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Politica a cura di Giacomo Salvini
Migranti, il governo allarga (ancora) le maglie del decreto Flussi: gli oriundi potranno tornare e lavorare in Italia

Non bastano i 500 mila ingressi in tre anni, ora il governo vuole favorire il rientro dei discendenti di cittadini italiani in America e Sudamerica. Così ieri è stato pubblicato in gazzetta ufficiale il decreto del ministero degli Esteri che, d’accordo con Interno e Lavoro, allarga ancora di più le maglie del decreto Flussi inserendo la possibilità di far entrare legalmente i discendenti dei cittadini italiani che vivono all’estero. Il decreto inserisce una deroga per i discendenti provenienti da sette Paesi: Argentina, Brasile, Stati Uniti, Australia, Canada, Venezuela e Uruguay.

La decisione di consentire la deroga è legata al fatto che in questi Stati, al 31 dicembre 2024, risiedono più di 100 mila cittadini italiani iscritti all’anagrafe dei cittadini italiani residenti all’estero (Aire) frutto di un fenomeno di emigrazione di lunga data: Argentina (989 mila), Brasile (682), Stati Uniti (241), Australia (166), Canada (148), Venezuela (116) e Uruguay (115). Restano escluse, invece, Sudafrica, Messico, Perù e Cile.

L’obiettivo, si legge nel decreto, è “favorire l’immigrazione di ritorno dei discendenti di cittadini italiani” e per questo la Farnesina dà la possibilità di entrare e soggiornare in Italia per lavoro subordinato a questi cittadini al di fuori delle quote annuali e triennali previste dal decreto flussi approvato in estate dal governo.

L’allargamento delle maglie del decreto flussi era stato richiesto dalle comunità dei cittadini italiani all’estero di cui si era fatto portavoce il gruppo parlamentare Maie (Movimento Associativo Italiani all’Estero). Ma il rapporto tra i cosiddetti “oriundi” e il governo Meloni non è stato facile negli ultimi mesi: a maggio è stato provato un decreto legge che rende più difficile ottenere la cittadinanza per i discendenti di terzo o quarto grado di cittadini italiani. La decisione aveva provocato uno scontro in maggioranza con la Lega che si era detta contraria, per poi votare il decreto lo stesso in Consiglio dei ministri.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 12:29:01 +0000
Lavoro a cura di F. Q.
Lavoratore di 56 anni muore schiacciato da un rimorchio a Imperia

Ancora un morto sul lavoro. Questa volta a Lucinasco, in provincia di Imperia, dove martedì mattina intorno alle 11 ha perso la vita un uomo di 56 anni. Dalle prime ricostruzioni, l’operaio sarebbe stato schiacciato da un rimorchio nei pressi della strada provinciale 30. Tempestivo l’arrivo del 118 e delle forze dell’ordine, ma nonostante i lunghi tentativi di rianimazione non è stato possibile fare altro che constatare il decesso.

Le autorità hanno aperto un’indagine per ricostruire la dinamica dell’incidente ed eventuali responsabilità. Ciò che è certo è purtroppo la crescita costante del numero dei caduti sul lavoro che, secondo dati Inail, quest’anno erano stati già 357 dopo i primi sei mesi.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 12:27:29 +0000
Animal House a cura di F. Q.
Lupo tra i mercatini di Valdobbiadene: “Era impaurito e disorientatoâ€. E i passanti lo filmano

Un esemplare di lupo è stato avvistato lunedì 24 novembre nel centro di Valdobbiadene, in provincia di Treviso, dove erano presenti i mercatini Coldiretti. Dalle ricostruzioni, l’animale ha percorso le vie cittadine, “frequentando” la piazza principale (Guglielmo Marconi) e poi sparendo dalle parti della chiesa. Chi lo ha visto, lo ha descritto come “impaurito e disorientato”. Molte persone non si sono nemmeno accorte della sua presenza, mentre qualcuno lo ha filmato e fotografato.

Il sindaco di Valdobbiadene, Luciano Fregonese, ha fatto sapere che “i carabinieri forestali stanno verificando le segnalazioni e ci sono accertamenti in corso. Hanno fatto un sopralluogo in mattinata e stanno visionando il sistema di videosorveglianza”. Dopo il declassamento da specie particolarmente protetta a protetta deciso dall’Unione europea e dalla Convenzione di Berna, col recepimento da parte dei Paesi membri – mossa in parte già fatta dall’Italia attraverso la legge sulla montagna – sarà possibile abbattere i lupi. Nel nostro Paese, lo scorso 12 agosto, è avvenuto il primo abbattimento legale dopo 50 anni. È successo in Alta Val Venosta. Chi da anni lavora per promuovere la coesistenza pacifica tra uomo e lupo, attraverso corsi, didattica e campagne informative è l’associazione Io non ho paura del lupo, che espresse la propria contrarietà alla soluzione, definita “sbrigativa” e “non supportata dai dati scientifici”, nel caso dell’Alto Adige della scorsa estate.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 12:18:36 +0000
Cinema a cura di F. Q.
“Johnny Depp sarebbe perfetto per il ruolo di Lucifero, la sua vita ne è la dimostrazioneâ€: la stoccata di Terry Gilliam al Torino Film Festival

“Johnny Depp sarebbe perfetto per il ruolo di Lucifero, la sua vita ne è la dimostrazioneâ€. La cartolina dall’inferno, pardon dal Torino Film Festival 2025, la firma Terry Gilliam. L’85enne regista britannico è giunto sotto la Mole per accompagnare Paura e delirio a Las Vegas. E se nel 1998 con Depp era andata (abbastanza) bene, per il tanto sbandierato progetto mai partito – Carnival at the End of Days – Gilliam con Depp i ultimamente ha avuto parecchi problemi. “Chiedete agli avvocati di Johnny Depp perché non giriamoâ€, è stato lapidario Gilliam. Il film che forse mai si farà- di progetti naufragati e di film sfortunati Gilliam ne ha diversi in carriera- si basa sulla storia di un Demonio che vuole salvare l’uomo per non dover scomparire, mentre Dio sarebbe ai ferri corti con gli umani che gli hanno cancellato il Paradiso terrestre. Forse anche per questo il paragone mefistofelico a Gilliam viene con naturalezza: Depp il demonio e lui Dio (“mi ritaglierò questo ruolo, me lo meritoâ€).

Gilliam ha ricordato diversi momenti della sua lunga carriera da quando era nei Monthy Python ai più recenti Tideland e Parnassus, quando ancora la
sua creatività era legata all’artigianalità ancora non completamente digitalizzata: “I miei film passati continuano comunque a essere visti e stampati in dvd. Quando scopro che i film girati oggi vengono rivisti dell’intelligenza artificiale e gli algoritmi che scelgono i target di riferimento. Pura follia. Il cinema è nato per per stupire, non per trasformarsi in un prodotto di McDonald’sâ€. Su come i i tempi cambiano, e non necessariamente in meglio, Gilliam – ovvero uno dei dissacranti Monthy Python – si è espresso sul politicamente corretto: “In nome del politicamente corretto abbiamo perso il coraggio della fantasia, e dell’ironia: così il cinema non andrà più da nessuna parte, i film che escono sono tutti omologatiâ€. il regista di L’ esercito delle 12 scimmie ha poi concluso ricordando quando la BBC aveva dichiarato che oggi i Monty Python non potrebbero più esistere perché sono tutti maschi, e bianchi: “Mi ero autodefinito come una lesbica nera di nome Loretta, pure in fase di transizione: i quotidiani inglesi mi hanno massacratoâ€.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 12:15:12 +0000
Blog a cura di Valentina Petrini
A cosa servono questi ‘romanzi popolari’ sul femminicidio? Fermiamoci

“Da quando lei aveva chiesto il divorzio, lui era sprofondato nella depressioneâ€.
“Non accettava il nuovo compagno, che la madre dei suoi figli si fosse rifatta una vita senza di luiâ€.
“Forse Luigi non sopportava di vederla feliceâ€. “Perché Luciana dopo la fine della loro relazione era rinata, sempre gioiosa, giura chi la incrociava in quartiereâ€.
“I due si erano conosciuti nel lontano 1978. Si erano poi trasferiti nell’appartamento in cui lui l’ha accoltellata a morte. Per vent’anni avevano condiviso non solo la casa ma anche il lavoroâ€.
“Nel 2010 l’attività aveva però iniziato ad andare male. Tanto che la coppia era stata costretta a chiudere l’attività. Data che poi (quasi) coincide con l’inizio della crisi del rapporto di coppia e delle litiâ€.

Sono stralci veri di articoli sui femminicidi in Italia. Versi pubblicati sui nostri giornali ogni qualvolta diamo notizia di una nuova vittima.

Io li chiamo i “romanzi popolari sui femminicidiâ€. Le pagine dei giornali vanno riempite, certo, non solo. La ricostruzione del contesto in cui spesso avvengono i femminicidi è un modo per far capire che crimini di questo genere accadono in un contesto di assoluta normalità. Ok. Cioè l’assassino non è un mostro disadattato… è un uomo perfettamente integrato e che conduce una vita anche familiare apparentemente normale. Va bene. Ci sto. Ma siamo sicuri che stiamo facendo bene?

Ogni volta che leggo uno di questi “romanzi popolari sul femminicidio†mi chiedo a chi servono e se servono. Per chi sono scritti? Sicuramente non per le vittime e nemmeno per i suoi cari, sopravvissuti alla barbarie e alla perdita. Tipo un figlio, un orfano di femminicidio: cosa se ne fa di un romanzo popolare sull’uccisione della madre da parte del padre o compagno o fidanzato? Niente.

A lui forse serve sapere se è stato fatto tutto il possibile per salvarla, se le denunce che aveva presentato sono state prontamente prese sul serio, se la rete di protezione che doveva attivarsi si è attivata. Alle vittime servono le inchieste, serve giustizia.

Forse questi pezzi pieni di dettagli, sulle cause che potrebbero aver spinto l’uomo, l’assassino, il responsabile di femminicidio, ad ammazzare, sono anche scritti talvolta in buona fede, ma sono culturalmente il retaggio di un passato che dovremmo esserci lasciato alle spalle. I romanzi popolari dei femminicidi finiscono sui social, nel magico mondo di internet. Ed ecco che diventano fruibili da una moltitudine vastissima di lettori che li digerisce come vuole, con gli strumenti che ha.

Il web è pieno di storie di uomini separati che dopo il divorzio magari hanno perso anche il lavoro, uomini che non accettano la separazione perché ossessionati “dall’amore†per lei, uomini che quindi alla fine la accoltellano, strangolano, nascondono il cadavere della donna “amataâ€. Fermiamoci! “Lo stupro non è un surrogato dell’amore†scrisse Indro Montanelli il 14 dicembre 1966 in prima pagina sul Corriere della Sera nel suo editoriale su “La ragazza di Alcamoâ€, Franca Viola, colei che con il suo NO categorico al matrimonio riparatore, supportata dalla famiglia, si rifiutò di sposare il suo carnefice che l’aveva rapita, picchiata, violentata.

Anche il femminicidio, non è un surrogato dell’amore.

E quindi, prendo sempre in prestito Montanelli che nel 1966, concluse: “Noi contiamo che da questo processo venga fuori una sentenza che non si limiti a punire il delinquente, ma che anche condanni in maniera esemplare tutti coloro che se ne sono fatti complici, materiali o morali, la mentalità ch’essi incarnanoâ€.

È 25 novembre ogni giorno dell’anno.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 12:14:24 +0000
Calcio a cura di F. Q.
Arbitro 17enne aggredito con violenti pugni durante una partita di seconda categoria: il video della follia da bordo campo

Ancora un’aggressione a un arbitro, ancora minorenne, ancora nelle categorie dilettantistiche, dove ogni domenica ormai si racconta di una lotta alla sopravvivenza per dei giovanissimi ragazzi che decidono di approcciarsi al mondo arbitrale. Questa volta è successo in Calabria, in Seconda Categoria, durante il match tra Francica e Girifalco. Il giovane direttore di gara della sezione Aia di Locri, 17 anni, è stato aggredito da un calciatore del Francica con un pugno dato con grande vigore e un altro successivamente.

Un’aggressione senza senso e diventata virale grazie a un video girato da bordo campo e poi circolato su alcuni gruppi Whatsapp. Secondo una prima ricostruzione su vari siti locali, l’aggressione sarebbe cominciata con il lancio di qualche oggetto in campo verso il direttore di gara ed è poi degenerata con due pugni anche molto violenti. Per fortuna pare che l’arbitro non sia stato colpito in pieno e abbia dovuto ricorrere alle cure mediche con escoriazioni e traumi lievi, ma il danno psicologico è ovviamente enorme.

A denunciare l’accaduto è stata l’Associazione Italiana Arbitri della Sezione di Locri. Il presidente Anselmo Scaramuzzino ha deciso di rivolgersi alle autorità civili e sportive con una lettera che evidenzia il bisogno urgente di garantire la sicurezza dei giovani arbitri. “Si tratta di un episodio di violenza inaccettabile, ha dichiarato Scaramuzzino. “È il terzo caso che coinvolge arbitri della nostra sezione solo quest’anno – si legge nel testo – Il gesto del calciatore rappresenta non solo una violazione dei principi dello sport, ma un attacco diretto alla dignità e alla sicurezza di chi lavora con passione sui nostri campi”.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 12:14:23 +0000
Trending News a cura di F. Q.
“È di una volgarità incredibile, non cambia se sei davanti alle donna o meno. Sarebbe opportuno che chiedessi scusaâ€: Simona Ventura furiosa

Nel nuovo appuntamento in prima serata con il “Grande Fratello”, ieri lunedì 24 novembre su Canale 5, si è discusso a lungo gesto di Omer Elomari che si è abbassato i pantaloni davanti ad alcuni inquilini, tra cui diverse donne. Poi il confronto durissimo con Jonas Pepe che ha rimproverato il coinquilino, chiedendogli le scuse per le donne della casa e le telespettatrici.

La conduttrice Simona Ventura ha voluto un confronto in studio tra Omer e Jonas e con toni molto duri ha subito rimproverato Omer: “Hai fatto un gesto complicato, che è stato letto molto male. Te ne sei reso conto?”. Immediata la risposta: “Mi sono reso conto che è stato sbagliato. L’ho fatto in preda alla rabbia, non intendevo quello, ma volevo dire altro”.

Poi a Jonas, che si è toccato le parti intime mimando un atto sessuale, la Ventura ha tuonato: “È di una volgarità incredibile, non cambia se sei davanti alle donna o meno, anzi, visto e considerato il significato è ancora più grave. Sarebbe opportuno che chiedessi scusa”.

Omer ha ribadito le sue scuse, rivolte sia alle coinquiline che alle telespettatrici da casa. Anche Jonas ha fatto un passo indietro, spiegando di aver reagito in maniera eccessivamente accesa poiché si è sentito ripetutamente chiamato in causa: “Con te non desidero discutere davanti agli altri, non lo considero un confronto equilibrato. Mi hai coinvolto quattro volte. Hai un atteggiamento saccente e presuntuoso, cerchi di presentarti come una figura dominante, ma in realtà qui non eserciti alcuna autorità”.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 12:13:33 +0000
Economia a cura di F. Q.
Il reddito reale delle famiglie italiane tra 2004 e 2024 è sceso del 4%: il dato peggiore nell’Ue con la Grecia. La media è +22%

Crescita stagnante, salari reali fermi complici precarietà e part-time involontario, maggiore vulnerabilità allo choc inflazionistico causato dagli aumenti del prezzo dell’energia dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Risultato: l’Italia, insieme alla Grecia, è l’unico Paese dell’Unione europea in cui negli ultimi vent’anni il reddito reale delle famiglie pro capite è diminuito. Mentre la media dei Ventisette tra il 2004 e il 2024 segna un aumento del 22%, Roma e Atene chiudono il periodo in rosso. Rispettivamente a -4 e -5%. Sono gli ultimi dati diffusi da Eurostat, che certificano un problema strutturale.

I grafici pubblicati dall’Ufficio statistico dell’Unione europea sono impietosi. Dal 2004 al 2008 il reddito reale è cresciuto in modo continuo in quasi tutta l’Ue. Poi, tra il 2008 e il 2011, la crisi finanziaria globale ha provocato una stagnazione e tra 2012 e 2013 si è registrato un arretramento. Dal 2014 al 2019 il trend è tornato positivo, fino alla nuova frenata causata dalla pandemia nel 2020. Nel 2021 è arrivato il rimbalzo, seguito però nel 2022 e 2023 da una crescita debole, compressa dall’inflazione. Nonostante ciò, i primi dati sul 2024 mostrano un’accelerazione: segno che molti Paesi stanno recuperando terreno. Non l’Italia.

Guardando i dati sui singoli Stati Ue il gap è evidente. A godere delle performance migliori sono stati i Paesi che hanno agganciato la convergenza con l’Europa occidentale grazie agli investimenti esteri e a una dinamica produttiva vivace: Romania (+134%), Lituania (+95%), Polonia (+91%) e Malta (+90%). Ma anche le grandi economie avanzate, pur con ritmi diversi, registrano un progresso: +11% per la Spagna, +14% per l’Austria, +15% per il Belgio e +17% per il Lussemburgo. In Francia il reddito è salito di oltre il 21%, in Germania addirittura del 24%.

L’Italia resta invece uno dei pochissimi Paesi in cui il potere d’acquisto delle famiglie, depurato dall’inflazione, è più basso oggi rispetto a vent’anni fa. Un’anomalia che riflette un mix di bassa crescita, produttività ferma, mercato del lavoro debole, vulnerabilità agli choc energetici e alla corsa dei prezzi.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 12:11:58 +0000
Cronaca a cura di F. Q.
Protesta alla Rai di Torino, attiviste occupano l’ingresso: “Narrazioni distorte sulla violenza sulle donneâ€

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne Extinction Rebellion ha occupato l‘ingresso della Rai di via Verdi a Torino, dove una decina di donne si sono legate tra loro con corde rosa, verdi e nere e si sono coperte la bocca con scotch nero, mentre è stato esposto uno striscione “Sleghiamo l’informazione”. “Occupiamo l’entrata della Rai, perché invece che svolgere il suo compito di informare correttamente la popolazione propone delle narrazioni distorte“, afferma una portavoce, Elsa. A suo avviso questo riguarda “i temi dei femminicidi, della crisi ecoclimatica e del genocidio a Gaza, temi profondamente intrecciati come i nastri con cui ci siamo legate. Temi segnati dalla più grande delle violenze: il silenzio“. “Stando a quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio Step – riporta una nota del movimento -, i media italiani nel raccontare i femminicidi utilizzano ancora termini come “raptus” – anche se in misura minore negli ultimi anni – e prediligono l’empatia nei confronti del carnefice e la spettacolarizzazione nei casi di stupro e violenza sessuale. La scelta delle parole influenza la percezione del pubblico, e la mancanza di linguaggio e narrazione adeguata nei media emerge anche nel campo ambientale, come sottolinea il rapporto annuale dell’Osservatorio Pavia: un ultimo esempio è l’ondata di calore di giugno, quando meno di un quarto dei servizi nei tg serali citava la crisi climatica come causa del fenomeno”.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 12:08:35 +0000
Diritti a cura di F. Q.
Sentenza Corte Ue – M5s: “Non possono esistere unioni di serie B†e il Pd: “Uno schiaffo ai governiâ€

Una sentenza storica della Corte di Giustizia dell’Unione Europea stabilisce oggi che tutti gli Stati membri hanno l’obbligo di riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti in un altro Paese europeo. La decisione segna una svolta nella tutela dei diritti Lgbtq+ in Europa, cancellando disparità legali tra unioni eterosessuali e omosessuali e imponendo agli Stati membri di adeguarsi senza eccezioni.

“Questa sentenza fa piazza pulita di tanta propaganda che la comunità Lgbt subisce da anni e mette sullo stesso piano legale e valoriale le unioni etero con quelle gay, così come dovrebbe essereâ€, ha commentato Carolina Morace, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. Morace ha sottolineato come Paesi come Polonia, Ungheria e Bulgaria siano ancora “all’anno zero dei diritti†e ha invitato l’Italia a recepire pienamente la decisione europea, approvando il matrimonio egualitario anche nel nostro Paese: “Non possono esistere unioni di serie B né in Italia, né in Europaâ€.

Sulla stessa linea Alessandro Zan, europarlamentare del Pd e responsabile Diritti nella segreteria del partito: “La Corte di Giustizia Ue oggi abbatte un altro paletto: se due persone dello stesso sesso si sposano in un Paese europeo, quel matrimonio va riconosciuto anche nel loro Stato d’origine. È uno schiaffo ai governi che fanno guerra alle persone Lgbtqia+. Ora anche l’Italia introduca il matrimonio ugualitario, unica strada per garantire davvero l’uguaglianza vera fra le coppieâ€.

Attualmente, l’Italia riconosce i matrimoni gay celebrati all’estero solo come unioni civili, con diritti e doveri ridotti rispetto al matrimonio. La sentenza della Corte Ue apre quindi la strada a un cambio normativo che potrebbe rendere effettivo il principio di parità tra tutte le coppie, a prescindere dal sesso dei partner.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 11:31:11 +0000
Fatti a motore a cura di F. Q.
Mercato auto Europa, a ottobre +4,9% e nei primi 10 mesi +1,8%. Ma si resta sotto i livelli del 2019

Nel mese di ottobre le immatricolazioni di autovetture in Europa Occidentale (UE, Regno Unito ed EFTA) hanno raggiunto 1.091.904 unità, segnando un incremento del 4,9% rispetto allo stesso mese del 2024. Il dato resta tuttavia inferiore del 10,1% rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019. Il bilancio dei primi dieci mesi dell’anno si attesta a 11.020.514 immatricolazioni, con un aumento dell’1,9% sull’anno precedente, ma ancora distante (-17,3%) dai volumi registrati prima della crisi sanitaria. Nel resto del mondo, invece, il mercato ha già superato ampiamente i livelli del 2019.

La dinamica europea risulta nel complesso debole e riguarda tutti i principali Paesi dell’area, compreso il Regno Unito. Considerando i cinque mercati maggiori, che insieme rappresentano il 69,5% delle vendite regionali, la Spagna mostra la performance più favorevole nel periodo gennaio-ottobre, con una crescita del 14,9% sul 2024, pur restando sotto i livelli del 2019 (-10,2%). Il Regno Unito segna un aumento del 3,9% su base annua, ma mantiene un divario del 14,1% rispetto al periodo pre-crisi. La Germania registra un progresso limitato (+0,5%) e un arretramento del 22% sui livelli del 2019. L’Italia presenta una flessione del 2,6% anno su anno e del 20,4% nel confronto con il 2019. Chiude la graduatoria la Francia, in calo del 5,4% nei primi dieci mesi e del 27,5% rispetto ai valori pre-pandemia.

Anche la diffusione dei veicoli elettrici mostra un avanzamento disomogeneo. La Norvegia rimane il caso più avanzato, con una quota del 97,4% di auto elettriche sul totale delle immatricolazioni di ottobre. In fondo alla classifica si collocano Croazia (4,1 %), Slovacchia (4,9 %) e Italia, che raggiunge il 5 %.

Nel contesto europeo, cresce il dibattito sulla necessità di rivedere la strategia per la transizione energetica, al fine di ridurre gli impatti su consumatori, industria automobilistica ed economia complessiva. In questo scenario, gli operatori del settore osservano con attenzione l’evoluzione normativa, mentre le associazioni di categoria segnalano l’esigenza di un quadro regolatorio più stabile. È attesa per il 10 dicembre una comunicazione della Commissione europea che dovrebbe fornire indicazioni aggiuntive sul percorso della transizione, con possibili misure volte a sostenere la competitività del settore e a favorire lo sviluppo di veicoli elettrici di dimensioni più contenute.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 11:30:14 +0000
Calcio a cura di F. Q.
Svaligiata la villa di Vardy durante Cremonese-Roma, portati via gioielli e orologi: il bottino

Non è stata una domenica semplice per Jamie Vardy. Non solo per la sconfitta per 1-3 in casa con la sua Cremonese contro la Roma. Mentre infatti il calciatore era impegnato nel match di Serie A (e la famiglia, moglie e figli, in tribuna) nella sua villa di Salò si sono introdotti dei ladri, che probabilmente controllavano già da tempo gli spostamenti dell’attaccante inglese e hanno svaligiato la residenza dell’ex Leicester.

L’indagine è in mano ai Carabinieri della compagnia di Salò, ma secondo le prime ricostruzioni i ladri sarebbero entrati in casa forzando una finestra (secondo altre ricostruzioni era stata lasciata aperta per una distrazione). Tra gli oggetti prelevati dalla banda di malviventi (almeno tre) ci sono gioielli preziosi e costosissimi orologi – tra cui un Patek Philippe – per un bottino di oltre 100mila euro.

Dal suo arrivo alla Cremonese, l’attaccante aveva scelto di abitare nella località sul Lago di Garda con la moglie Becky e i figli proprio perché considerata una zona sicura e tranquilla anche per la sua famiglia. Di positivo c’è il fatto di non essersi trovati faccia a faccia con i malviventi, che aspettavano solo il momento giusto per agire. Dopo il furto a casa di Alessandro Bastoni – difensore dell’Inter – nel bergamasco, adesso è toccato a Vardy finire nel mirino di una banda di malviventi: è il secondo caso in poche settimane che coinvolge un calciatore.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 11:27:42 +0000
Cronaca a cura di F. Q.
Ciclista 23enne travolta e uccisa da un camion a Bologna

Una 23enne è morta dopo essere travolta da un camion mentre viaggiava in bicicletta, alla periferia di Bologna. L’incidente si è verificato intorno alle 9 all’incrocio tra via dell’Arcoveggio e via De Giovanni, nella zona nord della città. Secondo una prima ricostruzione dei giornali locali la ciclista stava attraversando l’incrocio sulle strisce e ad investirla è stato un mezzo pesante utilizzato per i lavori in un cantiere per la tramvia. Sulla dinamica sta indagando la polizia locale. L’ambulanza del 118 è arrivata in poco tempo ma per la ragazza – rimasta schiacciata sotto le ruote – non c’è stato niente da fare.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 11:23:11 +0000
Trending News a cura di F. Q.
“Gli uomini possono anche fare i rutti, ma noi donne se non abbiamo otto ottave di estensione e non cantiamo come la Sirenetta non veniamo considerateâ€: l’amara considerazione di Paola Iezzi

Paola Iezzi è sempre schietta e sincera e anche durante un incontro a Casa Metatron, all’Ostello Bello Milano in Duomo, ha fatto una riflessione su come vengono considerate le cantanti in Italia e la differenza del percepito all’estero. “Ho registrato e lavorato anche in Svezia– ha affermato – . Una cosa incredibile che mi è successa lì, è che di colpo, andavo negli studi di registrazione e mi dicevano: ‘Che bella voce che hai!’ che è una cosa che non avevo mai sentito dire nei miei confronti”.

“Anche perché, in Italia, se non hai otto ottave di estensione e non canti come la Sirenetta non sei un cantante! – ha continuato – Sì è vero ed è una roba strana, soprattutto se sei donna. Gli uomini possono anche fare i rutti… Dai, lasciatemi sfogare. E quindi mi dicevano: ‘Hai un tono di voce molto pop’. E io ero tutta felice perché, in realtà, è sempre quello che ho voluto fare, quell’approccio lì in studio, cantando in quel modo popâ€.

Nel vivo della sua seconda esperienza da giudice di X Factor, Paola Iezzi ha pubblicato il suo ultimo singolo “Superstar†con la produzione dei Room9 e di Etta. il brano è stato scritto da Paola insieme ad Antonio Caputo, Danilo Cortellino, Vincenzo Colella e Leonardo Zaccaria ed è una riflessione “sulla fragilità nascosta tra i luccichii: su come la verità, oggi più che mai, possa facilmente perdersi dietro la superficie che brilla”.

Paola Iezzi ha commentato: “Le tristi superstar non sono solo le celebrità: sono tutti coloro che cercano di brillare anche quando dentro si sentono fragili e vulnerabili. È quella contraddizione eterna tra sorriso e malinconia, tra danza e silenzio, tra amore e perdita. Perché, in fondo, “superstar†siamo tutti: innamorati e peccatori”.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 11:20:20 +0000
Cronaca a cura di F. Q.
“Per voi casa gratis in centro, accettatela e riabbraccerete i vostri figliâ€, l’offerta del sindaco di Palmoli alla famiglia nel bosco

“Accettate l’alloggio gratuito. È l’unica strada per riunire i bambini ai genitori. Il bene dei minori viene prima di tuttoâ€. È con queste parole che il sindaco di Palmoli (Chieti), Giuseppe Masciulli, lancia un appello alla famiglia che viveva nel bosco dopo l’allontanamento dei tre figli, disposto dal Tribunale dei Minori dell’Aquila.

I giudici hanno sospeso la potestà genitoriale con un’ordinanza motivata. Masciulli ricorda che il Comune aveva già messo a disposizione una casa nel centro del paese, dotata di tutte le utenze (la capanna nel bosco è senza luce e acqua), “tre camere da letto, doppio servizio, riscaldamentoâ€, ma la famiglia aveva declinato l’offerta, tornando a vivere nella loro ex casa contadina nei boschi. I bambini sono stati allontanati dopo un anno di osservazione e perché i genitori non hanno rispettato le prescrizioni. Il padre dei piccoli ha comunque preannunciato alcune migliorie della capanna che sono state progettate.

Secondo il sindaco, come scrive Il Centro, la proposta di alloggio non era e non è un mero favore: si trattava di una soluzione duratura da mantenere fino a quando l’abitazione originaria non fosse ristrutturata. Masciulli afferma che l’amministrazione ha sempre sostenuto la famiglia, pur sottolineando che il pericolo concreto è stato il rifiuto di un progetto condiviso: i genitori avevano concordato interventi di ristrutturazione, visite sanitarie per i bambini e incontri psico‑educativi, ma poi non hanno mantenuto gli impegni. Secondo il sindaco, la famiglia avrebbe addirittura chiesto 150 mila euro per fare le visite mediche ai figli; 50mila per ogni bambino.

L’ex casa nel bosco è stata definita dal tribunale un rudere “fatiscente e privo di utenzeâ€, con gravi carenze igienico‑sanitarie, elementi che hanno motivato la decisione di trasferire i bambini in una struttura educativa. L’operazione di allontanamento è avvenuta con mediazione: “Non c’è stato un atto improvviso†e alla madre è stato consentito di restare con i figli nella struttura protetta. In contemporanea, il Comune aveva anche preparato un piano per l’inserimento scolastico dei minori: un percorso graduale, con la presenza dei genitori in aula, ma la famiglia ha scelto di proseguire con la scuola parentale, scelta pienamente legittima secondo Masciulli.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 11:19:25 +0000
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“Finite le cure per il cancro ho toccato il fondo mentale, sono caduta in depressione. A salvarmi la vita è stata la psico-oncologaâ€: la confessione di Bianca Balti

“Questa estate ho toccato il fondo mentale, sono entrata in una grande depressione, proprio quando pensavo di essere uscita dalla parte più difficile del percorso oncologico, mi sono trovata ad affrontare la parte mentalmente più dura”. È con questa dichiarazione di grande lucidità che Bianca Balti ha raccontato al Vanity Fair Stories, tenutosi al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano, la sua “nuova normalità” dopo la malattia. La modella, presentatasi sul palco con la professoressa Gabriella Pravettoni (direttrice della Divisione di Psico-Oncologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano), ha spiegato come la battaglia per sconfiggere il tumore sia stata seguita da un crollo emotivo inatteso, che ha trovato risoluzione solo grazie alla psico-oncologia.

La modella ha ricostruito la progressione del suo difficile percorso mentale. Inizialmente, la diagnosi aveva innescato una forza reattiva: “Quando mi era stato diagnosticato il tumore, l’urgenza mi aveva tirato fuori una grandissima forza, ero pronta a fare tutto il necessario, mi erano usciti un coraggio e una potenza che non sapevo di avere”. L’errore, ha ammesso, è stato quello di confrontare il presente con il suo passato: “Piano piano, però, è entrata la normalità quella vera, quella della quotidianità, ma non era più come prima, era tutto cambiato e non ero pronta a questa cosa, non sapevo come affrontarla“. La depressione è arrivata tra giugno e agosto, proprio quando la malattia era in remissione, spingendola ad allontanarsi dai social media per cercare le risposte nel silenzio. “Finita l’emergenza, mi sono ritrovata in una situazione veramente difficile”.

Per superare la depressione, la modella ha riconosciuto di aver bisogno di un aiuto specialistico. Nonostante la sua rete di sostegno fosse ancora presente – “tutta la mia struttura di sostegno, le amiche, il mio fidanzato, la mia famiglia, tutti quelli che mi avevano aiutata durante le cure erano ancora lì” – non era sufficiente. “A salvarmi la vita è stata la figura della psico-oncologa“, ha spiegato Balti. Avendo già affrontato un percorso di psicoterapia e avendo un passato di dipendenza da sostanze, la modella aveva scelto di rifiutare l’aiuto farmacologico. La chiave per la rinascita è arrivata da un consiglio, apparentemente banale, ma fondamentale: “La prima cosa che ha fatto la mia psico-oncologa alla prima seduta è stata suggerirmi di pensare ad altro, di non ossessionare la mente sul dolore, dato che ero appena stata operata”. Ha continuato: “A dirla così so che sembra una banalità, una cosa scontata, però detta al momento giusto e da una professionista ha un potere enorme. Vivere una vita piena, basata sul ‘se ti fa stare bene, fallo’, mi ha aiutato moltissimo”.

Forte della sua esperienza, Bianca Balti ha deciso di collaborare con la professoressa Pravettoni per lanciare un progetto di salute mentale dedicato specificamente alle persone che affrontano un tumore. Il suo percorso l’ha portata a una nuova consapevolezza sul presente: “La chiave della felicità, ed è un lavoro continuo, è quella di cercare di accettare il presente, di vedere la gratitudine anche nelle difficoltà. Non mi aspettavo che la mia vita sarebbe andata in questa maniera e certe volte ho dei crolli, ma la verità è che noi abbiamo questa forza dentro”. La modella ha concluso con una riflessione sulla resilienza: “Più difficoltà abbiamo nella vita e più abbiamo l’opportunità di mostrare a noi stessi quanto siamo forti e nel mio caso le tante sventure che ho avuto mi hanno dato la possibilità di costruire questa resilienza che ho dentro”.

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Data articolo:Tue, 25 Nov 2025 11:12:55 +0000

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