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Appalti della Sanità pilotati, arrestato Totò Cuffaro: ai domiciliari

Arrestato e posto ai domiciliari l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro. E’ accusato di corruzione nell’ambito dell’indagine della procura di Palermo sugli appalti in Sicilia, che hanno toccato anche l’Asp di Siracusa. I carabinieri del Ros hanno eseguito stamattina l’ordinanza del gip. Nessuna misura invece per altri due indagati eccellenti, il deputato nazionale Saverio Romano e il deputato regionale della democrazia cristiana Carmelo Pace.

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Data articolo: Wed, 03 Dec 2025 08:34:31 +0000 a cura di Oriana Vella
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Ragazzina aggredita, bulle in Ortigia. La denuncia: “sabato sera violentoâ€

Un’aggressione in corso, un gruppo di giovanissime ne accerchiano una, le tirano i capelli, la mettono in seria difficoltà. La scena non sfugge ad altri giovanissimi, che notata l’azione del branco, la interrompono, tentando di allontanare dalla vittima chi si stava avventando contro lei. Ne scaturisce, poco dopo, una rissa più importante, quando le ragazze chiamano “rinforzi”, gli amici. La vicenda si conclude con delle lesioni lievi e tanta amarezza. Sarebbe accaduto sabato sera nei pressi di Porta Marina secondo quanto denuncia attraverso il suo profilo social l’ex assessore comunale Carlo Gradenigo.
Questo il suo racconto.
“Sabato sera Porta Marina 29 novembre: un gruppo di ragazzine stanno menando una loro coetanea. L’azione del branco viene interrotta da dei giovani che attratti dalle urla della ragazzina accerchiata intervengono per sedare la rissa tirandone via una di quelle più attive a strappare i capelli della vittima. Ma è a quel punto che l’aggressore si trasforma in aggredita sentendosi violata da colui che per allontanarla dalla sua azione avrebbe osato toccarla. Esplode così in un mix sconclusionato di femminismo e patriarcato racchiuso nella frase: “I fimmini nun si toccunu, ora chiamo i masculi e viremu…” terminata la quale si sarebbero materializzati 4 soggetti alla volta dei giovani che nel frattempo stavano andando via. L’attimo seguente uno ha un taglio sopra l’occhio destro a seguito di un pugno scagliato da dietro sugli occhiali, l’altro finito a terra viene preso ripetutamente a calci, un terzo amico accorso per aiutarlo si becca una testata in pieno volto. Solo l’intervento di un esercente e l’arrivo della polizia da quest’ultimo allertata fa dileguare gli aggressori evitando il peggio. Dalle prime ipotesi si tratterebbe di soggetti già conosciuti alle forze dell’ordine e dediti a questo genere di attività organizzate”.
L’amarezza di Gradenigo è evidente. “Tutto ciò- fa notare- avviene di sabato sera in pieno centro, nel nostro quartiere simbolo (Ortigia) ad opera di siracusanissimi ragazzini e ragazzine ai quali andrebbero aperti gli occhi sul significato di valori e prospettive, a partire dalla legalità e rispetto del prossimo. Fattori importanti affinché da un lato non si ripetano tali episodi e dall’altro non passi il messaggio omertoso che davanti agli stessi sia meglio farsi gli affari propri e passare oltre. Perché si può campare anche 100 anni -conclude l’ex assessore- ma la qualità dell’ambiente in cui li trascorri può fare una gran differenza”.
La polizia sta conducendo delle indagini per fare luce sulla vicenda e chiarire l’esatta dinamica di quanto accaduto.

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Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 11:50:36 +0000 a cura di Oriana Vella
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Ragazzina aggredita, Gilistro(M5S): “Gioventù violenta, sono i nostri figliâ€

I contorni sono ancora da chiarire ma lascia certamente sgomenti e con un forte senso di amarezza l’episodio che si è verificato lo scorso sabato sera in Ortigia, nel cuore del centro storico e della movida siracusana. Secondo quanto denunciato attraverso i social dall’ex assessore Carlo Gradenigo, mentre una ragazzina veniva aggredita da un gruppo di coetanee, un altro gruppetto di giovani, notando la scena, sarebbe intervenuto in suo soccorso. Uno di loro avrebbe toccato, per allontanarla, la ragazzina che appariva maggiormente aggressiva. Ne sarebbe scaturito un ulteriore motivo di violenza, con l’intervento successivo di altri amici ed una rissa che avrebbe provocato ad alcuni dei partecipanti delle lesioni, per fortuna lievi. La polizia indaga per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto ma le reazioni di sgomento ed anche di preoccupazione, soprattutto da parte di genitori di figli adolescenti, si moltiplicano e viaggiano anche attraverso i social. Sul tema è intervenuto anche il deputato regionale Carlo Gilistro del Movimento 5 Stelle.
“Quello che è successo sabato sera a Porta Marina- il suo commento carico di amarezza- non è “una rissa tra ragazziâ€. È una pugnalata allo stomaco. Una ragazzina circondata e picchiata da altre ragazzine, dei giovani che intervengono per aiutarla, poi il branco che arriva, pesta, ferisce e scappa. Nel cuore di Ortigia, che dovrebbe essere il posto dove portare i figli a respirare bellezza, non paura. Io questa storia la sento prima di tutto da papà e da nonno- puntualizza il parlamentare dell’Ars e pediatra- E mi arrabbio. Perché questi ragazzi non sono alieni: sono cresciuti nelle nostre case, nelle nostre scuole, nelle nostre strade. La violenza non nasce sotto un lampione: nasce molto prima, nelle parole che usiamo, nei modelli che offriamo, nelle volte in cui minimizziamo, nelle scene a cui assistiamo facendo finta di niente. Nasce quando chi interviene per aiutare viene trattato da sciocco invece che da esempio.
Se una ragazzina può urlare “i fimmini nun si toccunu, ora chiamu i masculi†mentre picchia un’altra ragazza- continua Gilistro- vuol dire che abbiamo confuso tutto: parole importanti usate per giustificare l’opposto. Questo cortocircuito non l’hanno creato da soli i ragazzi. L’abbiamo costruito noi adulti, mattone dopo mattone, tra silenzi, superficialità e rassegnazione”. Urgente, secondo il deputato regionale correre ai ripari.
“È qui che entra in gioco la Comunità educante-ricorda- Non è uno slogan, è una scelta: decidere che famiglia, scuola, istituzioni, quartiere parlano con una sola voce. La stessa, ovunque. Che dice chiaro che la violenza non è normale, che il branco non è un gioco, che chi tende la mano non è un ingenuo ma una risorsa. Allora vi chiedo una cosa scomoda ma necessaria: guardiamoci allo specchio. Io, tu, ognuno di noi. Come parlo davanti ai miei figli? Cosa giustifico? Cosa faccio finta di non vedere? Perché di questo passo non promette bene, per niente. Ma non è scritto che debba finire così. Possiamo cambiare rotta, se cominciamo da qui: smettere di essere spettatori indignati e tornare ad essere adulti presenti. Una comunità che educa davvero è la sola cosa che, domani, potrà rendere di nuovo sicuro anche un sabato sera a Porta Marina”.

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Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 11:49:51 +0000 a cura di redazione
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Siracusa, provincia in mutande. “Responsabilità diffuse, poca maturità collettivaâ€

Quel penultimo posto tra le provincie italiane, nella classifica sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, è un dato schiacciante per Siracusa. Per inquadrarlo bene, anzitutto, bisogna andare oltre la ricerca del colpevole facile. “Quando si precipita così in basso – dice Giampaolo Miceli di Cna Siracusa – le responsabilità ricadono in larga parte su chi governa i processi decisionali. Ma non solo. Alcuni indicatori raccontano molto anche del nostro comportamento civico”.

Il paradosso più evidente è in uno degli oltre 90 indicatori alla base dello studio. “Siamo 94esimi per partecipazione elettorale. A molti non interessa neppure andare a votare. Non si può dire ‘è sempre colpa della politica’ senza fare un minimo di autocritica collettiva. Pecchiamo di maturità”, dice Miceli. Un deficit culturale che si riflette anche nella facilità con cui il territorio si divide su ogni tema, dagli investimenti industriali ai servizi turistici. “È tutto ridotto al tifo. Questo impedisce scelte mature”.
Tra i dati più preoccupanti, quelli legati alla salute: mortalità evitabile (105° posto), mortalità per tumore (104°), speranza di vita alla nascita (106°). “Siracusa – denuncia Miceli – è fra le province più penalizzate dalle scelte della sanità pubblica nell’ultimo decennio. Quando i redditi sono bassi, come qui, curarsi diventa ancora più difficile”.
Ecco, il quadro economico è altro elemento di fragilità. Siracusa è tra le province con più pensionati, molte ore di cassa integrazione e redditi tra i più bassi del Paese. “La zona industriale, pur con tutte le sue criticità, resta l’unica che garantisce reddito ed export. Tutto il resto è ancora debole”, analizza Miceli. Il turismo rimane tra gli asset più promettenti, ma la sua forte stagionalità non garantisce stabilità ai redditi. Il patrimonio museale è ricco, ma poco valorizzato. “Abbiamo musei chiusi e siti inutilizzati: il valore non diventa reddito. E ogni volta ci dividiamo anche su questo”.
A questo si aggiunge un elemento particolarmente allarmante, la quasi totale assenza di start-up innovative. “È il segnale che manca crescita culturale d’impresa. Siamo ultimi in Italia per numero di laureati, ritratto di un territorio addormentato e che dice troppi no”. Dal rigassificatore agli investimenti privati, “il problema non è dire ‘no’ ma il dirlo senza competenza e senza un’alternativa. Se si dice no a tutto, senza visione e conoscenza dei fatti ma solo per inseguire del consenso facile, si finisce al 120° posto…”. Si rinuncia, insomma, alla responsabilità di essere alla guida – al comando – di una collettività.
Da chi o da cosa ripartire? “Dai sindaci del territorio provinciale. Non per addossare colpe – precisa – ma per assegnare responsabilità: sono il primo terminale del rapporto con i cittadini. Devono essere i primi a fare squadra sui grandi temi. E noi, come imprese e comunità, dobbiamo fare la nostra parte. Non basta dire ‘fatelo voi’. Bisogna iniziare a fare le cose insieme”.
Woody Allen, con una battuta, diceva che la maturità non si misura dall’età, ma da come reagisci quando ti ritrovi in mutande davanti a tutti. “Noi oggi siamo quella persona in mutande. Tutti ci guardano perché siamo penultimi. Ora dobbiamo reagire”.
Miceli conclude con un invito che è anche un monito. “Le classifiche non vanno subite. Sono un’occasione. Bisogna ragionare in modo maturo, individuare le priorità e lavorare insieme. Sindaci, imprese, associazioni, cittadini. Non c’è un uomo solo con la bacchetta magica che può risolvere le situazioni. C’è una comunità che deve tornare a essere adulta”.

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Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 11:44:46 +0000 a cura di Gianni Catania
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Rilancio del commercio, Diana: “Bene gli incentivi in Borgata, ma occhio al caro affittiâ€

Un rilancio commerciale per tirare fuori la Borgata dalla marginalità in cui è sprofondata. Una delle due azioni allo studio del Comune di Siracusa è un programma di sgravi concessi a chi decide di avviare servizi o attività commerciali nel rione storico del capoluogo. “È la strada giusta”, commenta subito il presidente di Confcommercio Siracusa, Francesco Diana. “Tra l’altro questo è un programma che a livello nazionale Confcommercio sta mettendo in piedi con il suo progetto ‘cities’, ovvero un percorso di rigenerazione urbana di quei luoghi urbani che non sono più al centro dell’economia. L’idea degli sgravi ben si sposa con questo progetto, di cui parlerò nei prossimi giorni al sindaco di Siracusa. Lavoriamo su questi spunti, sono interessanti per la Borgata”.
L’idea è semplice: dare un taglio ai costi di avvio di un’impresa, rinunciando a tributi locali o riducendoli per un periodo di tempo determinato e coerente con le finalità della misura. Dal suolo pubblico alla Tari, alla tassa per l’insegna. “Utili sarebbero anche delle facilitazioni burocratiche”, suggerisce il presidente di Confcommercio Siracusa. “E poi c’è il discorso relativo ai proprietari degli immobili. Diversi oggi sono sfitti. Calmierare i prezzi, senza insistere con canoni da centro città e spesso fuori mercato, è un altro elemento da considerare se vogliamo davvero incentivare aperture e start up in Borgata”, osserva Diana.
Ma quali strumenti si possono mettere in campo? “Non molto più di azioni dolci come la moral suasion. Dobbiamo far capire al proprietario dell’immobile che un affitto ridotto non è una sconfitta. Le nuove aperture, i servizi rappresentano un valore aggiunto. Paradossalmente, contribuiscono ad aumentare il valore commerciale di un immobile o di una zona. Con uno schema di aumenti progressivi, si metterebbe in moto una vera azione di riqualificazione”. Certo, ci vuole pazienza e lungimiranza. Rinunciare tutti a qualcosa oggi per un affare di prospettiva e redditizio per gli anni a venire. Ma qui servirà qualcosa in più di una semplice moral suasion.
“Gli studi di Confcommercio Italia mostrano chiaramente la relazione tra la desertificazione commerciale di una zona ed il valore degli immobili presenti in quell’area. Cioè, se la città o un quartiere si desertifica commercialmente, vale a dire che chiudono e spariscono le saracinesche, anche gli immobili perdono valore”. Ecco perchè sostenere il commercio di vicinato è un’azione che – in senso lato – supporta l’intero sistema di un quartiere. In Ortigia la magia è riuscita: piano Urban. legge speciale e boom del turismo hanno trasformato il centro storico in un vero e proprio marchio territoriale. Una ricetta che, in parte, è replicabile in Borgata.

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Data articolo: Tue, 02 Dec 2025 10:52:54 +0000 a cura di Gianni Catania

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