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Economia a cura di Redazione Economia
L’Antitrust fa una multa da 70 milioni a 16 fonderie per un cartello sui prezzi durato vent’anni

Vent’anni di cartello tra le fonderie italiane grazie all’associazione di categoria. Lo ha accertato l’Antitrust che ha chiuso l’istruttoria nei confronti di 16 tra le principali fonderie di ghisa italiane e l’associazione di categoria Assofond, accertando un’intesa restrittiva della concorrenza in violazione dell’articolo 101 Tfue nel mercato italiano della vendita dei getti di ghisa, attuata almeno dal 5 febbraio 2004 fino al 30 giugno 2024.

Per questo motivo – si legge in una nota – l’Antitrust, a fronte di sanzioni massime applicabili di circa 600 milioni di euro, stante la gravità della condotta, ha irrogato sanzioni per complessivi 70 milioni tenuto conto della significativa crisi del settore interessato.

Le società interessate sono: C2MAC Group, Fonderia Corrà, Fonderie Orazio e Fortunato De Riccardis, Fonderie Guido Glisenti e la sua controllata Lead Time, Pilenga Baldassarre Foundry e la sua controllante Ef Group, Fonderie Mora Gavardo e la sua controllante Camozzi Group , Zanardi Fonderie spa, VDP Fonderia, Fonderie Ariotti, Ironcastings, Fonderia Zardo, ZML Industries e la sua controllante Cividale.

L’Autorità – si legge ancora nella nota – ha accertato che il coordinamento tra le parti ha riguardato le politiche commerciali con l’obiettivo di sostenere le richieste di aumento dei prezzi, rafforzando il potere contrattuale nei confronti della domanda e di preservare una certa marginalità, soprattutto nei momenti in cui la congiuntura economica è stata negativa. Tale fine, spiega l’Antitrust, è stato perseguito tramite scambi di informazioni sensibili ed elaborando congiuntamente meccanismi di indicizzazione dei prezzi (gli “Indicatori Assofond”) che hanno consentito alle fonderie di aggiornare in maniera coordinata una parte sempre più ampia del prezzo dei getti di ghisa, compreso il margine di vendita.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 11:37:19 +0000
Archivio a cura di Redazione Politica
Il messaggio di fine anno di Conte: “Referendum è battaglia immediata, no allo scempio sulla giustiziaâ€. Il video integrale

“Questo 2026 si preannuncia carico di speranza. Ci sono battaglie immediate come quella del referendum sulla giustizia, dobbiamo dire assolutamente no a questo scempio. Vogliono separare le carriere solo perché vogliono rivendicare, lo ha detto Nordio, il primato della politica in modo che chi è al governo se ne avvantaggerà e avrà i giudici sottomessi”. È uno dei passaggi del video di fine anno diffuso sui social dal leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.

L’ex presidente analizza la politica del 2025 e fa delle “previsioni” per il 2026. “Si preannuncia carico di speranza – dice – abbiamo inaugurato dei cantieri di speranza con i soldi del Pnrr, sono stati realizzati asili nido, scuole. Serve volerlo anziché realizzare cantieri di guerra puntando sul riarmo”. “Ecco allora, dobbiamo lavorare insieme”, prosegue, parlando delle battaglie immediate come il referendum giustizia.

“E poi dobbiamo lavorare tutti insieme. Nel 2026 partirà un cantiere di confronto con tutti i cittadini – spiega ancora – vogliamo costruire con voi il progetto di governo per un’Italia migliore e cambiarla realmente”.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 11:29:33 +0000
Crime a cura di Redazione FqMagazine
Perché Alfonso Signorini è indagato dalla Procura di Milano per violenza sessuale ed estorsione

Alfonso Signorini è indagato dalla Procura della Repubblica di Milano per le ipotesi di estorsione e violenza sessuale in seguito alla querela presentata da Antonio Medugno, modello e tiktoker napoletano di 27 anni che, prima della denuncia, al format Falsissimo di Fabrizio Corona ha raccontato la presunta violenza subita dal conduttore dall’ormai ex conduttore del Grande Fratello. Secondo quanto denunciato dal giovane, il conduttore televisivo avrebbe esercitato pressioni e messo in atto comportamenti abusivi tra il 2021 e il 2022, prospettando come contropartita la possibilità di entrare nel cast del reality.

L’indagine – condotta dalla Squadra mobile – è stata avviata dai magistrati Alessandro Gobbis e Letizia Mannella, che hanno ritenuto la denuncia non manifestamente infondata e hanno quindi iscritto Signorini nel registro degli indagati come atto dovuto. L’accusa di estorsione sarebbe legata al presunto abuso di una posizione di potere nel contesto televisivo, mentre quella di violenza sessuale riguarda i comportamenti che Medugno sostiene di aver subito. Per la cronaca va ricordato che anche un bacio a stampo subito può essere considerato violenza sessuale.

Il caso di Signori – che intanto si è autosospeso dalla collaborazione con Mediaset – si inserisce in un quadro investigativo più ampio che coinvolge anche Fabrizio Corona, indagato in un procedimento parallelo per la diffusione di immagini e chat a contenuto sessualmente esplicito riconducibili a Signorini. Proprio Corona ha portato la vicenda all’attenzione pubblica, parlando di un presunto “sistema†che avrebbe regolato l’accesso al reality show e mostrando materiale privato durante il suo format web Falsissimo.

A seguito di queste pubblicazioni, Signorini ha presentato una querela per revenge porn, che ha portato la Procura a disporre perquisizioni nei confronti di Corona e il sequestro di materiale informatico ritenuto rilevante. Corona è stato anche interrogato e ha dichiarato che a gennaio avrà altro materiale da sottoporre agli inquirenti. Le indagini sono ancora in corso e mirano a chiarire la fondatezza delle accuse, la natura dei rapporti tra le persone coinvolte e l’eventuale rilevanza penale della diffusione delle conversazioni private. Al momento, l’iscrizione nel registro degli indagati non equivale a un giudizio di colpevolezza, ma rappresenta un passaggio necessario per consentire alla magistratura di approfondire i fatti denunciati. Sia da Corona che da Signorini.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 11:23:49 +0000
Trending News a cura di Redazione FqMagazine
“Il gin tonic è un rituale, ma non lo considero un alcolico, è una bibita rinfrescante. Il segreto di un amore duraturo? Non bisogna rimuginareâ€: le confessioni di Orietta Berti

Il gin tonic è un rituale, ma non lo considero alcolico. Con Osvaldo litighiamo dalla mattina alla sera. Ballando con le stelle? Non lo rifarei mai più“. Orietta Berti si è raccontata a La volta buona. Nel salotto di Caterina Balivo, la cantante ha svelato di bere un gin tonic ogni volta che vive una bella esperienza: “Fabio Rovazzi mi ha trasmesso questa passione. Lo prendo ogni volta che faccio qualcosa di bello, è un rituale”. La diva ha sottolineato che il drink “non è un alcolico, ma una bibita rinfrescante! L’alcol è diluito bene”.

Orietta Berti ha proseguito l’intervista parlando dell’esperienza a Ballando con le stelle. L’avventura sulla pista da ballo non è stata idilliaca: “Non finiva più, avevo un mal di piedi incredibile. Avevo un ballerino che non era alto e grande, quindi…”. La cantante ha ammesso: “Non la rifarei mai più perché non sono in grado di farlo”.

Il matrimonio con Osvaldo Paterlini

“Con Osvaldo litighiamo dalla mattina alla sera” ha rivelato Orietta Berti a Caterina Balivo e ai suoi ospiti. I due sono sposati da ben 58 anni. Orietta e Osvaldo, infatti, sono convolati a nozze il 14 marzo 1967. Qual è il segreto per un amore duraturo? “Il rispetto” ha detto la cantante. “Bisogna essere rispettosi. Una volta che c’è il rispetto e la sincerità, il resto si risolve. Non bisogna rimuginare: un uomo non può cambiare, come anche una donna non può cambiare. Al massimo può rallentare ed essere più gentile con te”. Orietta Berti ha unito famiglia e carriera: “Prima mi seguiva Osvaldo” ha dichiarato “Poi lui si è stancato e mi ha iniziato a seguire Omar e poi ci sarà Otis”. I due sono i figli della coppia e hanno rispettivamente 50 e 45 anni. “Orietta ha concluso dicendo: “Io sono abituata a lavorare con la mia famiglia, mi piace”.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 11:22:59 +0000
Trending News a cura di Francesco Canino
L’avvocato di Signorini: “Dimostreremo che Medugno è abituato a proporsi in ogni forma pur di ottenere il successo. Come sta Alfonso? Sereno e fiduciosoâ€

Prima l’autosospensione da Mediaset, poi la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati per estorsione e violenza sessuale. Il 2025 si chiude nel peggiore dei modi per Alfonso Signorini, al centro di una bufera mediatica senza precedenti dopo le rivelazioni di Fabrizio Corona sull’esistenza di un presunto “sistema Signorini†che prevedeva, secondo la sintesi del Corriere della Sera, “che per entrare come concorrente o aspirante tale nella trasmissione, i candidati dovevano sottostare alle avances se non addirittura agli abusi del conduttore†del Grande Fratello Vip. Mentre emergono le prime indiscrezioni sulla querela presentata da Antonio Medugno, il modello e tiktoker napoletano che ha denunciato di essere stato vittima di abusi e pressioni da parte di Signorini, gli occhi degli addetti ai lavori questa mattina erano puntati sull’ultimo numero di Chi, in edicola da oggi. Qualcuno aveva ipotizzato che sarebbe saltato il consueto editoriale di Alfonso Signorini, che del magazine Mondadori è appunto il direttore editoriale, ma la congettura è stata smentita dai fatti. “Il miracolo del Natale è scoprir che, a sorpresa, il vero Natale siamo noiâ€, è il titolo del pezzo vergato da Signorini nel numero che, con tutta probabilità, è stato chiuso prima delle festività e prima che il “Signorini gate†esplodesse clamorosamente.

Intanto si delineano i contorni della difesa di Signorini, assistito da Daniela Missaglia – considerata unanimemente una fuoriclasse nel suo campo – e da Domenico Aiello che, intervistato dal Corriere della Sera, ci va giù durissimo definendo “balorda†la ricostruzione fatta fino ad ora: “Siamo in grado di dimostrare che la ricostruzione fornita dal querelante è tanto balorda quanto l’autore della denuncia e coloro che penserebbero di trarne beneficioâ€, spiega il legale. “Obiettivo principale, in questa fase iniziale dell’inchiesta, è, quindi, far emergere l’inattendibilità delle dichiarazioni fatte da Antonio Medugnoâ€, osserva il quotidiano di vai Solferino. Aiello spiega di non essere affatto preoccupato e anticipa in parte la strategia: “Dimostreremo nelle sedi opportune che questo soggetto è aduso a proporsi in ogni forma pur di ottenere il successo in ambienti come quelli televisivi, ma è noto per averlo fatto in passato anche fuori dai contesti Mediasetâ€.

Puntando sulle chat a disposizione, l’avvocato di Signorini è pronto a ribaltare la lettura fatta fino ad ora. Da alcuni messaggi emergerebbe infatti che “quando Signorini per 3 o 4 mesi non lo chiamava, il querelante si faceva avanti scrivendo ‘mi manchi’, mentre dal suo manager di allora, Alessandro Piscopo, ‘riceveva istruzioni su come sfruttare al massimo le opportunità che gli dava Signorini’â€.

Ma il giornalista come sta? “Si sente profondamente sereno ed è assolutamente fiducioso che dimostrerà in ogni sede la sua totale estraneità alla ricostruzione che è stata fatta dell’intera vicenda in modo opportunistico e diffamatoriâ€, rivela Aiello, precisando che il conduttore del Gf Vip è pronto a farsi interrogare dai pm milanesi Letizia Mannella ed Alessandro Gobbis. Poi l’ultimo affondo sui danni alla reputazione del suo cliente dopo la diffusione illegale delle sue conversazioni in chat: “Chiunque le pubblichi è passibile del reato di ricettazione e allo stesso tempo concorre moralmente in quello di diffusione illecita di corrispondenza che causa grave danno alla reputazione di Alfonso Signorini che viene amplificato a dismisura dal webâ€.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 11:09:44 +0000
Cronaca Nera a cura di Redazione Cronaca
Aurora Livoli, indagini sulle telefonate e caccia all’uomo con il pile bianco. Rinviata l’autopsia

Indagini sulle telefonate, accertamenti sulle immagini della telecamere che hanno ripreso lei e un uomo, alto, magro e con un pile bianco. Prosegue il lavoro dei carabinieri sul caso di Aurora Livoli, la ragazza di 19 anni trovata morta nel cortile di un condominio di via privata Paolo Paruta, a Milano. I carabinieri della compagnia Milano Porta Monforte e del nucleo radiomobile, a cui sono state affidate le indagini, sono al lavoro per ricostruire attimo dopo attimo ciò che è accaduto nei momenti precedenti la morte della 19enne di Monte San Biagio e di risalire all’identità dell’uomo che appare insieme a lei in alcune immagini riprese dalle telecamere presenti nella zona vicina al luogo del ritrovamento.

Gli investigatori non hanno trovato il telefono, ma finalmente hanno un numero su cui fare verifiche di telefonate in entrata e in uscita e tutti gli accertamenti sul traffico telefonico. A quanto apprende l’Adnkronos, intanto, bisognerà attendere ancora qualche giorno per poter avere elementi che possano determinare l’effettiva causa della morte e se la ragazza abbia subìto o meno violenza sessuale: l’autopsia verrà effettuata il prossimo 2 gennaio. Con l’avvenuta identificazione della 19enne da parte della famiglia, occorre infatti attendere i termini di notifica per poter procedere.

Al momento sì sa che la ragazza, nata a Roma ma residente in provincia di Latina, si era allontanata da casa lo scorso 4 novembre, come denunciato dalla famiglia, con cui aveva avuto un ultimo contatto telefonico la mattinata del 26 novembre. Secondo quanto reso noto dai carabinieri, che indagano coordinati dal pm Antonio Pansa, in quell’occasione Aurora aveva riferito loro di stare bene e di non avere alcuna intenzione di fare rientro, senza fornire indicazioni su dove si trovasse. La famiglia temeva che potesse avere sulle frequentazioni di “brutte compagnie”.

Un aiuto alle indagini, oltre che per le identificazione, potrebbe arrivare da quel fotogramma che la ritrae vicino al luogo in cui è stata trovata morta,. La stessa telecamera riprende appena dietro di lei un uomo, alto e magro, che indossa un pile bianco. Niente lascia pensare a un inseguimento. La sensazione, piuttosto, è che si conoscano e camminino verso la stessa meta. I due entrano dal portone del condominio, al civico 74 di via Paruta, come se sapessero che resta sempre aperto. È lì, in un vialetto non molto lontano da un’aiuola, che la ragazza sarà ritrovata al mattino dal custode, stesa a pancia in giù.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 11:01:44 +0000
Trending News a cura di Redazione FqMagazine
Alessandro Matri accusato di aver bestemmiato. Interviene la moglie Federica Nargi che zittisce i followers: “Ha detto ‘zio’, siete pesantissimiâ€

“Siete pesantissimi”. Federica Nargi non ci sta e difende Alessandro Matri sui social. Il marito della ex velina è stato accusato dai followers di aver bestemmiato. Il post ‘incriminato’ risale a ieri, 30 dicembre. La famiglia Nargi-Matri ha deciso di passare gli ultimi giorni del 2025 alle Maldive, come testimoniano le foto pubblicate dalla showgirl su Instagram. In un video, la coppia è ritratta mentre tenta una presa alla “Dirty Dancing”. La reazione di Matri ha diviso il web. Il calciatore, che esclama “po*co zio”, è stato accusato dagli utenti di aver bestemmiato. “Sbaglio oppure ho sentito una bestemmia? Non ho capito bene” ha scritto una persona.

E Federica Nargi ha risposto a tono. “ZIO, ZIOOOOOOO…mamma mia siete pesantissimiiiii” ha ribattuto nei commenti la modella. La maggior parte degli utenti ha dato ragione all’ex velina. “Si sente benissimo, alla gente serve Amplifon” ha scritto una ragazza. La discussione non si è fermata lì. Alcune persone, infatti, hanno sostenuto che anche le espressioni simili a una bestemmia siano maleducate. Nargi ha difeso il marito e, dopo la presa fallita, gli ha anche lanciato una frecciatina nella descrizione del post: “Momento di tensione. Ti manca un po’ di forza? Chi ha ragione??

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 11:01:16 +0000
Mondo a cura di Valerio Cattano
Iran, l’inflazione galoppa: studenti e commercianti in strada contro il regime degli ayatollah. E il Mossad li incitaâ€

“Scendete insieme nelle strade. È giunto il momento. Siamo con voiâ€. Il messaggio agli studenti iraniani e a quei cittadini che da tre giorni protestano contro il regime degli ayatollah arriva direttamente dal Mossad. Il servizio di sicurezza israeliano ha utilizzato il suo profilo su X per inviare il sostegno ai dissidenti, rassicurandoli sul fatto che la solidarietà non è solo sul piano metaforico: “Non solo da lontano o a parole. Siamo anche con voi sul campoâ€, scrive il Mossad. Non è un caso che gli agenti israeliani utilizzino i social: sono lo strumento che gli stessi iraniani, stufi della crisi economica e delle misure restrittive imposte dai capi religiosi sciiti, utilizzano per “bucare†la censura.

Iniziate a Teheran domenica scorsa, da martedì le proteste si sono diffuse nel Paese: cortei e scontri sono stati registrati a Karaj, sull’isola di Qeshm, a Isfahan, Kermanshah, Shiraz, Yazd, Kerman. In special modo sono le università e i quartieri commerciali a ospitare i raduni pubblici e i cortei contro il carovita e la crisi economica. Agli studenti si affiancano i commercianti. Quelli che hanno le loro attività nel Gran Bazar hanno indetto uno sciopero dopo il crollo del rial rispetto al dollaro statunitense. Secondo quanto riportato da attivisti per i diritti umani, nonostante il presidente Pezeshkian abbia dichiarato di essere disponibile ad ascoltare le “richieste legittime†dei manifestanti, ci sono stati almeno undici arresti nella zona di piazza Shoush, a Teheran. Altri cinque studenti sono stati ammanettati nelle varie facoltà della Capitale, quattro di loro sono stati poi rilasciati.

Il media Iran International riporta che uno studente dell’Università Amirkabir è rimasto gravemente ferito durante una incursione nel campus da parte dei membri della milizia Basij del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica.

Il governo si muove su un doppio binario: dopo il presidente Pezeshkian, anche la portavoce Fatemeh Mohajerani ha riconosciuto come reale il malcontento di diverse fasce sociali rispetto a una “intensa pressione economicaâ€. Il governo ha affidato la guida della Banca centrale della Repubblica islamica ad Abdolnasser Hemmati, ex ministro dell’Economia, che subentra a Mohammad Reza Farzin.

Accanto a quelli che sembrano prove di dialogo, il regime sciita poi mostra il suo volto repressivo: a Teheran, Mashhad e Kermanshah sono stati segnalati dai residenti posti di blocco e la presenza di agenti sia in uniforme che in borghese. Ad Hamadan, alcuni video diffusi sui social hanno mostrato le forze di sicurezza aprire il fuoco sui manifestanti. Nella Capitale e Malard la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere i cortei.

Il procuratore generale della Repubblica islamica, Mohammad Movahedi-Azad, che ha individuato le ragioni della crisi economica non nel malgoverno, ma nelle sanzioni imposte da Stati Uniti e Onu a causa delle ricerche di Teheran sul nucleare e sull’industria bellica, ha sollecitato una “risposta incisiva†da parte delle forze di sicurezza. Secondo il magistrato, “proteste pacifiche in difesa dei mezzi di sussistenza fanno parte di una realtà sociale comprensibile. Qualsiasi tentativo di trasformare le proteste economiche in uno strumento di insicurezza, distruzione di proprietà pubbliche o attuazione di scenari definiti all’estero incontrerà inevitabilmente una risposta legittima, proporzionata e incisivaâ€. Mohammad Movahedi-Azad avvisa: “Ogni tentativo di attuare gli scenari progettati dall’esterno riceverà inevitabilmente una risposta con misure legali, proporzionate e severeâ€. Ma l’inflazione a dicembre ha raggiunto il 45%, molti generi alimentari hanno visto aumentare i prezzi sino al 70% e nelle strade i manifestanti urlano “Morte alla repubblica islamicaâ€.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 11:00:30 +0000
Mondo a cura di Redazione Esteri
“Ecco uno dei droni abbattuti durante l’attacco di Kiev su una residenza di Putinâ€: il video diffuso da Mosca

Il ministero degli Esteri russo sul proprio canale Telegram ha diffuso un video in cui si vedono i rottami di uno dei droni presumibilmente diretti la notte tra il 28 e il 29 dicembre alla residenza di Putin nella regione di Novgorod. Nel video un militare spiega che si tratta di un “drone ucraino ‘Chaklun-V’, abbattuto durante l’attacco terroristico da parte del regime di Kiev”. Il militare specifica che “portava 6 chili di esplosivo, con diverse componenti per arrecare danno”. Nelle immagini non ci sono indicazioni specifiche sul luogo o il giorno in cui sono state girate. Il governo ucraino ha smentito di aver diretto attacchi contro la residenza.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 10:54:39 +0000
Economia a cura di Redazione Economia
Antiriciclaggio, con Trump l’America frena: multe giù del 60% e stop ai provvedimenti contro le società cripto

Dopo l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca gli Usa hanno drasticamente ridotto la pressione sul fronte dell’antiriciclaggio, del contrasto al finanziamento del terrorismo e della violazione di sanzioni. Il Financial Times ricostruisce che nel 2025 le multe si sono fermate a meno di 1,7 miliardi di dollari, in calo del 61% rispetto ai 4,3 miliardi dell’anno precedente.

Il crollo, spiega il quotidiano finanziario, riflette una scelta politica: fin dall’insediamento il tycoon ha chiesto alle autorità di vigilanza finanziaria un approccio più “business-friendly“, spingendo verso l’archiviazione o il rallentamento di numerosi procedimenti, inclusi quelli sul settore delle criptovalute. Da gennaio l’autorità di vigilanza sui mercati (Sec) ha archiviato numerose indagini su piattaforme crypto, molte delle quali avevano sostenuto finanziariamente l’insediamento presidenziale. Paul Atkins, nominato da Trump alla guida della Commissione, aveva del resto esplicitamente promesso maggiore tolleranza e avvisi preventivi alle imprese prima di avviare azioni formali.

Il passo indietro non riguarda solo l’antiriciclaggio in senso stretto. Con un ordine esecutivo di febbraio 2025, la Casa Bianca ha poi messo in pausa l’applicazione del Foreign Corrupt Practices Act, la legge anticorruzione internazionale che dal 1977 era il pilastro dell’azione statunitense contro le tangenti a funzionari stranieri e aveva fatto degli Stati Uniti il punto di riferimento mondiale nella lotta alla corruzione transnazionale, ispirando le convenzioni Ocse e Onu e aprendo la strada a un enforcement coordinato anche in Europa.

Il risultato è un palese arretramento di Washington come garante dell’integrità del sistema finanziario globale. Mentre in Europa, Canada, Regno Unito, Svizzera ed Emirati Arabi Uniti le sanzioni per reati finanziari sono aumentate, nota il Ft sulla base di dati della società di software per la compliance finanziaria Fenergo, il calo registrato negli Usa ha trascinato verso il basso il dato complessivo mondiale: nel 2025 le multe globali sono diminuite del 19%, scendendo a 3,7 miliardi di dollari.

Vero è, ricorda il quotidiano, che il dato Usa del 2024 è stato gonfiato da un singolo caso, la maxi sanzione da 3 miliardi di dollari contro la banca canadese TD Bank. Mentre nel 2025 la multa più elevata è stata quella da 511 milioni di dollari pagata dalla banca svizzera Credit Suisse per aver aiutato clienti americani a nascondere miliardi di dollari alle autorità fiscali. E che spesso le multe arrivano diversi anni dopo l’apertura delle indagini iniziali, per cui le cifre del 2025 potrebbero riflettere un trend iniziato prima del secondo mandato di Trump. In ogni caso Daniel Stipano, ex alto funzionario dell’Office of the Comptroller of the Currency, dice al Ft di vedere dietro la riduzione “ragioni politiche”.

E Rory Doyle, responsabile della divisione reati finanziari di Fenergo, dopo aver ipotizzato che anche lo shutdown di 43 giorni e i tagli ai dipendenti degli enti di controllo possano aver avuto un peso, aggiunge che di sicuro il ritorno di Trump alla Casa Bianca ha segnato una battuta d’arresto nelle misure di contrasto nei confronti società di asset digitali. Il fatto che le criptovalute siano la principale fonte di arricchimento del tycoon non è certo un dettaglio. Trump

Quanto al contrasto alla corruzione internazionale, basti dire che il Foreign Corrupt Practices Act dalla sua entrata in vigore ha portato il Dipartimento di Giustizia a istruire quasi 500 casi e la Sec altri 276 accertando tangenti che avrebbero propiziato affari per miliardi di dollari, mentre nel 2025 non risultano nuovi casi aperti. E quelli già in corso sono stati sottoposti a una revisione che rischia di svuotarli di contenuto.

Il messaggio è che pagamenti opachi e pratiche corruttive tornano a essere giudicate un costo accettabile del fare affari all’estero, se allineate agli interessi strategici statunitensi.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 10:52:12 +0000
Cronaca a cura di Redazione Cronaca
Morte dopo la cena di Natale, al via le autopsie: resta l’ipotesi funghi ma attesa per i risultati dei test

Potrebbe essere risolto nelle prossime ore il mistero della famiglia di Campobasso e colpita da tossinfezione Sono iniziate in mattinata, come concordato con la Procura, le operazioni peritali per le autopsie sui corpi di Sara Di Vita, 15 anni, e della madre Antonella Di Ielsi, decedute tra sabato e domenica scorse all’ospedale Cardarelli di Campobasso dopo una cena di Natale. All’obitorio del nosocomio molisano è arrivata puntuale Benedetta Pia De Luca, medico legale di Foggia incaricata degli esami autoptici e delle biopsie per i successivi riscontri di laboratorio. Presenti i legali e i periti delle parti: la famiglia Di Vita e i cinque medici indagati.

Dagli accertamenti finora eseguiti – come riporta Repubblica – è stata esclusa la contaminazione da botulino, risultata negativa ai test. Resta invece sul tavolo, seppur non ancora confortata dalle analisi, l’ipotesi di un’intossicazione da funghi, in particolare da amanita falloide, uno dei miceti più pericolosi e facilmente confondibili con specie commestibili. Si tratta di un fungo letale anche in piccole dosi, i cui sintomi possono comparire tra le 12 e le 48 ore dall’ingestione, quando fegato e reni risultano già compromessi. Il padre, Gianni Di Vita, avrebbe detto che sono stati mangiati funghi conservati sotto olio.

Parallelamente, gli investigatori stanno analizzando avanzi di cibo, prodotti conservati in frigorifero e in dispensa e appunto alcune conserve sequestrate nell’abitazione. Al momento non risultano elementi consolidati, ma in ambienti investigativi viene esclusa l’ipotesi di una contaminazione accidentale di farine con topicidi o altri veleni. Gli accertamenti effettuati anche nel mulino di famiglia non hanno evidenziato tracce di sostanze tossiche, ma soltanto la presenza di esche tradizionali nell’ambito di piani di prevenzione programmati. Le indagini della Squadra mobile di Campobasso proseguono a 360 gradi, con particolare attenzione ai campioni biologici, soprattutto quelli della 50enne Di Ielsi. Restano sotto esame gli alimenti serviti durante le festività, tra cui pesce e funghi. Il cibo, sequestrato dagli investigatori, comprende vongole, cozze, seppie, baccalà e funghi, questi ultimi confezionati e certificati.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 10:41:58 +0000
Mondo a cura di Redazione Esteri
Attacco russo nella notte, le operazioni di soccorso nella regione di Odessa: i vigili del fuoco sgomberano i condomini danneggiati – Video

I servizi di emergenza continuano le operazioni di soccorso e supporto nella regione ucraina di Odessa dopo che un massiccio attacco russo notturno ha colpito infrastrutture residenziali, logistiche ed energetiche. L’attacco ha causato almeno sei feriti, tra cui tre bambini, secondo il Servizio di Emergenza Statale Ucraino. I vigili del fuoco stanno evacuando i residenti dai condomini danneggiati, mentre psicologi e centri di supporto mobile sono dispiegati sul posto.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 10:34:48 +0000
Blog a cura di Sostenitore
Von der Leyen inventa l’euroarmata. Da quando siamo un’alleanza militare?

di Francesco Valendino

Von der Leyen scopre che l’Ue è un’alleanza militare. Peccato che nessuno glielo abbia detto prima. Ursula von der Leyen ha avuto un’illuminazione: l’Ucraina sarà al sicuro grazie all’adesione all’Unione Europea. Che garantirà “la sicurezza fondamentale” di Kiev. Piccolo dettaglio: l’Ue non è mai stata un’alleanza militare. Ma dettagli, dettagli.

Fino a ieri la promessa era la Nato. Poi Trump ha fatto capire che per l’Ucraina nell’Alleanza Atlantica non se ne parla. Zelensky gli aveva presentato un piano in 20 punti con dentro l’adesione alla Nato. Quella pagina è stata strappata. E allora via, reinventiamoci: l’ombrello sarà l’Ue. Quella senza esercito, struttura di comando, dottrina militare comune. Ma che importa?

Dentro la Nato è scoppiato il finimondo. Americani, ungheresi e “diverse altre nazioni” non ne vogliono sapere di garanzie all’Ucraina. Orbán fa ostruzionismo per sport. Trump ha detto agli europei: arrangiatevi.

Ecco materializzarsi la “Coalizione dei Volenterosi” di Macron e Starmer. Sono 26 paesi. O 31. Dipende da chi conta e quando. Tutti “formalmente impegnati” a fare qualcosa che verrà definito dopo, da qualche parte, in qualche modo.

L’Italia di Meloni: noi truppe non ne mandiamo. Al massimo “monitoraggio fuori dai confini”. Traduzione: vi guardiamo da casa e vi facciamo il tifo. La Germania: “Solo se ci sono gli americani”. La Polonia: “Noi soldati non ne mandiamo”. Insomma, una coalizione dove nessuno vuole andarci davvero. Macron spiega che “alcuni metteranno truppe, altri le basi, altri faranno altro”. Traduzione: ognuno fa quel che gli pare.

Von der Leyen sventola cifre: 343 miliardi di spesa militare nel 2024, finalmente sopra il 2% del Pil. Peccato che l’Europa spenda male. Ognuno compra armi incompatibili con quelle del vicino. Zero coordinamento. Come dice l’European Council on Foreign Relations: “Spendono molto ma cooperano poco, rendendo tutto inefficiente”. Per mettere truppe in Ucraina servirebbero 60-100mila soldati. Francia e Regno Unito, le potenze nucleari della coalizione, hanno eserciti “con capacità operative molto ridotte”. Tagli su tagli per decenni.

Trump ha liquidato il piano europeo come “una messa in scena”. Nelle chat interne dell’amministrazione, rese pubbliche, gli europei sono definiti “patetici”. Dal Cremlino, Maria Zakharova ha risposto definendo i piani “garanzie di pericolo”. Difficile darle torto.

Il punto è semplice: l’Ue non è un’alleanza militare. Non lo è mai stata. Promettere che l’adesione garantisce la sicurezza dell’Ucraina è come dire che entrare in un circolo di buongustai ti protegge dai rapinatori. Von der Leyen lo sa. Ma deve vendere qualcosa a Zelensky, visto che la Nato è sfumata. E allora inventa l’euroarmata. Virtuale, s’intende.

Mentre i leader europei moltiplicano conferenze stampa, Trump e Putin trattano. L’Europa sta a guardare. Il paradosso è tragicomico: l’Ue scopre di voler diventare potenza militare proprio quando l’America se ne va e la Russia avanza. Come ha detto un diplomatico europeo: “Stiamo promettendo un ombrello di carta sotto un temporale. L’importante è che sembri impermeabile”. Già. L’importante è l’apparenza. La sostanza può aspettare. Per sempre.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 10:14:47 +0000
Mondo a cura di Redazione Esteri
Taiwan, le navi cinesi si allontanano ma resta l’allerta massima. Conclusa la simulazione di blocco totale dell’isola

“Le navi da guerra e le navi della guardia costiera si stanno ritirando, ma alcune rimangono ancora al di fuori della linea delle 24 miglia nautiche”. A dichiararlo è stato il vicedirettore generale della guardia costiera taiwanese, Hsieh Ching-chin, dopo giorni di tensione per le esercitazioni militari della Cina nelle acque e nello spazio aereo intorno a Taiwan.

Nelle ultime 24 ore, il Ministero della Difesa ha rilevato la presenza di ben 77 aerei militari e 25 imbarcazioni cinesi nell’area. Il 29 dicembre, Pechino aveva avviato la “Justice Mission 2025“, una manovra di esercitazioni scattata dopo l’annuncio degli Usa di un pacchetto da oltre 11 miliardi di dollari di aiuti militari a favore dell’isola.

Oltre al lancio di decine di razzi verso l’isola, la Cina aveva schierato cacciatorpediniere, fregate, caccia, bombardieri e droni per dare un avvertimento contro l’indipendenza di Taiwan e simulare, per la prima volta con tale ampiezza, un blocco totale dei porti strategici. L’emergenza, comunque, non è ancora rientrata del tutto perché manca l’ufficialità sulla fine delle esercitazioni, che hanno costretto le autorità a cancellare decine di voli interni.

Alle critiche da parte della comunità internazionale, tra cui Giappone e Australia, il Ministero degli Esteri cinese, tramite il portavoce Lin Jian, aveva replicato così: “Questi Paesi e istituzioni stanno chiudendo un occhio sulle forze separatiste di Taiwan che tentano di ottenere l’indipendenza con mezzi militari” e, prosegono le accuse, “stanno criticando in modo irresponsabile le azioni necessarie e giuste della Cina per difendere la propria sovranità nazionale e l’integrità territoriale”.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 10:04:42 +0000
Trending News a cura di Redazione FqMagazine
Fu travolta dalle critiche per il restauro dell’opera ‘Ecce Homo’ ed ebbe attacchi d’ansia e depressione: morta a 94 anni Cecilia Giménez

È morta all’età di 94 anni Cecilia Giménez. La donna era diventata famosa in tutto il mondo per la restaurazione del quadro “Ecce Homo”. Il fatto risale al 2012, quando la signora Giménez decise di restaurare il mezzobusto di Cristo, alto circa 60 centimetri per 40 di larghezza. In origine il quadro era stato dipinto da Elias Garcia Martinez, un artista spagnolo semisconosciuto. Il restauro della signora Cecilia ha donato all’opera la fama internazionale.

Il motivo non è di certo lusinghiero. La donna decise di sistemare il quadro deteriorato dall’umidità, stravolgendo l’immagine di Gesù. Giménez, all’epoca 81enne, era una pittrice amatoriale che aveva già restaurato il dipinto, ritoccando solo l’abito di Cristo. Una volta completato il restauro l’opera non era più la stessa. Il 7 agosto 2012, il blog culturale del locale Centro de Estudios Borjanos pubblicò un post descrivendo il risultato come “un fatto inqualificabile”. Dopo alcune settimane, sull’edizione cartacea del quotidiano Heraldo de Aragon fu svelata l’identità della restauratrice.

In pochissimo tempo l’immagine fece il giro del web e Giménez fu criticata. Il corrispondente della Bbc Christian Fraser paragonò il restauro a “uno schizzo a pastello di una scimmia molto pelosa con una tunica inadatta“. Il caso travolse l’anziana, che da quel momento ebbe a che fare con attacchi d’ansia e di depressione. La signora Giménez disse alla stampa di aver agito dopo aver chiesto il permesso al parroco del Santuario, il quale però smentì le parole della donna.

Il quadro diventa un meme, la signora una un idolo

Le immagini della signora in posa accanto all’opera fecero il giro del mondo. Il restauro divenne un meme e nacque anche un gruppo su Facebook dal nome “Señoras que restauran Cristos de Borja” (Le signore che restaurano il Cristo di Borja). Su X – all’epoca Twitter – spopolò l’hashtag #eccemono, storpiando il nome originale “Homo” in “Mono”, che in spagnolo significa scimmia. Tra una battuta e l’altra il Santuario che custodiva il quadro fu preso d’assalto da visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Ryanair approfittò del caso virale per fare una campagna pubblicitaria in cui proponeva biglietti aerei a pochi euro per Saragozza (l’aeroporto più vicino a Borja) per andare a visitare l’opera.

Secondo quanto riportato dai media locali, nel 2021 circa 11 mila persone hanno visitato il Santuario, al cui interno è stato allestito un negozio di souvenir che vende maglie, tazze e magneti a tema Ecce Homo. Il sindaco di Borja disse: “Con tutto il rispetto per il dipinto originale di Elias García, l’opera più importante è ora quella fatta da Cecilia Giménez“. Ogni anno la cittadina spagnola guadagna circa 40 mila euro grazie ai biglietti acquistati dai visitatori (al prezzo di 3 euro a ticket). Grazie alla sua fama, la signora Cecilia era riuscita anche a vendere alcuni quadri su eBay. La donna ha trascorso gli ultimi anni della sua vita a Saragozza per badare al figlio malato.

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Data articolo:Wed, 31 Dec 2025 10:00:57 +0000

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