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Si chiamava Mohammed Wadi il fotoreporter ucciso la mattina del 2 dicembre nell’attacco di un drone israeliano a est del campo profughi di di Al-Bureij, nel centro della Striscia di Gaza. Lo riferisce Arab News, citando fonti locali. Nello stesso attacco è rimasto ferito un altro giornalista, Mohammed Abdel Fattah Aslih, fratello del reporter Hassan Aslih, ucciso in un attacco israeliano al pronto soccorso dell’ospedale Nasser a maggio.
Secondo fonti locali riprese dal media saudita, Wadi era un noto fotografo di matrimoni a Khan Yunis prima di dedicarsi a documentare la guerra a Gaza, dopo che il suo studio era stato distrutto da un bombardamento israeliano. Si tratta del secondo operatore dei media ucciso dall’inizio del cessate il fuoco tra Israele e Hamas il 10 ottobre.
“Le regole della guerra sono chiare: i civili e le infrastrutture civili non sono un bersaglio. I giornalisti devono poter svolgere il loro lavoro essenziale senza interferenze, intimidazioni o danni. Questo include l’inaccettabile divieto che impedisce ai giornalisti internazionali di accedere a Gaza”, ha dichiarato ieri il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
L'articolo Gaza, un drone israeliano ha ucciso il fotoreporter Mohammed Wadi: ferito un altro giornalista proviene da Il Fatto Quotidiano.
Un gruppo di 80 tra autori, autrici, case editrici e personalità del mondo della cultura ha scritto una lettera per chiedere spiegazioni sulla presenza tra gli stand di “Più Libri Più Liberi” della casa editrice Passaggio al Bosco. Una scelta che, dicono, hanno accolto con “sorpresa” perché il catalogo della piccola realtà si basa “in larga parte sull’esaltazione di esperienze e figure fondanti del pantheon nazifascista e antisemita”. L’appello, firmato da come Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Zerocalcare, Carlo Ginzburg, Daria Bignardi e Caparezza, si rivolge direttamente all’Associazione Italiana Editori (Aie), responsabile dell’assegnazione degli spazi.
“Nelle dichiarazioni dell’editore”, si legge nel testo, “questi titoli dovrebbero rappresentare ‘il punto di vista del pensiero identitario’; quale sia precisamente questo punto di vista lo si capisce scorrendo le schede dei libri compilate dall’editore stesso: il pamphlet scritto da Leon Degrelle, fondatore della divisione vallona delle Waffen Ss, rappresenterebbe ‘impareggiabile contributo alla formazione dell’élite militante’. Lo stesso Degrelle, insieme a Corneliu Zelea Codreanu, fondatore della Guardia di Ferro e del Movimento Legionario – due tra i più violenti e antisemiti movimenti fascisti degli anni ’30 in Romania – figurano tra gli interpreti delle ‘più alte virtù di coraggio, disciplina, senso del dovere, altruismo e dominio di sé'”, proseguono ripercorrendo la storia della casa editrice in questione precisando che queste “sono solo alcune delle figure cardine di questo ‘pensiero identitario‘ di cui il catalogo e ricchissimo”. Per questo, “appare evidente che non si tratta di testi di studio o di indagine su determinati fenomeni o periodi storici, ma di un progetto apologetico”, aggiungono.
“Sorge spontaneo chiedere allora all’Associazione Italiana Editori, responsabile dell’assegnazione degli stand: com’è possibile che, pur nel rispetto di ogni orientamento politico, questo tipo di pubblicazione sia stata ritenuta compatibile con il regolamento che viene sottoscritto da ogni editore? Non c’e forse una norma – l’Articolo 24, ‘osservanza di leggi e regolamenti’ – che impegna chiaramente gli espositori ad aderire “a tutti i valori espressi nella Costituzione Italiana, nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e nella Dichiarazione universale dei diritti umani ed in particolare a quelli relativi alla tutela della libertà di pensiero, di stampa, di rispetto della dignità umana? Poniamo quindi queste domande e preoccupazioni all’attenzione dell associazione italiana editori per aprire una riflessione sull’opportunità della presenza di tali contenuti in una fiera che dovrebbe promuovere cultura e valori democratici”, chiedono i firmatari.
L'articolo “Fuori da Più Libri Più Liberi lo stand dell’editore che esalta figure nazifasciste e antisemite”. Da Barbero a Zerocalcare, in 80 firmano l’appello proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tre medaglie nella prima giornata degli Europei di nuoto: due argenti (due nuovi primati italiani) e un oro. Simona Quadarella ha vinto l’argento nei 400 stile libero agli Europei di nuoto in vasca corta, al via oggi a Lublino, in Polonia, regalando la prima medaglia nella competizione all’Italia. La nuotatrice azzurra ha chiuso in 3’56″70, nuovo primato italiano. L’oro è andato alla tedesca Isabel Gose in 3’54″33, nuovo record europeo, bronzo alla britannica Freya Colbert in 3’56″71. Settimo posto per l’altra italiana in finale, Anna Chiara Mascolo (4’04″13).
“Non mi ero neanche accorta di averla presa, ho chiuso gli occhi e ci sono riuscita. Sono abbastanza sorpresa anche io, sapevo che avrei potuto abbassare un po’ il mio personale, sono veramente contenta per il tempo”. Così la nuotatrice a Rai Sport dopo la medaglia d’argento nei 400m stile libero. “La medaglia d’argento vale tanto, non era una finale facile, sapevo che la Gose sarebbe andata parecchio forte. Ci speravo, ma non ero così convinta“, ha concluso l’azzurra.
Ottima prestazione di Quadarella, che vanta otto ori ai campionati europei, dove si è affermata a Glasgow 2018, a Budapest 2021 ed a Roma 2022. A livello mondiale ha vinto otto medaglie, di cui tre d’oro: ai campionati mondiali di Gwangju 2019 nei 1500 m stile libero, mentre a Doha 2024 sia negli 800 m sia nei 1500 m. A livello olimpico vanta una medaglia di bronzo vinta negli 800 m stile libero ai Giochi olimpici di Tokyo 2020.
Ma quello della Quadarella non è l’unico risultato da festeggiare. Gli azzurri della staffetta 4×50 maschile stile libero, composta da Leonardo Deplano, Lorenzo Zazzeri, Giovanni Guatti e Thomas Ceccon, ha vinto la medaglia d’oro in 1’22″90, eguagliando il record italiano. Argento alla Polonia (1’23″63), bronzo alla Croazia (1’23″79) e un altro argento è arrivato dalla staffetta 4×50 stile libero donne con il tempo di 1.34.30 nuovo record italiano. Oro per l’Olanda con il tempo di 1.33.85 e bronzo per la Polonia in 1.35.75.
“Questa staffetta non si vinceva dal 2011, abbiamo avuto sempre tanta sfiga. Oggi l’abbiamo portata a casa tutti quanti con dei discreti parziali e abbiamo eguagliato il record italiano. Direi che abbiamo iniziato bene” ha dichiarato Ceccon ai microfoni Rai Sport, “Ho fatto una bella gara, sono un po’ scontento della virata – ha aggiunto Deplano, che ha aperto la staffetta – sono entrato male, ma sono comunque contento del tempo, vuol dire che c’è ancora un margine di miglioramento”. Per Zazzeri “siamo stati molto bravi, siamo molto contenti – ha evidenziato – A questo punto la Polonia ci porta bene”. L’esordiente Guatti ammette che “è stato un buon esordio in un panorama nuovo per me, il cambio era un po’ rischiato ma l’abbiamo portato a casa”.
Infine due azzurri hanno conquistato la finale dei 100 metri rana Nicolò Martinenghi e Simone Cerasuolo hanno conquistato l’accesso alla finale grazie al sesto tempo per Martinenghi con 56.72 e al terzo tempo complessivo per Cerasuolo che ha chiuso in 56.32.
L'articolo Europei nuoto, Quadarella vince l’argento e firma il nuovo primato italiano. A medaglia anche le staffette 4×50 maschile e femminile proviene da Il Fatto Quotidiano.
Nessuna evidenza e nessun reato. La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’indagine con al centro la compravendita della villa in Versilia di Francesco Alberoni, acquistata da Dimitri Kunz D’Asburgo, compagno di Daniela Santanchè, e da Laura De Cicco, moglie del Presidente del Senato Ignazio La Russa per 2,45 milioni e rivenduta a gennaio 2023, in meno di un’ora dal rogito, all’imprenditore Antonio Rapisarda per 3,45 milioni. L’inchiesta, in cui è indagato solo Rapisarda, è coordinata dai pm Matina Gravina e Luigi Luzi, del pool guidato dall’aggiunto Roberto Pellicano, ed è stata aperta in seguito a una Sos, ossia una segnalazione di operazione sospetta dell’Antiriciclaggio di Bankitalia per via del maxi affare che ha fruttato un milione di euro. Una vicenda su cui il nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza ha effettuato accertamenti su una serie di ipotesi, tra cui il riciclaggio e il finanziamento illecito ai partiti, a cui non sono stati trovati i riscontri.
Secondo la ricostruzione, la villa di Forte dei Marmi appartenuta al sociologo scomparso nell’estate 2023, è stata acquistata da Kunz e Laura De Cicco, con un preliminare di vendita del 22 luglio 2022, per 2 milioni e 450 mila euro, cifra ritenuta congrua per un immobile di 350 metri quadrati su tre livelli con giardino e piscina e che necessitava di lavori di manutenzione. Ma il gennaio successivo, il compagno della ministra del Turismo e la moglie della seconda carica più alta dello Stato hanno rivenduto l’immobile in meno di un’ora all’imprenditore Antonio Rapisarda per 3 milioni e 450 mila euro.
Una plusvalenza di un milione in pochissimo tempo su cui si sono focalizzate le indagini che hanno portato ad appurare che il denaro è stato usato per scopi personali. Indagini che non hanno restituito alcuna evidenza tale da poter essere inquadrata in un reato. Per questo è stata proposta l’archiviazione dai due pm che si stanno occupando del ‘pacchetto’ di procedimenti che riguardano Daniela Santanchè. La senatrice, in merito a Visibilia, è tra gli imputati per falso in bilancio e per truffa aggravata per la vicenda della Cassa integrazione a zero ore chiesta e ottenuta durante il Covid. Mentre si sta attendendo il deposito della relazione del curatore che riguarda il fallimento di Bioera.
L'articolo Compravendita della villa di Alberoni, chiesta l’archiviazione dell’inchiesta dai pm di Milano proviene da Il Fatto Quotidiano.
Nel conflitto in Ucraina “penso che il ruolo dell’Italia sia molto importante, culturalmente e storicamente per la capacità che ha l’Italia di essere intermediaria in mezzo ad un conflitto esistente tra diverse parti, anche quello tra Russia e Ucraina”. Così il Papa rispondendo ai giornalisti in volo, a bordo dell’aereo papale. “Io potrei suggerire che la Santa Sede possa incoraggiare questa mediazione e che si cerchi, e cerchiamo insieme – ha detto Leone XIV -, una soluzione che possa veramente confluire in una giusta pace, in questo caso in Ucraina”. “È evidente che da una parte il presidente degli Stati Uniti – ha proseguito il Pontefice – pensava di poter promuovere un piano di pace in un primo momento senza Europa”. Ma “la presenza dell’Europa è importante” nei negoziati di pace tra Ucraina, Russia e Stati Uniti “e la prima proposta è stata modificata anche per quello”.
L'articolo Ucraina, il Papa: “Presenza dell’Europa importante per i negoziati, anche Santa sede può incoraggiare mediazione” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla nuova direttiva anticorruzione. Ovvero sugli standard minimi che gli Stati membri devono rispettare nella definizione e nella sanzione dei reati di corruzione nei rispettivi codici penali. La nuova legge contiene anche misure volte a prevenire la corruzione e norme per rendere più efficaci le indagini e i procedimenti penali. L’accordo provvisorio raggiunto oggi, nel giorno in cui è stata fermata l’ex Alta rappresentante Ue Federica Mogherini nell’ambito dell’inchiesta su corruzione e frode negli appalti Ue, dovrà essere confermato dal Consiglio e dal Parlamento europeo prima di essere formalmente adottato da entrambe le istituzioni. Per l’europarlamentare M5s Giuseppe Antoci, nonché uno dei relatori del provvedimento, il testo prevede l’obbligatorietà di introdurre “il reato di esercizio illecito di funzione pubblica, l’equivalente dell’abuso d’ufficio cancellato in Italia“.
Poco dopo è intervenuto anche il leader 5 stelle Giuseppe Conte: “Che brutta figura per l’Italia, che fino a qualche tempo fa veniva lodata per la nostra legge Spazzacorrotti. In un’Europa travolta da un nuovo scandalo corruzione, dobbiamo anche fare la figura degli ultimi della classe sul tema della legalità , visto che la proposta europea di direttiva anticorruzione su cui oggi si è trovato l’accordo ricorda al nostro Paese che non si possono cancellare con un tratto di penna – come ha fatto il Governo Meloni – i reati di chi abusa del proprio potere solo per proteggere la casta dei politici e dei colletti bianchi”. Così, ha concluso l’ex premier, “in base a questo schema si imporrà agli Stati membri di introdurre – quantomeno per le fattispecie più gravi – il reato di ‘esercizio illecito di funzione pubblica’, in pratica l’abuso d’ufficio che Meloni e Nordio si sono intestarditi a cancellare senza sentire ragioni. Un’Italia allergica all’immunità per gli abusi dei potenti. Ora il Governo ritorni sui suoi passi”.
La nuova legge stabilisce norme a livello dell’Ue affinché in tutti gli Stati membri una serie di atti siano considerati reati e definiti allo stesso modo. I seguenti reati saranno ora punibili come reati in tutta l’Unione europea: corruzione nel settore pubblico e privato, appropriazione indebita, traffico di influenze, intralcio alla giustizia, arricchimento derivante da reati di corruzione, occultamento e alcune gravi violazioni dell’esercizio illegale di funzioni pubbliche. Oltre ad allineare le definizioni dei reati di corruzione, gli Stati membri devono anche introdurre lo stesso livello di sanzioni per punirli. La sanzione per i trasgressori andrà da una pena detentiva massima di almeno tre a almeno cinque anni, a seconda del reato. Le persone condannate per reati di corruzione possono incorrere in sanzioni aggiuntive quali ammende, rimozione dalla carica pubblica, interdizione dall’esercizio di cariche pubbliche o di funzioni di servizio pubblico, revoca di autorizzazioni ed esclusione dall’accesso alle procedure di appalto e ai fondi pubblici.
Anche le persone giuridiche (cioè le società ) saranno soggette a sanzioni. La legge stabilisce che tali sanzioni devono assumere la forma di ammende, il cui importo massimo varia da almeno il 3% al 5% del loro fatturato mondiale totale o da almeno 24 o 40 milioni di euro, a seconda del reato.
Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno inoltre concordato norme che definiscono in quali casi uno Stato membro ha giurisdizione su un reato e quindi è tenuto ad avviare un procedimento. Come regola generale, gli Stati membri hanno giurisdizione sui reati commessi nel loro territorio o quando l’autore del reato è un loro cittadino. “Questa direttiva aggiornerà e rafforzerà il quadro giuridico dell’UE in materia di corruzione e costituisce un passo importante nella nostra lotta comune contro la corruzione e la criminalità organizzata”, ha detto Peter Hummelgaard, ministro della Giustizia danese.
Tra i primi a parlare degli effetti della direttiva sull’Italia, c’è l’europarlamentare del Movimento 5 stelle e uno dei relatori Giuseppe Antoci. “La direttiva anticorruzione”, ha dichiarato, “approvata in sede di trilogo dopo un negoziato durato mesi, prevede l’obbligatorietà per gli Stati membri di introdurre l’equivalente dell’abuso d’ufficio cancellato in Italia”. Secondo Antoci, così le istituzioni Ue riconoscono “che questo reato è vitale nella lotta alla corruzione e la sua approvazione impone, dunque, il recepimento anche nell’ordinamento italiano dal quale la previsione del reato era stata tolta ad opera della maggioranza di centrodestra e in particolare del Ministro Carlo Nordio che si era intestato la cancellazione dell’ex articolo 323 del Codice penale facendo persino ostruzionismo in Consiglio. Non si è era mai visto un ministro della Giustizia che ostacola la giustizia”, ha detto. “In Europa siamo riusciti a ottenere una grande vittoria della legalità , nonostante il palese ostruzionismo del governo italiano. Sono felice di aver contribuito, insieme alla collega relatrice Raquel Garcia Hermida Van Der Walle e agli altri relatori, a ridare dignità a tutti coloro che erano rimasti, soprattutto in Italia, indifesi davanti a un grave reato che esponeva i cittadini a soprusi, clientelismo e abusi di potere. Oggi un altro tassello è stato rimesso al suo posto”, ha concluso.
L'articolo Accordo tra Consiglio e Parlamento Ue sulla nuova legge anticorruzione, Antoci (M5s): “C’è l’abuso d’ufficio”. Conte: “Ora il governo torni sui suoi passi” proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Mi viene in mente un suggerimento: mettiamo le postazioni Var dalla parte opposta delle panchine. L’arbitro deve prendere delle decisioni in una tranquillità diversa da quella che ho visto”. La proposta arriva da Maurizio Sarri – allenatore della Lazio – a Sport Mediaset. Il riferimento è ovviamente al rigore richiesto dalla squadra biancoceleste nel finale della gara di campionato con il Milan. L’allenatore della Lazio però non vuole sentire parlare di vendette. “Rivalsa? Noi dobbiamo giocare per i nostri obiettivi, di tutto abbiamo bisogno meno che di una partita nervosa”.
In una delle ultime azioni della sfida tra Milan e Lazio – con i rossoneri in vantaggio per 1-0 per il gol di Rafael Leao – su un cross in area, infatti, il difensore della Lazio Alessio Romagnoli calcia al volo con il piattone di sinistro, ma Pavlovic – di spalle – devia con il gomito. L’arbitro Collu assegna un calcio d’angolo, ma viene richiamato dal var Di Bello (che adesso sarà fermato per un turno prima di ripartire dalla Serie B) dopo un check da Lissone.
Una situazione che – tra on field review e dialogo tra var e arbitro – dura tantissimo, oltre sei minuti (con anche pressioni dietro da parte dei membri delle due panchine), e che poi porta Collu all’annuncio a centrocampo: Pavlovic commette fallo di mano, ma prima subisce fallo da Marusic. Quindi si riparte con un calcio di punizione in favore del club rossonero. Decisione non condivisa dal designatore arbitrale Gianluca Rocchi, che ha sentenziato: la decisione corretta sarebbe stata ripartire con un calcio d’angolo.
Adesso la Lazio riaffronterà il Milan in Coppa Italia giovedì, ma Maurizio Sarri non ha dubbi. “Se facciamo per 90 minuti quello che abbiamo fatto nel primo tempo va benissimo, non possiamo pensare di azzerare la pericolosità del Milan, un avversario che può farti gol in tanti modi. La Coppa Italia? Come sapete è una formula che non mi piace, giocheremo turno per turno senza fare progetti a lungo periodo”, ha proseguito Sarri che ha poi parlato del mercato.
“Bisognerà vedere se a gennaio sarà a zero, se sarà libero, se proprio ci sarà un mercato. Per noi sarà decisivo quello di giugno. Ho detto quello che secondo me può mancare a livello di ruoli e di qualità , poi individuare i nomi è compito della società ”, ha concluso Sarri.
L'articolo “Spostiamo le postazioni var lontane dalle panchine, così l’arbitro decide in tranquillità ”: la proposta di Maurizio Sarri proviene da Il Fatto Quotidiano.
Il titolare cinese di un ristorante sushi di Napoli è stato condannato in primo grado a due anni e sei mesi per l’omicidio colposo di Luca Piscopo, il 15enne morto il 2 dicembre 2022 per un’intossicazione alimentare provocata da un pranzo all you can eat nel locale, situato nel quartiere Vomero.
Dopo i primi sintomi – febbre alta, diarrea e vomito – il ragazzo si era rivolto al suo medico di base, che gli aveva prescritto una cura domiciliare a base di antinfiammatori. La Procura di Napoli aveva accusato di omicidio colposo sia il medico che il ristoratore, contestando a quest’ultimo anche la violazione della normativa in materia di igiene e conservazioni di alimenti per quest’ultimo.
Al termine della requisitoria, la pm Federica Amodio aveva chiesto tre anni di reclusione per il titolare del locale e un anno e otto mesi per il dottore: secondo la ricostruzione dell’accusa, il decesso del 15enne è stato causato da una miocardite collegabile alla salmonellosi contratta dopo il pranzo.
Il giudice monocratico Giuliana Taglialatela ha assolto il medico, condannando invece il ristoratore a due anni e sei mesi di carcere e al pagamento di un risarcimento provvisorio di 45mila euro per ciascuna delle parti civili costituite. Per ricordare Luca Piscopo è stato piantato un leccio nel bosco della reggia di Capodimonte: al ragazzo è stato dedicato anche un premio letterario dalla sua scuola, il liceo classico Adolfo Pansini.
L'articolo Morto a 15 anni dopo un pranzo all you can eat, condannato a due anni e mezzo il titolare di un ristorante sushi proviene da Il Fatto Quotidiano.
Il consiglio regionale della Liguria, a maggioranza di centrodestra, ha approvato l’installazione di distributori di preservativi a prezzo calmierato nelle scuole superiori. Nel corso della seduta del 2 dicembre è stato dato il via libera all’unanimità la proposta del consigliere Jan Casella (Avs) che, oltre ai distributori, prevede la diffusione di materiale informativo sulle malattie sessualmente trasmissibili. Come riferito da Repubblica, è stata invece bocciata la mozione “tampon box” di Selena Candia (Avs) che chiedeva la distribuzione gratuita degli assorbenti.
Il Consiglio regionale ha sostenuto solo l’intervento sui preservativi, motivando la decisione con la mancanza di fondi per entrambe le iniziative. Casella si è detto soddisfatto per quella che ha definito “una misura concreta e praticabile per rispondere alle esigenze e alle vulnerabilità della popolazione giovanile”. Proprio la fascia di popolazione di età compresa tra i 15 e i 24 anni, infatti, è quella più esposta al rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili come sifilide, gonorrea e clamidia. Malattie che, come fa notare anche Casella, sono in aumento in Italia e in Europa. A ottobre di quest’anno, la Società interdisciplinare per lo studio delle malattie sessualmente trasmissibili (Simast) aveva dichiarato che, secondo i rilevamenti, in Italia i casi di gonorrea erano passati dai 70mila del 2022 ai 97mila del 2023. Per quanto riguarda l’HIV, invece, a fine novembre l’Istituto superiore di sanità (Iss) aveva pubblicato i dati relativi al 2024 in Italia: 2.379 nuove diagnosi di infezione, pari a 4 nuovi casi per 100.000 residenti.
L’installazione di distributori di preservativi a prezzo calmierato, poi, cerca di contrastare il trend di calo nell’utilizzo del profilattico tra gli adolescenti nell’ultimo decennio. Casella ricorda che “circa un adolescente su tre riferisce di non ricorrere né al preservativo né ad altri metodi contraccettivi”. Sul fronte dell’educazione sessuo-affettiva, alle persone in età adolescenziale manca una formazione adeguata sul tema delle malattie sessualmente trasmissibili, una lacuna che riguarda sia le scuole che il contesto familiare. “Molti studenti”, ha chiuso, “non ricevono una formazione adeguata su contraccezione e prevenzione e una quota rilevante non affronta questi temi nel contesto familiare. Il profilattico è l’unico presidio in grado di proteggere simultaneamente da gravidanze indesiderate e dalle principali infezioni sessualmente trasmissibili”.
L'articolo Preservativi a prezzo calmierato nelle scuole superiori in Liguria: il via libera della Regione proviene da Il Fatto Quotidiano.
La nota catena di negozi Mediaworld, che si occupa della vendita al dettaglio di prodotti di elettronica, diventa cinese. Il gruppo Jd ha, infatti, conquistato l’85,2% dell’azienda tedesca Ceconomy, holding che controlla i negozi MediaMarkt (in Italia Mediaworld) e Saturn. Circa il 60% arriva dall’Opa lanciata da Jd, mentre il resto è frutto dell’accordo con Convergenta, la holding della famiglia Kellerhals, che manterrà una quota del 25,35%. La notizia è stata resa nota dalla stessa azienda con un comunicato.
A fine luglio il gruppo cinese aveva acquistato il 32% di Ceconomy. Jd è in Cina il terzo gestore di commercio online. Il valore di questa precedente transazione, secondo il quotidiano economico Handelsblatt, era di 2,2 miliardi di euro. L’acquisizione di MediaMarkt e Saturn dà a JD.com l’accesso a uno dei più grandi negozi online di prodotti elettronici in Europa e a una rete di circa 1.000 negozi in undici Paesi europei. Sempre a luglio era stato concordato che per i successivi tre anni non ci saranno licenziamenti o chiusure di filiali nell’ambito della transazione.
L’Autorità federale antitrust tedesca ha dato il proprio via libera a settembre, poiché JD.com era finora “attiva in Germania solo in misura molto limitata“. Tuttavia, secondo Ceconomy, la conclusione dell’offerta pubblica di acquisto è ancora soggetta all’approvazione delle autorità competenti in materia di commercio estero e all’approvazione ai sensi del regolamento Ue sulle sovvenzioni estere. La conclusione è prevista quindi nella prima metà del 2026.
L'articolo Mediaworld diventa cinese: il gruppo di Pechino Jd acquisisce l’85,2% della holding tedesca Ceconomy proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Nell’ecosistema della costiera sorrentina l’imprenditore edile Salvatore Langellotto era il predatore che con le sue intimidazioni marcava il territorio, e l’ambientalista Claudio d’Esposito e il giornalista Vincenzo Iurillo le scimmiette sull’albero che hanno avuto il coraggio, da sentinelle della legalità , di avvisare la comunità che stava arrivando il predatore“. La metafora scelta dal pm di Torre Annunziata Antonio Barba per motivare la richiesta di condanna a 5 anni dell’imputato, Langellotto, paragona Sorrento e il territorio costiero a una giungla. Dove vige la legge del più forte. Dove bisogna scappare se non si vuole essere sbranati.
In questo processo l’imprenditore, già condannato per illecita concorrenza aggravata dal metodo camorristico e concorso esterno nel clan Esposito, attualmente in carcere a scontare sette anni di condanne definitive per reati fallimentari, è accusato di aver mandato all’ospedale con 40 giorni di prognosi d’Esposito come vendetta per le denunce su carta intestata Wwf che nel 2012 ne bloccarono un progetto di 252 box interrati in un ex agrumeto di Sorrento. E di avere poi intimidito e stalkerizzato il cronista del Fatto quotidiano, che aveva raccontato in più articoli le “gesta” dell’imprenditore, il pestaggio di d’Esposito (compiuto il 26 marzo 2023), e la benedizione religiosa a fine 2023 dei camion delle sue aziende sul sagrato della Chiesa di Sant’Agnello, a duecento metri di distanza dal luogo dove avvenne l’aggressione. Fino a inseguire Iurillo in una farmacia di Sant’Agnello, dove il cronista trovò riparo da conseguenze peggiori.
“Reati uniti dal vincolo della continuazioneâ€, sostiene il pm. Di qui la richiesta di condanna espressa senza dividere il calcolo della pena tra i due capi di imputazione, al termine di una requisitoria particolarmente accesa nei toni e nel volume. “Che cosa è diventata la costiera sorrentina? Una terra di saccheggio?†si è chiesto quasi urlando il pm descrivendo Langellotto (difeso dall’avvocato Antonio Di Martino) come un “predatore” che voleva “zittire chi gli va contro per ottenere il risultato del lucroâ€.
Secondo Barba “Langellotto era ossessionato da Iurilloâ€, e la prova risiederebbe nelle continue allusioni dell’imputato ai vecchi affari del padre del giornalista, morto nel 2010, che negli anni ’70-’80 fu a lungo socio di Ludovico Imperiale, un chiacchierato costruttore di Castellammare di Stabia vicino ai clan D’Alessandro e Cesarano, nonché padre di un ragazzo turbolento che fu costretto a scappare in Olanda per evitare guai, e che da lì iniziò una carriera criminale che lo portò a diventare uno dei più potenti narcotrafficanti del mondo, Raffaele Imperiale.
Allusioni che il pm ha ricordato ed evidenziato in un’aula deserta, riferendosi in particolare a due frasi di Langellotto. Una l’ha detta in videochiamata con Giulio Golia durante l’intervista parzialmente andata in onda sul programma Le Iene, nel servizio dedicato alla benedizione religiosa dei camion: “Io non sono mai stato socio di un narcotrafficante, Iurillo pensasse ai suoi scheletri nell’armadioâ€. Cose che non c’entravano nulla con le domande di Golia sul pestaggio di d’Esposito. La seconda l’ha pronunciata durante una dichiarazione spontanea nel corso del processo, al termine dell’escussione del cronista del Fatto quotidiano: “Dite al buon Iurillo che i miei soldi sono buoniâ€. Per il pm, queste parole, queste allusioni, un tentativo di screditare l’immagine del cronista, erano più pericolose delle minacce e delle aggressioni esplicite. Erano parte di un metodo intimidatorio fatto di “espressioni che ciclicamente tornano (da parte di Langellotto, ndr) per prevaricare le vittime e le sentinelle di legalità che vogliono impedire che la costiera sorrentina sia terra di saccheggioâ€.
Nel corso dell’udienza è intervenuto anche l’avvocato di Iurillo, Salvatore Pinto, associandosi alle richieste dell’accusa. La sentenza del giudice Adele Marano potrebbe arrivare a fine gennaio.
L'articolo Stalking al cronista del Fatto, il pm chiede 5 anni di pena: “L’imprenditore Langellotto era un predatore, costiera sorrentina terra di saccheggio” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Arriva dalla provincia di Arezzo un caso di allontanamento di minori avvenuto un mese e mezzo fa e che emerge dopo il clamore della vicenda dei bimbi nei bosco di Palmoli (Chieti) che potrebbe ormai essere in via di risoluzione. Nella piccola comunità toscana, tra le colline di Caprese Michelangelo, due bambini di 4 e 8 anni sono stati affidati a una comunità protetta. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Verità , i genitori, Harald, perito elettronico di Bolzano, e Nadia, originaria della Bielorussia, avrebbero scelto uno stile di vita isolato, vivendo in un bosco e optando per la scuola parentale a domicilio. Tuttavia, non avrebbero seguito le procedure previste dalla normativa per l’istruzione parentale né eseguito tutti gli obblighi vaccinali dei figli.
Il caso è stato documentato anche dalla trasmissione Fuori dal Corò di Rete 4, che ha mostrato immagini delle telecamere di sorveglianza della casa: i due bambini, il 16 ottobre scorso, vengono portati via dagli assistenti sociali e dalle forze dell’ordine, urlanti e spaventati. Secondo quanto stabilito dal Tribunale dei Minori di Firenze, presieduto dalla giudice Nadia Todeschini, i genitori non avrebbero rispettato le procedure previste per l’istruzione domiciliare e avrebbero ostacolato i controlli sanitari sui bambini. “Ci hanno uccisoâ€, racconta la madre Nadia, “sono 47 giorni che non abbiamo loro notizie. Neppure una telefonata, neppure per i compleanni del mese scorso. Siamo distrutti. Perché tutto questo? Che male abbiamo fatto?â€
La sindaca di Caprese Michelangelo, Marida Brogialdi, conferma che la situazione era nota agli uffici comunali: “L’operazione è stata disposta dal Tribunale dei minori di Firenze e coordinata con carabinieri e servizi sociali. Non conosco personalmente la famiglia; il padre venne una volta in Comune, ma ebbe un atteggiamento molto distaccatoâ€. Brogialdi sottolinea che nel territorio la scuola parentale è praticata da diverse famiglie, soprattutto straniere, che vivono in casolari isolati, ma che “procedono regolarmente con gli esami annuali. In questo caso i due bambini non risultavano iscritti a nessuna procedura di istruzione parentale e non avevano mai sostenuto le verifiche previsteâ€.
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L'articolo Fratellini che vivevano in un bosco dell’Aretino allontanati dalla famiglia, “nessuna procedura di istruzione” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Elettra Lamborghini si è mossa “in incognito” per registrare le reazioni alla sua partecipazione a Sanremo. Dopo l’annuncio della lista dei Big, la cantante, che quest’anno ha condotto su Rai2 ‘Boss in incognito’, è tornata a travestirsi con parrucca bionda, occhialini tondi e un trucco ‘peggiorativo’, per intervistare gente comune chiedendo: “Sono usciti i nomi di Sanremo. Elettra Lamborghini è in gara. È contenta?”.
Quasi tutte le risposte sono positive (“grande”, “tanta roba”), ma c’è anche chi reagisce con commenti neutrali (“non mi cambia niente”). Il siparietto, pubblicato sui social della cantante, si chiude in farmacia dove Elettra getta la maschera e chiede un aiuto contro la paura da festival che fa brutti scherzi.
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Nelle ultime ore i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Latina e della Stazione di Sabaudia hanno arrestato un uomo di 40 anni, già noto alle forze dell’ordine, ritenuto il responsabile dell’incendio di due auto della polizia locale del comune pontino. Più in particolare, intorno alle 3 di questa notte, i militari della Stazione di Sabaudia sono intervenuti in via Inghilterra per l’incendio che aveva provocato la distruzione di due Jeep Renegade della polizia locale, parcheggiate entrambe davanti al comando, a ridosso delle colonnine di ricarica (essendo entrambe elettriche). Attraverso la visione delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza, i militari hanno avuto modo di riscontrare come un uomo travisato avesse cosparso i veicoli di liquido infiammabile, per poi appiccare l’incendio e allontanarsi a bordo del suo veicolo. Le conseguenti verifiche hanno permesso di identificare l’indagato, che è stato rintracciato e arrestato.
Nel corso delle indagini, sono stati raccolti alcuni elementi di colpevolezza nei suoi confronti anche rispetto ad un incendio di auto a San Felice Circeo, dove è stata presa di mira una macchina di proprietà di un cittadino del posto.
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A un mese dal crollo della Torre dei Conti, uno dei simboli monumentali dell’area dei Fori Imperiali, l’indagine della procura di Roma ha un primo punto fermo. Gli inquirenti hanno iscritto quattro persone nel registro degli indagati: tre architetti – tra cui il responsabile tecnico del progetto – e un ingegnere. Sotto le macerie rimase l’operaio Octav Stroici, 66 anni, morto in ospedale dopo essere stato estratto dall’incessante lavoro dei vigili del fuoco. Gli indagati dovranno ora garantire la loro presenza alle attività tecniche irripetibili, un passaggio necessario alla luce dell’intenzione dei pm di procedere verso una forma di incidente probatorio. Le ipotesi di reato al vaglio sono disastro colposo e omicidio colposo.
La Procura ha affidato ai carabinieri i rilievi tecnici, con particolare attenzione all’analisi delle macerie e alla ricostruzione puntuale della dinamica del crollo. L’obiettivo è verificare se vi sia stata una mancata o insufficiente valutazione della stabilità strutturale dell’edificio, sottoposto a lavori di restauro. Nei giorni scorsi gli investigatori hanno effettuato un nuovo sopralluogo nell’area del cantiere, rimuovendo parte dei sigilli per consentire l’avvio della complessa messa in sicurezza. Una porzione della struttura è stata dissequestrata così da permettere ai vigili del fuoco di intervenire sulle zone più instabili, liberare i detriti pericolanti e installare sensori di monitoraggio delle murature.
Parallelamente, la Procura ha acquisito la documentazione relativa alla gara d’appalto e la relazione del 30 maggio scorso elaborata da una società incaricata della sicurezza, che aveva certificato la stabilità della Torre dei Conti. I magistrati hanno inoltre conferito una consulenza tecnica di 90 giorni a un team di ingegneri strutturisti per valutare se il tipo di intervento in corso fosse adeguato alla natura storica e alle criticità dell’edificio. A supporto dell’indagine anche le testimonianze degli operai presenti al momento del crollo e i risultati dell’autopsia su Stroici. L’uomo, cittadino romeno, è deceduto per trauma da schiacciamento dopo essere rimasto intrappolato per circa undici ore sotto le macerie.
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“Ho quasi visto Dio“. Facendo dell’ironia una utente su Tiktok ha scatenato una gigantesca polemica sull’utilizzo dei fari alti e molto luminosi da parte degli automobilisti. La creator Alexa McNee ha pubblicato un breve video in cui si vede la sua auto riempirsi di luce bianca a causa di un veicolo dieto di lei nel traffico. Una luce che le ha reso difficile anche la guida. “Mi dispiace ma se i tuoi fari sono così luminosi non ci vedo un ca**o, mi accecano”, ha spiegato l’utente.
Il video ha scatenato una discussione sull’utilizzo di fari troppo alti o troppo forti, con molte persone che hanno raccontato di ritenere pericolosi certi comportamenti e di evitare addirittura di guidare di notte.
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