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Lavoro a cura di Roberto Rotunno
I redditi da miseria di partite Iva e collaboratori con redditi. Lo studio: “Vanno da 8.500 a 18mila euro all’annoâ€

Più che un’emergenza, è un problema ormai endemico del nostro mercato del lavoro: i redditi bassissimi di partite Iva e collaboratori. Gli addetti “autonomi†stanno crescendo in questi anni, contribuendo a gonfiare i dati sull’occupazione, ma uno studio appena pubblicato della Nidil Cgil mostra che molti di loro hanno guadagni del tutto inadeguati a una vita dignitosa, e anche insufficienti per raggiungere una pensione decente. Si tratta di 436 mila partite Iva, con redditi medi di poco superiori a 18 mila euro annui, e 208 mila collaboratori che dichiarano in media appena 8.566 euro.

Essendo questi “esclusiviâ€, è probabile che tra di loro si nascondano molti dipendenti mascherati, inquadrati come autonomi dalle aziende per risparmiare a loro discapito. Finte partite Iva e co.co.co vengono utilizzate per non applicare i contratti collettivi, quindi stabilire i salari con trattative individuali, pagare meno contributi, niente tredicesime, niente trattamento di fine rapporto. Situazioni difficili da fare emergere perché richiederebbero spesso lunghe e incerte trafile giudiziarie. Ecco perché restano ampiamente tollerate.

I più deboli sembrano proprio i collaboratori. Specialmente se isoliamo il dato sui redditi medi delle donne, pari a soli 6.839 euro annui, e degli under 35 che si attestano sui 5.130 euro. Come visto, questi guadagni così irrisori si traducono in una scarsa prospettiva pensionistica. Solo l’8% dei collaboratori riesce infatti a versare dodici mesi di contributi annui, quindi a raggiungere una contribuzione “piena†che corrisponde a 18.415 euro annui. Con questo reddito, la pensione a 64 anni, ammesso di avere almeno 30 anni di anzianità, si fermerebbe a 853 euro. I dati sui professionisti con partita Iva sono solo un po’ migliori: il 35% raggiunge la contribuzione piena. Tuttavia per loro le aliquote sono più basse, pertanto per loro l’assegno che si può maturare a 67 anni, con 30 di contributi, è pari a 646 euro mensili.

Le norme approvate in legge di Bilancio dal governo Meloni non portano alcun vantaggio a collaboratori e partite Iva. Ai collaboratori non viene applicato il taglio del cuneo fiscale approvato nella manovra dello scorso anno. Le uniche norme approvate in questi anni dal centrodestra hanno introdotto vantaggi fiscali ai più benestanti tra i lavoratori autonomi, con il passaggio della flat tax al 15% fino a 85 mila euro di reddito. Tuttavia, considerando che le partite iva hanno già un fisco vantaggioso, sono altre le norme che servirebbero a tutelare i loro redditi. Nell’ultimo report Istat, emerge infatti che la povertà assoluta tra i lavoratori autonomi senza dipendenti, le partite iva indivduali, è in aumento.

La prima sarebbe l’equo compenso: “Posto che c’è un tema di qualificazione dei rapporti di lavoro quando mascherano lavoro dipendente, le scelte da fare nell’immediato vanno in direzione opposta a quanto fa il governo – commenta Andrea Borghesi, segretario generale Nidil Cgil – per i redditi da lavoro bisognerebbe far pagare il giusto compenso alle imprese attraverso la definizione di un salario minimo/ equo compenso non inferiore a quanto previsto per le medesime figure professionali dalla contrattazione collettivaâ€. Borghesi ricorda anche che i collaboratori hanno a loro carico una quota maggiore di contributi, rispetto ai dipendenti, e non sono coperti da ammortizzatori sociali universali.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 15:23:07 +0000
Televisione a cura di Redazione FqMagazine
“Tutti mi chiamano per un’altra cosa, voi per la lasagna ma mi avete fatto aspettare e ora mi tocca mangiarla ghiacciataâ€: la polemica di Nonna Silvi a La Volta Buona

Tutti mi chiamano per un’altra cosa che voi mi dite di non dire e io non dico“. Mercoledì 3 dicembre, la puntata de “La volta buona” è stata segnata da una polemica. Nonna Silvi, vincitrice del premio Tiktok awards come migliore creator italiano del 2025, è stata contattata dal programma per spiegare come preparare la lasagna perfetta.

La signora toscana ha iniziato il collegamento con Caterina Balivo, conduttrice del programma, con tono spazientito. “Mi fa parlare?“. Nonna Silvi ha subito puntualizzato: “Cavolfiore nella lasagna? Ce lo mettete voi, io non lo metto”. La star dei social ha proseguito raccontando i procedimenti per preparare il piatto tipico della tradizione culinaria italiana. Alla domanda sui tempi di preparazione la signora ha risposto: “Di solito si può fare con calma, oggi mi avete chiamato voi e ho dovuto fare in fretta. Avrei potuto fare con calma visto che ci siamo collegati a quest’ora e a me tocca mangiare la lasagna ghiacciata“.

“Aspetto da mezz’ora”

Nonna Silvi ha rincarato la dose, dichiarando di aspettare il collegamento da mezz’ora. La signora ha smorzato i toni aggiungendo che “questa volta è andata”. La polemica, però, non è finita lì. La nonna d’Italia, infastidita, si è detta sorpresa del motivo per cui è stata contattata da “La volta buona“. “Non credevo mi chiamaste per le lasagne. Gli altri mi contattano per un altro argomento che voi mi avete detto di non dire e io non dirò”.

La conduttrice ha invitato la signora a parlare liberamente sui temi “censurati”. Nonna Silvi ha replicato: “Mi hanno detto di non dirlo, certo non è una cosa illegale”. E infine, ripensandoci, la signora ha esclamato: “Ho vinto il Tiktok Awards. Non ho potuto neanche farvelo vedere”. Alla fine le parti hanno fatto pace e nonna Silvi ha fatto venire l’acquolina in bocca a tutti con la spiegazione della sua lasagna tradizionale.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 15:20:56 +0000
Blog a cura di Sostenitore
Panico lupi in Italia: sui media c’è allarmismo, ma credo che lo scopo sia un altro

di Michele Versace

Da alcuni mesi, da quando la Ue ha declassato il lupo come specie protetta, rendendolo di fatto suscettibile di abbattimenti pretestuosi, nel nostro paese sono apparsi via via, sempre in numero crescente, articoli allarmanti sulla presenza dei lupi nei boschi, nelle campagne e nei centri urbani.

Persone aggredite (non è mai stato dimostrato), armenti sbranati (cosa ci sarebbe di strano?) e perfino cani (lasciati fuori casa) catturati dal predatore.

Ai giornali, poi si sono sommati anche i servizi della tv, sia pubblica che privata, a soffiare sul fuoco di una paura irrazionale e immotivata.

Questi avvistamenti e i presunti attacchi si sarebbero perpetrati sempre nelle regioni centrosettentrionali, dove la gente non vedeva lupi da quasi un secolo, e perciò non c’è da stupirsi di questa isteria, seppur pilotata, al limite del reato di provocato allarme.

Dicono che a pensar male si commetta peccato ma si indovini quasi sempre, perciò non posso fare a meno di credere che questi allarmismi, in determinate regioni e Comuni, abbiano anche (se non solo) lo scopo di distrarre l’opinione pubblica da problemi reali che la politica locale non è in grado di risolvere.

Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana†potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 15:04:25 +0000
Giustizia a cura di Redazione Giustizia
Garlasco, scontro sulla perizia tra le difese. I legali di Stasi: “Primo punto fermoâ€. Gli avvocati di Sempio: “Valore zeroâ€

La nuova perizia genetico-forense depositata nell’ambito dell’incidente probatorio sul delitto di Garlasco ha innescato le diverse reazioni alle conclusioni, Il documento sarà discusso il 18 dicembre, ma già le prime reazioni delineano fronti contrapposti.

La difesa di Stasi: “Assenza totale di Dna†e “primo punto fermoâ€

A esprimersi per prima è l’avvocata Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. La professionista sottolinea come la nuova relazione “cristallizza l’assenza totale di Dna di Stasi, che viceversa non era stato escluso†dal professor Francesco De Stefano nel processo d’appello bis del 2014. Per Bocellari, la perizia rappresenta “finalmente un primo punto fermo in questa nuova indagineâ€. L’avvocata ricorda inoltre che “dal 2014 fino a oggi si diceva che il Dna sulle unghie di Chiara Poggi fosse degradato e non confrontabileâ€. La nuova analisi – prosegue – “confermando integralmente quella della Procura di Pavia e quelle della difesa Stasi, supera queste conclusioni e, pur considerando le caratteristiche di questo dna Yâ€, che sono state “più volte ribadite anche dai consulenti di parteâ€, giunge a “una concordanza forte e moderatamente forte con l’aplotipo Y di Andrea Sempio su due unghie di due mani diverse della vittimaâ€.

La difesa di Sempio attacca: dati “non consolidati†e “possibilmente artefattiâ€

Ovviamente opposta la lettura dell’avvocato Liborio Cataliotti (nella foto), che assiste Andrea Sempio insieme alla collega Angela Taccia. Il legale mette in discussione la solidità tecnica delle conclusioni degli esperti: “Le valutazioni statistiche sono state fatte su risultati non consolidati, possibilmente ‘artefatti’ (cioè erronei), che attestano Dna di più persone, che non si sa se depositato in seguito a contatto diretto o con una stessa superficie. Non si sa oltretutto quando.†Secondo Cataliotti, “queste le premesse della perizia, che, in tutta evidenza, svalorizzano le conclusioni statistiche su quei datiâ€. La genetista Denise Albani, pur riconoscendo che la traccia genetica trovata sulle unghie della vittima è compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio – il cromosoma Y non identifica una sola persona – conclude che “in questo caso si tratta di aplotipi misti parziali per i quali non è possibile stabilire con rigore scientifico” se la traccia è “sotto o sopra le unghie della vittima”, se l’origine “è per contaminazione, per trasferimento diretto o mediato” e “quando” è stato lasciato il materiale biologico. Alla domanda quanto peso ha la perizia contro Sempio, la risposta del difensore è netta: “Zero“.

La parte civile: “L’unico dato certo†è il Dna di Stasi sulla scena”

Anche i legali della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, intervengono criticando la lettura proposta dalla difesa di Stasi. A loro giudizio “l’unico dato certo ed infatti trascurato†della nuova perizia è “il rinvenimento di Dna del condannato Stasi e di Chiara sui reperti che testimoniano gli ultimi momenti di vita della vittimaâ€. Gli avvocati si riferiscono in particolare agli oggetti trovati nella spazzatura della villetta di via Pascoli: “la cannuccia dell’Estathè, le coperture del Fruttolo e il sacchetto di cerealiâ€. Per i legali della parte civile, la “lettura delle conclusioni della perizia svolta con serietà e riserbo†evidenzia che “nulla di nuovo è emerso a carico del signor Sempio rispetto a quanto già notoâ€. Per questo si augurano “che tutto venga alla fine valutato con la dovuta attenzione†e con il “rispetto che si devono alla sentenza coperta dal giudicato†che ha condannato Stasi. Tizzoni e Compagna denunciano inoltre l’impatto mediatico della riapertura dell’inchiesta: “Sono trascorsi ormai oltre nove mesi†e “con cadenza quotidiana, la famiglia Poggi viene esposta ad un massacrante gioco mediatico i cui fini non sono notiâ€.

Il legale di Venditti: “Procura al servizio di un condannatoâ€

Durissime anche le parole dell’avvocato Domenico Aiello, difensore dell’ex pm Mario Venditti, ora in pensione e imputato per corruzione in atti giudiziari con l’ipotesi di avere preso denaro per favorire Sempio nel 2017. Aiello – che ha ottenuto tre annullamenti di perquisizioni e sequestri da parte del Tribunale del Riesame di Brescia – accusa apertamente l’operato degli inquirenti: “I vertici della Procura al servizio di un condannato, assassino riconosciuto con sentenza passata in giudicato. La Procura di Pavia sta violando il principio di ‘intangibilità del giudicato’, manca oramai da mesi la richiesta di revisioneâ€. Secondo il legale, la stessa “prova tecnica su una frazione di Dna contaminata sarà un fallimento, inservibile e inutile ab origineâ€.

In un successivo intervento, Aiello ribadisce che la nuova inchiesta “va a tutelare gli interessi privati di una persona che è stata condannata in via definitiva, sbandierata dalla difesa dell’assassino come un avvento di giustizia, come se l’indagato fosse già stato condannato e i cinque gradi del precedente processo siano già stati messi in archivio come un’insignificante pantomimaâ€. E conclude con un affondo: “Se fossi in loro rientrerei nei ranghi della professione abbandonando la carriera da comparsa in palcoscenici molto inginocchiati. Dipende però da dove costoro ricevono i maggiori vantaggiâ€.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 15:00:57 +0000
Giustizia a cura di Davide Milosa
Il trafficante di droga grida in aula contro il pm De Tommasi e lo minaccia: “Deve finirla di rovinare le personeâ€

Il trafficante già condannato per associazione a delinquere oggi torna in aula per altri capi d’imputazione. Sul piatto sempre droga. Aula bunker del carcere milanese di Opera, Luigi Ruggiero, tarantino classe ’87, considerato a capo della batteria di trafficanti del comune di Rozzano assieme al defunto Chicco Pagani, prende la parola per alcune dichiarazioni spontanee. E che fa? Minaccia chiaramente il pubblico ministero. E chi è il pm? Francesco De Tommasi per il quale Ruggiero è uno dei tanti protagonisti della sua maxi inchieste Barrios su sette piazze di spaccio a Milano, tra cui, quella più grande, annidata nel quartiere della Barona. De Tommasi, assieme al collega Gianluca Prisco, proprio per aver chiuso il cerchio attorno alla famiglia Calajò, storici reggenti della malavita alla Barona, sono finiti sotto scorta. Era l’ottobre 2023 e dal carcere erano state registrate chiare minacce di morte.

Questa mattina la storia sembra essersi ripetuta. Un fatto gravissimo che rubrica a poco meno che una bagatella l’affare tutto interno alla Procura che ha visto De Tommasi vedersi bocciato lo scatto di avanzamento di carriera dal consiglio giudiziario distrettuale per il presunto poco equilibrio mostrato nell’indagine bis sul caso di Alessia Pifferi e che riguardava i tentativi di manipolare la perizia psicologica a favore di una infermità mentale esclusa dalle sentenze di primo e secondo grado. In quel fascicolo, per farla breve, risulterà indagata anche la legale della donna, recentemente assolta. Detto questo, quel troncone finito sotto la lente della Procura Generale e del ministero della Giustizia non ha rilevato alcun illecito disciplinare. La questione in valutazione al Csm, sembra solo un fastidioso rumore di sottofondo rispetto alle minacce lanciate da un pericoloso trafficante di droga.

Torniamo allora a Luigi Ruggiero, già condannato in abbreviato nel maxi processo Barrios, e questa mattina imputato per altri capi di accusa (cinque episodi di spaccio) in una lista di 57 persone, Ruggiero ha chiesto così di fare dichiarazioni spontanee e qui proprio non si è tenuto e anche ha alzato non poco la voce. In attesa della trascrizione dell’udienza, queste sono state le sue parole: “Il dottor De Tommasi deve smettere di perseguitarmiâ€. Il pm, dice Ruggiero, deve smetterla “di rovinarlo†che gli “ha fatto prendere 30 anni†e deve “lasciarlo in pace†e “finirla di rovinare le personeâ€. Il tutto alzandosi in piedi, alzando la voce e ripetendo più volte “dottor De Tommasiâ€.

Parole sinistre che ricordano quelle del 2023 quando in carcere a Opera fu intercettata questa frase di Nazza Calajò: “De Tommasi si fermi se vuole salva la vita sua e della sua famigliaâ€. De Tommasi come il suo collega Prisco non si sono fermati e sono finiti sotto scorta armata. E ancora, sempre per voce del capo Nazzareno Calajò: “De Tommasi non ti conviene, credimi. Lasciaci stare e siamo a posto così e ti salvi la vita! A me di questa galera non me ne fotte niente. E te lo faccio vedere, non è uno scherzo! Ti lascio in un lago di sangue. Tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli, le tue sorelle, i tuoi figli li uccido tutti!â€. Non contento aggiungerà: “Io lo ammazzo De Tommasi, ti mangio come un cannibale, lo sgozzo (…). Ti faccio esplodere con una bomba (…). Il Tribunale di Milano lo faccio arrivare su Marte (…). Ti faccio fare la fine di quei due porci di merda (…). Ti faccio diventare un martire come loroâ€, riferendosi ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Quindi spiega: “Non vi preoccupate, giù in cantina abbiamo quattro bombe e quattro mitraâ€. Quasi tre anni dopo, ancora minacce gravi. E però a tenere banco nei corridoi e tra le correnti della magistratura è solo quella legittima attività di indagine, finita con le assoluzioni degli imputati, come spesso capita nelle aule di giustizia.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 15:00:29 +0000
Blog a cura di Paolo Martini
Da giovane cronista avvertii Tortora del suo arresto. Non so come voterebbe al referendum, ma una cosa la so

Chi ha conosciuto da vicino Enzo Tortora sa bene quanto avrebbe potuto irritarlo l’ingresso forzato nel provvisorio nuovo pantheon della destra al potere, con tanto di una sala intitolata accanto a quella del Beato Rosario Angelo Livatino (difficile immaginare figure tanto distanti!), e peggio ancora la trasformazione posticcia in icona da sventolare contro i magistrati nella battaglia referendaria che si è aperta. Anche l’imminente fiction su Tortora di Netflix, nonostante la consueta inappuntabile interpretazione di Fabrizio Gifuni, pare che non centri precisamente la questione della vicenda giudiziaria del presentatore di Portobello, oltre ad essere viziata dal pregiudizio snob nei confronti della tv popolare che i registi italiani di cinema, come Marco Bellocchio, non hanno mai smesso di esercitare.

Prima che qualcuno possa pensare che sono sentenze sparate a casaccio, meglio premettere che, al tempo – come noto e riportato in varie testimonianze, in primis le lettere dal carcere che Tortora stesso pubblicò in volume – ero un giovane cronista televisivo de Il Giorno e mi capitò di avvertire molte ore prima il presentatore del possibile arresto nell’ambito di un’inchiesta napoletana sulla camorra. Ero stato imboccato, molto vagamente, dal direttore Guglielmo Zucconi (già parlamentare della Dc e direttore del settimanale di partito), che aveva avuto la notizia – come ho poi ricostruito – dal ministro dell’Interno di allora e subito dopo della Giustizia, Virginio Rognoni, ma ebbe cura di nasconderlo subito dicendomi: “Ho saputo per certo che una clamorosa indagine sulla camorra coinvolge un personaggio di primo piano del mondo dello spettacolo. Non sono riuscito a farmi dire altro se non che si tratta probabilmente di un famoso protagonista anche della tv e che si può cercare il cognome tra le ultime lettere dell’alfabeto. Vedi tu se riesci a pescare al volo l’interessato prima che finisca nella bufera…”

Zucconi senior, già autore di Scaramacai e tipo davvero molto spiritoso, si mise subito a sdrammatizzare sorridendo e invitandomi a cercare nomi con lui: “Beh, alla Z ci sarebbe giusto Mago Zurlì, ah ah; alla V Raimondo Vianello, impensabile; alla U non saprei ma la T è piena, da Tognazzi, che farebbe davvero ridere, a…”. E lasciò a me la chiusa: “D’accordo, provo a cercare subito Tortora!”. E’ andata com’è andata, il presentatore era a Roma per riunioni di lavoro e ha preso la mia telefonata del primo pomeriggio alla stregua di un’assurdità: “Come se mi avessero detto che eri accusato di aver violentato la Madonnina sul Duomo”, mi scrisse poi da Regina Coeli. Alla sera, nonostante gli fosse arrivata una telefonata analoga dall’Ansa, Tortora se n’era andato a dormire serenamente in albergo. Amen, il resto è noto.

Per mesi, poi, sono stato molto vicino al presentatore, alla sua meravigliosa figlia primogenita Silvia e all’unica persona che sa tutto e non ha mai voluto parlare, Gigliola Barbieri, assistente e prima collaboratrice di Tortora dai tempi d’oro della grande Domenica Sportiva. Ora, posto che si debba affibbiare anche a Tortora una qualche etichetta, era il classico vecchio signore conservatore, laico e dichiaratamente liberale, nel senso proprio della tradizione rappresentata dal piccolo partito post-risorgimentale che aveva partecipato alla Resistenza ed era ai vertici del CLN (anche Marco Pannella veniva dai liberali vicini a Mario Pannunzio). Ma, in tutto e per tutto, Tortora era proprio un cane sciolto, abituato a guardare con una certa diffidenza, se non proprio disprezzo, il mondo del potere, anche quello economico.

Con i democristiani si era scontrato in Rai molti anni prima, eppure aveva appena rifiutato di lasciare la tv di Stato per accettare un’offerta ricchissima di Silvio Berlusconi, confidando agli esterrefatti collaboratori più intimi, la sorella Anna e il cognato Giampaolo, la sua perplessità: “Tra tv e pubblicità guadagno già fin troppo bene e tutto quel denaro mi metterebbe a disagio… E chissà, poi, se un giorno si scoprisse che viene da chissà dove…”. Onestamente va ricordato che Berlusconi fu il primo a dire subito che Tortora era assolutamente una persona specchiata e inattaccabile, come aveva avuto modo di appurare durante la trattativa, altro che un trafficante di droga per la camorra.

La vicenda giudiziaria e mediatica, per cui il ministro Rognoni si era esposto in prima persona (“ci sono prove schiaccianti, mi confermano dalla Procura di Napoli” ripeteva nei giorni seguenti al telefono con il direttore de Il Giorno), nasce semplicemente da un vero e proprio input politico della Dc. Bisognava cancellare con una grande inchiesta qualunque dubbio sull’ipotetica connivenza con la camorra tra il partito di maggioranza relativa, dove allora gli esponenti campani vantavano il segretario, Ciriaco De Mita, e anche il peso di un’area della corrente più potente, i cosiddetti dorotei.

Per una specifica vicenda napoletana, il rapimento da parte delle Brigate Rosse dell’assessore Dc Ciro Cirillo e la liberazione dopo il pagamento di un riscatto, l’Unità sollevò pesanti illazioni circa il ruolo chiave dei boss della malavita nella soluzione del caso. E così la cupola democristiana chiese e ottenne un’operazione ‘maxi-blitz anticamorra’, che non guardasse platealmente in faccia a nessuno, incastrando anche nomi pesanti. A qualche servitore tanto zelante quanto maldestro, invece di puntare ai veri boss, non parve vero d’imbattersi in un numero telefonico di un Enzo Tortora nell’agendina di un camorrista e poi s’accomodò con qualche pentito a montare bene la panna, senza fare nemmeno uno straccio di verifica effettiva.

Oltre alla rivelazione anticipata della notizia, volta a provocare l’eventuale fuga che equivaleva a un’ammissione di colpa, ci fu un episodio significativo che Tortora confidò poi a pochissime persone, a proposito di una visita ricevuta nel carcere di Bergamo, quando ormai l’inchiesta sembrava mostrare troppe lacune. Alla fine dell’ora d’aria, un giorno il presentatore rientrando in cella trovò ad aspettarlo un personaggio che si presentò come alto ufficiale dei Carabinieri di ruolo nei servizi segreti, latore di una proposta: “Le parlo a nome di chi può immaginare, questa storia deve finire, sono tutti d’accordo. Ammetta qualcosa, anche una piccolissima cosa, che so? dica che in effetti quella volta ad Antenna 3 non ha ricevuto la droga da smerciare, come l’accusa un pentito, ma soltanto un po’ di cocaina per uso personale… E tutto finirà in un attimo”.

Ecco, è assurdo immaginare come voterebbe oggi Tortora sulla riforma Nordio, ma che il sistema politico abbia tendenzialmente ancora più peso rispetto all’indipendenza della magistratura non gli piacerebbe affatto.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 14:57:38 +0000
Società a cura di F. Q.
PizzAut cambia menù: in arrivo anche i primi piatti

PizzAut, il progetto di ristorazione che impiega persone autistiche a Cassina de’ Pecchi e Monza, aprirà dal 2026 un nuovo capitolo della propria attività: nei due locali arriveranno anche i primi piatti. La novità nasce da un accordo con Barilla, che fornirà attrezzature professionali per la preparazione e il servizio della pasta e sosterrà un percorso formativo dedicato ai lavoratori e alle lavoratrici con autismo, guidato dagli chef di Academia Barilla.

L’intesa, annunciata alla vigilia della Giornata internazionale delle persone con disabilità, prevede inoltre l’assunzione da parte dell’azienda di un giovane, che sarà impiegato in distacco presso il ristorante di Monza. Il gruppo già da un anno e mezzo dona materie prime a PizzAut per un totale che supera le due tonnellate e mezzo. Il progetto rientra nel percorso interno di diversity & inclusion, in particolare nel programma ThisAbility, che coinvolge dipendenti e iniziative rivolte a una maggiore accessibilità. Negli anni il gruppo ha avviato collaborazioni con associazioni come Dynamo Camp e Hackability e sostiene vari progetti di sensibilizzazione. La partnership con PizzAut rappresenta, nelle intenzioni, un’estensione di questo impegno.

Per PizzAut, che dal 2021 ha costruito un modello di ristorazione dedicato all’inserimento lavorativo di persone con autismo, PastAut è un ampliamento dell’offerta e delle competenze richieste ai lavoratori. Il fondatore, Nico Acampora, sottolinea che l’obiettivo resta quello di creare opportunità concrete e non solo simboliche. Resta da capire come la nuova proposta si integrerà nell’organizzazione quotidiana dei ristoranti, già strutturati per garantire processi chiari e mansioni adatte alle esigenze dei ragazzi. La formazione, prevista nelle prossime settimane, definirà tempi e modalità operative. L’accordo arriva in un momento in cui il tema dell’inclusione lavorativa delle persone autistiche è sempre più discusso, ma ancora poco praticato su larga scala: in Italia le stime parlano di centinaia di migliaia di persone nello spettro, ma con un tasso di occupazione molto basso. Progetti come PizzAut – e ora l’estensione con PastAut – contribuiscono a riportare il tema nell’agenda pubblica, pur restando iniziative circoscritte.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 14:45:35 +0000
World News a cura di Redazione FqMagazine
“Li hanno attirati in una trappola fingendosi degli investitori, li hanno rapiti, torturati e fatti a pezzi. Volevano estorcergli i codici di accesso al loro tesoroâ€: il caso dei coniugi Roman e Anna Novak

Torturano e fanno a pezzi una coppia per estorcergli l’accesso alle loro criptovalute. I terribili dettagli sulla morte dei coniugi Roman e Anna Novak sono stati rivelati dal DailyMail. Come affermano gli investigatori russi che indagano sul caso della coppia scomparsa il 2 ottobre scorso nella zona turistica di Hatta, non lontano da Dubai, i Novak sono stati rapiti, ammazzati e fatti dopo essere stati attirati in una trappola da alcuni tizi che si sono spacciati per investitori. Il segnale dei cellulari della coppia è stato registrato per l’ultima volta vicino alla località montuosa di Hajar, al confine con l’Oman. È lì che la polizia rinvenuto i loro resti. Secondo i media russi i due sarebbero stati torturati l’uno davanti all’altro mentre i rapitori cercavano di carpire codici per accedere ai loro portafogli di criptovalute. Portafogli che poi gli inquirenti hanno ritrovato vuoti.

Come riporta Fanpage, Roman Novak, che nel 2020 era stato condannato a 6 anni di carcere in Russia per truffa, si era trasferito negli Emirati Arabi Uniti dopo aver ottenuto la libertà vigilataâ€. È lì che ha lanciato sul mercato la Fintopio, una app di criptovalute che in poco tempo ha raccolto oltre 300 milioni di sterline (vere). Novak però è stato accusato di aver truffato i suoi finanziatori.

“Dalle indagini è emerso che gli assassini avevano dei complici che hanno partecipato all’organizzazione del rapimento. Hanno affittato auto e locali dove le due vittime sono state trattenute con la forza. Dopo l’omicidio, gli autori si sono sbarazzati dei coltelli e degli effetti personali delle vittimeâ€, hanno spiegato le autorità russe. In Russia, peraltro, sono stati poi arrestati tre cittadini sempre russi legati all’omicidio dei Novak: un ex agente di polizia e due ex combattenti rientrati dopo aver prestato servizio nel conflitto in Ucraina.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 14:43:49 +0000
Cronaca a cura di Andrea Tundo
“Al buio e coi bagni intasati. Un incuboâ€: la testimone racconta l’odissea dell’Italo bloccato 8 ore nel tunnel

“Eravamo 460 passeggeri. Siamo stati abbandonati nell’oscurità, senza luce, senza acqua, senza cibo. I bagni straripavano di liquami, costringendo persone disperate a scendere sui binari per espletare i propri bisogni. Gli steward, impotenti e spaventati, non riuscivano a contenere il panico crescente”. Un’odissea, iniziata alle 17.40 di lunedì 1 dicembre. È in quel momento che il treno Italo AV 8920 diretto a Udine viene colpito da un cavo della linea elettrica – un incidente non attribuibile all’azienda – tra Gallese e Orte mentre si trova in un tunnel. Un attimo che scatena il finimondo, perché viene danneggiato un vetro ed è costretto a fermarsi: “Da quel momento, il nostro convoglio è rimasto intrappolato per otto interminabili ore sotto un tunnel, isolato dal mondo. Quello che è accaduto non è stato solo un disservizio: è stata una prova di sopravvivenza”, racconta Valentina Miele, 38enne operatrice aeroportuale, che era a bordo del convoglio insieme alla figlia di 4 mesi e al marito. Erano partiti da Napoli alle 15.35, direzione Treviso.

“In trappola con mia figlia di 4 mesi”

Invece quel cavo spezzato dà inizio a un’esperienza che, dice, “non avrei mai immaginato di vivere: un viaggio trasformato in un incubo, un dramma collettivo”. Durato otto ore, quanto è servito per trasbordare i 460 passeggeri su un nuovo convoglio di Italo (l’azienda, oltre a scusarsi, ha rimborsato il biglietto e ha emesso un voucher dello stesso importo): “Siamo rimasti intrappolati per un tempo interminabile sotto un tunnel, isolato dal mondo”. Valentina racconta di “neonati, anziani fragili, cardiopatici e una donna incinta” che “hanno vissuto ore di paura e sofferenza”. È toccato anche a lei in prima persona, dovendo gestire una neonata: “Stringevo la mia bambina tra le braccia, nel buio. Era sudata, affaticata e per ore è stata costretta a respirare il fumo di scarico del treno e dei mezzi giunti per l’emergenza”.

Solo due bicchieri d’acqua: “Eravamo prigionieri”

Ha deciso di segnalare la vicenda a Ilfattoquotidiano.it, ci tiene a sottolinearlo, per “denunciare pubblicamente la superficialità e l’incapacità di chi avrebbe dovuto garantire sicurezza e assistenza”. Da viaggiatrice e cittadina, dice, “non possiamo accettare che simili episodi vengano archiviati come semplici inconvenienti”. E allora ecco cosa è accaduto, secondo il suo racconto. Innanzitutto la carenza di acqua, un bene primario in queste situazioni: “Nel nostro vagone hanno distribuito solo due bicchieri e due snack di noccioline in otto ore. Ci sono stati passeggeri meno fortunati che non hanno avuto neanche quel poco, poiché il treno era a corto di scorte. Ho sentito personalmente uno steward chiedere al capotreno cosa fare perché non avevano più provviste a bordo da distribuire. La sensazione era quella di essere prigionieri in una galleria, dimenticati da chi avrebbe dovuto soccorrerci”.

“Noi al buio in condizioni indegne”

Proprio i soccorsi, aggiunge, “sono arrivati solo a notte inoltrata, dopo tentativi falliti di aggancio”. Nel mentre i bagni che si intasano e la tensione che cresce: “Siamo rimasti con le porte bloccate nel buio più totale e a fiato corto per molto tempo, perché erano convinti che da lì a poco il treno sarebbe ripartito, ma non è stato così. L’aria era diventata irrespirabile e alcuni passeggeri in rivolta minacciavano di sfondare i vetri”. Alla fine, la decisione di trasferire tutti gli occupanti su un altro treno dopo la mezzanotte: “Ci hanno trasferiti, costringendoci a tornare indietro fino a Roma Tiburtina prima di riprendere la marcia. Ma ormai eravamo esausti, svuotati, traumatizzati”. L’inconveniente, si sa, può capitare. Ma Valentina punta il dito su tutto quello che ne è seguito: “Questa non è solo la cronaca di un guasto tecnico: è la testimonianza di una gestione disumana dell’emergenza, che ha lasciato centinaia di persone in condizioni indegne – afferma – La paura per mia figlia così piccola è stata immane, un dolore che non dimenticherò mai”.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 14:41:38 +0000
Musica a cura di Andrea Conti
Il fenomeno Rosalia torna live in Italia: ecco quando si esibirà, dove e la vendita dei biglietti

Dopo tre anni, l’ultima volta è stata agli I-Days Milano Coca-Cola 2023, Rosalia torna live in Italia con unico appuntamento mercoledì 25 marzo 2026 all’Unipol Forum di Milano. I biglietti saranno in vendita dalle ore 10 di giovedì 11 dicembre su www.ticketmaster.it e www.ticketone.it.

In scaletta ci saranno i brani tratti dall’ultimo progetto discografico “LUX”, che ha ottenuto il riconoscimento come album di un’artista di lingua spagnola più streammato in un giorno nella storia di Spotify. Al suo debutto ha esordito al primo posto della classifica Top Debut Album di Spotify.

Rosalia è un’artista e produttrice due volte vincitrice del Grammy e 13 volte vincitrice del Latin Grammy, rapidamente salita alla ribalta del pop globale grazie alle sue innovative fusioni musicali e al suo stile unico. Il suo album “El Mal Querer†ha mescolato il flamenco con altri stili musicali spagnoli senza tempo, facendole guadagnare un Grammy e otto Latin Grammy, incluso l’Album dell’Anno, e rendendola la prima artista in lingua spagnola nominata come Miglior Nuovo Artista ai Grammy.

Nel 2022, ha pubblicato “Motomami†(certificato platino in Italia), un album acclamato dalla critica definito come “un capolavoro visionario†e “uno degli album più ambiziosi del decennio†che l’artista ha scritto, interpretato, registrato e prodotto, e che ha debuttato al numero 1 della classifica degli album globali di Spotify, ottenendo il punteggio più alto dell’anno su Metacritic (95). L’album è stato seguito dal suo tour mondiale “Motomami World Tourâ€.

Ha catturato l’attenzione mondiale al Met Gala 2025 con un abito custom made firmato Balmain, comparendo su testate come Vogue, Harper’s Bazaar, Cosmopolitan e molte altre. È stata protagonista della campagna Calvin Klein per l’autunno 2025 ed è ambasciatrice globale di New Balance. La cantante debutterà anche come attrice nella terza stagione di “Euphoria”, in arrivo nel 2026.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 14:32:50 +0000
Politica a cura di Manolo Lanaro
Crosetto: “Leva volontaria? Abbiamo bisogno di avere una parte kombat sempre più ampia. E stiamo pensando di aumentare le missioni all’esteroâ€

Sulla leva volontaria il ministro della Difesa, Guido Crosetto, torna a parlare in Commissione Difesa al Senato e prova a chiarire. “Ero a Parigi e un giornalista francese mi fa una domanda parlando della riforma che ha fatto Macron e io uso il termine che lui – il giornalista – aveva usato nella domanda. Mi ritrovo tutti i giornali italiani a parlare di ‘leva volontaria’ senza che nessuno fosse interessato o ne conoscessi la genesi. Avendo visto il movimento che nasce sul commento di questa parola, mi sono detto: toh, non tutto il male viene per nuocere, perché almeno abbiamo innescato un dibattitoâ€. Per Crosetto “vanno aumentate le forze armate, la loro qualità che non si trovano nelle forze armate, ma sul mercatoâ€. Serviranno – spiega Crosetto – maggiori risorse “per implementare alcune specificità anche utilizzando dei civiliâ€. “Riserva selezionata e meccanismi per attirare le persone, incentivi economici†le strategie da mettere in campo. Un altro tema, secondo Crosetto, è che c’è “bisogno di forze armate professionali che facciano le forze armate sempre di più anche perché stiamo pensando di aumentare le missioni all’esteroâ€. E fa un esempio. “A cosa servono i nostri in Niger? Servono a creare le condizioni per cui magari da quella zona mi arrivino 500mila persone in meno in Italia da gestire, quindi la nostra presenza in Africa sarà sempre maggiore se noi vogliamo andare alla fonte per prevenire cose da gestire solo quando arrivano alla fineâ€. E questo è un esempio che “implica l’aumento del numero delle forze armateâ€. Anche per questo, per quanto riguarda il progetto Strade Sicure, “l’ho detto più volte che andava lentamente riaffiorato alle forze di poliziaâ€. Quindi “la cosiddetta leva obbligatoria, con adempio l’introduzione di carabinieri ausiliari, quindi di un’esperienza che non sia a vita, o per tre anni, ma anche meno vincolante di un anno, finita la quale uno può provare meccanismi per cui dopo un anno uno può rientrare nelle forze armate. Ma tutte queste cose sono diverse e sono i temi che io vorrei porre a gennaio-febbraio alla discussione del Parlamentoâ€.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 14:24:46 +0000
Musica a cura di Redazione FqMagazine
È morto dj Mozart, tra i pionieri del clubbing italiano e presenza storica alla Baia degli Angeli di Gabicce

È morto Claudio Rispoli, più conosciuto come dj Mozart. Il produttore e musicista tra i pionieri del clubbing italiano, aveva 67anni. Nato ad Ancona nel 1958, aveva intrapreso gli studi pianistici presso il Conservatorio Rossini di Pesaro: il soprannome “Mozart” è stato preso come spunto proprio dal suo percorso di formazione nella musica classica.

L’avvicinamento alla musica è sostanzialmente una responsabilità della mia famiglia. – aveva raccontato Rispoli a Notte Italiana – I miei genitori si erano accorti, fin da quand’ero piccolo, che avevo particolari propensioni verso la musica. Così a cavallo tra le elementari e le medie inizio il conservatorio; studi fatti con non poca fatica perché studiare non era una cosa che faceva per me. Ero molto vispo come ragazzino“.

E ancora: “Tra l’altro avevo come maestro un personaggio abbastanza tosto che mi spronava alla musica: il direttore d’orchestra Marcello Abbado, fratello del più noto Claudio, che riconobbe in me una particolare dote per la musica in generale, oltre che per suonare il piano. Mi chiamavano ‘Mozart’ per questo, perché ero proprio piccolo di statura e perché suonavo sempre il piano, come il compositore. Da quelle lezioni in poi ho visto e toccato determinate situazioni dove la musica non era solo qualcosa che potevi imparare a scuola ma era ed è un fattore di vita”.

Rispoli ha iniziato appena 16enne a lavorare e il “battesimo di fuoco” è stato alla celebre discoteca Paradiso di Rimini. Poi via via è stato chiamato anche da altri locali rinomati come il New Jimmy e soprattutto la Baia degli Angeli di Gabicce. Negli Anni 90 la popolarità internazionale grazie alla hit “Found Loveâ€.

“Mai nome d’arte fu più azzeccato. – ha commentato Luca De Gennaro – Claudio Rispoli era un dj che componeva musica attraverso le sue selezioni, usava i dischi come strumenti di un’orchestra, e ogni dj set diventava una sinfonia. Aveva un gusto, una conoscenza del suono, una raffinatezza unici. Mozart è stato un iniziatore, un innovatore, ha inventato un linguaggio, ha rappresentato l’epoca più gloriosa del clubbing, ha influenzato generazioni di dj ma nessuno ha mai raggiunto le sue vette creative. Ha attraversato da protagonista i mondi più sotterranei e notturni, sempre con quel sorriso sornione di chi ha capito, e la gentilezza semplice di una persona per bene. Ora anche lui è lassù, con Claudio Coccoluto, MarcoTrani e Frankie Knucklesâ€

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 14:12:41 +0000
Trending News a cura di Redazione FqMagazine
“È stata una grande galoppata. Sono molto contento e soddisfattoâ€: lo scherzo di Belen a Roberto Fico, lo fa chiamare dal finto Nicky Vendola

Dalla vittoria delle elezioni in Campania allo scherzo telefonico. Roberto Fico è stato protagonista di un momento bizzarro a “Matti da legare”, il programma radiofonico condotto da Belen Rodriguez, con Vincenzo De Lucia, Mario Benedetto e Barty Colucci. Proprio quest’ultimo ha vestito i panni – in questo caso la voce – di Nicky Vendola. “Sono il portavoce del signor Vendola, posso passartelo? Voleva farti i complimenti”, così inizia lo scherzo a Fico che accetta di buon grado. Il finto Nicky ha elogiato il lavoro dell’esponente del Movimento 5 Stelle, con il politico che ha ringraziato l’interlocutore. “È stata una grande galoppata. Sono molto contento e soddisfatto, ora inizia la parte più difficile che conosci bene”. Fico, ignaro, ha proseguito la conversazione.

Una risata imbarazzata

Pochi istanti dopo Colucci, sempre in versione Vendola, ha fatto dubitare il politico. Prima la critica al nuovo presidente della regione Puglia Decaro (“Mi sta un po’ lì…”), poi la bizzarra esibizione del finto Nicky, una parodia sulle note di Manifesto della Bandabardò. La risata di Fico era un mix di simpatia e imbarazzo. La maschera di Colucci cade quando lo speaker esclama “Ricordati del precariato!”. Fico, autoironico e divertito ha ammesso: “Ho capito tardi che era uno scherzo. Siete stati molto simpatici, siete bravi”. Il siparietto si è concluso con una risata generale. Un inizio di giornata atipico per il nuovo presidente della regione Campania.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 14:07:22 +0000
Cultura a cura di Pietro Barabino
“Sono ancora vivoâ€, Massimo Ceccherini presenta il libro “L’uomo guasto†e si racconta a Luca Sommi: “Le tante cadute e la rinascitaâ€

“Sono molto emozionato, perché non ero mai entrato in libreriaâ€. Così, a margine della presentazione del suo libro L’uomo guasto, edito da PaperFirst, Massimo Ceccherini sdrammatizza con Luca Sommi per ilFattoQuotidiano.it il suo percorso di “redenzioneâ€, bruciando qualsiasi retorica. “Ora mi trovo qui con amici a presentare un libro, fino a 10-15 anni fa ero qui fuori a prendere cazzottiâ€, racconta Ceccherini, che sente di avere una “bestiolina assetata†dentro di lui, che riesce a gestire dopo anni di eccessi (“l’alcol, la droga, il gioco d’azzardo e le donnine facili”) grazie a Dio, la compagna Elena, il suo cane-angelo Lucio e altri amici che gli sono vicini.

GUARDA L’INCONTRO INTEGRALE

“Gli amici sono fondamentali, ma quando sei messo come ero messo io ci vuole qualcuno di più forte, ci vuole Dio. Dopo tante notti di disperazione in cui mi appellavo a lui, una notte ho sentito la sua presenza, è difficile da spiegare ma ne sono convintoâ€. Nel giro di pochi anni Ceccherini era riuscito a dilapidare tutto e si ritrovava senza lavoro e senza un orizzonte, stretto tra le morse delle dipendenze. “Ma bisogna cercare di resistere fino all’ultimo, sterzare, e alla fine se ne può venire fuori, e quel che arriva dopo è meraviglioso†spiega l’autore. Il libro è il racconto dei momenti più intensi della sua vita, anche di quelli più bui, e del suo tentativo di rinascita. Che non è scontato, perché la bestiolina è sempre lì, pronta a fregarlo.

L’uomo guasto è in libreria e ordinabile qui.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 14:07:06 +0000
Cronaca Nera a cura di Redazione Giustizia
Idrocolonterapia abusiva nello studio medico: 53enne ai domiciliari per abusi sessuali

Sul poster dietro al lettino dello studio c’è scritto che l’idrocolonterapia è “indolore, efficace e senza rischi”. Un’ambientazione quasi da film horror, scoperta stamattina dai poliziotti della Squadra mobile. A Prato, un uomo di 53 anni è finito agli arresti domiciliari per il presunto servizio abusivo di idrocolonterapia nello studio della moglie, medico endoscopista. Secondo le indagini, poi, tre pazienti donne sarebbero state vittime di violenze sessuali durante le sedute dell’uomo. Due di loro hanno trovato il coraggio di denunciare gli abusi.

Sull’arrestato, ex guardia giurata, le ipotesi di reato sono esercizio abusivo della professione medica e violenza sessuale. Anche sulla moglie, la titolare dello studio, c’è l’ipotesi di esercizio abusivo della professione medica, per aver indirizzato i pazienti alle sedute del marito. Gli arresti domiciliari del 50enne sono stati disposti dal gip su richiesta della Procura di Prato. Con un comunicato, il procuratore Lusca Tescaroli invita chiunque abbia subìto degli abusi o condotte prevaricatorie a esporre denuncia.

Lo studio è dall’altra parte di una tenda scura. Decorazioni e oggetti orientaleggianti sulle pareti. Sempre sul poster si legge: “idricolonterapia, l’acqua che depura, rivitalizza e dona benessere”. Accanto, il macchinario per le sedute, che dai filmati sembrerebbe essere un’apparecchiatura prodotta da una azienda tedesca. Le sonde utilizzate per i trattamenti erano conservate in prossimità di bidoni della spazzatura, delle condizioni igienico-sanitarie pericolose per i pazienti dello studio medico.

La titolare dello studio pubblicizzava l’idroncolonterapia sui social come una pratica medica. L’idrocolonterapia consiste nel lavaggio dell’intestino attraverso l’introduzione nel retto di acqua dolce filtrata. Secondo l’Iss, questa pratica invasiva non ha nessuna utilità, ma può invece procurare danni anche molto gravi come la perforazione del colon.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 14:06:47 +0000
Salute a cura di 30science per Il Fatto
“Occhio al pipistrello: se c’è lui nella metro il nostro comportamento miglioraâ€: cos’è l'â€effetto Batman†e l’esperimento condotto dagli psicologi a Milano

Non solo Gotham City. Anche nella metro di Milano l’ombra di Batman spaventa i cattivi e incoraggia i buoni, facendoci tutti comportare un po’ più civilmente. È quanto emerge da una ricerca diffusa su Npj Mental Health Research e realizzata dall’Università Cattolica di Milano sotto la direzione del docente di psicologia clinica Francesco Pagnini. Lo studio rivela che l’apparizione inattesa di un elemento sorprendente – in questo caso Batman – rompe la routine prevedibile della quotidianità e spinge le persone a prestare maggiore attenzione, distogliendole dal funzionamento automatico.

Il comportamento prosociale, cioè l’azione di aiutare gli altri, è fondamentale per la convivenza, ma i fattori ambientali spontanei che possono attivarlo sono ancora poco indagati. La ricerca ha esaminato se un evento imprevisto, come la presenza di un individuo travestito da Batman, fosse in grado di incrementare i gesti prosociali interrompendo le abitudini e aumentando la consapevolezza del momento. “Abbiamo condotto uno studio sperimentale sul campo nella metropolitana di Milanoâ€, spiega il professor Pagnini, “osservando il comportamento di 138 passeggeri. Nella prima parte del nostro test (condizione di controllo), una sperimentatrice, apparentemente incinta, è salita sul treno insieme a un’osservatriceâ€. I ricercatori hanno valutato se i passeggeri fossero disposti a lasciare il proprio posto alla donna in gravidanza. Nella situazione sperimentale, invece, un altro ricercatore travestito da Batman è comparso entrando da una porta diversa del convoglio. Davanti a questa presenza inattesa, i passeggeri si sono mostrati molto più inclini a cedere il posto: il 67,21 per cento lo ha fatto quando Batman era presente, ovvero più di due persone su tre, contro il 37,66 per cento della condizione di controllo, cioè poco più di una su tre.

Inoltre, osserva il professore, il 44 per cento di chi ha ceduto il posto nella condizione sperimentale ha affermato di non aver notato Batman. Questi dati indicano che gli avvenimenti sorprendenti possono stimolare comportamenti prosociali anche senza una consapevolezza esplicita, con implicazioni interessanti per la promozione della gentilezza negli spazi pubblici. “I nostri risultatiâ€, spiega, “sono simili a quelli di ricerche precedenti che collegano la consapevolezza del momento presente (mindfulness) a una maggiore prosocialità; questo potrebbe creare un contesto in cui gli individui diventano più sintonizzati sui segnali socialiâ€. Tuttavia, aggiunge il Professor Pagnini, “a differenza dei tradizionali interventi di mindfulness che richiedono un coinvolgimento attivo, questo studio evidenzia come le interruzioni situazionali da sole possano essere sufficienti a produrre effetti simili. Ciò suggerisce un potenziale meccanismo attraverso il quale la novità e l’imprevedibilità promuovono il comportamento prosociale, rafforzando le teorie che collegano i cambiamenti attentivi a una maggiore reattività sociale. Infine, è anche possibile che la figura del supereroe abbia accresciuto la rilevanza dei valori culturali, dei ruoli di genere e delle norme di aiuto cavalleresco, in linea con la ricerca sull’effetto “priming†associato ai supereroi “.

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Data articolo:Thu, 04 Dec 2025 14:03:52 +0000

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