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Blog a cura di Stefano Pancera
G20 Johannesburg, il Sudafrica non sarà invitato a Miami 2026: chi osa sfidare Washington paga il prezzo

Doveva essere una svolta storica: per la prima volta un grande paese africano alla guida del G20, con l’obiettivo di mettere al centro le priorità del continente e del Sud globale. Invece, la presidenza sudafricana si è trasformata in un test durissimo sull’ordine multilaterale, messo a dura prova dal boicottaggio americano e culminato con l’annuncio che Pretoria, secondo la richiesta americana, non sarà invitata al G20 del 2026 a Miami.

Fin da subito, l’agenda sudafricana incentrata su “solidarietà, uguaglianza, sostenibilità” è stata etichettata dalla Casa Bianca come “anti-americana”, troppo concentrata su inclusione e clima. Il boicottaggio del vertice di Johannesburg è stato giustificato rilanciando la falsa narrativa, priva di basi solide, di un presunto “genocidio dei bianchi†e di una sistematica discriminazione contro gli agricoltori afrikaner, spostando lo scontro su un piano puramente simbolico.

Nel frattempo, dazi al 30% sulle esportazioni sudafricane, tra i più alti imposti all’Africa, e canali di cooperazione congelati. Il messaggio è chiaro: chi osa sfidare Washington paga il prezzo, anche solo provando a riequilibrare l’agenda globale. Parallelamente, l’episodio sudafricano accelera lo spostamento verso format alternativi – dai Brics ad altre piattaforme sud-sud – dove i paesi del Sud globale percepiscono minore rischio di umiliazione e maggiore margine di influenza.

Ma Pretoria non ha solo incassato i colpi. Di fronte al rifiuto americano di partecipare e alla richiesta di bloccare qualsiasi dichiarazione congiunta, il governo sudafricano ha scelto di andare avanti, con il sostegno di Cina, paesi del Sud globale e diversi partner europei. Essere riusciti comunque ad approvare una dichiarazione sul debito e due testi ambientali rappresenta sul piano politico un segnale: un paese africano alla guida del G20 può imporre un’agenda propria e costruire coalizioni, anche in contesto ostile. Ed è proprio questo che l’amministrazione Trump vuole punire. Pretoria resta formalmente membro, ma viene messa in “quarantena diplomatica”, esclusa dagli spazi decisionali del foro. Una sanzione politica unilaterale mascherata da decisione multilaterale.

Questo braccio di ferro crea un precedente pericoloso. Se il paese ospitante può usare il ruolo di “padrone di casa” per escludere un membro sgradito, domani la stessa logica può essere usata contro qualsiasi governo non allineato. Il rischio è che il G20, nato per gestire crisi globali attraverso il dialogo, si trasformi in un club condizionato dall’umore politico della Casa Bianca.

Per chi guarda all’Africa come soggetto politico e non come oggetto di decisioni altrui, la domanda è netta: che senso ha parlare di “ordine multilaterale” se un membro del foro può essere messo al bando per aver rappresentato le istanze del proprio continente? La risposta oggi passa da Johannesburg. Ma riguarda tutte le capitali del Sud globale che, guardando a Miami 2026, si chiedono se sedersi al tavolo significhi davvero partecipare, o solo accettare le regole scritte da cowboy americani.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 12:38:04 +0000
Televisione a cura di Redazione FqMagazine
“Ho dovuto regalare a Madonna un mio giubbotto, poi Moschino me ne ha fatto uno solo per meâ€: l’aneddoto di Loredana Bertè a Che tempo che fa

“Io ho conosciuto Madonna, ho dovuto regalarle anche un mio giubbotto”. Comincia così l’aneddoto raccontato da Loredana Bertè a Che tempo che fa. Nel salotto di Fabio Fazio, l’artista parla del suo incontro con la popstar americana. “Io ero a Los Angeles perché dovevo fare il giorno dopo di lei lo stesso shooting con lo stesso fotografo. Lei aveva 50-60 stand pieni di vestiti, vede il mio e mi dice ‘Ciao bella mi devi dare questo’. Io ho detto no, ma il fotografo mi ha detto ‘se glielo dai ti faccio gratis quattro servizi’. Costava una cifra il fotografo e gliel’ho dato”, spiega.

Il giubbotto, racconta ancora, era firmato Moschino. Così una volta tornata a Milano Bertè corre dallo stilista. “Gli ho detto ‘guarda un po’ il tuo giubbotto dove sta?’. Era su un poster con Madonna. E lui mi ha fatto un giubbotto ‘tutto mio che avevo solo io su tutto il pianeta’”.

Contenuti in streaming su discovery+ (www.discoveryplus.it)

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 12:32:18 +0000
Economia a cura di Chiara Brusini
Lotteria degli scontrini istantanea, dopo tre anni è tutto fermo. Mentre lo Stato lancia nuove riffe a pagamentoâ€

A più di tre anni dall’annuncio e oltre due anni dopo l’obbligo per gli esercenti di adeguare i registratori telematici, la lotteria degli scontrini istantanea è tuttora ferma. Le vincite immediate restano un miraggio, nonostante i circa 1,6 milioni di esercenti che si sono adeguati a un sistema mai attivato. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli conferma che anche nel 2025 non si è mosso nulla: “Allo stato attuale non vi sono aggiornamenti rispetto alle questioni di natura amministrativo-contabile già rappresentate”, fa sapere al fattoquotidiano.it.

La misura, pensata nel 2022 durante il governo Draghi per rilanciare la lotteria introdotta nel 2020 dal Piano Italia cashless per incentivare i pagamenti elettronici, prevedeva premi immediati da verificare tramite QR code stampato sullo scontrino e scansionabile con l’app Gioco Legale. Per consentirlo, a fine 2022 il governo di Giorgia Meloniche pure dall’opposizione aveva criticato duramente la riffa di Stato – aveva introdotto un credito d’imposta del 100% (fino a 50 euro) per aggiornare i registratori di cassa entro l’autunno 2023. Poco dopo l’Agenzia delle Entrate aveva richiamato i produttori degli apparecchi, che si occupano anche dell’aggiornamento dei programmi, avvertendo del rischio di sospensione o revoca dell’abilitazione in caso di mancato adeguamento.

Tutto inutile. Nel settembre 2023 era andata deserta la gara d’appalto per individuare l’operatore incaricato del pagamento immediato dei premi. La soluzione alternativa, affidare il servizio a Poste Italiane, è stata definita sulla carta, ma la convenzione non è mai stata finalizzata. Le risorse sono già stanziate nel bilancio del Mef, ma serve un fondo dedicato da istituire per legge. E il governo non l’ha previsto nelle ultime manovre o in altri provvedimenti.

Intanto l’Agenzia dei monopoli continua a lanciare altre lotterie istantanee: la settimana scorsa è stata per esempio indetta la nuova lotteria “2026“, con biglietti dal costo di 3 euro l’uno. Mentre la partecipazione alla versione ordinaria della lotteria degli scontrini continua a diminuire. I dati ufficiali mostrano che nei primi sei mesi del 2025 sono stati registrati 11,9 milioni di scontrini validi, contro i 12,95 milioni dello stesso periodo 2024 (-7,9%). Anche il numero di biglietti generati è in calo. Il livello di partecipazione, in partenza, era già piuttosto basso: nel 2023, a fronte di 6,3 milioni di codici lotteria attivati, solo circa 700mila utenti avevano effettivamente preso parte alle estrazioni.

La macchina delle estrazioni ordinarie però continua a funzionare: secondo i dati forniti da AdM, nel 2024 i premiati sono stati 916 per un totale di 36,9 milioni di euro (più 7,4 milioni andati agli esercenti). Nel 2025, fino all’ultima comunicazione disponibile, i premi risultano 735 e agli acquirenti sono andati in totale 25 milioni. Complice la spinta arrivata con la pandemia, i pagamenti digitali hanno nel frattempo superato anche in Italia quelli in contanti. Abbastanza da giustificare lo stop alla lotteria per manifesto raggiungimento dell’obiettivo? A decidere dovrebbe essere il governo, che però piuttosto che staccare la spina sembra intenzionato a lasciar cadere la misura nel dimenticatoio.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 12:23:59 +0000
Crime a cura di Claudio Savino
“Stop alla diffusione degli audio dei genitori di Yara. Erano riservatiâ€: il Garante della privacy sanziona la docuserie Netflix su Bossetti. Multa da 40mila euro

Una multa da 40mila euro. Sarebbe questa la decisione presa dal Garante della privacy contro la docuserie “Il caso Yara – oltre ogni ragionevole dubbioâ€, realizzata da Quarantadue srl e diffusa su Netflix a partire da luglio 2024. Alla base del provvedimento ci sarebbe una serie di file audio – 46 in totale – contenenti messaggi vocali e telefonate inviate dai coniugi Gambirasio alla figlia Yara nelle ore successive alla drammatica scomparsa della 13enne.

La famiglia della giovanissima vittima di Brembate di Sopra (Bergamo) – scomparsa nel novembre 2010 e trovata assassinata nel febbraio 2011 – si è opposta alla pubblicazione di quel materiale con un reclamo presentato il 24 settembre 2024. Secondo i coniugi Gambirasio, infatti, si tratterebbe di messaggi vocali e conversazioni telefoniche “intercettati durante le indagini e mai utilizzati nel corso del processo†e per questo motivo, a loro avviso, non destinati alla diffusione pubblica.

E l’Autorità ha accolto le loro posizioni, disponendo il divieto di “ulteriore diffusione dei messaggi e delle conversazioni oggetto di reclamo†e una multa di 40mila euro alla società Quarantadue: “Tra le conversazioni riprodotte e individuate nella loro istanza (nei primi tre episodi della serie, in particolare: 24 files audio nel primo episodio, 19 nel secondo episodio, 3 nel terzo episodio) vi è anche un messaggio vocale che la reclamante aveva lasciato nella segreteria telefonica della figlia quando ancora non si conosceva la drammatica sorteâ€, si legge nel documento del Garante riportato da “L’Eco di Bergamoâ€.

Tra le motivazioni che hanno portato alla sanzione, il Garante precisa che “detti files audio non hanno alcuna attinenza con le indagini e sono stati inseriti nella trasmissione ‘all’unico, evidente scopo di sollecitare l’attenzione morbosa degli spettatori’, in contrasto con il loro diritto di restare affermazioni riservateâ€. Per l’Autorità garante, quindi, sarebbero stati violati i principi generali di liceità e correttezza, nonché di minimizzazione dei dati personali. Ed è per questo motivo che la loro pubblicazione sarebbe illecita.

Al provvedimento disposto dall’Autorità garante, però, la società produttrice della serie, Quarantadue srl, si è difesa, spiegando che “le conversazioni inserite all’interno del documentario sono un estratto di qualche secondo di alcune intercettazioni telefoniche e/o ambientali autorizzate dall’autorità giudiziaria e confluite, quantomeno, nel fascicolo del pubblico ministero, ovvero semmai audio delle deposizioni rilasciate in tribunale nel corso del processo a carico di Massimo Bossetti acquisite agli attiâ€, le parole dell’azienda riportate dal “Corriere della Sera Bergamoâ€. Secondo la società, dunque, la serie sarebbe “una legittima espressione del diritto di cronacaâ€, in cui l’utilizzo della voce reale dei genitori – invece di quelle interpretate dagli attori – risponderebbe alla “necessità di rappresentare fedelmente e nella piena autenticità il lato umano di quei due personaggiâ€.

Secondo il Garante, invece, “la pubblicazione dei messaggi e delle conversazioni telefoniche comprensive delle intime e sofferte esternazioni della madre, abbia disatteso i principi suindicati, travalicando i confini del lecito e corretto esercizio del diritto di cronacaâ€. E per questo motivo ha disposto il divieto alla diffusione del materiale oggetto di reclamo e una sanzione economica a Quarantadue srl, che potrà impugnare il provvedimento facendo ricorso.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 12:23:28 +0000
Trending News a cura di Redazione FqMagazine
“La buona famiglia gioca a Shangai. Invece i padri vanno a padel per essere ancora più giovani dei figli adolescentiâ€: la riflessione di Paolo Crepet

Paolo Crepet sbarca questa sera al Teatro degli Arcimboldi di Milano con “Il reato di pensare”. Un invito a riflettere sulla necessità del pensiero libero dalla pressione del “politicamente corretto”. Crepet affronta in questo spettacolo il tema della libertà di pensiero che, come si legge nelle note dello spettacolo, “oggi sempre più limitata da schemi ideologici, autocensure e nuove forme di controllo invisibili. Un monito a difendere il valore dell’originalità e della disobbedienza intellettuale, contro chi vorrebbe imporre dogmi ideologici e controllare la mente umana”.

Il professore si è raccontato a Il Corriere della Sera: “Non mi sembra che Milano abbia voglia di pensare. Io ho conosciuto le Milano della musica, della moda, del design… Ma, ultimamente, mi annoio: mancano i graffi, le scoperte, come quando apparì Elio Fiorucci o il Capolinea sui Navigli coi primi grandi del jazz negli Anni 70 (…) La capitale? È confusa. Non sa bene dove andare. Io l’ho frequentata tanto con Oliviero Toscani, nelle trattoriacce dove parlavamo sempre di progetti, cosa impossibile nei locali assordanti di oggi“.

E ancora: “Ricordo tante serate con Fiorucci che ci raccontava delle bellezze della New York anni 60 -70: ero giovane e imparavo tantissimo, perché c’era il tempo per imparare. Il miracolo che farò agli Arcimboldi saranno le persone che stanno un’ora e mezza ad ascoltare me che sto seduto, non giro neanche sul palco. La gente paga il biglietto per fare una cosa che nessuno fa mai, perché nessuno sta un’ora e mezza ad ascoltare sua moglie”.

Poi il discorso si sposta sull’altra Milano quella delle dipendenze: “Le droghe hanno successo perché i giovani che non pensano fanno comodo al potere e persino ai genitori che danno la paghetta. Ci stupiamo che questi siano ‘figli di buona famiglia’, ma che significa ‘di buona famiglia’ se non che diamo valore solo ai soldi?”.

Il professore ha spiegato: “Oggi, la buona famiglia è quella dove papà, coi jeans strappati a 48 anni, va a giocare a padel. Questa è una buona famiglia? La buona famiglia gioca a Shangai (…) A 48 anni giocano per essere ancora più giovani dei figli adolescenti. Ci piace vivere a velocità ipersonica senza sapere dove andiamo (…) non puoi fare Shanghai e mandare i messaggini. Lo Shanghai è un tempo senza fretta, in cui non corro dall’altra parte della città per bere sette drink”.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 12:18:37 +0000
Sport News a cura di Franz Baraggino
Espone bandiera palestinese per 10 secondi alla partita di basket ad Assago: 200 euro di multa al consigliere regionale

“Per questo semplice gesto prima dell’inizio di Olimpia Milano-Hapoel Tel Aviv, sono appena stato avvicinato dalla digos che ha preso le mie generalità e invitato a mettere via la bandiera”. Sono le parole con cui il consigliere regionale della Lombardia Luca Paladini (Patto Civico) comunicava in tempo reale quanto gli stava accadendo sugli spalti dell’Unipol Forum di Assago, la sera della partita di Eurolega di basket, giovedì 20 novembre. Commentando che “Non va bene. Non va bene per niente”.

Ricostruendo poi quanto accaduto, Paladini racconta che appena esposta la bandiera “un agente in borghese si è avvicinato, mi ha chiesto i documenti e di evitare di mostrarla. Io, a quel punto, me la sono messa tipo sciarpa”. Dieci giorni dopo, Paladini ha ricevuto una multa di quasi 200 euro per aver esposto la bandiera palestinese durante la partita. Fuori dal palazzetto, prima del match, c’era anche un presidio pro Pal a cui Paladini non era collegato (video).

“Mi ha appena chiamato il Commissariato di polizia della mia zona, qui a Milano”, ha fatto sapere oggi. “Devo andare a ritirare la notifica di una multa di poco inferiore ai 200 euro per aver esposto per 10 secondi la bandiera della Palestina al Forum. Un gesto fatto in silenzio, pacifico e non violento”. La ragione? “Mi si è accennato al telefono a una violazione delle regole interne al Palasport. Sono letteralmente annichilito e ovviamente la cosa per quanto mi riguarda non finisce qui”.

“Domani sera andrò al Forum, come faccio per ogni partita di campionato e di Eurolega”, aveva scritto Paladini alla vigilia ricordando la sua grande passione per il basket, “Non sarò a capo di nessuna manifestazione di contestazione, che so ci sarà, fuori dal Palazzo. E che rispetto. Personalmente non andrò con lo spirito di insultare degli atleti a cui non posso attribuire nessuna colpa, perché fino a prova contraria, essere israeliani, non può essere considerata tale. E ci mancherebbe”. Ugualmente, continuava, “ritengo grave che gli organismi sportivi internazionali non abbiano fatto come con la Russia ed estromesso ogni rappresentante di uno Stato che si è macchiato di crimini di guerra, dalle competizioni internazionali. Per questo, solo per questo mi autodenuncio in partenza: andrò al Forum con una bandiera palestinese. Andrò per ricordare cosa è successo e continua a succedere lì”.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 12:03:48 +0000
Trending News a cura di Emanuele Corbo
“Papà Vittorio Sgarbi ha provato 2 volte a buttarsi dal terrazzo. Lo hanno chiuso a chiave in camera. Ho denunciato tutti per maltrattamentiâ€: la figlia Evelina a “Verissimoâ€

Lo aveva annunciato la scorsa settimana a “Verissimo†e lo ha fatto davvero. Evelina Sgarbi ha “denunciato tutti per maltrattamenti e circonvenzione d’incapaceâ€. Lo riferisce lei stessa in una nuova intervista concessa al programma condotto da Silvia Toffanin in onda il 30 novembre, dove torna a parlare della propria battaglia per aiutare il papà Vittorio, che secondo lei sarebbe circondato da persone che non operano per il suo bene e non forniscono informazioni sulle sue reali condizioni di salute.

Nello studio del talk di Canale 5 Evelina scende nel dettaglio a proposito dei presunti tentativi di suicidio di Vittorio Sgarbi cui aveva accennato già 7 giorni fa: “Sono voci che mi sono arrivate tempo fa. Pare che abbia cercato due volte di andare sul terrazzo e di buttarsi, infatti a un certo punto hanno messo degli scatoloni di vino per impedire che lui uscisse sul terrazzo, e lo chiudevano in camera, a volte, a chiave. Le informazioni girano e la verità viene a galla prima o poi†spiega Evelina, che riconduce questo comportamento del padre alla depressione che lo ha colpito nei mesi scorsi. Quanto invece alle terapie con il litio specifica: “Non ho la certezza che lo abbia preso, ma ti appiattisce sotto tutti i punti di vista, evidentemente appiattisce anche l’intenzione di suicidarsi. I sintomi sono tutti riportati dal suo statoâ€.

A Silvia Toffanin che le chiede se abbia ancora intenzione di ostacolare il matrimonio tra il critico d’arte e la compagna Sabrina Colle, la giovane replica: “Mi viene quasi da ridere perché adesso pare che a Venezia non si possa più fare, il prete non li vuole sposare, perché una persona che fino a poco tempo fa è stata sotto farmaci pesanti per la psiche non può sposarsi regolarmente in Chiesa. Adesso forse il matrimonio verrà spostato ad Arpino, magari si auto-sposerà visto che lui è sindaco. Pare che l’intenzione sia di sposarsi civilmenteâ€.

A proposito del comune laziale Evelina rivela un altro episodio che le è stato riferito da “persone che stanno intorno e hanno vistoâ€: “Ho saputo che quando è andato ad Arpino l’ultima volta l’hanno chiuso in macchina, la compagna e l’autista. Sono andati a bersi un caffè e lo hanno lasciato lì per un’oretta. Non mi stupisce, però sono stufa di queste persone. È tutta una farsa, un’ipocrisia unica. È una cosa vergognosaâ€. La padrona di casa domanda che cosa possa esserci dietro questa situazione: “Interessi economici†ribatte la giovane Sgarbi, che insiste: “Ancora dopo mesi non escono dati clinici sulla sua salute, perché? Visto che non c’è niente da nascondere, a quanto pareâ€.

Di recente Vittorio Sgarbi ha presentato il suo ultimo libro anche al Tg5. Un’ospitata che la figlia commenta con queste parole: “Guarda in che stato di sofferenza è. È uno schifo. Si offenderanno persone, ma è sporco, non sta bene, fa fatica. Ma perché? Per pubblicizzare un libro? Dice sempre le stesse cose in uno stato di prostrazione, io non so dove si può arrivare. Anche basta. È una persona che non sta bene, ed è evidente la sofferenza. Sta male, va curato in un altro modo e non va esposto in questo modo per pubblicizzare un libroâ€. E ancora, a proposito di come agirebbero le persone intorno al padre: “È una manipolazione di informazioni, occultare cose che evidentemente hanno fatto sbagliate per cui non vogliono che si mettano le mani sia sulla sua cartella clinica sia sulla gestione delle sue coseâ€.

Sul finire dell’intervista Evelina Sgarbi racconta che papà Vittorio ha iniziato a pagare il mantenimento alla madre “dai miei 8 o 9 anni. Per un anno non li ha più pagati, nel 2023. A riprova

che gli incassi non li prende lui sui suoi conti ma li incassa la compagna e l’addetto stampa, noi dopo un anno che non prendevamo il mantenimento abbiamo anche provato a fare un pignoramento, sui conti suoi non c’era niente… Loro occultano tutto, incassano tutto con le loro societàâ€. E si domanda: “Perché non includere anche noi? Come se avessero timore che i figli vogliano rubargli qualcosa. Siamo i suoi figli, mi sembra solo normaleâ€. Malgrado tutto, Evelina non ha intenzione di mollare, soprattutto ora che sa di poter contare anche sul sostegno del fratello Carlo, che ultimamente si è esposto schierandosi dalla sua parte.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 11:56:39 +0000
Media a cura di Giacomo Salvini
Attentato a Ranucci, il Viminale aumenta la scorta al giornalista: 4 uomini e l’esercito sotto casa a proteggerlo

Dopo l’attentato di ottobre e le sue dichiarazioni in commissione Antimafia, il ministero dell’Interno ha deciso di aumentare la scorta nei confronti del giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore della trasmissione di inchiesta Report su Rai 3. Secondo quanto risulta al Fatto, la comunicazione dell’Ufficio centrale interforze per la Sicurezza personale (Ucis) del Viminale è avvenuta domenica 30 novembre. Il livello di sicurezza passerà da quarto a secondo: non più una auto blindata e due uomini di scorta, ma due blindate e quattro uomini, oltre all’esercito che presidierà la sua casa a Campo Ascolano, frazione di Pomezia alle porte di Roma.

La decisione sarebbe stata presa anche in base all’inchiesta della magistratura sull’attentato del 17 ottobre scorso quando una bomba distrusse l’auto del giornalista proprio sotto la sua abitazione, ma anche in seguito alle sue dichiarazioni dello scorso 4 novembre in commissione Antimafia. Una parte della relazione di Ranucci era stata secretata e in base a quella la presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo (Fratelli d’Italia) ha mandato una lettera al Viminale per chiede un aumento della sicurezza del giornalista.

Durante la parte secretata, Ranucci aveva risposto ad alcune domande relative al lavoro di Report sul caso Moro, sul caso Mattarella e le piste sull’eventuale partecipazione di soggetti esterni alle stragi del biennio 1992-93. Ma aveva provocato polemiche politiche la domanda del senatore M5S Roberto Scarpinato che chiedeva delucidazioni a Ranucci sulla sua denuncia sul presunto “pedinamento” dei servizi segreti che, secondo recenti dichiarazioni del conduttore di Report, sarebbero stati “attivati dal sottosegretario Fazzolari“. Scarpinato aveva anche chiesto a Ranucci: “Ci vuole raccontare meglio questo episodio e farci capire se ci può essere se una connessione con quello che gli è accaduto?â€. Una connessione che aveva provocato la reazione stizzita della maggioranza e dello stesso Fazzolari che in un’intervista al Corriere aveva smentito le accuse e aveva parlato di “totale impunità di Report”.

Il giorno successivo, il 5 novembre, Ranucci era stato audito dalla commissione di Vigilanza Rai e in parte aveva ripetuto fatti già comunicati all’Antimafia. Proprio nei giorni scorsi il Copasir (Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica) ha chiesto alla commissione di Vigilanza gli atti sulla parte secretata e la presidente del M5S Barbara Floridia ha convocato per mercoledì mattina l’Ufficio di presidenza per votare. Il comitato che controlla i Servizi segreti si è attivato anche con la Commissione Antimafia.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 11:51:14 +0000
Trending News a cura di Giuseppe Candela
“Carta igienica a fiumi, pilates e pet therapy. Ghislaine Maxwell trattata coi guanti d’oro in carcereâ€: polemiche sulla complice di Jeffrey Epstein

Una scorta illimitata di carta igienica mentre le detenute comuni ottengono solo due rotoli a settimana. Può fare pilates e pet therapy, cella quasi singola, pasti speciali, riceve visite e manda mail ai suoi cari. Fanno discutere i privilegi di cui gode Ghislaine Maxwell, complice di Jeffrey Epstein condannata nel 2022 a vent’anni di carcere. Un trattamento di favore che ha acceso un dibattito sui media americani che hanno parlato dell’esistenza di un vero e proprio “Club Fed”, gioco di parole tra l’esclusivo club di villeggiatura e le prigioni federali.

A metà agosto, Maxwell, dopo essersi lamentata delle condizioni a Brooklyn e Tallahassee in Florida, dove insegnava yoga e offriva consigli legali alle altre detenuta, è stata trasferita in Texas, in un campo detentivo a Bryan. Un trasferimento che aveva generato polemiche, anche perché avvenuto dopo la visita da parte del vice procuratore capo Todd Blanche, già avvocato di Trump, come fa notare il Guardian. Una visita inusuale per un alto funzionario della giustizia, il colloquio tra Blanche e Maxwell è stato registrato e reso pubblico: “Non ho mai visto il presidente in nessun contesto inappropriato. Non è mai stato inappropriato con nessuno. Le volte che sono stata con lui si è comportato come un gentiluomo”.

Poco dopo è arrivato il trasferimento, quasi un premio. Jamie Raskin, deputato democratico, a novembre ha inviato un rapporto al presidente Trump sul trattamento speciale di cui gode Maxwell. Parla di “deferenza e servilismo“, con la protesta di alcuni funzionari del carcere e anche di un’infermiera, Noella Turnage, che intanto è stata licenziata. Il deputato democratico ha elencato alcuni favoritismi riservati alla complice di Epstein: pasti liberi speciali, accesso libero al pc, palestra in solitaria, cuccioli con cui giocare.

La CNN ha spiegato che le celle ospitano quattro detenute, tranne quella di Ghislaine che dorme quasi sempre da sola: “Quando ha sollevato la questione del fatto che altre detenute sedessero ai tavoli vicini e guardassero nella sua cella quei tavoli sono stati spostati. Ha ricevuto accordi speciali per gli ospiti, tra cui l’uso privato dell’ufficio di un cappellano nella cappella del carcere al di fuori del normale orario di visita”.

Sull’Atlantic il giornalista Isaac Stanley-Becker ha pubblicato le mail che Maxweel scrive ai suoi cari “notevolmente prive di rimpianti, rimorsi, vergogna, dubbio di sé”. La donna sembra quasi recensire un albergo: “Il cibo è milioni di volte meglio di com’era in Florida, la cella è pulita, lo staff reattivo ed educato. Sono molto, molto più felice”. Aggiungendo di sentirsi “finalmente dalla parte giusta dello specchio di Alice delle Meraviglie”

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 11:43:48 +0000
Trending News a cura di Redazione FqMagazine
Abusi edilizi nel ristorante dei vip “Da Paolinoâ€: revocata la licenza. I proprietari del locale hanno respinto le accuse

Da Michael Jordan a Tom Cruise, sono tanti i vip che si sono seduti al ristorante “Da Paolinoâ€. Il locale deve fare i conti con provvedimenti drastici, come riporta Il Corriere del Mezzogiorno. Il Comune di Capri, infatti, ha revocato la licenza allo storico stabilimento dell’isola. Il provvedimento dell’amministrazione del comune campano, guidata dal sindaco Paolo Falco, è stato ufficializzato dopo il risultato delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza. Le forze di polizia hanno riscontrato numerose irregolarità legate all’abusivismo edilizio. I proprietari del locale hanno respinto le accuse.

Le indagini

Tra il 7 e l’8 agosto 2025, i tecnici comunali e i militari della Guardia di Finanza hanno eseguito accertamenti nello storico locale di via Palazzo a Mare. Al termine dei controlli, le forze di polizia hanno riscontrato 19 irregolarità. Il Comune ha emanato tre ordinanze di demolizione delle aree segnalate dalle Fiamme Gialle tra cui, come si legge dal comunicato: «Il ripostiglio con annesso solaio, gli ambienti destinati a pasticceria, sala dolci, corridoi di disimpegno e preparazioni per celiaci».

Il ricorso

Oltre alle ordinanze di demolizione, il Comune di Capri ha deciso di revocare la licenza commerciale al ristorante. La decisione non avrà effetto immediato. “Da Paolinoâ€, infatti, resterà chiuso nei mesi invernali e avrebbe dovuto riaprire nella stagione primaverile del 2026. I proprietari del locale hanno respinto le accuse e, come riportato da Il Corriere del Mezzogiorno, sono intenzionati a intraprendere azioni legali come il ricorso al TAR, il Tribunale amministrativo regionale della Campania.

Il ristorante dei vip

La revoca della licenza al ristorante “Da Paolino†è stata accolta con stupore. Il locale, infatti, fa parte della storia dell’isola di Capri. Negli anni tanti vip hanno scattato foto nell’iconica sala con gli alberi di limone che pendono dal soffitto. In attesa di novità, i personaggi noti saranno costretti a trovare una nuova location per apprezzare il cibo e i Faraglioni di Capri.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 11:32:26 +0000
World News a cura di F. Q.
Il record di 104 paracadutisti: realizzano in cielo la più grande formazione aerea mai fatta. Il video dell’incredibile esibizione

Centoquattro paracadutisti hanno realizzato un record: provenienti da 20 Paesi hanno schierato in cielo la più grande formazione aerea mai fatta, disegnando un rombo.

La particolare ed unica esibizione è avvenuta a Lake Wales, in Florida. Il lancio è avvenuto il 22 novembre, riporta il Corriere della Sera, ed è stato riconosciuto come la più grande formazione Canopy Relative Work mai realizzata. Il precedente record risale al 2007: all’epoca i paracadutisti furono 100.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 11:29:02 +0000
Cronaca a cura di Redazione Cronaca
Imbrattano treno M1 a Milano causando il blocco della metro. Fermati al capolinea dopo una fuga sui binari

Quattro giovanissimi writer sono stati denunciati nella tarda serata di sabato con l’accusa di aver imbrattato un treno della M1 generando un blocco della circolazione tra le stazioni Pagano e Bisceglie. I ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 17 anni e di nazionalità italiana, avrebbero messo a rischio la propria incolumità scappando nella galleria metropolitana.

Il blocco della circolazione è durato un’ora e mezza, dalle 22.18 alle 22.40, creando inevitabili disagi ai passeggeri. Sui giovani (un 14enne, un 15enne, un 16enne e un 17enne) pende la denuncia per interruzione di pubblico servizio e deturpamento e imbrattamento di cose altrui. Il fatto è accaduto alle 22.15 di sabato sera quando i minorenni sono entrati in azione nell’ultimo tratto che porta alla fermata Bisceglie, capolinea sud-ovest della metro rossa. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine avrebbero preso di mira un convoglio con bombolette di vernice e sarebbe stata fondamentale l’accortezza degli addetti della centrale Atm che avrebbero, dopo essersi accorti della dimostrazione, staccato la corrente elettrica per evitare incidenti fatali e chiamato la polizia.

Compresa la situazione, i giovani sono scappati per la galleria metropolitana, sbucando nel capolinea. La sorpresa che li attendeva sulle banchine non era però l’uscita verso via Zurigo e la ricercata libertà bensì la squadra dagli agenti del commissariato di Lorenteggio guidata da Paolo Catenaro. E così gli artisti urbani sono stati fermati alle 22.43 e dopo gli accertamenti, in cui sono risultati tutti incensurati, sono stati riaffidati ai rispettivi genitori. Due di loro sarebbero residenti a Milano, mentre gli altri vivrebbero coi genitori nell’hinterland cittadino e in provincia di Monza.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 11:21:33 +0000
Tennis a cura di Redazione Sport
“Caro Nick, questa foto per me vale tuttoâ€: l’emozionante ricordo di Fognini per Pietrangeli | Da Nadal a Volandri, il tennis in lutto

“Caro Nick, se ne va un pezzo enorme della nostra storia. Questa foto a Montecarlo per me vale tutto: il tuo esempio, la tua ironia, la tua luce”. Tra le tantissime reazioni del mondo sportivo dopo la morte di Nicola Pietrangeli c’è anche quella di Fabio Fognini, ex tennista italiano che si è ritirato nei mesi scorsi a Wimbledon. “Hai insegnato a tutti cosa significa vincere davvero. Buon viaggio, leggenda”. Così Fognini su Instagram, postando una foto insieme a Pietrangeli a Montecarlo.

Ma sono davvero tanti gli attestati di stima e i post di cordoglio per il due volte campione slam e non solo dall’Italia. Anche Rafael Nadal infatti ha pubblicato un post su X: “Ho appena saputo della triste notizia della scomparsa di un grande del tennis italiano e mondiale”, ha scritto lo spagnolo sui social, porgendo poi le “più sentite condoglianze a tutta la sua famiglia, il suo figlio Filippo, e tutta la famiglia del tennis italiano. Riposa in pace, Nicola”.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Fabio Fognini (@fabiofogna)

Volandri: “Primo idolo e punto di riferimento”

Bello anche il ricordo di Filippo Volandri, tra i primi a esprimersi dopo la morte di Pietrangeli: “Oggi il nostro tennis perde un gigante. Nicola Pietrangeli è stato il primo idolo e il primo vero punto di riferimento per chiunque abbia amato questo sport. Per noi che indossiamo o abbiamo indossato la maglia azzurra, non è mai stato soltanto un grande campione del passato”, ha scritto Volandri che poi ha voluto parlare anche della sua personalità: “Dalla battuta ironica al consiglio più serio, aveva sempre il modo giusto per farti riflettere e per ricordarti cosa significhi rappresentare l’Italia. Era libero, diretto, autentico: per questo unico”.

Pietrangeli ha poi sottolineato quanto e come Pietrangeli sia stato importante per l’evoluzione del tennis in Italia: “Ha aperto la strada a tutti noi. Le sue vittorie, la sua personalità e il suo modo di vivere il tennis hanno permesso all’Italia di credere di poter competere ai massimi livelli. Siamo cresciuti con i suoi racconti, con la sua passione travolgente, con la sua capacità di farci sentire parte di una storia più grande”.

Il ricordo di Tathiana Garbin

“Nicola per me è stato molto più di un grandissimo campione. È stato un punto fermo del nostro tennis, una presenza che sentivi sempre lì, anche quando non era fisicamente accanto a te”, così Tathiana Garbin, capitana di Billie Jean King Cup sulla scomparsa dell’ex tennista azzurro. “Per la mia generazione, e per tutte quelle che sono venute dopo, rappresentava una guida silenziosa: un esempio, una voce autorevole, il custode vero della nostra storia. Aveva un modo unico di trasmettere amore per questo sport e per la maglia azzurra”.

Poi un accenno anche a Lea Pericoli, ex tennista italiana e grande amica di Pietrangeli: “La sua storia resterà per sempre intrecciata a quella di Lea Pericoli: insieme hanno acceso la prima grande luce del tennis italiano, facendo innamorare intere generazioni e dando stile, anima e identità al nostro movimento. Oggi perdiamo una pietra miliare del nostro sport, ma quello che Nicola ci ha lasciato va ben oltre i risultati e i trofei”.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 11:21:17 +0000
Trending News a cura di Redazione FqMagazine
Assegni scoperti e una firma falsa: due sposi e un amico indagati per truffa a un relais di lusso a Gallipoli

A San Nicola, in provincia di Gallipoli, due novelli sposi non ricorderanno con piacere il matrimonio. Come riporta Il Corriere della Sera, la Procura di Lecce ha accusato marito, moglie e un loro amico di truffa e insolvenza fraudolenta ai danni di un relais di lusso.

Al momento della prenotazione del locale i coniugi hanno versato una caparra di 800 euro. Successivamente, la coppia ha festeggiato il matrimonio con un ricevimento nuziale da 12.850 euro. Il titolare del relais, però, non ha mai ricevuto la somma stabilita per il ricco menù e l’affitto della sala.

Il mancato pagamento

Sulla carta (non quella dell’assegno) il pagamento è stato effettuato. I due sposi, infatti, hanno staccato al proprietario del lussuoso relais due assegni che, però, erano intestati al conto di un amico. Inoltre, la Procura di Lecce ha accertato che la firma sugli assegni non era autentica.

La Procura ha inviato all’amico, intestatario del conto privo di soldi, e ai due sposi un avviso di conclusione delle indagini.

Precedenti penali

Il titolare del relais, incredulo in seguito all’accaduto, attende la cifra stabilita con gli sposi. Secondo quanto emerso dalle indagini, il proprietario del locale avrebbe sollecitato la coppia a saldare il pagamento prima delle nozze, senza ricevere una risposta. Lo riporta Telerama News.

Le indagini della Procura di Lecce hanno messo in luce un lato oscuro dello sposo. L’uomo, un 33enne coetaneo della moglie, era già stato indagato in passato per truffa.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 11:12:46 +0000
Giustizia a cura di Redazione Cronaca
Omicidio Maimone, confermata la condanna all’ergastolo per Valda. La famiglia del 18enne ucciso: “Fatta giustiziaâ€

La Corte di assise di appello di Napoli ha confermato la condanna all’ergastolo inflitta in primo grado a Francesco Pio Valda, per l’omicidio di Francesco Pio Maimone, ucciso da uno dei colpi di pistola esplosi da Valda al culmine di una lite scoppiata solo per un paio di scarpe sporcato. Presenti in aula, alla lettura del dispositivo, Antonio e Tina Maimone, i genitori di Francesco Pio Maimone, che hanno accolto tra le lacrime la decisione del giudice. I giudici hanno confermato anche le condanne inflitte in primo grado a Pasquale Saiz, Giuseppina Niglio e Alessandra Clemente. Per Salvatore Mancini, invece, ha escluso l’aggravante mafiosa e rideterminando la pena a 2 anni e sei mesi.

In primo grado Clemente, cugina di Valda, venne condannata a due anni e sei mesi. Giuseppina Niglio, la nonna dell’imputato, a quattro anni e sei mesi. Pasquale Saiz, a quattro anni come Mancini a cui oggi la Corte di Assise di Appello ha ridotto la pena a due anni e mezzo ritenendo insistente l’aggravante mafiosa.

Francesco Pio Maimone era un 18enne aspirante pizzaiolo totalmente estraneo a contesti criminali. l’imputato sparò all’impazzata durante un lite con un altro gruppo di ragazzi legati ai clan di camorra napoletani semplicemente perché qualcuno gli aveva pestato il piede sporcandogli la scarpa griffata. A perdere la vita fu appunto Maimone, colpito a morte da un proiettile esploso ad altezza d’uomo, ma totalmente estraneo alla vicenda e a quei contesti malavitosi.

“Eravamo sulle spine, abbiamo sempre creduto nella magistratura, che si è fatta sentire, chi commette questi delitti, paga – ha detto Antonio Maimone – La giustizia esiste ringraziamo i giudici per averci dato giustizia per nostro figlio”. Maimone ha anche commentato le scuse dell’imputato arrivate ancora una volta tramite una seconda lettera: “Non posso accettare le parole di Valda – ha aggiunto – che giungono dopo 32 mesi di sofferenza, dopo averci fatto un video sfottò con una pizza in mano e ferendoci nuovamente. Oggi non si può presentare in aula e chiederci scusa. Il perdono deve chiederlo a Dio, e alla città di Napoli, non a me. Io sono un semplice cittadino, non ho questa forza per accettare. Sui social – ha ricordato Maimone – diceva che si sarebbe fatto la carcerazione forte come un leone, ma dopo 32 mesi non ha più quella forza. Ringraziamo tutti, perché Pio è entrato in tutte le case napoletane e italiane”. “Pio è un simbolo di tutta Napoli – ha aggiunto commossa Tina Maimone – i magistrati hanno capito il dolore di mamma. Oggi più che mai portiamo in gloria Pio”. “La sentenza rende giustizia alla famiglia ed è un chiarissimo segnale rivolto ai giovani a cui viene detto che la strada da intraprendere è lontana da quella che ha preso Francesco Pio Valda” dice Sergio Pisani, l’avvocato dei genitori della vittima.

La lettera di Valda a cui si riferisce la famiglia è stata letta prima del verdetto: “Credete in me ora che ho preso coscienza di quello che ho determinato, non sono un fenomeno. Non vado fiero di quello che ho fatto, non ho chiesto scusa perché non avevo il coraggio, non sono un fenomeno, la vita non va sprecata. Uscite andate a divertirvi, credete in me ora che ho preso coscienza di quello che ho fatto”.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 11:09:22 +0000
Tennis a cura di Redazione Sport
Addio a Pietrangeli, l’ironia pungente e le sue frasi divisive: “Sinner il più forte italiano, forse austriacoâ€, “le due partite di Berrettini bruttissimeâ€

Primo italiano a vincere uno Slam, capitano della prima Coppa Davis, di cui è anche primatista mondiale di tutti i tempi per partite giocate (164). Nicola Pietrangeliex tennista morto oggi, 1 dicembre – è stato un’icona del tennis italiano, colui che ha fatto da apripista a uno sport che oggi è tra i più popolari e vincenti in Italia. Una personalità definita “simbolo del tennis in Italia”, ma anche “uno spirito libero“, “dall’ironia tagliente“, “diretta”, come quando sul padel disse: “Il trionfo delle pippe, permette a tutti di divertirsi. Anche agli scarsi”.

Aggettivi che si riferiscono soprattutto all’ultimo periodo, quando Pietrangeli ha spesso espresso la propria idea sulle vittorie italiane, su Sinner, su tutti gli altri tennisti azzurri, sulla Coppa Davis e altri argomenti, senza giri di parole. Tra le affermazioni più “controverse” e popolari degli ultimi anni ce n’è una su Sinner. “Supererà tutti i miei record, ma l’unico che non mi potrà levare è quello delle presenze e delle vittorie in Coppa Davis“, aveva dichiarato con orgoglio rivendicando il primato citato di partite giocate nella competizione, ben 164.

E a proposito di Coppa Davis, Pietrangeli è stato il capitano non giocatore dello storico trionfo (il primo) dell’Italia nel 1976. Da lì mai più nessuna vittoria fino al 2023, quando è arrivata la prima delle tre consecutive in una striscia ancora aperta (la terza è arrivata poco più di una settimana fa). Dopo il trionfo del 2024 Pietrangeli dichiarò: “È stata una bella emozione, ma non è che abbiamo battuto chissà quale avversario“.

E ancora, sempre dopo quel successo, aveva parlato così di Berrettini: “Le sue due partite sono state bruttissime, ma bellissime per il risultato che poi è quello che conta nella Davis. Lo spettacolo lasciamolo agli altri torneiâ€. Mentre dopo la prima delle tre vittorie consecutive in Davis – dopo che gli azzurri avevano declinato l’invito per il 21 dicembre (poi rimandato) al Quirinale, dal presidente della repubblica Sergio Mattarella – Pietrangeli aveva con ironia spiegato: “I ragazzi hanno declinato l’invito perché in vacanza? Ci andrò ioâ€.

Tra le frasi che maggiormente hanno fatto fatto discutere però ci sono quelle su Sinner, che ha superato Pietrangeli per numero di slam vinti (già quattro), arrivando proprio nell’olimpo del tennis italiano accanto a lui. Pietrangeli ha ammesso che “Sinner è il più forte italiano della storia“, ma anche in quel caso aveva usato tradito una certa insofferenza: “È il miglior tennista italiano di tutti i tempi. E forse austriaco“, aveva dichiarato il due volte vincitore al Roland Garros.

Tra le ultime dichiarazioni nei mesi scorsi invece aveva commentato la rinuncia dell’altoatesino alla Coppa Davis, spiegando: “Deve giocare a tennis, mica fare una guerra. Non capisco quando dice che è una scelta difficile, è uno schiaffo al mondo dello sport”, salvo poi giustificarlo spiegando che “non è più la stessa Coppa Davis di quando giocavo io“.

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Data articolo:Mon, 01 Dec 2025 11:05:01 +0000

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