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#Partinico #News
Cadute nelle buche e un contenzioso con un ex dipendente, il Comune di Partinico costretto a pagare lauti risarcimenti. Tra una caditoia malridotta, un’insidia davanti a un supermercato e un dipendente comunale costretto per anni a svolgere mansioni superiori. È da questi tre episodi – tanto diversi quanto emblematici – che nascono i tre nuovi debiti fuori bilancio approvati a maggioranza dal Consiglio comunale di Partinico. In totale, le casse comunali dovranno versare oltre 40 mila euro tra risarcimenti, spese legali e oneri accessori.
Il caso più oneroso riguarda un incidente avvenuto nel novembre 2020 in via Puccini. Una donna, camminando per strada, mise il piede dentro una buca provocata dalla rottura della griglia di una caditoia e cadde rovinosamente a terra. Dopo un lungo contenzioso, il giudice ha riconosciuto la responsabilità del Comune condannandolo a risarcire la vittima con 14.400 euro, a cui si aggiungono le spese legali e gli altri oneri per un totale superiore a 22 mila euro. La richiesta iniziale era di 38 mila euro, ma il tribunale ha accertato anche un concorso di colpa, riducendo così l’importo complessivo.
Un altro sinistro risale al febbraio 2023, in via Baida, proprio all’uscita del supermercato Mg. Qui una donna è inciampata in una delle buche non segnalata sul marciapiede, riportando lesioni poi refertate all’ospedale di Partinico. Anche in questo caso il tribunale ha riconosciuto la responsabilità del Comune, condannato a pagare 6.500 euro più le spese legali e accessorie.
Il terzo debito fuori bilancio riguarda invece un ex dipendente comunale che ha fatto causa all’Ente per aver svolto, tra il 2015 e il 2020, mansioni superiori senza ricevere la dovuta retribuzione. Il tribunale del Lavoro ha accolto il ricorso, riconoscendogli le spettanze economiche. Il legale del Comune non ha proposto appello, rendendo definitiva la sentenza. L’amministrazione dovrà quindi versare quasi 11 mila euro, comprese le spese legali.
Tre vicende che, sommate, raccontano un Comune costretto a fare i conti con vecchie negligenze, carenze strutturali e cause che si trascinano per anni. Una lezione, forse, per l’attuale amministrazione, chiamata non solo a risanare i conti ma anche a evitare che errori di manutenzione o disattenzioni burocratiche si trasformino in nuovi debiti per le già provate casse pubbliche. Ad illustrare tutti e tre i debiti la presidente della seconda commissione Eleonora Rappa (nella foto).
Nasce a Balestrate la consulta delle donne, un organismo che dovrà fungere da cassa di risonanza per l’universo femminile nei confronti del Comune. Ieri pomeriggio è stato eletto il coordinamento. Eletta alla presidenza Giusy Pellegrino, sua vice Gloria Casella.
La consulta delle donne a Balestrate ha preso forma con deliberazione del consiglio comunale dello scorso 3 giugno. I suoi compiti sono quelli consultazione e proposizione di natura partecipativa, al fine di promuovere azioni finalizzate alla valorizzazione della popolazione femminile e alla partecipazione alla vita politica, amministrativa e culturale del Comune di Balestrate.
Oltre una decina, al momento, i componenti che fanno parte dell’organismo. “Un augurio a tutte le donne che hanno già aderito – ha commentato il sindaco Vito Rizzo -. Ricordo che le adesioni sono sempre aperteâ€.
La presentazione della domanda di adesione potrà avvenire utilizzando il modulo allegato all’avviso (clicca qui) da trasmettere al Comune di Balestrate, utilizzando una delle seguenti modalità : presentazione diretta all’ufficio protocollo del Comune, o invio del modulo compilato e sottoscritto, a mezzo posta elettronica certificata, all’indirizzo pec istituzionale dell’ente.
Nuovo scossone all’interno del Pd (Partito Democratico) di Partinico, dove una fronda interna ormai da tempo in contrasto con la segreteria cittadina ha deciso di fare un passo indietro. Con una lettera durissima, il vicesegretario Calogero Barretta (nella foto a sinistra) e i componenti del direttivo Totò Bono, Enzo Campo (a destra), Benedetto Chiavello, Gioacchino Chimenti, Giuseppe Cipolla, Rino Di Dia e Giuseppe Nobile hanno annunciato le proprie dimissioni dalla segreteria e dagli organismi dirigenti locali, denunciando la mancanza di un’azione politica incisiva e di una reale opposizione alla giunta guidata dal sindaco Pietro Rao.
Nel documento i dimissionari spiegano che “il periodo trascorso dalla celebrazione dell’ultimo congresso cittadino è stato caratterizzato dalla mancanza di un’incisiva e puntuale opposizione alla giunta Rao e, come testimonia la penuria di iscritti, dalla scarsa iniziativa del partito sul territorioâ€. A pesare sul malcontento interno, anche il “recente voto favorevole in Consiglio comunale sul piano triennale delle opere pubbliche, non discusso in seno al Circoloâ€, considerato “l’ennesima conferma di distanze notevoli rispetto al modo di condurre il partitoâ€.
La tensione tra i dissidenti e il segretario cittadino Michele Chimenti (con tutta la sua corrente) si trascina ormai da mesi. Al centro del contendere, secondo i firmatari della lettera, vi sarebbe una linea politica troppo accomodante nei confronti dell’amministrazione di centrodestra e la totale assenza di una strategia capace di rilanciare l’azione del Pd a Partinico. “Apporre la firma su una mozione di sfiducia riconducibile ad altri – scrivono – non può compensare un atteggiamento, dentro e fuori dal Consiglio comunale, timido e ininfluenteâ€.
La mozione di sfiducia in questione era stata presentata da Fratelli d’Italia e sottoscritta anche dal consigliere del Pd Gaspare Anzelmo, ma non è stata ancora discussa in aula per mancanza del numero minimo di dieci firme. A dividere ulteriormente il gruppo, il voto favorevole espresso dallo stesso Anzelmo sul piano triennale, ritenuto dai dimissionari un gesto “politicamente incoerenteâ€.
Pur dichiarandosi ancora militanti e iscritti al Pd, Barretta e gli altri sostengono che “sia giunto il momento di una presa d’atto non più rinviabileâ€. Concludono annunciando le proprie dimissioni “nella ferma volontà di non rassegnarci a uno stato di cose che, per usare un eufemismo, non ci ha soddisfattoâ€. Una rottura che apre una nuova fase di incertezza nel già tormentato Pd partinicese.
In arrivo la gara d’appalto per il faraonico progetto di Ati idrico e Amap da 5 milioni di euro per portare a Partinico l’acqua corrente 24 ore su 24. A darne notizia il sindaco di Partinico, Pietro Rao: “È stata autorizzata la gara per l’appalto integrato del progetto di riqualificazione e potenziamento del sistema idrico di Partinico – afferma -, un’opera strategica dal valore di 5 milioni di euro, fortemente voluta da questa amministrazione e portata avanti con determinazione dal nostro ufficio tecnico. Un intervento che cambierà davvero il volto del nostro approvvigionamento idricoâ€.
Nei mesi scorsi erano stati affidati i servizi tecnici necessari per portare a compimento la relazione geologica propedeutica alla progettazione preliminare per la riqualificazione e potenziamento del sistema di approvvigionamento idrico di Partinico. Un obiettivo che passerà dal rifacimento dell’impianto di sollevamento e del collegamento esistente tra il potabilizzatore di contrada Cicala e i serbatoi comunali e realizzazione di nuovo serbatoio. Ad effettuare questo studio il geologo Leonardo Ingrassia.
“Un progetto concreto – aggiunge il primo cittadino -, che restituirà efficienza, sicurezza e continuità al servizio idrico di Partinico. L’obiettivo è chiaro: affidare i lavori entro l’anno e dare finalmente risposte tangibili ai cittadiniâ€.
E’ stato recuperato un vecchio progetto, finito sul fondo del cassetto ormai da circa trent’anni, che permette di realizzare un sistema parallelo alla rete idrica esistente. I fondi arrivano in seguito all’accordo sull’Fsc tra Stato e Regione. Tutto questo grazie al sistema di adduzione delle vasche di sollevamento Cicala (nella foto) la cui acqua potabilizzata, proveniente dalla diga Jato, arriverà a Partinico direttamente nelle case dei cittadini, permettendo così di superare l’atavico disagio legato alla mancanza di acqua corrente continua. L’acqua a Partinico sarà accumulata in un nuovo serbatoio che verrà costruito in aggiunta ai due esistenti, e distribuita alla comunità .
Il nuovo serbatoio è di una capacità complessiva di 1.400 metri cubi. È stata prevista anche la realizzazione di una nuova condotta, in parte in acciaio, per sopperire alle alte pressioni in partenza per complessivi 7.800 metri lineari e seguirà il percorso adiacente alla condotta esistente al fine di evitare espropri.
In tal modo si dovrebbero anche evitare possibili danni alla condotta esistente, che non è stata pensata per reggere tali portate di liquido. Lungo il corso della tubazione saranno installati dei pozzetti di ispezione e le condotte saranno munite di misuratori di portata, in modo da controllare, insieme ad altri sistemi di misura inseriti lungo la rete di distribuzione, la presenza di eventuali perdite di carico.
Il campo sportivo di Giardinello riapre a tutti i cittadini grazie ad un certosino lavoro di bonifica da erbacce e rifiuti. Ad effettuare gli interventi gli operai dell’Esa, l’ente di sviluppo agricolo controllato dall’assessorato regionale all’Agricoltura. L’operazione si è resa possibile in seguito ad una convenzione stipulata tra Comune e Regione per l’utilizzo di alcuni operai Esa.
Il Comune ha messo a disposizione i mezzi e tutto ciò che serve per il loro funzionamento, gli operai invece hanno garantito la loro professionalità .
“Il nostro campo sportivo – afferma il sindaco Antonio De Luca – torna ad essere fruibile ai cittadini che vogliono trascorrere qualche ora di sport. Grazie ai nostri operai Esa distaccati a Giardinello che lo hanno ripulito da ogni tipo di sterpaglie e immondizia. Mi rivolgo a tutti i cittadini, abbiatene cura quando andate a fare sport. Facciamo tanti sacrifici per rendere fruibili a tutti i nostri parchi, le villette e ora anche il campo sportivo. Rispettiamoliâ€.
Alla scuola Bagolino di Alcamo un piccolo germoglio, ma dal valore immenso. Nel giardino dell’istituto è stato piantato l’albero di Falcone, un esemplare di Ficus macrophilla columnaris magnoleides proveniente dal celebre albero che cresce davanti alla casa del giudice Giovanni Falcone, a Palermo. L’albero viene riprodotto attraverso le gemme raccolte dall’originale. Un gesto semplice ma denso di significato, che unisce la memoria della lotta alla mafia al rispetto per l’ambiente e alla cura del territorio.
La piantumazione si inserisce nel progetto nazionale “Un albero per il futuroâ€, promosso dal raggruppamento carabinieri del reparto Biodiversità di Reggio Calabria in collaborazione con il ministero della Transizione ecologica. L’iniziativa mira a sensibilizzare le nuove generazioni sui temi della sostenibilità e della legalità , attraverso la creazione di un grande bosco diffuso della memoria in tutta Italia, formato da alberi simbolici piantati nelle scuole.
All’incontro hanno partecipato alcune classi della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, che hanno seguito con interesse la cerimonia e condiviso riflessioni e lavori realizzati durante le attività didattiche sul tema dell’ambiente e della cittadinanza attiva.
Dopo il saluto della dirigente scolastica, Antonella Vaccara, che ha invitato studenti e docenti ad accrescere la consapevolezza sull’importanza degli alberi “come simbolo non solo di conservazione ambientale ma anche di impegno verso lo Stato e di contrasto alle mafieâ€, è intervenuta il capitano Chiara Petrone, comandante della compagnia dei carabinieri di Alcamo.
A seguire, il tenente colonnello Giuseppe Micalizzi, comandante del reparto carabinieri Biodiversità di Reggio Calabria, ha illustrato le finalità del progetto, sottolineando come “piantare un albero significhi gettare le radici del futuro, educando i giovani al rispetto della natura e alla responsabilità civicaâ€. La giornata si è conclusa con la messa a dimora del germoglio di Falcone in uno spazio verde della scuola, individuato per l’occasione e destinato a diventare un luogo di memoria e riflessione per tutti gli studenti. Un’iniziativa che unisce educazione ambientale e impegno civile, ricordando che la legalità , proprio come un albero, va coltivata ogni giorno con cura, consapevolezza e speranza.
Il Comune di Trappeto ha disposto lo sgombero di una casa popolare occupata abusivamente emettendo un’ordinanza. Il provvedimento, firmato dal responsabile del servizio, il geometra Pietro Vitale, e dal responsabile del settore Affari generali, Salvatore Romano, dispone l’immissione in possesso dell’immobile da parte dell’amministrazione comunale, a seguito di una lunga vicenda che ha coinvolto una coppia di coniugi trappetesi denunciati per violazione degli articoli 633 e 639 bis del codice penale, relativi all’invasione di terreni o edifici.
L’occupazione e la denuncia
La vicenda ha avuto inizio nell’estate del 2024, quando il comando di polizia municipale segnalò alla Procura l’occupazione abusiva di un alloggio comunale, in passato dello Iacp, precedentemente assegnato a un altro soggetto.
La notizia di reato fu formalmente trasmessa al Comune il 25 luglio dello stesso anno. I coniugi, risultati privi di titolo legittimo, vennero denunciati per occupazione abusiva in violazione delle norme penali sopra citate.
La diffida e il mancato rilascio
Il 4 ottobre 2024 l’amministrazione comunale emise una diffida, intimando ai coniugi di lasciare libero l’alloggio entro trenta giorni dalla notifica. La comunicazione, notificata il 21 ottobre, venne però rifiutata dai destinatari. Il successivo 26 novembre, la polizia municipale informò il Comune che gli occupanti non avevano ottemperato all’ordine di rilascio: uno dei due, infatti, si trovava agli arresti domiciliari proprio all’interno dell’alloggio occupato abusivamente.
Gli sviluppi giudiziari
La vicenda si è ulteriormente evoluta nel corso di quest’anno. Con una nota dell’8 ottobre, la polizia municipale ha comunicato che il tribunale di Palermo, lo scorso 13 settembre, aveva emesso un’ordinanza di divieto di dimora nella provincia di Palermo a carico del marito. Dagli accertamenti successivi è emerso inoltre che la moglie aveva abbandonato l’alloggio, lasciando di fatto l’immobile privo di occupanti legittimati.
L’ordinanza di sgombero
Alla luce di questi eventi e al fine di ripristinare la piena legittimità della gestione del patrimonio comunale, il Comune di Trappeto ha deciso di procedere con lo sgombero e la successiva immissione in possesso della casa popolare. L’ordinanza impone ai coniugi di liberare l’immobile e di rimuovere i beni mobili di loro proprietà entro dieci giorni dalla notifica del provvedimento. Il documento specifica che, in caso di mancato rilascio, l’amministrazione procederà con l’esecuzione forzata, avvalendosi dell’assistenza delle forze dell’ordine. I beni eventualmente presenti saranno trasferiti in locali comunali, con le spese interamente a carico degli occupanti, recuperabili anche in via coattiva.
Il castello La Grua Talamanca di Carini chiude temporaneamente per permettere la realizzazione delle riprese per un film di Pif. L’antico maniero è uno dei luoghi scelti dal regista Pierfrancesco Diliberto per girare alcune scene del film “Che Dio perdona a tuttiâ€, tratto dall’omonimo romanzo dello stesso autore.
Si gira oggi e domani (lunedì 27 e martedì 28 ottobre) e nelle stesse giornate il castello resterà chiuso al pubblico. Il Comune si scusa per il momentaneo disagio e ringrazia per la comprensione. Il castello riaprirà regolarmente alle visite a partire da mercoledì.
“Il fatto che la prestigiosa dimora storica sia stata scelta come una delle location del film – dichiara il sindaco Giovì Monteleone – è una conferma del valore culturale e artistico che il territorio continua a rappresentare nel panorama cinematografico nazionale. Essere il set di alcune scene del film, inoltre, ci permetterà di far conoscere il nostro gioiello a un pubblico più ampio oltre che dare lustro al castello e siamo quindi – conclude il primo cittadino – contenti che Pif lo abbia sceltoâ€.
La produzione del film che sarà girato a Carini è curata dalla Our Films e Kavac Film, società leader nel settore audiovisivo italiano, già nota per importanti collaborazioni con registi e autori di fama internazionale.
Partinico si mobilita a favore dei disabili mettendo in campo una grande gara di solidarietà che ha dato i suoi frutti. Al centro commerciale Forum di Palermo, il moto club “La Fratellanza†di Partinico ha raccolto 10 mila euro da destinare all’associazione “Il Sottomarinoâ€, impegnata da anni nell’assistenza e nell’inclusione di bambini e ragazzi con disabilità . Il ricavato servirà a ristrutturare la villa confiscata alla mafia in via Trapani Pescia, nel quartiere di Pallavicino a Palermo, danneggiata gravemente da un incendio doloso lo scorso marzo.
L’iniziativa, che ha visto una grande partecipazione di pubblico e di appassionati di due ruote, ha confermato la vocazione solidale della Fratellanza, un gruppo di motociclisti che da tempo unisce la passione per le moto all’impegno nel sociale. “Con questo gesto – spiegano i promotori – vogliamo ridare vita a uno spazio che appartiene non solo ai ragazzi del Sottomarino, ma a tutta la comunità . È il nostro modo per dire che il bene può davvero sconfiggere il maleâ€.
A rappresentare durante la manifestazione l’associazione Autismile di Partinico, altra realtà che si occupa di disabili, è stata Ivana Vitale, docente dell’istituto comprensivo Archimede La Fata e referente per la legalità e il bullismo. Da anni l’insegnante è impegnata in prima linea contro ogni forma di discriminazione nei confronti dei ragazzi autistici, una battaglia che porta avanti anche come madre di un figlio autistico di 18 anni, vittima di episodi di bullismo sin dalla scuola dell’infanzia.

L’associazione La Fratellanza e Autismile insieme
“Questa iniziativa – ha spiegato – dimostra come la solidarietà e la legalità possano camminare insieme. È importante che i nostri ragazzi, soprattutto quelli più fragili, abbiano luoghi sicuri dove crescere, imparare e sentirsi accoltiâ€. La docente ha anche annunciato il prossimo evento da lei promosso, la presentazione del libro “Tutti i volti del bullismo†di Fabio Davì, che si terrà il 6 febbraio alla cantina Borbonica di Partinico, con il coinvolgimento delle scuole e delle associazioni del territorio.
L’associazione “Il Sottomarino†rappresenta da tempo un punto di riferimento per le famiglie con figli autistici o con altre disabilità . Nella villa confiscata, prima dell’incendio, si svolgevano attività artistiche, sportive e laboratori educativi che offrivano ai ragazzi un ambiente sereno e stimolante. Ora, grazie ai fondi raccolti dalla Fratellanza Club, quella villa potrà tornare a essere un luogo di speranza e di crescita. Una vittoria collettiva che testimonia come, anche davanti alla violenza e alla distruzione, la solidarietà riesca sempre a riaccendere la luce del bene.
Il sindaco di Balestrate Vito Rizzo non nasconde l’amarezza dopo il furto choc all’oleificio Vitale che ha scosso l’intera comunità . Garantisce che il Comune farà di tutto per potenziare la sicurezza in paese ma al tempo stesso lancia un appello alla comunità : «Invito tutti a collaborare con le forze dell’ordine: segnaliamo tempestivamente ogni situazione sospetta, condividiamo informazioni utili e supportiamo le attività imprenditoriali locali che subiscono simili danni». Con questo richiamo alla responsabilità collettiva il primo cittadino ha posto il tema della sicurezza al centro della reazione della comunità dopo il furto all’oleificio Vitale in contrada Tavolata. Non una semplice espressione di solidarietà – sebbene rivolta all’imprenditore Rosario Vitale e ai suoi collaboratori – ma un invito operativo a trasformare lo sgomento in strumenti concreti di tutela.
Il furto, avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì, ha visto ignoti forzare il magazzino e portare via circa 800 litri di olio extravergine d’oliva già confezionato per una spedizione in Germania; il danno complessivo supera i 10 mila euro. Le immagini delle telecamere esterne mostrano due persone con il volto coperto che agiscono con metodo: forzano un lucchetto, caricano una quarantina di scatole e si allontanano con un veicolo lasciato a distanza per non essere ripreso. Elementi che, secondo i carabinieri, indicano una pianificazione accurata.
La presa di posizione del sindaco sposta però il discorso dalla reazione emotiva alla prevenzione: Rizzo ha promesso «di facilitare gli accertamenti e di verificare eventuali misure aggiuntive di sicurezza da attuare sul territorio». Nel frattempo, l’appello alla cittadinanza suona come una chiamata all’azione: segnalare movimenti sospetti, condividere materiale video-amatoriale e collaborare alle verifiche può fare la differenza tra un colpo rimasto impunito e l’individuazione dei responsabili.
Per gli operatori agricoli della zona, già sensibili al rischio di furti e truffe, l’episodio è un campanello d’allarme che richiede risposte organizzate: maggiore illuminazione nelle aree produttive, potenziamento della videosorveglianza pubblica e privata, reti di vicinato attive e percorsi preferenziali di contatto con le forze dell’ordine. Non si tratta solo di difendere merci e impianti, ma di preservare un modello produttivo fondato sull’onestà e sulla qualità che rappresenta l’identità economica del territorio.
Le indagini dei carabinieri proseguono per individuare i responsabili del furto a Balestrate: i filmati sono al vaglio per estrarre dettagli che possano portare a riscontri utili. Ma la soluzione invocata dal sindaco è a doppio binario — giustizia e prevenzione — e punta a ricostruire un tessuto di sicurezza condivisa. In un messaggio che mescola fermezza e cura, Rizzo chiude con un monito e una rassicurazione: Balestrate non si lascerà intimidire dalla criminalità , ma risponderà unita, attenta e più sicura.