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Tutti gli articoli sulle versioni popolari di Cappuccetto rosso
Nella prima parte dello studio sulla favoletta di Cappuccetto rosso lo svolgimento dello studio ha preso in esame soprattutto le versioni scritte di Perrault e in certo senso dotte dei F.lli Grimm: e quando si dice dotte in relazione ai F.lli Grimm, ci si riferisce al loro riportare le fiabe ad un sostrato culturale germanico. E come si è visto la loro versione di Cappuccetto rosso prende molti caratteri dalla fiaba "Il lupo e i sette caprettini" ed inoltre mette il taglialegna, almeno nella ultima versione da loro proposta, al posto del cacciatore. Quindi l'operato dei F.lli Grimm riporta la fiaba alla ciclicità, che è alla base dell'antica religione germanica, in cui la morte di Odino, nella battaglia finale del Ragnarok, era fortemente distruttiva, ma foriera anche di un nuovo ordine.
In questa parte dello studio ci si occuperà delle versioni orali di Cappuccetto rosso.
Una ricercatrice francese, l'etnologa francese Yvonne Verdier, scomparsa nel 1989, aveva approfondito le origini popolari del racconto, rintracciate in racconti orali diffusi in Francia e nel Tirolo italiano, indipendenti dalle versioni del Perrault e dei F.lli Grimm. Il suo lavoro è uscito postumo nel 2014 in Francia, col titolo di Le Petit Chaperon rouge dans la tradition orale;, mentre in italiano è uscito col titolo: L'ago e la spilla. Le versioni dimenticate di Cappuccetto Rosso (Edizioni Dehoniane Bologna, pagine 112). Secondo Verdier, l'autentica morale della fiaba sarebbe un'altra: Nonne, diffidate delle vostre nipoti!. In effetti questa morale conclusiva non si discosta granché dalla morale del Perrault, quando si mette in evidenza che lo scrittore francese probabilmente fu un critico del movimento delle preziose, le femministe ante-litteram, che volevano il libero amore e il divorzio(Vedi nostro articolo in questione). La Verdier rivendica questa messa in guardia dalle nipoti, e probabilmente, secondo il Perrault per colui che scrive, dalle idee delle preziose, a un mondo contadino arcaico, che si basava sui passaggi di consegne dei ruoli femminili. L'ago e la spilla sembrano due oggetti che rappresentano valori contrapposti. Questi oggetti, ma anche altri oggetti o situazioni che a loro volta si contrappongono in qualche maniera, vengono riportati in alcune versioni popolari del racconto quale espressione di opzione di percorso. Il lupo parlante incontrato nel bosco dalla protagonista (che in queste versioni non ha quasi mai un nome e in molti casi è un'adolescente), le chiede quale sentiero sceglierà per andare dalla nonna, se quello delle spille o quello degli aghi. Nella società contadina, gli spilli o meglio le spille simboleggiano la giovinezza, servono alle ragazze per agghindarsi, mentre gli aghi sono legati al lavoro domestico femminile dopo il matrimonio. In effetti le varie versioni non presentano solo l'alternativa aghi-spille, ma anche l'opzione strade di rose o di spine, strade di pietruzze o di spille, strade dei campi o del sentiero fangoso.
Per questo carattere aleatorio e assolutamente non costante delle risposte della fanciulla circa la domanda del lupo sul percorso da intraprendere, probabilmente, scrive Yvonne Verdier(vedi questo articolo in francese), sia Paul Delarue, sia Marc Soriano, entrambi studiosi delle fiabe del Perrault, li interpretarono come un gioco di parole carino e accattivante che i novellatori popolari non cessarono mai di abbandonare. Mentre, sempre secondo Dalarue e Soriano, il Perrault li ritenne superflui.
Ma colui che scrive da un'altra interpretazione al fatto che Perrault non abbia riportato nella sua versione l'opzione del percorso da intraprendere da parte di Cappuccetto Rosso. La Verdier sull'opzione spille-aghi imbastisce un sottofondo di tipo lavorativo a carattere sartoriale. Il mestiere di sarta era uno dei pochi mestieri che poteva fare la donna del popolo, inoltre a tutte le popolane era raccomandato di imparare i primi rudimenti di sartoria. Ma la fanciulla non sceglie la via dell'ago, ovvero dei rudimenti della sartoria, ma piuttosto, o comunque più spesso, la via delle spille, di cui vuole fare in alcune versioni una raccolta. Le spille servono per adornarsi, per la sistemazione dei capelli, per acconciare dei vestiti, servono per la seduzione. Inoltre le ragazze in età da marito ricevevano in dono belle spille dai corteggiatori, o gettavano spille nel pozzo dei desideri. In Francia c'erano nelle campagne dei posti ritenuti magici: le ragazze che in questi posti buttavano delle spille, si riteneva che potessero sperare in un buon matrimonio, nella buona sorte. Certamente in sartoria lo spillo è facile da usare, e le principianti fanno un rattoppo provvisorio con le spille, mentre l'ago richiede abilità e pazienza, ma fa cuciture permanenti. Partendo da questo tipo di cultura sartoriale la Verdier riconosce che la fanciulla del racconto si sta allontanando dai valori della cultura tradizionale contadina. Ma questo non cambia il suo destino, perché nella granparte di queste versioni popolari, finisce nella pancia del lupo. Eccetto che in qualche versione, reinterpretata in chiave edificatorio-religiosa, in cui sono aiutanti delle donne lavandaie e quindi lavoratrici, diciamo così all'aria aperta.
Ma spille e aghi sono inquadrabili solo in campo sartoriale? E i novellatori o le novellatrici hanno come punto di riferimento la sartoria, la cultura delle sarte? Francamente le conclusioni della Verdier non convincono. Invece ci può essere anche una spiegazione diversa sulla contrapposizione tra aghi e spille, una spiegazione molto più globale e che investe la sorte delle ragazze povere, facenti parte di famiglie in cui non c'è la figura maschile: il padre, il fratello, il figlio, il marito. Viene fatta questa osservazione perché in tutte le più disparate versioni di Cappuccetto Rosso non esiste una figura maschile di riferimento. Come già ricordato sopra, nel XV secolo in Francia l'aiguillette, ovvero un lustrino che si doveva indossare, indicava, era il contrassegno delle ragazze che si prostituivano nei postriboli autorizzati (vedi E.Pellizer e
N. Zorzetti, La paura dei padri nella società antica e medievale, Laterza, 1983 pag.181). Il perché della connessione della prostituta con l'aiguillette, probabilmente, sta nella struttura dell'ago, con un buco pronto a prendere il filo. Quindi si esce dal campo sartoriale e si entra in quello sessuale. Tenendo presente l'associazione ago-prostituta, il lupo assume la parte del seduttore al servizio delle case di prostituzione. Egli lavora per queste case e ha il suo tornaconto. Il lupo cerca ragazzine di famiglie molto povere in cui manca il sostegno della figura maschile, di colui che porta solitamente il pane a casa. Una delle catene più deboli di queste famiglie sta nelle vecchie donne malandate. Allora il lupo, il seduttore-lupo punta su queste donne anziane, senza un soldo e con poca salute, per avvicinare e convincere le loro nipoti a crearsi un avvenire, una dote facendo le prostitute. Ecco la chiave per comprendere il discorso del lupo sul percorso da intraprendere: quello degli aghi e/o delle pietruzze(o della prostituzione e quindi della costituzione di una dote per poi sposarsi in un paese abbastanza lontano dal postribolo) o quello delle spille. La fanciulla sta nel giusto quando sceglie le spille. Ella ama essere corteggiata per poter poi scegliere l'uomo da amare, sceglie un matrimonio d'amore fidando nelle sue capacità seduttive, piuttosto che un matrimonio in cui vale molto di più la sua dote.
Probabilmente questo motivo del percorso alternativo era conosciuto dal Perrault. Ma non lo inserì nel suo racconto per dei motivi che si possono supporre, considerando o presumendo la sua contrarietà ai discorsi che si facevano nelle ruelles(corridoio tra letto e parete) dei salotti delle preziose. Probabilmente al Perrault non interessava colpire quei poveracci di seduttori, miserabile specie, che collaboravano con le case autorizzate della prostituzione. Il Perrault, probabilmente, vuole colpire gli uomini colti, uomini di una certa levatura culturale, che frequentano le preziose. Quest'ultime non erano certamente le prede predilette di questi uomini(piuttosto vicine, invece, alla nonna), ma probabilmente queste signore che organizzavano dei convegni nei loro salotti, avevano delle nipoti avvenenti. Se queste nipoti avvenenti fossero state contaggiate dalle idee delle preziose sul libero amore, sul divorzio, per questi uomini sarebbe stato facile portarle a letto. Il lupo seduttore del Perrault, quindi, non può fare intravedere una alternativa alle fanciulle: il suo intendimento è solo quello di portarle a letto. Le favole del Perrault sono rivolte alle persone che frequentavano l'alta società di allora, non certo ai contadini e ai miserabili che abitavano in città. Questo tipo di seduttore non fa leva sulla situazione economica miserabile delle fanciulle, quindi non offre una alternativa; il Perrault, nel suo dire e non dire, svelare e nascondere insieme, probabilmente, mette in evidenza come delle ingenue fanciulle possono con molta facilità essere preda di certi tipi, specialmente se quest'ultimi hanno una certa familiarità con qualche loro parente. Nel racconto del Perrault il lupo e la fanciulla seguono due percorsi diversi, ma il percorso che fa la fanciulla è sempre più lungo: arrivare con grande anticipo alla dimora della nonna è qualcosa di primario, rispetto al tipo di percorso? Come accompagnavano, cosa associavano i novellatori popolari alla decisione della fanciulla di prendere la via delle spille?. Si cercherà di dare qualche risposta a questi interrogativi nei prossimi articoli. Comunque preme sottolineare che lo stesso Perrault scrisse che il lupo di Cappuccetto Rosso doveva essere collegato all'azione dei seduttori: "Le conte du petit Chaperon rouge est, si on veut, une allégorie, où le séducteurs des filles sont peints sous les traits du loup. Beaucoup des contes populaires ont la meme morale sans offrir un dénouement aussi tragique."(da Oeuvres choisies de Ch. Perrault). Il fatto che in quasi tutte le versioni la fanciulla viene divorata dal lupo non dovrebbe portare alla conclusione che la scelta della strada delle spille le sia stata fatale. Quello che certamente, nella vita reale delle campagne e anche del ghetto cittadino, corrisponde a una dura realtà è il fatto che l'azione più o meno violenta di un seduttore poteva essere fatale a una ragazzina, anche solo alla sua reputazione: restava una macchia indelebile per tutta la sua vita. Quindi il divoramento del lupo può essere pure una metafora delle chiacchere che uccidono socialmente.
C'è pure da ricordare che, probabilmente in seguito alla diffusione del racconto di Cappuccetto rosso, in Francia ci sono dei modi di dire molto significativi: "Enfermer le loup dans la bergerie", oppure "Avoir vu le loup" si dice a proposito di una giovanissima donna, di una ragazza che non è più vergine.
A questo punto preme riportare i particolari di qualche versione popolare francese del racconto riportate dalla rivista francese Mélusine nel 1886-87, Vol.III. Queste versioni sono certamente più probanti rispetto a quelle raccolte dalla Verdier anche dopo la II guerra mondiale, dopo cioé la diffusione della radio, un tipo di media che potrebbe aver avuto influenze sulla loro composizione.
Continua...
Tutti gli articoli sulle versioni popolari di Cappuccetto rosso
3
- Le due versioni de la Nièvre. In una di esse la fanciulla si salva 5 - La versione del Forez in cui la fanciulla cede il paniere al lupo e poi viene divorata 7 - La versione provenzale, molto simile a quelle del Forez, ma più eleborata 9 - Le correlazioni tra i miti e il culto di Fauna-Bona Dea e i racconti orali di Cappuccetto rosso 10 - L'alternativa del percorso come traccia per risolvere l'indovinello del racconto enigmatico 13 - Le madonne nere francesi rimpiazzarono le figure divine pagane, e principalmente Bona Dea