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Cultura a cura di Simona Griggio
“Siamo abituati ai social, le scene violente viste alla Scala con Lady Macbeth non ci spaventano. Non siamo così impressionabili, men che meno a teatroâ€: siamo stati alla Primina della Scala e abbiamo raccolto le impressioni dei giovani presenti

“Sembra di entrare in un film giallo, davvero!â€, commenta Niccolò, 22 anni, studente di ingegneria, alla fine del primo atto. Poco distante incontriamo Sofia, già assidua frequentatrice del Teatro alla Scala, che rivela: “A emergere in maniera prepotente è la visione patriarcale della donna all’epoca in cui è ambientata l’opera. La protagonista, Sara Jakubiak nei panni di Katerina L’vovna Izmajlova, è obbligata a condividere un matrimonio che non desidera e, sedotta dall’amante interessato soltanto a conquistarla, commette due omicidiâ€. Cruda, travolgente, cinematografica, piena di passione e desiderio “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk†l’opera di Dmitrij Å ostakoviÄ che aprirà la Stagione scaligera il 7 dicembre, ha conquistato i giovani under 30 all’anteprima a loro dedicata. Soprattutto la musica, diretta da Riccardo Chailly, ma anche la regia di Vasily Barkhatov, che proietta la vicenda in una dimensione a più livelli, e scene di Zinovy Margolin che creano quasi l’effetto di un film. Una pagina di cronaca nera inquietante, si potrebbe dire, che però si eleva a livelli altissimi come tutte le storie umane che diventano arte, pur nella sua tragicità. Le azioni crude e violente e dalla accesa sensualità, su cui già il display sul retro delle poltroncine avvertiva il pubblico, tuttavia non hanno turbato minimamente i giovani spettatori.

“Siamo abituati ai social. Alla cronaca. E a ciò che succede ogni giorno. Non siamo così impressionabili, men che meno a teatroâ€, spiega Matteo, impiegato di banca. Di quali scene stiamo parlando? Dello strangolamento del marito di Katerina, delle molestie e una cameriera da parte dei cuochi (la tenuta di campagna diventa un ristorante di città nella visione del regista), della fustigazione dell’amante. Ricordiamo che la violenza di queste scene, così come la forte sensualità furono causa di censura nella Russia del 1936. “Ciò che importa oggi – spiega Massimiliano, studente al Politecnico di Milano è la forza della sua musica capace di coinvolgere al punto che anche la lingua del canto, il russo, non è barriera. Gli fa eco Eric, studente al liceo linguistico, 16 anni: “Mi sta impressionando davvero il modo in cui cantano e come riescono a proiettare il suonoâ€.

Fra i veterani della Primina c’è Marcello Lazzara, una laurea in filosofia, studente in composizione al Conservatorio e pianista. Si è preparato benissimo, ha partecipato ad alcuni appuntamenti della Prima Diffusa, ha letto il testo da cui è tratta l’opera e l’ha ascoltata più volte. E’ andato all’incontro con il regista. “La messa in scena funziona – rileva al termine dello spettacolo – ed è affascinante l’idea di rendere tutto come se fosse un flashback, con diversi livelli temporali e dimensioni che si intersecano. Anche la scelta di estrapolare la vicenda dalla campagna della provincia russa per ambientarla in un a grande ristorante di una capitale è vincenteâ€. Unica nota dolente? “Vengono proiettati sugli schermi particolari e dettagli ridondanti, a mio parere inutiliâ€. Ciò che all’uscita dalla sala mette d’accordo tutti è la potenza della musica. La sua incredibile varietà di registro, con momenti veramente intimi e passaggi da brividi per forza e impatto.

Anche chi non l’aveva mai ascoltata, come Ludovica e Laura, studentesse di architettura, ammettono: “Non ne sapevamo nulla. Siamo rimaste sorprese dalle tinte forti, dalla trama avvincente, dalle scene potenti e dalla musica strepitosaâ€. Dieci minuti di applausi. Poi qualche scambio di opinioni nel foyer e via, la serata continuerà magari davanti a una pizza o a un sushi. Si respira quella sobrietà tutta milanese, che sembra aver ereditato da Armani, principale sostenitore del Teatro di cui si sentirà la mancanza il 7 dicembre, quel senso di linearità ed equilibrio. A dominare nelle mise di ragazze e ragazzi il nero, il bianco, colori e modelli poco vistosi ma con dettagli come un ciondolo, una spilla, un cappellino. E quei riflessi d’argento sui capelli corvini di Amir che regalano un brillio da fiaba. Questa è una generazione che non ostenta, che va allo spettacolo per vedere lo spettacolo. Con la dovuta eleganza.

Credit Brescia/Amisano – Teatro alla Scala

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 10:02:52 +0000
Politica a cura di Redazione Politica
Legge elettorale, il report riservato della destra: “Serve proporzionale con premio. Col sistema attuale rischi per la stabilitàâ€

Uno studio riservato sulla legge elettorale che “sponsorizza” un modello proporzionale con premio di maggioranza, in quanto meno rischioso per la stabilità del futuro governo. A realizzarlo sono stati gli uffici parlamentari dei partiti di centrodestra, in vista della riforma del sistema di voto annunciata dalla maggioranza nelle ultime settimane, dopo le Regionali vinte dal centrosinistra in Puglia e in Campania. Il report, i cui contenuti sono stati pubblicati da Repubblica e Corriere della sera, si intitola “Analisi legge elettorale 2027” ed elabora tre simulazioni con modelli differenti: quello che “garantisce più stabilità”, si legge, è l’ultimo, un proporzionale con premio di maggioranza del 55% dei seggi a chi supera il 40% dei voti, con soglia di sbarramento fissata al 3%.

La legge elettorale attuale, infatti, preoccupa il centrodestra in vista delle prossime Politiche: se l’opposizione corresse unita, potrebbe aggiudicarsi una buona parte dei collegi uninominali (che assegnano circa un terzo dei seggi totali) persi nel 2022 presentandosi divisa in tre (Pd e Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle, “Terzo polo” Azione-Iv). Proprio gli uninominali erano stati decisivi nel garantire la super-maggioranza in Parlamento alla coalizione di Giorgia Meloni, mentre nel proporzionale l’opposizione aveva ottenuto più seggi. Ora il quadro è molto cambiato: secondo una simulazione dell’Istituto Cattaneo basata sui risultati delle Regionali, il centrosinistra conquisterebbe 55 uninominali contro gli 89 del centrodestra, mentre cinque anni fa era finito con un impietoso 23 a 121. La partita, dunque, sarebbeaperta. “È evidente che si corrono grandi rischi”, nota il dossier commissionato dalla maggioranza.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 09:50:48 +0000
Blog a cura di Januaria Piromallo
Continua l’occupazione di Piazza Plebiscito: immaginate il delirio di 16mila fan alla finale XFactor

Non ha vinto Roberto Fico perché è il più bravo, ma solo perché ben oltre il 50% non sono andati a votare. Dunque hanno vinto loro il partito più numeroso d’Italia ma il meno ascoltato, gli astensionisti, alle ultime elezioni per il presidente della Regione. Il peggior record di non votanti registrato nelle storia della Campania.

Dalla piazza virtuale del campo largo alla piazza reale che pure è un altro problema. Povera Piazza Plebiscito, simbolo italiano più eclatante della mala amministrazione. Ma ’sto governo di destra dove guarda, sempre dalla parte sbagliata? Il sindaco Manfredi, il supersindaco, presidente dell’Anci, associazione nazionale dei Comuni d’Italia, cioè proprio quello che dovrebbe dare il buon esempio, fa propaganda, come la destra. Napoli meta preferita dei turisti (ma va…) con la sua politica “festa, farina e forcaâ€, vecchio slogan dei reali Borboni, ha svenduto l’anima antica della città a un pullman di turisti straccioni e basso/spendenti. Per Natale metà strutture alberghiere e bnb sono ancori vuoti.

I conti non tornano – I costi dei concerti in Piazza Plebiscito tutto il mese di settembre, svenduta a Gigi D’Alessio e company per 7000 euro al giorno, sono già sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei Conti. Manfredi se ne fotte, lui va avanti per la sua strada. Sordo e cieco alle proteste dei cittadini che non vogliono il centro della città blindato per concerti, strimpellamenti, teatrini e mercatini.

In Piazza Plebiscito, il cuore del centro più storico della città, la vita quotidiana è insopportabile per i residenti per danno acustico, inquinamento, e aggiungo il danno ai monumenti scossi dai volumi che superano di gran lunga i decibel consentiti nei centri abitati (ieri durante la finale di X Factor oscillavano sui 90 – secondo la mia misurazione – non dovrebbero oltrepassare i 50), traffico in tilt, sicurezza… (come ci arriva un’ambulanza, meno male che i vecchietti della zona godono tutti di buona salute).

L’avvocato Antonella Esposito, polso battagliero del Comitato Felix, continua a raccogliere firme su firme e manda petizioni su petizioni al sindaco chiedendo di liberare la piazza dal fracasso. Hanno chiesto al sindaco di essere ricevuti per proporre alternative alle sue scelte scellerate, spostare gli eventi in altre zone anche più periferiche per stimolare altre microeconomie e dare luce nuova a zone più degradate. Da Palazzo san Giacomo: tutto tace, è il copione del sindaco.

Corsa al Flash Mob – Il 13 dicembre allo ore 10.30 di fronte alla prefettura per protestare contro l’ennesimo deturpamento della piazza e richiamare il sindaco al rispetto dei luoghi pubblici, alla realizzazione del decentramento che prevede l’allargamento dei servizi e attrattive anche nei quartieri periferici. E focus sulla mancanza di capacità amministrativa, di gestione e di visone politica. Ieri sera, giovedì, giornata lavorativa, in scena la chiassosissima finale di X Factor in Piazza Plebiscito, biglietti gratuiti per 16mila partecipanti. Immaginate il delirio.

Proprio l’anno scorso l’ispettorato del Lavoro aveva controllato i lavoratori addetti allo smontaggio del palco e aveva scoperto 21 operai in nero e situazioni pericolose per la sicurezza. Come cadeaux Manfredi quest’anno gli ridà la piazza. Vergogna!

Buone notizie – Il Teatro San Carlo riapre en grandeur la stagione lirica sabato 6 dicembre con Medea di Luigi Cherubini, regia di Mario Martone. La scelta del regista napoletano per rappresentare questa opera è sicuramente la più indicata. Mario, come pochi, sa scavare nell’animo degli interpreti per regalare emozioni e nuove narrazioni. Il dramma va in scena con artisti di calibro internazionale, Sondra Radvanovsky nei panni di Medea e Anita Rachvelishvili in quelli di Néris. Da poco si è insediato il nuovo Sovrintendente Fulvio Adamo Macciari, proveniente dal Teatro Comunale di Bologna (auguri!). E cosa ha fatto Manfredi ha cercato di bloccare la nomina del Sovrintendente con vari ricorsi per giochetti politici e mirati al suo pieno controllo.

Intanto ci vorranno tre giorni per smontare le ingombranti impalcature di X Factor che occupano la piazza, così chi arriverà sabato alla Prima al San Carlo troverà Piazza del Plebiscito orribilmente occupata.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 09:47:30 +0000
Moda e Stile a cura di Redazione Moda
“Inquietanteâ€, “Surrealeâ€, “Ma cosa ca** stiamo vedendo?â€: la nuova pubblicità di Valentino creata con l’Intelligenza Artificiale fa discutere. La Bbc accende il caso, il web insorge

È stata la Bbc, per prima, a dedicarle un servizio: la nuova campagna di Valentino per la borsa Garavani DeVain, realizzata con l’intelligenza artificiale, sta scatenando un’ondata di reazioni indignate. Nel giro di poche ore la notizia ha fatto il giro del web, finendo sulle pagine del Daily Mail e di molti altri giornali britannici, che hanno raccolto decine di commenti — spesso spietati — degli utenti sui social. Il motivo? Un video surreale e dichiaratamente generato con AI, pubblicato sul profilo Instagram della maison e subito diventato virale, non tanto per l’impatto artistico quanto per le accuse di essere uno spot “inquietante” e “disturbante“.

Il video nel mirino delle critiche

Il video criticato è il secondo capitolo del progetto “Digital Creative Project” di Valentino, che ha coinvolto nove artisti, cinque dei quali hanno utilizzato strumenti di AI generativa. Lo spot è firmato in particolare dall’artista digitale Total Emotional Awareness, che secondo la maison ha trasformato la borsa in “un viaggio attraverso geometrie caleidoscopiche e pura immaginazione”. Il contenuto è un collage “surreale” e visionario: modelle che emergono da un’opulenta borsa d’oro, braccia che si fondono per formare il logo Valentino e corpi che si trasformano in una massa vorticosa. Il brand, correttamente, aveva etichettato il post come contenuto generato dall’AI ma il punto non è neanche tanto l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, quanto il risultato che ne è scaturito. I commenti si sono moltiplicati, definendo il visual come “surreale”, “inquietante”, “scadente” e chiedendo: “È deludente da una casa di moda couture”. Molti si sono chiesti se l’azienda fosse stata “hackerata” mentre altri tuonavano: “Ma cosa ca** stiamo vedendo?”.

Il commento degli esperti

Il fallimento del progetto Valentino risiede nel valore percepito della tecnologia. Per gli esperti, l’uso dell’AI da parte di un marchio che vende borse da oltre 2.000 dollari invia un messaggio devastante: “I clienti tengono i brand di lusso a uno standard più elevato”, ha spiegato Dr. Rebecca Swift di Getty Images. L’esperta ha sottolineato che la piena trasparenza non è sufficiente a mascherare il timore che il marchio stia privilegiando il costo rispetto all’arte. Anne-Liese Prem, di Loop Agency, ha identificato il vero problema: “Quando l’AI entra nell’identità visiva di un brand, le persone temono che il marchio stia scegliendo l’efficienza a scapito dell’arte. Il pubblico legge l’operazione come cost-saving mascherato da innovazione”.

Il caso Valentino, che segue di pochi mesi quello di Guess (criticata per aver usato modelle AI in Vogue), dimostra che il rischio è elevatissimo: “Senza una forte idea emotiva dietro, l’AI generativa può rendere il lusso meno umano in un momento in cui le persone vogliono la presenza umana più che mai”, ha sintetizzato la Prem. L’errore della maison italiana è stato quello di sottovalutare il bisogno di autenticità e manualità da parte di un pubblico che, spendendo cifre esorbitanti, esige che l’oggetto sia frutto del genio umano, e non di un algoritmo.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 09:43:28 +0000
Cronaca a cura di Redazione Cronaca
Consegnano la bara a casa dei parenti, ma è il morto sbagliato: ad accorgersene è stato il prete

Sono morti entrambi alla stessa ora e si trovavano accanto nella sala mortuaria. E così le salme di due anziani sono state scambiate al momento della prima consegna. Il caso è avvenuto martedì 2 dicembre all’ospedale Maria Santissima Addolarata di Biancavilla, vicino Catania. Le pompe funebri hanno ricevuto dal nosocomio il nullaosta per avviare le loro procedure e riportare a casa della famiglia uno dei due corpi. L’altro cadavere, di un uomo celibe e senza parenti che potessero accorgersi dello scambio, è rimasto in ospedale dove è stato raggiunto da Don Agrippino Salerno. Recatosi lì per la benedizione, il parroco della Chiesa Madre del paese si è accorto subito dello scambio in quanto gestore della casa di riposo in cui l’anziano era stato a lungo ricoverato.

Il curato ha puntualizzato al Tgr Sicilia: “Uno era alto un metro e novanta centimetri, l’altro un metro e sessantacinque, la persona che conoscevo aveva 90 anni e l’altra 75”. Intanto l’ospedale si è detto disponibile a chiarire il disguido e ha disposto una radiografia per identificare incontestabilmente i due cadaveri. Ma rifiuta ogni addebito di responsabilità. Dalle parole della Asp Catania si precisa che la riconsegna è avvenuta “nel pieno rispetto delle procedure previste e delle normative vigenti” – sottolineando che – “sono stati scrupolosamente applicati tutti i protocolli e documentata ogni fase. Eventuali disguidi o problematiche emerse successivamente alla riconsegna non possono essere attribuiti all’ospedale che ribadisce di non avere alcuna responsabilità”. L’azienda di onoranze funebri, ricontattata, ha proceduto a scambiare i vestiti delle due salme.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 09:36:15 +0000
Calcio a cura di Redazione Sport
Lazio-Milan, Milinkovic-Savic esulta tra i tifosi e Sarri ammette: “Lui e Luis Alberto ci farebbero comodo, ma ormai sono abituati ad altre cifreâ€

La Lazio batte il Milan agli ottavi di Coppa Italia per 1-0 grazie al gol di Mattia Zaccagni, lo elimina dalla Coppa Italia e riscatta la sconfitta di domenica scorsa proprio contro i rossoneri. Una partita che i biancocelesti hanno vinto sotto gli occhi di Sergej Milinkovic-Savic, calciatore che ha giocato con la Lazio tra il 2015 e il 2023, lasciando un gran ricordo tra i tifosi.

Motivo per cui la curva della Lazio lo ha accolto con uno striscione emblematico: “In mezzo a noi perché uno di noi. Bentornato Sergej!”. Milinkovic-Savic – oggi in forza all’Al Hilal di Simone Inzaghi – è stato accolto dai tifosi tra cori e striscioni, ma soprattutto ha seguito la partita proprio insieme a loro come testimoniano i tantissimi video apparsi sui social.

Tra questi anche un video negli attimi immediatamente dopo il gol di Zaccagni, con l’Olimpico che è esploso di gioia e Milinkovic-Savic si è lasciato andare a un’esultanza sfrenata per la sua ex squadra. Una serata magica per la Lazio e per il centrocampista, che è rimasto nel cuore dei tifosi biancocelesti.

Sabato a San Siro c’era Luis Alberto, dopo qualche giorno è arrivato anche Sergej Milinkovic-Savic. E Sarri ha commentato così in conferenza stampa: “Milinkovic e Luis Alberto? Penso si stiano abituando a stipendi che qui non prendono, felice che sono rimasti legati a questi colori. Ho visto l’esultanza di Sergio al gol, sembra che faccia ancora parte del gruppo. Hanno situazioni economiche difficilmente proponibili”.

Ma se dovesse fare un pensierino a riprenderli, Sarri non saprebbe chi scegliere: “Uno ha qualità tecnica e numero di assist, l’altro negli ultimi anni ha sempre fatto doppia cifra. Ci farebbero comodo entrambi”, ha dichiarato il tecnico biancoceleste.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 09:29:28 +0000
Trending News a cura di F. Q.
“Ero in treno, un signore di mezza età mi ha chiamato ‘fr**** di mer**’ e poi mi ha sferrato un cazzotto. Il risarcimento che ho avuto oggi? Lo devolverò alle vittime di omofobiaâ€: parla Federico Fashion Style

“La violenza va denunciata: non è giusto che chi commette simili brutalità la passi liscia, deve pagare per i propri errori. Se ti scagli immotivatamente contro qualcuno, devi sapere che ci saranno delle conseguenze”: così Federico Lauri, conosciuto come Federico Fashion Style. Il suo racconto è forte, duro, importante. Lo riporta Il Messaggero: “Un anno e mezzo fa venivo insultato e preso a pugni. Ero in treno ed era in ritardo, dovevo andare a lavoro. Mi sono alzato per chiedere al controllore se ci fosse la possibilità di un ulteriore ritardo, per capire se spostare alcuni appuntamenti. Dal nulla si alza un signore di mezza età, verosimilmente un padre di famiglia, dall’aspetto borghese; mi viene incontro e mi intima di tornare a sedere, accompagnando l’imperativo all’insulto ‘frocio di merda, fai schifo’. Gli chiedo se stesse scherzando ma non faccio in tempo a finire la frase che mi strattona contro il finestrino e mi sferra un cazzotto in faccia. Anche quando ho iniziato a sanguinare, ha continuato ad inveirmi contro”.

Arrivano i carabinieri e un’ambulanza. Per Lauri la diagnosi è di trauma cranico e disturbi dell’equilibrio con episodi di vertigini e instabilità. I giorni di prognosi sono 45. E due giorni fa c’è stato il risarcimento monetario in sede di causa penale: “Non mi interessa dei soldi, non c’è scopo di lucro. Voglio devolvere buona parte di questa cifra in favore di un’associazione emergente in fase di reclutamento, per tutte quelle persone che, come me, sono state vittime di violenza e non hanno magari la possibilità di rivolgersi a specialisti come ho fatto io, per riparare ai danni commessi da terzi”. Lauri andrà avanti con la causa civile: “Mi sono sentito male dentro, umiliato di qualcosa che per me rappresenta la normalità. La ‘malattia’ è nell’omofobo, non nella persona che ama qualcuno del suo stesso sesso“.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 09:28:08 +0000
Cronaca a cura di Redazione Cronaca
Scomparsa Tatiana Tramacere, Dragos Gheormescu scarica le responsabilità sulla ragazza: “È stata lei a organizzare tuttoâ€

Dragos-Ioan Gheormescu, il 30enne nella cui mansarda è stata trovata Tatiana Tramacere sparita dal 24 ottobre scorso, ha scaricato tutte le responsabilità sulla ragazza. “È stata lei ad organizzare tutto”, ha sostenuto davanti ai carabinieri poco dopo il ritrovamento, “e a chiedermi di aiutarla perché diceva che ero l’unico di cui si fidava. Mi ha detto che era giù di morale e voleva isolarsi dal mondo per un po’, ancora qualche giorno e poi sarebbe tornata a casa”.

La giovane è stata ritrovata a Nardò la sera del 4 dicembre. La versione di Gheormescu sarebbe stata confermata anche dalla stessa Tramacere che ieri notte, dopo i controlli in ospedale, è rientrata a casa. Gheormescu avrebbe anche sostenuto di aver tentato di convincere la ragazza a uscire allo scoperto visto il clamore che la vicenda stava suscitando. Quando i carabinieri sono entrati in casa, non l’hanno trovata subito perché la ragazza non era nell’appartamento ma si era nascosta al buio in un abbaino, al quale si accede liberamente dal terrazzo dell’edificio.

Secondo quanto accertato dai carabinieri del nucleo investigativo nelle indagini seguite alla scomparsa, Dragos e Tatiana avevano una relazione. Sono stati ripresi dalle telecamere mentre si baciano al parco Raho – dove Dragos lavora in un bar – e poi mentre entrano nella palazzina dove abita il ragazzo. Da lì Tatiana non è stata più vista uscire. Il giovane avrebbe rivelato ai carabinieri che la ragazza stava attraversando un periodo non semplice anche per motivi di salute. “Non ho fatto niente” avrebbe detto spaventata ai carabinieri quando l’hanno rintracciata.

Tramacere nella notte è stata sottoposta ad alcuni accertamenti clinici all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, per poi rientrare dalla sua famiglia intorno alle 3.00. Le sue condizioni di salute sono buone. La famiglia tramite l’avvocato di fiducia, Tommaso Valente, fa sapere che in questo momento “chiede serenità per loro e per la figlia“.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 08:32:46 +0000
Trending News a cura di Redazione FqMagazine
Rischio chimico nelle gallette di mais, maxi allerta del Ministero della Salute: ecco i 10 lotti ritirati dal mercato

Dieci avvisi di richiamo dal commercio in poche ore per lo stesso problema. Il Ministero della Salute ha lanciato una maxi-allerta per le gallette di mais a causa di un grave rischio chimico per i consumatori: la presenza di Deossinivalenolo (DON), una micotossina, in quantità superiori al limite massimo consentito dalla legge per i contaminanti. Il ritiro è stato disposto in via precauzionale e coinvolge un vasto numero di lotti venduti con marchi diversi, tutti prodotti dalla stessa ditta.

Tutti i prodotti richiamati sono stati realizzati nello stabilimento della ditta Langalletta Srl di Santa Vittoria d’Alba, in provincia di Cuneo. L’azienda è il denominatore comune per tutti gli avvisi, datati 26 novembre ma pubblicati solo ora sul portale dedicato alle allerte alimentari. Il problema riguarda un totale di 10 richiami separati, che coinvolgono le gallette di mais nel formato da 150 grammi vendute con diversi nomi commerciali.

I lotti ritirati dal mercato

Il richiamo è trasversale e interessa sia i marchi propri del produttore sia diverse linee distribuite nei supermercati. I consumatori sono invitati a controllare le proprie dispense per i seguenti brand e lotti (tra i più significativi):

  • Gallette di mais integrale Pignoletto – Langalletta: Richiamati lotti con scadenze come 21/02/26, 27/05/26, 31/01/26 e 10/09/2026.
  • Le Gallette Gustose e Croccanti Mais Integrale – Brezzo: Interessati i lotti C2554 e G2531 (scadenza 17/03/26 e 14/07/26).
  • Gallette di mais integrale – Terra Verde Bio: Segnalati lotti con scadenze fino a ottobre 2026.
  • Gallette bio – San e Bun: Richiamati lotti con scadenze come 07/01/2026 e 22/05/2026.
  • Gallette di mais pignoletto integrale – Dietnatural: Riguardati numerosi lotti con scadenze che arrivano fino a novembre 2026.

La raccomandazione: “Non consumateli”

La raccomandazione ufficiale rivolta ai clienti che avessero acquistato una o più confezioni appartenenti ai lotti specificati è tassativa: non consumare assolutamente il prodotto e riportarlo nel punto vendita di acquisto. Le catene di supermercati hanno già ritirato le confezioni dagli scaffali. La presenza del Deossinivalenolo (DON), un noto contaminante del mais, in dosi superiori a quelle consentite, impone il massimo rigore per tutelare la salute dei consumatori.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 08:27:21 +0000
Storie dal Mondo a cura di Redazione FqMagazine
“La fidanzata di mio figlio si è fatta dare la mia carta di credito e ora spende tutti i miei soldi. Come faccio a metterle un limite?â€: lo sfogo di una mamma è virale su Reddit

Una donna ha chiesto consiglio agli utenti di Reddit per una situazione familiare che, col passare dei mesi, si è fatta più complicata del previsto. Tutto è iniziato quando Carmella, la fidanzata di suo figlio, dopo aver deciso di prendersi un semestre sabbatico, è stata cacciata di casa dalla madre. Senza alternative immediate, la ragazza è stata accolta nella casa della donna, dove il suo compagno — 23 anni — era da poco tornato a vivere dopo aver trovato un lavoro vicino alla sua città d’origine. L’idea è che la convivenza sia solo temporanea: a inizio 2026 i due giovani hanno già programmato di trasferirsi insieme.

Nel suo racconto, la donna spiega di essere stata inizialmente felice di accogliere Carmella. La ragazza, riconoscente, si è subito resa utile nelle faccende domestiche, anche perché da ottobre ha messo in pausa gli studi. Tra le sue qualità c’è la cucina: prepara piatti che piacciono a tutti e, proprio per questo, l’autrice del post ha spesso lasciato che fosse lei a occuparsi della cena. Negli ultimi tempi, però, qualcosa si è incrinato e l’atmosfera in casa non è più serena come all’inizio.

Il budget

La signora che si è aperta sull’app ha dichiarato che la ragazza, viste le sue abilità in cucina, ha deciso di sperimentare nuovi piatti. Carmella si è offerta di andare a fare la spesa, attingendo alla carta di credito della suocera. La situazione, però, è sfuggita di mano. La 21enne “acquista cibi costosi come bistecche e frutti di mare”. Una sera l’autrice del post ha sentito la ragazza e il suo fidanzato parlare di una cena, programmata nei giorni a seguire, a base di carne costosa. Il giovane, concordando con la 21enne, è andato dalla madre dicendo “Dai a Carmella la carta di credito”. La mamma non si è piegata alla volontà dei due giovani, sottolineando come la ragazza avesse già fatto numerose spese. Il figlio si è detto imbarazzato dalla risposta e la signora, per smorzare i toni, ha dichiarato che essendo in 6 in famiglia non era possibile mangiare tutte le sere bistecche e che avrebbe cucinato volentieri la carne a Natale. L’autrice del post su Reddit ha chiesto agli utenti se fosse giusto o meno stabilire un budget con la fidanzata del figlio.

La risposta degli utenti

Gli utenti di Reddit si sono schierati a favore dell’autrice del post. In tanti hanno scritto che lei e la sua famiglia sono stati gentili ad ospitare la ragazza che, tuttavia, aveva dettato legge in uno spazio non suo. “Non credo che stia cercando intenzionalmente di approfittare della situazione e probabilmente desidera sinceramente aiutare. Ma a 21 anni, dubito che abbia molta esperienza nella gestione del budget alimentare per una famiglia di 6 personeâ€, hanno scritto. “Sono sicuro che sia imbarazzata, ma spero che capisca che la causa del suo imbarazzo è la sua mancanza di consapevolezza piuttosto che teâ€. “Per quanto riguarda tuo figlio, ricordagli che lui e la sua ragazza non sono ospitiâ€, hanno continuato. “Non lasceresti che degli ospiti restassero per mesi e non permetteresti loro di cucinare o fare la spesa a tue spese. Loro due sono a casa tua come membri della famigliaâ€.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 08:20:06 +0000
Calcio a cura di Cristiano Vella
Ti ricordi… Gaetano D’Agostino, il bambino che palleggiando a Palermo vinceva sempre una coca cola (o un gelato)

“Palleggiavo, palleggiavo sempre, e il pallone non cadeva mai eh e allora i grandi sai cosa facevano? Mi portavano fuori dal mio quartiere di Palermo a sfidare gli altri a palleggiare: vincevo sempre io. Loro si giocavano le birre, a me davano una coca cola o un gelato, ma più che per le birre era un vanto avere nel quartiere il bambino più bravo e portarlo in giroâ€. Quel bambino era Gaetano D’Agostino, palermitano doc, nato il 3 giugno del 1982: undici giorni prima che iniziasse il mondiale in Spagna. “Se chiudo gli occhi il primo ricordo calcistico è proprio quello: i palleggi in giro per Palermo, ancora rivedo il bambino che eroâ€.

Poi quel ragazzino cresce, quei palleggi vengono notati dal Palermo e poi dalla Roma: “In giallorosso un periodo meraviglioso, c’erano Tempestilli, Maldera e poi Bruno Conti… gli devo tantoâ€. E quel tanto nasce da un “cazziatone†epico di Bruno: “Ero andato in ritiro con Zeman, tornai devastato, poi c’era il torneo di Osimo e feci molto male perché non mi reggevo in piedi. Bruno me ne disse di ogni davanti a tutti: ‘Non ti mando mai più, ti sei montato la testa’ mi fece e io provai a ribattere che il boemo mi aveva distrutto. ‘Non posso accettare queste parole da un ragazzo di sedici anni’ rispose Conti e io là per là ci rimasi male, oggi invece penso a quelle scene e lo ringrazio, aveva ragioneâ€.

Tiene duro D’Agostino ed entra nel giro della prima squadra, diventa Campione d’Italia con Capello: “Una decina di panchine, una sola presenza: ti giravi da un lato e c’era Totti, dall’altro Batistuta e poi Samuel, Montella, Emerson, Aldair…eppure non ti escludevano, anzi, venivo coinvolto, ridevo con loro. Ovviamente parlavo pochissimo e con enorme rispetto, ma mi sentivo parte di quel gruppo: lì ho capito che avrei fatto il calciatoreâ€.

L’emozione si percepisce quando parla di Bari, dove andrà come contropartita nell’affare Cassano: “Gli anni più belli della mia vita, la prima esperienza da solo: ho ancora tanti amici e devo tornare almeno una volta ogni due anni a Bari perché sono legatissimo a quella terra. E non fu facile eh: con Sciannimanico feci undici panchine consecutive senza mai vedere il campo, poi ne giocai 63 su 64 con la dieci sulle spalle. Bari la porto nel cuoreâ€.

Da lì il ritorno alla Roma: “Primo anno con Capello molto bene, poi l’anno maledetto dei quattro allenatori, con Del Neri che anche per colpe non sue andò in confusione, io nel suo gioco per caratteristiche non potevo proprio starci e andai via per il mio bene, mio padre ha ancora un articolo conservato dal titolo “Si sono accorti che era un centrocampistaâ€. Se ne sono accorti a Messina, da un giallorosso all’altro: “Che squadra: in casa nostra perdevano praticamente tutti, io feci sette o otto volte miglior giocatore Sky, e ancora oggi ho un ottimo rapporto con la tifoseria. Poi i Franza chiusero un po’ i rubinetti e si andò a peggiorareâ€.

Per Gaetano invece arriva il momento migliore della carriera: “A Udine trovo Malesani che in un momento di tristezza perché non giocavo mi dice di vedermi davanti alla difesa, io gli dico che quel ruolo non l’ho mai fatto e lui mi tiene 40 minuti extra dopo ogni allenamento a provare…e divento registaâ€. Non solo regista però, uno dei migliori registi in Italia in quel periodo: “Senza falsa modestia, credo che in quegli anni ero secondo soltanto a Pirloâ€.

E questo porta l’interesse delle grandi: il Napoli, la Juventus con cui sembra fatta, addirittura il Real Madrid. “Mi sono fermato a pensare a me al Bernabeu con la maglia del Real…non vado oltre, ma mi sono detto che in fin dei conti se non fosse andata bene sarei rimasto nel giro delle grandi, come per altri, purtroppo non è andata cosìâ€. Perché non si conclude la trattativa con l’Udinese: “Mi dico che io in campo ho fatto tutto ciò che potevo, oggi sono maturo e non serbo rancore e non ho rabbia, però l’Udinese avrebbe potuto lasciarmi andare, avrebbero monetizzato abbastanza in fin dei contiâ€.

Il rimpianto vero però è uno: “Non aver firmato col Napoli: non ci pensai un minuto perché avevo l’offerta della Juventus ed era praticamente fatta, ma col senno di poi l’errore che ho fatto fu quelloâ€. E poi c’è quel bambino che palleggia, a Palermo: “Se lo incontrassi ora? Gli direi vai amico mio, continua a palleggiare, divertitiâ€.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 08:18:41 +0000
Fatti a motore a cura di F. Q.
Milano accoglie il BMW Art Car World Tour e trasforma otto auto in arte viva

Milano ha un modo unico di accogliere certi appuntamenti: non li espone soltanto, li interpreta. All’ADI Design Museum il BMW Art Car World Tour arriva come una chiusura ideale dell’anno e come un inizio, perché celebra i cinquant’anni di una collezione che continua a parlare al presente. Otto vetture, otto “sculture in movimentoâ€, come le definisce Luciano Galimberti, presidente del museo, che ha aperto l’esposizione ricordando la missione dell’istituzione: non un mausoleo del design, ma un luogo dove il progetto diventa chiave di lettura del contemporaneo.

Il percorso, infatti, non è costruito per stupire: cerca piuttosto di mettere in relazione le auto con ciò che esse rappresentano. Calder, Stella, Lichtenstein, Mahlangu, Koons, Chia, Holzer, Mehretu: in mezzo secolo questi nomi hanno trasformato la carrozzeria in una tela capace di muoversi, correre, competere. E il design, inteso come disciplina che traduce visione in forma, diventa così ponte naturale con l’industria, il motorsport, la cultura materiale.

Massimiliano Di Silvestre, presidente e AD di BMW Italia, lo ha spiegato con una chiarezza che va oltre la retorica dell’anniversario: “Le Art Car sono un unicum: arte, design, tecnologia e motorsport che da cinquant’anni si incontrano e si fondono. Esporre otto vetture qui a Milano è un privilegio, ma anche una responsabilità: questa è la tappa più ricca del tour mondialeâ€. E non è un caso che la Serie 3, nata anch’essa nel 1975, celebri il suo cinquantesimo compleanno nello stesso anno. Un allineamento simbolico che racconta un brand sempre più interessato a costruire dialoghi culturali oltre la dimensione automobilistica.

Il racconto di Thomas Girst, curatore della collezione e responsabile dell’engagement culturale del BMW Group, aggiunge un tassello decisivo: “L’Italia sta celebrando il 50° anniversario delle Art Car con un entusiasmo straordinario. Qui si ritrovano appassionati di design, arte, motorsport e tecnologia: è un momento in cui tutto si tiene, tutto si parlaâ€. E, in effetti, guardando la V12 LMR di Jenny Holzer o la M3 GT2 di Koons, si capisce quanto la componente agonistica sia parte della narrazione estetica, e non un dettaglio accessorio.

La mostra sbarca a Milano, dove resterà fino all’8 gennaio 2026, dopo un anno di tappe internazionali – da Art Basel Hong Kong al Le Mans Classic – e anticipa il 2026, quando tutta la collezione correrà idealmente verso Parigi e Rétromobile per celebrare il mezzo secolo del salone.

Intanto, all’ADI Design Museum si costruisce un percorso che parte dalla 3.0 CSL di Calder, la madre di tutte, e arriva alla più recente creazione di Julie Mehretu, interpretazione su scala della M Hybrid V8, l’auto che ha riportato BMW a Le Mans nella nuova era.
Galimberti, parlando ai presentidurante l’innaugurazione, ha immaginato un sogno: “Vederle circolare per strada sarebbe magnifico, un traffico colorato e felice. Non si può, ma il museo è il luogo dove questo sogno può prendere formaâ€. Ed è davvero così: la sala diventa un’arena dove cinquanta anni di sperimentazione artistica corrono in parallelo ai cambiamenti della mobilità, della società, del gusto.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 08:15:08 +0000
Giustizia a cura di Redazione Giustizia
Roma, blitz contro il clan Senese: 14 arresti per detenzione illecita di armi, tentati omicidio ed estorsione

Maxi blitz di dda e carabinieri contro la criminalità organizzata a Roma. Nella mattinata del 5 dicembre, sono state arrestate 14 persone accusate, a vario titolo, di tentato omicidio e detenzione illecita di armi da sparo.

Tra gli episodi contestati, anche un tentativo di sequestro di persona, e un tentativo di estorsione entrambi aggravati dal metodo mafioso e dal fine di agevolare le attività del clan Senese. Nell’ultimo caso, la tentata estorsione ha riguardato un gioielliere della Capitale su cui convergevano gli interessi anche del clan Di Lauro, attivo nella provincia di Napoli, da parte di un malvivente romano che avrebbe lasciato falsamente intendere di essere un emissario della famiglia Senese, determinando così la reazione violenta sia del sodalizio campano che di quello capitolino, rappresentato da Angelo Senese, fratello del più noto Michele, con conseguente richiesta “risarcitoria”.

Perquisizioni si sono svolte per tutta la mattinata alla ricerca di fonti di prova. Su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, i carabinieri del Comando Provinciale di Roma, con l’ausilio di reparti speciali e specializzati dell’Arma dei carabinieri, dall’alba, hanno dato esecuzione a un’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Roma.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 07:55:49 +0000
Televisione a cura di Redazione FqMagazine
“Vada nuda sul balcone, vediamo cosa succedeâ€: la battuta di Gerry Scotti a Samira alla “Ruota della fortunaâ€

Vada lei nuda sul balcone e vediamo cosa succede“. Nella puntata di ieri, 3 dicembre, de “La ruota della fortuna”, Gerry Scottiha scherzato con la co-conduttrice Samira Lui a seguito della manche sulle curiosità dal mondo. Dopo la risposta giusta data da Elena, psicologa di Monza, Samira ha illustrato un divieto particolare imposto a Singapore, quello di mettersi nudi sul balcone. Scotti si è rivolto scherzosamente verso la modella dicendo: “Chi si mette sul balcone è da maniaci, vada lei nuda sul balcone e vediamo cosa succede, le mandano di sicuro i carabinieri”.

Una vittoria da 44 mila euro

Nella puntata di ieri, Alessandro ha difeso il titolo di campione in carica. Il fresco vincitore, nella vita allenatore di una squadra di calcio femminile, ha battuto il 19enne Sergio, proveniente da Cesenatico, e la già citata Elena. Alessandro ha bissato il successo della serata precedente, approdando al round finale con 9.800 euro. A questi ha aggiunto altri 5 mila euro grazie all’unica busta verde ottenuta su tre. Gli altri due premi contenevano 10 mila euro e il buono per la spesa da Lidl. I 14.800 euro di ieri portano il montepremi totale di Alessandro a 44.300 euro.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 07:53:28 +0000
Diritti a cura di Alex Corlazzoli
Ddl Valditara, cosa cambia davvero per le scuole. E il bluff del consenso informato: era già così, ma ora i progetti extra saranno disincentivati

Dal 3 dicembre il disegno di legge “Valditara†sull’educazione alla sessualità e all’affettività ha il via libera della Camera con 151 voti favorevoli e 113 contrari. Dopo lunghi dibattiti in Commissione e nell’Aula di Montecitorio ora passerà al Senato. Ma cosa cambierà nei fatti, nella quotidianità della vita dei nostri ragazzi, dei loro genitori e docenti?

Valditara rassicura che per quanto riguarda l’attività curriculare alla primaria, alle medie e alle superiori nulla sarà diverso. Tradotto: ciò che è previsto nelle Indicazioni nazionali sarà rispettato. Tradotto ulteriormente per chi non è del mestiere: se il libro di geografia parla dell’apparato riproduttore, spiegando anatomicamente quello maschile e femminile, il periodo della pubertà, la gravidanza e l’ecografia, quello si farà senza bisogno di alcun consenso. Stop.

Vietato, invece, alla scuola che un tempo veniva definita materna (3-5) anni e alla primaria effettuare interventi di esperti esterni. Il comma quattro dell’articolo uno non lascia spazio a fraintendimenti: “Per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria sono escluse, in ogni caso, le attività didattiche e progettuali nonché ogni altra eventuale attività aventi ad oggetto temi attinenti all’ambito della sessualitàâ€. La conseguenza è presto detta. Fino ad oggi, gli istituti comprensivi si avvalevano spesso del supporto di Consultori cattolici e non o di associazioni di esperti per approfondire il tema previo il consenso dei genitori che, spesso, venivano coinvolti anche in riunioni programmatiche. Ora il tutto sarà affidato solo all’insegnante di classe.

Passiamo alla secondaria di primo e secondo grado. Qui l’articolo uno è molto trasparente: “Le istituzioni scolastiche sono tenute a richiedere il consenso informato preventivo dei genitori o degli studenti, se maggiorenni, per la partecipazione a eventuali attività che riguardino temi attinenti all’ambito della sessualità, nonché ad acquisire tale consenso previa messa a disposizione, per opportuna visione, del materiale didattico che intendono utilizzare per le attività medesime, secondo le disposizioni del presente articoloâ€. Ma attenzione: stiamo parlando non della materia scienze ma della partecipazione alle attività extracurricolari eventualmente previste dal Piano triennale dell’offerta formativa che riguardino temi attinenti all’ambito della sessualità. Il professore in classe avrà ancora la sua autonomia ma non potrà più invitare liberamente un ginecologo o sessuologo a fare lezione.

E come funzionerà la richiesta del consenso? “Il consenso informato preventivo deve essere richiesto entro il settimo giorno antecedente alla data prevista per lo svolgimento delle attività e deve contenere le finalità, gli obiettivi educativi e formativi, i contenuti, gli argomenti, i temi e le modalità di svolgimento delle attività oltre che l’eventuale presenza di esperti esterni o di rappresentanti di enti o di associazioni a vario titolo coinvoltiâ€. In pratica i ragazzi dovranno portare a casa – se veramente fosse così – un malloppo di carte da far leggere a mamma e papà. Da sottolineare che qui il legislatore non tiene in considerazione il fatto che potrebbero esserci la mamma favorevole e il papà contrario. E che si fa? Si ricorre al Giudice? Un tema fortemente criticato anche da “Save The Childrenâ€: “Riteniamo che l’introduzione di un consenso preventivo obbligatorio da parte dei genitori per attività di educazione alla sessualità rischi di produrre effetti controproducenti, rafforzando diseguaglianze educative e culturali e limitando la libertà di iniziativa delle ragazze e dei ragazzi, restringendo le loro possibilità di esplorare e proporre con responsabilità temi che li riguardano. Grazie alle richieste del mondo associativo e di parte del Parlamento – spiega Giorgia D’Errico, Direttrice Relazioni Istituzionali – si è evitato un ulteriore arretramento rispetto al testo originale che avrebbe vietato di svolgere attività di educazione alla sessualità anche alle secondarie di primo grado, ma nel suo complesso il disegno di legge non risponde alla necessità di un percorso educativo obbligatorio strutturato e interdisciplinare sui temi dell’affettività e della sessualità fin dall’infanzia per tutte le studentesse e gli studentiâ€.

Tra l’altro la questione del consenso – tanto sbandierata dalla destra – è già oggi realtà. Non esiste una legge che dica in modo generico “serve sempre il consenso per far entrare un esperto a scuola†ma il consenso è obbligatorio per effetto di altre leggi, soprattutto sulla privacy, la tutela dei minori, la responsabilità genitoriale e le attività non previste dal (Ptof) Piano triennale dell’offerta formativa. Per la Legge sull’ Autonomia scolastica – Dpr 275/1999, la scuola può organizzare attività con esperti solo se inserite nel Ptof, che è approvato dal Collegio docenti e dal Consiglio d’istituto (dove siedono anche i genitori). Se l’attività non è nel Ptof, allora serve il consenso delle famiglie. Altra questione rilevante è che la Legge distingue tra le attività extra curriculari (svolte fuori orario, facoltative) e quelle relative all’ampliamento dell’offerta formativa eventualmente previste dal Ptof che riguardino temi attinenti all’ambito della sessualità che richiedono il consenso informato preventivo, in forma scritta, dei genitori o degli studenti, se maggiorenni.

E in caso di mancata adesione? “L’istituzione scolastica garantisce, mediante i propri strumenti di flessibilità e di autonomia didattica e organizzativa, la fruizione di attività formative alternative, comunque comprese nel Piano triennale dell’offerta formativaâ€. In altre parole: chi sta con questi ragazzi? Allo stato attuale è difficile prevedere chi individuerà ogni preside.

La questione sollevata all’articolo due pare alquanto superflua visto che già era così: “Il coinvolgimento di soggetti esterni nello svolgimento di attività formative curricolari ed extracurricolari è subordinato alla deliberazione del collegio dei docenti e all’approvazione del consiglio di istituto. Ai fini della selezione dei soggetti esterni il collegio dei docenti definisce i criteri sulla base dei quali procedere alla comparazione e alla valutazione dei titoli e della comprovata esperienza professionale, scientifica o accademicaâ€. L’ultimo periodo è l’unico ulteriore vincolo anche perché non si capisce quali possano essere i criteri e su che basi laureati in lettere o filosofia dovranno scegliere esperti in educazione alla sessualità e all’affettività.

Il risultato potrebbe essere una netta diminuzione di questi progetti al fine di non crearsi problemi. Decisamente critica, infatti, la segretaria generale della Flc Cgil Gianna Fracassi: “Il ministro Valditara promotore del disegno di legge, mentre sbandiera il principio della libertà di scelta educativa, continua in realtà a diffondere sfiducia e gettare discredito sulla scuola. Circoscrivere l’esclusivo perimetro familiare sui temi in ambito di sessualità è la prova di una visione reazionaria che conferma l’arretratezza della compagine di governo. Non si spiega diversamente questa ennesima ingerenza in materia di autonomia scolastica e libertà di insegnamento, che nega, di fatto, che la formazione è un diritto universale e uno straordinario strumento di prevenzione degli stereotipi, delle discriminazioni, di tutte le forme di violenza di genereâ€.

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Data articolo:Fri, 05 Dec 2025 07:17:47 +0000

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