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Cronaca Nera a cura di F. Q.
Villa Pamphili, il vero nome di Rexal Ford è Francis Kaufmann: il nuovo colpo di scena

Un nuovo colpo di scena nella ricostruzione del delitto di Villa Pamphili, a Roma. L’uomo sospettato di essere il killer della bambina ritrovata nove giorni fa a poca distanza dal corpo della madre non si chiama Rexal Ford, come si riteneva di aver accertato. La sua vera identità è Francis Kaufmann, come accertato dalla procura di Roma grazie alla collaborazione dell’Fbi. I dubbi erano sorti quando gli investigatori hanno fornito i dati del suo passaporto alle autorità statunitensi: il documento risulta essere autentico e in uso dal 2019, ma non esisteva alcuna corrispondeva ta la sua anagrafica e i registri delle nascite negli Usa.

Da qui è partita una nuova ricerca da parte dei federali statunitensi che hanno ora accertato quale sia il suo vero nome. Rexal Ford è Francis Kaufmann. L’uomo è stato fermato in Grecia per l’omicidio della bambina di sei mesi, che lui dice essere sua figlia, mentre è ancora al vaglio la sua posizione in riferimento al decesso della donna, ancora senza un nome e cognome, ritrovata a circa 200 metri di distanza. L’autopsia non ha infatti evidenziato segni di violenza, ma il sospetto degli inquirenti è che Kaufmann abbia comunque avuto un ruolo attivo nella sua morte.

Anche la donna, tra l’altro, non ha ancora un’identità. A nove giorni dal suo ritrovamento nessuno sa come si chiami né quale lavoro svolgesse: un fantasma. Nemmeno quale sia il suo Paese di origine anche se diverse tracce e testimonianze fanno pensare che si tratti di una persona di origine russa. Gli investigatori hanno anche accertato che sarebbe passata, insieme a Kauffman e alla bambina, dalla Russia prima di trasferirsi a Malta. Secondo l’uomo che condivideva con lei e Kauffman un appartamento nell’isola del Mediterraneo, il suo soprannome sarebbe “Stella”, come si era identificata anche lei con la polizia a Roma durante un controllo, e avrebbe lavorato nell’ambito dell’informatica trattando dati sensibili per aziende di grande rilevanza.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 16:18:41 +0000
Blog a cura di Speaker's corner
“So’ ragazzi, fanno le bravateâ€. Eh no, basta giustificare questa generazione dell’impotenza!

di Claudia de Bari (insegnante)

È proprio la generazione dell‘impotenza questa. C’è poco da fare. Passiamo le giornate ad inorridire davanti a genocidi di massa, guerre più o meno vicine e la serpeggiante ed endemica indifferenza ‘nel nostro prossimo’, verso tutto o quasi. Ma cosa possiamo fare riguardo lo sterminio dei palestinesi o degli ucraini, se non solo empaticamente partecipare e contorcerci sulla sedia?! Invece, a casa nostra, sul posto di lavoro, nei luoghi che frequentiamo stiamo cercando di fare la differenza? Siamo davvero così inermi davanti alla superficialità, all’arroganza, alla maleducazione, alla violenza gratuita, alla mancanza di etica, morale o integrità?

È vero, c’è un mondo che cade a pezzi e ci sono temi che vanno automaticamente in secondo piano. Ecco l’errore! Non dovrebbero, non devono scendere sul podio dell’importanza perché è questa la società tremenda che crea il presente che viviamo e soprattutto il futuro che ci attende.

Sto cercando da tempo di riconciliarmi con l’idea che esista ancora una speranza per le nuove generazioni, sempre che non scoppi la III guerra mondiale. E sono giorni che ripenso alla notizia di alcuni studenti del rinomato liceo barese Scacchi che hanno festeggiato l’ultimo giorno “della buona scuola†riempiendo di petardi le viscere di galline e pesci – si spera già morti – per farli saltare in aria. Giuro che ancora non riesco a digerire questa notizia.

Da docente posso testimoniare di aver assistito a diverse situazioni al limite della comprensione costituzionale ma la china sembra discendente. Soprattutto alla luce di commenti tipo: so’ ragazzi, fanno le bravate, che poi eravamo anche noi così. Intendiamoci, non ho bei ricordi del mio liceo ma nonostante non fossimo propriamente dei Lords, non ci avvicinavamo nemmeno lontanamente a questo scempio.

Per dirne una, ieri 3:00 di notte dopo un’ora buona, mi decido ad uscire sul balcone per chiedere (e non urlare a parolacce come avrei voluto), a dei ragazzini nemmeno ventenni, muniti di macchinoni, radio accesa e tanta voglia di fare fiesta, di parlare quantomeno a bassa voce. Il risultato ve lo faccio immaginare. Alle 5, io e l’intero isolato fissavamo il soffitto.

Ma veniamo ai commenti dei genitori che sembrano disarmati davanti all’arroganza e alla maleducazione dei propri figli e che addossano in primis responsabilità alla scuola, alla società, allo stato, al fruttivendolo! Ma un minimo di autocritica?? Da chi può dipendere la saccenza, la superficialità, la mancanza di valori di un adolescente su cui ben poco si può fare ancora?! Dice che non sono sufficientemente valorizzati dalla società.

Io non ricordo che un mio professore mi abbia mai gratificata o premiata per qualcosa; i 9 o i 10 (adesso imprescindibili) non venivano nemmeno contemplati. Eppure studiavo, come mi rispondono spesso i genitori: “io lo vedo studiare…†come? Col cellulare in mano? Con GeminI? Come sta studiando la tua perla. No, perché ci sono le perle in queste buste piene di ceci, perle delicate, fragili e indifese davanti alla moltitudine di figli di papà vestiti di marca e ignoranti come le capre.

Ci sono quei ragazzi che chiedono l’educazione emotiva nelle scuole, invece del visore 3D, che ti ascoltano rapiti invece di rispondere ai messaggini. Ci sono, li vedo! Ma non sono la maggioranza e nemmeno una minoranza. E non sto parlando di geni della lampada intelligenti e fuori dal comune. Sto parlando di ragazzi sensibili ed attenti a ciò che li circonda. Figli di una educazione priva dal senso di colpa di un divorzio o di una assoluta mancanza fisica o emotiva. Assolutamente. Questo è un discorso moooolto ampio e noi siamo umani, tutti. Genitori, figli e anche docenti.

Siamo fallibili e incerti e confusi ma nondimeno colpevoli della rassegnazione, del “non ce la faccio; giro la testa dall’altra parte; passerà; qualcun altro se ne occuperàâ€. Siamo colpevoli di aver semplificato e giustificato passaggi essenziali, di aver detto pochissimi NO, di aver dato troppo e troppo in fretta, perché non abbiamo cercato gli strumenti per contrastare una pressione sociale crescente e sempre più vuota.

Quando è iniziato il declino dell’indulgenza? Quando abbiamo perso di vista l’importanza di insegnare il rispetto prima ancora di avere il diritto di rispondere, soprattutto su questioni di cui si ignora tutto. Dall’avvento dei telefonini e di internet? Sicuramente hanno avuto un ruolo cruciale, così come quello stramaledetto Covid che viene menzionato come parafulmine per lacune di ogni genere. Ma basta! E basta con sti cuoricini, la comprensione della loro difficile età! Nemmeno fossimo in guerra! Quale comprensione ancora necessitano! Dobbiamo promuoverli tutti, comprendere che non sanno esprimersi se non per chiedere qualcosa all’AI, capire che sono tempi troppo veloci e complicati. Per favore, torniamo indietro, iniziamo una cura, prendiamo una pillolina di Viagra. Togliamo prima di dare, pretendiamo la disciplina prima di concedere, il rispetto dimostrato e compreso prima di dare libertà ancorché impensabili fino a qualche anno fa.

Non tutti abbiamo il diritto di parlare di tutto e i social, primi in classifica, sono un grande buco nero in cui veniamo risucchiati dalla vacuità delle parole e delle immagini che scorrono in pochi secondi. Non possiamo più ignorare quello che sta capitando alla nostra società “CIVILEâ€, quella a portata di mano, della quale conosciamo pregi e difetti. Non possiamo più affondare il sedere nel divano puntando il dito verso qualcun altro. Non sto dicendo che quello che è poco più lontano da noi non deve interessarci anzi sto dicendo il contrario, che dobbiamo partire dalla ricostruzione della società vicina e palpabile per poter comprendere gli errori e gli orrori che osserviamo fuori confine.

So… good fight and good luck.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 16:11:58 +0000
Libri e Arte a cura di Gaia Scacciavillani
Dal Caos al Cosmo Metamorfosi a Palazzo Te, la mostra per il centenario del palazzo mantovano

Ultimi giorni per visitare Dal Caos al Cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te. La preziosa mostra a cura di Claudia Cieri Via, ideata in dialogo con gli affreschi del palazzo per riscoprire il senso e l’importanza di Palazzo Te a Mantova come opera d’arte totale per celebrarne i 500 anni, è stata inaugurata a fine marzo e terminerà il 29 giugno. Attraverso un percorso di visita rinnovato dalla presenza di una selezione di capolavori del Rinascimento provenienti dalle collezioni del Museo del Louvre, dell’Albertina di Vienna, dal Museo del Prado, la Galleria Borghese e gli Uffizi, la mostra fa emergere in contrappunto gli innumerevoli riferimenti che possono scaturire da una lettura più approfondita dei tanti temi che il Palazzo mostra e custodisce. Il percorso espositivo apre un dialogo tra le opere di Giulio Romano e di altri Maestri come Tintoretto, Correggio, Jacopo Zucchi, Rubens, Nicolas Poussin fino al contemporaneo Giuseppe Penone.

Caos e Cosmo abitano Palazzo Te sin dai suoi albori: gli affreschi mitologici dipinti da Romano hanno come fil rouge le Metamorfosi di Ovidio che parlano proprio di caos e di cosmo. La mostra si snoda in ogni stanza a pianterreno dove i quadri esposti da un lato aiutano a commentare gli affreschi dall’altro e lo fanno suggerendo, mai imponendo: aiutano a capire, suggeriscono delle interpretazioni, raccontano quanto i temi affrescati da Giulio Romano siano stati ripresi nel secoli seguenti. Nel discorso di apertura e presentazione della mostra del Direttore di Palazzo Te, Stefano Baia Curioni, era stata molto citata la parola ‘sobrietà’: potrebbe sembrare un ossimoro per una mostra intitolata al caos e al cosmo, ma è in realtà il tono con cui la mostra commenta di fronte all’esuberanza degli affreschi e riporta alla semplicità e all’importanza insieme del complesso di Palazzo Te. Nell’antica Grecia, la parola Kosmos si riferiva, non al concetto di universo, ma alla giusta disposizione delle molteplici cose nel mondo, al loro assetto secondo il giusto ordine. Un messaggio che la mostra di Palazzo Te comunica ai visitatori.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 16:01:41 +0000
Giustizia a cura di F. Q.
Francesca Ercolini, riesumata la salma della giudice trovata morta in casa: nuova autopsia a Roma

È stata riesumata la salma della giudice molisana Francesca Ercolini, trovata senza vita nella sua abitazione di Pesaro il 26 dicembre del 2022. In un primo momento il caso era stato archiaviato come suicidio, ma a maggio scorso, dopo due anni e mezzo dalla sua morte, il giudice per le indagini preliminari dell’Aquila ha disposto la riesumazione del corpo per permettere un nuovo esame autoptico e ha affidato al Ris di Roma l’incarico di simulare la scena della morte della donna e quella del successivo ritrovamento del corpo.

Ercolini, all’epoca dei fatti presidente della II sezione civile del Tribunale di Ancona, fu trovata senza vita, con un foulard stretto intorno al collo, dal marito Lorenzo Ruggeri e dal figlio allora 15enne. Una prima ricostruzione portò a parlare di suicidio, ma già un anno dopo la morte della giudice la Procura decise di condurre ulteriori indagini nell’ambito familiare, con al centro il marito e il figlio, per maltrattamenti e istigazione al suicidio. Il corso delle indagini però si bloccò per una serie – riportò La Stampa in un articolo del 2023 -“di differenti vedute all’interno della procura dell’Aquilaâ€. Ancora da accertare, dunque, se queste condotte possano aver contribuito al decesso.

Il percorso delle indagini in questi anni è stato particolarmente tortuoso, ma adesso la Procura prosegue nel nuovo filone di indagini: la salma è stata trasferita al Policlinico Umberto I di Roma dove sabato 21 giugno il medico legale Vittorio Fineschi effettuerà una nuova autopsia. Al momento, sono iscritti al registro degli indagati sei persone, tra cui il marito della Ercolini e il medico legale che eseguì la prima autopsia. Le ipotesi di reato vanno dal depistaggio alla falsità ideologica fino alla violazione del segreto istruttorio.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 15:53:12 +0000
Blog a cura di Sostenitore
Su Israele Meloni tace: la condanna non è automatica se ‘sbaglia’ un alleato?

di Paolo Gallo

Mentre l’eco dei missili israeliani su suolo iraniano scuote l’equilibrio già precario del Medio Oriente, dal Palazzo Chigi non arriva alcuna dichiarazione ufficiale. Giorgia Meloni tace. Un silenzio che, in tempi di crisi e conflitti, pesa quanto un discorso. Un silenzio che suona assordante, soprattutto se paragonato all’attivismo verbale e politico mostrato nei confronti dell’aggressione russa in Ucraina.

Non è la prima volta che il governo italiano, come molti altri in Europa, adotta due pesi e due misure a seconda dell’identità dell’aggressore. Ma in questo caso, l’assenza di una presa di posizione netta da parte della Presidente del Consiglio solleva interrogativi inquietanti: perché, quando a colpire è Israele, improvvisamente la fermezza occidentale si trasforma in cautela diplomatica? Perché, se a violare l’integrità territoriale è uno “Stato amico”, la condanna non è automatica e le sanzioni non sono nemmeno ipotizzate?

La risposta più ovvia è anche la più imbarazzante: convenienza geopolitica. L’Occidente, e l’Europa in particolare, ha costruito una narrazione in cui le regole del diritto internazionale valgono sempre, tranne quando a infrangerle sono gli alleati. Israele, che da decenni gode di un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti e gran parte dei governi europei, viene trattato con una tolleranza che sarebbe impensabile se si trattasse di Mosca o Pechino. E l’Italia di Giorgia Meloni non fa eccezione.

La premier, che ha fatto della difesa dei “valori occidentali†una bandiera del suo governo, sembra dimenticarli proprio nel momento in cui andrebbero riaffermati con più coerenza. Perché se davvero si crede nella legalità internazionale, nella difesa dei popoli e nella condanna dell’aggressione militare come principio universale, allora non si può tacere di fronte a un’azione militare che rischia di far esplodere un’intera regione.

Il doppio standard non è solo ipocrita, ma pericoloso. Alimenta la convinzione, nel Sud globale e non solo, che l’Occidente predichi bene e razzoli male. Che i diritti umani, la pace e la sovranità siano valori a geometria variabile, applicati in base agli interessi del momento. È proprio questa incoerenza ad aver minato, negli ultimi anni, la credibilità morale dell’Europa sullo scacchiere internazionale.

Un’escalation militare che, a parti invertite, avrebbe fatto gridare all’”atto di guerra” e scatenato una raffica di sanzioni e isolamento diplomatico. Basti pensare a quanto rapidamente l’Unione Europea ha reagito all’invasione russa dell’Ucraina: sanzioni economiche pesanti, isolamento nelle sedi internazionali, rafforzamento dell’Ucraina in termini militari e politici. Nessuno ha invocato “comprensione” per le ragioni di Putin.
Eppure ora, di fronte a un attacco unilaterale, la stessa Europa tentenna. E l’Italia, invece di alzare la voce, scompare. Non una dichiarazione della Presidente del Consiglio, non un confronto parlamentare urgente. Solo un silenzio opaco.

Il paradosso è che proprio Meloni, che ha sempre accusato la sinistra di ambiguità verso regimi autoritari, oggi si rifugia in una ambiguità ben più grave: quella del potere. Tacere ora, per timore di disturbare gli equilibri con Washington o Tel Aviv, significa abdicare a ogni principio. E se davvero il governo italiano vuole difendere la pace e l’ordine internazionale, dovrebbe iniziare a parlare anche quando è scomodo. Anche quando chi sbaglia è un alleato.

La coerenza, si sa, ha un prezzo. Ma il costo dell’ipocrisia, alla lunga, è molto più alto.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 15:47:14 +0000
Mondo a cura di F. Q.
Iran, bombardata anche la tv di Stato: fuga dallo studio televisivo al momento dell’esplosione

Un attacco israeliano avrebbe colpito la tv di Stato iraniana, secondo quanto riportano alcuni media a Teheran. In queste immagini il momento del raid dei caccia dell’Idf sugli edifici che occupano anche gli studi televisivi. Al momento dell’attacco, una donna che stava parlando in quel momento è subito fuggita. Dopo pochi minuti, secondo quanto si può capire al momento, la tv ha ripreso le trasmissioni.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 15:40:20 +0000
Cultura a cura di F. Q.
“Abbiamo immaginato un luogo in cui artisti e maestri possano ritrovarsi per ispirare nuove visioni e connessioni profondeâ€: Gio Evan presenta “Evanlandâ€

Il cantautore Gio Evan è al lavoro per varare il 26 e il 27 luglio, presso la Rocca Maggiore di Assisi (Perugia), la quarta
edizione di “Evanlandâ€, il festival internazionale del mondo interiore. “Evanland nasce dal desiderio di creare un punto di ritrovo per persone brillanti; artisti, scrittori, scienziati, filosofi, maestri spirituali, sciamani, viaggiatori, poeti e psicologi – spiega Gio Evan – abbiamo immaginato un luogo in cui queste anime possano ritrovarsi per ispirare nuove visioni e connessioni profonde“.

La manifestazione offre programma di oltre 42 ore di esperienze diversificate che includono sessioni di meditazione, escursioni naturalistiche, performance circensi, attività ludiche con giochi in legno, esplorazioni della coscienza, lavori sulle dinamiche familiari, bodypainting, rituali tradizionali con il cacao, discipline come l’Acro yoga e numerose altre proposte formative.

La musica è protagonista con due concerti speciali di Gio Evan, le performance di Roberto Cacciapaglia, Giulia Mei e i DJ set di artisti di calibro internazionale come Quantic e Daddy G (Massive Attack). Sono previsti inoltre incontri e workshop con Erri De luca, Vito Mancuso, Mattia Casarin e Gianluca Bianco.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 15:39:39 +0000
Fatto Football Club a cura di Lorenzo Vendemiale
La retorica codarda su “Ringhio†e gli “eroi del 2006â€: Gattuso è un tecnico da salvezza, la Figc lo ha scelto per disperazione

C’è una spruzzata di sovranismo, tanta confusione e a ben vedere anche un pizzico di codardia nella scelta che ha portato Gennaro Gattuso a diventare il nuovo commissario tecnico dell’Italia. Lui in panchina nonostante in curriculum abbia una sfilza di fallimenti tra Napoli, Valencia e Marsiglia, e l’anno scorso sia finito addirittura in Croazia all’Hajduk Spalato, elevato fino alla panchina della nazionale soltanto perché è stato uno degli eroi del Mondiale 2006. Si è parlato come grande saggio di Cesare Prandelli, che è stato un ottimo ct (nella prima parte della sua esperienza, a Euro 2012, poi un disastro ai Mondiali 2014, e comunque è fuori dal calcio che conta da una decina d’anni); di altri ex azzurri come Bonucci, Perrotta e Zambrotta, non si è ben capito in che ruolo. Più che un progetto nuovo, come l’ha definito con la solita prosopopea il presidente federale, Gabriele Gravina, sembra un’armata Brancaleone. La squadra perfetta per mancare pure il prossimo Mondiale, o comunque continuare lungo il pendio di un movimento senza talento e soprattutto senza idee.

Due aspetti soprattutto colpiscono della desolante gestione azzurra. Il primo è la retorica stantia dell’“Italia agli italiani!â€. La celebrazione di una generazione, quella del 2006, che ci ha regalato un’emozione indimenticabile ai Mondiali in Germania ma dopo, con tutto il rispetto parlando, fuori dal campo si è rivelata una generazione di mediocri. Buffon che per l’horror vacui della vita dopo il ritiro ha tirato fino a 45 anni, almeno gli ultimi 4-5 tranquillamente evitabili. Totti per lo stesso motivo voleva tornare l’anno scorso, visto che la carriera da direttore sportivo non è mai decollata e alla Roma i Friedkin non lo vogliono tra i piedi in società. De Rossi tanta buona stampa ma fin qui pochi risultati. Cannavaro ha esperienze in Cina, Croazia, e una salvezza per caso a Udine. Gilardino cacciato a Genova, Nesta retrocesso da ultimissimo col Monza. Perrotta grigio sindacalista dell’Assocalciatori, una delle componenti che più ha contribuito allo sfacelo del movimento. Pirlo un disastro tra Juve e Sampdoria. Alla fine i migliori probabilmente si sono rivelati Fabio Grosso e Pippo Inzaghi, che hanno vinto due campionati ma in Serie B, altra categoria.

Non ce n’è uno che spicchi. Noi abbiamo individuato in Gattuso, nemmeno il più bravo, il salvatore della patria. Non per i risultati, nemmeno per la proposta di gioco (inesistente) o la capacità di far crescere i giovani (non risulta). Semplicemente per la grinta, perché è “Ringhio†e ci ricorda i bei tempi del 2006. Come se affidarci a gente che ha vinto un Mondiale ci garantisse di per sé la partecipazione al prossimo. E invece il campo dovrebbe averci insegnato che nel calcio nessuno ti regala niente, il nostro lignaggio di nobile decaduta vale nulla e pure Paesi di terza fascia ormai ci affrontano (e battono) senza alcun timore reverenziale. Non c’è nessuna filosofia alla base di questa scelta, non un’idea di sviluppo del movimento. Solo la disperazione di una Federazione che ha sbagliato tutte le mosse possibili (dalla conferma di Spalletti dopo il disastroso europeo, all’esonero prima della gara contro la Moldova senza avere pronto il sostituto) e non sapeva più che pesci prendere. Allora ha deciso di puntare sulle figurine, da mandare davanti ai microfoni a metterci la faccia (i retroscena già indicano che la scelta di Gattuso sia stata di Buffon…), e a cui magari buttare la croce addosso nel caso in cui le cose vadano male, per salvare nuovamente la poltrona.

L’altra riflessione è su come sia potuto succedere che la nazionale, sogno e consacrazione della carriera di qualsiasi allenatore, sia diventata una panchina da tecnici di seconda o addirittura terza fascia. Perché di questo stiamo parlando, se pensiamo a Gattuso (che prenderà meno di un milione a stagione, i top su piazza prendono 5-6 volte tanto) o agli altri candidati presi in considerazione dalla Federazione per il post Spalletti. Dopo il gran rifiuto di Ranieri, buon padre di famiglia che avrebbe anche potuto essere adatto alla situazione (ma che comunque in carriera è stato soprattutto un traghettatore…), in lizza c’era gente come De Rossi, che ora potrebbe diventare l’allenatore del Parma, o Cannavaro, accostato al Lecce.

Allenatori da salvezza, altro che Mondiale: la nazionale ormai contende gli allenatori a squadre di bassa Serie A. Perché questa ormai è la dimensione dell’Italia e la Federazione con la sua gestione al ribasso non fa altro che confermarlo. Stavolta non andare negli Stati Uniti nel 2026 sarebbe quasi naturale. Non resta che augurarci di stupirci. E che proprio come Spalletti, grande allenatore, è stato un pessimo commissario tecnico, così anche “Ringhio†Gattuso, che è decisamente un allenatore mediocre, non all’altezza della nostra nazionale, alla fine si riveli almeno un ct decente.

X: @lVendemiale

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 15:38:32 +0000
Mondo a cura di F. Q.
Gang di pedofili in Inghilterra: un rapporto denuncia “negligenze e ritardiâ€. Starmer annuncia un’inchiesta

Negligenze e gravi ritardi. È quanto contestato alle autorità investigative, ma anche politico-amministrative britanniche, in un rapporto pubblicato oggi sugli abusi sessuali collettivi compiuti per anni, intorno al 2000, nel nord dell’Inghilterra da parte di gang asiatiche di pedofili.

La posizione di Starmer – Il documento, firmato da Louise Casey, funzionaria governativa esperta di questioni sociali e membro della Camera dei Lord, aggrava l’imbarazzo del governo laburista di Keir Starmer, costretto ad annunciare in extremis l’apertura di un’inchiesta indipendente nazionale a vasto raggio su questo fenomeno. Un cambio di rotta improvviso, proclamato dopo mesi di sollecitazioni avanzate al riguardo dalle opposizioni di destra, tanto dal partito conservatore di Kemi Badenoch quanto dal leader trumpiano di Reform UK Nigel Farage, e mai ascoltate. A queste si sono anche aggiunte le polemiche di Elon Musk che, in una raffica di post su X, ha preso di mira alti esponenti del partito laburista britannico, sostenendo la “profonda complicità” del primo ministro “negli stupri di massa in cambio di voti”. Al tempo, infatti, Starmer era capo della procura della Corona britannica ma, stando a quanto riporta, non avrebbe mai ricevuto quel dossier sul suo tavolo.

Il contenuto del documento – Il rapporto Casey include 12 raccomandazioni che il gabinetto britannico promette oggi in Parlamento di attuare interamente, per mano della ministra dell’Interno, Yvette Cooper: a cominciare dall’impegno a far luce sui sospetti d’inadempienza da parte di qualunque struttura pubblica e da quello di consentire alla polizia la raccolta di dati anche sull’origine etnica dei colpevoli di pedofilia e abusi sessuali di gruppo su minorenni.

I fatti contestati – Gli abusi in questione hanno riguardato negli anni decine di vittime – bambine e ragazzine tutte bianche e provenienti da realtà sociali caratterizzate da abbandono e marginalità – stuprate da gruppi di uomini di etnia pachistana, sfruttate come prostitute-schiave e avviate alla dipendenza da droghe, alcolici, sigarette. Fatti rimasti a lungo coperti non solo grazie a forme di omertà in seno alle comunità locali, ma anche a lacune investigative ed esitazioni attribuite alle autorità politico-amministrative (in zone dominate tradizionalmente dal Labour a livello elettorale) per ragioni di consenso e di adesione al “politically correct“, oltre che per il timore di alimentare un’indistinta ostilità verso i tanti britannici di radici asiatiche.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 15:33:34 +0000
Trending News a cura di F. Q.
“Al papà migliore che ci sia! Guidato dall’amore e i nostri 4 bellissimi bambini ne sono il riflessoâ€: frecciatina di Viktoria Beckham al figlio Brooklyn?

La semplicità di un momento in famiglia. Viktoria Beckham ha pubblicato un breve video in cui il marito e i figli cantano Sherry dei Four Seasons. L’occasione era importante, la Festa del Papà. Domenica 15 giugno, infatti, in Inghilterra si celebrava questa ricorrenza e la famiglia Beckham non è stata da meno. Presenti tutti, o quasi. Oltre a David e Viktoria Beckham, c’erano anche i figli Romeo, Cruz e Harper. Pesava, però, l’assenza del più grande, Brooklyn. Oltre al tenero messaggio d’auguri per il marito, Viktoria Beckham avrebbe lanciato anche una frecciata proprio nei confronti del primogenito, sempre più lontano dal resto della famiglia.

Rapporto incrinato – Il rapporto tra Brooklyn Beckham e il resto della famiglia sarebbe quasi insanabile. Dietro la rottura ci sarebbe la moglie Nicola Peltz. Il classe 1999 si sarebbe allontanato in maniera totale da genitori e fratelli, chiudendo ogni rapporto anche tramite social. Nessun post o messaggio è stato pubblicato in occasione della Festa del Papà, così come non ce n’erano stati nei giorni scorsi in occasione del riconoscimento del titolo di cavaliere per l’ex stella di Manchester United e Real Madrid da parte di Re Carlo.

Frecciata social? – Buona festa del papà al papà migliore che ci sia! Sei sempre guidato dall’amore e i nostri quattro bellissimi bambini ne sono il riflesso. Ti vogliamo tutti tanto bene”, ha scritto Viktoria Beckham su Instagram. Un messaggio tenero nei confronti del marito, ma anche una possibile frecciata social per il primogenito Brooklyn.

Da capire se il primogenito prenderà parte al compleanno della sorellina Harper, che compirà 14 anni. I due erano molto legati in passato. Ma le speranze di riavvicinamento con la famiglia sembrano impossibili.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 15:32:22 +0000
Storie dal Mondo a cura di F. Q.
“Mia madre è morta, ma l’ho sentita vicina a me al mio matrimonio grazie a stoffa e campanelliâ€: la rivelazione della sposina Ana Bowe

Campanelli di felicità. Una donna americana ha trovato un modo particolare per avere la madre vicina nel giorno del matrimonio, anche diciassette anni dopo la sua scomparsa. Ana Bowe e il suo compagno sono convolati a nozze nel giugno del 2025. Classica cerimonia, vestito da sposa bianco col padre che l’ha accompagnata per la navata sotto le note della marcia nuziale.

Lì in prima fila, però, non c’era la madre ad attenderla. La donna, infatti, è morta nel 2008 all’età di 46 anni, a causa di un cancro ai polmoni, quando Ana aveva appena 15 anni. Diciassette anni dopo, le due donne hanno trovato il modo di ‘ricongiungersi’ grazie a un abito da sposa.

Abito e campanelle – Durante l’organizzazione della cerimonia nuziale, Ana Bowe stava pensando a un modo per ricordare la madre scomparsa diciassette anni fa. Poi l’intuizione raccontata a People. Ritrovato quasi per caso l’abito da sposa che la donna aveva usato negli Anni 80, la figlia ha deciso di riutilizzarlo in un modo diverso. “Ho sempre adorato le maniche dell’abito, così ho deciso subito di riutilizzarle per il bridal shower (la versione anglosassone dell’addio al nubilato, ndr). Ci sono state molte lacrime durante il ricevimento, quando i parenti le hanno riconosciute”.

Anche durante la cerimonia nuziale, però, l’abito è tornato in soccorso della novella sposa. Ana Bowe ha scelto di addobbare la sala della cerimonia con delle campanelle, a cui ha aggiunto una parte proprio dell’abito della madre deceduta. “Poco dopo la scomparsa di mia madre, ho acquistato un’opera d’arte con campanelli di ottone riciclato. Ho pensato di metterli sulle sedie di tutti per creare un’atmosfera energetica durante la cerimonia. Con le maniche dell’abito riutilizzate, mi è rimasta quasi tutta la stoffa. Io e mio padre, nella settimana del mio matrimonio, abbiamo passato ore a tagliare il pizzo a strisce e ad annodarle alle campanelle”.

Commozione ed emozione – La gioia per un giorno così speciale ha poi lasciato il posto all’emozione. Quasi per un segno del destino, quelle campanelle suonavano all’impazzata durante la cerimonia, creando un’atmosfera suggestiva ed emozionante. Un momento in cui la madre si è ricongiunta con la figlia, nel giorno più importante di Ana. Grazie a un po’ di stoffa e qualche campanella.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 15:26:47 +0000
Foto del giorno a cura di Cesare Gasparri Zezza
Il gadget più acquistato alla 24 Ore di Le Mans? Il modellino della Ferrari 499P #50 del 2023

Una 499P Ferrari per molti, ma non per tutti. Tra i ricordi più amati della 24 Ore di Le Mans, c’è un oggetto che ha conquistato tutti: il modellino della Ferrari 499P numero 50, realizzato da Looksmart Models in scala 1:18 (e in tiratura limitata anche in scala 1:12). Non è solo una replica: è un tributo a una vittoria che ha fatto epoca. Perché è proprio questa vettura, con la sua inconfondibile livrea rosso-gialla, ad aver riportato la Ferrari sul gradino più alto del podio a Le Mans nel 2023.

Guidata da Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen, la #50 è diventata un’icona del ritorno Ferrari nell’endurance, parte della nuova generazione Hypercar e cuore pulsante del progetto 499P. Il modellino riproduce con straordinaria fedeltà ogni dettaglio: l’aerodinamica scolpita, il cockpit chiuso, l’enorme alettone posteriore, le grafiche sponsor (Shell, Richard Mille, HP, V-Power) e persino i loghi Michelin sulle gomme slick.

Esposto su basetta con targhetta personalizzata, è uno dei pezzi più acquistati del circuito durante la settimana della gara, insieme al modellino della Ferrari #83 gialla vincitrice dell’edizione 2025. Due anime diverse, un solo simbolo: il Cavallino Rampante tornato re a Le Mans. Un must-have per ogni tifoso. E un frammento di storia da esporre con orgoglio.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 15:25:28 +0000
Musica a cura di F. Q.
La sicurezza e il benessere nei luoghi di lavoro al concerto evento “Safety Loveâ€: sul palco da Piero Pelù a Francesca Michielin e Leo Gassmann

Il 23 giugno dalle 21 a Gorizia al Piazzale della Casa Rossa (via della Casa Rossa), si terrà la seconda edizione di “Safety Loveâ€, una serata evento che coniugherà intrattenimento e temi legati alla salute e sicurezza sul lavoro, con l’obiettivo di raccogliere firme di adesione alla Carta di Urbino. Sul palco: Anna Ferzetti, Ermal Meta, Francesca Michielin, Joan Thiele, Leo Gassmann, Levante, Mario Biondi, Piero Pelù, Serena Brancale e il vincitore dell’ultimo Sanremo Giovani, Settembre. Tutti saranno accompagnati dall’Orchestra Giovanile Filarmonici Friulani, diretta dal Maestro Marco Battigelli. Il concerto verrà aperto dalla band SOS – Save Our Souls.

Ognuno degli artisti darà voce a uno dei principi elencati nella Carta di Urbino, decalogo elaborato dalla Fondazione Nazionale Sicurezza Rubes Triva e dall’Osservatorio “Olympus†dell’Università degli studi di Urbino Carlo Bo, che ha come scopo quello di sollecitare una riflessione sulla tutela della salute, della sicurezza e del benessere di chi lavora.

Della serata, condotta da Monica Setta, sarà realizzata anche una versione Tv, prodotta da iCompany, che andrà in onda, in seconda serata su Rai 1. “Safety Love 2025â€, è una serata evento che anticipa la Quarta edizione del Festival Internazionale della Salute e Sicurezza sul Lavoro che si svolgerà a Gorizia dal 25 al 27 giugno.

“Safety Love – dichiara il direttore artistico Massimo Bonelli – è un progetto giovane, ma con un’identità già chiara e potente. Un evento in cui musica e parole si mettono al servizio di un messaggio civile, urgente, profondo. In un tempo che ci spinge a correre, questo festival ci invita a fermarci e riflettere sull’importanza della Carta di Urbino e dei suoi 10 principi, che promuovono la sicurezza e il benessere di chi lavora: un diritto da tutelare, una cultura da far crescere. Portare la seconda edizione di Safety Love in scena a Gorizia, Capitale Europea della Cultura 2025, aggiunge forza, senso e responsabilità al suo racconto”.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 15:20:33 +0000
Economia a cura di F. Q.
Nuova proposta dell’Ue a Washington sui dazi. Ok al 10% su tutto

L’Ue sarebbe pronta ad accettare dazi statunitensi del 10% su tutte le esportazioni per evitare dazi più elevati su automobili, farmaci ed elettronica. Lo riporta il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, citando alti funzionari dell’Ue. Bruxelles sarebbe pure disponibile a ridurre i suoi controdazi sulle auto importate dagli Usa e a riconoscere alcuni standard tecnici americani. L’offerta alle controparti statunitensi sarebbe stata fatta solo a determinate condizioni, con criteri chiari e condivisi, e non sarebbe stata considerata permanente.

Al momento non ci sono né conferme né smentite sull’indiscrezione del quotidiano tedesco. La presidente Ue, Ursula von der Leyen ha parlato con Donald Trump. A cui, dice von der Leyen, “ho ribadito l’impegno a trovare una soluzione sui dazi entro il 9 luglio, nel caso il risultato non fosse soddisfacente saremo in grado di rispondere: tutti i mezzi sono sul tavolo”.

Su un altro fronte, restano in alto mare i colloqui tra Giappone e Stati Uniti. In base all’attuale calendario dei dazi Usa, Tokyo rischia un’aliquota tariffaria del 24% a partire da luglio, a meno che non riesca a negoziare prima un accordo con Washington. Il Giappone sta cercando di trovare un modo per convincere Trump ad esentare le case auto nipponiche da un’applicazione delle tariffe del 25% sulle importazioni di veicoli negli Usa.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 14:57:37 +0000
Trending News a cura di F. Q.
“Mi sento sporca. La nostra relazione era un incubo e mi ha manipolata emotivamenteâ€: una fan accusa Alejandro Sanz su TikTok, ma non lo denuncia

Alejandro Sanz, superstar della musica latina e internazionale, si trova attualmente al centro di una controversia mediatica dopo la diffusione di un video su TikTok che contiene la testimonianza di una fan, Ivet Playà. Quest’ultima ha raccontato pubblicamente di avrebbe vissuto con l’artista una relazione caratterizzata da presunti “comportamenti manipolativi, disequilibri emotivi e un inappropriato esercizio della sua posizione di potere”.

La Playà ha raccontato di seguire Sanz sin dalla sua adolescenza e che ora, a distanza di anni, ha scelto di condividere la propria versione della vicenda. In un filmato diffuso su TikTok, Ivet descrive la sua esperienza come un percorso “iniziato con grande entusiasmo e terminato con una profonda delusione”.

Il racconto della relazione tra i due inizia nel 2015, quando aveva appena 18 anni. “Fu in quel periodo – ha dichiarato – che Alejandro Sanz cominciò a comunicare con me attraverso le piattaforme social. Ero sua fan e lui mi seguiva sui social. Ero stupita che una persona così famosa, come lui, mi mandasse messaggi, commentasse le mie foto o persino pubblicasse cose mie. Questo legame si è evoluto fino a un incontro dal vivo“.

E ancora: “Avevo 18 anni. Lui 49 all’epoca. Alejandro sapeva esattamente chi fossi. Lo sapeva fin dall’inizio. Ero una bambina. A 19 anni, ho iniziato a lavorare come commessa per viaggiare in tutta la Spagna, seguendolo… Ho fatto 10 concerti in un mese e mezzo. Ha giocato con i miei sogni, ha giocato con le mie speranze. A 22 anni ho preso una decisione che mia ha cambiato la vita: ho lasciato la mia casa di Barcellona per trasferirmi a Madrid e lavorare per Alejandro”.

E ancora: “Mi ha assunta per lavorare per lui. Poi si sono verificate situazioni inquietanti. Spiavano le nostre conversazioni private. Non avevo nulla da nascondere, ma già questo mi sembrava strano. Il rapporto professionale si è evoluto in una relazione intima e sessuale. Avrei dovuto vivere un altro sogno con lui, ma la realtà è che si è trasformato in un terribile incubo”.

E infine: “Mi sento tradita. Mi sento usata. Mi sento umiliata. Mi sento persino sporca perché non so chi possa aver visto quello che gli ho inviato nella mia più assoluta e completa privacy. Le sue azioni hanno superato ogni limite di ciò che consideravo, e considero ancora, morale e persino umano. Alejandro Sanz mi ha messa a tacere. Mi ha spaventata. Lo ammette lui stesso. Penso che viva in una realtà parallela che ha costruito per molti anni. Pensa di essere al di sopra del bene e del male, e questo è tremendamente pericoloso. Tutti glielo permettono e nessuno gli si oppone“.

Poi il colpo di scena. Ivet Playà non è in cerca di vendetta o accuse legali, ma ha voluto raccontarsi sui social per sottolineare di essere stata “vittima di una storia di manipolazione emotiva. Tutte le mie dichiarazioni si riferiscono esclusivamente ad atteggiamenti e comportamenti moralmente e umanamente inaccettabili. In nessun caso ho incolpato né intendo incolpare Alejandro Sanz per alcuna condotta criminale”.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 14:54:04 +0000
Storie dal Mondo a cura di F. Q.
“Mio suocero ha fatto un brindisi dicendo che sono la seconda scelta del mio fidanzato dopo che l’ex l’ha lasciato. Ho preso e me ne sono andataâ€: lo sfogo virale su Reddit

“Non è che io sia gelosa dell’ex, ma non credo di avere torto a non voler essere chiamata un premio di consolazione“. Con queste parole, una donna di 30 anni ha affidato al forum online Reddit (nella sezione r/AmIOverreacting) la sua frustrazione e il suo dubbio, dopo un’umiliante cena a casa dei futuri suoceri che l’ha spinta ad alzarsi e andarsene. La donna, nel suo post diventato virale, spiega di avere una relazione da tre anni con il suo fidanzato di 32 anni. Lui, anni prima di incontrarla, era stato fidanzato con un’altra donna, “Claire”. “Non ho mai avuto problemi con questo, è finita molto prima che lo incontrassi e lui è sempre stato aperto al riguardo”, scrive la protagonista della storia.

Se per lei e il compagno il passato è archiviato, lo stesso non si può dire per i genitori di lui. In particolare, la futura suocera sembra non aver mai superato la fine della precedente relazione del figlio: “Sua mamma tiene ancora in giro per casa le foto della sua ex ‘perché era come una figlia‘”, racconta la donna, aggiungendo di aver “lasciato correre molti piccoli commenti” nel tempo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata lo scorso fine settimana, durante una cena in famiglia che doveva essere spensierata. A un certo punto, il padre del suo fidanzato si è alzato per fare un brindisi.

“È iniziato in modo normale”, ricorda la donna, “ma poi ha detto: ‘Non eravamo sicuri che saresti mai andato avanti dopo che Claire se n’è andata, ma ehi, a volte anche il secondo posto è una vittoria, no?‘”. Una frase agghiacciante, accolta dalle risate del resto della famiglia: “Tutti hanno riso tranne me. La mia faccia bruciava”, racconta. La sua reazione è stata immediata e silenziosa: “Ho posato la forchetta, mi sono alzata e ho lasciato la stanza“. Il suo fidanzato l’ha subito seguita, si è scusato per il comportamento del padre e i due se ne sono andati insieme. La vicenda, però, non si è chiusa lì. La futura suocera le ha scritto dei messaggi, accusandola di aver “reagito in modo esagerato” e di aver “rovinato un ‘momento familiare spensierato’“. Questo ha spinto la donna a chiedere un parere al popolo del web: è stata troppo “sensibile”? Avrebbe dovuto lasciar correre l’ennesima frecciata?

La sua storia, come riportato anche da People, ha scatenato un’ondata di solidarietà online. La stragrande maggioranza degli utenti si è schierata dalla sua parte, condannando il comportamento dei suoceri come una forma di bullismo e manipolazione emotiva mascherata da “scherzo”. “La mancanza di comunicazione è la chiave!”, ha scritto un utente. “Per un evento del genere, i dettagli [su come ci si comporta, ndr] dovrebbero essere chiari e concordati in anticipo. Nessuno dovrebbe sentirsi umiliato o a disagio”. Un altro ha aggiunto: “Se fai un brindisi aspettandoti che gli altri lo accettino, è meglio che sia rispettoso. Fine della storia. Lei non deve assolutamente nulla a quella famiglia”.

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Data articolo:Mon, 16 Jun 2025 14:47:35 +0000

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