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Cronaca a cura di Redazione Cronaca
Escursionista 31enne travolto da una valanga sulla Marmolada: recuperato in un crepaccio, è gravissimo

Un escursionista romano è stato ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Santa Chiara di Trento, dopo essere caduto in un crepaccio sulla Marmolada. Il 31enne stava percorrendo sugli sci un traverso a una quota di 2.700 metri circa, sotto Punta Rocca, quando un distacco di neve lo ha travolto, rovesciandolo oltre un balzo di roccia, in uno dei numerosi crepacci presenti.

La chiamata al 112 – comunica il Soccorso alpino e speleologico del Trentino – è arrivata intorno alle 13.45 da parte degli amici che si trovavano inizialmente con lui, ma che non avevano più sue notizie da circa mezz’ora. La Centrale unica di emergenza ha allertato la Stazione Alta Fassa del Soccorso alpino e chiesto l’intervento dell’elicottero che, durante un primo sorvolo, ha subito individuato la valanga che scaricava dentro un crepaccio.

La ricerca con unità cinofile e dieci operatori portata avanti lungo tutto il corso del pomeriggio ha riguardato sia la valanga nel suo insieme che il fondo del crepaccio. Il giovane è stato infine individuato all’interno del crepaccio, in un punto estremamente profondo. L’elicottero ha dunque sbarcato sul posto l’equipe sanitaria, mentre i soccorritori presenti procedevano alla difficoltosa estrazione dello sciatore, che è stato elitrasportato d’urgenza dapprima in piazzola a Canazei, dov’è stato intubato, e successivamente, in gravi condizioni, all’ospedale Santa Chiara di Trento. L’intervento di ricerca e soccorso si è concluso alle 17.30.

Immagine d’archivio

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 20:15:31 +0000
Giustizia a cura di Marco Grasso
Genova: i corrieri, i soldi ad Hamas, le foto nei cellulari e i documenti israeliani. Cosa c’è nell’ordinanza che ha portato a 9 arresti

Raccoglievano fondi umanitari per la Palestina, ma la gran parte di quel denaro sarebbe andato ad Hamas. Anzi, secondo la Procura e la Digos di Genova, gli attivisti e le associazioni che ruotavano intorno a Mohamed Hannoun, arrestato ieri insieme ad altre otto persone, “monopoliste†della raccolta fondi per Gaza, che sarebbero state addirittura “una cellula di Hamas in Italiaâ€. Realtà come la Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese di Genova e la più recente Associazione benefica la cupola d’oro di Milano, in grado di raccogliere 7,2 milioni di euro a partire dal 2001, “incassate per per tre quarti da associazioni vicine ad Hamasâ€. Per il gip Silvia Carpanini, Hannoun era il leader del gruppo, “tutto deve essere avallato da lui†dice un militante, e sarebbe stato pronto a fuggire in Turchia e uno dei suoi uomini più fidati, Mousa Dawoud, detto Abu Falastine, avrebbe fatto riferimento alla “cancellazione†di tutti i dati informatici dell’associazione.

Ma c’è un aspetto che rende l’operazione coordinata dalla Direzione nazionale antimafia una novità nel panorama dell’antiterrorismo italiano: gran parte delle prove su cui si fonda l’indagine sono state raccolte, selezionate e fornite da uno Stato estero, ovvero dall’autorità giudiziaria israeliana, che in molti casi ha fornito documentazione durante operazioni belliche. È Israele, insomma, a comunicare allo Stato italiano che “il 71% delle donazioni sono andate a organizzazioni caritatevoli†finanziate da Hannoun e dai suoi sodali, sarebbero direttamente controllate da Hamas, e dunque entità terroristiche. Come è sempre un report israeliano a suggerire la diretta affiliazione di Hannoun all’organizzazione, appartenenza sempre negata dal diretto interessato che invece non ha mai negato di esserne simpatizzante. Ecco perché all’indomani degli arresti, il suo legale Dario Rossi si esprime così: “Questa non è una vicenda giudiziaria, Hannoun è un caso politico. Stanno provando a tappargli la bocca per farlo smettere di esprimere dissenso contro Israeleâ€.

L’accusa che ha portato ieri all’arresto di Hannoun, fra i leader più noti delle proteste Pro Pal degli ultimi due anni, è in parte una riedizione di contestazioni simili che erano già state archiviate in passato. Rispetto ad allora, gli inquirenti hanno raccolto intercettazioni e rapporti con alcuni esponenti di spicco di Hamas, anche dopo il 7 ottobre del 2023. Fra questi ci sono “incontri di Hannoun con Ismail Haniyeh, leader di Hamas ucciso per mano israeliana nel 2024â€, oltre che contatti con esponenti di spicco, come Osama Alisawi, ministro del governo di Hamas nella striscia di Gaza, definito dagli attivisti italiani “il nostro rappresentante lìâ€. Hannoun ha anche un nipote giornalista, Muhammad Hawad, arrestato con l’accusa di essere un finanziatore di Hamas: “Lavorare per Hamas e la Palestina porta onore a ogni essere umano libero e dignitoso – dice di lui lo zio – Muhammad è un eroe, uno dei leoni di Hamasâ€.

A dimostrazione di questi legami pericolosi tra la leadership Hamas e il gruppo italiano, la Digos cita un’intercettazione: “Noi ci sacrifichiamo con i soldi e il tempo, ma loro con il sangueâ€, dice in Awad, fratello di Hannoun, il 9 agosto 2024. A rispondergli è uno dei militanti arrestati, Abu Falastine: “La maggior parte di quelli che comandano a Gaza… loro senza di noi vanno avanti? Senza quelli dall’estero non andrebbero avantiâ€. Abu Falastine spiega di “aver espresso il desiderio di restare a Gaza a combattere, ma di aver ricevuto disposizioni in merito dal leader di Hamas, Haniyeh: “Mi ha detto, Gaza non ha bisogno di uomini, rimani lì, perché il tuo posto non sarà mai rimpiazzatoâ€.

Nelle conversazioni registrate emerge anche un diffuso disprezzo dei militanti italiani per Fatah, fazione palestinese opposta ad Hamas, e l’Anp. Il suo leader, Abu Mazen, viene definito da Abu Falastine “un bastardoâ€. Un altro degli indagati definisce gli affiliati a Fatah “traditori†e “informatori†dei “cani sionistiâ€. Un altro degli indagati, Ryad Al Bustanji, compare in una foto sequestrata da un pc in tenuta mimetica e lanciarazzi, insieme a un gruppo di militanti delle Brigate al Qassam, ala militare di Hamas. Perquisizioni ieri sono state eseguite a Genova, dove vive Hannoun e ha sede la sua associazione, a Milano, dove ha sede l’associazione gemella Cupola d’oro, oltre che a Roma, Firenze, Bologna, Torino, Lodi, Monza, Bergamo, Modena e in Brianza. Nel blitz sono stati sequestrati 200mila euro in contanti, gran parte dei quali trovati nella sede milanese del gruppo.

Il cuore delle contestazioni riguarda però i finanziamenti: 7,2 milioni dal 2001. Oltre 2 milioni di euro, una stima definita “prudenteâ€, avrebbero viaggiato in contanti, attraverso valigette e container di aiuti, via Egitto e Turchia, o attraverso Giordania e Qatar. Sarebbero state pagate anche tangenti all’esercito egiziano: “Chiedono 2500 euro per ogni camion e 400 per ogni soldato di scorta. L’associazione ha dovuto da 86mila euro di mazzettaâ€. A proposito degli aiuti inviati a Gaza, è indicativa una conversazione fra Suleiman Hijazi, stretto collaboratore di Hannoun, e la moglie, captata dagli inquirenti il 9 gennaio del 2024 nella macchina della coppia: “Non sono affidabili per quello che diciamo per i progetti, la maggior parte dei soldi vanno…â€, dice la donna. “Alla Muquawama (Hamas)â€, risponde lui. “La maggior parte?â€, replica lei. “Quasi tutto!â€.

I finanziamenti andavano a pioggia a un vasto numero di associazioni caritatevoli di Gaza e della Cisgiordania, che però nella prospettazione accusatoria sarebbero stati vicine ad Hamas. Un passaggio, quest’ultimo, che sarà sicuramente oggetto delle contestazioni difensive, sia per l’arco temporale contestato (dal 2001 al 2025), sia perché di fatto gli inquirenti italiani si basano su documenti israeliani: “Tali ultimi documenti sono per la maggior parte stati acquisiti dall’esercito israeliano (Idf) nel corso di operazioni militari: 1) Defensive Shields, realizzata all’inizio degli anni 2000 do o una serie di attacchi armati operati da gruppi palestinesi contro Israele, durante la Seconda Intifada, e Sword of Iron dopo i fatti del 7 ottobre 2023. Si tratta dunque di atti extraprocessuali, acquisiti dall’autorità estera nel corso di operazioni militari e poi trasmessi all’autorità giudiziaria italiana tramite i canali della cooperazione. Come evidenziato dal pm, non esistono norme nel nostro ordinamento che espressamente regolino l’acquisizione nel procedimento penale di tale tipo di documentazione; va quindi fatto riferimento ai principi generali che regolano le prove (…) per cui possono essere acquisiti nel procedimento italiano, sempre che non sussistano ipotesi di inutilizzabilità per essere stati acquisiti in violazione di divieti di legge a tutela di principi fondamentali del nostro ordinamentoâ€.

A metà degli anni Duemila il tribunale di Genova aveva già smontato le accuse ad Hannoun. Un precedente richiamato nell’ordinanza genovese: “La pretesa del pm di far discendere la contestazione dalla asserita commistione tra Hamas e le associazioni umanitarie, ritenute il braccio economico-assistenziale di una unitaria organizzazione terroristica (…) è argomento appena sufficiente per una analisi politica o sociale del fenomeno, ma non appare così circostanziato da fondare una decisione giudiziariaâ€. Il gip inoltre escludeva che “il sostegno economico alle famiglie degli attentatori, svolto peraltro non direttamente ma attraverso la mediazione di altre associazioni umanitarie, integri ex sé il reato di partecipazione e finanziamento ad associazioni dedite al terrorismoâ€.

Architetto di 62 anni, da oltre trenta in Italia, Hannoun è un volto noto delle proteste Pro Pal, ed ha avuto contatti nel tempo con diversi esponenti politici italiani, legati al Movimento Cinque stelle e alla sinistra: “Per accuse identiche a quelle di oggi è giù stato archiviato nel 2010, perché del tutto infondate – dice il suo legale Dario Rossi – si tratta di un attivista che da anni fornisce supporto a scuole, orfani e ospedali da trent’anni. A Gaza Hamas rappresenta il governo, dunque è certo che chi porta aiuti abbia a che fare con l’ala politica dell’organizzazione. La realtà è che stanno provando a zittirlo. Altrove, negli Usa, gente che fa le sue stesse attività è stata arrestata. Spero che non si arrivi a questo anche in Italiaâ€.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 19:53:10 +0000
Cronaca Nera a cura di Redazione Cronaca
Napoli, calciatore 18enne accoltellato in pieno centro. Si costituiscono due minori, un 15enne confessa

Due coltellate al ventre e al fianco, la fuga. Poi la confessione. Bruno Petrone, 18 anni, giovane promessa del calcio campano, è finito in ospedale in gravi condizioni dopo essere stato accoltellato da un gruppo di almeno quattro persone: una spedizione contro di lui avvenuta in via Bisignano, quartiere Chiaia, la zona della movida di Napoli affollatissima nel venerdì sera festivo. In serata si sono costituiti due degli aggressori: a confessare il ferimento materiale è stato un ragazzo di 15, mentre ha 17 anni uno dei suoi complici.

Il pm della procura minorile li interrogherà nelle prossime ore. Al momento non è chiaro il movente dell’episodio anche se prevale l’ipotesi di una vendetta consumata per una vecchia lite avvenuta nella stessa zona. La banda dei giovanissimi si è evidentemente sentita braccata dalle indagini dei carabinieri, e due dei quattro si sono consegnati alle forze dell’ordine. Il ferimento è avvenuto dopo l’una di notte: il 18enne stava passeggiando con alcuni amici quando sono arrivati gli aggressori, a volto coperto, a bordo di due scooter. Si sono avventati sul loro bersaglio, accoltellandolo due volte, per poi fuggire. Il giovane è rimasto sul selciato ed è stato subito soccorso da una ambulanza: nell’ospedale San Paolo è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico che ha comportato l’asportazione della milza. La prognosi resta riservata, ma le condizioni del ferito si sono stabilizzate e con il passare delle ore dai medici trapela cauto ottimismo.

I militari hanno anzitutto ascoltato i giovani che erano in compagnia di Bruno e poi i suoi familiari. Il 18enne, originario del basso Lazio, vive con i genitori nel centro di Napoli, dividendosi tra lo studio e l’attività calcistica. Passate al setaccio le immagini delle numerose telecamere di sorveglianza esistenti nel quartiere, da cui molto probabilmente sono emersi elementi che hanno consentito ai carabinieri di stringere il cerchio. Così due aggressori si sono consegnati e non è escluso che nelle prossime ore possano fare la stessa scelta anche gli altri due.

Le stradine dei “baretti” di Chiaia sono già state in passato scenario di episodi di violenza, e per alcuni mesi qui è stata istituita dal prefetto Michele di Bari una delle “zone rosse” cittadine, con la possibilità di allontanare soggetti ritenuti pericolosi. All’indomani del ferimento del 18enne, però, il comitato Chiaia Viva e Vivibile torna a invocare maggiori controlli: “Per noi residenti il senso di insicurezza si amplifica. I fatti parlano chiaro: è fondamentale che le istituzioni garantiscano presidi delle forze dell’ordine fino alla chiusura dei locali”.

Bruno Petrone gioca nella squadra di Angri che milita tra i dilettanti del campionato di Eccellenza, dopo aver esordito lo scorso anno in serie C con il Sorrento come centrocampista. Ricorda il sindaco di Angri, Cosimo Ferraioli: “Bruno è un giovane di passione che ha scelto lo sport come crescita, non certo la strada della violenza. A lui e alla sua famiglia va l’abbraccio sincero di tutta la città e del mondo sportivo locale”. E il presidente della sua squadra, Claudio Anellucci, lo descrive così: “Un ragazzo perbene, un giovane atleta che stava semplicemente vivendo la sua età e che oggi si ritrova a lottare dopo aver subito un atto di violenza assurda e inaccettabile”.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 19:09:25 +0000
Politica a cura di Redazione Politica
Fernanda Contri, è morta la prima donna giudice alla Consulta e alla guida della segreteria di Palazzo Chigi

È morta a 90 anni, all’ospedale di Rapallo, Fernanda Contri. Fu avvocata, prima donna giudice della Corte costituzionale, prima donna a ricoprire incarichi apicali a Palazzo Chigi, ministra, componente del Consiglio superiore della magistratura, punto di riferimento nel diritto di famiglia, nella tutela dei minori e dei diritti fondamentali.

Nata a Ivrea ma trasferitasi a Genova con la famiglia, in gioventù fu campionessa provinciale di getto del peso. Sposò Giorgio Bruzzone, ex partigiano, il cui padre, un avvocato socialista genovese, ai tempi della seconda guerra mondiale aiutò molti ebrei. Nel 1985 venne nominata giudice aggregata della Corte costituzionale, l’anno successivo fu eletta dal Parlamento in seduta comune al Consiglio superiore della magistratura, dove fece parte del Comitato Antimafia e fu vicepresidente della Sezione disciplinare e presidente della IV Commissione referente.

La sua esperienza e il suo profilo istituzionale la portarono a Palazzo Chigi. Nel giugno 1992, su nomina del presidente del Consiglio Giuliano Amato, divenne segretaria generale della Presidenza del Consiglio dei ministri: fu la prima donna a ricoprire questo incarico. Negli anni successivi, sarà poi sentita come persona informata sui fatti nell’ambito dei processi sulla trattativa Stato-mafia.

Nell’aprile 1993 entrò nel governo Ciampi come ministra per gli Affari sociali. Da ministra si occupò di politiche per l’immigrazione, assistenza sociale e aiuti umanitari, lavorando in particolare sull’emergenza legata alla guerra nella ex Jugoslavia. Predispose un disegno di legge sui principi di tutela dei diritti del minore e avviò un progetto organico sulla disciplina della condizione giuridica dello straniero in Italia.

Il 4 novembre 1996 venne nominata giudice costituzionale dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e il 14 dicembre 2004 ha presieduto per la prima volta la Corte costituzionale. Il 14 febbraio 2005, essendo la giudice più anziana di nomina e di età, ha presieduto un’udienza pubblica della Corte costituzionale, prima donna in Italia. È cessata dalla carica il 6 novembre 2005.

Cordoglio per la morte di Contri è arrivato dal presidente della Regione Liguria Marco Bucci e dalla sindaca di Genova Silvia Salis. “La sua carriera – ha detto – è un esempio di integrità, rigore giuridico e passione civile, che ha lasciato un segno profondo nelle nostre istituzioni e nella società”. Andrea Orlando (Pd) l’ha ricordata come “giurista raffinata e attenta alla dimensione sociale del dettato costituzionale. E’ stata, naturalmente, direi, una donna di sinistra e prima ancora un’antifascista, per convinzioni e per sangue. Senza protagonismi, è stata però a suo modo una militante curiosa e appassionata”.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 18:15:48 +0000
Calcio a cura di Redazione Sport
“Tu torni a casa però con la Juve ci mettiamo una pietra sopraâ€: quando Louis Thomas Buffon lasciò Vinovo. Oggi sogna col Pisa

Pisa-Juventus è anche la partita di Louis Thomas Buffon. L’attaccante nerazzurro figlio del portiere leggenda bianconera. Difficilmente lo si vedrà in campo, anche se il 17enne è già stabilmente in prima squadra e ha esordito in Serie A. Una traiettoria diversa da quella del padre Gigi, non solo per il ruolo. Louis Thomas infatti è partito dalla Juve e ha deciso di lasciarla quando era ancora un bambino. Mentre per ora ha scelto la Nazionale della Repubblica Ceca per evitare le pressioni della maglia azzurra.

La decisione di vestire la maglia ceca è stata spiegata dallo stesso Louis all’epoca della prima convocazione con l’Under 18: “Ho parlato con la mia famiglia e insieme abbiamo deciso che sarebbe stato meglio per la carriera calcistica e per il mio sviluppo giocare per la Repubblica Cecaâ€. Una scelta maturata con lucidità e non definitiva: per ora ha prevalso la nazionalità della mamma, Alena Seredova. Ma c’è ancora tempo per scegliere l’Italia, semmai arriverà una convocazione in Nazionale maggiore.

Sul percorso del figlio è intervenuto più volte anche Buffon padre, chiarendo il peso del cognome e le difficoltà iniziali. Raccontando l’esperienza alla Juventus da bambino, l’ex portiere ha ricordato: “Lui inizia a giocare che aveva 8 anni e me lo chiede la Juve. Lui dopo un anno e mezzo mi fa: ‘Papà, non mi diverto più’â€. Una fase complessa, segnata da ritmi intensi e da una pressione precoce. “A quell’età c’è bisogno di libertà, di vita socialeâ€, ha spiegato Buffon, accompagnando il figlio nella scelta di fermarsi. Quando l’esperienza bianconera si è chiusa definitivamente, il messaggio è stato netto: “Tu torni a casa però con la Juve ci mettiamo una pietra sopraâ€.

Il distacco dal calcio è stato lungo. “Lui per quattro anni, anche per ribellione, non fa nienteâ€, ha raccontato Buffon, sottolineando come Louis sia arrivato ai 14 anni con tempi di maturazione molto diversi dai suoi: “Io a 14 anni ero già in giro per l’Italia e l’Europa con la Nazionaleâ€. La ripartenza è arrivata dalla CBS – nota squadra amatoriale di Torino – e poi dal Pisa, fino all’esordio tra i professionisti. Anche la scelta della nazionale è stata ponderata per proteggerlo: “In azzurro il peso del cognome l’avrebbe schiacciato, avrebbero potuto dire che era un raccomandatoâ€, ha spiegato Buffon. “Così, invece, avrà modo di gestirsi con serenità. E, quando avrà l’età, nulla gli impedirà di scegliere l’Italiaâ€. Ora Louis Thomas Buffon è alla vigilia dei 18 anni, già protagonista tra i grandi e con una storia ancora tutta da scrivere. Partendo, chissà, da questo Pisa-Juve.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 17:50:27 +0000
Calcio a cura di Redazione Sport
Nico Paz segna, Di Francesco esplode: rosso al Via del Mare e polemica, cosa è successo in Lecce-Como

Al Via del Mare esplode la polemica dopo il gol che apre la sfida tra Lecce e Como. Al 20esimo del primo tempo i lariani passano in vantaggio grazie a una grande giocata di Nico Paz: il numero 10 si libera della marcatura di Ramadani, si gira rapidamente e conclude di potenza. Il tiro, deviato dalla spalla di Tiago Gabriel, sorprende Falcone e vale lo 0-1.

L’azione scatena però le proteste furibonde del Lecce. Eusebio Di Francesco contesta il modo in cui Nico Paz si è liberato del centrocampista giallorosso, accusandolo di aver allargato il braccio durante il contrasto. L’arbitro Matteo Marchetti, dopo il controllo della sala Var, convalida la rete. Una decisione che manda su tutte le furie il tecnico salentino.

La tensione non si placa dopo il gol. Di Francesco protesta con veemenza a bordocampo e si scaglia anche contro il quarto uomo. Marchetti, dopo l’ennesima discussione, estrae il cartellino rosso ed espelle l’allenatore del Lecce, che lascia l’area tecnica continuando a indicare l’arbitro e chiedendo spiegazioni sul mancato fischio.

La partita, però, prende definitivamente la strada del Como. La squadra di Fabregas, tornata alla vittoria dopo due sconfitte consecutive, dilaga nella ripresa e si impone 3-0 grazie ai gol di Ramon e Douvikas. Prestazione brillante dei biancoblù, trascinati da un Nico Paz dominante, che salgono momentaneamente al sesto posto solitario con 27 punti. Per il Lecce, invece, arriva la terza sconfitta nelle ultime sei gare di Serie A.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 17:02:21 +0000
Mondo a cura di Redazione Esteri
Israele riconosce il Somaliland: convocata per lunedì una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà lunedì pomeriggio a New York per una sessione d’emergenza, a seguito del riconoscimento del Somaliland da parte di Israele. Lo riporta il Jerusalem Post, secondo cui la sessione si terrà su richiesta della Somalia. Ieri, il premier Benjamin Netanyahu ha annunciato il riconoscimento ufficiale del Somaliland, rendendo Israele il primo Stato membro delle Nazioni Unite a riconoscere la nazione come Stato indipendente e sovrano. Turchia, Arabia Saudita e Qatar hanno condannato la decisione di Israele: il ministero degli Esteri turco ha definito illegale la mossa di Israele, affermando che tali azioni mirano a creare instabilità. L’Arabia Saudita ha affermato che è stata “un’azione che rafforza le misure secessioniste unilaterali”. Anche il Qatar ha criticato Tel Aviv, affermando che la sua decisionemina la sovranità e l’integrità territoriale della Somalia.

Sul fronte palestinese, Hamas ha avvertito che non tollererà alcuno spostamento forzato dei palestinesi verso il paese. In un comunicato pubblicato sul proprio sito, il movimento ha dichiarato: “Ribadiamo il nostro totale rifiuto dei piani dell’occupazione di trasferire con la forza il nostro popolo, incluso l’uso del Somaliland come destinazione per il popolo di Gaza”. Il movimento ha definito il riconoscimento israeliano come “un precedente pericoloso e un tentativo inaccettabile di ottenere una falsa legittimità da parte di un’entità fascista che occupa la terra di Palestina”.

“Il fatto che il governo del criminale di guerra Netanyahu abbia riconosciuto un’amministrazione separatista in Somalia riflette la profondità dell’isolamento internazionale dell’entità sionista, a causa dei crimini genocidi commessi contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza“, ha affermato Hamas. Il movimento ha invitato a “rafforzare questo isolamento, sia popolare sia ufficiale, e continuare gli sforzi internazionali per chiedere responsabilità ai suoi leader per crimini contro l’umanità”. Hamas ha infine definito l’iniziativa israeliana come una “maliziosa politica sionista volta a frammentare i paesi arabi, destabilizzarli e interferire nei loro affari interni, al servizio del progetto coloniale sionista”.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 17:02:16 +0000
Cronaca a cura di Redazione Cronaca
Finanziamenti ad Hamas, corteo a Milano per gli arrestati: “Liberi subito, la solidarietà non è terrorismo†– Video

Alcune centinaia di persone sono arrivate nel pomeriggio di sabato 27 dicembre in piazza Cavour, a Milano, a un presidio per protestare contro gli arresti disposti dalla magistratura genovese contro nove presunti finanziatori di Al Fatah. “La solidarietà non è terrorismo” è scritto su uno striscione. Oltre a bandiere palestinesi quelle di Potere al Popolo e dei Slai Cobas e altri movimenti. “Liberi subito, liberi tutti”, era scritto su un altro striscione. Successivamente il corteo ha percorso via Senato ed è arrivato in corso Buenos Aires. Cori contro Giorgia Meloni e Benjamin Netanyahu.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 16:52:58 +0000
Economia a cura di Redazione Economia
I magistrati della Corte dei Conti: “La riforma del governo è una pagina buia. Indebolita la responsabilità nella gestione del denaro dei cittadiniâ€

“Oggi si scrive una pagina buia per tutti i cittadini“. Dopo averla criticata pubblicamente e aver avvertito dei rischi, l’Associazione Magistrati della Corte dei Conti reagisce così all’approvazione definitiva da parte del Senato della riforma che indebolisce il controllo della magistratura contabile. Che è “chiamata dalla Costituzione a garantire che le risorse pubbliche siano destinate ai servizi alla collettività e non siano sprecate, per imperizia o corruzione“, ricorda in una nota. La riforma “segna un passo indietro nella tutela dei bilanci pubblici e inaugura una fase in cui il principio di responsabilità nella gestione del denaro dei cittadini risulta sensibilmente indebolito“.

“Da oggi – prosegue l’Associazione – in presenza di grave colpa, il danno arrecato alle finanze pubbliche sarà risarcibile solo entro il limite massimo del 30% del pregiudizio accertato. La parte restante non verrà recuperata e resterà a carico della collettività“. “Ulteriori forti preoccupazioni – proseguono i magistrati – suscitano l’introduzione di meccanismi di esonero automatico dalla responsabilità, legati al silenzio della Corte dei conti in sede di controllo di legittimità o di parere. In questo modo, l’assenza di una pronuncia esplicita della Magistratura contabile rischia di trasformarsi in una giustificazione automatica, piegando tali funzioni a logiche di esclusione della responsabilità piuttosto che di miglioramento dei servizi. La riforma incide negativamente sui principi di legalità, responsabilità e buon andamento dell’amministrazione, sanciti dalla Costituzione, e solleva un tema centrale di equità: le risorse pubbliche appartengono a tutti e la loro tutela richiede forme di responsabilità effettive e credibili”.

“Una maggiore efficienza dell’amministrazione non si ottiene riducendo il ruolo della Magistratura contabile, ma valorizzando il presidio indipendente e imparziale a garanzia del corretto utilizzo del denaro pubblico”, conclude l’Associazione.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 16:49:15 +0000
Calcio a cura di Redazione Sport
Paura al Tardini: Piccoli si accascia dopo uno scontro, medici in campo e immagini tv coperte. Le sue condizioni

Momenti di panico allo stadio Tardini nel finale dell’anticipo tra Parma e Fiorentina. La partita, persa 1-0 dai viola, è passata improvvisamente in secondo piano quando Roberto Piccoli si è accasciato al suolo dopo un durissimo scontro di gioco, facendo calare il silenzio sugli spalti e in campo.

L’attaccante della Fiorentina è rimasto a terra nell’area del Parma dopo un contatto con il portiere Corvi. L’azione, inizialmente proseguita, è stata subito fermata dall’arbitro Guida, che ha interrotto il gioco per permettere l’ingresso dei sanitari. Per alcuni minuti l’apprensione è stata massima: Piccoli non si muoveva e l’intervento dello staff medico ha richiesto tempo, mentre le immagini televisive venivano coperte per la gravità del momento.

Lo spavento è stato grande, ma fortunatamente l’allarme è rientrato. Dopo le cure sul terreno di gioco, l’attaccante viola è riuscito a rialzarsi, lasciando il campo sulle proprie gambe tra gli applausi del pubblico del Tardini. Gli accertamenti immediati hanno escluso conseguenze serie: per Piccoli si è trattato soltanto di una forte botta al torace. Le condizioni del giocatore non destano preoccupazione.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 16:34:22 +0000
Cronaca a cura di Local Team per Il Fatto
Spettacolari fontane di lava dall’Etna, i getti alti fino a 300-400 metri: il video dal cratere di Nord-Est

Stop and go: è l’imprevedibile Etna. Parte, si ferma e poi riparte e torna nuovamente a fermarsi con le sua spettacolare attività eruttiva: un nuovo episodio di fontana di lava è iniziato al cratere di Nord-Est alle 15:15, l’attività, segnala l’Ingv-Oe di Catania, è aumentata molto repentinamente, producendo getti di lava alte 300-400 metri e una colonna eruttiva carica di materiale piroclastico, che si è alzata alcuni chilometri sopra la cima dell’Etna per poi essere spinta dal vento verso ovest. Alle 15:45 l’attività ha cominciato a diminuire, e la fontana è passata a forti esplosioni con bolle di lava, che hanno lanciato materiale piroclastico grossolano fino alla base del cono e oltre. Al momento persiste un’emissione di cenere intermittente. Rispetto al precedente fenomeno quest’ultimo, osserva l’Ingv-Osservatorio etneo, è stata più energetico, con fontane più alte e una colonna eruttiva più densa. Nel contempo è continuata una modesta attività esplosiva dalla bocca apertasi sul fianco orientale della Voragine, che sta producendo un continuo pennacchio di cenere alto qualche centinaio di metri. Questa attività è tuttora in corso.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 16:22:38 +0000
Storie dal Mondo a cura di Redazione FqMagazine
Uomo mascherato tenta di rapire una bambina in mezzo alla strada: l’11enne gli dà un calcio nelle parti basse e si mette in salvo, arrestato

Il tentato rapimento, il calcio all’inguine e la fuga. A Vancouver, in Canada, un uomo ha provato a rapire una bambina di 11 anni. Secondo quanto riporta People, l’episodio si è verificato lo scorso 15 dicembre. La bambina aveva appena terminato di giocare a calcio con gli amici e si stava dirigendo a piedi verso casa: Jerson Hartman, questo il nome dell’indagato, la teneva d’occhio e ha iniziato a seguire la piccola accelerando sempre più il passo. La bambina ha notato l’uomo mascherato e, sentendosi a disagio, ha iniziato a urlare chiedendo aiuto.

In pochi istanti Hartman ha raggiunto la ragazzina e, strattonandola da un gomito, le ha intimato di stare in silenzio, quindi ha gettato a terra il telefono dell’11enne per far sì che non potesse chiamare la polizia. La bambina si è però divincolata dalla stretta dell’uomo e gli ha sferrato un calcio all’inguine, colpendolo nelle parti basse.

La fuga

Grazie al colpo assestato, la bambina è riuscita a fuggire. Hartman, infatti, ha lasciato la presa e la ragazzina è scappata, rifugiandosi a casa di un’amica. Lì, al sicuro, la piccola ha chiamato la polizia per denunciare il malvivente. Gli agenti hanno rintracciato Hartman. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di tentato rapimento.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 15:46:51 +0000
Televisione a cura di F. Q.
Giovanna Botteri a Lezioni Private: “I social media sono pericolosi per l’informazione, l’unica trincea saranno i giornalistiâ€

Ospite di Luca Sommi in occasione della seconda puntata di Lezioni Private, in onda questo sabato 27 dicembre alle 21:30 e per altri due sabati in prima serata sul canale Nove, la storica inviata Rai Giovanna Botteri, insieme al conduttore, ragiona sul rischio che il racconto dei social media diffonda disinformazione.

“Prendi un esempio stupido e piccolissimo: quando con l’intelligenza artificiale o un software metti la mappa per arrivare in un posto, se tu conosci quel posto, ti rendi conto che ti danno dei percorsi obbligati che non sono necessariamente né quelli giusti né quelli migliori da fare, e la stessa cosa vale per l’informazione onlineâ€, continua la giornalista. “Non è necessariamente quella giusta, non è necessariamente quella che rispetta la realtà, dipende da come tu la manipoli. Quindi è una cosa assolutamente pericolosa.â€

La cronista ha proseguito: “Avere i grandi monopoli vuol dire che noi non avremo più informazione e che l’unica trincea saranno i giornalisti che, con i loro corpi, andranno nei posti e racconteranno veramente quello che succede. Non è un caso che nella guerra di Gaza non sia stato permesso ai giornalisti di andare e di raccontare, al di là di quei 250-270 colleghi nostri palestinesi che hanno pagato con la vita il nostro diritto ad essere informatiâ€, conclude Giovanna Botteri.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 15:31:19 +0000
Calcio a cura di Redazione Sport
“Sono stati mesi difficili, stiamo combattendo per migliorare dal punto di vista delle responsabilitàâ€: l’analisi di Chivu sull’Inter

“Sono stati mesi difficili, all’inizio soprattutto. Abbiamo fatto di tutto per metterci sulla strada giusta per essere competitivi. Ci siamo messi in carreggiata e abbiamo cercato di aggiungere dal punto di vista tattico e mentale”. Dietro la facciata dei sorrisi e della sicurezza, ora Cristian Chivu ammette anche le complessità e le sfide che ha dovuto affrontare dopo aver preso le redini dell’Inter. Alla vigilia della sfida contro l’Atalanta, il tecnico nerazzurro traccia una sorta di primo bilancio, tra il primo posto in classifica e la delusione della Supercoppa.

“Non siamo perfetti – sottolinea Chivu – Stiamo cercando di migliorare gli aspetti che a volte indirizzano un andamento di una stagione. Abbiamo fatto delle buone cose, delle cose meno buone. Tutti i giorni questa squadra vuole essere competitiva. Deve mantenere l’ambizione giusta“. E ancora: “Il campionato è lungo. Ci sono partite che indirizzano l’andamento. Per noi sono tutte importanti. Questa è la mentalità che l’Inter deve sempre avere. Mai scendere in campo pensando che sia facile. Stiamo combattendo per migliorare da tutti i punti di vista, soprattutto dal punto di vista della responsabilità. Dobbiamo osare tutti i giorni. Bisogna osare dal punto di vista motivazionale“.

Poi la prospettiva si sposta sulla prossima sfida: “Cosa mi aspetto contro l’Atalanta? E’ sempre stata una partita ostica, hanno costruito qualcosa di importante in 9 anni con Gasperini. Hanno anche vinto l’Europa League. Ultimamente con Raffaele Palladino hanno trovato continuità nel vincere e dare stimoli giusti“. Chivu quindi ha concluso: “Dobbiamo essere bravi e coraggiosi. Mantenere la voglia e lo spirito, cercare il gioco verticale, andare sulle seconde palle ed essere concreti sulle occasioni che abbiamo”. Così la sua Inter punta a rimanere in vetta.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 15:30:17 +0000
Trending News a cura di Redazione FqMagazine
Trovato morto Lorenzo Reina, l’artista pastore che costruì il Teatro Andromeda ad Agrigento: a scoprire il corpo suo figlio

Lorenzo Reina, scultore e pastore, è stato trovato morto la mattina del 27 dicembre nella sua casa di campagna a Santo Stefano di Quisquina, in provincia di Agrigento. Aveva 65 anni. A scoprire il corpo è stato il figlio Libero. L’abitazione si trova nei pressi del Teatro Andromeda, l’opera per cui Reina era conosciuto anche a livello internazionale.

Nato in una famiglia di pastori, Reina aveva inizialmente intrapreso un percorso artistico che il padre aveva vissuto con difficoltà. Prima di morire, però, gli chiese di promettere che sarebbe tornato a fare il pastore. Reina mantenne l’impegno e riprese a lavorare nei terreni di famiglia, continuando parallelamente l’attività artistica. Proprio su quei terreni iniziò a realizzare grandi sculture in pietra, fino a individuare una spianata dove, nel corso degli anni, costruì il Teatro Andromeda. L’opera è un teatro all’aperto con 99 posti a sedere, disposti secondo il disegno della costellazione di Andromeda. La struttura è stata realizzata interamente in pietra ed è rimasta per lungo tempo un cantiere aperto, oggetto di continui interventi e modifiche da parte dell’artista.

Il Teatro Andromeda è diventato nel tempo una meta per visitatori, artisti e studiosi, ed è considerato uno dei luoghi culturali più originali della Sicilia. Reina ha sempre vissuto e lavorato nel territorio di Santo Stefano di Quisquina, mantenendo un forte legame con la dimensione rurale e con la pastorizia. Le cause della morte non sono state rese note.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 15:26:00 +0000
Cinema a cura di Redazione FqMagazine
Kevin Costner nei guai: “Non ha pagato il noleggio dei costumi del suo ultimo film, deve un risarcimento da 440 mila dollariâ€

Nuovi guai legali e finanziari per Kevin Costner. L’attore è stato citato in giudizio dalla società Western Costume per il mancato pagamento dei costi di noleggio dei costumi utilizzati nel secondo capitolo della sua saga western “Horizon: An American Saga“. Come riporta The Hollywood Reporter, la causa per una violazione contrattuale è stata intentata presso un tribunale statale della California contro Costner e la sua casa di produzione Territory Pictures.

L’azienda Western Costume chiede un risarcimento di circa 440 mila dollari. La compagnia che affitta abiti da scena sostiene che una parte significativa delle fatture non è mai stata saldata e che alcuni abiti sono stati restituiti danneggiati. Secondo l’atto di citazione, nel 2024 la Western Costume aveva emesso una fattura di circa 134 mila dollari per il noleggio degli abiti di scena. Come riporta The Hollywood Reporter, all’inizio del 2025 la Territory Picture di Costner aveva raggiunto un accordo transattivo per una causa simile, legata ai costumi utilizzati nelle prime due serie della saga.

Flop al botteghino

La saga “Horizon: An American Saga” di Kevin Costner ha riscontrato problemi di budget. L’attore è alla costante ricerca di nuovi finanziamenti per completare la serie di film, concepita in 4 capitoli. Il secondo di questi sarebbe dovuto uscire nelle sale nel 2024, ma il flop all’esordio ha bloccato la pubblicazione del sequel. Per il primo capitolo, infatti, erano stati stanziati 100 milioni, mentre l’incasso è stato di appena 38.7 milioni di dollari. La terza pellicola di Costner non risulta ancora del tutto finanziata.

Intanto, l’attore e produttore cinematografico deve fare i conti con la legge. Per marzo 2026 è prevista un’udienza arbitrale che vede contrapposte, per presunte violazione di un accordo di co-finanziamento, la società di Costner, la banca finanziatrice City National Bank e il distributore New Line Cinema. La star hollywoodiana deve fare i conti anche con una causa intentata da una stunt performer del secondo capitolo, che ha accusato la prodizione di discriminazione sessuale oltre a molestie e ritorsioni in relazione a una scena non prevista dal copione e girata senza la presenza del coordinatore dell’intimità.

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Data articolo:Sat, 27 Dec 2025 15:10:51 +0000

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