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MIAMI (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Dopo l’eliminazione dell’Inter, esce di scena anche la Juventus. A passare ai quarti di finale del Mondiale per Club è il Real Madrid, che batte 1-0 i suoi avversari di giornata grazie a una rete di Gonzalo Garcia in avvio di ripresa. La prima occasione della gara arriva al 7′ ed è per i bianconeri. Kolo Muani libera di tacco Yildiz, il quale restituisce la palla al francese in verticale ma l’attaccante spreca tutto, provando un tocco sotto su Courtois che termina alto sopra la traversa. Il fantasista turco prova a mettersi in proprio all’11’, quando il suo destro dal limite viene deviato da Tchouameni e termina di un soffio a lato. I blancos si fanno vedere alla mezz’ora, quando Bellingham si infila in area sfruttando un assist dalla destra di Alexander-Arnold, ma il suo destro viene sbarrato da Di Gregorio. In avvio di recupero, il portiere ex Monza deve allungarsi sulla sua sinistra per salvare in corner un potente destro dal limite di Valverde. Il primo tempo si chiude senza ulteriori sussulti. La prima occasione della ripresa è per Bellingham, il quale scaglia un destro dai 20 metri che Di Gregorio respinge in tuffo. Pochi istanti dopo, l’estremo difensore si ripete neutralizzando una conclusione dalla lunga distanza di Huijsen. Il gol è nell’aria e arriva al 9′. Alexander-Arnold pennella dalla destra un cross molto invitante per Gonzalo Garcia, che si inserisce con i tempi giusti di testa e batte Di Gregorio da pochi passi per l’1-0. La risposta piemontese arriva due minuti più tardi, quando Conceicao impegna Courtois con un destro da fuori, ma l’estremo difensore belga para in tuffo. Le emozioni proseguono e al 16′ Di Gregorio salva i suoi dal possibile 2-0 quando devia in corner una rovesciata di Valverde. Il portiere italiano deve invece usare i piedi al 27′ per fermare un mancino dal limite di Guler. Di Gregorio è nuovamente decisivo al 38′, respingendo in angolo una botta da fuori di Tchouameni. Nel finale, gli uomini di Tudor non riescono a produrre gli sforzi necessari per impensierire Courtois e il risultato non cambierà più. Ai quarti, gli spagnoli affronteranno la vincente della sfida tra Borussia Dortmund e Monterrey.
– Foto IMAGE –
(ITALPRESS).

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Data articolo: Wed, 02 Jul 2025 00:09:53 +0000
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ROMA (ITALPRESS) – Secondo l’ultimo report del portale immobiliare idealista, i prezzi delle abitazioni usate sono cresciuti dell’1,5% nel secondo trimestre, portando il valore medio nazionale a 1.828 euro al metro quadro. Su base mensile, l’aumento è stato dello 0,2% rispetto a maggio, confermando un’accelerazione dei valori rispetto alla sostanziale stabilità registrata su base annua (0,4%).
“Nel complesso, i prezzi delle abitazioni usate si mantengono abbastanza stabili su base annua, ma il secondo trimestre del 2025 ha segnato un’accelerazione significativa. Questo cambio di passo è stato favorito dal taglio dei tassi da parte della BCE, che ha generato un rinnovato ottimismo tra gli acquirenti. Il sentiment del mercato sta migliorando: con i tassi sui mutui in calo e i prezzi relativamente fermi, si stanno creando le condizioni ideali per una forte ripresa delle compravendite nella seconda parte dell’anno con incrementi più decisi dei prezzi”, ha commentato Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’Ufficio Studi di idealista.
A livello cittadino, il 76% dei capoluoghi monitorati ha mostrato aumenti nei prezzi delle abitazioni usate nell’ultimo anno. In cima alla classifica delle performance migliori si posizionano Rovigo (7,4%), Como e Udine (entrambe 5,6%). Incrementi rilevanti si registrano anche in molti grandi mercati urbani: Firenze (3,7%), Palermo (3,1%), Torino e Roma (entrambe 2,9%), seguite da Milano (2,4%), Bologna e Genova (entrambe 2,2%). Napoli mostra una crescita più contenuta, con un +0,8% su base trimestrale. Stabilità a Barletta, Cremona e Foggia, mentre i ribassi più consistenti si osservano ad Agrigento (-3,6%), Caltanissetta (-3,1%) e L’Aquila (- 2,5%).
Milano resta il capoluogo più costoso con un prezzo medio di 5.104 euro/metro quadro, seguita da Venezia (4.642 euro/metro quadro), Bolzano (4.619 euro/metro quadro) e Firenze (4.492 euro/metro quadro). Roma si colloca sesta nel ranking dei capoluoghi più cari con 3.250 euro/metro quadro, dopo Bologna (3.525 euro/metro quadro). Le città più economiche per acquistare sono Caltanissetta (675 euro/metro quadro), Ragusa (707 euro/metro quadro) e Biella (775 euro/metro quadro).
Anche a livello provinciale si registra una prevalenza di rialzi: su 106 aree monitorate, ben 78 evidenziano un aumento dei prezzi. In testa c’è Gorizia, con una crescita trimestrale del 5,7%, seguita da Milano, Firenze e Sondrio, tutte con incrementi del 3,9%. In crescita anche i valori nell’area metropolitana di Roma, con un +2%. Le diminuzioni più significative si rilevano invece a Isernia (-7,7%), Belluno (-2,7%) e Barletta-Andria-Trani (-1,7%).
A giugno 2025, la provincia più cara d’Italia è Bolzano, con un prezzo medio di 4.505 euro/metro quadro, seguita da Milano (3.601 euro/metro quadro), Lucca (3.220 euro/metro quadro) e Savona (3.094 euro/metro quadro). Le aree provinciali più economiche per l’acquisto di un’abitazione sono Biella (612 euro/metro quadro), Caltanissetta (643 euro/metro quadro) e Isernia (676 euro/metro quadro).
Regioni A livello territoriale, i rincari hanno interessato 16 regioni su 20, con la Lombardia (4,4%) che precede la Sardegna (3,3%) e il Friuli-Venezia Giulia (2,3%). Anche Toscana e Trentino-Alto Adige registrano incrementi superiori alla media nazionale del periodo, rispettivamente con il 2,2% e l’1,7%.
Il Piemonte mantiene prezzi stabili; mentre, sono 4 le regioni in calo, con il ribasso più significativo che si registra in Valle d’Aosta (-1,3%), che precede la Basilicata (-1,2%), marginali i cali di Puglia e Sicilia, rispettivamente con -0,3% e 0,2%.
Dal punto di vista dei valori immobiliari, il Trentino-Alto Adige si conferma la regione più cara, con una media di 3.152 euro/metro quadro, seguita da Valle d’Aosta (2.508 euro/metro quadro), Liguria (2.484 euro/metro quadro) e Toscana (2.387 euro/metro quadro). Anche Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna registrano prezzi superiori alla media nazionale di 1.828 euro/metro quadro.
Le regioni più accessibili restano Calabria (911 euro/metro quadro) e Molise (925 euro/metro quadro), le uniche con valori inferiori a 1.000 euro/metro quadro.

– news in collaborazione con Idealista –
– foto ufficio stampa Idealista –

(ITALPRESS).

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Data articolo: Tue, 01 Jul 2025 20:09:54 +0000
vigili del fuoco

Momenti di terrore nel primo pomeriggio di oggi in via Ruffo di Calabria, nella zona nord di Palermo. Un pulmino adibito al trasporto scolastico, con a bordo diversi bambini, si è schiantato per cause ancora da accertare e poi si è ribaltato. Sul posto è scattato un massiccio intervento dei Vigili del Fuoco e dei sanitari del 118. L’incidente si è verificato intorno alle 14:50. Le immagini che arrivano dal luogo del sinistro mostrano una scena drammatica: il mezzo pesantemente danneggiato, l’asfalto cosparso di detriti, e i soccorritori al lavoro senza sosta. Uno dei bambini è rimasto incastrato tra le lamiere del veicolo. A liberarlo, dopo minuti concitati, sono stati i Vigili del Fuoco.

In totale, sono quattro i bambini rimasti feriti, insieme all’autista del pulmino e a un assistente scolastico. Tutti sono stati affidati alle cure dei medici del 118 e trasferiti in ospedale per accertamenti. I Vigili del Fuoco hanno provveduto alla rimozione del mezzo con l’ausilio di un’Autogrù, per ripristinare la viabilità e mettere in sicurezza l’intera area. Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per ricostruire la dinamica dell’incidente. Non si esclude nessuna ipotesi, dall’errore umano a un guasto meccanico.

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Data articolo: Tue, 01 Jul 2025 18:16:42 +0000
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ROMA (ITALPRESS) – A giugno 2025 sono state immatricolate 132.191 autovetture a fronte delle 160.120 nello stesso mese dell’anno precedente, con una diminuzione del 17,44%. Lo rende noto il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
I trasferimenti di proprietà sono stati 439.475 a fronte di 420.804 passaggi registrati a giugno 2024, con un aumento del 4,44%.
Il volume globale delle vendite mensili, pari a 571.666, ha interessato per il 23,12% vetture nuove e per il 76,88% vetture usate.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Data articolo: Tue, 01 Jul 2025 18:09:56 +0000
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ROMA (ITALPRESS) – La Banca del Fucino ha presentato oggi a Roma la sua nuova ricerca “Oltre il Giubileo. Quale futuro per il centro storico di Roma” presso la sua sede in Piazza San Lorenzo in Lucina. Alla presentazione, che si è svolta alla presenza del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, hanno preso parte anche il Presidente della Banca del Fucino, Mauro Masi, il Presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, e Francesco Gianni, fondatore dello studio legale Gianni & Origoni. La celebrazione del Giubileo 2025 a Roma costituisce un’importante occasione per la città, anche per riflettere sul suo futuro. La Ricerca presentata oggi propone una riflessione sulle tendenze e le trasformazioni che negli ultimi decenni la città, e in particolare il suo Centro storico, hanno attraversato.
Nello specifico, la ricerca si concentra sugli storici rioni di Roma: Trevi, Colonna, Campo Marzio, Ponte, Parione, Regola, Sant’Eustachio, Pigna e Sant’Angelo – quartieri che ospitano alcuni dei principali monumenti e simboli della città ma che, negli ultimi decenni, sembrano star perdendo sempre di più il proprio rapporto organico con la città, per divenire una sorta di cittadella turistica autonoma.
E’ davvero così? Roma è diventata una città policentrica: alcuni quartieri periferici, come Cassia-Flaminia ed Eur, si sono affermati come nuovi poli di attrazione economica, superando il Centro storico per flussi di pendolari. Quest’ultimo, ha poi perso progressivamente i suoi vantaggi localizzativi, penalizzato dal ridimensionamento della Pubblica Amministrazione e dalle crescenti diseconomie legate alla congestione urbana, soprattutto per quanto riguarda i trasporti.
Non stupisce quindi l’evoluzione demografica registrata dal Centro storico negli ultimi 25 anni. I dati raccolti nella ricerca di Banca del Fucino evidenziano un importante processo di spopolamento ed invecchiamento: tra 2001 e 2021 la popolazione residente è diminuita del 7,5%, riducendosi a poco più di 21.000 abitanti, mentre nello stesso lasso di tempo la popolazione totale di Roma è cresciuta del 7%; si è inoltre alzata l’età media del Centro storico, da 44,1 a 49,6 anni, 3,5 anni di più della media romana. Quest’ultimo è il risultato di due dinamiche parallele e strettamente legate: da un lato la diminuzione del numero di residenti con meno di 15 anni di età (-10,4% in 20 anni) e dall’altro l’aumento (molto più rilevante, +75,1%) della popolazione over-75.
La ricerca, al contempo, restituisce un quadro a luci e ombre per quanto riguarda gli ultimi anni. Tra il 2021 e il 2023, infatti, la popolazione residente nel Centro storico è tornata a crescere, seppur di poco, del 2,5%. Inoltre, vi sono buoni motivi per ritenere che il Centro storico rimanga una delle zone più frequentate della città: gli indicatori di “fruizione”, come il rapporto tra residenti “sostanziali” e residenti anagrafici o quello fra presenze telefoniche e residenti, restituiscono l’immagine di un luogo dotato di una effettiva centralità, con un significativo stacco rispetto a zone più “periferiche”.
Vi sono insomma rilevanti segnali di una perdurante domanda di residenzialità in direzione del Centro storico. E’ quanto emerge anche dall’analisi, portata avanti nella ricerca, dell’evoluzione del tessuto imprenditoriale del Centro storico. Anche su questo fronte, infatti, l’area in questione appare contesa tra due dinamiche contrastanti.
La prima, di maggior forza, vede aumentare a ritmi significativi il numero di alloggi per turisti (+64,9% tra il 2016 e giugno 2024) e di ristoranti (+47,3%), a scapito delle imprese del commercio (-9,3%).
Dietro la riduzione del numero di queste ultime vi è una molteplicità di dinamiche, che va ben al di là del caso specifico del Centro storico di Roma. Stupisce al contempo come un settore – quello del commercio – di tradizionale specializzazione del Centro storico abbia visto riduzioni tanto importanti negli ultimi anni, con le imprese commerciali del tessile, per esempio, passate da 948 a 830 in meno di dieci anni: se nel 2016 questo gruppo di imprese era quello maggioritario nel Centro storico, a metà 2024 il primato era passato alle imprese di alloggio per turisti.
La seconda, più debole, dinamica in questione ha invece a che fare con la perdurante presenza nel Centro storico di esercizi commerciali caratteristici, come per esempio le librerie, che sul periodo hanno registrato solo una lieve contrazione, passando da 45 a 43. Sono risultati invece in aumento panetterie e macellerie (rispettivamente +15,4% e +16,7%), nonchè parrucchieri, barbieri ed estetisti (+19,4%). Si tratta certamente – argomenta la ricerca – di attività che possono servire una clientela di tipo turistico, ma che al contempo sono coerenti con la presenza di una domanda di residenzialità tutt’altro che scomparsa.
Dal 2019 al 2024 i turisti a Roma sono aumentati a un ritmo moderato (+3% annuo), ma il vero nodo critico – secondo la ricerca – non è il numero in sè, bensì la loro sistemazione: è cresciuto in modo marcato l’uso di strutture extra-alberghiere, spesso affittate a breve termine tramite piattaforme come Airbnb, con impatti significativi sul Centro storico in termini di affollamento e pressione abitativa.
La ricerca riporta in particolare come la quota di presenze turistiche presso strutture extra-alberghiere sia passata – tra il 2019 e il 2024 – dal 37,5% al 40,5%, mentre quella relativa alle strutture alberghiere è scesa dal 62,5% al 59,5%. Il fenomeno ha riguardato in particolare proprio i rioni del Centro storico, nei quali si evidenzia una densità di alloggi affittati ai turisti senza paragoni nel resto della città. Il risultato, secondo lo studio, è una vera e propria “gentrificazione turistica”, cioè la progressiva uscita dei residenti stanziali dal Centro storico per far spazio ai residenti temporanei, i turisti per l’appunto.
Le questioni sono insomma intrecciate fra loro: spopolamento, invecchiamento, gentrificazione turistica, crisi delle imprese del commercio ed espansione dei settori dell’alloggio e della ristorazione.
La ricerca si conclude individuando alcune linee di possibile intervento per realizzare un nuovo equilibrio al Centro storico di Roma.
Contro il rischio di una monospecializzazione turistica del Centro storico: attuare una maggiore regolamentazione degli affitti brevi, da un lato limitando la concessione di licenze a questo fine e dall’altro sostenendo con adeguati incentivi fiscali gli affitti lunghi; reintrodurre regole e limitazioni per l’apertura di locali e ristoranti e, specularmente, il varo di progetti di sostegno alle imprese caratteristiche del Centro storico, come le librerie, sull’esempio di quanto fatto in altre capitali europee; favorire l’insediamento di imprese innovative e start-up negli edifici storici del Centro – di cui molti sono tuttora di proprietà pubblica.
Riequilibrio e ampiamento dell’offerta turistica e culturale: revisione dei percorsi turistici, inserendo negli itinerari dei percorsi guidati una più ampia selezione di attrattive, con focus su altre zone rispetto al Centro storico. Ciò permetterebbe di offrire ai visitatori un’esperienza più completa della Città, restituendo al contempo respiro al Centro storico. Roma dovrebbe inoltre puntare ad essere percepita come una città da visitare più volte, per godere ogni volta di mostre, concerti, percorsi artistici differenti. Una città culturalmente viva, in dialogo con il proprio passato.

– news in collaborazione con Banca del Fucino –
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Data articolo: Tue, 01 Jul 2025 18:09:55 +0000
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ROMA (ITALPRESS) – Si è svolto oggi, presso il Senato della Repubblica, l’evento “Future generazioni e Salute Animale: il ruolo centrale della ricerca e dell’innovazione”, promosso su iniziativa del senatore Guido Quintino Liris, un’occasione per discutere in sede istituzionale del valore generato dalla ricerca scientifica e dall’innovazione in ambito veterinario.
Nel corso dell’iniziativa sono stati presentati i principali risultati di una ricerca indipendente condotta da ALTEMS Advisory, con il contributo incondizionato di Boehringer Ingelheim, che ha analizzato le trasformazioni in atto nel settore della salute animale, offrendo una lettura sistemica dello stato dell’arte e delle prospettive future, con l’obiettivo di far emergere la rilevanza della ricerca in ambito veterinario per la salute animale, umana e dell’ambiente.
Nel nostro Paese la popolazione umana diminuisce mentre quella degli animali da affezione è in continua e rapida crescita. Gli animali da compagnia, infatti, già arrivati in Italia ad oltre 20 milioni tra cani e gatti, sono sempre più presenti nelle famiglie e rivestono un ruolo fondamentale per il benessere psico-fisico delle persone. Dallo studio emerge inoltre che il mercato globale della salute animale ha raggiunto, nel 2024, un valore stimato di oltre 62 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuo superiore al 10%. Dati che riflettono non soltanto l’aumento della spesa per gli animali domestici, ma anche la necessità di promuoverne la salute e il benessere, con evidenti benefici anche per chi li ospita. In questo contesto, emerge la necessità di promuovere e riconoscere il giusto valore all’innovazione in ambito veterinario, che presenta oggi molteplici affinità con il settore umano, pur mantenendo specificità e difficoltà proprie nei percorsi di autorizzazione e sviluppo dei farmaci.
La salute animale – intesa in senso ampio, sia relativa agli animali da compagnia che d’allevamento – rappresenta, inoltre, un pilastro fondamentale del modello One Health, che riconosce l’interdipendenza tra salute umana, animale e ambientale. In un’epoca segnata da nuove vulnerabilità epidemiologiche, cambiamenti demografici e climatici, e pressioni sulla finanza pubblica, rafforzare il settore della sanità veterinaria diventa una priorità strategica. I dati dimostrano con chiarezza che circa il 58% delle malattie infettive umane ha origine zoonotica.
Di conseguenza, prevenire e contenere le malattie animali significa ridurre in modo significativo anche il rischio di future pandemie, tutelando al tempo stesso la salute pubblica.
“La pandemia ci ha ricordato con forza che la salute umana, quella animale e quella ambientale sono profondamente interconnesse – ha detto Liris, Componente della Commissione Bilancio e della Commissione d’inchiesta sul Covid, promotore dell’iniziativa -. E’ solo attraverso un approccio integrato, fondato su ricerca e innovazione, che possiamo prevenire future crisi sanitarie globali. Il nostro impegno deve essere chiaro: sostenere e rafforzare il ruolo strategico degli Istituti Zooprofilattici, valorizzare le competenze scientifiche italiane e attrarre investimenti in salute animale. In questa visione, il contributo di realtà come Boehringer Ingelheim, insieme al mondo accademico e agli enti di controllo, è cruciale. Guardare alle future generazioni significa anche investire oggi in una filiera della salute moderna, digitale e resiliente. Questo è il momento di agire, unendo le forze per costruire un sistema sanitario capace non solo di curare, ma soprattutto di prevenire. Il salto di specie non deve più coglierci impreparati. Con coraggio e responsabilità, possiamo guidare il cambiamento e garantire un futuro più sicuro per tutti”.
Un tema di assoluta attualità, e su cui ci sono stati fatti importanti passi avanti: “Il nostro Paese, attraverso un apposito Dipartimento al Ministero della Salute, promuove un approccio One Health, puntando su una sanità integrata e multidisciplinare. Gli obiettivi includono indicatori biologici condivisi, raccolta e gestione dei dati interoperabili, collaborazione scientifica nazionale e internazionale, formazione sanitaria multidisciplinare, comunicazione efficace del rischio ed educazione alla sostenibilità – ha sottolineato Pierfrancesco Catarci, Ufficio 2- Coordinamento II.ZZ.SS.-Direzione Generale della Salute Animale – Dipartimento della Salute Umana, della Salute animale e dell’Ecosistema (One Health) e dei Rapporti Internazionali del Ministero della Salute -. L’obiettivo principale è quello di evidenziare l’interconnessione e il legame tra la salute umana, animale e ambientale”.
Nonostante gli impatti sulla salute, ma anche impatti economici mostrati, la consapevolezza e la conoscenza di questo particolare ambito di ricerca è ancora poco nota e spesso sottostimata rispetto a quanto avviene per l’umana. Lo sviluppo di farmaci innovativi, sicuri ed efficaci consente di ottimizzare le risorse e ridurre i costi sanitari e implica rischi e investimenti ingenti, ad oggi senza sostegni da parte del Sistema Sanitario.
“Fare ricerca è la nostra missione e siamo consapevoli che innovazione vuol dire contribuire alla salute pubblica, con impatti importanti sulla sostenibilità ambientale ed economica. Anche per questo siamo tra le aziende che più investono in R&S, con il 10,5% del fatturato netto solo nell’area della salute animale – ha commentato Karin Ramot, Head of Boehringer Ingelheim Animal Health Italia -. Abbiamo deciso di sostenere questo studio indipendente, il primo nel settore, per raccogliere e presentare le evidenze in ambito veterinario, viste la complessità e le opportunità legate alla ricerca veterinaria. Sarà fondamentale continuare il dialogo istituzionale e rafforzare il partenariato tra tutti gli attori della salute animale, ma anche umana, per garantire un futuro alle prossime generazioni”.
“La ricerca veterinaria rappresenta una leva strategica per rafforzare la sanità animale e la sanità Pubblica, in linea con i principi One Health – dichiara Nicola D’Alterio, Direttore Generale IZS dell’Abruzzo e del Molise G. Caporale -. Attraverso sperimentazione in vivo, genomica avanzata, sistemi di intelligenza artificiale e banche dati integrate, i risultati scientifici si traducono in strumenti concreti per la sorveglianza, la prevenzione e l’intervento precoce a tutela della salute collettiva”.
A livello politico e istituzionale il tema sta riscuotendo attenzione per via delle profonde implicazioni sulla sanità pubblica e sul futuro del paese. Sarebbe necessario continuare un dialogo aperto e costruire sempre maggiori occasioni di partenariato pubblico-privato sul tema per rispondere a temi ancora aperti, come l’assenza di copertura pubblica per molte terapie veterinarie, ostacolo concreto all’accesso alle cure soprattutto per le fasce economicamente più fragili della popolazione.
“Il Covid, con il suo impatto economico e sociale, ci ha dimostrato perchè è importante costruire un quadro normativo che agevoli la collaborazione tra pubblico e privato e attragga sempre più investimenti in ricerca e innovazione anche in ambito veterinario. Quest’ultimi, infatti, non sempre godono della stessa dignità di quelli umani sebbene abbiano un ruolo importante nel sistema salute. I dati del Report elaborati da Altems e presentati oggi al Senato – grazie anche all’iniziativa di Boehringer Ingelheim – lo dicono chiaramente: da un lato c’è una sempre crescente centralità del benessere degli animali da compagnia per tante famiglie italiane, dall’altro emerge ancora più forte l’interconnessione tra benessere animale, umano e ambientale. In questo quadro, investire in ricerca e innovazione in ambito veterinario significa investire in prevenzione, contrastare le zoonosi e contribuire alla lotta all’antimicrobico resistenza. Sfide di fronte alle quali siamo chiamati a farci trovare pronti”, ha dichiarato a margine dell’evento Ylenia Zambito, Commissione 10° (Affari Sociali).
Dal Report, sono emerse – a questo proposito – proposte discusse durante l’evento e alla base di una definizione di proposte di policy concrete, orientate alla costruzione di un modello sanitario capace di rispondere in modo sostenibile alle sfide attuali e future e in grado di ridare dignità a questo ambito di ricerca.

– news in collaborazione con Boehringer Ingelheim Italia –
– foto ufficio stampa Boehringer Ingelheim Italia –
(ITALPRESS).

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Data articolo: Tue, 01 Jul 2025 18:09:53 +0000
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ROMA (ITALPRESS) – Acqua Lete e l’Associazione Italiana Arbitri (AIA) annunciano una nuova partnership. Da oggi il marchio Lete, acquisendo il titolo Back Sponsor, sarà presente sulle divise da gioco di tutta la classe arbitrale italiana di calcio.
“Questa collaborazione nasce da una sinergia valoriale – commenta il Presidente di Acqua Lete, Nicola Arnone – che si manifesta nell’adozione di condotte ispirate alla correttezza, trasparenza e lealtà. Questi principi guidano tanto la classe arbitrale quanto la nostra l’identità e la visione della nostra azienda”.
“La presenza costante di Lete nel mondo dello sport – prosegue Arnone – ha l’obiettivo di promuovere uno stile di vita sano e attivo, che si abbina perfettamente alle caratteristiche e alle proprietà funzionali della nostra acqua, particolarmente adatta alla pratica sportiva. Aiuta infatti a mantenere stabile l’idratazione e favorisce un recupero muscolare più veloce, aspetti essenziali anche per gli arbitri impegnati in prestazioni fisiche intense”.
“Dalle nazionali azzurre agli arbitri, si estende la partnership con Acqua Lete che abbraccia il movimento federale a 360° – afferma il Presidente della FIGC Gabriele Gravina -. Ringrazio per questo il Presidente Arnone che crede fortemente nel binomio salute-attività sportiva, con il quale stiamo sviluppando una progettualità di medio-lungo periodo ispirata a valori profondi di cui siamo orgogliosi. Gli arbitri rappresentano un’eccellenza del calcio italiano e questo importante accordo è un’occasione propizia per sottolinearlo”.
“Questa nuova partnership porterà il brand di Acqua Lete sulle divise di tutti i 33 mila arbitri italiani, dalla Serie A alle categorie giovanili – ha detto il Presidente dell’AIA Antonio Zappi -. Lete, partner anche delle Nazionali italiane, ha già accompagnato con la fornitura di acqua i nostri raduni precampionato a Cascia nelle ultime due stagioni sportive. Con il nuovo accordo stipulato dalla FIGC, da oggi il legame con questa azienda sarà pubblicizzato in maniera piu evidente dai nostri arbitri che in tutte le gare ne indosseranno il logo”.

– News in collaborazione con Acqua Lete –
– Foto ufficio stampa Acqua Lete –

(ITALPRESS).

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Data articolo: Tue, 01 Jul 2025 18:09:52 +0000
videosorveglianza

Ancora vandali ad Altofonte. Dopo lo sfregio alla Fontana Grande (ne parlavamo in questo articolo), ripristinata grazie all’intervento dei privati, la Pro Loco, con un lungo post su Facebook ha denunciato una situazione di crescente preoccupazione che interessa uno dei luoghi simbolo del territorio: il Mulino di Sotto. A partire da marzo, la struttura è stata oggetto di una lunga serie di furti, danneggiamenti e atti vandalici. Un’escalation culminata nella notte di ieri, con l’ennesimo episodio che ha superato ogni limite di tolleranza.

“Fino ad ora – si legge nel post della Pro Loco – abbiamo scelto di non dare risalto a questi episodi, concentrandoci sulla condivisione dei momenti positivi legati al Mulino. Abbiamo creduto nella forza della comunità e nella bellezza di costruire qualcosa insieme. Ma adesso siamo stanchi”. Il Mulino di Sotto, precisano dall’associazione, non è solo un edificio, ma un bene della collettività, un punto di riferimento storico e culturale, frutto della passione e del lavoro volontario di tanti cittadini. “Ogni gesto vile e sconsiderato – prosegue il messaggio – non colpisce solo la struttura, ma ferisce l’intera comunità, il nostro impegno e il desiderio di valorizzare un luogo che appartiene a tutti”. Nonostante l’amarezza, la Pro Loco non intende fermarsi. Già nel prossimo fine settimana, grazie al supporto di chi continua a credere nel progetto, verrà installato un sistema di videosorveglianza con l’auspicio di mettere fine a questi atti di inciviltà e restituire serenità al sito. “Continueremo a lavorare per il nostro Mulino – conclude il post – con la speranza che il senso di appartenenza e il rispetto per il bene comune possano prevalere sulla barbarie”. Come hanno fatto sapere dalla pro Loco, tutti gli atti vandalici sono stati segnalati ai carabinieri.

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Data articolo: Tue, 01 Jul 2025 17:58:07 +0000
trinity

L’anno scolastico appena concluso alla Morvillo di Monreale, ancora una volta, ha annoverato fra le tante iniziative intraprese, percorsi di potenziamento delle competenze in lingua inglese sia in orario curriculare che extracurriculare. “Grazie alle diverse professionalità presenti nel nostro istituto e all’adesione ai progetti del Pnrr e Coesione Italia 2021-2027 fa sapere Francesca Giammona, dirigente scolastico della scuola Morvillo – è stato possibile diversificare l’offerta formativa per l’insegnamento e l’apprendimento di questa fondamentale disciplina che, come ben sappiamo, offre una marcia in più agli studenti sia nel proseguo degli studi, sia nell’apertura al mondo del lavoro. Nel dettaglio per quanto riguarda il Trinity (di cui la Morvillo è sede riconosciuta) sono stati ben 48 gli alunni di scuola secondaria di primo grado che hanno conseguito la certificazione: 27 di livello A1, 17 di livello A2 e 4 di B1″.

“Inoltre ben 8 edizioni del Pnrr – prosegue la dirigente scolastica – sono stati dedicati al potenziamento della lingua inglese: 3 in orario curriculare con docente di madre lingua con metodologia Clil e 5 in orario extracurriculare per il potenziamento delle competenze linguistiche. Infine, fiore all’occhiello, può essere considerata la partecipazione alla Big Challenge che ha visto la partecipazione di tantissimi studenti con risultati eccellenti”.

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Data articolo: Tue, 01 Jul 2025 17:45:10 +0000
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PALERMO (ITALPRESS) – “Sulle dimissioni della mia portavoce non posso aggiungere altro, per rispetto degli uffici giudiziari che proseguono la loro attività: ho proposto e deciso di trasformare la riunione dei capigruppo in un dibattito aperto, affinché nessuno si sentisse privato della possibilità di dire la propria. Ho letto moltissime dichiarazioni da maggioranza e opposizione, prendo atto di chi mi chiede di fare un passo indietro ma anche di chi mi chiede di farne due in avanti: se domani decidessi di dare seguito a questa richiesta finirei per affermare un principio abbastanza discutibile, ovvero che un messaggio veicolato da canali digitali può avere un peso maggiore della nostra Costituzione. Rispetto il pensiero di tutti, ma ricordo che l’indagine non è ancora conclusa e comunque dovrà passare da uno o più gradi di giudizioâ€. Così il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, riferendo sull’inchiesta a suo carico in aula a Palazzo dei Normanni, a Palermo.

“Ho deciso in maniera tempestiva di dare alcune comunicazioni all’Aula dopo avere appreso tramite i social media la richiesta di alcuni colleghi di intervenire in Parlamento: pensavo di dovere rispettare il mio ruolo mentre l’attività investigativa non è ancora conclusa, ma in assenza di elementi conclusivi sull’indagine ho ritenuto che il mio intervento in Aula potesse servire a rivendicare la correttezza dei miei comportamentiâ€.

Prosegue Galvagno, riferendo che non si sente  “minimamente diverso dagli altri, dai giornali ho appreso cose che non sono neanche nella mia disponibilità. D’altro canto in tanti hanno a disposizione atti che dovrebbero essere sottoposti a segreto istruttorio e invece circolano liberamente. A gennaio ho ricevuto una proroga dei termini delle indagini preliminari, ma al tempo su di me non c’era alcun capo di imputazione provvisorio: tuttavia mi sono messo a disposizione dei magistrati per collaborare, chiedendo di essere subito interrogato. A questa mia richiesta – ha aggiunto –  è stato dato seguito il 24 maggio e il 7 giugno sono stato ascoltato, sempre senza conoscere gli atti di indagine, in merito alla liceità dei miei comportamenti: non mi sono sottratto ad alcuna domanda, nemmeno a quelle che non facevano parte del capo d’accusa. Andrò serenamente avanti e senza esitazioni nella difesa tecnica delle mie posizioni: ribadisco con fermezza che la funzione del presidente del Parlamento non è mai stata anteposta a interessi personaliâ€.

IN AULA PRESENTE ANCHE SCHIFANI 

“Non ho molto da aggiungere se non che voglio ringraziare la presenza a questa seduta del presidente Schifani, insieme al governo regionale: non era scontato e per me è un segnale importanteâ€. Ha detto ancora il presidente dell’Ars in riferimento al presidente della Regione Renato Schifani, che ha seguito per intero gli interventi in aula.

LE REAZIONI, DA CRACOLICI A DE LUCA E MICCICHE’

“Non chiederemo le dimissioni per qualcuno che riceve un avviso di garanzia, che è un elemento di reciproca tutela per chi svolge l’attività investigativa e chi è indagato: è evidente che chi come noi ha una funzione pubblica deve tenere conto del sistema complessivo delle regole a tutela dei cittadini ma anche delle istituzioniâ€. A dirlo è il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in risposta all’intervento del presidente dell’Ars  nell’aula di Palazzo dei Normanni.

“Mi auguro che questa vicenda possa chiudersi con un’archiviazione, ma al di là delle eventuali responsabilità penali questa vicenda ci racconta un contesto di degrado – prosegue Cracolici -. Se i collaboratori di una figura del sistema politico possono ritenersi al di sopra della legge, con sistemi di scambio o attività corruttive, allora ci si deve interrogare. Dobbiamo tutti alzare il livello di responsabilità, non deve passare l’idea che il Parlamento sia un ruolo criminogeno ma nessuno può utilizzare singoli provvedimenti come tornaconto personaleâ€.

“La vicenda Galvagno – al di là delle responsabilità individuali e penali – è paradigmatica di un contesto di degrado verso il quale dobbiamo alzare il livello di responsabilità e rigore. Se persino i collaboratori di un presidente o di un assessore si ritengono al di sopra della legge, con sistemi di scambio e di vera e propria attività corruttiva, allora la politica deve interrogarsi perché qualcuno, tradendo le funzioni della democrazia, pensa di utilizzare singoli provvedimenti o attività per averne un tornaconto personale o un beneficioâ€, puntualizza il presidente della commissione regionale Antimafia. “Ben prima che iniziasse questa legislatura, già col ‘caso Cannes‘ – aggiunge Cracolici – si era aperta una voragine su quel settore delicato della rappresentanza e della funzione amministrativa che pone diversi interrogativi. Quello che emerge è che Fratelli d’Italia, che ormai ripetutamente viene coinvolta negli scandali del settore del turismo, tanto da essere definita la corrente ‘turistica’, governa questo ambito non solo in Sicilia, ma anche in Italia. Trovo inaccettabile l’idea che si voglia far passare il parlamento come un luogo criminogeno, per cui si fanno leggi ad hoc, questo è un insulto alla funzione propria di un parlamento, anzi rivendico il principio che questo parlamento rappresenta gli interessi e le categorie sociali della Sicilia. Diverso è se qualcuno pensa di usare le leggi per utilità personaliâ€.

“Il presidente del Parlamento ha il dovere di presentare la sua integrità nei confronti del popolo siciliano – dice invece capogruppo del M5s all’Ars Antonino De Luca –  il dubbio che aleggia in questo momento è che determinati ruoli vengano utilizzati per giungere a una serie di favoritismi. Continueremo a lavorare con serenità ai prossimi disegni di legge e a eventuali variazioni di bilancio, ma occorre trovare un criterio per dare serenità a questi lavori, magari rivedendo le procedure di attribuzione degli strumenti finanziari: serve un cambio di rotta immediatoâ€. 

“A Galvagno ho fatto gli auguri di potersi difendere – Ha affermato poi il deputato regionale Gianfranco Miccichè – , perché so cosa significhi avere questi pesi di sopra: auspico che la giustizia sia rapida, perché non tutti si rendono conto della pesantezza di certe accuse specialmente quando qualcuno ritiene di non doverne rispondere. Spero che Galvagno possa dimostrarsi innocente davanti a questo parlamentoâ€.

“Galvagno ha il diritto di rimanere in silenzio – sottolinea il deputato regionale e sindaco di Taormina, Cateno De Luca – . Qualsiasi cosa dirà potrà essere utilizzata contro di lui e il procedimento farà comunque il suo corso, per quanto ancora non risulti esserci la notifica di un avviso di conclusione delle indagini. Non deve dare conto a questo Parlamento, ma a chi ha aperto un procedimento nei suoi confronti: ci sono sciacalli che approfittano di queste dinamiche per mettersi in mostra, questa non si può trasformare in un’aula di tribunaleâ€.

– Foto xd8/Italpress –

(ITALPRESS)

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Data articolo: Tue, 01 Jul 2025 16:19:54 +0000

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