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#News #Ragusa
Apertura
Violenza sessuale sulla nipote: arrestato 50enneGli agenti della Polizia di Stato, appartenenti al Commissariato di Modica, hanno tratto in arresto un 50enne modicano, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa. Il predetto era giĂ stato arrestato a seguito di una attivitĂ investigativa effettuata dal citato Ufficio distaccato della Questura, per il reato di violenza sessuale aggravata commessa nei confronti della nipote minorenne, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. L’uomo è stato condannato in via definitiva alla pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione e, oltre alla pena detentiva, anche alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al termine della pena, all’applicazione della misura di sicurezza per la durata di due anni consistente nel divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori, nel divieto di svolgere attivitĂ lavorative che comportino contatti con minori, nonchĂ© nell’obbligo di comunicare agli organi di polizia i propri spostamenti. Al termine delle formalitĂ di rito, l’arrestato è stato condotto presso la Casa Circondariale di Ragusa per scontare la pena residua di 3 anni.
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Necrologi
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Basket
La Passalacqua regola il conto con Faenza: 27 i punti di StroscioCi si attendeva una partita di grande intensitĂ e così è stato. Difese aggressive, transizione e contropiede, con la Passalacqua che riesce a chiudere meglio e che alla fine conquista una vittoria convincente e corale. Una tegola per Faenza l’infortunio dopo nemmeno tre minuti di gioco di Julia Bazan, che si accascia urlando a terra. Forse una torsione del ginocchio sinistro. E quanto le è accaduto turba, le compagne di squadra. Ragusa spinge e con di Fine, Stroscio e Johnson riesce a mettere in paniere un piccolo distacco chiudendo la prima frazione a +5, 16 a 11. Inizio della seconda frazione con la Passalacqua che parte a razzo; dall’angolo Moriconi insacca e conquista anche un libero supplementare poi, con la parentesi di Nori, sarĂ Stroscio a mettere dentro dall’arco grande. Quattro punti di Johnson e due di Di Fine, aumentano il vantaggio delle aquile iblee che arrivano al +15 (28-15 a metĂ frazione). Per la E-work sono le iniziative di Guzzoni, un cecchino da ogni parte del campo, a tenere a galla la squadra che riesce a mettere dentro un parziale di 7 a 0 e a portarsi al -8 al fischio di sirena del riposo grande. La Passalacqua conduce per 35-27. Le danze vengono riaperte da Cedolini dall’arco grande seguita da una scatenata Stroscio che chiuderĂ l’incontro con 27 punti e Ragusa prende il largo, stavolta senza che Faenza dia l’impressione di potere ribaltare il risultato. Tra il -10 e il -15 Guzzoni perde parte dei superpoteri – merito anche della difesa iblea -, che ne avevano segnato l’azione; Georgieva fa sentire la sua voce da sotto e si riparte per gli ultimi 10 minuti. Faenza non riesce a ricucire. Ragusa è concreta e non si fa intimidire dalla difesa asfissiante della squadra ospite. Finisce con palla a terra con il punteggio di 67 a 54. Fuori dai giochi capitana Chiara Consolini per un risentimento muscolare, e Marika Labanca che sta ancora recuperando dall’infortunio al ginocchio, la Passalacqua riesce a fare quadrato.
“Stiamo proseguendo sulla scia dell’ultimo incontro, nell’atteggiamento positivo e di intensità costante – dice Mara Buzzanca, coach Passalacqua -. Oggi mi soffermerei su fatto che abbiamo fatto 20 assist. Significa che abbiamo passato la palla, evitato il pressing di Faenza che sapevamo essere importante, abbiamo fatto delle buone manovre trovando punti anche da Johnson che rientrava dopo un paio di settimane di stop. Applauso alle mie ragazze, encomiabili anche oggi, pur con le assenze di Consolini e Labanca; tutte hanno dato più di quello che avevano”.
“Sto bene, sono tornata in campo con grande energia, a supporto della squadra, è meraviglioso – commenta Precious Johnson, pivot Passalacqua -. Oggi abbiamo giocato molto bene in difesa e in attacco; abbiamo lavorato molto duramente questa settimana anche per stare concentrate su noi stesse e sull’altra squadra. Sapevamo che l’altra squadra è giovane con grandi energie ma ci siamo focalizzate di più su noi stesse e su quello che sappiamo fare e così è maturato questo successo”
Passalacqua – E-Work Faenza 66-53
Il tabellino
16-11; 35-27 (19-16); 52-42 (17-15); 67 -54 (15-12)
Passalacqua Ragusa: Mallo, Consolini ne , Cedolini 9, Mazza 3, Stroscio 27, Moriconi 3, Narviciute 4, Olodo, Di Fine 6, Johnson 15. All.Buzzanca
Faenza: Brzonova 2 , Bazan, Ciuffoli , Nori 8, Georgieva 13, Milanovic ne, Zanetti 4, Cappellotto, Guzzoni 18, Onnela 9 . All. Seletti
*Note. *Tiri da due: Ragusa 18/43 (41%) Faenza 16/39 (41%); Tiri da tre: Ragusa 8/22 (36%), Faenza 5/18 (27%); Tiri liberi: Ragusa 7/8 (87%) Faenza 7/8 (87%); Rimbalzi: Ragusa 40, Faenza 35: Palle perse, Ragusa 17, Faenza 21; Palle recuperate Ragusa 11 <www.google.com/maps/search/Ragusa+11?entry=gmail&source=g>, Faenza 11; Assist Ragusa 20, Faenza 11.
*Arbitri*: Pierluigi Collura e Francesco Rosato di Roma
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AttualitĂ
Il prefetto Ignazio Portelli, sciclitano, nella nuova sede di Enna
Da Commissario dello Stato per la Regione Sicilia a Prefetto di Enna. Una provincia, quella ennese, in cui negli anni si sono succeduti, alla carica di Prefetto, dirigenti con esperienza e ruoli di Commissari di Stato. Di origini sciclitane, 66 anni, il Prefetto Ignazio Portelli gode di una vasta esperienza nell’amministrazione statale. E’ presidente, dal maggio del 2024 quando tutti i Prefetti d’Europa lo hanno eletto nell’assemblea di Smirne in Turchia, dell’associazione europea Aerte – Eastr alla quale aderiscono i prefetti di tutte le cittĂ europee. Sodalizio che ha la sede legale a Bruxelles e la sede operativa a Parigi. Proprio a Parigi il Prefetto Ignazio Portelli parteciperĂ come relatore, il prossimo 18 dicembre all’assemblea di tutti i Prefetti di Francia alla quale la delegazione italiana, l’unica in Europa, è stata invitata. Nato a Palermo, Ignazio Portelli è originario di Scicli cittĂ che tiene nel cuore. La nomina è arrivata dal Consiglio dei Ministri, con provvedimento n. 151 dell’11 dicembre 2025. A svolgere il ruolo di Commissario di Stato per la Regione Sicilia, Portelli è arrivato dopo aver ricoperto il ruolo di Prefetto di Frosinone, sede in cui è stato destinato ora il Prefetto di Ragusa Giuseppe Ranieri. Nato l’11 dicembre 1959, Portelli vanta un eccellente percorso di studi: maturitĂ scientifica con 60/60, laurea in giurisprudenza con tesi pubblicata, specializzazione in diritto regionale all’UniversitĂ di Palermo con lode, e ulteriore specializzazione (1996) in Scienza e tecnica della legislazione presso l’I.S.L.E. Nell’anno accademico 2004–2005 ha inoltre conseguito il Master di II livello in Management pubblico all’UniversitĂ di Perugia. Nella sede di Enna Ignazio Portelli subentra alla dottoressa Maria Carolina Ippolito, nominata Prefetto di Matera.
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Necrologi
Necrologi: Francesco Gangarossa
Necrologi: Francesco Gangarossa
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Apertura
Le Iene a Vittoria: il lato oscuro del Decreto Flussi e i migranti finiti nelle serre al posto dell’hotel. VIDEO
VITTORIA – Vittoria torna al centro di un’inchiesta nazionale. Le telecamere de “Le Iene”, con un servizio andato in onda su Italia 1, hanno acceso i riflettori su una realtà che nel territorio ibleo è purtroppo nota da anni: quella dei migranti sfruttati nelle serre, arrivati in Italia con la promessa di un lavoro regolare e finiti invece nel circuito del caporalato, senza contratto e per pochi euro all’ora.
Il servizio, firmato da Alessandro Sortino, Veronica Di Benedetto Montaccini e Benedetta De Falco, racconta una truffa che affonda le radici nel Decreto Flussi, il meccanismo attraverso cui lo Stato italiano consente l’ingresso di lavoratori stranieri per motivi occupazionali. Un sistema che, secondo l’inchiesta, presenta falle tali da trasformare lavoratori regolari in inermi irregolari.
Secondo i dati citati nel servizio, 119 mila persone sono arrivate in Italia nell’ultimo anno grazie al Decreto Flussi. Di queste, solo il 7,8% ha poi ottenuto un permesso di soggiorno effettivo. Tutti gli altri, pur essendo entrati legalmente nel Paese, sono diventati irregolari.
Molti di loro provengono dal Bangladesh, uno dei Paesi più poveri al mondo. Per arrivare in Italia hanno pagato fino a 10 mila euro, spesso indebitandosi, convinti di trovare un lavoro stabile e dignitoso. Ma una volta giunti nel nostro Paese, il lavoro promesso si è rivelato inesistente.
L’inchiesta de Le Iene parte dal Nord Italia, da Rimini, dove alcuni migranti avevano ottenuto il nullaosta per lavorare come stagionali in strutture alberghiere. Documenti regolari, nomi di hotel reali, datori di lavoro ignari.
Ma in quegli alberghi non si è mai presentato nessuno.
Quei lavoratori, tra cui Rubel, Arun, Abdul, sono stati invece dirottati verso il Sud, passando da Mantova e arrivando infine a Vittoria, grande polo agricolo del Mediterraneo, dove sono stati impiegati come braccianti in nero nelle serre. Come loro anche tanti altri.
Un passaggio che per molti di loro ha segnato l’inizio di una nuova prigionia: niente contratto, paghe misere, nessuna tutela, nessuna possibilità di regolarizzazione.
Il servizio ricostruisce un meccanismo sofisticato, basato su falsi intermediari, CAF, agenzie e annunci sui social. I nullaosta venivano richiesti per posti di lavoro che, in realtĂ , non esistevano. A orchestrare il sistema, secondo quanto emerso, sarebbe stato un cittadino bengalese residente in Italia da anni.
Anche gli albergatori di Rimini, come la famiglia Pedrelli, si sono detti completamente all’oscuro di tutto, dichiarandosi vittime al pari dei lavoratori sfruttati. “Qui non si è mai visto nessuno”, hanno raccontato alle telecamere de Le Iene, spiegando di aver scoperto l’intera vicenda solo con l’arrivo della troupe televisiva.
Nel servizio, Vittoria emerge come uno dei luoghi di approdo di questi lavoratori-truffati. Un territorio che da decenni rappresenta una delle capitali dell’agricoltura intensiva, ma che continua a fare i conti con sfruttamento, lavoro nero e caporalato.
Uomini arrivati in Italia con documenti regolari, trasformati in invisibili, costretti a lavorare nelle serre per sopravvivere e per inviare qualche euro alle famiglie rimaste nei Paesi d’origine.
Non clandestini per scelta, ma clandestini per colpa di un sistema.
Il servizio si chiude con l’intervento del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ma le domande restano tutte aperte. Come è possibile che un meccanismo pensato per regolamentare l’immigrazione produca invece nuova irregolarità ? Chi controlla davvero l’applicazione del Decreto Flussi? E perché, ancora una volta, Vittoria diventa il terminale di un sistema che scarica sui territori più fragili il peso delle proprie falle?
Domande che non possono piĂą restare senza risposta.
GUARDA I VIDEO DA LE IENE


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AttualitĂ
Sisma ’90, 35 anni dopo: parlamentari chiedono il completamento dei rimborsi per Siracusa, Ragusa e Catania
A trentacinque anni dal terremoto del 1990, parlamentari e cittadini si sono ritrovati al complesso Gabriele Alicata di Carlentini per il convegno “Sisma ’90 – 35 anni dopo”. L’evento ha visto la partecipazione del parlamentare del Movimento 5 Stelle Filippo Scerra e del senatore del Pd Antonio Nicita, che hanno sottolineato la necessità di completare i rimborsi alle persone colpite dal sisma.
Scerra e Nicita hanno ricordato che, grazie all’impegno parlamentare e alla collaborazione con l’Associazione Sisma 90, si è riusciti a garantire il rimborso alla quasi totalità dei cittadini che avevano presentato domanda entro il 2010. Tuttavia, molti beneficiari che per motivi vari non hanno potuto rispettare i termini previsti restano esclusi.
“Dopo il terremoto del 1990, lo Stato fece una promessa ai cittadini delle province di Siracusa, Ragusa e Catania. Oggi quella promessa deve essere mantenuta fino in fondo”, hanno affermato i parlamentari. Hanno aggiunto che si tratta di un principio di giustizia ed equità : chi ha subito un danno merita lo stesso trattamento, indipendentemente dai termini burocratici.
L’appello conclusivo è chiaro: servono istituzioni e territorio uniti per chiudere definitivamente una vicenda lunga 35 anni. Nei prossimi mesi, i parlamentari confidano possano arrivare ulteriori notizie positive per chi ancora attende il rimborso.
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Apertura
Latitante arrestato a Vittoria: dovrĂ scontare due anni e due mesi a Ragusa
Un cittadino tunisino di 30 anni, ricercato per una condanna definitiva relativa a violazioni della normativa sugli stupefacenti e reati in materia di immigrazione, è stato arrestato a Vittoria dai Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia locale. L’arresto rientra nell’ambito dei controlli intensificati nel periodo delle festività natalizie per garantire sicurezza e prevenzione sul territorio.
Il giovane è stato individuato durante un servizio di prevenzione nel centro abitato di Vittoria mentre compiva spericolate manovre in monopattino. I Carabinieri lo hanno sottoposto a controllo, identificandolo come S.S., già destinatario di un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica di Ragusa.
Il provvedimento restrittivo riguarda una condanna definitiva per violazioni della normativa sulle sostanze stupefacenti e per il rientro illegale in Italia. Il giovane era stato espulso nel 2021, ma aveva fatto rientro clandestinamente sul territorio nazionale nel 2023, venendo riconosciuto e arrestato all’arrivo a Lampedusa.
Grazie al tempestivo intervento dei Carabinieri di Vittoria, S.S. è stato condotto negli uffici della Compagnia per le procedure di identificazione e notifiche ufficiali, per poi essere tradotto presso la casa circondariale di Ragusa dove sconterà la pena residua di due anni e due mesi di reclusione.
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A NEWSLETTER
Comiso, rubato l’albero di Natale della comunitĂ di San Giuseppe: un gesto che ferisce la cittĂ
Non è il valore economico a rendere grave quanto accaduto, ma il suo significato simbolico. A Comiso, la notte appena trascorsa, è stato rubato l’albero di Natale realizzato con cura e amore dalla comunità di San Giuseppe, un segno semplice ma autentico dello spirito natalizio che, in questi giorni, dovrebbe unire e non dividere.
A denunciare pubblicamente l’episodio è stata la collega Laura Incremona, che attraverso una foto e parole dure ha dato voce, sui social, allo sconcerto di tanti cittadini. Un gesto che ha colpito nel profondo non solo la comunità parrocchiale, ma l’intera città , perché quell’albero non apparteneva a qualcuno in particolare: era di tutti.
L’albero era il frutto di un lavoro collettivo, di tempo donato, di attenzione e partecipazione. Portarlo via significa cancellare, anche solo per un attimo, il senso di condivisione che il Natale rappresenta. Non importa quale sia stata la motivazione: bisogno (di un albero di Natale!), bravata o mancanza di rispetto. In ogni caso, nessuna giustificazione regge di fronte a un gesto che ferisce la sensibilità di un’intera comunità .
Se si è trattato di una difficoltà economica e quindi della irrefrenabile voglia di avere un albero come simbolo delle feste, la comunità di San Giuseppe, come tante realtà solidali del territorio, non avrebbe negato un aiuto. Se è stata una goliardata, è giusto dirlo chiaramente che non ha fatto ridere nessuno. Se invece è stato un atto di dissacrazione dei simboli natalizi, resta comunque un gesto deprecabile.
Il Natale non è solo una festa religiosa, ma anche un momento di incontro, rispetto e fraternità . Nessuno è obbligato a condividerne il significato spirituale, ma tutti sono chiamati a rispettarne i simboli, soprattutto quando nascono dal lavoro volontario di una comunità che agisce per il bene comune.
Restituire l’albero al suo posto sarebbe un primo, semplice gesto per rimediare a quanto accaduto. Sarebbe un segnale di responsabilitĂ e maturitĂ , piĂą forte di qualsiasi scusa, un piccolissimo miracolo di Natale, chissĂ …..
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Mosaico
Dipendenze, nasce il Centro di Pronta Accoglienza: scelto l’ospedale Busacca di Scicli
Un servizio, il Centro di Pronta Accoglienza, che nascerĂ al servizio di tutto il territorio ibleo e che l’Asp di Ragusa ha individuato in uno dei padiglioni dell’ospedale Busacca. L’argomento è stato affrontato ed approfondito in consiglio comunale alla presenza direttore generale Pino Drago, della direttrice sanitaria Sara Lanza e del responsabile del Sert Giuseppe Mustile. Un parere consultivo tenendo conto che in provincia di Ragusa i locali giĂ pronti strutturalmente e validi per ospitare il centro sono stati individuati nell’ospedale sciclitano adatto ad ogni forma di riabilitazione per la sua ubicazione e composizione in singoli padiglioni. In corso le procedure per l’attivazione del Centro voluto da una legge regionale dell’agosto scorso che ne prevede uno per ciascuna provincia dell’isola. Dalle prime scaramucce in Consiglio (c’è stata anche una prima seduta d’aula) si è passati ai chiarimenti ed al disco verde per il servizio di pronta accoglienza per le dipendenze. Il CPA sarĂ attivato nei locali a piano terra con giardino nel padiglione in cui c’era il punto prelievi spostato al padiglione B nei pressi dell’ufficio ticket. Il padiglione scelto non necessita di interventi di funzionalizzazione. In esso saranno ospitati dodici pazienti, sei uomini ed altrettante donne. Prevista anche una stanza per ospitare un minore accompagnato dai genitori. Venti sono le figure Osa che saranno assunte: a gestire il servizio saranno dei medici psichiatri presenti a turno 24 ore su 24 ore. Il padiglione dovrebbe beneficiare di un’area per attivitĂ all’aperto. Il ricovero prevede una degenza di trenta giorni, periodo che si interromperĂ , senza alcuna possibilitĂ di riammissione, nel caso in cui il paziente scelga di estromettersi dalla cura intenzionalmente. Tanti i chiarimenti chiesti e dati nel corso della seduta del consiglio comunale che chiude la diatriba che dura da alcune settimane da quando il direttore generale dell’Asp ragusana ha annunciato di scegliere il “Busacca” per allocarvi il Centro di Pronta Accoglienza per curare le dipendenze, oggi divenute una piaga nel mondo giovanile.
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