità .
Al centro, la vera preoccupazione: l’adattamento delle società . Aghion individua tre minacce principali alla continuità della crescita: la chiusura dei mercati, la crisi climatica e la concentrazione del potere in poche aziende che dominano il settore AI.
Serve un’azione regolatoria intelligente, formazione continua per i lavoratori, e politiche antitrust che garantiscano una concorrenza sana. Il rischio, altrimenti, è che la nuova ‘distruzione creativa’ frantumi le fondamenta stesse della coesione sociale e dell’equità economica.
Riconosciuto status speciale a quattro fabbriche europee di semiconduttori – La notizia in breve
La Commissione europea ha riconosciuto per la prima volta quattro impianti come Integrated Production Facility (IPF) e Open EU Foundry (OEF) nell’ambito dell’EU Chips Act;
i progetti riguardano ESMC (Germania, OEF con TSMC, Bosch, Infineon, NXP), Ams-OSRAM (Austria, IPF), Infineon Technologies Dresden (Germania, IPF) e STMicroelectronics (Italia, IPF per il carburo di silicio), con l’obiettivo di coprire l’intera filiera europea dei chip, dai wafer alla produzione finale.
La Commissione UE riconosce i primi quattro impianti IPF e OEF per la produzione di semiconduttori sotto il Chips Act
La Commissione europea ha ufficialmente riconosciuto quattro progetti di produzione di semiconduttori come Integrated Production Facilities (IPF) e Open EU Foundries (OEF) nell’ambito dell’EU Chips Act, il regolamento varato per rafforzare la capacità produttiva e la sicurezza delle catene di fornitura nel settore dei microchip.
Si tratta della prima volta che Bruxelles attribuisce questi due status speciali, che garantiscono corsie preferenziali nei permessi, accesso facilitato ai programmi di ricerca europei e sostegno prioritario in caso di crisi di approvvigionamento.
Che cosa sono IPF e OEF
Gli OEF (Open EU Foundries) sono impianti produttivi “apertiâ€, in grado di fabbricare chip anche per clienti esterni, non solo per uso interno. Servono a rafforzare la resilienza delle filiere globali e a rendere l’Europa un attore più competitivo nella produzione di semiconduttori.
Gli IPF (Integrated Production Facilities) sono invece impianti integrati verticalmente, capaci di gestire internamente tutte le fasi di produzione, dal design al packaging. Il loro ruolo è strategico per ridurre la dipendenza tecnologica dell’Unione da Paesi terzi, soprattutto in un contesto geopolitico segnato dalla competizione tra Stati Uniti, Cina e Taiwan.
Quali sono i quattro progetti europei
1. ESMC (Germania) – Open EU Foundry (OEF)
Il progetto più ambizioso è quello di ESMC (European Semiconductor Manufacturing Company), joint venture fra TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company), Bosch, Infineon e NXP. L’impianto, che sorgerà in Germania, produrrà chip ad alte prestazioni e a basso consumo basati su tecnologia FinFET a 300 mm. La capacità produttiva prevista è di 480.000 wafer l’anno entro il 2029, con l’obiettivo di servire un’ampia gamma di clienti europei e internazionali, non solo i soci fondatori. Si tratta di un progetto chiave per attrarre in Europa la tecnologia di punta di TSMC, oggi leader mondiale nella produzione conto terzi di semiconduttori.
2. Ams-OSRAM (Austria) – Integrated Production Facility (IPF)
In Austria, la società Ams-OSRAM realizzerà un impianto IPF dedicato alla produzione front-end per tecnologie mixed signal a 180 nanometri e automotive grade. L’obiettivo è rafforzare la presenza europea nel segmento dei chip per sensoristica avanzata e applicazioni automobilistiche, due ambiti chiave per la transizione digitale e verde del continente.
3. Infineon Technologies Dresden (Germania) – Integrated Production Facility (IPF)
La tedesca Infineon Technologies espanderà il sito di Dresda con una fabbrica integrata per la produzione di dispositivi di potenza e circuiti analogici/mixed-signal, appartenenti a due famiglie tecnologiche eterogenee. L’impianto mira a consolidare la leadership europea nel settore dei chip per la gestione dell’energia, fondamentali per auto elettriche, rinnovabili e industria intelligente.
4. STMicroelectronics (Italia) – Integrated Production Facility (IPF)
Il quarto progetto riguarda STMicroelectronics, che in Italia svilupperà un impianto IPF dedicato alla produzione integrata di semiconduttori in carburo di silicio (SiC) su wafer da 8 pollici. Sarà il primo impianto europeo a integrare l’intera catena del valore del SiC, dai wafer al dispositivo finito. Il carburo di silicio è un materiale semiconduttore strategico per veicoli elettrici, infrastrutture di ricarica e apparecchiature industriali ad alta efficienza energetica.
Perchè i semiconduttori sono importanti per la sovranità tecnologica europea
Con questi quattro progetti, l’Unione europea compie un passo concreto verso l’obiettivo del 20% della produzione mondiale di semiconduttori entro il 2030, previsto dal Chips Act da 43 miliardi di euro.
La designazione come IPF e OEF non solo garantisce accelerazione burocratica e accesso privilegiato ai fondi di ricerca del programma “Chips for Europeâ€, ma impone anche un dovere: in caso di emergenze, queste fabbriche dovranno dare priorità agli ordini strategici per la sicurezza e la resilienza dell’Unione.
L’Europa, dopo anni di ritardo, inizia così a costruire le sue “fabbriche di chipâ€, un’infrastruttura industriale essenziale per la transizione digitale, la difesa, l’automotive e l’energia.
I nuovi impianti europei di semiconduttori (IPF e OEF) – Domande e Risposte (FAQ)
1. Che cosa sono gli IPF e gli OEF del Chips Act europeo? Gli IPF (Integrated Production Facilities) sono impianti integrati verticalmente che gestiscono internamente tutte le fasi della produzione di semiconduttori, dal design al packaging. Gli OEF (Open EU Foundries) sono invece fonderie “aperte†che producono chip anche per clienti esterni, contribuendo alla resilienza delle catene di approvvigionamento globali.
2. Qual è l’obiettivo dell’Unione europea con queste designazioni? L’UE punta a raddoppiare la propria quota di produzione globale di semiconduttori, arrivando al 20% entro il 2030, per ridurre la dipendenza tecnologica da Asia e Stati Uniti e garantire la sicurezza industriale e digitale del continente.
3. Quali sono i quattro progetti riconosciuti da Bruxelles? ESMC (Germania) – Open EU Foundry: joint venture tra TSMC, Bosch, Infineon e NXP, con una produzione prevista di 480.000 wafer l’anno entro il 2029. Ams-OSRAM (Austria) – Integrated Production Facility: impianto per chip mixed signal a 180 nm e applicazioni automotive. Infineon Technologies Dresden (Germania) – Integrated Production Facility: produzione di dispositivi di potenza e circuiti analogici/mixed-signal. STMicroelectronics (Italia) – Integrated Production Facility: prima fabbrica europea completamente integrata per chip in carburo di silicio (SiC) su wafer da 8 pollici.
4. Che vantaggi ottengono le aziende e cosa significa per l’Europa? Gli impianti riconosciuti come IPF o OEF beneficeranno di iter autorizzativi semplificati, accesso prioritario ai fondi di ricerca e sviluppo del programma Chips for Europe e supporto in caso di crisi di fornitura. Per l’Europa significa rafforzare la propria sovranità tecnologica, creare nuovi posti di lavoro qualificati e consolidare una filiera dei chip interamente europea.
La nuova tendenza virale su TikTok del “barbone in casa” sta generando forti preoccupazioni tra genitori e forze dell’ordine americane.
Adolescenti negli Stati Uniti utilizzano strumenti di generazione AI – come quelli integrati in TikTok e Snapchat – per creare immagini fotorealistiche di un uomo trasandato, apparentemente senzatetto, all’interno della propria abitazione.
Come funziona lo scherzo del “barbone in casa”
Il copione è sempre lo stesso: i ragazzi inviano l’immagine ai genitori fingendo di aver accolto lo sconosciuto in casa “per offrirgli un bicchiere d’acqua o un posto dove riposarsiâ€, sostenendo che l’uomo dica di conoscerli “dal lavoro o dall’università â€.
Le reazioni, spesso di panico o rabbia, vengono registrate di nascosto e poi pubblicate sui social, dove alcune clip hanno raggiunto milioni di visualizzazioni.
Come riportato da The Verge, lo scherzo è presto sfuggito di mano. Diversi genitori, ignari della burla, hanno allertato immediatamente la polizia, convinti di trovarsi di fronte a una reale intrusione domestica. In alcuni casi, le chiamate hanno mobilitato forze speciali: secondo Andy McKinney del dipartimento di polizia di Round Rock, in Texas, “una risposta SWAT non è da escludere†in situazioni percepite come potenzialmente pericolose.
Anche la polizia di Salem, nel Massachusetts, ha condannato la “challenge†definendola disumanizzante nei confronti delle persone senza fissa dimora e una fonte di stress ingiustificato per le famiglie, oltre che uno spreco di risorse pubbliche.
Serve una maggiore responsabilità delle piattaforme nel monitorare le tendenze
Il fenomeno solleva interrogativi più profondi sull’uso irresponsabile dell’AI da parte dei più giovani e sulla leggerezza con cui vengono trattati temi come l’emarginazione sociale. In un contesto in cui le tecnologie generative sono sempre più integrate nella cultura pop e nei social network, episodi come questo mostrano quanto sia urgente investire in educazione digitale, sensibilizzazione e regole più chiare sull’uso dell’intelligenza artificiale.
In Europa, dove è in vigore l’AI Act e dove piattaforme come TikTok sono già soggette al Digital Services Act, episodi del genere rappresentano un campanello d’allarme.
Non solo per la gestione dei contenuti generati dagli utenti, ma anche per la necessità di introdurre strumenti di verifica dell’età , trasparenza sugli algoritmi e una maggiore responsabilità delle piattaforme nel monitorare le tendenze che coinvolgono i minori.
Investimento da 1,39 miliardi di dollari, spesa che supera quella di Wembley
A San Siro il derby è sempre stato una sfida senza compromessi: Inter contro Milan, tifoserie divise, città spaccata a metà . Questa volta però è successo l’opposto: le due squadre hanno esultato insieme, segnando un gol fuori dal campo. Hanno ottenuto il via libera per comprare lo stadio dal Comune di Milano per 197 milioni di euro e investire 1,29 miliardi di euro nella costruzione di un nuovo impianto da 71.000 posti, con museo, store, hotel, ristoranti, uffici e aree verdi. Un progetto che segna l’inizio della fine per il vecchio Meazza, che ha ormai superato i settant’anni.
Ma quella di Milano non è solo una storia cittadina: è un tassello della partita globale sugli stadi più costosi del mondo. In Europa come negli Stati Uniti, gli impianti sportivi sono diventati hub di intrattenimento capaci di muovere miliardi. Le cifre non parlano più soltanto di biglietti o abbonamenti, ma di complessi multifunzionali che competono con i bilanci di un’intera metropoli. Una nuova Champions League, giocata non sul prato verde ma a colpi di investimenti record.
Il progetto che cambierà per sempre San Siro
Per rendersi conto della portata del progetto basta un numero: il nuovo San Siro come detto costerà 1,29 miliardi di euro, cioè una volta e mezza l’intero fatturato annuo di Inter e Milan messi insieme. La parte più corposa riguarda il comparto stadio, con 811 milioni di euro complessivi (707 destinati all’impianto vero e proprio e 104 a infrastrutture e urbanizzazioni). Seguono i 204 milioni necessari per l’acquisto delle aree, i 160 milioni di costi di progettazione e gestione, i 75 milioni per l’allestimento interno e i 34 milioni per il centro energetico. Persino la voce “carbon credit†ha un prezzo definito: 7 milioni di euro. E non è tutto: dal budget restano escluse le spese per demolizioni, bonifiche e imprevisti che potrebbero far lievitare ulteriormente il conto.
A spingere verso l’alto i costi hanno contribuito anche le richieste del Comune: la capienza aumentata da 60.000 a 70.000 posti, l’obbligo di neutralità carbonica e la conservazione di una parte del vecchio Meazza. Per sostenere un investimento di queste dimensioni, Inter e Milan si affideranno a un mix di capitale proprio ed emissione di debito bancario, da rimborsare nel tempo attraverso i ricavi del nuovo stadio e la valorizzazione delle aree circostanti. Un equilibrio finanziario delicato, che rende questa partita importante quanto se non di più quelle giocate sul campo.
Chi si porta a casa lo scettro di stadio più costoso al mondo? La risposta è il SoFi Stadium di Los Angeles, un colosso da 5,5 miliardi di dollari inaugurato nel 2020. Non è solo un impianto sportivo, ma un vero e proprio distretto dell’intrattenimento: ospita Rams e Chargers della NFL, può accogliere oltre 100.000 spettatori per gli eventi speciali e integra al suo interno hotel, centro commerciale e aree verdi. È qui che si gioca la partita più ricca, con il Super Bowl e persino le Olimpiadi pronte a trasformarlo nella vetrina globale dello sport e dello show business.
E quali sono gli altri stadi che completano il podio? Subito dietro ci sono l’Allegiant Stadium di Las Vegas, che ha richiesto 1,9 miliardi di dollari, e il MetLife Stadium nel New Jersey, condiviso da Giants e Jets e costato 1,6 miliardi. Il primo brilla come un’icona hi-tech nel deserto del Nevada, il secondo è uno dei più grandi stadi d’America con i suoi 82.500 posti. Due simboli che mostrano come negli Stati Uniti lo stadio non sia più solo un luogo per guardare la partita, ma un asset strategico da miliardi.
Dentro la top ten dei templi dello sport
Chi completa la top ten degli stadi più costosi del mondo? Dopo i tre giganti americani, al quarto posto troviamo il Mercedes-Benz Stadium di Atlanta, costato 1,6 miliardi di dollari: 71.000 posti espandibili, un tetto retrattile che si apre come l’obiettivo di una macchina fotografica e persino un’area di ristoro lunga quanto il campo, il “100 Yard Clubâ€. Subito dietro c’è l’AT&T Stadium di Arlington, costato 1,15 miliardi di dollari, celebre per il maxi schermo sospeso e per il tetto retrattile che lo rende una delle icone della NFL.
La classifica prossimamente proseguirà con il nuovo stadio di Milano, che con i suoi 1,39 miliardi di dollari si colloca davanti a impianti altrettanto prestigiosi. A quota 1,3 miliardi troviamo infatti tre gioielli molto diversi: il Levi’s Stadium di Santa Clara, tra i primi “green stadium†grazie a pannelli solari e tetti verdi; il futuristico Tottenham Hotspur Stadium di Londra, capace di ospitare sia partite di Premier League che sfide NFL; e il Singapore National Stadium, unico asiatico della classifica, con un tetto retrattile e 55.000 posti. A chiudere la top ten c’è l’iconico Wembley Stadium di Londra, costato 1,07 miliardi di dollari, con i suoi 90.000 posti che ne fanno ancora oggi il tempio del calcio inglese.
Forse qualcuno se lo sta chiedendo: e se guardiamo solo all’Europa del calcio, quali sono stati gli investimenti più alti negli stadi di nuova costruzione? Secondo i dati di Tifosy Insights, tra le prime dieci posizioni compare anche la Juventus, storica rivale di Inter e Milan. Per il suo Allianz Stadium di Torino il club bianconero ha speso 205 milioni di dollari, aprendo la strada a un modello di stadio moderno e di proprietà che ha fatto scuola (e invidia) in Italia.
Ma la vera corsa agli investimenti si è giocata altrove. L’Arsenal ha messo sul tavolo 556 milioni di dollari per l’Emirates Stadium, il Bayern Monaco ha speso 442 milioni per l’Allianz Arena, mentre il Lione è arrivato a 527 milioni con il Groupama Stadium. E non mancano altri grandi club come il Bordeaux (238 milioni) e l’Athletic Bilbao (274 milioni): cifre che raccontano come, in Europa, costruire uno stadio sia diventato un biglietto da visita tanto importante quanto i trofei esposti in bacheca.
Il Governo è al lavoro per chiudere la manovra che forse slitta al Cdm di giovedì
Taglio dell’Irpef per il ceto medio, rottamazione, conferma dell’Ires premiale, aumento dello stanziamento di fondi per la sanità , attenzione alle famiglie, con il bonus mamme e per l’acquisto di libri, e la riforma dell’Isee, con l’esclusione dal calcolo della prima casa. I capitoli di spesa della manovra economica in formato light sono pronti, ma serve ancora qualche giorno per il testo e in serata si è appreso che il varo potrebbe slittare: il Consiglio dei ministri, previsto per oggi, dovrebbe esaminare il Dpb, documento da inviare a Bruxelles entro il 15, mentre la quarta legge di bilancio targata Meloni-Giorgetti, per la quale c’è tempo fino al 20 ottobre, arriverebbe sul tavolo del governo solo in un successivo Cdm. Al momento, una riunione è prevista per giovedì. Lo scheletro è definito da tempo, in base alla priorità messe in campo dalle forze di governo, anche se l’entità delle misure è da calibrare in base alle coperture: nella manovra da 16 miliardi, secondo quanto indicato del Dpfp, circa 10 miliardi saranno di tagli alla spesa, il restante di maggiori entrate e un lieve incremento del deficit, senza tradire l’obietto vi restare sotto la soglia del 3% per uscire in anticipo dalla procedura di infrazione.
Una parte delle coperture, come confermato a più riprese, verranno dal contributo delle banche, con cui i contatti proseguono costantemente. Mentre dovrebbero essere escluse dalla misura le assicurazioni, che invece lo scorso anno sono state interessate dall’anticipo dell’imposta di bolla per oltre 2 miliardi. Secondo fonti della Lega, il contributo potrebbe arrivare fino a 5 miliardi sulla base degli utili realizzati, anche per finanziare una delle misure-bandiera come la rottamazione lunga. Anche se FI è contraria a qualsiasi intervento unilaterale sul mondo del credito. L’asticella potrebbe fermarsi più in basso, 2,5-3 miliardi. Ma potrebbe essere troppo poco. Anche se su questo c’è grande prudenza: la regola implicita è di evitare scossoni. Intanto, dopo i sindacati, la scorsa settimana, ieri sono state ricevute a Palazzo Chigi le imprese. Oltre trenta le associazioni e confederazioni ricevute, in due diversi tavoli, dal sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il vicepremier Antonio Tajani. Un “incontro interlocutorioâ€, raccontano i presenti.
Il Campo largo conferma la Toscana. Giani vince con il 54%
In Toscana il centrosinistra stravince grazie a Eugenio Giani che centra la conferma a governatore con il 54% delle preferenze, staccando il candidato di centrodestra Alessandro Tomasi di 13 punti. La vittoria è schiacciante: Giani tocca il 54%, mentre Tomasi si ferma al 40,8% e Antonella Bundu, di Toscana rossa, al 5,1%. E dire che la ricandidatura del presidente, all’inizio dell’estate, appariva tutt’altro che scontata, con il Pd “testardamente†al lavoro per l’unità della coalizione e il M5S convintamente contrario a Giani dopo cinque anni di opposizione alla giunta. Il risultato supera di gran lunga anche l’ottimo dato del 2020 che aveva visto Giani superare la sfidante leghista Susanna Ceccardi con il 48,6%, e trascina in alto il Pd, primo partito con il 34,4%.
Al secondo posto c’è FdI, 8 punti sotto i dem (26,6%), e terza lista per preferenze raccolte è la Casa riformista-Giani presidente, che con l’8,83% fa gongolare il leader di Iv Matteo Renzi. Seguono nel centrosinistra Avs al 7% e M5S al 4,3%. Mentre nel centrodestra, 20 punti sotto FdI, si piazza Forza Italia con il 6,1% seguita dalla Lega al 4,4%, E’ ora! Lista civica Tomasi presidente al 2,3% e Noi moderati all’1,1%. Il dato che supera ogni lista e candidato è però quello dell’astensionismo, con un’affluenza al 47,7%, 15 punti sotto quella del 2020. E se è vero che cinque anni fa i numeri erano gonfiati dall’election day delle amministrative insieme al referendum per il taglio dei parlamentari, la cifra resta comunque la più bassa nella storia delle elezioni regionali toscane.
Sono le 17.00 quando Giani prende la parola davanti ai suoi sostenitori: “È una straordinaria soddisfazione†esulta il governatore, al fianco del quale c’è anche la segretaria Elly Schlein. “Questo risultato indica che la regione decide in autonomia. Ha vinto la Toscana illuminata e riformistaâ€. “La maggioranza sarà coesa. Sarà un Consiglio regionale con una maggioranza forte e vedrete che la Toscana sarà un esempio di modello di governo da seguire a livello nazionaleâ€. I ringraziamenti vanno a tutti i partiti di “un campo largo vincenteâ€, sottolinea che promette: “Sarò il presidente di tuttiâ€. A stretto giro arrivano anche le parole dello sconfitto Tomasi, tra i primi a chiamare Giani per augurargli buon lavoro: “Un grande in bocca al lupo al presidente Giani per la vittoria noi saremo disponibili a discutere dei temi insieme a lui che riguardano il bene dei cittadiniâ€.
Alla Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 10.00 per esaminare il disegno di legge per la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all’estero, la proposta di modifica al codice dei beni culturali e del paesaggio, il ddl di ratifica del Protocollo relativo alla Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) sul lavoro forzato e obbligatorio e altre ratifiche di trattati internazionali. A seguire dibatterà sulla mozione delle opposizioni per evitare il rinnovo del Memorandum d’intesa del 2017 con la Libia e per rivedere integralmente gli accordi con tale Paese per il controllo delle migrazioni, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti umani, sulle mozioni in materia di politica agricola comune e sulle mozioni per il trasferimento delle risorse statali agli Enti locali.
La Difesa dibatterà sullo schema di decreto ministeriale relativo all’acquisizione di una nuova classe di unità navale tipo AGS (Auxiliary General Survey) e sullo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale denominato Nuova Scuola Elicotteri Viterbo – Segmento operativo. La Bilancio svolgerà delle audizioni nell’ambito del disegno di legge per la rimozione degli svantaggi derivanti dall’insularità , la considerazione del fattore insulare nella produzione normativa e il riconoscimento della peculiarità delle isole minori. La Finanze ascolterà i rappresentanti del Consiglio regionale del Veneto sulla pdl sulle misure di agevolazione fiscale per la cultura.
La Cultura ascolterà rappresentanti di Enel Foundation nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla digitalizzazione e l’innovazione tecnologica, svolgerà delle audizioni sulla risoluzione sul consenso informato preventivo delle famiglie in relazione ad attività scolastiche riguardanti la religione e alcune sulla pdl per l’introduzione della qualifica di docente per l’inclusione. La Ambiente proseguirà il ciclo di audizioni sulle pdl di delega al Governo per l’aggiornamento, il riordino e il coordinamento della disciplina legislativa in materia edilizia e alcune sulla pdl per il recupero e la ricostruzione delle bilance da pesca e dei ricoveri per barchini del lago di Massaciuccoli e del Padule settentrionale.
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 16.30 per l’esame del ddl in materia di conflitto di interesse nell’ambito della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere e del decreto-legge per la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sul ddl costituzionale per la separazione delle carriere nella magistratura, sul ddl per l’elezione del sindaco nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti e, con la Giustizia, sul ddl sulle funzioni della Corte dei conti e la responsabilità amministrativa.
La Giustizia svolgerà delle audizioni sul ddl sui consulenti tecnici d’ufficio e alcune sul reato di manipolazione psicologica e mentale. Esaminerà il ddl sulle disposizioni sanzionatorie a tutela dei prodotti alimentari italiani, lo schema di decreto del Presidente della Repubblica sulle modifiche al regolamento di riorganizzazione del Ministero della giustizia, il ddl sulla comunicazione delle variazioni di reddito rilevanti ai fini dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, il ddl sulle indagini informatiche, il ddl in materia di furto d’auto, il ddl sul procedimento sommario per la realizzazione del credito, il ddl per l’introduzione della figura dello psicologo forense e altre risorse per il contrasto alla violenza contro le donne, il ddl sulla tutela anticipatoria della crisi da sovraindebitamento, il ddl in materia di oralità del rito civile ordinario di cognizione, il ddl sul procedimento sommario per la realizzazione del credito e il ddl in materia di successioni.
La Esteri e Difesa incontrerà una delegazione del Comitato per l’Aiuto allo Sviluppo dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE-DAC), esaminerà la proposta di ratifica dell’accordo Italia-Santa Sede per un impianto agrivoltaico e si confronterà sullo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma Esigenze della Difesa in materia di contrasto alla minaccia Indirect Fire, sul dlgs di approvazione del programma relativo al completamento delle capacità di difesa NBC del 7° Reggimento difesa CBRN Cremona, sul dlgs di approvazione del programma Rinnovamento delle capacità di combattimento delle unità del Genio dell’Esercito e sull’affare assegnato sul Global Combat Air Programme (GCap). La Politiche dell’Ue esaminerà la relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2025 e l’Affare assegnato sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Unione europea.
La Bilancio si confronterà sullo schema di decreto legislativo in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale e sul ddl per il rilancio dell’economia nei territori delle Regioni Marche e Umbria. La Finanze proseguirà l’audizione del Presidente della Commissione per il riordino della riscossione, Roberto Benedetti, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla gestione del magazzino fiscale da parte dell’ente della riscossione. La Cultura si confronterà sul ddl sull’accesso alla docenza universitaria e sull’educazione sentimentale e affettiva nelle scuole. Esaminerà il decreto-legge per la riforma dell’Esame di Stato.
La Ambiente si confronterà sul ddl di riforma della Rai sul ddl per l’istituzione dell’area marina protetta «Isola di Capri», sul ddl sulla continuità territoriale della Liguria, sul ddl per la tutela dei minori nella dimensione digitale, sul ddl per la valorizzazione della risorsa mare, sul ddl per la revisione del testo unico sulle acque e sugli impianti elettrici e sul ddl per la rigenerazione urbana. La Industria svolgerà audizioni e dibatterà sull’Atto Ue per l’attuazione del sostegno dell’Unione alla politica agricola comune per il periodo dal 2028 al 2034, proseguirà l’esame della legge annuale sulle PMI, del disegno di Legge annuale su mercato e concorrenza 2025, esaminerà la risoluzione sulle piante ottenute mediante alcune nuove tecniche genomiche e il ddl per la valorizzazione della transumanza.
La Sanità e Lavoro svolgerà delle audizioni sui ddl relativi alla sostituzione mitocondriale, esaminerà il ddl per l’istituzione della giornata nazionale di prevenzione del melanoma, i ddl in materia di tutela della salute mentale e sui disturbi del comportamento alimentare, lo schema di decreto legislativo per il riconoscimento delle qualifiche professionali degli infermieri responsabili dell’assistenza generale che hanno completato la formazione in Romania, il dlgs sui requisiti per gli stabilimenti e per la cura e la sistemazione degli animali e per quanto riguarda i metodi di soppressione degli animali e il dlgs sulla modifica al regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro della salute.
Accende ulteriormente il dibattito sullo spettro radio la proposta di un concessionario unico per frequenze radio e reti fisse, avanzata dal senatore Antonio Nicita (PD) al DDL Concorrenza nell’emendamento 9 bis alla Legge annuale in discussione al Palramento (Istituzione Concessionaria per il management dello Spettro nel mercato delle comunicazioni elettroniche). Qual è la ratio di questa proposta, che punta ad unire in un unico gestore a maggioranza pubblica la gestione di spettro radio e reti ultrabroadband fisse? Ne abbiamo parlato con lo stesso Antonio Nicita, senatore del PD ex commissario Agcom. Il tema è di grande attualità .
Key4Biz. Senatore Nicita, Da dove nasce questa idea di una unica concessionaria dello Spettro?
Antonio Nicita. Nella mia esperienza maturata come commissario AGCOM, ho sempre ritenuto fosse necessario riorganizzare la governance delle frequenze tlc, per permettere una politica di management dello spettro evolutiva, che non fosse solo assegnazione e contributi fino alla scadenza. I temi dello spctrum sharing e della cybersecurity richiedono un approccio più moderno e flessibile. Avevo proposto già l’idea di un’agenzia delle frequenze, oggi faccio un passo avanti: penso ad una concessionaria che agisca da spectrum management con formule innovative di assegnazione, valorizzazione, condivisione in un confronto continuo e dinamico con il mercato e con le esigenze di sicurezza.
Key4Biz. E’ un disegno di nazionalizzazione dello spettro, per difendere e valorizzare un bene pubblico e strategico troppo spesso trascurato?
Key4Biz. E’ una mossa difensiva rispetto a nuovi player come gli operatori di internet satellitare come Starlink e Kuiper?
Antonio Nicita. Non difensiva, ma di valorizzazione dello spettro. Oggi gli operatori satellitari che concorrono con altri per l’offerta di connettività pagano quasi nulla. Non solo ciò è inefficiente ma anche distorsivo della concorrenza. Una concessionaria può avere, d’intesa con Agcom, maggiore flessibilità e immediatezza ad adeguare il valore delle frequenze al valore di mercato.
Key4Biz. Le telco non sembrano avere grosse disponibilità per investire ad esempio nel 5G standalone. Pensa che con il gestore unico le cose potrebbero cambiare?
Antonio Nicita. Sicuramente una concessionaria potrebbe avere maggiore flessibilità nell’amministrare le proroghe, nel proporre formule di prezzo a più parti che tengano conto della domanda e dei costi di investimento, cioè ampliare gli strumenti di assegnazione nel tempo, in modo dinamico, accanto ai meccanismi competitivi che già conosciamo e che restano, ove efficienti.
Key4Biz. Gli operatori manterrebbero il controllo e la proprietà delle frequenze di cui dispongono già o sarebbero chiamati a rinunciare?
Antonio Nicita. L’idea è che la concessionaria diventi il braccio operativo dello Stato, ovviamente rispettando tutte le assegnazioni attuali fino alla rispettiva scadenza.
Key4Biz. Gli operatori sarebbero in qualche modo obbligati a mettere a fattor comune le loro frequenze di proprietà ?
Antonio Nicita. Nella mia idea, gli assegnatari di frequenze non vengono interessati fino alla scadenza del titolo. La condivisione può essere una opzione per nuove assegnazioni laddove sia efficiente, secondo il modello dello spectrum sharing, sia tra operatori privati sia tra questi e le bande riservate all’ambito militare, nei casi in cui risulti tecnicamente possibile ed economicamente efficiente. Ma penso ad un ampliamento degli attuali meccanismi di assegnazione non al loro superamento.
Key4Biz. Pensa che in questo modo si potrebbero sviluppare nuovi servizi 5G su reti private e locali e soluzioni industriali che finora non sono ancora decollate? In che modo questo modello potrebbe favorire lo sviluppo del 6G?
Antonio Nicita. Sicuramente questo è un modello di spectrum management che consentirebbe moltissima innovazione sulle modalità di assegnazione e amministrazione dello spettro.
Key4Biz. E’ ammessa la partecipazione anche degli operatori wholesale only in fibra (Fibercop e Open Fiber) con quote non di controllo. Qual è il disegno? Unificare il mercato all’ingrosso del mobile e del fisso con un unico gestore wholesale only per mobile e fisso?