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#conflitti #strategie
analisi di fase attualitÃ
Más allá de la propaganda, dentro del conflicto, traducción Carlos X BlancoGianni Petrosillo (Conflitti&Strategie)
La lección de La Grassa sobre los grupos dominantes que luchan por la preeminencia
 https://socialismomultipolaridad.blogspot.com/2025/11/mas-alla-de-la-propaganda-dentro-del.html?m=1
analisi di fase attualitÃ
Oltre la Propaganda, Dentro il ConflittoLa Lezione di La Grassa sui gruppi dominanti in lotta per la preminenza
Mettiamo un po’ d’ordine tra i falsi proclami e le astuzie con cui i leader europei mascherano la loro propaganda, iniziando ogni discorso denunciando una presunta propaganda russa che si starebbe diffondendo capillarmente nelle nostre società e avvelenandole con le sue menzogne. È necessario mettere subito i puntini sulle i, è vero che oggi esiste una lotta tra propagande contrapposte, ciascuna impegnata a infiltrarsi nel campo avversario e, soprattutto, a uniformare il proprio sistema sociale a un’unica versione dei fatti, ma esiste anche una tendenza storica che mette in risalto alcune menzogne evidenti.
Quando i leader europei parlano di “guerra ibridaâ€, non si stanno rivolgendo all’esterno, bensì all’interno dei propri sistemi. Si tratta di operazioni speciali che contraddicono apertamente i presunti principi democratici di cui si vantano, in contrapposizione alle potenze revisionistiche che minerebbero l’ordine internazionale. In realtà , siamo davanti a una stretta autoritaria sulle proprie popolazioni, non a una guerra ideologica contro Russia e Cina. Il timore vero è che il castello di falsità che hanno costruito possa crollare.
E in che cosa consiste questo castello di falsità che con la guerra ibrida vogliono coprire se non nel fatto che l’Europa non sia un’entità politica indipendente ma completamente sotto il controllo degli Stati Uniti. Va però chiarito che essere sotto il controllo americano non significa essere dipendenti da un unico soggetto. Parliamo di Stati Uniti come se fossero un monoblocco politico, ma così non è. Gli Stati Uniti sono la potenza imperiale che controlla il nostro destino, ma al loro interno si confrontano gruppi di potere diversi che cercano di imporre sull’Europa la propria visione dell’impero.
Le attuali classi dirigenti europee guardano a Trump come fumo negli occhi perché collegate ad altri settori americani antitrumpiani, gli stessi che avevano in Biden il punto di riferimento. È evidente che queste élite europee siano in difficoltà , devono adattarsi a un diverso approccio politico che porta con sé una nuova concezione dell’azione americana sull’Europa e sui suoi avversari.
Alla luce di ciò, quando i leader europei, in blanda dissidenza con Trump, perché pur non essendo sulla sua linea non possono spingersi troppo oltre, propongono di sostituire la NATO con un esercito europeo per combattere la Russia, fanno semplicemente ridere. Se davvero si formasse un esercito europeo autonomo, e il concetto stesso è fragile perché l’Europa non è una federazione, non esiste un governo unico, e siamo ancora francesi, tedeschi, italiani, spagnoli, i primi a intervenire sarebbero proprio gli americani, che non avrebbero nemmeno bisogno di invaderci, avendo già basi diffuse sul nostro territorio. A quel punto, conosceremmo la guerra in tutte le sue forme, prima terroristiche e poi convenzionali, e a portarcela sarebbero gli americani e non i russi.
C’è di più, quando gli europei affermano che, anche se Trump si disimpegnasse dall’Ucraina, loro continuerebbero a sostenerla, non sono loro a parlare, ma un altro settore del sistema americano, quello opposto all’attuale Presidente. Dietro i presidenti degli Stati Uniti agiscono, più o meno silenziosamente, conflitti tra gruppi dominanti contrapposti, all’esterno gli USA appaiono come un’unica entità , ma non lo sono. L’egemonia politica interna si sposta a seconda delle fasi, e questi gruppi si influenzano reciprocamente, ottenendo vantaggi o svantaggi indipendentemente dall’etichetta politica del presidente di turno.
È chiaro che l’Europa, quando alza la voce, parla con le corde vocali di qualcun altro, perché non decide nulla, esegue ordini spesso contraddittori e, se sbaglia nel decodificarli, i suoi leader vengono sostituiti. È probabilmente ciò che accadrà presto a una parte consistente dell’attuale classe dirigente europea, incapace di interpretare correttamente i diktat statunitensi, sempre più difficili da eseguire perché non univoci a causa del riposizionamento Usa in un mondo sempre meno unipolare. Chi sbaglia paga per tutti, questo perché gli americani sono i padroni dell’Europa e spetta ai sottoposti capire come eseguire gli ordini e fino a dove possono spingersi nel tradurli in atti concreti.
Una cosa è certa, l’Europa non può creare nulla che sfugga al controllo dell’impero, figuriamoci un esercito europeo al di fuori della catena di comando statunitense. Questo rende evidente che chi denuncia con foga la “propaganda russa†è, in realtà , il vero propagandista. Intellettuali e politici di supporto sono oggi modesti, non riescono a elaborare una narrazione più credibile della retorica sulla democrazia in pericolo e sullo scontro tra civiltà del diritto e autocrazie, mentre contemporaneamente cercano di comprimere i diritti dei cittadini dissenzienti, a dir il vero pochi e disorganizzati.
Per carità , anche se con più slancio emotivo essendo rinata dopo la caduta dell’Urss, neppure la Russia brilla di novità , la suq propaganda non riesce a produrre grandi sistemi di pensiero come un tempo, limitandosi a difendere un passato glorioso e tradizionale che l’Occidente vorrebbe cancellare introducendo idee sociali bizzarre come la cancel culture. Anche la Cina offre una visione contraddittoria, quella di un “socialismo di mercato†che mescola vecchio e nuovo e ossimori incauti senza suscitare grandi entusiasmi.
Siamo in attesa di grandi idee, adeguate alle nuove tensioni globali, capaci di mobilitare davvero le masse, come accadde un tempo con comunismo, fascismo, nazismo e con la stessa democrazia. Oggi nessuno è disposto a difendere la patria per il diritto a contrarre matrimoni eterogenei o per l’abolizione del Natale o perché dalle pareti delle scuole scompare il crocefisso. Il mondo attende una nuova visione del futuro, una promessa di rinnovamento radicale del destino umano. Finché non emergerà una nuova grande ideologia (in contrapposizione alle precedenti o ad altre ugualmente nascenti) capace di infiammare gli animi, le masse non avranno una ragione meno banale per sacrificarsi.
Oggi studiare il pensiero di La Grassa sarebbe un vero toccasana per comprendere ciò che sta accadendo a livello di conflitto strategico tra gruppi dominanti, sia nella formazione capitalistica globale sia nelle dinamiche interne alle varie aree geopolitiche e ai singoli Stati. Ma forse proprio perché queste dinamiche devono restare inaccessibili ai più, i suoi studi sul conflitto nella società contemporanea continuano a essere relegati a un numero ristretto di lettori realmente interessati, insegretiti da media e accademia.
agorÃ
Una nueva fuerza para il siglo XXIhttps://amzn.eu/d/hEFiCLj
Se agradece a Carlos X Blanco por la traducción al español.

analisi di fase attualitÃ
Ucrania, el acto final, traducción Carlos X BlancoUcrania, el acto final (Ser enemigo de los estadounidenses es peligroso, ser amigo es letal)
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analisi di fase attualitÃ
Ucraina, ultimo attoUcraina, ultimo atto(Essere nemici degli americani è pericoloso, essere amici è letale)
Va in scena l’ultimo atto della guerra per procura che la Nato ha imposto agli sciocchi leader europei, i quali hanno seguito pedissequamente Washington in Ucraina contro i russi. L’attore è Zelensky che, di fronte al Piano di Trump che certifica la disfatta di Kiev, parla di una dignità che non hanno mai avuto, né lui, né le oligarchie ucraine, né tantomeno i leader europei che si sono fatti manovrare dagli statunitensi e a loro volta hanno manovrato sull’Ucraina convinti che il mondo fosse ancora fermo alla fine del 1991.
Detto ciò, la pesante sconfitta di Nato e UE in Ucraina certifica ciò che si sapeva ormai da tempo, cioè il relativo declino statunitense, la cui forza di proiezione si arresta e rincula sulla sola Europa rimasta sotto il suo tallone. Nessun altro Paese sarà sottoposto al giogo americano vicino alla sfera egemonica russa, mentre alcuni di quelli che hanno assistito a questa sconfitta troveranno piano piano il coraggio di rivedere le proprie posizioni quando riusciranno a sbarazzarsi dei loro politici inutili e servili che ancora albergano nei palazzi del potere. Essere filoamericani ha smesso di essere conveniente, i costi diventano ormai più alti dei benefici, e questo dalle nostre parti non si è ancora capito, perché abbiamo una classe politica fallita che continua a mandare il Paese alla rovina.
Di fronte a questa impietosa realtà , tali svenditori di sovranità nazionale approntano piani di rieducazione del popolo che chiamano pomposamente “contrasto alla guerra ibridaâ€, (non che le potenze riemerse dalla fine della storia non si stiano attrezzando alle sfide del mondo multipolare che diventa policentrico con ogni mezzo e per ogni scopo) ma ciò che stanno provando a fare i governi occidentali, in testa quelli europei, sempre per tenerci agganciati alla sfera di dominio statunitense, è toglierci parola e pensiero proprio in nome di una libertà che è tale solo quando pensiamo e diciamo ciò che piace a loro.
Questo piano di rieducazione del popolo descritto nel non-paper introdotto dal ministro della Difesa Crosetto prevede la creazione di un Centro Europeo per il Contrasto alla Guerra Ibrida, un meccanismo permanente di monitoraggio e risposta dell’UE, attività di educazione civica e alfabetizzazione digitale, partenariati con alleati e Paesi terzi, e ancora detto Centro per il Contrasto alla Guerra Ibrida dovrebbe esprimere capacità di comando e controllo, condivisione di best practice per lo scambio informativo e per il contrasto alla propaganda disinformativa, oltre allo sviluppo di sinergie tra Istituzioni e mondo accademico per creare gli anticorpi di base contro i fenomeni di disinformazione.
Altro non è questo centro che una psicopolizia da 1984, incaricata di controllare i nostri pensieri e le nostre posizioni politiche con la scusa di fermare russi o cinesi, mentre gli unici che andrebbero internati sono quelli che fingono e simulano minacce Sino-russe per rafforzare il controllo Usa sui sottoposti come noi, laddove il nostro Paese e la stessa Europa dalla fine della II guerra mondiale vivono sotto il giogo statunitense.
Del resto, questi poliziotti filoamericani che si fanno chiamare ministri e ministre italiani dissimulano una libertà che non hanno, sono tanti piccoli Zelensky che aspettano il loro turno perché gli USA, man mano che perdono egemonia e terreno, chiederanno all’Europa sacrifici sempre più grandi. L’Italia, per esempio, è un campo coltivato di basi Nato e americane, e basta immaginare cosa ci succederebbe se provassimo davvero a svincolarci dal tallone di ferro americano, gli Stati Uniti ci farebbero comprendere prima con le buone e poi con le cattive che la nostra indipendenza e la nostra libertà di scelta sono solo prerogative sulla carta e non nella realtà .
E di fronte a ciò, gli ex sovranisti della chiacchiera vengono a parlarci di guerra ibrida dei russi contro di noi, quando abbiamo bombe atomiche USA sul nostro territorio e soldati americani nelle nostre basi, i quali non hanno nemmeno bisogno di invaderci perché sono qui dal 1943 e non se ne sono mai andati, dallo sbarco in Sicilia ai giorni nostri.
E non importa come si chiami il presidente americano o a quale schieramento politico appartenga, perché noi siamo provincia dell’impero che mantiene le sue legioni presso insediamenti dove non possiamo nemmeno affacciarci se non come ospiti sotto il loro comando, quindi di qual e “ibridazione” parlano Crosetto e altri vassalli?.
La verità è che il mondo, o meglio la nostra parte di mondo, non sarà più quel posto sicuro che è stato a lungo, mentre si scaricavano altrove le tensioni della sfida tra blocchi contrapposti, con il blocco sovietico sfaldatosi da oltre tre decenni e il secondo (rimasto unico) che ha iniziato a scricchiolare da poco, con la storia che si è rimessa in marcia con il suo carico di conflitti e di richieste di tributi di sangue, soprattutto a chi non sa badare a sé stesso.
Come ha detto un generale francese qualche giorno fa, preparatevi a far morire i vostri figli, non è una battuta e non è uno scherzo. Resta da scegliere se i nostri ragazzi dovranno essere la carne da macello di cui si avvantaggeranno gli americani e i nostri politici corrotti al servizio dello straniero o se saranno chiamati almeno a morire per sé stessi e per l’indipendenza del loro Paese, se quest’ultimo dovra’ essere il bordello di avventori forestieri o il posto dove vogliamo vivere liberamente in cerca di una nuova prosperita’. Ed è questo che segnerà la reale differenza tra Stati e il nostro futuro, perché la prossima Ucraina potremmo essere noi.
analisi di fase attualitÃ
Fantasmi semiotici affogati nel rum, nel bel mezzo di urla belluine, O.M. SchenaPerché io voglio combattere la mafia (Meloni urla a squarciagola)
E Orazio tenta di aprire il dialogo nella ferma e quasi pacifica convinzione che questi sia comparso per dire qualcosa, per dare una notizia, che egli sia in altre parole quel che si potrebbe semischerzosamente definire un fantasma semiotico, cioè che è venuto per segnalare qualcosa. Godere, per riprendere le parole di Freud, di quanto si trova nell’attrattiva di ciò che è proibito dalla ragione.
E trattasi, infatti, d’una segnalazione che, ci verrebbe spontaneo dire, sembra appartenere al campo del soprannaturale. Una cosa, insomma, che si fa fatica ad accettare per vera.
Giorgia Meloni nei suoi comizi parla spesso della lotta alla mafia, e lo fa con forza, con passione, lo grida quasi fino a farsi uscire l’anima. Ma sarà vera?
“e chiedo a tutto lo stato italiano di aiutarmiâ€. Come e quanto sono strani i nostri governanti, però, sarebbe bastato chiamare accanto a sé l’ on.le Scarpinato! Anche per non rischiare di ritrovarsi accano un Licio Gelli o un Marcello Dell’Utri ed allora, allora addio lotta alla mafia con i re degli ossimori!
“perché io voglio combattere la mafia e chiedo a tutto lo Stato italiano e alle persone per bene di aiutarmi a combattere la… mafia.†Insomma sulla mafia si assiste a un vero e proprio fuoco d’artificio!
Si sente e molto che la Presidente Meloni soffre tanto ma proprio tanto, tanto da incattivirsi fino all’acrimonia. E sembra odiare così tanto con la tenacia d’una donna di carattere. Talvolta ci nasce dentro il sospetto che tutti i coledochi che portano la bile dal fegato all’intestino spruzzino soprattutto invidia banale, ma ci sbagliamo di sicuro. Lei ha soprattutto l’aria di chi addenta il suo fiato caldo senza mai riuscire ad afferrarlo. Lei sembra appena uscita dalla lettura dello scritto di Günther Anders “L’odio è antiquatoâ€
L’odio è antiquato (pag. 9-14) di Günther Anders
L’ho imparato solo a prezzo d’immane fatica. Circa sessant’anni fa. Leggendo il Mein Kampf di Hitler. Impararlo era stato necessario.
Giacché chi non odia l’infame, non solo dà prova di viltà , ma si rende anche sospetto di essere complice dell’infame.
E, con stupore, un mattino scoprirà di essere davvero complice dell’infame, di passare per suo amico e di non poter più tornare indietro, e in questo modo anche lui si rende odioso e sarà giustamente odiato.
Gli antisemiti odiano chi li priva dell’odio, vale a dire del piacere dell’odio. Essi odiano dunque due volte. Più vero del noto (principio deduttivo) cartesiano è quello volgare condiviso pressoché universalmente: “io odio, dunque sono.†O, in modo più esatto: “Dunque io sono io.†O, infine: “Dunque io sono qualcuno.â€
Giorgia Meloni ha chiuso con il suo intervento la settimana di lavori ad Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia a Roma.
Uno dei passaggi più sentiti quello sui migranti. La Premier ha ribadito come «I centri» per migranti «in Albania funz. ione ra ..nno, dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano. Perché io voglio combattere la mafia e chiedo a tutto lo Stato italiano, alle persone perbene, di aiutarmi a combattere la mafia. Non sono io il nemico, io sono una persona perbene».
Qui è meglio lasciar perdere ogni tentativo anche soltanto d’abbozzare un’analisi logica e grammaticale dei diversi periodi. Insomma
«Il punto centrale è la deterrenza, il protocollo con l’Albania è la cosa più temuta dai trafficanti, fermare il protocollo è il favore più grande che possiamo fare a questi criminali. E’ un punto centrale e fa scuola» ha ribadito.
«Mi ha colpito molto la storia della piccola Jasmine, questa bambina tenacemente rimasta da sola in acqua per giorni e unica sopravvissuta di un naufragio. Le voglio mandare l’abbraccio affettuoso di questa piazza e voglio dirle, a lei e alle vittime dei trafficanti di esseri umani, che combatteremo senza tregua contro questi sistemi criminali». ha concluso.
E per chiudere: “chi non salta comunista èâ€! ma si può? Ma è una cosa seria?
Comunque, sia chiaro, la responsabilità di quel che ho scritto non può essere la mia, non è la mia!
Oronzo Mario Schena
20/11/2025
analisi di fase attualitÃ
Intervista sul pensiero di La Grassa, di Filomeno Viscidoanalisi teorica e storica
Los pasajes oscuros de la historia, traducción Carlos X BlancoGianni Petrosillo (Conflitti&Strategie)
Quienes permitieron que más de 2.000 millones de euros de dinero italiano, durante un perÃodo de gran inestabilidad, fueran entregados a una banda de ucranianos corruptos no deberÃan creer que sus conciudadanos puedan subestimarlos y olvidarlos. Además, esos fondos se utilizaron para financiar una guerra contra un paÃs con el que mantenÃamos importantes ventajas comerciales y que nos suministraba energÃa a un precio mucho menor que el actual. Un paÃs que, además, nos veÃa con buenos ojos debido a nuestra apertura durante la época soviética
analisi teorica e storica
I varchi oscuri della StoriaNon creda chi ha consentito che oltre 2 miliardi di euro di soldi degli italiani, in una fase tutt’altro che rosea, fossero elargiti a una banda di corrotti ucraini, possano essere sottovalutati e dimenticati dai connazionali. Si aggiunga che quei fondi sono serviti a fare la guerra contro un Paese con il quale avevamo grandi vantaggi commerciali e che ci forniva energia a un prezzo molto più basso di quello che ci costa ora. Un Paese che ci guardava con simpatia anche per le nostre aperture ai tempi dell’URSS.
Non credano costoro che, mentre in Italia l’economia in tre anni è rimasta al palo, con un peggioramento complessivo dei servizi, a partire dalla sanità , e con salari che non sempre sfamano le famiglie, tutto ciò si possa cancellare semplicemente con la propaganda ideologica, tra una sinistra che resta peggiore e più pericolosa e una destra che non serve a nulla perché è una sinistra con meno “woke†e più falsità .
Facendo la guerra alla Russia, gli italiani sono stati messi in pericolo, un pericolo che, se non si avverte immediatamente, si sentirà nei prossimi anni, perché ci hanno catapultato sulla prima linea di una disputa geopolitica per cui non siamo attrezzati, se non come avamposto logistico in mano alla NATO.
Questa destra ha completato un lavoro di tradimento della Nazione avviato dalla sinistra, in questo perenne gioco di specchi di schieramenti politici solo apparentemente antitetici, che hanno sposato quasi le stesse parole d’ordine per perseguire obiettivi similari, seppure in forme diverse.
Quando la follia della campagna antirussa si concluderà con l’innegabile disfatta dell’Europa innanzitutto, questa classe dirigente, che aveva scommesso tutto sulla vittoria di Kiev anche se ora lo nega con una sempiterna faccia di bronzo, e con il suo sostegno economico e militare, non potrà fare finta di nulla. O, se lo farà , si metterà in una situazione di rischio sociale i cui esiti sono sempre imprevedibili. Quando si perdono le guerre, anche se si nega di combatterle, perfino quando ci si inventa che siamo infiltrati da italiani che si credono russi e lavorano per i russi, come dice il nostro ministro degli Esteri (lui sì prono a quelli americani e pure fiero di esserlo) tutta la classe dirigente connivente deve farsi da parte.
Se non lo farà spontaneamente, potrebbero aprirsi varchi di Storia oscura che abbiamo già attraversato in passato, con la fuoriuscita di “demoni†incontrollabili. Non sto facendo un discorso metafisico, ma puramente concreto. Gli va bene che oggi non ci siano in giro arditi e camicie nere, o brune o rosse, a praticare altri sistemi, ma quello che cova sotto le macerie che stanno facendo potrebbe presto apparire come un fulmine a ciel sereno. Purtroppo è così, perché certe situazioni vanno sempre oltre la nostra percezione e volontà , potremmo arrivarci di nuovo, dato che dalla storia non si impara nulla e si tira la corda ben oltre il lecito. In una fase di ribollimento internazionale come quella che stiamo vivendo, un Paese che non ha una politica estera è un Paese fallito, destinato a tracollare. Anche a questo stiamo arrivando. Saremo trascinati dai flussi geopolitici di cui vediamo appena le tendenze e alla mercé delle strategie altrui, mentre ci illudiamo che in un mondo simile ci siano veri alleati o addirittura amici, come afferma qualche scemo di guerra che ricopre alti incarichi e parla a vanvera.
L’Italia sarà una nazione da sacrificare integralmente nell’attuale quadro dei rapporti di forza, che subisce senza coordinarli né al proprio interno né all’esterno. Sbaglia Alessandro Orsini quando afferma che l’Italia sta agli USA come la Bielorussia alla Russia. Russi e bielorussi sono praticamente lo stesso popolo, che occupa terre separate solo amministrativamente e che ha avuto sempre lo stesso destino. Oggi la Russia torna sulla scena e i bielorussi si avvantaggiano di questo collegamento subordinato al popolo fratello.
Per gli italiani le cose stanno ben diversamente. Lo Stivale sarà usato e usurato dagli americani per rallentare il proprio declino, senza darsi alcun pensiero per la nostra sorte. E di questo dobbiamo ringraziare la nostra classe politica tutta, che da destra a sinistra, mentre tutto scricchiola, al massimo cerca la transizione energetica, mentre ciò che sta transitando è la storia che ci passa davanti per rigettarci indietro nel tempo, con sperpero di vite e di opportunità .
analisi di fase attualitÃ
Lenin y Zelensky: no hay comparaciónCuando, en abril de 1917, Lenin logró regresar a Rusia vÃa Finlandia, en un convoy alemán, celebró su primer mitin en la estación de San Petersburgo. Muchos camaradas que lo recibieron lo veÃan por primera vez, y la multitud congregada para escucharlo casi con seguridad nunca lo habÃa visto antes. Sin embargo, habÃan oÃdo hablar de él; su fama lo precedÃa. Sigue