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Politica a cura di Franz Baraggino
Albania, il decreto del governo sui Paesi sicuri non supera la Corte Ue: così le toghe dovranno rivolgersi alla Consulta e sarà ancora stallo

Come anticipato già nei giorni scorsi, il decreto del governo partorito dal Consiglio dei ministri dovrebbe interverrà sulla famosa lista dei Paesi sicuri, quella che ha scatenato il cortocircuito che ha bloccato i centri in Albania per decisione dei giudici di Roma che hanno applicato l’ormai nota sentenza della Corte di Giustizia europea. In attesa dei dettagli, fonti di governo hanno spiegato alle agenzie di stampa che il decreto legge in materia di immigrazione dovrebbe rendere norma primaria l’indicazione dei Paesi d’origine designati come sicuri, e non più secondaria com’è invece il decreto interministeriale emanato lo scorso maggio dal ministero degli Esteri di concerto con quello di Interno e Giustizia. Niente da fare per le modifiche sulle procedure di trattenimento di cui pure si era parlato nelle ultime ore: “Non si escludono ulteriori interventi”, si è limitato a dire il sottosegretario Alfredo Mantovano, in conferenza stampa insieme al ministro della Giustizia Carlo Nordio e quello dell’Interno, Matteo Piantedosi. Questo ha invece annunciato come, in applicazione della sentenza della Corte Ue sono stati esclusi dalla nuova lista tre Paesi, Camerun, Colombia e Nigeria, che nel precedente elenco presentavano esclusioni di aree di territorio considerate non sicure. Proprio questa la questione che, con i decreti dei magistrati romani, aveva bloccato venerdì le procedure in Albania e liberato i 12 richiedenti, poi trasferiti in Italia. Perché, aveva sentenziato la Corte Ue il 4 ottobre, il diritto europeo non ammette esclusioni: un Paese è sicuro per tutti o non lo è per nessuno.

Nordio ha escluso che la nuova norma, in quanto primaria, possa essere disapplicata dai giudici. “Se non la condividono dovranno rivolgersi alla Corte Costituzionale“, ha detto. Un esito annunciato, che non potrà non rilanciare lo scontro tra politica e magistratura. Ma quanto è probabile che i giudici rinvieranno alla Consulta il decreto appena approvato? Andiamo con ordine. Per il governo quello di oggi non è un passo indietro, anzi. Certo che la sentenza Ue non sia stata compresa fino in fondo, Nordio accusa i giudici di essersi limitati ad applicare il principio generale della designazione unitaria di Paese sicuro e di non aver “verificato in modo esaustivo e completo, ex nunc, le ragioni per cui quel singolo individuo non è sicuro nel suo Paese”. I 12 del centro di Gjader provenivano tutti da Egitto e Bangladesh, Paesi che il governo aveva inserito nella lista dei Paesi d’origine sicuri lo scorso maggio, e per i quali aveva esplicitamente escluso categorie di persone che non considera sicure. Eccezioni che, dice la Corte Ue, il diritto europeo non ammette, escludendo così chi proviene da Egitto e Bangladesh dalla possibilità di essere sottoposto a procedure di esame accelerato della domanda d’asilo, più rapide e con minori tutele.

Vista la norma generale, la pretesa di Nordio di un ulteriore esame del caso singolo sembra alquanto bizzarra, perché non si capisce come avrebbe potuto modificare l’esito delle pronunce dei giudici. Entro i limiti della norma generale, infatti, la Corte non solo pretende dal giudice una verifica della situazione attuale del Paese d’origine, ma prima ancora una verifica d’ufficio della legittimità della designazione di Paese come sicuro. Legittimità venuta meno proprio per mancanza del presupposto e cioè che il Paese sia sicuro nella sua interezza. Durante la conferenza stampa, Nordio ha poi negato che la sentenza Ue possa vincolare il giudice “in via generale e astratta”. Una tesi altrettanto curiosa. La sentenza impone un’interpretazione “restrittiva” della direttiva 32/2013, che all’articolo 37 non prevede in alcun modo la possibilità di escludere aree o categorie di persone non sicure. E questo proprio per le implicazioni sulle procedure d’asilo da applicare. Se il giudice non si attenesse a questa indicazione non rischierebbe di incorrere nelle responsabilità previste dalla legge per i magistrati che disattendono le sentenze della Corte europea?

Nonostante i ministri dicano di aver offerto “un parametro dirimente per i giudici”, è difficile immaginare come, laddove permangano eccezioni per le categorie considerate a rischio, i giudici potranno evitare di applicare la sentenza Ue allo stesso modo in cui hanno fatto venerdì scorso. Col rischio appunto di doversi rivolgere alla Consulta in merito al contrasto tra il nuovo decreto legge e la sovraordinata normativa europea, che tale rimane anche di fronte a norma primaria. A quel punto, se nel frattempo il governo avesse deciso di riprendere i trasferimenti di migranti il Albania, alla prima richiesta di convalida del trattenimento si bloccherebbe tutto un’altra volta. Il rinvio comporterebbe la sospensione del giudizio sulla convalida con conseguente liberazione del trattenuto perché la convalida non avrebbe più modo di intervenire entro le 48 ore stabilite. E siccome il Protocollo con l’Albania non prevede che i richiedenti possano essere liberati in territorio albanese, andrebbero condotti in Italia come accaduto per i primi 12. “Questo decreto serve a imprimere velocità alle procedure che servono a decidere chi ha diritto a rimanere e chi va rimpatriato”, ha detto Piantedosi. Al contrario, invece, sembra che porteranno a un nuovo stallo nell’attesa che sia la Consulta a dire la sua.

Da ultimo, i ministri non hanno perso l’occasione di ricordare che anche questo decreto va nella direzione del nuovo regolamento procedure che fa parte del nuovo Patto Ue su Migrazione e Asilo che contemplerà nuovamente la possibilità di designazioni non unitarie del Paese d’origine sicuro. Il governo ha ribadito che l’operatività del nuovo regolamento, prevista per il giugno 2026, potrebbe essere anticipata come già altri attori europei hanno chiesto. Un modo di rivendicare la legittimità politica del provvedimento che, dice Piantedosi, “va nella direzione già chiesta dalla Ue per la preparazione all’entrata in vigore del Patto”. E tuttavia l’argomento poco incide sulle decisioni dei giudici che devono basarsi sulla normativa vigente, non su quella futura per la quale, tra l’altro, la stessa sentenza Ue ha previsto serviranno nuove riflessioni degli Stati membri per ricalibrare la designazione dei Paesi sicuri. Secondo quanto affermato dai portavoce della Commissione europea, tuttavia, non se ne parlerà prima della metà dell’anno prossimo e non è detto che si riesca ad anticipare i tempi perché non tutti i Paesi Ue sono favorevoli, a partire dall’Ungheria di Viktor Orban. L’entrata in vigore differita al 2026 è inserita in un atto legislativo e quindi serve un’iniziativa legislativa per modificarla, con Commissione, Parlamento e Consiglio Ue allineati. E’ possibile, ma non è certo una soluzione immediata per i centri in Albania. che più probabilmente finiranno sul tavolo dei giudici costituzionali.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 20:32:58 +0000
Cronaca Nera a cura di F. Q.
Svolta nell’omicidio dell’ex vicesindaco e negoziante del Comasco, minorenne fermato per l’uccisione di un mese fa

È indagato per omicidio volontario il giovane di 17 anni di Garzeno che, nella tarda mattinata era stato portato in caserma a Como perché fortemente sospettato di essere l’autore dell’omicidio di Candido Montini, 76 anni, ucciso nella sua abitazione il 24 settembre scorso. Il ragazzo è stato sottoposto a fermo dopo un interrogatorio svoltosi alla presenza del pm della procura minorile di Milano. La svolta è arrivata quasi un mese dopo l’omicidio. Montini, ex vicesindaco di Garzeno (Como) e titolare di un piccolo negozio di alimentari nella frazione di Catasco, sui monti dell’Alto lago di Como, è stato ucciso in casa a coltellate. Da qualcuno che lo conosceva e cercava i suoi soldi, si era detto.

Il giovane indagato è italiano e vive in paese a poca distanza dalla casa della vittima. Gli inquirenti sarebbero arrivati a lui incrociando i dati del dna. Nei giorni scorsi i carabinieri, dopo avere sentito parecchi residenti, nella frazione vivono poco più di un centinaio di persone, avevano effettuato test salivari a campione, un invito su base volontaria per iniziare a creare una banca dati del dna. E incrociando gli esiti dei test biologici, gli inquirenti sarebbero arrivati a restringere il cerchio verso un gruppo familiare prima, e al ragazzo poi.

Una settimana fa erano a saliti a Catasco anche i ris, che in un paio di giorni hanno passato centimetro per centimetro la casa della vittima, alla ricerca di tracce biologiche non evidenti. Candido Montini è stato ucciso nel pomeriggio del 24 settembre nella sua abitazione. Il corpo era stato ritrovato il giorno successivo, ma l’autopsia aveva retrodatato il momento della morte. L’assassino lo ha sorpreso in casa dopo pranzo, probabilmente mentre l’uomo si apprestava a riaprire il suo piccolo negozio di alimentari, una bottega-emporio di paese che faceva soprattutto consegne a domicilio, per far trovare a casa pane e alimenti freschi a chi tornava dal lavoro in Svizzera.

Il pomeriggio del 24 il negozio era rimasto chiuso, ma nessuno si era insospettito, perché a volte capitava. L’allarme era scattato la mattina successiva, quando il panettiere è andato a consegnare il pane trovando ancora chiuso. Dalla casa non mancavano oggetti di valore, ma in quei giorni Montini doveva avere tra le mani parecchio contante: a Catasco si usa ancora il “libretto”, sul quale si segnano gli acquisti e si paga tutto a fine mese. Probabilmente l’assassino lo sapeva. L’autopsia ha rilevato sul corpo della vittima una ventina di coltellate, alcune inferte con il pensionato già a terra.

Il portafogli, vuoto, era stato trovato a terra lungo una possibile via di fuga, in una delle stradine del borgo, e una settimana dopo era stato rinvenuto anche il coltello, da cucina, con lama e manico di acciaio, di tipo diverso da quelli che Montini teneva in casa. Le poche telecamere del paese non avevano rilevato movimenti in uscita.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 20:06:35 +0000
Politica a cura di Manolo Lanaro
Migranti in Albania e poi riportati Italia, Piantedosi dribbla la domanda sui costi: “Ci sono spese anche per l’accoglienza quiâ€

Prima 16 migranti portati in Albania, poi 4 di questi riportati immediatamente in Italia. Infine anche gli altri 12, dopo due giorni di permanenza nei centri italiani, riportati in Italia. Quanto è costato tutto questo? Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in conferenza stampa, risponde così. “La nave che abbiamo utilizzato” per trasferire i migranti in Albania “è della Marina Militare, ha comunque dei costi di esercizio. Vi daremo conto di quanto ci costa il trasferimento dei migranti che arrivano e che noi distribuiamo tutti i giorni in tutta Italia, e quanto ci costa l’accoglienza”. “Noi vogliamo arrivare a una maggiore appropriatezza della spesa, che ogni anno è di 1 miliardo e 600 milioni di euro, per persone che per il 60-70% si vedono respingere poi la domanda di protezione internazionale”, ha sottolineato, evidenziando che “anche quando vengono portati” in altri posti il trasferimento ha un costo.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 19:35:59 +0000
Politica a cura di Alberto Sofia
Albania, Conte: “Da governo spot per distrarre italiani da problemi veri e sanità. Esecutivo fallimentare, agenti servono in Italia non làâ€

Quello realizzato dal governo in Albania è solo “uno spot“, pensato per “distrarre” i cittadini. Ad attaccare il governo è il presidente M5s Giuseppe Conte, a margine della presentazione del libro ‘Conversazioni sul futuro’.

“Il governo cerca di distrarre l’attenzione dei cittadini dai problemi veri: la sanità, le pensioni che vengono tagliate. Si confermano le tasse dell’anno scorso e se ne aggiungono di nuove. E invece si parla di uno spot albanese, che nasce male sul piano giuridico – perché il diritto europeo va rispettato – e complica ancora di più il problema vero della sicurezza. Nelle nostre strade sono aumentate le rapine, 23% in più rispetto a qualche anno fa. Invece noi teniamo lì 100 agenti di polizia senza far nulla”. E ancora: “Si buttano soldi, si distraggono risorse umane. Questo governo è fallimentare, non solo sull’immigrazione, ma anche sulla sicurezza“.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 19:24:41 +0000
Archivio a cura di F. Q.
Nordio: “I migranti dichiarano da soli la provenienza, non c’è prova che arrivino da Paesi non sicuri†– Video

I migranti che arrivano “sono di cittadinanza incerta e la loro provenienza è dichiarata da loro stessi, non hanno documenti e non c’è nessuna prova che arrivino da determinati Paesi, il che significa devolvere all’arbitrio di queste persone la definizione dei parametri di sicurezza o meno dai quali dicono di arrivare”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio nella conferenza stampa a palazzo Chigi. Di fatto, ha aggiunto il ministro, “una persona può arrivare da un Paese sicuro a tutti gli effetti ma dichiararsi per esempio bengalese che in relazione ad alcuni tipi di situazioni può non ritenersi sicuro”.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 19:18:14 +0000
Giustizia & Impunità a cura di Giuseppe Pietrobelli
Verona, indagato il poliziotto che ha sparato e ucciso aggressore con coltello. “Valutiamo eccesso di legittima difesaâ€

Ventiquattro ore dopo la morte del ventiseienne del Mali, ucciso domenica mattina un poliziotto davanti alla stazione Porta Nuova di Verona, il nome dell’agente è stato iscritto nel registro degli indagati. L’ipotesi è quella di eccesso colposo di legittima difesa, visto che aveva sparato tre colpi di pistola dopo che il cittadino straniero gli si era avventato contro. A sostenere il fatto che ci si possa trovare di fronte a una reazione giustificata, viste le circostanze, è lo stesso procuratore della Repubblica, Raffaele Tito, il quale però usa molta prudenza e avvisa che le indagini dovranno verificare la proporzionalità della reazione del poliziotto. Quest’ultimo era armato della pistola d’ordinanza, mentre Moussa Diarra impugnava un coltello. Ed è stato Diarra, in evidente stato di alterazione incontrollata, a scagliarsi contro la pattuglia. Inutile, poi, il tentativo di rianimarlo.

Il procuratore Tito ha diramato un comunicato, attento ad abbassare i toni delle polemiche politiche e i proclami da stato di guerra cittadino. “L’episodio non pare collegato ad attività criminose poste in essere dal giovane, poi purtroppo deceduto, ma, anche dalla dinamica che è fin da subito emersa, appare invece essere il frutto di un forte disagio sociale e/o psichico nel quale egli era caduto e che sembrava incontenibileâ€.

Il magistrato riconduce il fatto all’interno di una manifestazione violenta da parte di una persona sofferente. Per questo avverte: “Non credo che l’episodio possa essere valutato come indice o maggior indice di pericolosità della zona antistante la stazione ferroviaria di Verona, atteso anche il fatto, indiscutibile, che il comportamento aggressivo e apparentemente senza alcun valido movente tenuto dal giovane, prima e durante il tragico evento, era stato da lui iniziato circa due ore prima ed in una zona della città lontana dalla stazione stessaâ€.

Passando all’ipotesi di reato e alla punibilità dell’agente, Raffaele Tito scrive: “Questo Ufficio ritiene, sotto il profilo strettamente penale, che l’episodio si inserisca certamente in un contesto di legittima difesa posta in essere dall’appartenente alla polizia di Stato, tuttavia le indagini sono adesso orientate a valutare se vi sia stata o meno una condotta colposa. Situazione che si ha quando si ha una reazione di difesa esagerataâ€. Si tratta della situazione in cui “non c’è volontà di commettere un reato, ma viene meno il requisito della proporzionalità tra difesa e offesa configurandosi così una valutazione colposa e sbagliata della reazione difensivaâ€.

Il poliziotto si è sentito minacciato o ha ritenuto la situazione talmente grave da sparare tre colpi di pistola, prendendo una decisione in pochi attimi. Il procuratore aggiunge: “Con grande lealtà d’animo, forte senso istituzionale e presumibilmente sconvolto dall’evento, l’appartenente alla Polizia di Stato, peraltro persona di grande esperienza, si è reso fin da subito disponibile a rendere, alla presenza del propriodifensore fiduciario e nel rispetto totale delle regole e dei Suoi diritti, interrogatorio avanti al pubblico ministero, prontamente intervenutoâ€. Durante l’interrogatorio ha ricostruito “dettagliatamente†i fatti.

Il procuratore Tito, confermando la fiducia verso la Polizia, ha delegato alla squadra mobile della Questura gli ulteriori accertamenti investigativi, per ricostruire cosa è accaduto nella notte tra sabato e domenica e “scandagliare vita del povero ragazzo decedutoâ€. Saranno disposte perizie medico legali e balistiche.

A denunciare il clima di una città violenta sono stati Flavio Tosi, coordinatore regionale di Forza Italia (“Verona insicura, la situazione è degenerata da tempoâ€), il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Stefano Casali (“Da tempo denunciamo l’insicurezza di tutta la cittàâ€) e il consigliere regionale leghista Filippo Rigo (“Verona ostaggio di farabutti armatiâ€).

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 19:10:51 +0000
Politica a cura di F. Q.
Migranti in Albania, Nordio contro i giudici romani: “Sentenza europea complessa e scritta in francese. Non è stata ben compresa†– Video

La sentenza della Corte di giustizia europea “è molto complessa e articolata” e “probabilmente non è stata ben compresa” dai giudici italiani, oltre “a essere arrivata in francese”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha commentato la decisione dei giudici del competente Tribunale di Roma che hanno respinto le richieste di convalida dei trattenimenti dei 12 richiedenti nel centro di Gjader, in Albania, in applicazione “dei principi enunciati dalla recente pronuncia della CGUE del 4 ottobre 2024 a seguito del rinvio pregiudiziale proposto dal giudice della Repubblica cecaâ€.

Come spiegato nel dettaglio dal Fatto, la Corte di giustizia dell’Unione europea, tenuta all’interpretazione del diritto Ue stavolta su richiesta del giudice ceco, aveva già fatto saltare il presupposto per le procedure da avviare in Albania, cioè la provenienza del migrante da uno dei Paesi di origine considerati sicuri dall’Italia. Per la Corte di Giustizia Ue, infatti, un Paese è sicuro per tutti o non lo è per nessuno. E siccome 15 dei 22 Paesi designati sicuri dal governo Meloni presentavano eccezioni con le quali il ministero degli Esteri escludeva le persone che tanto sicure non sono, gli stessi non potevano essere considerati sicuri ai fini delle procedure da applicare all’esame delle domande d’asilo.

Oggi con il nuovo decreto, la lista dei paesi sicuri, diventati 19 dagli originali 22 con l’esclusione di Camerun, Colombia e Nigeria, viene stabilita tramite una norma primaria: ovvero una regola che il giudice deve prendere in considerazione, senza far valere prima il diritto comunitario.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 19:10:03 +0000
Cronaca a cura di F. Q.
Trento, padre aggredisce un uomo perché “osa†dire al figlio che rischiava di farsi male giocando

Nel pomeriggio di domenica 20 ottobre, come riporta il Corriere del Trentino, al Cisalfa Sport di Trento un promoter è stato aggredito da un padre 35enne. Il promoter, Lenny Santana, racconta la storia “Ero in servizio come promoter per un’agenzia di Milano che recluta persone per pubblicizzare determinati marchi quando ho notato un bambino che saltava in mezzo agli attrezzi per la ginnastica. Gli sono andato incontro e gli ho detto di prestare attenzione perché rischiava di farsi male. Gli ho chiesto poi dove fossero i suoi genitori invitandolo a raggiungerli e poco dopo il padre mi è venuto incontro”.

Proprio nel momento in cui il padre è venuto incontro al promoter e il bambino si è scatenata prima una reazione verbale. “Il padre mi ha rimproverato dicendo che non potevo parlare così a suo figlio. Alla mia replica che, se lui ci fosse stato, non avrei parlato al bambino ma direttamente a lui, si è risentito insinuando che gli avessi dato del cattivo genitore. Ha quindi iniziato ad insultarmi nella sua lingua, al che gli ho chiesto di parlare in italiano o in una lingua a me comprensibile”, racconta Santana. Invece di esprimersi in italiano per risolvere l’equivoco, il 35enne è passato alla violenza fisica: “Ha cominciato a spintonarmi e a darmi pugni facendomi sanguinare un po’ ovunque, per fortuna poco dopo sono arrivate l’ambulanza e la polizia”.

La vicenda si è conclusa con l’arrivo delle forze dell’ordine: “Il padre del bambino, che non ha neanche un graffio, ha pensato bene di andare in ospedale a farsi visitare. Ci tengo però a precisare che io, durante l’aggressione, ero tenuto fermo da alcune persone che non potevo vedere e che mi hanno impedito di difendermi” e annuncia che “Domani mi recherò con il mio avvocato in questura a Trento per sporgere regolare denuncia. Al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara la Tac non ha evidenziato anomalie. Grazie a Dio me la sono cavata, si fa per dire, con tre giorni di prognosi e due punti di sutura in testa“. Il pestaggio subito dall’uomo inoltre l’ha portato a dover annullare per tre giorni le lezioni che tiene come istruttore di zumba.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 18:16:34 +0000
Ambiente & Veleni a cura di F. Q.
Scoprire l’Italia con “Cammina Naturaâ€: dalla Sicilia alla Lombardia oltre 230 escursioni gratuite

Torna con la sesta edizione #CamminaNatura, l’iniziativa promossa dall’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche (AIGAE). Il 26 e 27 ottobre, si potrà partecipare a escursioni gratuite nei principali parchi nazionali, sulle isole minori e attraverso suggestivi paesaggi italiani, dai boschi secolari ai borghi storici, fino alle aree archeologiche.

L’evento, che coinvolgerà 300 guide esperte, prevede oltre 230 passeggiate organizzate in tutta Italia. Il focus di queste giornate sarà la natura e la sua biodiversità, con approfondimenti sull’economia circolare, il turismo responsabile e le tradizioni locali.Le escursioni saranno distribuite su tutto il territorio italiano: in Lombardia si potrà scegliere tra 27 percorsi, 23 in Emilia-Romagna, 21 nel Lazio, 20 in Veneto, 19 in Sicilia, 18 in Calabria, 14 in Abruzzo, e tante altre opportunità in tutte le altre regioni per un totale di circa 80 passeggiate.

“La nostra associazione anche quest’anno ha messo in campo con entusiasmo e generosità la propria esperienza e professionalità per far conoscere al grande pubblico le bellezze naturali e culturali del nostro paese†– dichiara Guglielmo Ruggiero, presidente AIGAE – “Una occasione per far conoscere il ruolo prezioso svolto dalle guide professioniste nei territori, per lo sviluppo dell’eco-turismo e la salvaguardia di aree a volte poco conosciuteâ€. Per partecipare alle passeggiate basterà iscriversi al link www.aigae.org/camminanatura-2024. Per ogni escursione sono indicati i contatti delle guide, le modalità di iscrizione, informazioni su durata, difficoltà e tipologia.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 18:11:29 +0000
Cronaca a cura di F. Q.
Si presenta in ospedale e spiega: “Ho qualcosa nell’occhioâ€. I medici scoprono un raro parassita dopo 9 anni

Un uomo di origine camerunese si è presentato in ospedale per insoliti fastidi all’occhio, pensando però si trattasse di una semplcie congiuntivite. La vicenda, riportata da Il Messaggero e avvenuta all’ospedale di Camposampiero, in provincia di Padova, ha visto invece il team di medici affrontare un raro caso di loiasi, una patologia parassitaria causata dal verme Loa loa, solitamente presente nelle foreste pluviali dell’Africa occidentale e centrale.

L’uomo, giunto in ospedale, ha dichiarato di soffrire di iperemia congiuntivale, una condizione che provoca l’arrossamento dell’occhio, associata alla sensazione di avere qualcosa che si muovesse sotto la palpebra. Inoltre, l’uomo lamentava un prurito intenso, lacrimazione e gonfiori alle caviglie e ai polsi, sintomi che inizialmente hanno fatto sospettare un’infezione comune.

Il quadro clinico, rivelatosi particolare, ha spinto i medici a indagare più a fondo, portandoli a diagnosticare la loiasi. Questa infezione è endemica in alcune aree dell’Africa, dove viene trasmessa tramite la puntura dei tafani, insetti ematofagi simili ai mosconi. Il parassita, un verme cilindrico e filiforme, è in grado di migrare all’interno del corpo umano, provocando sintomi cutanei e oculari.

Dopo la scoperta, l’uomo è stato sottoposto a un intervento chirurgico di precisione, durante il quale il verme è stato localizzato e rimosso. Con una tecnica minuziosa, il parassita è stato prima “addormentato†e poi catturato per essere rimosso. L’operazione ha eliminato la fonte dei sintomi, offrendo un sollievo immediato. Le analisi hanno confermato la diagnosi e rivelato un dettaglio sorprendente: l’uomo non faceva ritorno in Africa da nove anni, rendendo il suo caso di infezione il più lungo mai registrato in Europa.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 18:06:28 +0000
Cronaca a cura di F. Q.
Arrestato a Medellin il boss della camorra Nocella: era il principale collegamento con i produttori di droga colombiani

Le autorità colombiane hanno arrestato a Medellin il boss della camorra Gustavo Nocella, conosciuto con lo pseudonimo di Ermes, legato ai clan Rinaldi-Formicola, Amato-Pagano e De Micco. Nocella è considerato il principale collegamento con i produttori di droga colombiani. L’arresto è parte dell’operazione Minerva avviata da mesi con l’Europol, la polizia del Regno Unito e i carabinieri. L’operazione avvenuta in un appartamento della città di Medellin è avvenuto in risposta a una circolare rossa dell’Interpol emessa su richiesta della Dea di Napoli. L’annuncio dato su X dal presidente colombiano Gustavo Petro. “La lotta per il controllo del traffico di droga non è contro i contadini, è contro i padroni”.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 18:06:25 +0000
Archivio a cura di F. Q.
Migranti in Albania, la conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri: la diretta tv

La conferenza al termine del Consiglio dei ministri.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 17:57:21 +0000
Politica a cura di F. Q.
Caso Albania, cdm approva il decreto migranti. Nordio: “Sentenza Ue complessa e scritta in francese, i giudici italiani non l’hanno capitaâ€

Il governo Meloni interviene per decreto con l’obiettivo di evitare l’applicazione della legge Ue sul trasferimento dei migranti nel cpr in Albania. L’escamotage, arrivato dopo tre giorni di altissima tensione tra l’esecutivo e i giudici, è stato annunciato in conferenza stampa dai ministri dell’Interno e della Giustizia. Con il nuovo provvedimento, approvato in fretta e furia lunedì 21 ottobre dal consiglio dei ministri, l’elenco dei Paesi sicuri scende a 19 (via Nigeria, Camerun e Colonmbia) e viene stabilito tramite una norma primaria: ovvero una regola che il giudice deve prendere in considerazione, senza far valere prima il diritto comunitario. Ovvero la sentenza Ue che, secondo il Guardasigilli Carlo Nordio, non sarebbe stata capita dai togati italiani: “Il nostro provvedimento nasce da una sentenza della Corte di giustizia europea molto complessa e articolata e anche scritta in francese, probabilmente non è stata ben compresa o ben letta” dai giudici. Parole che di sicuro non aiutano ad abbassare i toni, dopo un weekend di attacchi da parte dell’esecutivo nei confronti della magistratura. “Mi auguro”, ha aggiunto Nordio, “che non accada” il ripetersi di decisioni come quella del Tribunale di Roma, che nei giorni scorsi non ha convalidato il trattenimento dei migranti all’interno del cpr in Albania.

Cosa c’è nel decreto – Con il nuovo decreto, la lista aggiornata dei Paesi sicuri stilata dal ministero degli Esteri avrebbe quindi il valore di una legge, ovvero di un obbligo a cui attenersi e che rafforzerebbe la posizione del governo anche in sede di ricorso. Non solo. La norma rispetterebbe stavolta sia il principio ‘oggettivo’, ovvero l’ambito delle eccezioni relative alle aree geografiche del singolo Stato, sia quello ‘soggettivo’, ovvero quello riferito a determinate categorie di singoli individui. È proprio quest’ultimo punto ad essere stato uno degli elementi determinanti nelle decisioni dei giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma, i quali la scorsa settimana hanno ritenuto di non convalidare il trattenimento dei dodici migranti nel Cpr in Albania. Facendo prevalere il pronunciamento della Corte di giustizia europea dello scorso 4 ottobre, i magistrati hanno sottolineato che secondo quest’ultima sentenza “la designazione di un Paese di origine come sicuro dipende (…) dalla possibilità di dimostrare che, in modo generale e uniforme, non si ricorre mai alla persecuzione (…), tortura o pene o trattamenti inumani o degradanti e che non vi sia alcuna minaccia dovuta alla violenza indiscriminata in situazioni di conflitto armato internazionale o interno”. Confrontando questa sentenza della Corte europea al caso specifico dei migranti trattenuti nel centro italiano di permanenza per il rimpatrio in Albania, il giudice Luciana Sangiovanni, sostiene nella sua ordinanza (riferita a un cittadino egiziano) che “il Paese di origine del trattenuto, nelle conclusioni della scheda-Paese dell’istruttoria del ministero degli Esteri (…) è definito Paese di origine sicuro ma con eccezioni per alcune categorie di persone: oppositori politici, dissidenti, difensori dei diritti umani o coloro che possano ricadere nei motivi di persecuzione”. Ed è questo il motivo per cui, “in ragione dei principi affermati dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, il Paese di origine del trattenuto non può essere riconosciuto come Paese sicuro”.

Nordio rivendica: “Ora il giudice non potrà disapplicare la legge”. Piantedosi non risponde sui costi – Dall’elenco di 22 Paesi, aggiornato a maggio, vengono eliminati Nigeria, Camerun e Colombia. In attesa del vaglio del Quirinale sul provvedimento, nelle prossime settimane sarà messo alla prova dei fatti l’obiettivo dell’esecutivo. La cui strategia, ha chiarito Giorgia Meloni, resta “difendere i confini” e “ristabilire un principio fondamentale: in Italia si entra solo legalmente, seguendo le norme e le procedure previste”.
La puntualizzazione della premier arriva a commento di una operazione che in Calabria ha colpito un traffico di esseri umani. Altri ragionamenti erano attesi nella conferenza stampa sulla manovra, già programmata per il giorno in cui cadono i due anni dal giuramento del governo e annullata alla vigilia. Inevitabilmente nelle domande avrebbe fatto capolino il tema dell’acceso scontro fra governo e magistratura, infiammatosi negli ultimi giorni proprio in seguito alle decisioni del Tribunale di Roma che hanno di fatto svuotato il cpr appena aperto in Albania. “Magistrati politicizzati che vogliono fare opposizione”, è la linea della maggioranza.

La giornata fra Palazzo Chigi, Viminale e ministero della Giustizia si è snodata per definire nel massimo riserbo le norme del provvedimento (alla fine si è deciso di escludere quelle sui ricorsi), preannunciato venerdì scorso dalla premier: la “soluzione”, il termine usato, per evitare che verdetti come quelli del Tribunale di Roma “impediscano ogni politica migratoria di difesa dei confini”. Stando ai provvedimenti del Tribunale di Roma, “il meccanismo dei rimpatri semplicemente non esiste più e dovremmo rendere conto in sede europea del perché non tuteliamo i nostri confini”, osserva il sottosegretario Alfredo Mantovano. A differenza del solito, il Consiglio dei ministri non è stato preceduto dall’ordine del giorno né da un vero e proprio pre-Cdm. L’approvazione poi è stata piuttosto rapida. La lista dei Paesi sicuri “diventa norma primaria e consente ai giudici di avere un parametro rispetto ad un’ondivaga interpretazione“, sintetizza il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, certo che la nuova norma serva a “dirimere un’annosa questione: serve a cercare un’accelerazione della procedura, per fare in modo che il ricorso alla richiesta di protezione non sia per la gran parte strumentalizzato per eludere il sistema delle espulsioni”. A domanda poi de ilfattoquotidiano.it sui costi dei trasferimenti, non ha risposto direttamente. E anzi ha rilanciato: “Ha dei costi il sistema messo in piedi per portare i migranti in Albania, ma quanto ci costa distribuire i migranti tutti i giorni da Lampedusa a Pozzallo o Porto Empedocle? E quanto ci costa il sistema di accoglienza? Il Viminale spende ogni anno 1,7 miliardi di euro per dare assistenza a persone che per il 60-70% dei casi sono destinate a vedersi bocciata la domanda di asilo”. Intanto le operazioni di trasporto dei migranti in Albania procederanno.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 17:50:29 +0000
Politica a cura di F. Q.
Maternità surrogata, per Roccella anche il “medico deve segnalare i casi di violazioneâ€. L’ordine smentisce: “Esonerati dalla denunciaâ€

Per la ministra Eugenia Roccella “anche il medico dovrà segnalare i casi di violazione della legge sulla maternità surrogata alla Procura“. Una richiesta che la titolare del dicastero per la Famiglia ha detto a Tagadà su La7 e che ha provocato la dura reazione del presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli: “Il medico ha il dovere di curare”. E non di denunciare. La questione è stata sollevata a pochi giorni dall’approvazione definitiva del provvedimento, fortemente voluto dal governo e contestato dalle forze di opposizioni che l’hanno definito “un assurdo giuridico”.

“Che il medico”, ha spiegato Anelli, “sia esonerato dall’obbligo di denuncia nei confronti del proprio paziente lo si desume anche dal capoverso dell’articolo 365 del Codice penale che esime il medico da tale obbligo quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale. Quindi il medico non deve, è vero, ostacolare la giustizia ma non deve, soprattutto, porre in essere atti che mettano a rischio la relazione di cura, limitando la tutela della salute dei cittadini”. Come ricordato da Anelli, “il medico ha il dovere di curare: dovere che gli deriva dalla Legge, in primis la Costituzione, e dal Codice deontologico, è confermato dalla Giurisprudenza e prevale su ogni altro obbligo, facoltà o diritto”. Il parere espresso da Anelli in merito alla posizione del medico rispetto alla legge appena approvata, secondo quanto si apprende, verrà pubblicato sulla rivista scientifica British Medical Journal.

Le due posizioni agli opposti riflettono l’aspro dibattito seguito al via libera alla legge. La legge che rende la Gpa ‘reato universale’ è stata approvata lo scorso 16 ottobre grazie ad un ddl a firma della deputata di Fdi Carolina Varchi, approvato dal Senato e in precedenza dalla Camera. In Italia la Gpa è già un reato da venti anni, ma la nuova legge estende ora la punibilità anche per chi l’ha praticata all’estero: si rischiano pene fino a due anni di reclusione e multe fino a un milione di euro. Le opposizioni hanno denunciato che la nuova normativa va contro la Costituzione, crea “bambini di serie A e di serie B” ed ha uno stampo “medioevale”. Sulla stessa linea le Famiglie Arcobaleno e le associazioni Lgbt. Che lo scontro si preannunci molto duro è evidente, con i Radicali già pronti alla presentazione di un quesito referendario abrogativo. L’Associazione Luca Coscioni, da parte sua, ha assicurato battaglia nei tribunali: sono già 30 le coppie che si apprestano a presentare ricorso.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 17:49:17 +0000
Cronaca a cura di Local Team per Il Fatto
Nubifragio in Calabria, crollato un ponte sul torrente Cottola nel Catanzarese: le immagini dall’alto
Il maltempo che tra domenica 20 e lunedì 21 ottobre ha colpito fortemente il territorio di San Pietro a Maida, in provincia di Catanzaro, in Calabria, ha provocato anche il crollo di un ponte sul torrente Cottola. Il drone sorvola quello che è rimasto dell’infrastruttura dopo la furia dell’acqua.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 17:44:17 +0000
Cronaca a cura di F. Q.
Muore il loro cane, i padroni aggrediscono i veterinari dell’università di Napoli: quattro arresti. “È stata una spedizione punitiva†– le immagini

Una spedizione punitiva, con tanto di diretta social, per vendicare la morte del loro cane. Per questo quattro persone sono state arrestati dai carabinieri per concorso in aggressione a personale sanitario e interruzione di pubblico servizio. L’assalto è avvenuto al dipartimento di Veterinaria dell’università Federico II di Napoli. Nella spedizione punitiva hanno avuto la peggio un medico veterinario e un borsista di ricerca, a entrambi sono stati dati sette giorni di prognosi. I quattro arrestati, due uomini e due donne, sono tutti già noti alle forze dell’ordine e si trovano ai domiciliari, in attesa di giudizio.

Una testimone, riportato in una nota dal deputato di Avs Borelli, ha ricostruito la dinamica:” Alcune persone per un’emergenza medica avevano portato il proprio cane presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria della Federico II affinché gli fosse prestato soccorso dopo averlo curato in una clinica privata. Nonostante i tentativi del personale, l’animale è però deceduto. Così è scattata la vendetta. I padroni dell’animale hanno avvertito amici e familiari chiedendo loro di raggiungerli al Dipartimento allo scopo di metterlo a ferro e fuoco. Una decina di persone hanno aggredito, dopo un acceso diverbio, il personale medico e i tirocinanti universitari”. È stata, continua il testimone, “la classica spedizione punitiva in stile criminale, questa volta dopo il decesso di un cane. Gli studenti universitari sono stati portati nelle aule sopra, due medici sono stati aggrediti brutalmente. Addirittura due delle donne hanno divelto i pali di ferro dal prato del cortile. I carabinieri sono arrivati mezz’ora dopo, loro continuavano a minacciare e inveire anche contro di loro. Per nostra fortuna siamo riusciti, cani, gatti e animali vari al seguito, ad uscire”.

Il deputato Borelli ha condannato l’accaduto: “Siamo alla più totale ed inequivocabile barbarie. Dagli ospedali ai centri per animali nulla cambia, la violenza entra con facilità, troppa, e ne esce spesso indisturbata ed impunita. Non a caso gli stessi assalitori hanno pubblicato le aggressioni in diretta sui social con commenti del tipo ‘tanto a noi non ci fanno mai nulla’. L’emergenza va oltre l’allarme rosso, qui si scatena la follia in ogni luogo pubblico, dagli ospedali alle poste, dallo stadio agli autobus. Basta con le promesse, basta le ipocrisie, questa gentaglia va resa inoffensiva”.

Antimo Morlando, segretario sanità pubblica della Fp Cgil Campania, ha commentato il raid punitivo: “Questo nuovo episodio di violenza pone la necessità di adottare misure tempestive soprattutto in termini di sensibilizzazione. C’è una violenza dilagante che deve essere necessariamente arrestata. Questa spirale di ferocia, quasi quotidianamente, tocca livelli sempre più alti di barbaria“.

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Data articolo:Mon, 21 Oct 2024 17:23:34 +0000

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