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Mondo a cura di F. Q.
Nave spia russa vicino alla Scozia, il Regno Unito schiera un fregata e aerei della Raf: “Vi vediamo e siamo prontiâ€

“Il mio messaggio alla Russia e a Putin è questo: vi vediamo, sappiamo cosa state facendo e se la Yantar si dirigerà verso sud questa settimana, saremo pronti“. È questo il monito del ministro della Difesa del Regno Unito John Healey. Il riferimento è alla nave russa che si trova al confine marittimo delle acque britanniche a nord della Scozia. Una “nave spia” sottolinea il ministro a Downing Street: “Si tratta di un’imbarcazione progettata per raccogliere informazioni e mappare i nostri cavi sottomarini“. Per il Regno Unito quella di Mosca è un’azione “molto pericolosa“, portata avanti per la seconda volta quest’anno.

Schierata la Royal Navy e aerei della Raf

La risposta britannica è stata immeditata: una fregata della Royal Navy e aerei della Raf sono stati schierati per “monitorare e tracciare ogni spostamento” della nave Yantar. Il ministro ha detto anche che dalla nave sono stati puntati laser contro i piloti britannici. E sono state anche modificate le regole d’ingaggio delle forze britanniche per controllare più da vicino la rotta della nave spia: le navi britanniche così potranno seguire la nave russa a una distanza equivalente alla lunghezza di un campo da calcio. Ci sono ulterioriopzioni militari pronte“, ha sottolineato Healey. L’ultima volta che la Yantar ha compiuto un’azione simile, ha ricordato il ministro, Londra ha fatto emergere un suo sottomarino nucleare in funzione dissuasiva.

Healey: “Avanti con il riarmo contro le minacce”

Parlando del caso della nave Yantar, Healey ha ribadito l’impegno del governo laburista di Keir Starmer nell’andare avanti col riarmo e l’incremento delle spese militari proprio per affrontare questa e altre minacce insieme agli alleati della Nato. Intervento che è arrivato dopo il rapporto della Commissione Difesa della Camera dei Comuni che ha rilevato gravi lacune nella preparazione delle forze armate di sua maestà e l’incapacità di difendersi nel caso di una potenziale invasione del Regno. Il ministro ha sottolineato quanto fatto sino a oggi dall’esecutivo laburista nell’ambito della Difesa e assicurato che sta andando avanti il piano annunciato lo scorso giugno, con lo stanziamento di 1,5 miliardi di sterline, per la costruzione di nuovi stabilimenti per la produzione di munizioni.

Le caratteristiche della nave Yantar

Battente bandiera russa, la Yantar è lunga circa 34 metri ed è dotata di varie antenne e apparecchiature di rilevamento a bordo. Per il Cremlino è una nave da ricerca, anche se gestita da un ramo segreto delle Forze armate russe, la Direzione principale per la ricerca in acque profonde. Sky News riferisce che sarebbe stata progettata come nave madre per mini-sottomarini, che possono quindi esaminare gli ambienti nelle profondità sotto la superficie dell’Oceano. Si ritiene che due sommergibili ospitati sulla Yantar possano raggiungere profondità di 20mila piedi, oltre seimila metri, ovvero quasi il doppio della profondità dove si trova il relitto del Titanic. Molti osservatori, nota Sky news, affermano da tempo che la nave venga utilizzata per scopi diversi dalla ricerca marittima. Esperti citati dal canale televisivo ritengono che la Russia negli ultimi anni abbia mappato segretamente i cavi sottomarini in Occidente, alcuni dei quali sono militari e la cui ubicazione non è di dominio pubblico. A settembre i parlamentari britannici e i membri della Commissione per la strategia di sicurezza nazionale hanno concluso che il governo di Londra è “troppo timido” nel difendere i cavi sottomarini del Regno Unito.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 16:48:19 +0000
Cronaca Nera a cura di F. Q.
Napoli, uccide la sorella 23enne a coltellate: poi chiama i carabinieri e videochiama la madre

Ha accoltellato la sorella, uccidendola, poi ha chiamato il 112 e videochiamare la madre per mostrarle il corpo. Quando i carabinieri sono arrivati nella casa della famiglia a San Paolo Bel Sito, in provincia di Napoli, hanno ritrovato la vittima, Noemi Riccardi, 23 anni, esanime a causa di diversi fendenti al corpo. Nell’appartamento c’era anche il fratello che si è auto-accusato dell’omicidio. Si chiama Vincenzo Riccardi e ha 25 anni.

Secondo i primi accertamenti dei militari della compagnia di Nola, il giovane – dopo aver ucciso la sorella – ha videochiamato la madre, in quel momento non presente in casa, mostrandole il corpo della figlia esanime. Quando i carabinieri sono entrati nell’abitazione hanno trovato il giovane che ha confermato di essere lui l’assassino e ha detto di aver avuto “un raptus di follia”. Il 25enne è stato portato in caserma, dove sarà interrogato dal pubblico ministero di Nola.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 16:26:08 +0000
Giustizia a cura di F. Q.
Studente brutalizzato a Milano, i due maggiorenni del branco rischiano fino a 20 anni di carcere

Per le imputazioni che vengono loro contestate, aggravanti comprese, i due 18enni in carcere per aver rapinato e tentato di uccidere uno studente di 22 anni, aggredito il 12 ottobre nella zona della movida di corso Como a Milano, rischiano condanne a pene fino a 20 anni di reclusione. Pene che in abbreviato potrebbero scendere fino a 14 anni o poco meno in caso di rito abbreviato.

Ai due 18enni, così come ai tre 17enni anche loro arrestati dalla magistratura minorile, viene contestato il tentato omicidio (uno è l’accoltellatore, l’altro come i minori risponde di concorso morale) con quattro aggravanti: il fatto commesso in cinque persone, l’averlo compiuto per mettere in atto la rapina, il concorso con “persone minorenni” e l’aver approfittato di “condizioni che impedivano” la difesa allo studente, tra cui “l’orario notturno” e l’assenza in quel luogo “di potenziali soccorritori”. E ancora la “evidente”, si legge nell’ordinanza della gip Chiara Valori, “condizione di sopraffazione” anche dopo i “primi colpi inferti”. I giudici parlano di “aggressione feroce”, “pestaggio brutale” con “modalità da branco”.

Anche l’imputazione di rapina è aggravata, pure per averla commessa con un’arma. Da qui accuse che porterebbero le pene fino a più o meno 20 anni, ma molto probabilmente gli indagati sceglieranno l’abbreviato, con lo sconto di un terzo sulle pene. Per i minorenni, invece, ovviamente le pene sarebbero più basse. Gli interrogatori davanti alla gip Valori, nell’inchiesta della Polizia e del pm Andrea Zanoncelli, sono stati fissati per la mattina del 21 novembre

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 16:25:32 +0000
Blog a cura di Liana Milella
Nordio in tour elettorale per Cirielli cerca voti in carcere e tra i nostalgici P2

È il ministro della “Giustiziaâ€, si vanta ininterrottamente della sua cultura e delle sue letture in varie lingue, che sciorina tutte le volte che parla. Ma se c’è da far politica e da raggranellare qualche voto per un candidato meloniano il Guardasigilli Carlo Nordio non si tira indietro. Anche a costo di commettere una davvero grave sgrammaticatura istituzionale. Come la visita di martedì 18 novembre nel carcere di Secondigliano. Dove al suo fianco figura, ampiamente ripreso dalle tv, il candidato alle elezioni regionali campane Edmondo Cirielli, oggi viceministro agli Affari esteri, nonché generale dei carabinieri nella vita, deputato di Alleanza nazionale dal 2001.

In quel carcere ci sono oggi 1.500 detenuti, rispetto ai 1.100 posti disponibili. E 1.500 voti, o almeno una buona parte di essi, non possono che far gola a un candidato alla poltrona di presidente della Regione Campania che i sondaggi danno indietro di almeno una dozzina di punti rispetto a Roberto Fico. E allora perché farsi degli scrupoli istituzionali? Certo non quelli di Cirielli che si comporta da candidato e piglia dove può pigliare.

Ma in questo caso è il ministro della Giustizia Nordio a metterci la faccia, proprio lui che in questi ormai tre anni e un mese di governo non ha certo brillato nella sua politica carceraria, compresa la penultima gaffe sul sovraffollamento che evita i suicidi e sull’ultima, detta proprio a Secondigliano a fianco di Cirielli, su Licio Gelli che “può dire anche cose giusteâ€, come quella di aver sostenuto la separazione delle carriere. Evidentemente, in vista del referendum sulla legge costituzionale contro i giudici, gli fanno gola anche i voti dei fan nostalgici del Grande Maestro della Loggia P2.

Altro che preoccuparsi delle carceri che scoppiano e dei detenuti che crepano, qui è solo una questione di voti.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 16:17:08 +0000
Cucina a cura di F. Q.
Guida Michelin Italia 2026, ecco a chi sono andate le nuove stelle

È arrivato quel momento dell’anno in cui la cucina italiana ‘brilla’ più del solito. Non è ancora tempo di Masterchef, che tornerà il prossimo dicembre, e infatti parliamo di cucine ben diverse. È ora di scoprire quali ristoranti si sono aggiudicati la stella (o le stelle) Michelin per il 2026. L’Italia si conferma il paese con più ristoranti stellati al mondo, dall’anno prossimo si passerà da 61 a 64 con il totale di 3 “tre stelle”, 6 “due stelle” e 55 “una stella”. La Lombardia resta la regione con il maggior numero di stelle totali nel nostro paese con Milano che è la quarta provincia con 20 ristoranti stellati: 1 tre stelle, 4 due stelle e 15 una stella. Significativa la conferma di tutti e 9 i nuovo stellati della passata edizione, oltre che dei tre tristellati Da Vittorio a Brusaporto, Enrico Bartolini al Mudec e Dal Pescatore di Canneto dull’Oglio, ristoranti che ormai da anni hanno il posto fisso nella guida.

Nel dettaglio, la Lombardia accoglie fra i nuovi ristoranti stellati Senso Lake Garda Alfio Ghezzi di Limone sul Garda, in provincia di Brescia, Abba (chef Fabio Abbattista) e Procaccini (chef Emin Hazizi) a Milano e Olio di Origgio (chef Andrea Marinelli), in provincia di Varese. Tra le nuove stelle 2026 spicca Cracco Portofino, nell’omonima località ligure, dove la proposta gastronomica è curata da Carlo Cracco con l’executive chef Mattia Pecis, formatosi presso Cracco Galleria. Da segnalare che Senso Lake Garda Alfio Ghezzi, insieme al milanese Manna, ha ricevuto anche la menzione speciale ‘Passion Dessert‘, riconoscimento attribuito ai locali che si distinguono per l’eccellenza nella proposta dei dolci.

Le novità in tutta Italia

Serralunga d’Alba – La Rei Natura by Michelangelo Mammoliti ***

Isola Vulcano – I Tenerumi **

Oppeano – Famiglia Rana **

Sant’Omero – Zunica 1880 a Villa Corallo *

Forio – Isola di Ischia – Umberto a Mare *

Napoli – Il Ristorante Alain Ducasse Napoli *

Maranello – Cavallino *

Rimini – Da Lucio *

Roma – INEO *

Roma – La Terrazza *

Tivoli – Al Madrigale | Nuova Cucina Rurale *

Portofino – Cracco Portofino *

Sestri Levante – Rezzano Cucina e Vino *

Limone sul Garda – Senso Lake Garda Alfio Ghezzi *

Milano – Procaccini *

Milano – Abba *

Origgio – Olio *

Recanati – Casa Bertini *

Baia Sardinia – Capogiro *

Firenze – Luca’s by Paulo Airaudo *

Forte dei Marmi – Sciabola *

Badia – Porcino *

San Martino in Passiria – Quellenhof Gourmetstube 1897 *

Venezia – Agli Amici Dopolavoro *

La storia della guida Michelin

André e Edouard Michelin fondano nel 1889 la celebre azienda di pneumatici motivati da una grande passione e visione nei confronti dell’industria automobilistica: sono poche le macchine in circolazione, il neonato settore è estremamente lussuoso ed esclusivo. I fratelli Michelin decidono di creare un piccolo volume per il viaggiatore, del tutto funzionale alla sua esperienza. All’interno del volume inseriscono le mappe delle strade francesi, le procedure per cambiare una ruota, le stazioni di servizio e una lista di indirizzi dove andare a mangiare o dove pernottare. Il servizio resta gratuito per i primi decenni ed è all’inizio degli anni ’20 che André intuisce che un servizio a pagamento può dare nuova linfa al manuale. Quello che inizialmente nasce come un volume di accompagnamento all’esperienza di viaggio, inizia ad essere concepito come una vera e propria guida.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 16:00:12 +0000
Cronaca Nera a cura di Davide Milosa
I ragazzi del branco di Milano, il ritratto dei 5 giovani “feroci†che hanno reso invalido uno studente. Nessuna distinzione tra reale e virtuale

Al di là dell’antica cascina a far da simbolico decumano, tutt’attorno si osservano banche e negozi, una piscina comunale, campi da tennis e ogni possibile servizio che si possa immaginare per un quartiere residenziale. Nulla che ricordi i blocchi popolari delle periferie. Qui al quartiere Triante, uno dei più noti della città di Monza sono cresciuti i cinque ragazzi arrestati per quell’aggressione da Arancia meccanica che la notte del 12 ottobre, a furia di botte e coltellate, ha lasciato a terra un ragazzo di 22 anni, studente universitario, dopo averlo derubato di 50 euro. Tre minorenni e due maggiorenni, separati per età da qualche mese. Differenza minima che per i due poco più che 18enni può segnare la strada verso una condanna a doppia cifra. L’accusa: tentato omicidio.

Ma al di là di ciò che saranno indagini, processo e responsabilità individuali, quel che vale e resterà per sempre è la tetra diagnosi della vittima. La leggiamo tutta d’un fiato per come la scrive il giudice nella sua ordinanza cautelare: “Persona offesa rimasto paraplegico all’esito delle lesioni arrecate e con apparati urologico, intestinale e sessuale definitivamente compromessiâ€. Chissà se quei ragazzi avranno letto queste poche righe.

Chissà se oggi, dopo gli arresti, si fermeranno un istante a domandarsi il perché? Una risposta che allo stato sfugge visto che nulla, a spulciare nelle loro esistenze, emerge a spiegazione. Cinque ragazzi, quattro italiani e uno di origine egiziana. Cinque famiglie, per dirla nel gergo del bravo questurino, “normo-integrateâ€. Genitori senza alcun precedente penale, come invece tanti se ne trovano nei quartieri dormitorio di Milano. Donne e uomini con mestieri normali, chi bancario, chi impiegato, chi funzionario comunale. Fratelli maggiori diplomati e avviati al mondo universitario. Insomma un’esistenza che all’apparenza scorre limpida con poche e scontate increspature: un divorzio, due delle cinque famiglie lo sono, qualche inciampo a scuola, materie a settembre, un anno da ripetere. Ma che vuoi che sia quando la vita ha appena 17 anni.

Per questo risulta complicato spiegare questa voragine. Complicato lo è stato certamente per i genitori, i quali, quando i figli, dopo essere stati perquisiti, sono stati chiamati a Milano al commissariato Garibaldi-Venezia, davanti ai poliziotti e al dirigente Angelo De Simone non hanno saputo darsi pace. Lacrime compulsive di madri e padri hanno avuto bisogno di un supporto psicologico a mitigare quella che a tutti gli effetti è una colpa, perché altro non può essere per questi genitori. Di quale tipo sia la colpa è altro tema. Di certo, viene spiegato da chi questa indagine lampo l’ha seguita, ci si trova davanti a ragazzi che ben poco sono in grado di discernere il virtuale dal reale, il reel di Instagram dai tonfi sordi dei pugni e dal calore del sangue che resta sul marciapiede. Il gesto mandato in loop come le immagini dei cellulari che sgravano dalla fatica del tempo. Osservarsi da fuori come sdoppiati. Tanto che durante la lunga intercettazione ambientale in commissariato che raccoglie in presa diretta il racconto degli aggressori, uno dei tre minori dice: “Voglio vedere il video, voglio vedere se ho picchiato forteâ€, ricevendo conforto da un amico: “Tu l’hai picchiato cosìâ€.

È il tempo che esce dal ticchettio normale, che si fa selfie esistenziale, come immortalare il verbale di perquisizione: “Eh raga – dice un minore – , però io voglio mettere la storia! Sì metto la storia del foglio, censuro i nomi e scrivo che si vede solo l’articoloâ€. Il ricorrere “alla violenza fisica in modo del tutto immotivato, quasi come una forma di divertimentoâ€, lo scrive il giudice per le indagini preliminari. Un gesto assurdo da ripetere come in un videogioco. Fino ad arrivare a dire, in quel momento quando l’arresto è ormai vicino, “frà la prossima volta ci bardiamoâ€. Perché tutto si scrolla, va avanti e torna indietro. Una frase che fa pensare che già altre volte, altre aggressioni sono passate. Perché di certo quel sabato notte non era la prima volta che da Monza il “branco†calava lungo i bordi della movida di Milano.

Del resto il riconoscimento degli aggressori è avvenuto anche dal confronto con alcuni loro fotosegnalamenti. Ecco allora un altro punto che incrina e complica la visione manichea da bianco o nero: famiglie normali non equivale sempre a figli per bene. Sono maranza non sono maranza? Forse lo sono se la bestiale etichetta giornalistica corrisponde al significato di disagio. Perché la spiegazione è il disagio, certamente in questo caso criminale, se quella notte i cinque hanno colpito e non sono scappati e anzi, scrive il giudice, “hanno continuato a intrattenersi nella nota zona, frequentata da clienti di locali notturni, proseguendo la loro serata tra amiciâ€.

Il giudice poi mette in fila comportamenti purtroppo comuni a molti ragazzi. Comportamenti che però non sempre sfociano nei fatti del 12 ottobre. Secondo il giudice del Tribunale dei minori quei ragazzi sono risultati “privi di qualunque forma di empatia rimanendo assolutamente indifferenti rispetto alla sofferenza della vittima†e “non hanno dimostrato di avere compreso la gravità della condottaâ€, manifestando “una disumana indifferenzaâ€. E così la microspia nella penombra della sala d’attesa del commissariato registra l’ennesimo colpo d’accetta alla voragine, quando un minore ricorda il commento lasciato a un video su Tik Tok della europarlamentare della Lega Silvia Sardone rispetto sei accoltellamenti in una notte: “Hai visto? Sai il video su Tiktok della Sardone? Ha detto che a Milano ci sono stati sei accoltellamenti in una notte, io nel commento le ho scritto il settimo non l’hanno ancora scoperto, te l’ho pure mandatoâ€.

Mancanza di empatia e indifferenza, dunque. Vale qua e ora nel caso di tentato omicidio, ma vale in generale. È un binomio che spesso i genitori intuiscono nascere e crescere. Una devianza che puzza di senso di colpa e come ogni senso di colpa è molto meglio nasconderlo dietro a una vita di lavoro e di normalità apparente che poi produce “quell’assenza di una benché minima resipiscenza per i comportamenti assuntiâ€. Perché non c’è senso morale in frasi del genere: “Dalle telecamere hanno ricostruito l’accaduto, però non so se si vede il video dove lo scanniamo (…). Magari quel coglione è ancora in coma, domani schiatta (…). Ma speriamo bro’, almeno non parla!! Te non hai capito, io gli stacco tutti i caviâ€. E’ un deserto di coscienza, oltre al quale resta solo la tetra di diagnosi della vittima, e che ora mette sotto accusa il sistema: quello della giustizia minorile e civile, e quello dei servizi sociali.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 15:59:47 +0000
Sport News a cura di F. Q.
“Ho pensato ‘che cavolo sta succedendo?’. Senti che sei vicino alla fine. Ora vivrò con un defibrillatore sottocutaneoâ€: il racconto di Cipollini | Video

“Ieri è stata una giornata intensa per me, come vedete sono abbastanza ‘curato'”, Così Mario Cipollini ha esordito dall’ospedale in un lunghissimo video su Instagram per raccontare quanto accaduto nella giornata di ieri. Il ciclista è stato ricoverato per un paio di giorni a causa di alcuni problemi al cuore spiegati sui social e adesso tornerà a casa, ma con installato un defibrillatore sottocutaneo, che consentirà il monitoraggio e il trattamento di eventuali aritmie ventricolari pericolose.

“L’unica cosa per continuare a vivere normalmente è mettere un defibrillatore sottocutaneo. Questo mi permetterà in futuro di vivere più tranquillo. Non è una cosa semplice da digerire, ma non mi arrendo mai. Il mio sogno è riuscire a togliere questa roba qui fra un po’ di tempo, quando le cose si regolarizzeranno”, ha specificato Cipollini, che ha poi concluso: “Questo è un video di informazione per coloro che hanno paura di una situazione del genere. Per cui se avete qualche dubbio non aspettate e andate subito a vedere cosa avete”.

Ma tra l’inizio del video e la fine, in cui Cipollini ha annunciato l’installazione di un defibrillatore, c’è il lungo racconto di una giornata – quella di ieri – che il ciclista aveva definito “veramente complicata” nel video pubblicato nella serata di martedì. Cipollini ha spiegato – come già aveva fatto nel primo video – che lo scorso anno si era sottoposto a un’operazione in cui gli era stato inserito un loop recorder, un apparecchio che permette appunto ai medici di monitorare costantemente la sua situazione. E nei giorni scorsi, il registratore in questione ha dato un allarme ai medici, visto che qualcosa non stava ben funzionando.

Motivo per cui – come spiega Cipollini – “Individuata la data, eccomi qua di nuovo. Ieri mi hanno fatto uno studio interno. Ero in una sala operatoria che sembrava di essere in guerre stellari per le tante luci e i tanti apparecchi, io riuscivo a vedere e capire tutto. La cosa impressionante è che tu vedi il cuore attraverso un macchinario a raggi X”, ha spiegato Cipollini.

Poi però la parte difficile: “Quindi cominciano a stimolare la parte atriale e lì non succede nulla. Poi per far sì che ci sia una sovrastimolazione, ti infondono adrenalina endovena e così sale la frequenza cardiaca. L’adrenalina che ti infondono è abbastanza pesante. La sensazione è di quelle in cui dici ‘che cavolo sta succedendo’. Quando la frequenza è iniziata a salire e ha stimolato il ventricolo, si è scatenata una roba incredibile”, ha spiegato provato Mario Cipollini.

Senti che sei vicino alla fine. In quel momento l’unica cosa è quindi darti uno choc elettrico, ma se te lo fanno da sveglio becchi una botta che la metà basta. Quindi hanno aspettato l’attimo in cui perdessi i sensi e hanno dato l’ok. Dopo questa esperienza le cose si complicano oggettivamente tanto. L’unica cosa per continuare a vivere normalmente è mettere un defibrillatore sottocutaneo”, ha poi spiegato il vincitore della Milano-Sanremo e dei Mondiali nel 2002.

Adesso però l’ex ciclista verrà dimesso dall’ospedale: “Grazie al professorone Antonio Dello Russo, straordinario direttore della sua orchestra in sala operatoria, dove con grande maestria si sono prodigati per il mio intervento. Il dottore Roberto Corsetti, in questo caso lo potrei definire il pianista e la dottoressa Laura Cipolletta che con le sue dolci mani ha svolto il ruolo di prima violinista, tutti eccezionali. Grazie a loro questa mattina mi sono svegliato molto in forma e pronto per tornare alle mie attivitàâ€.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 15:49:29 +0000
Calcio a cura di Stefano Boldrini
Dalla Spagna al ritorno dell’Austria fino all’impresa della Scozia: tutta l’Europa che conta è già ai Mondiali (tranne noi)

La crema calcistica d’Europa si è qualificata in forza al mondiale: manchiamo solo noi, costretti ad affrontare gli spareggi di marzo. Affronteremo in semifinale una tra Svezia, Romania, Macedonia del Nord e Irlanda del Nord: il sorteggio del 20 novembre a Zurigo ci dirà quale sarà l’incubo dei prossimi quattro mesi. Due delle quattro possibili rivali, Svezia e Macedonia del Nord, ci hanno già sbattuto la porta in faccia nei playoff 2018 e 2022. Per i valori tecnici complessivi, nonostante un percorso di qualificazione fallimentare e un posto agli spareggi ottenuto solo grazie alla Nations League, sarebbe consigliabile evitare la nazionale scandinava. In attacco può schierare gente come Isak e Gyokeres: non sono Haaland, ma possono far male.

L’ultimo turno ha promosso Spagna, Belgio, Svizzera, Austria e Scozia. La Roja ha chiuso con il 2-2 con la Turchia, a Siviglia, un cammino trionfale. Il Belgio si è divertito con il Liechtenstein (7-0). La Svizzera ha pareggiato 1-1 in Kosovo. L’Austria è riuscita a ottenere il pass che la riporta al mondiale dopo 28 anni (nel 1998 l’ultima apparizione) grazie al gol di Gregoritsch che al 77esimo ha timbrato l’1-1 con la Bosnia. Una qualificazione batticuore, ma da qualche tempo il calcio austriaco è in ripresa. L’impresa, e anche le immagini più suggestive della serata, sono arrivate da Glasgow. Scozia-Danimarca è stata una raffica di colpi di scena. Vantaggio dei padroni di casa con una rovesciata da urlo di McTominay, pareggio su rigore di Hojlund e, appena quattro minuti, la discutibilissima espulsione dell’ex romanista Kristensen per due cartellini gialli. Il secondo è stato una forzatura dell’arbitro polacco Marciniak: ha stravolto il match. La Scozia è tornata avanti con Shankland, ma la Danimarca, che non ha mai abbassato la guardia, ha pareggiato all’81’ con l’ex Lecce Dorgu. Qualificazione di nuovo nelle mani dei “rossiâ€, ma nel recupero i gol di Tierney (93’) e McLean (98’) – quest’ultimo a segno da centrocampo, con il portiere Schmeichel lontano dai pali dopo aver partecipato all’ultimo assalto – hanno riportato la Scozia al mondiale, anche in questo caso dopo 28 anni di assenza.

La Scozia, battuta 3-2 dalla Grecia sabato scorso, ha affrontato la sfida decisiva contro i danesi, avanti in classifica, con lo spirito giusto. “Dobbiamo scendere in campo con la voglia di vincere e non con la paura del fallimentoâ€, le parole del ct Steve Clarke, che già ha condotto gli scozzesi alle fasi finali degli europei 2020 e 2024. Lo spirito indomito della Tartan Army, la nazionale più antica del mondo insieme a quella inglese – il 30 novembre 1872, a Glasgow, le due squadre disputarono la prima partita internazionale della storia del calcio, finì 0-0 -, è stato determinante, ma la Scozia non è solo agonismo: McTominay, Tierney, Robertson, McGinn e Adams sono giocatori importanti.

Le qualificazioni europee hanno ribadito le gerarchie attuali. Inghilterra – la prima a ottenere il pass -, Spagna e Francia sono candidate al titolo. Portogallo – più spettacolare e più libero quando manca Cristiano Ronaldo – e Germania hanno legittime ambizioni di puntare almeno alle semifinali. Belgio – con un Doku straripante – e Svizzera sono le eterne mine vaganti. La Croazia sta tenendo botta, nonostante l’età avanzata dei suoi migliori attori, da Modric (40 anni) a Perisic (36). La Norvegia di Haaland – ma non solo lui, Odegaard, Nusa, Bobb, Sorloth e Strand Larsen sono gli altri punti di forza – può essere la sorpresa del mondiale. L’Olanda è imprevedibile.

L’Italia deve solo far autocritica per gli errori commessi negli ultimi vent’anni. Gli spareggi vanno preparati con intelligenza e umiltà. Una terza bocciatura di fila sarebbe un record negativo per una nazionale di alto livello, quattro volte campione iridata. Bisogna scendere dal piedistallo e accettare la realtà: oggi dobbiamo festeggiare la qualificazione mondiale come una mezza impresa. Una volta era la normalità, ma non si vive di ricordi.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 15:40:51 +0000
Mondo a cura di F. Q.
Le politiche di destra costano care ai socialdemocratici in Danimarca: persa Copenaghen dopo quasi un secolo

I Socialdemocratici in Danimarca perdono Copenaghen dopo 87 anni. Nelle elezioni regionali e comunali, infatti, il Partito Socialdemocratico guidato dalla premier Mette Fredriksen ha subito una dura botta, “maggiore di quanto ci aspettassimo”, ha ammesso la leader. Venstre, il partito liberale, attualmente in coalizione con Fredriksen in Parlamento, ha infatti sorpassato i Socialdemocratici per numero di sindaci eletti in Danimarca.

Era dal 1938 che a Copenaghen era presente un sindaco socialdemocratico, ma questa volta è stato un flop: raccolti soltanto il 12,7% dei voti, molto indietro rispetto alla Lista dell’Unità (formazione rosso-verde) che ha ottenuto il 22,1% dei voti e al Partito Popolare Socialista, con il 17,9%, secondo i risultati ufficiali. La nuova sindaca è Sisse Marie Welling. Un risultato storico, ma in parte atteso. Da anni infatti i Socialdemocratici si stanno progressivamente spostando a destra, soprattutto per quanto riguarda le politiche sull’immigrazione, dove hanno un approccio molto restrittivo diventato un modello per la destra europea.

“Abbiamo perso a Copenaghen, ed è davvero un peccato” ha dichiarato la candidata sindaca Pernille Rosenkrantz-Theil, ex ministra del governo Fredriksen, che ha lasciato il suo incarico per candidarsi a diventare sindaca della capitale danese. “Abbiamo deciso che se dovevamo perdere, avremmo lottato fino alla fine, ed è quello che abbiamo fatto”, ha aggiunto riportata dall’emittente di servizio pubblico danese DR. Si stanno ora svolgendo i negoziati tra i partiti di sinistra per formare una coalizione all’interno del consiglio comune di Copenaghen a cui i Socialdemocratici non sono stati invitati a partecipare.

“Ci aspettavamo di perdere ma sembra che la sconfitta sia maggiore del previsto. Valuteremo le cause”, ha detto Frederiksen citando l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e lo squilibrio tra aree rurali e urbane come cause del calo di popolarità del suo partito. E tra meno di un anno ci saranno le elezioni parlamentari che si dovranno tenere entro ottobre 2026.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 15:28:19 +0000
Mondo a cura di F. Q.
Lo storico Kamel stronca il sì dell’Onu al piano Usa su Gaza: “È un brutto giorno per l’autodeterminazione palestineseâ€

“È un grande giorno per Netanyahu, Hamas e Trump, presidente-pregiudicato che presiederà il ‘Consiglio di pace’. È un brutto giorno per la sicurezza a lungo termine dello Stato di Israele, per l’autodeterminazione palestinese e più in generale anche per le tante persone perbene che ci sono nel nostro mondoâ€. Con questa frase icastica, Lorenzo Kamel, professore di Storia Internazionale all’Università di Torino, adjunct professor alla Luiss School of Government e finalista del premio nazionale per la divulgazione scientifica con il suo ultimo saggio Israele-Palestina in 36 risposte (Einaudi), commenta la risoluzione 2803 su Gaza, approvata il 17 novembre dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu con 13 voti favorevoli e l’astensione di Russia e Cina. Un voto che rimescola gli equilibri della regione e affida a Donald Trump il controllo della Striscia per due anni attraverso un organismo dai contorni indefiniti, il “Consiglio di Paceâ€, i cui membri saranno scelti direttamente dal presidente statunitense.

Ospite di Effetto Giorno, su Radio24, Kamel mette in evidenza la natura “talmente vaga e talmente arbitraria†del testo, privo di riferimenti alle risoluzioni precedenti e agli accordi che negli ultimi decenni hanno definito il quadro negoziale israelo-palestinese. Nessun cenno agli Accordi di Oslo, che stabiliscono l’unità territoriale di Gaza e Cisgiordania; nessun richiamo alla risoluzione 476 del 1980, con cui il Consiglio di Sicurezza aveva ribadito che l’acquisizione di territori con la forza è inammissibile. La nuova risoluzione, osserva lo storico, “va sostanzialmente in una direzione oppostaâ€, cristallizzando la separazione tra i due territori palestinesi e impedendo all’Autorità nazionale palestinese di avere un ruolo nella Striscia.
L’orizzonte politico che ne risulta appare così indeterminato da offrire a Trump e Netanyahu la possibilità di dichiarare insufficiente “qualsiasi sforzo della controparte palestineseâ€, anche in una situazione ipotetica in cui i palestinesi “divenissero la Norvegia del Medio Orienteâ€.

Kamel ricorda che i paesi arabi che hanno sostenuto la risoluzione sono guidati da “leader corrotti e ricattabiliâ€, a cominciare da Egitto, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Leader che, osserva, sanno che la loro sopravvivenza politica ed economica “passa dal piegarsi a ciò che gli viene richiestoâ€, e che si attendono concessioni sostanziali da parte di Trump.
Le astensioni di Mosca e Pechino aprono un altro capitolo: “vedremo a breve cosa riceverà, ad esempio, la Russia in cambio del suo mancato vetoâ€, afferma Kamel, lasciando intendere che un ritorno politico non mancherà.

Alla domanda del conduttore Alessio Maurizi su come interpretare il via libera dell’ANP e il rifiuto di Hamas, la spiegazione affonda nel quadro che ha dato origine all’Autorità nazionale palestinese. L’ANP nasce dagli Accordi di Oslo del 1993-1995: ne derivano i suoi poteri, la sua legittimità, il suo finanziamento e la sua sopravvivenza amministrativa. Senza Oslo, semplicemente, non esisterebbe.
Lo storico conferma questo punto: “L’Autorità nazionale palestinese è totalmente dipendente dal processo di Oslo e il suo capo, Abu Mazen, è un leader totalmente screditato e corrotto che non ha nessuna aderenza con la società palestinese, dunque non ha alternativa se non quella appunto di piegarsi totalmente a quello che gli viene richiestoâ€.
Scaturisce così la sintesi politica del professore: il voto rappresenta “un grande giorno per Netanyahuâ€, che ottiene un margine di manovra e una via d’uscita anche in caso di ripresa della guerra; “un giorno importante anche per Hamasâ€, che vede consolidarsi il proprio potere nella parte di Gaza rimasta sotto controllo palestinese; “un grande giorno per Trumpâ€, destinato a presiedere il Consiglio di pace nonostante la condanna inflitta dalla giustizia americana.
Al contrario, è “un brutto giorno per ciò che resta di Gazaâ€, divisa e privata della sua terra coltivabile, “un brutto giorno per la sicurezza a lungo termine dello Stato di Israeleâ€, “un brutto giorno per l’autodeterminazione palestinese†e “un brutto giorno” per chi ha a cuore la causa palestinese.

Sul futuro, Kamel intravede uno scenario che richiama quello della Cisgiordania dopo il 1967: un’occupazione “temporanea, fra virgoletteâ€, destinata a protrarsi nel tempo. “Oltre il 50%, il 53% della Striscia di Gaza è occupato dalle autorità israelianeâ€, spiega, e si tratta della parte più fertile e agricola. La zona sabbiosa e meno produttiva rimane ai palestinesi.
Il professore lega questo quadro alle dinamiche in Cisgiordania, definite dagli Accordi di Oslo II del 1995. Le aree A e B, frammentate in 165 isole amministrative, rappresentano poco più del 40% del territorio e resterebbero sotto controllo palestinese; l’area C, il restante 60%, è la porzione strategica: risorse idriche, terra fertile, spazio per gli insediamenti.
Se figure come Bezalel Smotrich continueranno a guidare la linea del governo israeliano, avverte Kamel, si tenterà di “smuovere il più possibile e di espellere la popolazione palestinese dall’area Câ€. Il risultato sarebbe una mappa in cui i palestinesi mantengono soltanto le aree A e B della Cisgiordania e la parte sabbiosa costiera di Gaza, mentre la porzione vitale dal punto di vista agricolo, idrico e strategico rimane sotto controllo israeliano.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 15:26:37 +0000
Storie dal Mondo a cura di F. Q.
“Ho mentito, la mia ex moglie non ha commesso nessun crimine nello spazioâ€: la rivelazione che scagiona l’astronauta della NASA Anna McClain

Una ex agente dell’intelligence dell’Aeronautica Militare ha ammesso la propria colpevolezza per aver dichiarato il falso alle autorità, sostenendo che l’ex moglie astronauta, da cui era separata all’epoca, aveva commesso il “primo reato nella storia avvenuto nello spazio”, secondo quanto confermato dalle autorità competenti.

La 50enne Summer Worden, rischia così fino a cinque anni di carcere e una multa massima di 250mila dollari per aver dichiarato un falso sull’astronauta della NASA e allora coniuge Anna McClain. La dichiarazione di colpevolezza della Worden, rilasciata giovedì scorso, ha posto fine a un’aspra contesa legale con McClain.

La Worden ha affermato che la “McClain aveva indovinato la password e aveva avuto accesso illegalmente al suo conto bancario nel gennaio 2019, mentre la coppia era ancora sposata e la McClain era impegnata in una missione di sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale”, hanno dichiarato i pubblici ministeri.

La falsa dichiarazione ha innescato un’indagine da parte della Federal Trade Commission e dell’Ispettore Generale della NASA, ha riportato il New York Times. “Worden aveva effettivamente aperto il conto bancario nel 2018 e sia lei che la McClain vi hanno avuto accesso fino a gennaio 2019, quando Worden ha modificato le credenziali”, hanno affermato le autorità. “Gli investigatori hanno scoperto poi le prove che la Worden, in verità, aveva concesso alla coniuge l’accesso ai suoi conti bancari almeno dal 2015, comprese le sue credenziali di accesso“, hanno aggiunto i pubblici ministeri.

La coppia era nel mezzo di una brutale separazione e di una lite genitoriale quando la Worden, un ex ufficiale dell’intelligence dell’Aeronautica Militare residente in Kansas, ha mosso le accuse che poi si sono rivelate false. La Worden sarà condannata il 12 febbraio. Davanti all’evidenza del risultato delle indagini, la donna non ha potuto fare altro che ammettere tutto.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 15:12:11 +0000
Cronaca a cura di F. Q.
Il video della brutale aggressione ai danni di uno studente in zona corso Como: così è stato accoltellato il 22enne

Accoltellato e brutalizzato per 50 euro. È successo il 12 ottobre e il video mostra l’aggressione subita da uno studente dell’Università Bocconi di Milano, assalito in zona corso Como da cinque ragazzi, tre dei quali sono minorenni. Da quanto si sa finora, il giovane, arrivato in fin di vita in ospedale, e rischia di perdere l’utilizzo di una gamba. I suoi aggressori, nel corso dei messaggi che hanno scambiato dopo l’aggressione, si sono augurati la sua morte.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 15:10:05 +0000
Politica a cura di Paolo Frosina
Separazione carriere, ok della Cassazione al referendum: si voterà entro il 29 marzo

Il referendum costituzionale sulla separazione delle carriere si terrà entro fine marzo, al più tardi domenica 29 marzo. È l’effetto della decisione dell’Ufficio centrale per il referendum della Corte di Cassazione, che con ordinanza notificata il 19 novembre ha ammesso le quattro richieste presentate rispettivamente dai deputati e dai senatori di maggioranza e di opposizione. Ora il Consiglio dei ministri dovrà stabilire la data della consultazione, che sarà indetta dal presidente della Repubblica entro sessanta giorni dall’ammissione, quindi entro il 19 gennaio: il voto dovrà poi tenersi, in base alla legge 352 del 1970, “in una domenica compresa tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno successivo alla emanazione del decreto di indizione”.

L’ultima domenica utile, quindi, è il 29 marzo. Ma è probabile che il governo cercherà di anticipare, per sfruttare il vantaggio del Sì nei sondaggi e per avere più tempo – in caso di successo – per scrivere le leggi attuative della riforma prima della scadenza dell’attuale Consiglio superiore della magistratura, in programma all’inizio del 2027. In teoria, se il Consiglio dei ministri deliberasse entro la fine di novembre, si potrebbe votare già a metà gennaio.

La Cassazione ha deciso che il quesito sarà quello standard, contenente il titolo del provvedimento: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 253 del 30 ottobre 2025?”. I senatori di centrodestra, invece, chiedevano di aggiungere riferimenti più “mediatici”, specificando che la legge riguarda “la separazione delle carriere tra pubblico ministero e giudice, la costituzione della Corte disciplinare per i magistrati e la formazione mediante sorteggio dei Consigli superiori della magistratura”. Un’ipotesi che però la Suprema Corte ha bocciato.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 14:58:22 +0000
World News a cura di F. Q.
“Il corpo della 18enne morta su una nave da crociera è stato trovato sotto un letto, avvolto in coperte e giubbotti di salvataggioâ€: nuovi dettagli sul caso Anna Kepner

Emergono nuovi dettagli sulla tragica morte di Anna Kepner, la 18enne trovata morta bordo della Carnival Horizon, una nave da crociera partita da Miami e diretta ai Caraibi. Il corpo è stato trovato sabato 8 novembre e – secondo quanto scrive il Daily Mail – sarebbe stato avvistato da una cameriera avvolto in una coperta e in alcuni giubbotti di salvataggio, sotto un letto. La sera precedente alla morte, Kepner aveva detto a cena di non sentirsi bene ed era tornata nella sua cabina. La mattina dopo non si era presentata a colazione e da lì sono partite le ricerche concluse con il ritrovamento da parte di una cameriera.

Il medico legale della contea di Miami-Dade ha indicato l’ora del decesso alle 11:17 del 7 novembre, senza specificare la causa. È l’FBI ha occuparsi del caso visto che la 18enne è morta in acque internazionali. Christopher Kepner, papà di Anna, ha detto al Daily Mail che al momento non hanno altre informazioni: “Non ho idea di cosa stia succedendo. Stiamo solo cercando non perdere la calma e aspettare risposte”.

Originaria di Titusville, la 18enne è stata descritta dalla famiglia come “solare e piena di vita: era una persona di cuore, le piaceva stare con gli altri. Aveva quell’energia che ti coinvolgeva, con il suo sorriso e il modo in cui si muoveva. Era una persona con cui era facile parlareâ€. Un insegnante, il professor Brunner della Temple Christian School, dove la ragazza studiava, le ha dedicato un messaggio su Facebook, ricordando quanto “portasse calore ed energia in classe: la tua curiosità, la tua dolcezza e il modo in cui ti prendevi cura di chi ti stava intorno hanno lasciato un segno profondo in me e in chiunque ti abbia conosciuto. Mi mancheranno le volte in cui ti affacciavi al mio ufficio solo per salutare e finivamo a parlare per quindici minutiâ€. Kepner si trovava in crociera con i genitori, Chris e Shauntel Kepner, e le sue due sorelle minori. La Carnival Cruise Line ha fatto sapere che “la priorità è offrire sostegno alla famiglia della nostra ospite e collaborare pienamente con le autoritàâ€.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 14:56:01 +0000
Cronaca Nera a cura di F. Q.
“La prof ti cercaâ€: la fanno uscire dalla classe e poi la picchiano in palestra. Denunciate due 16enni a Messina

Una brutale aggressione cominciata con un inganno. Non parliamo di serie tv, boss, criminali o ladri. L’astuzia (negativa) è venuta in mente a due ragazze di 16 anni, responsabili del pestaggio ai danni di una 17enne, nella palestra del liceo artistico Basile di Messina mentre erano ancora in corso le lezioni.

E nel frattempo che i ragazzi erano su Kant, Caravaggio o sulle funzioni goniometriche, nella classe della vittima qualcuno bussa alla porta. Una delle due ragazze, entrate dal cancello principale e poi dalle scale d’emergenza, l’aggredita non l’ha mai vista. La sconosciuta bussa, fa il nome della vittima, finge di essere stata mandata da un’altra insegnante che chiede di lei e convince la professoressa a far uscire la ragazza. Ad aspettare la vittima nella palestra del plesso però non c’è nessuna docente, ma una sua vecchia conoscenza. Prima amiche, ex compagne di classe, poi le prime tensioni, il trasferimento della ragazza in un altra scuola, gelosie man mano diventate sempre più forti.

Sono partiti schiaffi, pugni, calci: in due contro uno. Al liceo Basile intanto è la sesta ora e alcuni ragazzi diretti in palestra notano l’aggressione e lanciano l’allarme. Sopraggiunge un collaboratore scolastico, che cade e si fa male. Intanto le responsabili sono scappate.

I genitori della studentessa hanno presentato denuncia e fornito dettagli fondamentali al riconoscimento delle due responsabili. Per la giovane, profondamente scossa, il liceo tramite la sua dirigente Caterina Celesti ha attivato le misure di sostegno psicologico e ha annunciato iniziative legali. Strada che potrebbe essere percorsa anche dalle due professoresse inconsapevolmente coinvolte. “Durante le violenze una delle due ragazze ha registrato tutto con il cellulare, ora ci chiediamo che fine ha fatto questo video” dice la sorella della vittima. Nella speranza che il presunto filmato non stia già circolando, il liceo proprio questa mattina ha svolto un incontro sul cyberbullismo (già programmato) per sensibilizzare gli studenti.

L’aggressione, condotta come un vero e proprio blitz, si inserisce in un quadro giovanile già preoccupante in cui la violenza assume delle forme sempre più assurde ma, paradossalmente, sempre più studiate e strategiche come in questo caso.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 14:51:18 +0000
Blog a cura di Federica Colonna
Altro che sdraiati, questa generazione (forse) ci stupirà

Stare bene. È questo il primo, in assoluto, tra i desideri dei giovani tra i 14 e i 17 anni intervistati dall’Istituto Demopolis nell’ambito dell’indagine “Vivere da adolescenti in Italia†promossa dalla Fondazione Con i bambini.

E se l’ambizione non vi sembra adatta a far battere i cuori più impetuosi, attenzione: quella che si affaccia è una generazione pragmatica, attenta alla salute psicologica e relazionale, a tratti sorprendente. Per certi versi (molti) incompresa. I dati raccolti, infatti, da un lato raccontano una realtà divisa a metà, con differenze rilevanti nelle percezioni tra chi vive nei centri e chi ai margini, ma lasciano anche intravedere un futuro emergente un po’ inaspettato, lontano dalla narrazione stereotipata che da adulti tendiamo ad appioppare a chi arriva dopo di noi.

Così, se i numeri parlano chiaro – i più giovani sognano di diventare youtuber e influencer, certo, ma più spesso medici e nell’11% dei casi educatori e imprenditori – un elemento salta all’occhio: il benessere psicologico e relazionale si consolida tra le priorità di ragazzi e ragazze che più di tutto chiedono nelle città spazi per incontrarsi e fare nuove amicizie. Così se le ultime generazioni hanno avuto il merito di fare irruzione nei posti di lavoro con la sicurezza psicologica, gli adolescenti non scendono più a patti: per loro è un assoluto, un mai più senza. Un po’ come i jeans nel guardaroba: nessuno può farne a meno.

Da Xennials – a metà tra generazione X e Millennials – me lo chiedo. E se proprio questa fosse la generazione underdog? Quella che davamo per debole e sfavorita e che invece ci spiazza? Quella che non abbiamo visto arrivare? Abituati a immaginare i più giovani spalmati sul divano – chi tra noi genitori oltre 40 non ha letto Gli sdraiati di Michele Serra? -, apprensivi al punto di tracciare i loro spostamenti con gli amici con app dedicate e consapevoli di una sorveglianza scolastica senza precedenti grazie al registro elettronico perpetuamente disponibile, rischiamo di sottovalutare quel che per loro sembra contare davvero. Stare bene e cura delle relazioni sono i due pilastri di una vita che merita di essere vissuta con pienezza e gioia, anche (soprattutto) per loro. Noi che li davamo per persi, incontriamo una generazione ritrovata, che torna ai capisaldi, alla semplicità.

Certo, scrivo da madre preoccupata come molte di non capirci nulla – troppe volte ho pensato che Paolo Crepet, con quel cipiglio, si rivolgesse proprio a me o al massimo al partner che mi sta accanto. Non solo, però. Al di là della dimensione individuale c’è un tema da considerare: se il benessere personale e relazionale è la priorità, quali sono le aspettative dei ragazzi e delle ragazze nei contesti collettivi – scuola e lavoro primi tra tutti? Abbiamo costruito un modello educativo che risponde efficacemente? I nostri ambienti di lavoro sono spazi psicologicamente sicuri dove nutrire davvero quello stare bene così agognato?

Così, di pancia, risponderei un doppio no. Abbiamo favorito contesti di competizione polarizzanti e se siamo abituati noi con i capelli grigi non è detto che sia l’unico modo per organizzarci o che sia naturale e giusto – “Il mondo va così, bellezza!â€, ma anche no.

Ecco, le domande sono tante e non sono rinviabili. Pensavamo di avere di fronte la versione stanca e demotivata di Tony Effe, forse abbiamo davanti una schiera di persone concrete e attente. La musica phonk ci ha fuorviati – e se non sapete cosa è, suona l’allarme boomer. Questa generazione merita più fiducia e forse una manciata di stereotipi in meno.

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Data articolo:Wed, 19 Nov 2025 14:41:49 +0000

News su Gazzetta ufficiale dello Stato, Corte costituzionale, Corte dei Conti, Cassazione, TAR