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Dailyletter
Garante Privacy Ue, Bruno Gencarelli in pole

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 16:40:36 +0000 di Redazione Key4biz
Data protection
Dopo Buttarelli, l’italiano Bruno Gencarelli in pole position come nuovo Garante Privacy europeo

La Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo ha selezionato l’italiano Bruno Gencarelli come candidato preferito per il ruolo di Garante europeo della protezione dei dati. Gencarelli lavora alla Commissione europea.

Domani è prevista la decisione del Consiglio Europeo. Se sarà confermato, la strada è spianata perché serve soltanto un parere della Commissione e del Parlamento.

Si potrebbe così rinnovare la presenza di un italiano al vertice dell’Edps, dopo l’epoca di Giovanni Buttarelli, prematuramente scomparso nel 2019 dopo aver ricoperto per 5 anni la carica di Garante europeo della protezione dei dati (Gedp).

Bruno Gencarelli in pole position

Bruno Gencarelli è stato selezionato come candidato principale con 32 voti; Francois Pellegrini ha ricevuto 30 voti; Wojciech Wiewiorowski (presidente uscente) ha ricevuto 26 voti; Anna Pouliou ha ricevuto 11 voti.

Il Presidente della Commissione comunicherà l’esito alla Conferenza dei presidenti (Presidente del PE e leader dei gruppi politici). Dopo la loro conferma, il Parlamento e il Consiglio procederanno alla nomina congiunta del nuovo Garante europeo della protezione dei dati per un mandato di cinque anni.

Il Garante europeo della protezione dei dati è l‘autorità indipendente per la protezione dei dati dell’UE. Supervisiona il modo in cui le istituzioni e gli organismi dell’UE elaborano i dati personali per garantire la conformità alle norme sulla privacy e fornisce loro consulenza su tutti gli aspetti dell’elaborazione dei dati personali e sulle relative politiche e normative. Negli ultimi anni, il suo ruolo è stato ampliato dalla nuova legislazione digitale. Ad esempio, per quanto non sia titolato ad erogare multe (questa è una prerogativa delle autorità nazionali) è destinato a monitorare la conformità delle istituzioni dell’UE con l’Artificial Intelligence Act nel loro utilizzo di sistemi di IA.

Bruno Gencarelli (Italia)

Bruno Gencarelli è un funzionario italiano, con una lunga carriera nel settore della privacy. Di recente è stato nel gabinetto dell’ex commissario europeo per la Giustizia Didier Reynders e capo dell’unità Affari internazionali e flussi di dati della Commissione.

È stato responsabile del lavoro della Commissione nella protezione dati negli ultimi anni, lavorando alla definizione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr).

Gencarelli ha inoltre condotto negoziati per diversi accordi sul trasferimento dei dati con paesi terzi, come l’accordo Ue-Giappone e il regolamento quadro sulla privacy dei dati Ue-Usa.

La sua esperienza con gli scambi di dati negli Stati Uniti potrebbe essere particolarmente utile, dal momento che il Gepd sta facendo verifiche sull’uso di Microsoft 365 da parte della Commissione. Inoltre, la legge per lo scambio dei dati Ue-Usa è stata contestata a livello legale.

Alla Commissione ha dichiarato che l’agenzia “dovrà operare in un sistema di governance più complesso”, quello in cui si inserirà l’intelligenza artificiale.

“In questo contesto, la priorità assoluta sarà garantire che il Gepd sia pronto per questi cambiamenti”, ha aggiunto.

Leggi anche: L’UE esaminerà i candidati per il ruolo di Garante europeo della protezione dei dati il 16 gennaio

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 15:16:14 +0000 di Paolo Anastasio
TikTok
TikTok, come Trump potrebbe salvare il social. Con un ordine esecutivo o con una sua nuova trovata?

Ban TikTok. Donald Trump sta considerando un ordine esecutivo una volta in carica che sospenderebbe l’applicazione della legge sul divieto o sulla vendita del social network cinese per 60-90 giorni.

Questa mossa, come ha spiegato il Washington Post, permetterebbe al nuovo presidente degli Stati Uniti di guadagnare tempo per negoziare una vendita o una soluzione alternativa.

Le mosse di Trump per evitare il ban

La principale questione è come. La Corte Suprema, che ha ascoltato entrambi le parti la scorsa settimana, non ha ancora emesso una sentenza.

Il suo consigliere in materia di sicurezza nazionale, Mike Waltz, ha detto a Fox News che il presidente eletto stava cercando modi per “preservare” TikTok, indipendentemente dalla sentenza della Corte, affermando che l’accesso degli americani alla piattaforma e la loro protezione dei dati sarebbero stati mantenuti.

Il meccanismo preciso per farlo non è chiaro, anche se, sempre secondo il Washington Post, una delle opzioni in fase di valutazione è che Trump firmi un ordine esecutivo che sospenderebbe l’applicazione della legge. Un’altra opzione sarebbe che Trump permetta che la legge rimanga in vigore ma dica al Dipartimento di Giustizia di non applicarla.

Trump tiene molto (forse troppo) ai suoi 14 milioni di follower su TikTok e starebbe facendo di tutto per bloccare il ban dell’app. Una sorprendente inversione di tendenza rispetto al 2020, quando durante il suo primo mandato ha cercato di bloccare l’app negli Stati Uniti e di forzarne la vendita ad aziende americane. Inversione visibile anche durante le elezioni del 2024 durante le quali si fece seguire da un esperto video di TikTok e la sua popolarità registrò un’impennata grazie alla app cinese.

Il ban di TikTok

L’amministrazione Biden aveva dato alla compagnia cinese ByteDance, proprietaria di TikTok, tempo fino al 19 gennaio, per cedere la app a proprietà non cinesi. Se così non sarà, tecnicamente dal 20 gennaio la app dovrebbe bloccare gli aggiornamenti per gli utenti in America, non permettere a nuovi utenti di scaricare la app sugli Apple e Google store, lasciando per qualche tempo a quelli già in attività la possibilità di accedere.

La decisione, firmata dal presidente Joe Biden, era stata presa perché la piattaforma, che in America è seguita da oltre 170 milioni di utenti, tra attivi e non attivi, potrebbe passare i dati personali e quelli registrati sulla app al governo di Pechino, in base a una legge cinese che autorizza lo Stato a utilizzare i dati delle app con un numero minimo di utenze.

Il CEO di TikTok parteciperà alla cerimonia di insediamento di Trump

Intanto Chew Shou Zi, CEO di TikTok, parteciperà all’insediamento di Donald Trump come presidente il 20 gennaio e ha ricevuto un invito per sedere in una posizione d’onore sul palco, tradizionalmente riservata a ex presidenti, familiari e altri ospiti di rilievo.

L’invito, riporta il New York Times, è stato esteso dal Trump Vance Inaugural Committee. Chew si unirà a importanti personalità del mondo tecnologico, come Mark Zuckerberg e Elon Musk, che sarebbe interessato all’acquisto di TikTok, e Jeff Bezos.

Da TikTok a RedNote: la grande migrazione

Negli Stati Uniti, l’ormai imminente ban di TikTok, sta già ridefinendo il panorama dei social media. Non a caso dopo l’annuncio del ban i giovani americani hanno iniziato a cercare alternative, e la piattaforma cinese RedNote (conosciuta in Cina come Xiaohongshu) si è rapidamente imposta come opzione principale.

Nata come una sorta di diario visuale per condividere contenuti legati al proprio lifestyle, RedNote ha progressivamente fatto evolvere il suo modello in una piattaforma ibrida, unendo caratteristiche simili a quelle di TikTok con una forte componente di community basata sull’interesse per moda, viaggi, cibo e cultura. Gli Stati Uniti banneranno pure quella?

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 15:38:07 +0000 di Piermario Boccellato
5G
5G, adozione in Europa ancora in ritardo. Sorpasso del 4G nel 2026

Servono riforme di policy urgenti per spingere la diffusione del 5G in Europa, che è sempre in ritardo rispetto ad altre aree geografiche fra cui Asia e Stati Uniti. Lo scrive la GSMA nel suo ultimo report, nel quale si prevede inoltre che le sottoscrizioni 5G in Europa sopravanzeranno il 4G nel 2026.

In Europa il 5G rappresenta la maggioranza delle connessioni in Germania e Svizzera, mentre i tassi di adozione in Danimarca, Finlandia, Norvegia e Uk sono sopra al 40%.

Entro il 2030, il 5G fornirà un ulteriore impulso di 164 miliardi di euro all’economia complessiva e rappresenterà l’80% delle connessioni del continente rispetto al 18% del 4G, afferma il rapporto.

5G, il sorpasso sul 4G nel 2026

Il 5G è cresciuto fino a circa il 30% delle connessioni mobili in Europa, ovvero oltre 200 milioni di utenti, e dovrebbe superare il 4G entro il 2026. La crescente adozione del 5G ha aiutato il traffico dati mobile nella regione ad aumentare di oltre quattro volte negli ultimi cinque anni, a una media di 15,3 GB per linea al mese nel 2024 da 3,8 GB nel 2019. La GSMA prevede che questa cifra crescerà fino a quasi 50 GB per connessione entro la fine del decennio.

L’Europa però continua a restare indietro rispetto a Nord America, Asia dell’Est e i paesi di Golfo dove il nuovo standard è in via di diffusione.

Il report indica che il 5G Standalone (SA) e il 5G-l’Advanced stanno guadagnando terreno e che queste due nuove versioni potranno fornire nuove applicazioni fra cui il network slicing oltre che numerose use case e opportunità di monetizzare.  

Picco di investimenti 5G

Le raccomandazioni politiche sono cambiate poco dal rapporto della GSMA di un anno fa, ma la speranza è che una nuova Commissione europea in carica da dicembre possa essere più comprensiva delle esigenze del settore. La GSMA ha osservato che gli investimenti nella rete 5G stanno solo raggiungendo il picco, con oltre 160 miliardi di euro investiti nelle reti mobili europee negli ultimi cinque anni. Si prevede che la spesa in conto capitale rimarrà a oltre 25 miliardi di euro all’anno fino al 2030, mentre la crescita dei ricavi della telefonia mobile rimane inferiore al 2 percento all’anno.

Pochi ricavi dal 5G, operatori si stanno concentrando di più sul B2B

Ad oggi, i servizi 5G hanno contribuito poco in termini di ricavi aggiuntivi, aggiunge il rapporto. Gli operatori di telefonia mobile si stanno concentrando soprattutto sul mercato B2B per sfruttare il potenziale del 5G e il rapporto delinea i progressi in Europa su questo fronte, esaminando l’implementazione delle reti 5G Advanced e 5G standalone, la crescita delle connessioni IoT e l’adozione di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale generativa, RedCap e l’accesso wireless fisso da parte degli operatori.

18 operatori hanno lanciato 5G SA

Sono 18 gli operatori europei hanno lanciato servizi 5G SA a partire da settembre 2024, afferma, e 5G-Advanced è pronto a fornire “nuove soluzioni per le aziende, abilitando servizi di uplink e multicast con una latenza migliore, aumentando la precisione per le applicazioni di realtà estesa e migliorando l’affidabilità dell’IA”. L’infrastruttura digitale aiuterà l’Europa a sostenere la competitività globale, il che supporterà un previsto aumento di tre volte del traffico dati mobile entro il 2030. Ma il rapporto afferma che a meno che “le principali sfide normative che limitano la capacità di investimento nel settore europeo non vengano risolte, l’adozione crescente di queste tecnologie in Europa progredirà più lentamente”.

In termini di cambiamenti normativi, raccomanda i seguenti punti di azione per la Commissione europea:

• Completare il mercato unico digitale per consentire al settore della telefonia mobile di sviluppare e distribuire servizi su base transfrontaliera o pan-UE

• Implementare misure aggiuntive per garantire l’equità nella catena del valore di Internet

• Avviare una revisione del regolamento sulle fusioni dell’UE e adottare una visione più a lungo termine sugli effetti di investimenti e innovazione

• Stabilire un approccio pro-investimento e più prevedibile alla politica dello spettro dell’UE

• Supportare gli sforzi di sostenibilità degli operatori di telefonia mobile

Questi suggerimenti sono descritti come un primo passo “verso la rivitalizzazione del settore delle telecomunicazioni europeo come motore di competitività e prosperità”.

“L’Europa è a un bivio nello sviluppo dell’infrastruttura digitale di cui le sue aziende e i suoi cittadini avranno bisogno per avere successo”, ha detto il Chief Regulatory Officer della GSMA, John Giusti. “È preoccupante vederla sempre più indietro rispetto ad altri grandi mercati in tutto il mondo. “L’industria della telefonia mobile apporta più di 1 trilione di euro all’economia europea e milioni di posti di lavoro, e il suo ruolo di facilitatore chiave del commercio, della logistica e dell’innovazione deve essere prioritario e rafforzato. È necessaria un’azione urgente da parte della Commissione europea e di altre autorità all’interno dell’Unione europea per realizzare le riforme politiche di cui l’economia digitale europea ha bisogno per supportare un’innovazione di rete forte e duratura e per ristabilire una posizione di leadership nel mercato tecnologico globale entro il 2030”.

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 14:25:48 +0000 di Paolo Anastasio
Space&Underwater
Spazio, la Blue Origin di Bezos lancia il primo razzo inaugurale New Glenn da Cape Canaveral

Blue Origin, la società di tecnologia spaziale di proprietà del miliardario Jeff Bezos, ha lanciato per la prima volta un razzo orbitale New Glenn dalla stazione spaziale di Cape Canaveral , comunica la stessa azienda. Un lancio atteso da anni, che dà il via all’avventura spaziale del miliardario americano, fondatore di Amazon.

Il lancio era inizialmente previsto per il 14 gennaio, ma la società lo ha annullato per problemi tecnici. New Glenn è considerato una possibile alternativa ai Falcon 9 e Starship di SpaceX.

Per il patron di Amazon la corsa allo spazio può finalmente iniziare.

Alto 98 metri, grande quanto un edificio di circa 30 piani, il New Glenn è decollato con successo intorno alle 2:03 di notte dalla Cape Canaveral Space Force Station in Florida. Se la missione andrà come previsto, New Glenn dovrebbe raggiungere l’orbita, il che sarebbe una prima volta per la compagnia spaziale privata fondata nel 2000. “Tutto ciò che va oltre è un bonus”, ha già affermato David Limp, CEO di Blue Origin.

La sfida a SpaceX, ULA e Arianespace

La sfida del volo è chiara: competere con SpaceX, che attualmente domina il mercato, e, in misura minore, con il gruppo americano ULA e con la francese Arianespace. “SpaceX è stato praticamente l’unico attore” nel campo dei lanci commerciali e militari negli ultimi anni, nota Scott Hubbard, ex dirigente dell’agenzia spaziale americana e professore a Stanford, che accoglie con favore questa “concorrenza al Falcon 9” SpaceX , entrato in servizio nei primi anni del 2010. Oltre a offrire alle autorità statunitensi la sicurezza di un piano di riserva, una maggiore concorrenza potrebbe abbassare i costi di lancio, ritiene l’esperto. Entrambe le aziende sono state fondate nei primi anni 2000 da personaggi rivali della Silicon Valley, ma Blue Origin ha progredito a un ritmo molto più lento, in parte a causa di un approccio più cauto alla progettazione.

Come il suo concorrente, il razzo New Glenn è in parte riutilizzabile e dovrebbe essere in grado di trasportare fino a 45 tonnellate in orbita bassa. È più del doppio del peso del Falcon 9, ma comunque inferiore a quello del Falcon Heavy da 63,8 tonnellate, lanciato per la prima volta nel 2018. Una volta lanciato il razzo New Glenn, il suo primo stadio, che spingeva il tutto insieme, deve tentare un atterraggio controllato su una chiatta in mare, una manovra delicata simile a quelle eseguite da SpaceX. “Nessuno è ancora riuscito ad atterrare con successo per la prima volta con un booster riutilizzabile. “Tuttavia, ci proveremo e siamo umilmente fiduciosi nelle nostre possibilità di successo”, ha detto David Limp, CEO di Blue Origin, su X a settembre.

Un progetto più ambizioso

L’azienda Blue Origin, ideatrice del progetto, porta già da diversi anni i turisti nello spazio con il suo razzo New Shepard, ma solo per pochi minuti. Con il New Glenn, molto più potente, punta a entrare in un nuovo mercato, quello del lancio di pesanti satelliti commerciali e militari e dell’invio di navicelle sulla Luna o addirittura su Marte.

L’azienda di Jeff Bezos ha già firmato contratti con diversi clienti, tra cui l’agenzia spaziale statunitense per una missione senza equipaggio su Marte e il governo degli Stati Uniti per missioni di sicurezza nazionale. Dal punto di vista commerciale, prevede di distribuire satelliti Internet per diverse aziende. Dovrebbe inoltre, come SpaceX con Starlink, essere responsabile del lancio dei satelliti del gruppo Amazon.

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 09:33:03 +0000 di Paolo Anastasio
Internet
Il Ministero della Difesa tedesco abbandona in blocco X dopo l’endorsement di Elon Musk all’Afd

“Lo scambio oggettivo di vedute sulla piattaforma X sta diventando sempre più difficileâ€, dice il Ministero della Difesa tedesco, che ha deciso di abbandonare in blocco la piattaforma social dopo il mare di polemiche cha ha fatto seguito alle esternazioni favorevoli alla leader di Alternative fuer Deutschland (Afd) da parte di Elon Musk, proprietario della piattaforma.   

Il Ministero della Difesa tedesco e l’esercito nazionale della Bundeswehr sospenderanno i loro account sulla piattaforma social media X di Elon Musk, citando l’impossibilità di avere un dibattito fattuale sul sito. A dicembre, l’imprenditore miliardario Musk ha sostenuto l’estrema destra di Alternativa per la Germania (AfD) in un post su X e da allora ha utilizzato la piattaforma di social media che ha acquistato nel 2022 per rimproverare i politici tedeschi tradizionali, attaccando apertamente il cancelliere di centro-sinistra Olaf Scholz e promuovere l’AfD come l’unica forza che può “salvare†il Paese.

La decisione del Ministero della Difesa, controllato dall’alleato socialdemocratico di Scholz, Boris Pistorius, di abbandonare la piattaforma, arriva solo pochi giorni dopo che Musk, uno dei principali consiglieri del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, ha tenuto una chat live adulatoria su X con Alice Weidel, candidata dell’AfD a cancelliera alle prossime elezioni anticipate in Germania, previste per il 2 febbraio.

Invece di passare a Bluesky, l’alternativa preferita da molti alla X di Musk, il Ministero della Difesa ha affermato che continuerà a trasmettere video e contenuti su Instagram, YouTube e tramite un canale WhatsApp.

Dopo la presa di posizione netta del Ministero della Difesa si accende ulteriormente il dibattito a Berlino sull’opportunità di abbandonare X da parte di tutto il Governo. Per il momento non sono state prese decisioni in merito.  

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 09:58:31 +0000 di Paolo Anastasio
Cybercrime
Sanità e ransomware, la Commissione europea presenta il piano per la sicurezza degli ospedali. Le 4 priorità

Prevenzione rafforzata, individuazione delle minacce, risposta rapida agli attacchi, deterrenza. Sono queste le quattro priorità del nuovo piano d’azione presentato ieri dalla Commissione Europea dedicato ad una maggiore resilienza informatica per gli ospedali e i servizi sanitari.

Il piano, spiega la Commissione, nasce dalla crescente digitalizzazione del settore sanitario e dal rischio di attacchi informatici che potrebbero compromettere i servizi vitali per i cittadini europei. Solo nel 2023 gli Stati membri dell’UE hanno segnalato ben 309 incidenti significativi di cybersicurezza che hanno colpito il settore sanitario, più che in qualsiasi altro settore critico.

Gli attacchi informatici possono interferire con procedure mediche vitali, creando disagi nei pronto soccorso e interrompendo servizi essenziali, con impatti diretti sulla vita dei cittadini.

Le 4 priorità del piano d’azione

  • Prevenzione rafforzata. Il piano contribuisce a sviluppare le capacità del settore sanitario di prevenire gli incidenti di cibersicurezza attraverso misure di preparazione rafforzate, quali orientamenti sull’attuazione di pratiche critiche di cibersicurezza. In secondo luogo, gli Stati membri possono anche introdurre buoni per la cibersicurezza per fornire assistenza finanziaria agli ospedali e ai prestatori di assistenza sanitaria di micro, piccole e medie dimensioni. Infine, l’UE svilupperà anche risorse di apprendimento in materia di cibersicurezza per gli operatori sanitari.
  • Migliorare l’individuazione e l’identificazione delle minacce. Il Centro di sostegno alla cibersicurezza per gli ospedali e i prestatori di assistenza sanitaria svilupperà un servizio di allarme rapido a livello dell’UE, che fornirà avvisi quasi in tempo reale sulle potenziali minacce informatiche, entro il 2026.
  • Risposta agli attacchi informatici per ridurre al minimo l’impatto. Il piano propone un servizio di risposta rapida per il settore sanitario nell’ambito della riserva dell’UE per la cibersicurezza. Istituita nel regolamento sulla cibersolidarietà, la riserva fornisce servizi di risposta agli incidenti da fornitori privati di fiducia. Nell’ambito del piano, possono svolgersi esercitazioni nazionali di cibersicurezza insieme allo sviluppo di manuali per guidare le organizzazioni sanitarie a rispondere a specifiche minacce alla cibersicurezza, compreso il ransomware. Gli Stati membri sono incoraggiati a chiedere la segnalazione dei pagamenti di riscatto da parte delle entità, per poter fornire loro il sostegno di cui hanno bisogno e consentire il follow-up da parte delle autorità di contrasto.
  • Deterrenza: Proteggere i sistemi sanitari europei dissuadendo gli attori delle minacce informatiche dall’attaccarli. Ciò include l’uso del pacchetto di strumenti della diplomazia informatica, una risposta diplomatica congiunta dell’UE alle attività informatiche dolose.

“L’assistenza sanitaria moderna ha compiuto progressi incredibili attraverso la trasformazione digitale, il che significa che i cittadini hanno beneficiato di un’assistenza sanitaria migliore. Sfortunatamente, anche i sistemi sanitari sono soggetti a incidenti e minacce di cibersicurezza”, ha spiegato Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia. “Ecco perché stiamo lanciando un piano d’azione per garantire che i sistemi sanitari, le istituzioni e i dispositivi medici connessi siano resilienti. Prevenire è meglio che curare, quindi dobbiamo prevenire gli attacchi informatici. Ma se accadono, abbiamo bisogno di avere tutto a posto per rilevarli e per rispondere e recuperare rapidamente“, ha concluso.

Lo stato di salute degli ospedali in Italia

Il settore sanitario è uno dei più colpiti dagli attacchi informatici a livello globale. In Italia, da gennaio 2022, si sono verificati in media 2,6 eventi informatici dannosi al mese ai danni di strutture sanitarie, di cui circa la metà ha avuto un impatto effettivo sui servizi sanitari erogati.

I dati, evidenziati in questo documento dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, forniscono una serie di dati statistici sull’andamento degli attacchi informatici nel settore sanitario in Italia, nonché un’analisi dettagliata di un caso tipo di ransomware.

Nel 2023 il ransomware ha rappresentato il 35% degli eventi informatici e il 43% degli incidenti

Il tipo di attacco più comune è il ransomware. Nel 2023, ha rappresentato il 35% degli eventi informatici e il 43% degli incidenti. Nel 2024, si è registrata una lieve diminuzione degli attacchi ransomware, ma il numero si è mantenuto sostanzialmente in linea con gli anni precedenti, secondo il report.

Altri tipi di attacco comuni includono la divulgazione di informazioni, la diffusione di malware tramite e-mail e lo sfruttamento di vulnerabilità.

Le vulnerabilità più comuni riscontrate nelle infrastrutture digitali del settore sanitario sono la gestione decentralizzata dei sistemi digitali, l’obsolescenza dei dispositivi e la carenza di personale dedicato alla sicurezza informatica.

L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale raccomanda alle strutture sanitarie di implementare una serie di pratiche di sicurezza, tra cui la centralizzazione della gestione della sicurezza informatica, l’aggiornamento regolare dei dispositivi, la formazione del personale sulla sicurezza informatica e l’utilizzo di software di sicurezza aggiornati.

In caso di incidente, le strutture sanitarie sono tenute a contattare il CSIRT Italia, che fornirà supporto e assistenza.

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 09:42:09 +0000 di Piermario Boccellato
Internet
British Telecom taglierà fino a 10mila posti di lavoro. In Uk metà delle aziende investirà nell’AI

Secondo una ricerca commissionata dal Boston Consulting Group, il 51% dei dirigenti aziendali nel Regno Unito prevede di ridistribuire gli investimenti dal personale verso l’AI, con il 44% che considera l’AI una priorità di spesa.

La decisione è attribuita all’aumento dei costi legati all’assunzione, dovuti a politiche governative come l’incremento delle contribuzioni previdenziali e del salario minimo nazionale. Mentre le aziende promuovono l’AI come uno strumento per migliorare la produttività, molti leader d’impresa la vedono come una strategia per ridurre i costi del personale, sfruttando la possibilità di licenze software al posto degli stipendi.

Giganti come British Telecom hanno dichiarato riduzioni significative del personale grazie all’adozione dell’AI, con tagli fino a 10.000 posti di lavoro. Parallelamente, cresce la domanda di lavoratori con competenze specifiche in AI, ma tali ruoli non compensano le perdite di occupazione causate dalla tecnologia. La spinta all’adozione dell’AI è incentivata anche dalle campagne governative per promuovere la crescita economica attraverso tecnologie avanzate. Tuttavia, il rapporto sottolinea i rischi di dipendenza dalle soluzioni AI per ridurre il personale, evidenziando un calo del 15% delle offerte di lavoro nel settore dell’informazione e comunicazione rispetto all’anno precedente.

Questa tendenza evidenzia una transizione nel mercato del lavoro, con aziende che privilegiano l’efficienza e la riduzione dei costi rispetto all’investimento in risorse umane. Le implicazioni di questa trasformazione richiedono un dibattito sul futuro dell’occupazione e sul ruolo dell’AI nell’economia.

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L’AI aiuta a ritrovare parenti scomparsi tra la folla di devoti al Maha Kumbh Festival

Durante il Maha Kumbh Mela, il più grande raduno umano del mondo che si tiene a Prayagraj, in India, tecnologie avanzate basate sull’AI stanno affrontando il problema storico di ritrovare persone disperse nella folla. Con una partecipazione stimata di 450 milioni di pellegrini in sei settimane, strumenti come il riconoscimento facciale, droni subacquei e boe robotiche vengono utilizzati per localizzare individui scomparsi. Le autorità hanno installato migliaia di telecamere per monitorare in tempo reale la folla e identificare i soggetti smarriti tramite immagini digitali generate con l’AI.

Già nel primo giorno del festival, oltre 250 persone sono state ricongiunte con i propri cari grazie a questa tecnologia. Inoltre, altre innovazioni come braccialetti RFID contenenti informazioni mediche e di contatto e un’app mobile per la condivisione delle posizioni in tempo reale sono state implementate per migliorare la sicurezza e la gestione delle emergenze.

Il riconoscimento facciale si rivela cruciale anche per prevenire potenziali incidenti, inviando notifiche agli organizzatori in caso di pericolosi affollamenti. Nonostante i vantaggi, l’uso su larga scala dell’AI pone rischi per la sicurezza dei dati e la privacy, con segnalazioni di frodi online e preoccupazioni per il potenziale abuso delle informazioni raccolte.

Il governo locale ha intrapreso campagne di sensibilizzazione per educare i partecipanti sui rischi cibernetici. L’evento sottolinea il potenziale dell’AI non solo nel migliorare la logistica, ma anche nel risolvere problemi sociali di lunga data.

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 10:30:12 +0000 di Claudio Ricci
Nucleare
Nucleare verso un nuovo record, ma necessari 120 miliardi di dollari entro il 2030. Il Rapporto IEA

Nucleare: un contesto favorevole ma ricco di sfide

Seconda solo all’idroelettrico come fonte di elettricità a basse emissioni, l’energia nucleare contribuisce oggi al 10% della produzione globale di elettricità, ma considerando che sono in costruzione oltre 70 gigawatt di nuova capacità, è facile presumere che questo dato tenderà a crescere. A dirlo è il rapporto IEA intitolato The Path to a New Era for Nuclear Energy, secondo il quale l’interesse per l’energia dell’atomo è arrivato ai massimi livelli degli ultimi 30 anni, con oltre 40 Paesi impegnati a espandere il ruolo del nucleare nei loro sistemi energetici. In particolare, l‘interesse verso gli SMR è in forte crescita, grazie alla loro modularità e al potenziale di riduzione dei costi. Tuttavia, sottolinea il documento, permangono sfide importanti, come il completamento dei progetti nei tempi previsti, il rispetto dei budget, garantire il finanziamento e la diversificazione delle catene di approvvigionamento per costruzione e combustibile.

Necessarie nuove capacità di generazione

La domanda di elettricità cresce a un ritmo sei volte superiore al consumo complessivo di energia, alimentata da settori come veicoli elettrici, data center e intelligenza artificiale. Per rispondere a questa accelerazione, saranno necessarie nuove capacità di generazione affidabili e flessibili, requisiti che l’energia nucleare potrebbe soddisfare. […]

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 12:00:00 +0000 di Redazione Energia Italia News
Internet
Stop alle false recensioni online nel turismo e nella ristorazione. L’Agcom definirà codici di condotta per le piattaforme web

Il Consiglio dei Ministri approva il primo ddl sulle Pmi. Tra le misura chiave il giro di vite sulle false recensioni

Un ristorante mediocre riceve recensioni a cinque stelle da utenti falsi, che elogiano piatti inesistenti o un servizio impeccabile che non corrisponde alla realtà. Un hotel di lusso viene bersagliato da recensioni negative, spesso contenenti linguaggio offensivo e accuse infondate, con lo scopo di danneggiare la sua reputazione e attirare clienti verso un concorrente.

Oppure, ancora, un cliente insoddisfatto lascia una recensione estremamente negativa e ingiusta, esagerando i difetti del servizio o del prodotto, spesso motivato da una personale vendetta. Le false recensioni possono danneggiare gravemente la reputazione di un’azienda, mettendo in dubbio la qualità dei suoi servizi e prodotti, generando e alimentando concorrenza sleale e attività al limite della legalità, che spesso sfociano in vere e proprie frodi, con danni non solo alle imprese, ma anche ai consumatori.

Fermare in maniera decisa il fenomeno delle false recensioni online nel mercato della ristorazione e del turismo, per garantire una concorrenza leale ed equa, è una delle misure contenute nel primo disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese, approvato in Consiglio dei ministri, per rafforzare le micro, piccole e medie imprese italiane, incentivando l’aggregazione, l’innovazione del sistema produttivo e l’accesso al credito.

I punti chiave del regolamento

Il nuovo regolamento si pone l’obiettivo di contrastare il diffuso fenomeno di lasciare commenti falsi sui siti di realtà imprenditoriali come hotel, strutture termali, ristoranti e attrazioni turistiche, soprattutto per evitare i danni dovuti a concorrenza sleale, pubblicità occulta e frodi.

Il ddl interviene prevedendo l’obbligo di verificare l’attendibilità della recensione, assicurandosi che questa sia realmente scritta da un consumatore che abbia effettivamente usufruito del servizio o acquistato il prodotto recensito.

Sempre più spesso, infatti, sono dei bot gli autori delle recensioni. L’intelligenza artificiale ha reso possibile la creazione di testi sempre più sofisticati e difficili da distinguere da quelli scritti da un essere umano. Questo ha aperto le porte a una nuova generazione di software in grado di generare recensioni false in modo massiccio e automatizzato.

La disposizione definisce, inoltre, chiaramente che il consumatore potrà rilasciare una recensione motivata entro 15 giorni dalla data di utilizzo del servizio.

L’impresa interessata potrà richiederne la cancellazione nel caso in cui il giudizio risulti falso o ingannevole, o qualora il commento non dovesse più essere attuale trascorsi i due anni dalla sua pubblicazione o in ragione dell’adozione di misure idonee a superare le criticità che avevano dato origine al giudizio espresso.

Vietato l’acquisto e la vendita di recensioni, anche tra imprenditori e intermediari, così come l’attribuzione di recensioni a prodotti o servizi diversi da quelli effettivamente valutati, e la promozione o il condizionamento delle recensioni tramite incentivi.

Il ruolo di Agcom e Agcm

All’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) spetterà il compito di definire i codici di condotta per i gestori delle piattaforme online e i soggetti attivi nella diffusione di recensioni, per garantire l’identità dei recensori, l’autenticità delle recensioni, la trasparenza e l’imparzialità nella gestione e dettagli utili per il contraddittorio.

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) vigilerà invece sul rispetto di queste norme e potrà sanzionare le violazioni. Le nuove disposizioni non si applicano alle recensioni già pubblicate prima dell’entrata in vigore della legge.

Urso: “Valorizzato il ruolo delle Pmi, cuore dell’economia nazionaleâ€. Santanchè: “Le vere recensioni fondamentali per il lavoro delle impreseâ€

Il ministro delle Imprese del made in Italy, Adolfo Urso, considera un successo il ddl: “Una svolta per la politica industriale del nostro Paese, che valorizza il ruolo delle piccole e medie imprese, cuore pulsante dell’economia nazionale e dell’identità produttiva del Made in Italy, attraverso un sistema normativo mirato all’innovazione, alla competitività e alla crescita. impegno disatteso da tutti i governi che ci hanno preceduto e che noi intendiamo rispettare puntualmente ogni anno, come stiamo facendo per la legge annuale sulla concorrenza, secondo una chiara visione strategicaâ€..

Contenta anche la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, soprattutto per la misura contro le false recensioni online: “Le recensioni, che grazie a questo intervento normativo saranno effettivamente veritiere, sono fondamentali per il successo delle aziende e per la fiducia di consumatori e turisti, e quindi per la credibilità del Sistema Italia. Una misura con cui andiamo a proteggere il lavoro e l’impegno degli imprenditori che credono nel turismo come imprescindibile motore di sviluppo per la nostra nazione“.

L’argomento, è sottolineato dal ministero del Turismo, è affrontato nel capo IV del ddl sulle Pmi che si concentra sulla regolamentazione di queste recensioni online stabilendo che solo i consumatori che dimostrano la propria identità e l’effettivo utilizzo di un servizio o prodotto potranno rilasciare una recensione.

“Basta a false recensioni e commenti volutamente distorti per danneggiare ristoranti, alberghi, prodotti e molto altro. Tempi duri per i ‘recensionisti di mestiere’!â€, ha scritto in un post social il commissario Agcom, Massimiliano Capitanio.

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Le posizioni delle associazioni di settore

Secondo Assoutenti, “qualsiasi misura che garantisca maggiore trasparenza ai consumatori nella scelta di prodotti e servizi è ben accolta. Allo stesso modo, però, è necessario regolamentare in modo più efficace l’ambito dei social network, dove una miriade di influencer e micro-influencer recensiscono ogni giorno ristoranti, locali, spa e strutture ricettive attraverso contenuti che sembrano opinioni personali e disinteressate, ma che in realtà sono frutto di accordi commerciali o concessioni di regalie non sempre comunicati in modo chiaro al pubblico“.

Confesercenti invece ha affermato: “Ci attendevamo tanto, ci troviamo con pochissimo. Annunciata come un atto rivoluzionario, la prima legge delle Pmi appare deludente, e certamente insufficiente a valorizzare efficacemente il sistema delle micro, piccole e medie imprese italiane. Dopo 14 anni, la legge annuale era stata inizialmente prevista nel 2011 dallo Statuto delle Imprese, era lecito attendersi di piùâ€.

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 10:35:43 +0000 di Flavio Fabbri
Poste Italiane
Poste Italiane vola in Borsa, titolo ai massimi storici

Record storico in Borsa per Poste Italiane

Poste Italiane ha segnato un nuovo traguardo storico il 15 gennaio, chiudendo la seduta a Piazza Affari a 14,20 euro per azione, con un incremento dell’1,46%. Questo risultato rappresenta il nuovo record dall’IPO dell’ottobre 2015. La capitalizzazione di mercato ha raggiunto i 18,55 miliardi di euro, un altro primato per l’azienda.

Il titolo di Poste Italiane aveva già superato la soglia dei 14 euro il 9 gennaio, dimostrando una crescita costante e sostenuta. Secondo i dati elaborati da CompaniesMarketCap, a gennaio 2025, Poste Italiane ha raggiunto una capitalizzazione di mercato pari a 19,03 miliardi di dollari. Grazie a questo risultato, il Gruppo è entrato nella Top 1000 delle aziende più preziose al mondo per valore di market cap.

La capitalizzazione di mercato, comunemente chiamata market cap, è il valore di mercato totale delle azioni in circolazione di una società quotata in borsa ed è comunemente utilizzata per misurare l’evoluzione del valore di un’azienda. Questo indicatore è fondamentale per gli investitori, poiché riflette la fiducia del mercato nella capacità di crescita e nella solidità finanziaria dell’azienda.

Gestione efficiente, espansione dei servizi digitali e solida performance finanziaria

L’ottima performance di Poste Italiane può essere attribuita a una serie di fattori, tra cui una gestione efficiente, l’espansione dei servizi digitali e una solida performance finanziaria. L’azienda ha saputo adattarsi alle nuove esigenze del mercato, investendo in innovazione e migliorando l’offerta dei servizi ai clienti.

Gli analisti finanziari vedono con favore questa crescita, sottolineando come Poste Italiane stia consolidando la sua posizione nel panorama economico italiano e internazionale. La capacità di raggiungere nuovi record di capitalizzazione e di prezzo delle azioni è un segnale positivo per gli investitori e per il futuro dell’azienda.

Innovazione digitale e attenzione alla sostenibilità

L’azienda ha intrapreso un percorso di digitalizzazione che ha coinvolto sia l’offerta del Gruppo che i processi aziendali. Questo ha trasformato il modello di distribuzione in ottica omnicanale, garantendo l’erogazione dei servizi in maniera agile e allineata alle esigenze della clientela. L’innovazione digitale ha permesso a Poste Italiane di sviluppare nuovi prodotti e servizi, migliorare l’esperienza utente e ridurre i tempi di attesa.

Poste inoltre pone grande attenzione alla sostenibilità e alla responsabilità sociale d’impresa. L’azienda ha avviato programmi concreti per ridurre l’impatto ambientale delle sue attività, promuovendo comportamenti responsabili ed etici sul piano sociale. Questo impegno si traduce in una maggiore fiducia da parte degli stakeholder e in un miglioramento della reputazione aziendale.

Confermato il percorso di riduzione delle emissioni dalla logistica verso la neutralità carbonica entro il 2030.

L’innovazione digitale e la sostenibilità insieme hanno giocato un ruolo cruciale nella crescita del titolo di Poste Italiane. La digitalizzazione ha permesso all’azienda di rimanere competitiva in un mercato in continua evoluzione, mentre l’attenzione alla sostenibilità ha rafforzato la fiducia degli investitori e migliorato l’immagine aziendale.

Un trend positivo partito dal 2017

Guardando all’andamento di Poste in Borsa si vede chiaramente il trend di crescita che ha caratterizzato questi ultimi dieci anni, in particolare dal 2017 in poi, cioè da quando Matteo Del Fante è diventato amministratore delegato del Gruppo.

Nel 2017 il titolo si aggirava su un valore di piazza tra 5 e 6 euro, per poi iniziare dal 2018 una crescita irregolare ma costante, con un primo balzo oltre i 10 euro a fine 2019 e un secondo oltre i 12 euro a fine 2021.

L’incremento costante e continuativo del titolo è iniziato a novembre 2022, portando Poste agli attuali 14,28 euro.

Resilienza e capacità di crescita

In conclusione, Poste Italiane continua quindi a dimostrare la sua resilienza e capacità di crescita, posizionandosi come un attore chiave nel settore dei servizi postali e finanziari. Con una capitalizzazione di mercato in costante aumento e una performance azionaria solida, l’azienda è ben posizionata per affrontare le sfide future e continuare a creare valore per i suoi azionisti.

A testimonianza di questa crescita sono arrivati nelle ultime settimane ulteriori riconoscimenti internazionali. Per il sesto anno consecutivo Poste Italiane ha ottenuto la certificazione Top Employer per l’Italia e viene riconosciuta tra i migliori datori di lavoro grazie alle sue politiche di valorizzazione delle risorse umane, basate sui principi di equità e merito, e alle iniziative per l’inclusione.

Il Gruppo è al primo posto per la sostenibilità nel settore assicurativo europeo e si è posizionata seconda a livello mondiale. Il gruppo consolida la propria leadership nella sostenibilità e conferma la presenza nel Dow Jones Sustainability Index World, e nel più selettivo Dow Jones Sustainability Index Europe, per la sesta volta consecutiva.

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 11:42:06 +0000 di Flavio Fabbri
Inwit
INWIT riconosciuta come Top Employer Italia per il secondo anno consecutivo

INWIT, una delle principali digital infrastructure company italiane, si conferma Top Employer Italia per il secondo anno consecutivo. La certificazione Top Employer Italia 2025, rilasciata alle società che raggiungono e soddisfano gli elevati standard richiesti dalla HR Best Practices Survey, è il riconoscimento ufficiale delle eccellenze aziendali nelle politiche e strategie HR e della loro attuazione per contribuire al benessere delle persone e migliorare l’ambiente di lavoro.

INWIT si qualifica dunque anche quest’anno come employer of choice in grado di attrarre i migliori talenti sul mercato, confermando il suo impegno nell’implementazione delle best practice internazionali per la gestione delle proprie persone.

“La certificazione Top Employer 2025 attesta e premia la nostra attenzione nei confronti delle persone che giorno dopo giorno contribuiscono ai successi di INWIT e ribadisce l’impegno continuo nello sviluppo delle persone attraverso condivisione di valori, valorizzazione delle competenze di ognuno e innovazione digitaleâ€, ha detto Diego Galli, Direttore Generale INWIT.

Per potersi qualificare per la certificazione 2025, l’azienda ha percorso e completato gli step di HR Best Practices Survey, Validation e Audit.

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 12:02:17 +0000 di Redazione Key4biz
Internet
Aruba Cloud rafforza l’offerta VMware, portafoglio completo per soluzioni cloud sicure e personalizzate

La collaborazione con partner tecnologici di fiducia, come, tra gli altri, VMware – leader di mercato – è un elemento cruciale per un cloud provider che deve garantire soluzioni all’avanguardia, sfruttando i vantaggi di tecnologie all’altezza delle esigenze più avanzate. La piattaforma VMware, con la sua architettura multi-cloud e le capacità avanzate di virtualizzazione, permette di abilitare una migrazione sicura e senza interruzioni verso ambienti cloud, rispondendo alle esigenze di interoperabilità e flessibilità.

In tale contesto, Aruba Cloud si pone come Cloud Service Provider di riferimento del mercato, poiché mette a disposizione un portafoglio VMware completo che spazia dal VMware Cloud Server alle infrastrutture Virtual Private Cloud e Hosted Private Cloud, con la possibilità di scalare rapidamente e integrare soluzioni ibride, personalizzate o complesse.

Massimo Bandinelli, Marketing Manager di Aruba Cloud, ha dichiarato: â€œPer le aziende è fondamentale poter scegliere fornitori in grado di soddisfare al contempo requisiti di scalabilità, sicurezza e conformità normativa. I provider, parallelamente, devono essere in grado di offrire soluzioni flessibili, adattabili a esigenze diversificate, garantendo trasparenza nei costi e infrastrutture performanti e locali per assicurare la sovranità digitale ai propri clienti, ovvero il pieno controllo sui propri dati.â€

Questa necessità è confermata da una recente indagine di IDC secondo cui il 22% delle organizzazioni italiane ha già in uso un cloud sovrano, mentre il 60% dei non utilizzatori pianifica di adottare una soluzione sovrana nel 2025.

“Grazie ad un portafoglio VMware completo e un’offerta che contempla anche tecnologie open source, siamo in grado di indirizzare qualsiasi tipo di esigenza le aziende abbiano, sia in termini di complessità dell’infrastruttura e anche di budget.†– conclude Bandinelli – â€œPer noi essere Pinnacle Partner – il livello più alto del Broadcom Advantage Partner Program di VMware – e aver ricevuto il riconoscimento come Sovereign Cloud Provider, attesta il pieno rispetto dei requisiti di cloud sovrano e conferma il nostro ruolo come partner di fiducia per i servizi cloud sul panorama nazionaleâ€. 

Da parte loro, le aziende possono contare su un controllo completo e sulla propria autonomia operativa grazie a strumenti avanzati a disposizione, come il pannello Aruba, le API e il VMware Cloud Director, oppure possono scegliere di affidare la gestione dell’infrastruttura agli esperti di Aruba. L’adozione di hardware di classe enterprise assicura prestazioni elevate e stabilità, mentre l’integrazione con soluzioni di Disaster Recovery e Business Continuity garantisce continuità operativa per le applicazioni critiche.

Operando attraverso una rete di data center Rating 4 di proprietà, all’avanguardia in Italia, Aruba Cloud offre il massimo in termini di sovranità digitale, sicurezza e vicinanza geografica. Infine, le competenze del team Aruba, con assistenza in italiano e solution architect dedicati, assicurano un valore aggiunto per progetti personalizzati, rispondendo a necessità di consulenza e soluzioni fully managed.

Il sistema di billing stabile e i costi competitivi rappresentano ulteriori elementi distintivi. Con tariffe chiare e personalizzabili in relazione alle necessità operative e di budget, l’offerta consente alle aziende di pianificare gli investimenti IT con precisione, eliminando spese impreviste grazie all’inclusione del traffico e delle risorse di rete nel canone. Questo approccio permette un risparmio significativo: fino al 40% per soluzioni public cloud e fino al 50% rispetto agli hyperscaler su soluzioni dedicate basate su VMware.

Per ulteriori dettagli: http://aru.ba/vmwareoffer 

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 12:01:38 +0000 di Redazione Key4biz
Poste Italiane
Poste Italiane ottiene la certificazione “Top Employer†per il sesto anno consecutivo

Per il sesto anno consecutivo Poste Italiane ottiene la certificazione Top Employer per l’Italia e viene riconosciuta tra i migliori datori di lavoro grazie alle sue politiche di valorizzazione delle risorse umane, basate sui principi di equità e merito, e alle iniziative per l’inclusione.

“Il sesto riconoscimento consecutivo come Top Employer certifica la capacità di Poste Italiane di far viaggiare alla medesima velocità le strategie di crescita aziendale, la valorizzazione delle persone e le iniziative per favorire l’inclusione – ha dichiarato Matteo Del Fante, Amministratore Delegato di Poste Italiane – Assicurare ai nostri dipendenti l’occasione di realizzarsi sul lavoro è essenziale per il nostro ruolo sociale e tutto questo fa di Poste Italiane un ambiente di lavoro fertile in cui convivono quattro generazioni, che trovano in azienda le migliori condizioni per esprimere il proprio talentoâ€.

La valutazione sulle pratiche e le strategie hanno riconosciuto anche quest’anno la solidità delle politiche di Poste Italiane in tema di risorse umane: dalla selezione all’onboarding, dalla gestione allo sviluppo, dalla comunicazione interna alla formazione e al welfare aziendale. Particolare valore è stato attribuito alle politiche Diversity&inclusion di Poste Italiane, con riferimento anche alle iniziative realizzate dall’azienda a favore delle persone colpite da neurodiversità. Poste Italiane ha infatti avviato anche un programma biennale finalizzato alla valorizzazione di talenti e caratteristiche positive delle persone con dislessia e disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) al fine di ottenere il riconoscimento di azienda Dyslexia Friendly.

La certificazione viene rilasciata dal Top Employers Institute, che da oltre 30 anni valuta le eccellenze aziendali nelle politiche e nelle strategie sulle risorse umane in 121 Paesi di tutto il mondo. La certificazione Top Employer 2025 si aggiunge ad altri riconoscimenti ottenuti da Poste Italiane, come l’Euronext Equileap Gender Equality Eurozone 100, FTSE4Good e Bloomberg Gender-Equality Index, Stoxx Global ESG Leaders.

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 10:48:59 +0000 di Redazione Key4biz
Giornata Parlamentare
La Giornata Parlamentare. Consulta, si vota il 23 gennaio. L’Ue vuole ancora Luigi Di Maio come rappresentante nel Golfo

Il Parlamento, senza intesa, voterà per giudici della Consulta il 23 gennaio

Non sarà una Consulta nel suo plenum a decidere, il 20 gennaio, sui referendum sull’Autonomia, la cittadinanza e il lavoro. Il Parlamento, nonostante da più parti sia stata annunciata un’intesa, dopo la fumata nera dell’ultima votazione tornerà a convocarsi in seduta comune solo giovedì 23 gennaio, a cose fatte sui referendum, dunque, visto che la Corte Costituzionalepuò, comunque, deliberare con il numero minimo di 11 componenti. I partiti avranno ancora un po’ di tempo per trovare un’intesa. “Si è vicini a una soluzioneâ€, assicura il leader di FI Antonio Tajani parlando a Tv2000, smentendo, tra l’altro, che la questione sia in casa azzurra: “Non è assolutamente quello il problema ma si tratta di individuare un candidato indipendente che si aggiunga ad altri tre candidati espressione del Parlamentoâ€. I due nomi che vengono ormai dati per assodati sono quelli di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico della premier Giorgia Meloni e del costituzionalista Massimo Luciani (in quota opposizioni). 

Per quanto riguarda la propria casella FI fa sapere: “Al momento opportuno faremo il nostro nomeâ€. Esclusi, su indicazione del governo, i parlamentari, farebbe parte della rosa azzurra l’ex deputato Roberto Cassinelli ma anche Andrea Di Porto, avvocato vicino alla famiglia Berlusconi. Resta il nodo del tecnico, con le quotazioni dell’Avvocata dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli che vengono date in questo momento in discesa. La partita, tra l’altro, sembra poter rientrare in un più ampio ragionamento che comprende anche la questione della Vigilanza Rai con la prossima seduta convocata per il 22 gennaio, alla vigilia del voto sui quattro giudici della Consulta. 

Tajani invita il centrosinistra a dialogare anche su questo fronte e sostenere Simona Agnes: “Dovrebbe essere giusto sbloccare la situazione perché non è mai successo che le opposizioni votassero contro un presidente e non lo facessero eleggereâ€. Comunque vadano le cose e al di là dei tempi che richiederà l’intesa sulla Consulta, resta il fatto che (nonostante i reiterati appelli del Quirinale e il rinvio della Camera di consiglio sui referendum proprio per lasciare il tempo alle Camere di votare i nuovi giudici) il pungolo del 20 gennaio non è servito. Esistono diversi precedenti di tempi lunghi ma l’ex presidente della Corte Ugo De Siervo commenta quanto accaduto con amarezza. 

Sono molti i nodi da sciogliere al Consiglio Federale della Lega

Il pressing della Liga veneta su Matteo Salvini sembra aver funzionato. Oggi la prelazione rivendicata dai leghisti sul Veneto e la sfida al terzo mandato dei governatori animeranno il Consiglio federale della Lega. “Abbiamo una riunione del Federale e vedremo se si chiuderà la questione o si dovrà discutere ancoraâ€, mette in chiaro il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, un messaggio diretto a FdI per spegnerne le ambizioni sulla Regione. “Penso che non si debba arrivare a una spaccatura e penso che Giorgia Meloni deve avere l’elasticità di capire che ci sono situazioni in cui bisogna dare spazio agli alleatiâ€, ammonisce Molinari. La riunione è convocata alle 13.00 a Roma; al di là dei punti sul tavolo (ufficialmente il tesseramento e le elezioni amministrative di quest’anno), ormai per Salvini il terzo mandato Ã¨ diventato un nodo politico sia interno che con gli alleati di governo. 

Le parole di Luca Zaia (sul “prima il Veneto†e “basta vincoli ai mandatiâ€) hanno fatto rumore. Il mantra è: con il Veneto non si scherza e la Lega non si tocca. Il ragionamento più lineare è di Molinari: “La Lega è il partito dell’autonomia, il Veneto è autonomista, io credo che gli alleati di questo debbano tenere conto†chiosando che “così è per il partito indipendentemente da Zaiaâ€. Un distinguo necessario visto che, se non cambia l’attuale legge, è difficilissimo salvare il “soldato Zaia†e portarlo a un nuovo mandato. Ma la battaglia va fatta comunque. Se la intestano i veneti, seguiti dai lombardi, preoccupati: anche se lì le amministrative sono più lontane, se la Lega perde il Veneto, nemmeno la Lombardia è più sicura, ipotesi che potrebbe ricompattare tutto il partito in chiave anti FdI, intanto. E nel centrodestra, se FdI tace, ieri è Forza Italia a schierarsi: da sempre contrari al terzo mandato, gli azzurri non hanno apprezzato l’affondo di Zaia sulle “bocche che da 30 anni sono sfamate dal Parlamentoâ€, cioè i parlamentari che possono contare sui mandati illimitati. 

A ribattergli è Maurizio Gasparri: “Troveremo un modo di sfamare Zaia che ha fatto l’amministratore locale, il Ministro. Lo sfameremoâ€, ironizza il presidente dei senatori forzisti. Più tranchant Flavio Tosi, eurodeputato di FI e rivale di Zaia: “In Veneto se il centrodestra è unito, dall’altro lato possono candidare financo il Padreterno. Vinceremmo noiâ€. Insomma, basta correre uniti e se non ci sarà Zaia, amen. Tempi duri, dunque, per la Lega. A Matteo Salvini tocca difendersi anche dalle critiche sulla registrazione dei loghi del partito da parte della sinistra. Segno di un segretario in difficoltà, è l’interpretazione, che si blinda contro il rischio di perdere il simbolo. La Lega ufficialmente replica ricordando che è una procedura “avviata nel 2018, come atto dovuto di un partito che vuole ufficializzare la proprietà dei propri loghi†e che, dopo vari passaggi tecnici, si è conclusa. Il resto “sono fake newsâ€. 

Le opposizioni attaccano sui ritardi dei treni e Salvini risponde

L’ennesima giornata campale per i treni da nord a sud Italia, tra guasti e ritardi, apre un nuovo caso sul fronte del trasporto ferroviario e riaccende la tensione politica. Al centro della polemica il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che non è andato in Parlamento a riferire sui disservizi anche se però passa al contrattacco. Sui treni si scontano i “danni del malgoverno di sinistraâ€, dice, ingaggiando un duello a distanza con il leader di Italia Viva Matteo Renzi, il quale a sua volta gli risponde dandogli del “buffone†e chiedendone “le dimissioniâ€. E intanto la Lega parla di “sciacallaggioâ€. La giornata è iniziata con molti disagi per i viaggiatori e pendolari, un inconveniente tecnico ha causato per un’ora e mezzo un rallentamento sull’Alta velocità Roma-Firenze, con ritardi superiori anche ai 60 minuti. Ma altri guasti si sono registrati in mattinata nel nodo di Verona e sulla Bari-Pescara e poi ancora lungo le linee Roma-Napoli

Di fronte “a un elenco di circostanze altamente sospetteâ€, come spiega Fs, il gruppo ha deciso di presentare un esposto denuncia alla Digos della Questura di Roma, che invierà un’informativa ai pm. “Gli orari in cui si sono verificati alcuni problemi, il tipo di guasti e la loro frequenza stanno destando più di qualche interrogativo†dice Fs, che a stretto giro incassa subito il plauso dei gruppi della Lega di Camera e Senato. “Bene l’iniziativa del gruppoâ€, dalla sinistra c’è il “consueto e indegno sciacallaggioâ€, scrivono. Per il Mit l’esposto è “un fatto preoccupanteâ€. “Sabotaggi? Auspico risposte inequivocabili e rapide, perché sarebbe gravissimo fare battaglia politica sulla pelle dei lavoratori e dei pendolariâ€, interviene nel pomeriggio con una nota Matteo Salvini, spiegando “di seguire quotidianamente e con la massima attenzione quanto accade sul fronte dei trasporti†e di essere “pronto ad andare a riferire in Parlamentoâ€. Per il momento però è toccato al Ministro dei rapporti col Parlamento Luca Ciriani rispondere al question time alla Camera e dire che “il Governo è estremamente dispiaciuto†per i disagi subiti dai viaggiatori, ma anche che “i ritardi dei treni sono in linea con gli ultimi anniâ€. 

Per ora, oltre che nei comunicati, Salvini parla su X: “Per recuperare i danni del malgoverno della sinistra, abbiamo avviato un piano da 100 miliardi d’investimenti per le infrastrutture ferroviarie, con oltre 1.200 cantieri già attivi per recuperare decenni di ritardi sulle ferrovie di questo Paese, ma Renzi se la prende con me… Ma non doveva ritirarsi dalla politica?†scrive il leader della Lega. “Sei stato al Governo più tempo di me, buffone. Da quando tu fai il Ministro, è un ritardo continuo. Ma perché non ti dimetti come ti stanno chiedendo migliaia di cittadini?†gli controreplica il leader di Iv. Ma è tutto il centrosinistra ad attaccare: “Giorgia Meloni e Matteo Salvini stanno bloccando l’Italiaâ€, accusa la segretaria del Pd Elly Schlein

L’Ue vuole ancora Di Maio come rappresentante nel Golfo

Due anni supplementari per rappresentare l’Europa nel Golfo, a testimonianza di un lavoro che, dalle parti di Palazzo Berlaymont, è stato particolarmente apprezzato. Nonostante il lungo periodo di vuoto di potere e il cambio ai vertici comunitari, l’Ue ha chiesto ufficialmente la conferma di Luigi Di Maio come Rappresentante Speciale nel Golfo. Lo ha fatto lo scorso 20 dicembre, in una lettera rimasta segreta per quasi un mese e firmata dall’Alto Rappresentante Kaja Kallas. Per l’ex ministro degli Esteri italiano il via libera ufficiale ora è a un passo anche perché, finora, il Governo Meloni non avrebbe posto alcuna obiezione alla sua conferma. “La sua eccellente performance ha contribuito notevolmente a far progredire la cooperazione tra l’Ue e il Consiglio di Cooperazione del Golfo e ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo della cooperazione regionale e bilaterale con i Paesi del Golfo nel campo delle consultazioni politiche, dialogo sulla sicurezza, commercio e investimenti, energia verde e relazioni interpersonaliâ€, ha scritto Kallas nella missiva. L’ultimo atto tecnico spetterà al Gruppo Medio Oriente e Golfo (Mog) in seno al Consiglio Ue; i passaggi successivi nelle riunioni dei Rappresentanti dei 27 saranno solo formali e Di Maio, salvo colpi di scena, sarà inviato dell’Ue nel Golfo fino al 28 febbraio 2027. 

Alla Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi 9.30 per proseguire il confronto sul disegno di legge costituzionale in materia di ordinamento giurisdizionale e per l’istituzione della Corte disciplinare. A seguire esaminerà le mozioni per la legalizzazione della cannabis per finalità di carattere terapeutico e ricreativo, le mozioni sul conflitto in corso a Gaza e sugli obblighi di cooperazione e assistenza giudiziaria nei confronti della Corte penale internazionale, e le mozioni sulle politiche industriali

Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia dibatterà sul decreto giustizia. La Cultura svolgerà delle audizioni sul decreto cultura. La Lavoro si confronterà, in sede di comitato ristretto, sulle pdl concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche. Tutte le altre Commissioni torneranno a riunirsi la settimana prossima.

Al Senato

Dopo che ieri ha approvato il decreto giustizia e il ddl per la tutela delle vittime di reati e sul ddl in materia di sottrazione o trattenimento anche all’estero di persone minori o incapaci, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per svolgere le interrogazioni e alle 15.00 per le interrogazioni a risposta immediata

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà delle audizioni sul decreto proroga termini. La Giustizia si confronterà sul decreto giustizia, sul ddl in materia di spoglie mortali delle vittime di omicidio, sul ddl sulla responsabilità dei componenti del Collegio sindacale e sui ddl in materia di attribuzione del cognome ai figli. La Affari Esteri, con la Politiche dell’Ue ascolterà la dottoressa Nona Mikhelidze sulle prospettive europee della Georgia. Tutte le altre Commissioni torneranno a riunirsi la settimana prossima.

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 09:27:19 +0000 di Nomos Centro Studi Parlamentari
Engineering
Engineering è Top Employer Italia 2025

Engineering ha ottenuto la certificazione Top Employer Italia 2025, rilasciata dal Top Employers Institute, che ogni anno analizza le eccellenze aziendali nelle politiche e strategie HR e nella loro attuazione per contribuire al benessere delle persone e migliorare l’ambiente e le condizioni di lavoro.

Alessia D’Addario, Chief Human Resources Officer di Engineering ha affermato: “Siamo davvero orgogliosi di aver ottenuto questa certificazione, che riconosce e premia il processo di crescita di Engineering, che oggi si conferma un’azienda fortemente human capital, dove il benessere e le competenze delle persone sono al centro delle strategie di business. Attraverso innovative politiche HR, ogni giorno ci impegniamo nel creare un ambiente di lavoro in cui le persone siano valorizzate, ispirate, supportate e messe nelle condizioni di esprimere appieno il loro potenziale, per generare valore e risultati costanti per tutti i nostri stakeholder.â€

Per ottenere la certificazione Top Employer Italia 2025, il Gruppo guidato da Maximo Ibarra è stata valutato sulla base di oltre 250 domande che coprono 6 macro-aree e analizzano 20 aspetti chiave, tra cui People Strategy, Work Environment, Talent Acquisition, Learning, Diversity, Equity & Inclusion, Wellbeing.

Il processo non si limita alla certificazione: il Top Employers Institute fornisce anche un’analisi approfondita delle attività aziendali, confrontandole con le best practices globali. Questo benchmarking consente alle aziende di identificare aree di miglioramento e opportunità di innovazione.

Il Programma Top Employers è una testimonianza dell’impatto positivo che le aziende possono avere su milioni di persone. Nel 2025, infatti, Top Employers ha certificato in 125 Paesi di tutto il mondo più di 2,400 aziende, di cui 151 in Italia, che grazie alle loro eccellenze HR hanno generato un impatto positivo sulla vita di oltre 13 milioni di persone. 

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Data articolo: Thu, 16 Jan 2025 10:05:27 +0000 di Redazione Key4biz
Space&Underwater
Ddl Spazio: spettro, frequenze e interferenze. La battaglia di Starlink per occupare lo spettro. Parla Antonio Sassano

Nel dibattito in corso sulle conseguenze delle previsioni del DDL Spazio, l’attenzione si è appuntata sull’Art.25 e sul possibile utilizzo della capacità trasmissiva sulla costellazione Starlink per garantire comunicazioni sicure ed efficienti per gli usi del nostro Ministero della Difesa. Minore attenzione ha generato l’Art. 26, che sembra soltanto fornire una copertura finanziaria agli studi sulle interferenze tra satelliti e con le stazioni di terra. Sembrava solo una risposta ai problemi di interferenza lamentati da Tim in prossimità delle stazioni terrestri di Starlink. In realtà, a ben guardare, questo articolo pone maggiori criticità dell’Art. 25, in quanto avvia in Italia le attività di approfondimento tecnico sull’uso dello Spettro Elettromagnetico previste dalla Conferenza Mondiale ITU WRC23 di Dubai. Si tratta di un tema di carattere globale, che potrebbe interessare ad Elon Musk molto di più del trasporto delle nostre trasmissioni militari. Tanto più che la corsa allo spettro radio da parte di Starlink negli Usa è già partita da tempo, con particolare interesse di Elon Musk per la Banda E. Ne abbiamo parlato con Antonio Sassano, fra i massimi esperti di spettro radio e già presidente della FUB.

Key4biz. Quali sono i problemi rilevanti con riferimento alla Politica dello Spettro satellitare attualmente sul tappeto?

Antonio Sassano. In effetti, il tema dell’uso delle frequenze destinate ai satelliti è stato oggetto di un acceso dibattito alla Conferenza Mondiale ITU WRC23 a Dubai. Starlink e Amazon (che ha intenzione di lanciare la sua costellazione satellitare in concorrenza con Starlink) hanno chiesto con forza la revisione degli storici limiti di potenza (EPFD) sulle trasmissioni dei satelliti Non-Geostazionari NGSO (come quelli in Orbita Bassa LEO di Starlink). Si tratta di limitazioni che hanno l’obiettivo di evitare l’interferenza tra gli ‘incombenti’ satelliti Geostazionari GSO e le nuove costellazioni in Orbita bassa in fase di rapidissimo sviluppo. A questa richiesta si sono opposti i grandi operatori satellitari GSO come Viasat e, con motivazioni anche politiche, molte Amministrazioni nazionali. La conclusione è stata inevitabilmente di compromesso: si studieranno le interferenze tra satelliti GSO e NGSO fino alla WRC27 (gli ‘incumbent’ satellitari volevano tenere tutto fermo fino alla WRC31) ma non è stato inserito un Item specifico nell’Agenda della WRC27 e dunque, almeno nelle intenzioni dell’ITU, la WRC27 non delibererà modifiche regolamentari.

Key4biz. Dunque, l’Art. 26 del DDL Spazio ha l’obiettivo di finanziare studi tecnici ai quali Starlink e Amazon sono interessati e che l’Italia dovrà effettuare in sintonia con l’RSPG per affrontare di nuovo il tema nel 2027?

Antonio Sassano. In effetti, la formulazione dell’Art.26 sembra lasciare aperta la porta a sperimentazioni ‘sul campo’ che certifichino la possibilità tecnica di aumentare la potenza dei satelliti NGSO senza aspettare il 2027. Al comma 1° dell’Articolo 26 si dice che il Ministero “promuove: a) iniziative per l’uso avanzato dello spettro radioelettrico finalizzate, in attesa della pubblicazione di normative tecniche emesse dagli organismi internazionali a ciò preposti, all’adozione di modelli tecnici di coesistenza per la riduzione degli effetti di interferenza tra sistemi spaziali e sistemi terrestriâ€. Sembra quasi che si voglia anticipare le decisioni ITU.

Key4biz. Cosa significa?

Antonio Sassano. Il testo non è chiarissimo. Si intende studiare soltanto l’interazione con le telecomunicazioni terrestri o anche la ‘vexata quaestio’ dei limiti sulle potenze di trasmissione? Non bisogna dimenticare che Elon Musk è molto impaziente quando si tenta di rallentare l’innovazione tecnologica per rispettare ‘regole stupide’ (lui le chiama così) inventate dai burocrati per proteggere gli ‘incombenti’. Questa impazienza, ne sono certo, spingerà Musk a dimostrare con sperimentazioni ‘sul campo’, che la potenza dei satelliti NGSO in orbita bassa può essere aumentata con conseguente allargamento della banda disponibile per i suoi utenti. Non si tratta solo di una ipotesi.

Key4biz. Cioè?

Antonio Sassano. Il Ministero della Difesa della Romania ha avviato nello scorso ottobre, con l’avallo dell’Autorità delle Comunicazioni Rumena, una campagna di verifiche sperimentali con Starlink per dimostrare che satelliti GSO e NGSO possono operare anche rilassando i vincoli sulla potenza di trasmissione. Dunque, almeno un Paese europeo sembra convinto che Musk abbia ragione. A questo aggiungerei la sicura disponibilità della FCC di Trump ad effettuare analoghe sperimentazioni negli Stati Uniti. Noi dovremo dire la nostra con competenza e indipendenza e, lo voglio sottolineare, con una unica e forte voce Europea. Il dibattito della WRC2027 su questo tema potrebbe essere condizionato dai buoni rapporti di Musk con molte Amministrazioni. Anche europee.

Key4biz. Ma Starlink intende migliorare la qualità del servizio soltanto aumentando la potenza di trasmissione dei suoi satelliti o anche utilizzando nuove frequenze?

Antonio Sassano. Anche sullo Spettro EM da dedicare alle trasmissioni bisogna essere molto attenti. Starlink ha chiesto e ottenuto dall’FCC (di Biden in questo caso) la possibilità di utilizzare la Banda E (intorno ai 70-80 GHz). Ora utilizza le canoniche bande satellitari Ka e Ku. Si tratta di frequenze molto alte, maggiormente soggette alle attenuazioni atmosferiche. Probabilmente verranno utilizzate per il collegamento satellite-satellite, molto importante nel funzionamento di Starlink. Ma non è escluso che Musk abbia in mente di utilizzarle per collegare piattaforme in orbita più bassa e, grazie all’aumento di potenza di cui sopra, per il collegamento a terra. Se si pensa che nelle assegnazioni satellitari il servizio di chi arriva prima deve essere ‘protetto’ da chi lancerà le sue costellazioni nel futuro, questa incursione in Banda E non deve trovarci impreparati.

Key4biz. L’Art. 26 del DDL Spazio dice ai commi 1a e 1b che il Ministero dovrà effettuare: “lo studio e la definizione di criteri per la riduzione delle interferenze tra reti satellitari diverse operanti nel territorio nazionale, per consentirne uno sviluppo armonizzato al crescere del traffico satellitare e dei nuovi servizi avanzati offertiâ€. Lei pensa che il risultato degli studi del Ministero potrebbe giustificare l’assegnazione della Banda E a Starlink anche in Italia?

Antonio Sassano. Il testo non lo esclude e se gli studi previsti dovessero suggerirlo anche in Italia, come negli USA, la Banda E potrebbe essere assegnata a Starlink. Certo, sarebbe una forzatura rispetto all’Europa, ma quando leggo ‘operanti nel territorio nazionale’ mi sembra di cogliere una rivendicazione di autonomia che va oltre il coordinamento EU.

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Data articolo: Wed, 15 Jan 2025 13:35:14 +0000 di Paolo Anastasio
Space&Underwater
Ddl Spazio, sullo spettro radio decisioni nazionali?

Il panorama delle comunicazioni satellitari è in forte fermento vista la presenza nell’arena di Elon Musk con la sua Starlink e di Jeff Bezos con il suo progetto Kuiper in via di sviluppo. In Italia intanto ferve il dibattito sull’ipotesi di utilizzare Starlink per comunicazioni istituzionali e sul campo, in ambito militare. Il Ddl Spazio all’articolo 26 prevede iniziative per l’uso nel nostro paese di frequenze e riduzione di interferenze tra reti operanti sul territorio nazionale.  

La premessa, per quanto riguarda l’utilizzo dello spettro radio in generale, è che non si tratta mai di decisioni â€˜nazionali’. Va quindi verificato prima cosa ha fatto e sta facendo l’Europa (RSPG) a riguardo, anche se i tempi dell’Europa potrebbero essere in ritardo rispetto alla â€œvisione†di Elon Musk, che negli Usa ha già ottenuto l’ok per l’utilizzo della Banda E.

L’articolo 26: iniziative nelle more di regole internazionali

E’ vero che nulla è stato ancora deciso su un potenziale accordo del nostro paese con Elon Musk, ma leggendo l’articolo 26 del ddl Spazio Articolo 26 (Iniziative per l’uso efficiente dello spettro radioelettrico per comunicazioni via satellite) sembra emergere da parte dell’Italia la volontà di muoversi in autonomia sulla sperimentazione satellitare con “iniziative per l’uso avanzato dello spettro finalizzate, in attesa della pubblicazione di normative tecniche emesse dagli organismi internazionali a ciò preposti, all’adozione di modelli tecnici di coesistenza per la riduzione degli effetti di interferenza tra sistemi spaziali e sistemi terrestri; b) lo studio e la definizione di criteri per la riduzione delle interferenze tra reti satellitari diverse operanti nel territorio nazionale, per consentirne uno sviluppo armonizzato al crescere del traffico satellitare e dei nuovi servizi avanzati offertiâ€. Qui sembra implicito il riferimento a nuovi servizi satellitari in orbita bassa, in primis Starlink ma anche Kuiper di Amazon, che al momento non è ancora operativo.

Il contesto internazionale: al WRC-23 difficile compromesso su limiti di potenza per i satelliti

La situazione italiana si inserisce in un contesto internazionale complesso per quanto riguarda le comunicazioni satellitari. C’è un conflitto in essere, scrive il Financial Times, fra satelliti geostazionari (GEO) e satelliti non geostazionari (NGSO) di cui i satelliti in bassa orbita (LEO) come Starlink e Amazon fanno parte.

La World Radiocommunication Conference 2023 (WRC-23), svoltasi a Dubai a novembre del 2023, ha raggiunto un compromesso sul dibattuto tema dei limiti di potenza per i satelliti non geostazionari (NGSO). Questo compromesso consente studi tecnici sui limiti di Equivalent Power Flux Density (EPFD), ma esclude interventi regolamentari fino almeno al 2031.

Il dibattito sugli EPFD

Gli EPFD regolano la potenza dei segnali satellitari NGSO per evitare interferenze con i satelliti in orbita geostazionaria (GEO).

  • I fautori della revisione (NGSO): SpaceX e Amazon ritengono che i limiti attuali, definiti oltre un decennio fa, siano obsoleti e penalizzino l’espansione delle loro costellazioni.
  • Gli oppositori della revisione (GEO): Operatori come Viasat e SES temono che modificare i limiti possa destabilizzare il regime regolatorio che ha favorito lo sviluppo del settore.

Il compromesso del WRC-23

Il compromesso prevede:

  1. Avvio di studi tecnici sui limiti EPFD, i cui risultati saranno presentati alla WRC-27 (2027).
  2. Nessuna azione regolamentare fino almeno alla WRC-31 (2031).

Questa soluzione, sebbene frutto di intense negoziazioni, lascia insoddisfatti entrambe le parti:

  • NGSO: Ritengono il rinvio troppo lungo per adeguare le regolamentazioni alle esigenze attuali.
  • GEO: Considerano l’eventualità di modifiche già nel 2031 un rischio per la stabilità del settore.

Reazioni delle parti coinvolte

  • Viasat: Accoglie con favore il compromesso, che garantisce più tempo per proteggere le reti GEO.
  • Telesat: L’azienda canadese, che opera sia in GEO sia in NGSO (con il progetto Lightspeed in arrivo nel 2026), vede nel compromesso un’opportunità per eseguire studi tecnici necessari senza modifiche immediate.
  • Amazon: Non ha commentato ufficialmente, ma aveva sostenuto la necessità di aggiornamenti normativi attraverso attività di lobbying.

Conclusioni

Il compromesso del WRC-23 rappresenta un equilibrio temporaneo tra esigenze contrastanti nel settore spaziale. Gli studi tecnici previsti forniranno dati essenziali per future decisioni, ma il dibattito sui limiti EPFD rimarrà centrale per l’evoluzione delle infrastrutture satellitari nei prossimi anni.

AspettoDettagli
Attori principaliSpaceX, Amazon (Project Kuiper), Viasat, SES
Oggetto della disputaModifica dei limiti di potenza per le trasmissioni satellitari LEO
Implicazioni per l’industriaMaggiore capacità di trasmissione per Starlink, possibile interferenza con i satelliti GEO
Preoccupazioni politicheRischio di monopolio, concentrazione del potere tecnologico in un singolo attore privato (Musk)
Azioni regolarie previsteRiforme lente e rinviate, possibilità di nuove regolazioni solo dopo il 2031

Romania apripista in Europa

C’è da dire che in Europa sperimentazioni con Starlink sono già state avviate dal Ministero della Difesa in Romania.

ANCOM, l’autorità di Bucarest, insieme al Ministero della Difesa Nazionale della Romania e SpaceX, ha condotto il primo test al mondo per dimostrare che i sistemi satellitari non geostazionari (NGSO) della rete Starlink possono operare senza interferire con i satelliti geostazionari (GSO), anche con limiti di densità di flusso di potenza (epfd) più elevati. I dati raccolti dal test contribuiranno agli studi in corso sull’epfd e alle revisioni delle normative internazionali sulle comunicazioni satellitari.

Obiettivi e contesto

  • Le attuali normative epfd risalgono a oltre 25 anni fa e stabiliscono limiti per prevenire interferenze tra sistemi GSO e NGSO. Tuttavia, questi limiti sono considerati inefficienti e obsoleti.
  • Durante la World Radiocommunication Conference (WRC-23) di Dubai, è stato deciso di avviare studi tecnici per esaminare la possibilità di modificare questi limiti, con l’obiettivo di bilanciare la protezione dei sistemi GSO e l’efficienza dei sistemi NGSO.

Si tratta forse di un precedente?

Si rischia così di rompere un fronte europeo condiviso sull’uso dello spettro per il satellite?

Negli Usa Banda E per i satelliti di Starlink

Detto questo, la seconda generazione di satelliti Starlink utilizza, oltre alle bande Ka e Ku anche la banda E (70-80 GHz). Banda E indicata anche per l’uso dei dirigibili e palloni per la connettività.

Si tratta di frequenze che assicurerebbero una banda larghissima, ma che sono maggiormente soggette ad attenuazione atmosferica. Starlink le ha chieste ed ottenute l’anno scorso dall’FCC, il regolatore Usa, dichiarando poi che â€œl’uso in backhauling di questo spettro ha aumentato di 4 volte la capacitàâ€, senza specificare come. Resta da capire perché Musk abbia chiesto l’uso della Banda E, frequenze che più di altre sono ostacolate dalla pioggia e dal maltempo in generale.

SpaceX ottiene approvazione condizionata per l’uso della banda E

SpaceX ha ricevuto l’approvazione condizionata dalla Federal Communications Commission (FCC) per l’utilizzo di onde radio a frequenza estremamente alta nella banda E, al fine di migliorare la capacità della sua costellazione Starlink in orbita bassa terrestre (LEO). Questa decisione, annunciata l’8 marzo, permette a SpaceX di utilizzare frequenze E-band tra i satelliti di seconda generazione di Starlink e le stazioni di terra, accanto alle bande già approvate Ka e Ku.

Dettagli dell’autorizzazione

SpaceX è ora autorizzata a comunicare tra 71 e 76 gigahertz dallo spazio verso la Terra e tra 81 e 86 GHz dalla Terra verso lo spazio. Queste frequenze saranno utilizzate per il collegamento tra i satelliti di seconda generazione (Gen2), che arriveranno a un massimo di 7.500 unità autorizzate dalla FCC. A lungo termine, SpaceX prevede di lanciare fino a 30.000 satelliti Gen2, aggiungendosi ai 4.400 satelliti Gen1 già autorizzati.

C’è da dire che la decisione della FCC riguarda soltanto l’utilizzo negli Usa della Banda E che per estendersi a livello internazionale avrà bisogno dell’appoggio di altri Stati in occasione della prossima conferenza internazionale dell’ITU che si terrà la WRC che si terrà nel 2027. E’ quella la prima occasione utile per nuove politiche spettrali che riguardano i satelliti.

Il ruolo dell’ITU

Secondo le regole ITU, l’agenzia Onu che si occupa delle politiche internazionali dello spettro radio, il primo a presentare domanda per una licenza di spettro in una banda specifica ha diritti di priorità sulle trasmissioni del segnale. Chiunque presenti domanda in seguito per utilizzare quella banda deve assicurarsi di non interferire con le trasmissioni del detentore della priorità, il che aggiunge costi e complessità a una rete.

Ciò significa, in altre parole, che il primo arrivato è anche il primo servito. E per quanto riguarda la Banda E il primo a muoversi è stato Elon Musk, che in futuro in ambito ITU avrà bisogno del sostegno di diversi Stati per ottenere il via libera all’uso su scala internazionale della Banda E, visto che l’ok della FCC vale per gli Usa e non basta.

TemaDettagli
Frequenze E-band autorizzate71-76 GHz (da spazio a Terra), 81-86 GHz (da Terra a spazio).
Satelliti Gen2 autorizzatiFino a 7.500 satelliti, parte dei 30.000 previsti da SpaceX.
Satelliti Gen1 in orbitaCirca 3.600 satelliti lanciati, tutti sotto licenza FCC.
Benefici E-bandCapacità aumentata di circa 4 volte per satellite rispetto alle versioni precedenti.
Condizioni FCCPossibili modifiche se altri operatori chiedono di utilizzare la stessa banda.
Prossimi passiDecisione sulla distribuzione dei restanti 22.500 satelliti Gen2 rinviata.

Leggi anche: Ddl Spazio: spettro, frequenze e interferenze. La battaglia di Starlink per occupare lo spettro. Parla Antonio Sassano

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Data articolo: Wed, 15 Jan 2025 14:44:10 +0000 di Paolo Anastasio
Space Economy
Spazio, l’Italia inaugura il 2025 mandando in orbita IRIDE e LuGRE. Valente (Asi): “Un anno che si apre sotto il segno della Lunaâ€

L’Italia si ritaglia un posto di rilievo nello Spazio, in orbita il primo satellite della costellazione tricolore IRIDE

In tempi di gara intercontinentale per chi arriva non più primo, ormai il podio più alto è stato già assegnato, ma ben piazzato, la notizia del lancio del primo satellite della costellazione nazionale IRIDE â€“ Pathfinder Hawk for Earth Observation (HEO) è davvero una buona notizia.

Il dispositivo è giunto in orbita attorno alla Terra dopo il liftoff di stanotte a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX, dalla Vandenberg Space Force Base, in California.

Voluto dal Governo italiano, il programma IRIDE sfrutta le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), finanziato dall’Unione europea, insieme a fondi del Piano Nazionale Complementare italiano. L’ampliamento della costellazione è frutto della stretta collaborazione tra l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’Agenzia spaziale italiana (Asi).

Il lancio è stato salutato come un grande successo per l’intero ecosistema spaziale nazionale, anche dalla Premier Giorgia Meloni ad Abu Dhabi in occasione del World Future Energy Summit: “Un risultato che consolida la leadership dell’Italia nel settore spaziale e testimonia l’efficace utilizzo dei fondi del Pnrr. Grazie alla collaborazione di Argotec e SpaceX, compiamo un ulteriore passo avanti nel settore dell’osservazione della Terra, nella tutela ambientale e nella prevenzione dei rischi naturali. Un successo che sottolinea il ruolo cruciale delle aziende italiane nell’innovazione e nel progresso scientifico, proiettando la nostra nazione sempre più nel futuro della ricerca spaziale e della sostenibilità“.

Valente (Asi): “Italia conferma leadership tecnologia e scientifica nell’osservazione della Terraâ€

Pathfinder è un prototipo del sistema satellitare IRIDE, che sarà composto da sei costellazioni progettate per fornire informazioni per una vasta gamma di servizi ambientali, di emergenza e di sicurezza per l’Italia. La costellazione Hawk, sviluppata dall’azienda italiana Argotec, fornirà dati per migliorare i servizi di monitoraggio costiero e marittimo, la copertura del suolo e i servizi di emergenza e sicurezza per l’Italia.

“Il satellite è destinato a collaudare il percorso della costellazione IRIDE, programma frutto della visione strategica del Governo italiano, che ha fortemente voluto e finanziato questa infrastruttura nell’ambito del Pnrr, ribadendo l’impegno del Paese nella ricerca e nell’innovazione. Grazie al coordinamento dell’Esa e dell’Asi, e alla collaborazione dell’industria nazionale– ha dichiarato il presidente dell’ASI Teodoro Valente – l’Italia conferma il proprio ruolo di leadership tecnologica e scientifica nell’osservazione della Terra e IRIDE sarà strumento fondamentale per affrontare le sfide globali del nostro tempoâ€.

“Il satellite Pathfinder Hawk in orbita segna un traguardo molto importante per il programma IRIDE, di cui siamo orgogliosi di far parte – ha dichiarato Simonetta Cheli, direttrice dei Programmi di Osservazione della Terra dell’ESA – mi congratulo con Argotec e attendo con entusiasmo i prossimi sviluppi che vedranno la costellazione crescere ed evolversi nel corso dell’annoâ€.

Entro la fine di quest’anno, come spiegato sul sito dell’Agenzia spaziale italiane, saranno lanciati altri nove satelliti Hawk, seguiti da ulteriori 15 entro giugno 2026, ma già le prossime settimane saranno fondamentali per l’ottimizzazione del satellite e per garantire il corretto svolgimento delle operazioni.

Le costellazioni sono dotate di tecnologie satellitari specifiche: dai radar agli strumenti ottici, fino a quelli iperspettrali e multispettrali. Pathfinder utilizzerà uno strumento simile a una fotocamera per acquisire immagini con una risoluzione a terra di soli tre metri.

In orbita anche LuGRE per le connessioni Terra/Luna. Urso: “Si apre anno d’oro per l’Italia nello Spazioâ€

Oltre ad IRIDE, il nostro Paese è protagonista nello Spazio per il lancio concomitante anche di LuGRE (Lunar GNSS Receiver Experiment)il ricevitore di navigazione satellitare di ultima generazione, frutto della collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana e di quella americana NASA.

“Il primo strumento interamente Made in Italy prossimo a sbarcare sulla Luna, progettato per testare le connessioni nello Spazio profondoâ€, ha dichiarato il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, autorità delegata alle Politiche Spaziali e Aerospaziali.

“Con questo esperimento di frontiera e sfidante, che fornirà un contributo significativo alla preparazione delle future missioni lunari – ha aggiunto Urso – si apre quello che si preannuncia un anno d’oro per l’Italia nello Spazioâ€.

“LuGRE è chiamato a testare strumentazione e capacità di navigazione sfidanti con l’obiettivo di provare a infrangere il Guinness world record, attualmente in vigore, posto a metà strada tra Terra e Luna: nessuno fino ad oggi ha mai osato queste distanze. L’esperimento scientifico dell’ASI aprirà la strada ai futuri sistemi di navigazione per l’esplorazione permanente sul nostro satellite naturale, testimoniando ancora una volta tutta la capacità del nostro settore spaziale con l’offerta di un Made in Italy e di una ricerca a livelli elevati e in grado di dare risposte tecnologicamente avanzate e senza eguali. A Qascom, che ha realizzato la strumentazione e supporterà le operazioni della missione, e al Politecnico di Torino, che ha contribuito alla definizione degli obiettivi scientifici e gestirà l’elaborazione dei dati, un ringraziamento profondo. Il 2025 si apre, decisamente, sotto il segno della Lunaâ€, ha affermato il Presidente dell’Asi Valente.

I segnali dei satelliti di radio-navigazione GPS e Galileo dalla Terra e da e verso la Luna

Il dispositivo satellitare, progettato e realizzato dalla nostra Qascom, per conto di Asi, è stato lanciato alle 07:11 (ora italiana) dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida. Atterrerà sul suolo lunare all’inizio di marzo e avrà come obiettivo quello di ricevere e inviare i segnali dei satelliti di radionavigazione GPS e Galileo che arrivano dalla Terra e dai dispositivi in orbita.

La missione ha come obiettivo la ricezione dei segnali dei satelliti di radio-navigazione GPS e Galileo dalla Terra e da e verso la Luna, grazie ad una tecnologia avanzata chiamata Software Defined Radio Receiver, che permette di misurare con precisione la posizione nello Spazio, anche in ambienti molto lontani dal nostro pianeta.

Questo contribuirà significativamente alla preparazione di piani lunari permanenti e segna un importante passo avanti nelle missioni preparatorie per il programma ARTEMIS.

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Data articolo: Wed, 15 Jan 2025 10:38:54 +0000 di Flavio Fabbri
Telecoms
Switch-off del rame, Italia in ritardo. Spegnimento non prima del 2036

La transizione dalle reti in rame alla fibra ottica è uno degli obiettivi principali dell’Europa nel quadroi della transizione digitale. Tuttavia, l’Italia procede lentamente in questo percorso, accumulando ritardi significativi rispetto ad altri Paesi dell’Unione Europea, come evidenziato dai dati del FTTH Council Europe.

Case passate (Homes Passed) non sono connesse

Case passate (“Homes passed”) è una fase critica in qualsiasi distribuzione FTTH. Si riferisce al numero potenziale di locali all’interno di un’area di servizio che possono essere collegati a una rete FTTH. Questi locali sono in genere nelle immediate vicinanze dell’infrastruttura in fibra, come piedistalli in fibra, tombini, camere o pali della luce.

Nessun obbligo di switch off da parte della Commissione Ue

D’altra parte, la Commissione Ue non ha imposto alcun obbligo perentorio, per quanto incoraggi costantemente i diversi Stati membri a spingere per l’esecuzione dei lavori. Il take up basso nelle aree bianche del nostro paese dipende in larga misura dal fatto che le case non sono ancora connesse. Quindi, la priorità è scavare e su questo il pressing della Commissione è alto.

Gli obiettivi europei: il 2030 come traguardo

L’Unione Europea ha fissato obiettivi chiari per migliorare le infrastrutture digitali. Entro il 2030, tutti i cittadini dovrebbero avere accesso a connessioni gigabit, e l’80% delle reti in rame dovrebbe essere dismesso entro il 2028, con l’obiettivo di un completo switch-off entro il 2030. Questi target mirano a garantire una connettività più veloce, affidabile ed efficiente dal punto di vista energetico.

Lentezze italiane: completamento previsto per il 2036

Nonostante l’urgenza, l’Italia si trova in forte ritardo. Secondo stime del FTTH Council Europe, basate sull’andamento attuale, il completamento della transizione non avverrà prima del 2036. Questo dato riflette una serie di criticità, tra cui la complessità del territorio, la frammentazione delle infrastrutture e l’insufficienza degli investimenti nel settore.

Il divario tra rame e fibra ottica

Le reti in rame, sebbene siano state per decenni la base delle telecomunicazioni, non sono più adeguate. La fibra ottica offre una qualità superiore in termini di velocità, stabilità e sostenibilità ambientale.

Un aspetto cruciale è il consumo energetico: le reti in rame consumano circa 10 Wh per utente, contro i 2 Wh delle connessioni in fibra. Questo si traduce in un potenziale risparmio energetico di circa 560 GWh all’anno, equivalente a un risparmio economico stimato in 132 milioni di euro. Nonostante questi vantaggi, il 15,8% delle connessioni italiane utilizza ancora il rame.

Le cause del ritardo

Il ritardo italiano è attribuibile a diversi fattori:

  • Territorio complesso: La conformazione geografica italiana rende difficile e costosa l’installazione della fibra in alcune aree, in particolare quelle rurali.
  • Investimenti insufficienti: I fondi dedicati alla modernizzazione delle reti non sono adeguati per accelerare il processo.
  • Mancanza di coordinamento: Il dialogo tra operatori privati, autorità pubbliche e cittadini è spesso frammentato, rallentando le decisioni strategiche.

Come recuperare il ritardo

Per colmare il gap con l’Europa, l’Italia deve adottare una strategia più incisiva. Alcuni passi fondamentali includono:

  1. Aumentare gli investimenti: Le risorse devono essere incrementate per accelerare la posa della fibra.
  2. Promuovere politiche pubbliche mirate: Incentivi fiscali e normative chiare possono spingere gli operatori a completare la transizione.
  3. Sensibilizzare i cittadini: Una maggiore consapevolezza dei benefici della fibra può incentivare la domanda e favorire il passaggio.

Conclusione

La modernizzazione delle infrastrutture digitali è una necessità non più rimandabile. Accelerare il passaggio alla fibra ottica è fondamentale per garantire competitività economica, sostenibilità ambientale e un migliore servizio per i cittadini. L’Italia deve impegnarsi con maggiore decisione per raggiungere gli obiettivi europei e ridurre il divario che la separa dagli altri Paesi.

Tabella riassuntiva

AspettoSituazione in ItaliaObiettivi UE
Percentuale di rete in rame15,8%0% entro il 2030
Switch-off completoPrevisto entro il 20362030
Consumo energeticoRame: 10 Wh/utente, Fibra: 2 Wh/utenteRiduzione del consumo energetico
Fattori di ritardoComplessità territoriale, investimenti insufficienti, mancanza di coordinamento

Leggi anche: Switch off del rame, la Ue auspica una roadmap al 2030. Ma niente obbligo 

Switch off del rame per legge? Ma l’obbligo di spegnimento non è previsto nella Ue 

Switch off del rame per legge,  AIIP: “No alla nuova tassa in bolletta per servizi Internet su rete rameâ€

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Data articolo: Wed, 15 Jan 2025 12:08:20 +0000 di Paolo Anastasio
Internet
Il sottosegretario di Stato USA, Marco Rubio: “La Cina è diventata una superpotenza imbrogliando e mentendoâ€

Rubio contro Pechino

Tra qualche ora Marco Rubio, il candidato scelto dal Presidente americano eletto, Donald Trump, alla carica di segretario di Stato degli Stati Uniti, comparirà davanti alla commissione del Senato per l’audizione di conferma.

Al centro del suo discorso, a quanto pare, ci sarà soprattutto la Cina, il grande nemico di Washington, forse il vero antagonista con postura di superpotenza.

E qui Rubio sembra intenzionato a colpire duro, secondo Bloomberg: “La Cina ha mentito e imbrogliato per ottenere lo status di superpotenza a spese degli Stati Unitiâ€.

Abbiamo accolto il Partito Comunista Cinese in questo ordine globale“, dovrebbe dire Rubio nel documento che il quotidiano ha avuto modo di visionare, aggiungendo che i cinesi hanno però approfittato di tutti i benefici concessi: “hanno ignorato tutti gli obblighi e le responsabilità†per raggiungere i propri scopi, “a nostre spese“.

Un passaggio che ricorda molto da vicino quello di Trump contro Taiwan, che è cresciuta rapidamente affermandosi a Paese campione del mercato mondiale dei semiconduttori, “a spese degli Stati Uniti“.

USA più forti, “per un mondo libero dal caos

Per il futuro sottosegretario di Stato, quindi, ancora una volta, “gli Stati Uniti dovranno mettere i propri interessi nazionali fondamentali al di sopra di tuttoâ€, mentre, allo stesso tempo, si dovrà lavorare sodo per “creare un mondo libero dal caosâ€.

Un caos frutto delle nuove alleanze in chiave anti-occidentale, legate a quello che agli occhi di Washington è il nuovo asse del male: Cina, Russia e Iran.

Rubio è considerato un falco dell’amministrazione Trump e in molti si attendono un atteggiamento aggressivo nei confronti di Pechino, tanto da lasciar pensare ad un 2025 di tensioni crescenti tra le due sponde del Pacifico.

Dove USA e Cina collidono

Lo scontro tra Stati Uniti e Cina si sviluppa su molteplici fronti strategici, economici e tecnologici. I settori principali in cui si sta intensificando la competizione includono i semiconduttori, l’intelligenza artificiale e le tecnologie quantistiche.

Ma non solo, perchè i chip sono il vero nodo del contendere tra Washington e Pechino, fattore chiave per le tecnologie avanzate menzionate, ma anche per la transizione energetica, la mobilità elettrica (vedi le batterie) e autonoma, l’aerospaziale, la Difesa e la sicurezza, telecomunicazioni e 5G.

Gli USA stanno lavorando per ridurre la dipendenza da forniture cinesi, promuovendo il reshoring e il nearshoring di industrie strategiche come elettronica e farmaceutica. In termini di sicurezza, entrambi i paesi sviluppano leggi rigorose per il controllo dei dati, alimentando tensioni su come vengono gestite e archiviate le informazioni sensibili.

Allargando lo sguardo sulle politiche commerciali e la capacità di influenza geopolitica, non è da dimenticare la Belt and Road Initiative (BRI), con cui la Cina espande la propria influenza globale attraverso progetti infrastrutturali in Asia, Africa e America Latina, mentre gli Stati Uniti cercano di contrastarla con iniziative di sviluppo alternative.

Rubio: “Ogni dollaro che spendiamo dovrà rendere l’America più sicura, più forte e più prosperaâ€

Dai pesanti dazi commerciali già annunciati da Trump alla questione spinosa di Taiwan, Rubio spingerà forte sull’acceleratore, facendo leva su un’immagine forte degli Stati Uniti, che dovrà muoversi su un doppio binario: uno diplomatico, teso a promuovere la pace all’estero e la prosperità in patria; l’altro a tinte militari, di arbitro sullo scacchiere geopolitico mondiale e di Paese guida per i suoi alleati in questi tempi difficili.

La direzione che ha dato per la condotta della nostra politica estera è chiara“, dirà Rubio in commissione: “Ogni dollaro che spendiamo, ogni programma che finanziamo e ogni politica che perseguiamo devono essere giustificati con la risposta a tre semplici domande: rende l’America più sicura? Rende l’America più forte? Rende l’America più prospera?“.

Cuba fuori dalla black list dei Paesi sponsor del terrorismo internazionale, che dirà Rubio?

Attesa anche qualche considerazione di Rubio su Cuba. Tra i tanti colpi di coda dell’amministrazione Biden ormai davvero ai titoli di coda c’è il depennamento di Cuba dalla lista degli Stati sponsor del terrorismo internazionale (in cambio della liberazione di decine di prigionieri politici sull’isola).

Nessuna reazione per ora dal transition team di Trump nè dal segretario di stato designato Marco Rubio, la cui famiglia lasciò Cuba negli anni ’50 prima che la rivoluzione comunista portasse al potere Fidel Castro e che è un paladino delle sanzioni contro l’isola comunista.

Una decisione che verrà probabilmente revocata dal suo successore Donald Trump: il tycoon aveva reinserito l’Avana nella blacklist l’11 gennaio del 2021, quasi al termine del suo mandato, bloccando il precedente disgelo avviato da Barack Obama. The Donald aveva citato tra le motivazioni il sostegno di Cuba al leader venezuelano Nicolas Maduro e il suo rifiuto di estradare i ribelli colombiani in Colombia.

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Data articolo: Wed, 15 Jan 2025 12:06:44 +0000 di Flavio Fabbri
Internet
Musk a processo per l’acquisto di Twitter. Così avrebbe truffato gli azionisti

La SEC (Securities and Exchange Commission) ha citato in giudizio Elon Musk presso il tribunale federale di Washington in merito al suo controverso acquisto da 44 miliardi di dollari di Twitter, ora noto come X.

Secondo l’ente federale, come riportato dal New York Times e da Bloomberg, l’uomo più ricco del mondo ha truffato gli azionisti di Twitter per oltre 150 milioni di dollari. Mentre si preparava alla proposta di acquisizione, ha impiegato troppo tempo a rivelare il suo acquisto nel 2022 di una notevole quantità di azioni del social network, che potrebbe avergli consentito di accumulare una quota importante nel gruppo a un prezzo scontato.

La SEC contesta il ritardo nella comunicazione dell’acquisto

In pratica la SEC accusa Musk di non aver prontamente comunicato di aver superato il 5% del capitale sociale della piattaforma all’inizio del 2022, quando a marzo di quell’anno acquistò una partecipazione superiore al 9% del capitale ordinario in circolazione di Twitter. Questa mossa ha attivato l’obbligo di segnalazione entro 10 giorni dall’acquisto. Ma il patron di Tesla e Starlink ha presentato il rapporto 11 giorni dopo, facendo aumentare il prezzo del titolo del 27%, secondo la denuncia.

Vantaggi economici e manipolazione del mercato e indagini sulla trasparenza

Questo ritardo potrebbe avergli permesso di continuare ad accumulare azioni a un prezzo inferiore rispetto a quello che si sarebbe verificato se il mercato fosse stato informato tempestivamente delle sue intenzioni. Quando un investitore importante come Musk acquista grandi quantità di azioni, il mercato reagisce generalmente con un aumento del prezzo, che qui sarebbe stato evitato per 11 giorni.

Per Alex Spiro, avvocato del magnate, questa mossa non è altro che “un’ammissione” che la Sec non è in grado di istruire una vera causa contro Musk, affermando che “non ha fatto nulla di sbagliato e tutti vedono questa farsa per quello che è”.

Tra SEC e Musk sarà l’atto finale

La causa si inserisce in una serie di scontri tra Musk e la SEC, che da anni monitora il comportamento del miliardario, già sanzionato in passato per dichiarazioni su Twitter ritenute fuorvianti per il mercato.

La SEC ha il compito di garantire la trasparenza e l’equità nei mercati finanziari. Le sue azioni contro Musk mirano a preservare l’integrità del mercato, proteggendo gli investitori da eventuali pratiche che potrebbero distorcerne il funzionamento.

La causa contro Musk, che è diventato uno stretto consigliere del presidente eletto Donald Trump, sarà probabilmente uno degli atti finali più controversi dell’ente federale, corrispondente alla Consob italiana, sotto la direzione di Gary Gensler, il suo presidente uscente.

Musk è noto per il suo stile poco convenzionale e la sua propensione a sfidare le autorità, ma il suo approccio suscita controversie. Da un lato, il suo comportamento può essere percepito come una rottura con il sistema tradizionale, ma dall’altro, solleva dubbi sull’impatto che tali azioni potrebbero avere sulla fiducia degli investitori e sull’equilibrio dei mercati finanziari.

Per approfondire

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Data articolo: Wed, 15 Jan 2025 09:58:35 +0000 di Piermario Boccellato
MASE
Memorandum Italia-Arabia Saudita: accordo strategico per la cooperazione energetica (VIDEO)

Italia e Arabia Saudita consolidano il proprio legame con un memorandum d’intesa

Italia e Arabia Saudita condividono una lunga tradizione di cooperazione bilaterale, iniziata con il Trattato di amicizia del 1932. Oggi, grazie alla sigla di un nuovo accordo a Riad, si muovono verso una collaborazione energetica sempre più stretta. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha infatti annunciato di aver incontrato il ministro dell’Energia saudita, Abdulaziz Bin Salman Al Saud, per la firma di un Memorandum d’Intesa (MoU) tra i due Paesi. Fonti ufficiali parlano di un accordo della durata di cinque anni, che va a consolidare la partnership strategica degli Stati e che punta a rafforzare la cooperazione bilaterale su temi centrali come la transizione, la sicurezza energetica e la promozione degli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Agenda 2030 e dagli Accordi di Parigi.

Idrogeno e tecnologie pulite al centro della partnership

Il Memorandum pone le basi per una collaborazione strategica su diversi fronti chiave. Tra i settori di maggiore rilievo vi è quello dell’idrogeno rinnovabile a basse emissioni, insieme ai suoi derivati come l’ammoniaca verde. Vengono inoltre contemplati progetti legati alle energie rinnovabili, alla cattura, stoccaggio e utilizzo della CO₂, nonché alle interconnessioni elettriche e tecnologie di nuova generazione.

Un aspetto particolarmente significativo dell’accordo è il coinvolgimento delle filiere industriali nazionali nei progetti congiunti, che potranno estendersi anche a Paesi terzi. […]

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Data articolo: Wed, 15 Jan 2025 08:00:00 +0000 di Redazione Energia Italia News

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