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Incidente tra Comiso e Ragusa: auto capovolta, conducente intrappolato. Un volontario Aifvs lo salva prima che l’auto prenda fuoco

Ieri sera lungo la strada che collega Comiso a Ragusa si è verificato un incidente autonomo che avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia. Per cause ancora da chiarire, un uomo ha perso il controllo del veicolo, finendo contro il muro che delimita la carreggiata. L’impatto è stato violento: l’auto si è capovolta e il conducente è rimasto incastrato all’interno dell’abitacolo, impossibilitato a muoversi.

Un automobilista di passaggio ha subito notato la scena. Vedendo del fumo uscire dal vano anteriore, si è fermato per prestare aiuto, intervenendo senza esitazioni per liberare l’uomo prima che la situazione potesse degenerare.

Pochi istanti dopo, un altro soccorritore si è rivelato decisivo: un giovane volontario dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (Aifvs), che stava rientrando a Ragusa dopo aver partecipato a un incontro dedicato proprio alla sicurezza stradale. Riconoscendo l’evidente pericolo — il conducente era ancora con il piede premuto sull’acceleratore e l’auto continuava a fumare — il volontario ha agito con lucidità e sangue freddo.

Per estrarre l’uomo in tempi rapidissimi, ha tagliato la scarpa del conducente, liberandolo dalla posizione che lo bloccava, e lo ha trascinato lontano dal mezzo prima che le fiamme potessero propagarsi. Un gesto di notevole coraggio che ha evitato conseguenze potenzialmente drammatiche.

Fortunatamente, l’incidente non ha riportato esiti gravissimi. Resta però l’immagine forte di un salvataggio compiuto da chi, appena poche ore prima, partecipava a un evento sulla prevenzione e che sulla stessa strada ha messo in pratica — e in salvo — il senso più profondo della sicurezza: quello della vita umana. Ricerca fotografica di Franco Assenza

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Sun, 07 Dec 2025 09:20:38 +0000

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Affidato ai servizi sociali, trovato con cocaina e accusato di un maxi furto: arrestato

Era in affidamento in prova presso i servizi sociali, e stava scontando una pena per reati in materia di armi. Ma, stando alle indagini dei carabinieri, aveva continuato a delinquere. Sospesa la misura alternativa, ora per un 44enne di Scicli, si aprono le porte del carcere.

Su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa, i Carabinieri della Tenenza di Scicli hanno arrestato l’uomo e lo hanno condotto presso il carcere di Ragusa. Il 44enne, già sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali, è infatti risultato gravemente indiziato di aver detenuto una quantità di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e di aver commesso un furto ai danni di un esercizio commerciale della città.

Le indagini rientrano nei controlli disposti dal Comando Provinciale di Ragusa per contrastare il traffico e il consumo di stupefacenti. Durante una verifica presso l’abitazione dell’indagato, i militari hanno rinvenuto una quantità di cocaina ritenuta destinata all’attività di spaccio.

Ma non soltanto droga. Sul 44enne erano già emersi indizi di colpevolezza relativi a un precedente episodio: il furto di un borsello contenente 8.000 euro in contanti, avvenuto ai danni del titolare di un negozio di Scicli. Un fatto su cui gli stessi Carabinieri avevano condotto indagini nei mesi scorsi.

L’uomo si trovava in affidamento in prova a seguito di una sentenza divenuta definitiva emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Siracusa, con cui stava scontando una pena per reati in materia di armi commessi in passato. La nuova detenzione di stupefacenti, sommata alle risultanze investigative sul furto, ha aggravato ulteriormente la sua posizione.

Per questo motivo l’Autorità Giudiziaria ha disposto la sospensione cautelativa della misura alternativa e l’immediato trasferimento in carcere del 44enne.

Il grado di responsabilità dell’indagato dovrà ora essere valutato nelle sedi competenti, come previsto dalla legge.

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Sun, 07 Dec 2025 09:11:56 +0000

Apertura

Rifiuti in Sicilia, la Corte dei Conti boccia trent’anni di fallimenti

La deliberazione della Corte dei Conti del 4 dicembre 2025 (n. 275/2025) sulla gestione dei rifiuti in Sicilia è un verdetto senza appello. Una bocciatura severissima che smonta trent’anni di politiche emergenziali, piani incompleti, improvvisazione amministrativa e scelte impiantistiche discutibili. Il quadro che emerge è quello di un sistema caotico, inefficiente e finanziariamente insostenibile, ben lontano da qualunque logica di economia circolare. E’ quanto afferma Peppe Puccia – Segretario Federazione Siracusa/Ragusa del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

“La relazione dei magistrati contabili sbugiarda completamente la narrazione secondo cui i cosiddetti termovalorizzatori — un termine che già di per sé è un’abile operazione linguistica — rappresenterebbero la soluzione miracolosa per chiudere il ciclo dei rifiuti. Al contrario, la Corte evidenzia come l’emergenza rifiuti sia stata alimentata e non risolta, divenendo terreno fertile per scelte costose e prive di visione”.

Un piano rifiuti lacunoso e già superato

“Emblema del fallimento è il PRGRU 2024, un piano approvato in regime emergenziale che risulta già inattuale. Utilizza dati del 2022, ignora la reale distribuzione degli impianti e non garantisce né prossimità né autosufficienza degli Ambiti Territoriali Ottimali.

La Corte parla apertamente di incoerenze strutturali, stime inattendibili e mancato rispetto della gerarchia europea dei rifiuti: prevenzione, riuso, riciclo prima del recupero energetico. Invece, la Regione continua a puntare su due inceneritori da 600 mila tonnellate l’anno, senza alcuna certezza su tempi, costi e impatti.

Eppure — come evidenzia il referto — almeno 400 mila tonnellate dei rifiuti previsti per l’incenerimento potrebbero essere valorizzate attraverso riciclo e recupero. Un potenziale completamente ignorato”.

Inceneritori: costi stratosferici, benefici incerti

“La Corte mette nero su bianco una verità scomoda: i due impianti previsti a Palermo e Catania costeranno 400 milioni di euro ciascuno, finanziati con risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027.

E questi costi astronomici si basano su stime e non su dati certi. Inoltre, gli inceneritori non risolvono il problema degli scarti, delle ceneri tossiche, delle emissioni né quello della dipendenza dalle discariche. Anzi: rischiano di drenare risorse pubbliche che dovrebbero essere investite in impianti di riciclo, compostaggio, selezione e riuso.

Gli inceneritori — come sottolinea la Corte e come conferma l’esperienza europea — sono impianti del passato, che molti Paesi stanno progressivamente dismettendo perché incompatibili con un sistema realmente circolare”.

Raccolta differenziata: Sicilia ancora in fondo alla classifica

Nonostante un lieve miglioramento (dal 38% nel 2019 al 55% nel 2023), la Sicilia è ancora penultima in Italia.

I dati sono impietosi:

  • Palermo: 34,9%
  • Catania: 49,1%
  • Solo Trapani e Ragusa superano la soglia minima del 65% richiesta dall’UE.

Ma la Corte aggiunge un elemento decisivo: senza impianti di selezione e recupero, la differenziata rimane un costo. I materiali finiscono fuori regione, con spese milionarie che pesano sui Comuni e sui cittadini.

Siracusa e Ragusa: due realtà opposte

La Sicilia orientale offre un quadro complesso:

  • Siracusa continua a soffrire la totale assenza di impianti di trattamento e riciclo, in particolare della frazione umida. La provincia dipende da strutture private in amministrazione giudiziaria, con costi altissimi e perenne instabilità.
  • Ragusa rappresenta invece un’eccezione virtuosa: 65% di differenziata e un impianto di compostaggio potenziato. Tuttavia, resta una “isola felice†in un sistema regionale frammentato e privo di integrazione.

Venendo meno una rete impiantistica omogenea, anche le province virtuose rischiano di essere penalizzate.

Serve una svolta: basta inceneritori

Alla luce di questa analisi, appare evidente che l’iter degli inceneritori debba essere fermato immediatamente. Il governo regionale guidato da Schifani, ormai politicamente indebolito, rischia di compromettere il futuro ambientale ed economico della Sicilia.

La Corte dei Conti è chiara:

  • bisogna riscrivere da zero il piano rifiuti,
  • seguire la gerarchia europea,
  • investire su riciclo, riuso e prevenzione,
  • rendere i dati trasparenti e certificati.

Gli inceneritori non chiudono il ciclo dei rifiuti, non trasformano il rifiuto in risorsa e rappresentano un enorme rischio ambientale e finanziario.

Ecco una sintesi del contenuto — e delle conclusioni principali — del provvedimento Corte dei Conti (delibera n. 275/2025) sulla gestione dei rifiuti nella Regione Siciliana.

✅ Cosa contiene il provvedimento

  • La delibera — a seguito di un’indagine svolta dalla Sezione di controllo per la Regione Siciliana — formula un referto sul ciclo dei rifiuti, sull’economia circolare e sulle politiche ambientali della Regione.
  • Il documento fa emergere gravi carenze strutturali e gestionali in ambito programmatico, organizzativo, informativo e attuativo: in particolare ritardi e insufficienze nella pianificazione, nella realizzazione dell’impiantistica e nella documentazione delle gestioni commissariali passate.
  • Il provvedimento denuncia la mancanza di un Piano regionale dei rifiuti credibile e aggiornato: il piano vigente è considerato inattuale, basato su dati obsoleti, con stime non affidabili e incapace di garantire la “prossimità†o l’“autosufficienza†degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO).

⚠ Le principali criticità segnalate

  • La rete impiantistica per trattamento, riciclo e selezione risulta inadeguata e incompleta, e non è mai stata completata nonostante decenni di commissariamenti. Questo impedisce concretamente il raggiungimento degli obiettivi tecnici e ambientali.
  • La scelta di puntare su termovalorizzatori/inceneritori, invece che su riciclo, recupero e compostaggio, è fortemente contestata: secondo la Corte, tali impianti rischiano di essere sovradimensionati e in contrasto con la “gerarchia dei rifiuti†prevista dall’UE, che privilegia prevenzione, riuso e riciclo.
  • Ci sono forti disparità territoriali: molte province restano sprovviste di infrastrutture adeguate, con conseguente ricorso a discariche e trasferimenti fuori regione, costi elevate per Comuni e cittadini e inefficienza complessiva.
  • Mancanza di trasparenza e di documentazione adeguata: le gestioni commissariali precedenti non hanno prodotto atti chiari, verificabili e completi, rendendo impossibile una valutazione corretta degli investimenti realizzati e delle infrastrutture esistenti.

📌 Le richieste della Corte dei Conti

Nel provvedimento la Corte richiede alla Regione e agli enti competenti:

  • di fornire una documentazione completa e aggiornata su tutte le gestioni precedenti, sui lavori svolti e sugli impianti realizzati o in costruzione;
  • di riprogettare il sistema rifiuti in coerenza con i principi dell’economia circolare, privilegiando prevenzione, riciclo e gestione sostenibile e non più il ricorso massiccio a termovalorizzatori e discariche;
  • di realizzare una rete impiantistica adeguata a garantire capacità reale di smaltimento/riciclo per ciascun ATO, con trasparenza su capacità, utilizzo e stato operativo degli impianti.
  • di adottare strumenti di controllo, monitoraggio e trasparenza sul ciclo dei rifiuti e sull’uso delle risorse pubbliche, per evitare sprechi, inefficienze e pesi economici sui cittadini.

🧾 Conclusione del documento

La Corte dei Conti condanna la gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia come un fallimento strutturale: mancanza di visione, di pianificazione, di infrastrutture e di risultati concreti. Il referto rappresenta una denuncia chiara dell’incapacità di affrontare su basi stabili e sostenibili il problema dei rifiuti, e richiama con forza la necessità di un cambiamento radicale di modello: da emergenziale e emergente, a strutturale, trasparente e orientato all’economia circolare.

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Sun, 07 Dec 2025 08:58:45 +0000

Cultura

Khoròs: corpi risonanti, memorie in luce. In mostra Ilde Barone

Un coro antico che non ha volto, ma voce. Un corpo unico fatto di pittura, suono e luce. Khorós – Corpi risonanti, memorie in luce, la nuova installazione di Ilde Barone, è un attraversamento sensoriale che diventa esperienza emotiva collettiva. Non una semplice mostra, ma un ambiente vivo in cui le opere respirano, parlano, ascoltano.

Entrare nello spazio significa farsi avvolgere da tele disposte in semicerchio, disegnate come un coro teatrale primordiale. Sono superfici dense, stratificate, materiche: membrane sensibili capaci di assorbire le voci di un’umanità molteplice e restituirle come risonanza. Qui il suono non accompagna la pittura: la abita. Italiano, inglese, arabo, greco, latino, giapponese si intrecciano in un paesaggio sonoro che sfida il tempo e le identità, perché – come ricorda l’artista – «dolore e speranza non appartengono a un popolo o a un’epoca, ma alla condizione umana».

La luce come presenza emotiva

La luce, nel lavoro di Barone, non è illuminazione ma rivelazione. Una qualità che Mariateresa Zagone ha definito «abbagliante come quella siciliana», capace di trasformare la materia in un luogo di sacralità discreta. Nei suoi corpi pittorici — figure che emergono dall’indistinto come apparizioni trattenute — la luce diventa respiro, una corrente che svela senza mai esibire.

Accanto alla luminosità, riaffiora un’altra costante della poetica dell’artista: la dialettica tra razionalità e impulso, lucidamente colta da Franco Sarnari come «una modulazione geometrica attraversata da un’intensità pittorica». In Khorós questa tensione si estende al suono: l’ordine della composizione e l’imprevisto della voce convivono, si sfiorano, a tratti si lacerano per poi ricomporsi in una drammaturgia intima e universale.

Un femminile che include

Vittorio Sgarbi ha definito la ricerca di Barone una forma di “feminesimoâ€: uno sguardo femminile non contrapposto ma integrato, capace di abbracciare il mondo attraverso una sensibilità che ascolta più che affermare. Khorós incarna pienamente questa visione. È un luogo di accoglienza, un coro che non sovrasta ma accompagna, che non rappresenta nessuno e rappresenta tutti.

«Volevo creare un coro che non rappresentasse nessuno e rappresentasse tutti — racconta Ilde Barone —.
Voci che non spiegano, ma risuonano. La pittura, per me, è un corpo che sente: qui si apre, si lascia attraversare, restituisce respiro».

Il ritorno a Modica e la scelta dell’indipendenza

L’installazione segna anche il ritorno di Ilde Barone a Modica dopo oltre dieci anni di assenza dalle esposizioni nella sua città. Una scelta che ha il sapore del radicamento e della restituzione: riportare l’arte al centro dello spazio urbano, trasformarlo in luogo di incontro, ascolto, rinnovamento.

Khorós è inoltre un atto di libertà creativa. Un progetto completamente indipendente, realizzato senza il sostegno di gallerie o strutture commerciali. Una decisione che rivendica la natura autentica e personale della sua ricerca: un rapporto diretto, non mediato, con il pubblico e con il luogo.


Khorós – Corpi risonanti, memorie in luce invita tutti a entrare nel cerchio, ad ascoltare, a lasciarsi attraversare. Un’esperienza che non chiede interpretazione ma presenza: un coro silenzioso fatto di voci che vibrano nella pittura e nella luce, dove ciascuno può trovare il proprio respiro.

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Sun, 07 Dec 2025 08:39:33 +0000

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Presentato il progetto del Parco della Città: un nuovo polmone verde per Ragusa

Vallata Santa Domenica, grande partecipazione al sopralluogo: i cittadini riscoprono un patrimonio che rinasce (anche se in ritardo)

Una mattinata di grande partecipazione ha accompagnato il sopralluogo organizzato dal Comune nella Vallata Santa Domenica, sempre più vicina a diventare il nuovo Parco della Città di Ragusa. L’iniziativa, attesa da tempo, ha attirato decine di cittadini curiosi di vedere da vicino lo stato dei lavori di riqualificazione, ormai prossimi alla conclusione.

L’intervento, infatti, è uno di quelli che la città attendeva da anni: un progetto più volte annunciato e finalmente avviato, seppur con un ritardo evidente rispetto alle aspettative della comunità. La giornata di oggi ha segnato quindi un passaggio importante in un percorso che molti ragusani pensavano di vivere già da tempo.

Un percorso tra storia, natura e luoghi ritrovati

Dall’ingresso di via Natalelli, il gruppo ha attraversato il tratto che conduce ai Cappuccini, passando sotto il Ponte Vecchio e lungo un itinerario che ha rivelato elementi storici rimasti nascosti per decenni:

  • latomie riemerse tra la vegetazione,
  • antiche tombe,
  • la possibile struttura di un’antica conceria,
  • nuovi sentieri ripristinati,
  • una riforestazione che sta ricucendo il paesaggio.

Un’area che per secoli è stata luogo di vita, lavoro e attività produttive e che ora, dopo un lungo periodo di abbandono, torna finalmente leggibile e accessibile.

Gli operai primi “abitanti†della vallata

Durante il sopralluogo è stata raccontata un’immagine simbolica che ha emozionato molti partecipanti: gli operai che ogni giorno apparecchiano un tavolo e pranzano dentro la Vallata.
Un gesto semplice, ma che restituisce il senso di un luogo che riprende a vivere, anche grazie a chi sta lavorando per ridargli dignità e bellezza.
«Un privilegio che presto sarà di tutti», è stato ricordato.

Il confronto: idee, proposte e un futuro da costruire insieme

Concluso il percorso, i partecipanti si sono spostati nell’Auditorium del Centro Commerciale Culturale, dove si è aperto un confronto partecipato sul futuro del Parco della Città.

Molte le questioni sul tavolo:

  • Quali attività sono compatibili?
  • Un chiosco o un punto ristoro possono essere utili?
  • Come valorizzare il patrimonio storico con visite guidate e percorsi educativi?
  • Quale modello di gestione garantirebbe cura e sostenibilità nel tempo?

Il coinvolgimento dei cittadini è apparso fondamentale per definire una visione realmente condivisa, soprattutto alla luce dell’attesa che la città ha riservato a questo intervento.

Un patrimonio che rinasce, nonostante il ritardo

La riqualificazione è quasi ultimata e restituirà alla città un polmone verde prezioso, simbolo di una Ragusa che riscopre la propria storia e il proprio paesaggio.
Il ritardo con cui questo processo è giunto a compimento non è passato inosservato, ma la risposta della comunità mostra quanto la Vallata Santa Domenica resti un luogo amato e desiderato.

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Sat, 06 Dec 2025 16:41:58 +0000

Apertura

Fontane luminose ai Giardini Iblei: spettacolo ogni 15 minuti

Pomeriggio di festa a Ragusa Ibla, dove i Giardini Iblei hanno ufficialmente riaperto al pubblico dopo il completamento del secondo stralcio di interventi. Al centro dell’attenzione, e primo elemento a sorprendere i visitatori, le nuove fontane luminose: giochi d’acqua che si attivano ogni 15 minuti, creando coreografie suggestive tra luci e riflessi che valorizzano uno dei luoghi più iconici della città.

La giornata coincide anche con l’avvio delle luminarie natalizie, che rendono ancora più scenografica una passeggiata all’interno del parco storico. Un modo per far vivere i Giardini anche nelle ore serali, restituendo ai ragusani un luogo sicuro, accogliente e completamente rinnovato.

Tutti gli interventi realizzati

L’amministrazione comunale ha portato avanti un ampio progetto di riqualificazione che ha interessato l’intera area centrale dei Giardini. Tra le principali azioni concluse:

  • Ripristino delle vasche laterali con nuovi giochi d’acqua.
  • Recupero e pulizia delle sedute in pietra, del legno e delle colonnine.
  • Piantumazione di nuovi alberi già adulti e di 2.500 bossi per rinnovare le siepi.
  • Restauro delle statue ai lati della chiesa di San Giacomo.
  • Installazione della videosorveglianza per migliorare sicurezza e tutela del sito.
  • Nuova illuminazione dell’intera area.
  • Area sgambettamento cani, pensata per rendere il parco più fruibile da tutti.
  • Apertura del Giardino di Nettuno al pubblico.
  • Nuova balaustra in pietra di Comiso lungo i punti panoramici.
  • Tornelli di uscita per evitare la permanenza accidentale dei visitatori dopo l’orario di chiusura.

Gli interventi, completati salvo piccole finiture, arrivano in tempo per il programma natalizio, che proprio all’interno dei Giardini vivrà alcune delle attività più suggestive del periodo.

Un luogo simbolo restituito alla città

La riqualificazione dei Giardini Iblei rappresenta un passo importante per la valorizzazione del patrimonio storico e naturalistico di Ragusa. La riapertura non è soltanto un momento celebrativo, ma un invito a riscoprire uno spazio che unisce storia, natura e tradizione.

Intanto il Comune sta già lavorando al terzo stralcio dei lavori, che interesserà la parte più recente dei Giardini, in prossimità dell’Auditorium San Vincenzo Ferreri.

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Sat, 06 Dec 2025 16:33:46 +0000

Cultura

La tradizione culinaria iblea diventa un libro: presentazione al Donnafugata Farmuseum

Domani, 7 dicembre alle ore 11, nella suggestiva cornice del Donnafugata Farmuseum, all’interno del Castello di Donnafugata, sarà presentato il nuovo volume edito da OperaIncerta Edizioni: “La cucina tradizionale iblea†di Nuccia Filomena Fontana. Un appuntamento atteso da tutti gli amanti delle radici gastronomiche del territorio e da chi riconosce nella cucina il più autentico racconto di una comunità. A dialogare con l’autrice sarà Cecilia Tumino, che guiderà la conversazione e accompagnerà il pubblico in un vero e proprio viaggio nella memoria culinaria degli Iblei. Il volume nasce dalla volontà di Nuccia Filomena Fontana di raccontare storie attraverso i piatti della tradizione, recuperando preparazioni, gesti, profumi e parole che rischiavano di perdersi nel tempo. Sfogliando il libro si incontrano non solo ricette, ma fotografie storiche, aneddoti familiari, ricordi legati alla quotidianità contadina e al valore sociale del cibo. Tra le preparazioni più note della cucina iblea trovano spazio le impanate, la iaddina a bruoru, u cinu, i cavati, insieme a piatti più rari e quasi scomparsi, tramandati soltanto grazie alla memoria affettuosa delle nonne: uovu ruttu all’acqua, anciddi c’o pumaroru e molte altre piccole gemme del passato. “La cucina tradizionale iblea†non è soltanto un ricettario: è un archivio di identità, un omaggio alle generazioni che hanno costruito, con semplicità e ingegno, una cultura gastronomica unica. Il libro raccoglie sapori ma anche storie, dialetto, ritualità domestiche. È un ponte tra chi ha vissuto la tradizione e chi desidera riscoprirla oggi. La presentazione si terrà con ingresso libero e offrirà al pubblico la possibilità di ascoltare direttamente la voce dell’autrice, scoprire curiosità sulle ricette e sul lavoro di ricerca, e riflettere sul valore della cucina come strumento di memoria collettiva.

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Sat, 06 Dec 2025 15:36:55 +0000

Mosaico

Santa Croce Camerina ritrova la sua casa del calcio: inaugurato nuovo stadio comunale

Santa Croce Camerina ha finalmente il suo stadio. Dopo una lunga attesa, iter amministrativi, lavori e lunghe domeniche passate ad “emigrare†in altri campi, oggi la città ritrova un luogo che non è soltanto sport, ma identità, comunità e futuro. L’inaugurazione del nuovo impianto comunale rappresenta un momento storico per una realtà che ha sempre vissuto il calcio come collante sociale e orgoglio cittadino. Il nuovo stadio si presenta come una struttura moderna, a norma e dotata di un terreno di gioco in erba sintetica di ultima generazione, pensato per garantire prestazioni elevate e manutenzione sostenibile. Tecnicamente, l’impianto è stato progettato per ospitare gare ufficiali di tutte le categorie dilettantistiche, offrendo alle società locali standard di sicurezza e comfort che mancavano da oltre un decennio. “Oggi raggiungiamo un risultato straordinario – ha dichiarato il Sindaco Peppe Dimartino – per la nostra città: riconsegniamo alla comunità il cuore pulsante dello sport, il nostro campo, dopo un anno e mezzo di lavori e inevitabili disagi per società e ragazzi. Santa Croce torna finalmente ad avere a disposizione un impianto moderno, con terreno in erba sintetica di ultima generazione, spogliatoi e strutture completamente rinnovate e messe in sicurezza. Uno spazio accogliente, dove i nostri giovani e tutta la città potranno tornare a vivere lo sport con serenità e passione. È un grande traguardo, che si aggiunge agli interventi già avviati sulle strutture sportive e a quelli che realizzeremo presto con la nuova cittadella dello sport.†Lo stadio torna ad essere la casa della Santa Croce calcistica, con le due principali realtà sportive cittadine che negli ultimi anni hanno giocato “in trasferta permanenteâ€, con disagi economici, logistici e sportivi. Lo stadio non sarà soltanto un contenitore di partite. L’amministrazione comunale ha più volte sottolineato come l’impianto voglia diventare un hub sportivo e sociale, aperto alle scuole, alle associazioni e ai progetti educativi. Sarà un luogo dove promuovere attività per bambini, eventi sportivi integrati, iniziative contro la dispersione scolastica, giornate dedicate allo sport inclusivo. In un territorio che vive le difficoltà e le contraddizioni di tante realtà del Sud, lo sport diventa strumento concreto di prevenzione, legalità e crescita. E anche un simbolo di integrazione. Santa Croce Camerina è da anni una comunità multietnica, dove convivono culture diverse. Le squadre giovanili del territorio rappresentano questo mosaico in maniera naturale: tanti ragazzi stranieri trovano nel calcio il primo vero spazio di integrazione, di lingua comune, di socialità. Il nuovo stadio diventa così non solo luogo sportivo, ma simbolo di una città che vuole crescere insieme, superare barriere e costruire relazioni.

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Sat, 06 Dec 2025 15:34:35 +0000

Attualità

Inaugurato il presepe realizzato dai ragazzi della Fondazione Anffas Ragusa Comunità e Futuro ETS

Un’atmosfera intensa, fatta di emozione e partecipazione, ha accolto ieri sera l’inaugurazione del presepe tradizionale realizzato dai ragazzi della Fondazione Anffas Ragusa – Comunità e Futuro ETS. L’opera, allestita nella sede di piazza Eugenio Criscione Lupis, rappresenta ormai un appuntamento fisso del Natale ragusano e ogni anno riesce a sorprendere per creatività, cura dei dettagli e valore simbolico.

Una celebrazione all’insegna della spiritualità e della comunità

La cerimonia è stata preceduta dalla celebrazione della Santa Messa nella chiesa di San Paolo Apostolo, officiata dal vicario generale della Diocesi, don Roberto Sebastiano Asta. Subito dopo, lo stesso Asta, insieme al parroco don Antonio Cascone, ha impartito la benedizione al presepe, sottolineando il profondo significato spirituale e comunitario dell’iniziativa.

Un gesto semplice ma carico di valore, che ha evidenziato come il presepe non sia soltanto un simbolo religioso, ma anche una rappresentazione viva di accoglienza, inclusione e condivisione.

Gli organizzatori e la presenza delle istituzioni

A fare gli onori di casa sono stati il presidente della Fondazione, Francesco Brugaletta, e la direttrice Salvina Cilia, che hanno accolto ospiti, famiglie, volontari e rappresentanti istituzionali. Presenti, tra gli altri, anche l’assessore comunale Andrea Distefano e il consigliere comunale Mario Chiavola, testimonianza della vicinanza dell’amministrazione alle attività che promuovono inclusione e valorizzazione delle persone con disabilità.

“Fare volontariato significa donare tempo e cuore senza aspettarsi nulla, e scoprire che ciò che si riceve vale sempre più di ciò che si offre – ha dichiarato l’assessore Distefano –. Il presepe realizzato dai ragazzi racconta impegno, creatività e spirito di comunità. Complimenti al presidente, al direttivo, agli educatori e alle famiglie per la loro dedizione. Ai ragazzi e alle loro famiglie rivolgo i miei più sinceri auguri di un Natale sereno, ricco di gioia e rinnovata speranzaâ€.

Un presepe che è anche un’opera d’arte

Tra i principali artefici della realizzazione c’è Giuseppe Petriglieri, che anche quest’anno ha donato la propria competenza e sensibilità artistica. La nuova edizione del presepe presenta un elemento particolarmente suggestivo: alcune scene della Natività sono state incorniciate come quadri, trasformando la tradizionale rappresentazione in un percorso visivo ancora più intenso.

Questa scelta non solo arricchisce l’allestimento, ma invita i visitatori a considerare il presepe come un vero linguaggio artistico, capace di unire estetica, emozione e significato inclusivo.

Un simbolo di inclusione e comunità

Il presepe della Fondazione Anffas Ragusa – Comunità e Futuro ETS rappresenta molto più di una semplice tradizione natalizia: è il simbolo di un impegno quotidiano per costruire una società più giusta, accogliente e attenta alle diversità.
Visitabile nei prossimi giorni presso la sede dell’associazione, invita la cittadinanza a soffermarsi sulla bellezza autentica che nasce dalla collaborazione e dal sostegno reciproco.

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Sat, 06 Dec 2025 14:28:06 +0000

Attualità

Non trova parcheggio e solleva la Ferrari sul balcone

A Vienna solleva la Ferrari da 300 mila euro sul balcone con una gru: il video diventa virale

Una Ferrari da quasi 300 mila euro parcheggiata come fosse una bicicletta… sul balcone di un condominio.
La scena, avvenuta a Vienna, nel quartiere Floridsdorf, ha dell’incredibile e nelle ultime ore ha fatto il giro del web, tra stupore, ironia e indignazione.

Il proprietario senza garage: “Ho fatto come a Dubaiâ€

Protagonista della vicenda è Amar Dezic, imprenditore di 28 anni e grande appassionato di auto. Con l’arrivo dell’inverno, Dezic cercava una soluzione sicura per custodire la sua Ferrari ibrida da 830 cavalli, ma nel condominio tutti i posti auto erano occupati e non esisteva alcun garage disponibile.

Così ha deciso di “ispirarsi†a Dubai, dove alcuni appartamenti di lusso dispongono persino di ascensori per auto che portano i veicoli direttamente nei salotti dei proprietari.
Non potendo contare su strutture così futuristiche, Dezic ha optato per una versione fai-da-te: far sollevare la Ferrari di 1.400 kg e parcheggiarla sul proprio balcone al primo piano.

La gru solleva la Ferrari: operazione da migliaia di euro

Per eseguire la manovra, il 28enne ha chiamato un carro attrezzi dotato di gru.
L’operazione – racconta lo stesso Dezic – è costata “migliaia di euroâ€, ma il risultato, almeno inizialmente, sembrava valerne la pena: la supercar rossa era elegantemente posizionata sul balcone, in bella vista come un’opera d’arte.

“Volevo costruire anche una gabbia di vetro illuminata attorno all’auto, una sorta di vetrinaâ€, ha dichiarato ai media locali, spiegando di aver sempre sognato un’esposizione privata per il suo bolide.

Il video diventa virale e scoppia la polemica

Il video del posizionamento della Ferrari sul balcone è stato pubblicato online, ottenendo subito milioni di visualizzazioni.
Molti utenti hanno scherzato sull’assurdità della scena, ma con il passare delle ore sono arrivati anche commenti indignati: dalla mancanza di rispetto verso i condomini al rischio per la sicurezza dell’intero edificio.

La presenza dell’auto sul balcone, infatti, non è passata inosservata nemmeno alle autorità.

L’ordine di rimozione: “Motivi di sicurezza antincendioâ€

Dopo appena una settimana dall’arrivo della Ferrari, la polizia edile viennese ha ordinato la rimozione immediata del veicolo.
Motivazione: rischi per la sicurezza antincendio.

Una decisione che Dezic ha accolto negativamente: “Questo non è un problema da nessun’altra parte, tranne che quiâ€, ha protestato.
La Ferrari è stata rimossa questo venerdì e trascorrerà l’inverno in un capannone appartenente a un appaltatore.

E in Italia? Possibili reati penali

L’episodio ha sollevato curiosità anche fuori dall’Austria. Secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Dirittiâ€, in Italia un comportamento simile costituirebbe una grave violazione, non del Codice della Strada, ma del Codice Penale.

Parcheggiare un’auto in uno spazio condominiale non autorizzato o ostacolando passaggi potrebbe configurare reati come:

  • violenza privata,
  • violazione di domicilio,
  • invasione di terreni o edifici,

che comportano multe salate, rimozione forzata del veicolo e persino la reclusione, previa querela della persona offesa.

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Sat, 06 Dec 2025 14:08:01 +0000

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