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Sta facendo il giro dei social il video in cui Antonio Tajani, ministro degli Esteri, esulta per il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio dell’Unesco al grido di battaglia dell’Aeronautica militare in India (“Gheregheghez”, nato nel 1924). Il filmato mostra Tajani al ricevimento intitolato “Una serata italiana” all’ambasciata di Nuova Delhi: dietro di lui, ufficiali e sottufficiali dell’arma.
L'articolo “Gheregheghez”, il grido di battaglia di Tajani insieme ai militari in India – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
Nell’ultima puntata prima della pausa natalizia di Fratelli di Crozza, in onda il venerdì sera in prima serata sul Nove e in streaming su Discovery+, Maurizio Crozza commenta la gestione di Milano-Cortina 2026 tra ritardi, spese fuori controllo e piste contestate.
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L'articolo L’ironia di Crozza sulle Olimpiadi: “Pista da bob di Cortina? Per ripagarla facciamo sborsare 80mila euro a giro…” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tutto pronto per “Sarà Sanremo”, in onda domani sera 14 dicembre dalle 21:30 dal Teatro del Casinò di Sanremo in prima serata su Rai 1. Carlo Conti accoglierà tutti e 30 Big del 76esimo Festival di Sanremo, che diranno i titoli delle canzoni (e cosa rappresentano per l’artista in gara) e i 4 protagonisti delle Nuove Proposte. Alla conduzione Carlo Conti con la partecipazione di Gianluca Gazzoli.
Quindi arriveranno: Arisa, Bambole di pezza, Chiello, Dargen D’Amico, Ditonellapiaga, Eddie Brock, Elettra Lamborghini, Enrico Nigiotti, Ermal Meta, Fedez & Masini, Francesco Renga, Fulminacci, J-Ax, LDA & Aka 7even, Leo Gassmann, Levante, Luchè, Malika Ayane, Mara Sattei, Maria Antonietta & Colombre, Michele Bravi, Nayt, Patty Pravo, Raf, Sal Da Vinci, Samurai Jay, Sayf, Serena Brancale, Tommaso Paradiso e Tredici Pietro.
Ancora sfide a “Sarà Sanremo” per aggiudicarsi con sfida diretta i 2 posti disponibili, tra i 6 concorrenti finalisti, per le Nuove Proposte 2026: Antonia, Angelica Bove, Nicolò Filippucci, Seltsam, Senza Cri e Welo. A giudicarli sempre la Commissione musicale di “Sanremo Giovani” (Manola Moslehi, Carolina Rey, Ema Stokholma, Daniele Battaglia ed Enrico Cremonesi – insieme ai “giurati dietro le quinte” Carlo Conti e Claudio Fasulo – Vicedirettore della Direzione Intrattenimento Prime Time).
Mazzariello e il trio Sonico, Blinded Elma sono i finalisti per Area Sanremo. A febbraio avranno l’opportunità di salire sul palco dell’Ariston in gara tra i Giovani. Sfideranno i due artisti che domani sera otterranno il pass per il festival durante la finale di Sarà Sanremo.
“Oltre 500 giovani cantanti e la maggior parte di loro non sono arrivati in fondo. Ma la qualità espressa è tanta. – ha detto Carlo Conti in conferenza stampa oggi al Palafiori di Sanremo – L’importante è non mollare mai. Le novità 2025 sono molte. Ema Stockholma, Manola Moslehi e Carolina Rey saranno le conduttrici del Prima Festival. Ema, Manola e Carolina saranno le mie Charlie’s Angels. Sono lieto di annunciare anche che al Dopofestival con Nicola Savino, che torna al Casinò di Sanremo, a coordinare tutto quello che riguarderà i contribuiti musicali ci sarà il maestro Enrico Cremonesi. Daniele Battaglia invece sarà il conduttore del Suzuki Stage in piazza Colombo. E quando sarà la volta del momento dei giovani accanto a me ci sarà sul palco dell’Ariston Gianluca Gazzoli”. Sulle polemiche legate al cast dei Big del prossimo Festival ricco di giovani: “È normale, se no non sarebbe Sanremo”.
Infine Williams Di Liberatore, il direttore del prime time della Rai, ha dichiarato: “Il Festival è della Rai e siamo felici di continuare a farlo a Sanremo, a braccetto con il Comune. Il cast è davvero importante, un mix che garantirà qualità e spettacoloâ€
L'articolo “Le polemiche sul cast? È normale, se no non sarebbe Sanremo. Stockholma, Moslehi e Rey al Prima Festival. Gazzoli co-conduttore per i Giovani”: così Carlo Conti proviene da Il Fatto Quotidiano.
Nell’ultima puntata prima della pausa natalizia di Fratelli di Crozza, in onda il venerdì sera in prima serata sul Nove e in streaming su Discovery+, Maurizio Crozza commenta le reazioni al riconoscimento UNESCO per la cucina italiana, le parole di Tajani e le notizie sulla vendita dei quotidiani italiani.
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L'articolo L’ironia di Crozza: “Cucina italiana patrimonio dell’umanità ? Meloni, proponi l’arte di pagare le tasse…” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Bagarre a Tagadà (La7) tra Tonia Mastrobuoni, corrispondente da Berlino per Repubblica, e l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, sulla situazione della guerra in Ucraina e sugli aiuti europei. Mastrobuoni si sofferma sulla decisione della Ue di rendere indefinito il congelamento dei 210 miliardi di euro di asset russi: se prima le sanzioni dovevano essere rinnovate ogni 6 mesi all’unanimità (col rischio di veto da parte di paesi come Ungheria e Slovacchia, più vicini a Mosca), ora restano congelati finché la Russia non termina la guerra e paga i danni all’Ucraina.
La giornalista aggiunge: “Quando ci sarà il voto il 18 dicembre, ovviamente si litigherà , ma c’è sempre un piano B che ha formulato Ursula von der Leyen la settimana scorsa. Purtroppo nessuno ne parla e anche l’Italia e il governo sono troppo stupidi per parlarne, perché per il governo italiano sarebbe l’ideale, cioè 90 miliardi in due anni finanziati con eurobond e garantiti dal bilancio europeo”.
Quando prende la parola, Fidanza commenta le parole di Mastrobuoni: “Al di là degli epiteti abbastanza incommentabili della Mastrobuoni, il governo è assolutamente presente al tavolo europeo con una bussola che è sempre la stessa: quella di rendere compatibili gli impegni per l’Ucraina con il nostro interesse nazionale, perché tra le varie proposte che sono sul tavolo a Bruxelles in queste ore, ce ne sono alcune che non sarebbero del tutto poco gravose potenzialmente per l’Italia”.
Mastrobuoni lo interrompe più volte: “Ma non ho detto che non siete al tavolo europeo. Lei non ha capito niente, mi mette in bocca parole che non ho mai detto”.
“Allora forse è un problema di ritorno dell’audio – replica Fidanza mentre la giornalista si dimena – Ho sentito la parola ‘stupido’, forse ho sentito male. Però vorrei terminare, poi lei chiarisce. Se ho sentito male, mi fa piacere se lo smentisce, ma la prego di non interrompermi”.
La polemica esplode quando Mastrobuoni ha la parola: “Non ha capito una sola parola di quello che ha detto. Le mie parole, che lei definisce ‘incommentabili’, non le ha proprio capite”.
Fidanza insorge: “Si sente molto male. Non è che non capiamo, il suo collegamento fa schifo. Forse è lei che dovrebbe capirlo”.
“Sì, sono comunista – ribatte la giornalista – quindi il collegamento fa schifo”.
“Lei deve dare sempre lezioni, come tutti quelli di Repubblica – rilancia l’europarlamentare – Ci date lezioni anche quando non funziona il collegamento, date sempre lezioni di vita. Siamo stufi delle vostre lezioncine“.
“Ha finito? – controbatte Mastrobuoni – Stia calmo e si prenda la pillolina rossa. Lei non ha capito nulla di quello che ho detto”.
E Fidanza protesta nuovamente: “Certo, perché sono stupido, mentre voi di Repubblica siete degli illuminati”.
“Sì, esattamente – risponde Mastrobuoni – È stupido lei ed è stupido il governo“.
“Noi di destra abbiamo l’anello al naso – replica il politico – non capiamo niente e aspettiamo Repubblica che ci spieghi la vita”.
“Sì, lei ha l’anello al naso ed è anche molto maleducato“, replica la cronista.
“No, è lei una cafona – risponde Fidanza – Si vergogni, lei non può dare lezioni a nessuno”.
“Maleducato, si vergogni lei”, replica Mastrobuoni.
“Esca dal suo salotto”, rilancia Fidanza.
“Ma la smetta – insorge la giornalista – Nel salotto ci sta lei che guadagna 15mila euro al mese, ma stia zitto e taccia. Lei non ha capito nulla”.
“Non faccia la demagoga e si vergogni – urla Fidanza – Io sono stato votato da decine di migliaia di persone. A lei chi l’ha mai votata?”.
L'articolo Lite Fidanza-Mastrobuoni su La7: “Si vergogni, cafona. Esca dal salotto”. “Taccia maleducato, lei prende 15mila euro al mese” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Il finanziamento, certo, c’è ma è insufficiente e col trucco visto che scarica sulle università statali la responsabilità di assunzione delle migliaia di ricercatori precari, gran parte contrattualizzati per i progetti legati al Pnrr. Col trucco perché proposto con la consapevolezza che gli atenei potrebbero non riuscire a stabilizzare neanche i soli 1.600 ricercatori “coperti†sui 4.500 individuati dal Governo stesso o, addirittura, sugli oltre 20 mila stimati dai sindacati in un conteggio che considera tutte le forme di contratti a tempo determinato su cui si appoggia l’università italiana.
Lo stanziamento è presentato come un “piano straordinario†di valorizzazione e reclutamento per gli atenei statali e gli enti pubblici di ricerca vigilati dal Mur (come Cnr, Inaf, Infn, Ingv, Ogs, Inrim) ed è previsto in uno degli emendamenti alla manovra del pacchetto dei riformulati presentati in commissione Bilancio. Il testo prevede, per le assunzioni, un cofinanziamento al 50% da parte del ministero e al 50% a carico dei bilanci dei singoli enti. Vengono nel complesso stanziati circa 50 milioni con incrementi del Fondo di finanziamento ordinario delle università (FFO) e del fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca (FOE). Poco più di 11 milioni dal 2026, poco meno di 39 dal 2027. Le nuove assunzioni avvengono con procedure concorsuali, con una riserva del 50% dei posti dedicata ai ricercatori attualmente impiegati su progetti Pnrr.
Nel dettaglio, si cofinanziano al 50% le posizioni da Ricercatori in tenure track (quindi quelle che portano alla stabilizzazione) il resto a carico degli atenei “entro le proprie facoltà assunzionaliâ€, quindi nel quadro degli attuali organici. È la stessa relazione tecnica a fornire i numeri: ci sono, secondo il ministero dell’Università e della ricerca, 4.502 Ricercatori a tempo determinato (A) in scadenza tra il 2025 e il 2026, di cui 2.574 assunti col Pnrr. E di questi, si riusciranno a stabilizzare – ammesso che le università abbiano abbastanza soldi per coprire la loro parte – circa 500 posizioni per il 2026 e intorno alle 1.100 per il 2027. Quindi poco più di 1.600 se si aggiungono quelli delle università non statali. “Non a caso – spiega la Flc Cgil – si prevede già che ci possano esser risorse non utilizzate per questo misero pianetto straordinario e le si destina, per ogni evenienza, ad integrazione della quota base del Fondo per il finanziamento ordinario delle università â€.
Per gli Enti di ricerca sono invece previsti quasi 8,8 milioni di euro in due anni per assumere personale ricercatore e tecnologo con le stesse modalità di cofinanziamento e anche qui una riserva del 50% dei posti per i precari Pnrr in ruolo al 30 giugno 2025. “In termini concreti, si tratta di circa 240 posizioni, ma anche in questo caso, non a caso, si prevede già che ci possano esser risorse non utilizzate e le si destina, per ogni evenienza, ad integrazione del Fondo Ordinario Enti ed Istituzioni di Ricerca†continua il sindacato.
Altri 2 milioni di euro in due anni, con uguali modalità , sono previsti anche per le università non statali con risorse che potranno permettere in questi atenei di assumere tutti i ricercatori Pnrr. “A nostra memoria è la prima volta che si prevede un piano straordinario anche delle università non stataliâ€.
La Flc Cgil traccia un bilancio pluriennale di tagli e sacrifici, a partire dalla legge di Bilancio del 2025 che ha previsto per il 2025 un blocco del turn over dei professori universitari al 75%, che per il 2026 si trasferiva ai ricercatori nelle università e negli enti pubblici di ricerca. “Questo blocco ha comportato per gli atenei una perdita di circa 50 milioni di euro e dal 2026 dovrebbe prevedere almeno 65 milioni di euro di trasferimenti annui dal sistema università e ricerca al MEFâ€. E ancora, la cancellazione della coda del cosiddetto “Piano straordinario Messa†che ha destinato agli aumenti stipendiali del personale 50 milioni di euro dal 2025 e altri 50 milioni dal 2026 che dovevano esser invece dedicati all’assunzione di nuovi professori, ricercatori e personale tecnico amministrativo in deroga alle facoltà assunzionali (cioè, aumentando gli attuali organici degli atenei). “Striminzita. Resta fuori una ingente platea, tra assegni (prorogati e attivati anche per il Pnrr quando ancora non erano implementati i Contratti di Ricerca che avrebbero dovuto sostituirli) e precari “storiciâ€. “A fronte di oltre 10.000 precari Pnrr in espulsione da università ed enti di ricerca, di cui oltre 2.600 RTDa e oltre 300 TD, a fronte degli oltre 7.200 RTDa ancora in ruolo e in scadenza nei prossimi due anni, a fronte dei 100 milioni di tagli attuati nel 2024 sul Piano straordinario Messa e di un intervento garantito dalle opposizioni lo scorso anno per il solo CNR di 10 milioni di euro, si prevede oggi un intervento parziale per 1.900 posizioni, sostanzialmente finanziato con le risorse provenienti dal taglio del turn over deciso nella legge di bilancio dello scorso anno, di cui già oggi non si è sicuri che saranno effettivamente tutte bandite per la necessità di un cofinanziamento nel quadro degli attuali organiciâ€.
L'articolo Università , il “piano straordinario” per l’assunzione dei ricercatori precari: lo stanziamento insufficiente e col trucco proviene da Il Fatto Quotidiano.
Un’operazione in mare aperto per impedire all’Iran di ricostituire il suo arsenale dopo i raid americani e israeliani di giugno. A raccontare del blitz è il Wall Street Journal che, sulla base di resoconti di ufficiali Usa, scrive di come a novembre le forze americane sarebbero salite a bordo di una nave nell’oceano Indiano per sequestrare materiale partito dalla Cina e diretto a Teheran.
Quando le forze speciali statunitensi hanno abbordato il cargo, la nave sarebbe stata a centinaia di miglia dalla costa dello Sri Lanka. L’imbarcazione ha poi potuto riprendere il viaggio, affermano le fonti del Wsj, secondo cui gli Stati Uniti avevano monitorato attentamente la spedizione e le informazioni di intelligence raccolte suggerivano il carico fosse destinato ad aziende iraniane specializzate nell’approvvigionamento di componenti per il programma missilistico della Repubblica Islamica.
Nel carico c’erano componenti potenzialmente utili per la realizzazione di armi convenzionali, ha detto un ufficiale. Il materiale è stato distrutto, ha aggiunto, e le componenti sequestrate erano ‘dual-use’. Nessun dettaglio è stato fornito sull’armatore né sul nome della nave. No comment dal Comando Indo-Pacifico, che ha condotto il blitz. Nessuna risposta è arrivata anche dalle richieste di commento da parte del giornale ai ministeri degli Esteri di Cina e Iran.
L'articolo “Gli Usa hanno attaccato una nave partita dalla Cina e diretta in Iran” proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Era un grande, ma la sua grandezza non è durata. Non riusciva a fare grande musica da solo. È un fallitoâ€. Sharon Osbourne intervistata a Piers Morgan Uncensored parla così di Roger Waters, rivelando di aver pensato di inviare all’ex Pink Floyd una scatola piena di escrementi per quel che il musicista ha detto nei mesi scorsi dopo la morte di Ozzy.
Ospite del podcast The Independent Ink, Waters aveva infatti speso parole poco lusinghiere nei confronti del collega. “Ozzy Osbourne, che è appena morto, che Dio lo benedica nello stato in cui è stato per tutta la sua vita. Non lo sapremo mai. È in tv da centinaia di anni con la sua idiozia e le sue assurdità . La musica, non ne ho idea. Non me ne frega un cazzo”, aveva fatto sapere.
E ancora: “Non mi interessa dei Black Sabbath, non mi sono mai interessati. Non ho alcun interesse a mordere teste di polli. Qualunque cosa facciano non me ne può fregare di menoâ€. Jack, figlio di Ozzy, via social aveva già replicato al suo intervento dandogli del “patetico e fuori dal mondoâ€: “L’unico modo in cui sembri ottenere attenzione, ormai, è vomitando stronzate sulla stampa. Mio padre ha sempre pensato che fossi uno stronzo, grazie per averglielo confermato†aveva scritto online.
Ora è il turno della vedova, Sharon, che non fa sconti all’artista: “È pazzo. Cinque mogli dopo e, sai, odia tutti quelli che hanno successo. E se ne va in giro con il suo patetico costume nazista fatto in casaâ€. Quindi la rivelazione: “Stavo per mandargli una delle mie scatole Tiffany, ma la conserveròâ€.
Trattasi di scatole piene di escrementi che la donna inviava a giornalisti che stroncavano il marito senza argomentazioni valide e ad altre persone “che non mi piacevanoâ€. Nel caso di Waters, però, ha deciso di fermarsi: “Anche mandargli merda è uno spreco†ha confessato. “Sai, è uno spreco perché è davvero insignificante. Ma ho pensato che con chiunque muoia, che abbia una famiglia, non si fa cosìâ€.
Sul finire dell’intervista Sharon Osbourne azzarda anche l’ipotesi che in realtà le parole dell’ex Pink Floyd potessero essere rivolte a lei per ragioni di stampo antisemita: “Pensavo che riguardasse me perché odia gli ebrei e io sono mezza ebrea. Ed è tipo, quindi mi odia perché mio padre era ebreoâ€, conclude.
L'articolo “Stavo per mandare una scatola piena di me**a a Roger Waters, mi odia perché sono mezza ebreaâ€: lo sfogo di Sharon Osbourne proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Notre Dame de Paris”, l’opera popolare moderna di successo firmata da Riccardo Cocciante, tornerà nei teatri italiani a partire dal 26 febbraio 2026 con oltre 120mila biglietti già venduti. Andato in scena per la prima volta in Italia nel 2002, l’opera nel 2027 celebrerà il venticinquesimo anniversario. Riccardo Cocciante è l’autore delle musiche dello spettacolo con l’adattamento in italiano di Pasquale Panella dei testi di Luc Plamondon, dell’omonimo romanzo di Victor Hugo che racconta la drammatica storia d’amore tra Esmeralda e Quasimodo, sullo sfondo della maestosa Cattedrale di Notre Dame di Parigi.
“Mi sento un privilegiato, perché in fondo arrivare al 25esimo anniversario per una opera così non è da tutti. – ha raccontato l’artista e compositore – Ci siamo inventati questa opera popolare, usando la forma canzone, uno strumento eccezionale, che a volte non viene trattato sempre bene, però ci permette di comunicare con il pubblico. La cosa che mi fa piacere è che molti giovani che vengono ad ascoltare ‘Notre Dame de Paris’ poi ne rimangono affascinati proprio per ciò che comunica. Io ho composto le musiche, avevo tutto in mente, così mi sono messo a suonare al pianoforte questo progetto per cercare anche persone che puntassero su questo progetto (l’impresario David Zard è stato tra i primi a crederci fortemente, ndr). Ho suonato tutta l’opera in francese. Bisognava poi tradurla in italiano ed ecco chè entrato in gioco Pasquale Panella, che ha fatto un lavoro eccezionale”.
E infine: “Poi nella storia ci sono valori importanti che raccontano la diversità , l’immigrazione, i clandestini... Insomma è una storia sulla diversità umana, la difficoltà di vivere quando non si è omologati in una categoria. Tutto questo viene raccontato da alcuni personaggi di questa opera. Non c’è niente da pretendere dalla natura, dove un diverso, non si sente estromesso. Il messaggio che deve arrivare è evidenziare quanto sia difficile di vivere quando non ci si sente come gli altri”.
Riconfermato uno dei volti storici dell’opera Giò Di Tonno che sarà Quasimodo. Elhaida Dani, che ha vinto la prima edizione di The Voice of Italy nel 2013, si calerà nel ruolo di Esmeralda. E a seguire: Gianmarco Schiaretti (Gringoire), Vittorio Matteucci (Frollo), Graziano Galatone (Febo), Angelo del Vecchio (Clopin), Camilla Rinaldi (Fiordaliso), Matteo Setti (Gringoire), Beatrice Blaskovic (Fiordaliso), Alessio Spini (Clopin), Luca Marconi (Febo) e Massimiliano Lombardi: (Frollo).
L’opera popolare moderna è stata tradotta e adattata in 9 lingue (francese, inglese, italiano, spagnolo, russo, coreano, fiammingo, polacco e kazako), attraversando 20 Paesi nel mondo con oltre 5.650 spettacoli e conquistando 18 milioni di spettatori internazionali, di cui 4,5 milioni solo in Italia. In oltre due decadi di storia italiana, lo show ha toccato 49 città con 181 appuntamenti e un totale di 1.548 repliche.
La tournée, prodotta da Clemente Zard e interamente curata e distribuita da Vivo Concerti, partirà il 26 febbraio 2026 da Milano dove rimarrà fino al 29 marzo. Tra le tante città lo spettacolo arriverà anche a Verona, luogo in cui Notre Dame de Paris ha radici profonde, e nel corso della tournée farà tappa anche a Jesolo (VE), Eboli (SA), Pesaro, Reggio Calabria, Montichiari (BS), Lugano, Genova, Senigallia, Caserta, Ferrara, Lanciano, Sabaudia, Olbia, Palermo, Bergamo, Torre del Lago (LU), Messina, Napoli, Bari, Firenze, Conegliano (TV), Torino, Casalecchio di Reno (BO), Trieste, per poi concludere il 6 gennaio 2027 a Roma.
L'articolo “La diversità , l’immigrazione, i clandestini. Notre Dame de Paris specchio di chi si sente escluso dalla società ”: Riccardo Cocciante sui 25 anni dell’opera popolare proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Le scuole non sono e non dovranno mai essere luoghi di indottrinamento, non devono e non dovranno mai essere luoghi di propaganda politica. Le scuole devono abituare lo studente allo spirito critico, al confronto plurale, alla crescita nel pluralismo: questa è la scuola democratica. La scuola delle dittature, la scuola totalitaria è quella che ti impone una visione senza nessun dibattito, senza nessun confronto”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, dal palco di Atreju. “Io temo che anche a leggere alcune reazioni di ieri, di qualche esponente dell’opposizione, ci sia ancora una mentalità totalitaria in alcuni esponenti della opposizione, perché quando mi si contesta il fatto che io voglia fare chiarezza se effettivamente Francesca Albanese, durante più lezioni curriculari, cioè obbligatorie, abbia veramente detto che questo governo è costituito da fascisti, complice di genocidio, e abbia veramente incitato a occupare le scuole, beh – continua – se mi si contesta la necessità di fare chiarezza su un punto dirimente per quanto riguarda la correttezza della formazione dei nostri giovani, vuol dire che non si ha maturità democratica. E il ministro non si lascia intimidire da nessuno, il ministro ha il dovere di far sì che la legge venga rispettata, la Costituzione venga rispettata, il pluralismo venga rispettato, e che nelle scuole non si faccia né propaganda né indottrinamento. Dopodiché, io non parto con alcun pregiudizio, accerteranno gli ispettori e vedranno se eventualmente si sono violate alcune regole e se c’è una responsabilità degli organi scolastici”.
L'articolo Valditara: “Ispettori nelle scuole che hanno ospitato Albanese? In aula non si fa propaganda politica” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Arrivano in auto per “vendicarsi” di una rissa e sparano contro la discoteca e i buttafuori. Venerdì notte a Milano, un 20enne e un 22enne sono stati arrestati dai Carabinieri, dopo aver esploso dei colpi d’arma da fuoco davanti alla discoteca Tocqueville e ai buttafuori presenti all’ingresso del locale di corso Como, una delle zone più frequentate della movida milanese.
Le auto della radiomobile sono intervenute alle 3.45 in via Tocqueville dove due persone a bordo di un’auto senza targa hanno sparato alcuni colpi senza colpire nessuno. Dei due, il 22enne avrebbe dei precedenti per furto e stupefacenti, mentre il 20enne sarebbe incensurato. Ed è lui che, secondo le accuse, avrebbe sparato. I due uomini sono stati fermati e perquisiti: avevano con sè una pistola con caricatore e 50 grammi di hashish, sono così stati arrestati per possesso di arma clandestina e spaccio.
Il più giovane è stato portato all’ospedale Fatebenefratelli per una frattura al setto nasale dovuta a una collutazione precedente all’arrivo dei Carabinieri. Poco prima infatti i due avrebbero litigato con i buttafuori del locale e sarebbero poi andati a prendere la macchina per tornare sul posto e “vendicarsi”.
Ne è nato un parapiglia nel corso del quale, data la presenza di molta gente all’esterno del locale e in strada, l’auto è rimasta bloccata tra la folla. E un uomo di 33 anni è stato investito tanto da riportare lievi traumi a una gamba.
L'articolo Arrivano in auto e sparano contro i buttafuori del Tocqueville a Milano: arrestati due giovani proviene da Il Fatto Quotidiano.
Sembra la scena di un film d’azione, invece è tutto vero. L’automobile guidata da una donna trentottenne, che viaggiava insieme alla figlia di 5 anni, è finita dritta nella vasca di una piscina comunale. È accaduto giovedì a La Ciotat, un comune francese di oltre 35mila abitanti situato nel dipartimento delle Bocche del Rodano, nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, e la foto dell’auto inabissata nella vasca è ovviamente diventata virale sui social.
Ma cos’è accaduto? Secondo le prime ricostruzioni, stando ai filmati delle telecamere di sicurezza sarebbe stata tutta colpa di una manovra temeraria. Il veicolo ha prima divelto la recinzione esterna e, a causa della velocità , si è schiantata contro la vetrata della piscina, “tuffandosi†poi in acqua.
Il dramma per fortuna è stato evitato grazie all’intervento immediato di due bagnini e di una persona presente nella piscina: i tre uomini si sono subito tuffati per estrarre la mamma e la figlia prima che l’acqua invadesse completamente l’abitacolo e le hanno tratte in salvo.
Tanto spavento per loro e per tutti i frequentatori della piscina che in quel momento si trovavano nella struttura. Le due donne sono poi state portate all’ospedale di La Ciotat per essere curate, così come un uomo che si trovava nella struttura pubblica, rimasto leggermente ferito dopo essere stato colpito dai frammenti delle vetrate andante in frantumi. Per fortuna le loro condizioni sono buone e sono stati tutti dimessi. Il peggio è stato evitato.
???????? | Une #voiture a fini dans la #piscine municipale de La #Ciotat après une mauvaise manœuvre d’une conductrice de 38 ans, avec sa fille de 5 ans à bord. Une personne a été légèrement blessée pic.twitter.com/0CPQS7ZYQE
— Instant Actu (@Inst_Actu) December 11, 2025
L'articolo Un’auto entra nella piscina comunale e affonda: rocambolesca manovra di una mamma con la figlia – VIDEO proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Non c’è qualcosa di stonato quando gli Stati Uniti, con la loro potenza, applicano delle sanzioni individuali a una cittadina italiana chiamata dall’Onu a fare indagini sui territori occupati da Israele? Sanzioni al punto che non può nemmeno aprire un conto in banca. Come governo italiano non sarebbe un gesto nobile dire ‘Francesca Albanese ha il diritto di parlare perché i reati di opinione non devono esistere’. Ma soprattutto: ‘Caro governo americano non si sanziona un cittadino italiano per le sue idee’. Mi piacerebbe che il governo o il presidente della Repubblica si esponessero per dire ‘non vi dovete permettere’. Che ne dice?”. Lo ha chiesto il direttore de il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, al ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso della festa dei giovani di Fratelli d’Italia, Atreju. Nella risposta Crosetto si è limitato a un generico “difendiamo tutti i cittadini italiani”, citando poi il caso della Global Sumud Flotilla.
L'articolo Travaglio a Crosetto: “Perché non dite agli Usa che non si devono permettere di sanzionare Albanese?”. “Difendiamo tutti i cittadini italiani” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Torna al centro della diatriba legale l’eredità di Stefano D’Orazio dei Pooh che finisce così in tribunale. La vedova del batterista, Tiziana Giardoni, chiede 100mila euro alla figlia “segreta†Francesca Michelon per danni esistenziali. Gli avvocati si sono ritrovati davanti alla Corte d’appello di Roma per il processo di secondo grado.
La tesi portata avanti dalla Giardoni e dai suoi legali è, come riporta Il Corriere della Sera, che “se la ragazza e il padre non hanno mai avuto buoni rapporti era per colpa del comportamento di lei, e per questo D’Orazio non aveva voluto mai riconoscerla in vita”. La via d’uscita per questa ‘battaglia’? La vedova è pronta a riconoscere alla Michelon la quota legittima: un terzo del patrimonio di D’Orazio e non la metà .
Dal processo di primo grado dello scorso mese di aprile i giudici avevano stabilito in maniera certa e definitiva che Francesca Michelon fosse la figlia di Stefano D’Orazio, grazie al test sul DNA. D’Orazio in vita non aveva mai voluto riconoscere la figlia, nata da una relazione con Oriana Bolletta già sposata con Diego Michelon.
I magistrati avevano precedentemente invalidato il testamento pubblico del 2016 di Stefano D’Orazio, stabilendo che l’intero patrimonio ereditario dovesse essere equamente ripartito tra Francesca e la vedova di D’Orazio, Tiziana Giardoni, la quale è stata condannata al pagamento di 60mila euro per danni esistenziali a Francesca Michelon. La vedova del batterista ha impugnato così la sentenza.
La corte d’Appello romana “si è riservata” e nella prossima udienza, ancora da fissare nel 2026, ci saranno le conclusioni dei legali e poi la sentenza di secondo grado.
L'articolo L’eredità di Stefano D’Orazio dei Pooh in tribunale: la vedova Tiziana Giardoni chiede 100 mila euro alla figlia “segreta†Francesca Michelon per danni esistenziali proviene da Il Fatto Quotidiano.
Truppe internazionali potrebbero essere schierate nella Striscia di Gaza già dal mese prossimo. Lo scrive il Times of Israel citando due funzionari Usa in contatto con l’agenzia di stampa Reuters. Sotto l’egida dell’Onu, i contingenti militari garantirebbero la stabilizzazione del territorio scoraggiando ulteriori scontri armati. Tuttavia non è ancora chiaro come verranno disarmati i guerriglieri palestinesi di Hamas.
Il tema sarà sul tavolo della conferenza statunitense con i Paesi partner, prevista a Doha il 16 dicembre. I delegati di 25 paesi – riferisce Reuters – discuteranno della pianificazione di una Forza internazionale di stabilizzazione (Isf) per Gaza. Sono tanti i nodi da sciogliere, ma l’aspetto decisivo riguarda la struttura di comando. I funzionari Usa – sotto anonimato – sostengono che lo scopo non sarà combattere Hamas. Poi indicano le altre questioni: le dimensioni, la composizione, l’alloggio, l’addestramento e le regole di ingaggio delle truppe.
L'articolo Gaza, l’ipotesi di truppe internazionali nella Striscia da gennaio: conferenza Usa a Doha il 16 dicembre proviene da Il Fatto Quotidiano.
Botta e risposta tra il generale Luciano Garofano e l’avvocato Fabrizio Gallo a Quarto Grado. Ad accendere i toni della discussione è stata la divergenza di opinioni sulla perizia Albani e sulla qualità del lavoro di indagine scientifica svolto nel 2007 sugli oggetti presenti a casa di Chiara Poggi. Durante il programma condotto da Gianluigi Nuzzi, andato in onda venerdì 12 dicembre su Rete 4, gli animi si sono scaldati, fino al punto che il generale Garofano si è alzato dalla sua postazione per chiarire la vicenda con Gallo: “La vuole finire di interrompere o continua in questo modo maleducato? La prego di stare zittoâ€, ha detto il biologo.
Il primo momento di scontro tra i due riguarda la perizia pubblicata dalla genetista Denise Albani, che ha individuato nelle tracce di DNA riscontrate sulle unghie di Chiara una compatibilità “moderatamente forte†e “forte†con la linea paterna della famiglia Sempio. Un risultato sostanzialmente diverso da quello ottenuto nel 2014 dal genetista Francesco De Stefano, che nella sua perizia dell’epoca sostenne di non avere acquisito risultati consolidati sul materiale genetico analizzato sulle unghie e, quindi, non validi scientificamente.
Una tesi che Garofano sembra appoggiare: “Non credo alla contaminazione. Dobbiamo partire da un presupposto, quello che ha analizzato De Stefano era il residuo di quanto aveva già prelevato il RIS, che non aveva trovato materiale maschile
tanto da arrivare a un profilo interpretabile. Come De Stefano, era stato trovato solo il profilo della vittimaâ€, sostiene il generale. Ma Gallo lo interrompe: “Se De Stefano non avesse trovato niente perché ha chiamato Stasi per il confronto?â€. Garofano non ci sta e risponde all’avvocato: “No, no, Gallo lei stia zitto. Ma perché le devo ricordare che è un maleducato?â€, afferma il biologo.
Che poi aggiunge: “Non è una critica alla dottoressa Albani, ha fatto un grande lavoro, il calcolo è però sbagliato perché quel profilo può essere il risultato di artefattiâ€. Ma questa volta è l’avvocato di Massimo Lovati a chiudere con una risposta
piccata: “Menomale che ha fatto un bel lavoro, ha ammazzato la (perizia, ndr) Albaniâ€. L’alterco verbale tra i due opinionisti non si esaurisce al commento sulla perizia Albani. Poco più tardi, quando la conversazione si sposta sugli elementi analizzati dagli inquirenti nel 2007, gli animi si scaldano nuovamente. In particolare, è il commento di Dario Redaelli, criminalista e consulente della famiglia Poggi, ad introdurre l’argomento: “Ho fatto da poco delle indagini per conto della famiglia sui vestiti e accessori che Chiara indossava il giorno dell’omicidio, sono stati conservati come se fossero delle reliquie e così tutto quello che aveva a che fare con la ragazzaâ€.
A quel punto, Nuzzi osserva: “Questo porta a smentire un’accusa fatta spesso alla famiglia di Chiara, che si dice sia soddisfatta della presenza di Stasi in carcere perché deve coprire qualcosaâ€, commenta il conduttore, che poi chiede a
Garofano perché non fossero stati analizzati all’epoca. Il nostro lavoro risale a 18 anni fa. Allora avevamo dei limiti analitici che sono cambiati, risponde il generale. Un commento a cui però Gallo risponde con una sua puntualizzazione: “Non li avete proprio fatti, avete fatto un errore. La risposta non piace al generale e il confronto di fatto degenera.
“Avvocato, credo che lei abbia una malattia che la spinge alla parola. In una scena del crimine, che forse l’avvocato
Gallo non conosce, non si prende tutto e si analizza, si valutano i reperti che possono essere importantiâ€, risponde ancora Garofano. Ma il legale precisa: “La cavigliera era sulla gamba della parte offesaâ€. A questo punto, il generale si alza dalla sua postazione e si avvicina a Gallo con tono minaccioso: “La vuole finire di interrompere o continua in questo
modo maleducato? La prego di stare zittoâ€. Lo stesso avvocato commenta sorpreso, ma non si tira indietro: “Ma che fa minaccia? Se vuole mi alzo anche ioâ€.
È però Nuzzi a placare gli animi, rimproverando Gallo sulle continue interruzioni, ma anche Garofano per la reazione avuta: “Così passa dalla parte del torto. Nessuno si alza e si avvicina agli altri opinionisti in questo studio. C’è modo e modo, non condivido la sua presa di posizioneâ€, dice il conduttore.
Il generale può quindi concludere il suo discorso: “Si prende quello che può essere utile all’indagine. Una catenina o un oggetto che indossava la vittima restituisce il suo DNA, allora, oggi sarebbe diverso. La cavigliera, non la ricordo, probabilmente era intrisa di sangue, quindi era talmente contaminata da non poter essere guardata. Non si analizzano 100 reperti, solo quelli su cui speri di avere un risultatoâ€.
Ancora una volta, però, Gallo non ci sta: “Se una ragazza viene trascinata dai piedi, chiaramente l’assassino può lasciare le sue impronte, non avere analizzato la cavigliera per me è stato un orrore. Non si può non analizzare qualcosa che sta attaccato al corpo. È Garofano però ad avere l’ultima parola: “Faremo tesoro dei suoi insegnamentiâ€, commenta piccato il
generale.
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