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L'altra faccia della guerra e l'altro volto di Zelensky - Ucraina e Libia: due facce della stessa guerra e la Profezia di Gheddafi - Libia 2011, i crimini impuniti della Nato - Il sanguinoso conflitto in Iraq che pone l'occidente sotto accusa - Pillole di storia dell'Ucraina
Descrizione: In una nebbiosa notte d'inverno Dominique Lapierre, giovane giornalista di "Paris Match" con una sfrenata passione per i viaggi, si abbandona alle fantasticherie. Vorrebbe realizzare un reportage su un paese chiuso agli occidentali - la Cina, o ancor meglio l'Unione Sovietica - percorrendolo in automobile con la moglie, come fosse in vacanza, fermandosi qua e là per parlare con la gente comune. Il fotografo che è con lui, Jean-Pierre Pedrazzini, liquida l'ipotesi con una battuta: "Perché non proporre un servizio sulla Luna?". Ma il tenace sognatore non si scoraggia, si rivolge alle ambasciate, spiega il suo progetto, scrive persino a Chruscèv, al Cremlino. Nella primavera del 1956, forse a causa dell'insistenza dell'intraprendente reporter, o grazie agli esiti del XX Congresso del PCUS e ai primi effetti della destalinizzazione, la redazione di "Paris Match" riceve un telegramma dall'ente preposto al controllo del turismo in territorio sovietico. Dominique e Aliette Lapierre, Jean-Pierre e Annie Pedrazzini sono autorizzati a visitare l'URSS; una coppia russa, lui giornalista, lei insegnante, li attenderà oltre confine per accompagnarli nel viaggio. In luglio i quattro lasciano Parigi. Alla guida di una scattante Simca gialla e nera che li condurrà, attraverso la Germania e la Polonia, fino a Mosca, al Mar Nero e alla Georgia, percorrono strade dissestate, guadano torrenti, divorano tredicimila chilometri bruciando carburante per aerei o per trattori, l'unico disponibile dopo essersi lasciati alle spalle, nella capitale, la sola pompa di benzina in terra sovietica. La libertà di movimento di cui godono è notevole: possono intervistare chiunque, entrare nelle case, nelle fabbriche e nei kolchoz, fotografare un matrimonio ortodosso nella patria dell'ateismo di stato, fare campeggio libero sui monti del Caucaso; ovunque sono accolti con curiosità ed entusiasmo da un popolo che crede davvero nel comunismo e pensa che durerà mille anni. Tornano a Parigi in ottobre, portando con sé il ricordo dell'opportunità unica che è stata loro offerta dalla Storia. Nello stesso ottobre, i carri armati sovietici reprimono nel sangue la rivolta d'Ungheria. Nelle strade di Budapest viene ferito a morte anche Jean-Pierre Pedrazzini. Quella strana e meravigliosa avventura è davvero conclusa.
Recensione: Sicuramente piu' incisivo e stimolante di un manuale di storia; a volte, un libro diario come questo può far luce e stimolare l'approfondimento su fatti storici, piu' di altre forme narrative. Bel libro, mi ha fatto percepire l'entusiasmo e la curiosità giornalistica dei giovani reporter di Paris Match, che, per amore del loro lavoro e anche per curiosità, si sono avventurati nel regno proibito dei Soviet... Una testimonianza obbiettiva e quasi senza tempo di come si vive, o per meglio dire, si sopravvive, durante una dittatura; e a parlare sono solo i fatti, narrati con assoluta oggettività e lucidità giornalistica...Scorrevole e di facile lettura, rappresenta un buon compendio per chi vuole ripercorrere le vie inaccessibili dell'ex Urss...
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