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ufo
3I/Atlas non è solo una cometa (o una nave aliena), ma è anche uno stimolo a mettere in discussione le nostre conoscenze
Torno ancora su 3I/Atlas, il corpo entrato nel nostro sistema solare apparentemente da uno spazio “extra” e transitato il 3 ottobre nei pressi (si fa per dire) di Marte. Continua a tenere banco la discussione sulla sua natura, dividendo la comunità scientifica: da un lato c’è Avi Loeb, l’astrofisico di Harvard che non molla il […]

6867898cb22f8.r_d.201-206-14229Torno ancora su 3I/Atlas, il corpo entrato nel nostro sistema solare apparentemente da uno spazio “extra” e transitato il 3 ottobre nei pressi (si fa per dire) di Marte. Continua a tenere banco la discussione sulla sua natura, dividendo la comunità scientifica: da un lato c’è Avi Loeb, l’astrofisico di Harvard che non molla il colpo e continua a ritenere l’oggetto una possibile astronave aliena (tra l’altro, a suo dire, potenzialmente minacciosa per noi umani) e dall’altro tanti colleghi – anzi la stragrande maggioranza – che parla di una cometa. Magari con caratteristiche strane e inedite, ma pur sempre una cometa. In questo bailamme di giudizi e di sentenze (anche sparate a vanvera, a dire il vero), ci sono state poi occasioni mancate – ad esempio, il “fly by” marziano è stato condizionato, sul fronte della possibilità di indagare meglio sulla natura di 3I/Atlas, dallo “shutdown” in corso negli Stati Uniti e che ha coinvolto pure la Nasa – ma anche riflessioni a mio avviso molto interessanti e ben argomentate. Una delle migliori l’ha fornita a mio avviso Gianluca Riccio sul sito Futuroprossimo.it. In rapida sintesi: partendo dalla scoperta di acqua sulla presunta cometa – e in teoria non dovrebbe esserci – analizza altre anomalie trae una conclusione chiara: anziché accapigliarci dovremmo trarre lezioni che giungono da altri mondi e avere l’umiltà, magari, di aggiornare le nostre conoscenze. Carina anche la chiosa: “Sono riuscito a parlare di un oggetto interstellare senza parlare di Avi Loeb e degli alieni! Mi do da solo una pacca sulla spalla”. Be’, però qui gli Alieni eccepiscono. Ecco comunque il link del suo articolo: cliccate qui.

 


Data articolo: Wed, 08 Oct 2025 16:57:57 +0000
ufo
Garry Nolan, lo scienziato che parla di Ufo: “E se fossero il frutto di intelligenza artificiale usata per esplorare ciò che capita sulla Terra?â€
Dal 24 al 27 ottobre Baveno, sul Lago Maggiore, ospiterà un simposio internazionale sui fenomeni anomali non identificati. Organizza la Sol Foundation, un “think tank†composto da esperti del mondo accademico e militare, fondato presso la Stanford University. Il suo obiettivo: indagare scientificamente il fenomeno degli oggetti volanti non identificati – qualcosa di sempre più […]

hq720Dal 24 al 27 ottobre Baveno, sul Lago Maggiore, ospiterà un simposio internazionale sui fenomeni anomali non identificati. Organizza la Sol Foundation, un “think tank†composto da esperti del mondo accademico e militare, fondato presso la Stanford University. Il suo obiettivo: indagare scientificamente il fenomeno degli oggetti volanti non identificati – qualcosa di sempre più ricorrente – e preparare l’umanità ad affrontare e a gestire certe situazioni. Tra i relatori ci sarà il professor Garry Nolan, uno dei fondatori della Sol Foundation ma prima di tutto eminenza della Scuola di Medicina della Stanford University. Parliamo di un ricercatore che ha pubblicato qualcosa come 300 articoli e che è titolare di 40 brevetti statunitensi. La particolarità è che un medico e uno scienziato che è appassionato di Ufo. Sui quali ha delle idee decisamente particolari. In vista del convegno di Baveno l’ha intervistato Robert Fleischer, giornalista, scrittore, video-maker.

Professore, perché uno scienziato si occupa di oggetti volanti non identificati?

“Sono sempre stato interessato a quelli che definirei i dati fuori dalla curva. Sono sempre stati i dati inaspettati e inspiegabili, nella mia ricerca quotidiana e nella ricerca sul cancro, mia principale occupazione, ad aver portato a importanti scoperte. Quanto agli Ufo, abbiamo fenomeni inspiegabili che ci accompagnano da almeno 80 anni, ma sappiamo che ci sono tanti casi che vanno indietro nel tempo, fino a migliaia di anni fa. La mia convinzione personale deriva però dall’esperienza personale. Quando ero ragazzino, ho visto un oggetto che mi è passato letteralmente sopra la testa la mattina presto. Ero un fattorino che consegnava giornali a Windsor, nel Connecticut, quell’episodio fu inequivocabile. Anni prima avevo già avuto interazioni particolari, ma ero troppo giovane per farmi un’idea di che cosa avessi visto. Quel fatto, abbinato ad esperienze di altre persone, mi portò a realizzare che molta gente aveva visto certe cose e le aveva contestualizzate: mi sono reso conto che aneddoti personali ed esperienze personali sono la stessa cosaâ€.

Lei era già professore associato alla Stanford University: non temeva il giudizio dei colleghi, dato che certi argomenti suonano un po’ strani nell’opinione pubblica?

“Potevo parlarne con loro: magari a volte facevano una battuta o ridevano. E’ stato in quel momento che ho capito che, se voglio davvero fare qualcosa per cambiare l’opinione delle persone, devo prima sottolineare e ricordare ai miei colleghi scienziati che porre una domanda non è sbagliato. Impedire alle persone di porsi la domanda è sbagliato. E quando si ha qualcosa di così importante come il fatto che l’umanità potrebbe non essere sola in questo grande universo che abbiamo, si ottengono due risultati. Il primo è che c’è un futuro per l’intelligenza, che non precipiteremo in un precipizio apocalittico in un momento futuro, ma anche che potremmo avere qualcuno da cui imparare qualcosa. E sapere che non siamo gli unici, quel senso di solitudine che potremmo provare potrebbe cambiareâ€.

C’è un secondo punto che desidera trattare.

“Sì. Sono anche una persona pratica, le oltre 40 aziende che ho fondato sono nate dall’osservazione della scienza e dei dati e dalla consapevolezza di come l’investimento pubblico in denaro dei contribuenti possa essere restituito attraverso la comprensione scientifica. Sembra che ci troviamo di fronte a tecnologie di migliaia, se non milioni di anni più avanti delle nostre. Se potessimo ricavare anche solo un briciolo di comprensione da queste tecnologie apparenti, non si potrebbe forse far progredire e aiutare l’umanità? La nostra civiltà si basa su granelli di silicio. Questa comprensione alimenta tutta l’intelligenza artificiale, che francamente sta per diventare un’intelligenza non umana proprio davanti ai nostri occhi. Quindi, se c’è un’opportunità per aiutarci a uscire dai vicoli ciechi nei quali ci stiamo cacciando, penso che dovremmo essere estremamente aperti ad accoglierla. Per me una delle più grandi opportunità e una delle più grandi sfide insoddisfatte è sapere se siamo soli nell’universoâ€.

Sul tema degli Ufo lei lavora anche per il governo degli Stati Uniti. Può raccontarci qualcosa?

“Sono stato contattato intorno al 2012 da rappresentanti della CIA e di un’azienda aeronautica: volevano che li aiutassi a comprendere i danni subiti da individui appartenenti al corpo militare e diplomatico. Mi hanno contattato non perché avessi una particolare esperienza con gli Ufo, ma perché il mio laboratorio utilizzava i migliori strumenti al mondo per le analisi del sangue. E stavano eseguendo esami medici completi su questi individui per cercare di capire cosa fosse successo loro e quali fossero le problematiche comune. Mi hanno mostrato i dati, senza obbligarmi a trarre conclusioni: “Che cosa ne pensi?”

E lei, appunto, che cosa pensò?

“La maggior parte di quei pazienti, circa 100, presentavano quella che oggi conosciamo come “Sindrome dell’Avanaâ€. All’epoca ho dunque visto le prime vittime di una patologia che ora è considerata una vera minaccia alla sicurezza nazionale, riconosciuta dal governo degli Stati Uniti. Erano individui che avevano avuto interazioni, a loro dire, con un velivolo di qualche tipo e che erano stati danneggiati – tra i vari aspetti osservati – da qualcosa che proveniva dai sistemi di propulsione del velivolo stessoâ€.

Quindi, lei è convinto che il governo degli Stati Uniti abbia già recuperato un velivolo precipitato di origine non umana?

“Farò attenzione a come lo dico. Posso esserne personalmente convinto grazie alle molte cose che ho visto. Non mi è permesso parlare di ciò che mi è stato mostrato in confidenza. Peraltro con la Sol Foundation abbiamo creato un recinto nel quale scienziati, accademici, laici, militari, diplomatici, tutti coloro che hanno esperienze o conoscenze personali su questo argomento, si riuniscono e ne parlano in modo maturo, professionale, scientifico e accademicoâ€.

Certi argomenti pongono anche problemi di comunicazione.

“Sicuramente. Che cosa significa in termini di teologia? Che cosa significa in termini di religione? Che cosa significa in termini di potenziale economico se alcune di queste tecnologie potessero improvvisamente entrare in scena? Immaginate se all’improvviso avessimo la possibilità di negare l’uso del petrolio: se la rendessimo pubblica immediatamente probabilmente distruggeremmo il mercato azionario per almeno un anno o due. Ci sono modi e modi per fare quello che chiamiamo “war gameâ€; bisogna capire come affrontare certe questioni senza infiammare o usare termini iperbolici per far emergere quella che è comunque una verità. Uno scienziato procede poi secondo convinzioni personali e ipotesi: tra le sue missioni c’è pure quella di convincere i colleghi di essere nella giusta direzione.       Sulla questione Ufo, partendo dal presupposto che il fenomeno è reale, servono almeno altre due domande: quali sono i tipi di dati che dobbiamo raccogliere? E senza essere troppo cospirazionisti, quali dati ci vengono nascosti dai governi e che sono necessari per svolgere il nostro lavoro?â€

Negli ultimi anni nella scienza è cambiato qualcosa grazie al movimento Open Source, dove i dati sono più facilmente condivisi.

“E’ arrivato al momento giusto, in un periodo in cui si parla di Intelligenza Artificiale. Non c’è un articolo che non dica che l’IA che stiamo creando è quasi la prima intelligenza non umana di cui stiamo discutendo. E si disserta su che cosa stia pensando e come stia pensando. Quindi l’umanità sta creando la propria intelligenza non umana, ma potrebbe già avere a che fare con qualcosa che rappresenta esattamente la stessa e analoga situazione. Quindi la discussione sulla IA aiuterà effettivamente il dibattito sull’intelligenza non umana, perché tutte le domande che ci poniamo sull’intelligenza non umana sono le stesse che stiamo già iniziando ad affrontare apertamente sull’intelligenza artificiale. Una su tutte: è cosciente? Forse ciò che vediamo in cielo non sono necessariamente degli esseri viventi che l’hanno mandato qui, ma la loro intelligenza artificiale che agisce come un esploratore avanzato per osservare che cosa sta succedendo sulla Terra e che cosa potremmo fare. E’ abbastanza chiaro che qualsiasi cosa che sia un milione di anni avanti a noi ha una visione storica più ampia e si rende conto che un giorno loro saranno i nostri veri vicini. Noi, quindi, forse dovremmo imparare a conoscerliâ€.

 

 

 

 

 


Data articolo: Tue, 30 Sep 2025 12:19:14 +0000
ufo
Dibattiti bUFI – 85 / E voi che cosa ne pensate di 3I/Atlas: cometa o minaccia aliena?
E’ indiscutibile che 3I/Atlas, il “coso” piuttosto strano e non ancora ben definito che è entrato nel sistema solare – sequel dei “compari” Oumuamua e Borisov – stia facendo parlare di sé, con varie declinazioni: cometa – o analogo oggetto celeste – oppure astronave aliena, magari con intenti minacciosi. Da mesi ne sentiamo di ogni […]

68c114c1bca6eE’ indiscutibile che 3I/Atlas, il “coso” piuttosto strano e non ancora ben definito che è entrato nel sistema solare – sequel dei “compari” Oumuamua e Borisov – stia facendo parlare di sé, con varie declinazioni: cometa – o analogo oggetto celeste – oppure astronave aliena, magari con intenti minacciosi. Da mesi ne sentiamo di ogni e tra l’altro siamo vicini al giorno – sarà il 3 ottobre – in cui l’oggetto passerà piuttosto vicino (si fa per dire) a Marte. Dato appunto che i pareri su questo visitatore divergono, o deciso di proporvene alcuni, linkando i siti che trattano l’argomento. Partirò da chi rilancia le tesi di Avi Loeb, lo scienziato ricercatore di Harvard che è il primo a pensare che  potremmo avere poco da stare allegri. Cliccate dunque qui per leggere.  A questo link si tratta invece dell’importanza del fly-by imminente di Marte, mentre qui si analizza perché desta sospetti. Su Astronomia.com (ecco il link) ci sono poi costanti aggiornamenti sul suo viaggio, mentre il sito Aerospacecue si sbilancia a sua volta sull’ipotesi della nave aliena (leggete qui). E come ultima cosa vi linko il gruppo di Facebook di Giorgio Tsoukalos ed Erich von Daniken dove il tema è trattato “ad abundantiam”; qui trovate tutto. Buona lettura e buoni commenti.


Data articolo: Thu, 25 Sep 2025 17:30:28 +0000
Warner
Gli Alieni “tornano†a sbarcare nella Nba: Victor Wembanyama protagonista del cartoon “Alien dunk†(sulle orme di Michael Jordan)
Gli Alieni sbarcano nella Nba. E va aggiunto un “di nuovo”. Precisazione: non sono scesi su un parquet del basket professionistico americano – magari un giorno lo faranno, chissà -, il riferimento va al cartoon “Space Jam” del 1996. Per chi non l’avesse visto o non lo ricordasse, questa è la trama così come la […]

Gli Alieni sbarcano nella Nba. E va aggiunto un “di nuovo”. Precisazione: non sono scesi su un parquet del basket professionistico americano – magari un giorno lo faranno, chissà -, il riferimento va al cartoon “Space Jam” del 1996. Per chi non l’avesse visto o non lo ricordasse, questa è la trama così come la racconta MyMovies: “Un extraterrestre decisamente cattivo ha bisogno di nuovi personaggi per il suo Luna Park. Rapisce così i principali personaggi dei cartoon Warner per portarli sul suo pianeta. Sarà un incontro di basket che si deciderà all’ultimo secondo a risistemare le cose. A guidare la riscossa dei personaggi animati un Michael Jordan in carne ed ossa attento a non farsi rubare la scena dai “disegni”.”. Detto che c’è stato poi un sequel con LeBron James protagonista (Space Jam, New Legends; ma qui gli extraterrestri non c’entrano), ecco che il tema alieno torna e entra nella figura di Victor Wembanyama, il giovane fuoriclasse francese in forza ai San Antonio Spurs. E’ in arrivo, infatti, la serie “Alien dunk” e lui sarà protagonista. Ecco come sarà nel racconto del sito di Sky Sport.

e00f89e43760b1843b833b8cd1162b66-kqH-U34201963799183yxH-656x492@Corriere-Web-SezioniIeri era arrivata la notizia di un suo cameo, ovviamente virtuale, all’interno della serie animata ‘Futurama’, e ora Victor Wembanyama sembra avviato ad avere un cartone animato tutto dedicato a lui. Stando a quanto riportato da ‘Variety’, infatti, PGS Entertainment e TF1 sono al lavoro su ‘Alien Dunk’, serie a metà tra la commedia e la fantascienza che ha al centro un personaggio modellato proprio sulle fattezze della giovane stella degli Spurs

Che Victor Wembanyama fosse un grande appassionato di fumetti e cartoni animati, specialmente nel genere della fantascienza, non è certo una novità, perché era stato proprio il giocatore a parlarne diffusamente in diverse occasioni. E, vista la crescente popolarità della giovane stella degli Spurs, questa passione non è passata inosservata nemmeno a chi nel settore opera da anni. Prima, per Wemby è arrivata la comparsata, ovviamente virtuale, all’interno della serie ‘Futurama’, creazione di Matt Groening, firma storica anche de ‘I Simpsons’, giunta alla sua tredicesima. E ora, in patria, PGS Entertainment e TF1 hanno unito le forze per dar vita ad un progetto che vede proprio Victor al centro. Il titolo della serie, ‘Alien Dunk’, porta già un chiaro riferimento al soprannome guadagnato da Wembanyama(l’alieno) grazie alle sue doti fisiche e tecniche mai viste prima. E il personaggio principale della serie animata che verrà prodotta in Francia a realizzata da STIM Studio, che in curriculum vanta titoli di fama mondiale come ‘Garfield’ e ‘Tom & Jerry’, si chiamerà proprio Victor e avrà le fattezze del giocatore di San Antonio. “Sono felicissimo di essere coinvolto in ‘Alien Dunk’†ha dichiarato Wemby, “soprattutto perché mette insieme due cose che amo: il basket e lo spazioâ€. La trama principale di ‘Alien Dunk’, infatti, vede Victor impegnato insieme alla sorella Eve in una lega intergalattica denominata ‘Starball League’ e dal cui risultato dipende il mantenimento della pace nello spazio. E, in attesa di giocare in giro per i pianeti, più modestamente Wembanyama intanto si prepara ad una stagione NBA in cui è atteso ad un ruolo da assoluto protagonista.

Data articolo: Thu, 18 Sep 2025 18:53:12 +0000
Usaf
Gli Ufo che respingono i missili, il dibattito al Congresso degli Stati Uniti e il convegno della SOL che sbarca a ottobre sul Lago Maggiore
Oggetti volanti grandi come campi da football, enormi velivoli sconosciuti sospesi sopra basi militari,  sfere luminose in grado di deviare missili senza esserne scalfite (ecco qui sopra il video, ormai diventato famoso in tutto il mondo). Si è parlato di questo nell’ultima audizione sugli UAP (Fenomeni Aerei Anomali) che si è tenuta a Washington. Chiamati […]

Oggetti volanti grandi come campi da football, enormi velivoli sconosciuti sospesi sopra basi militari,  sfere luminose in grado di deviare missili senza esserne scalfite (ecco qui sopra il video, ormai diventato famoso in tutto il mondo). Si è parlato di questo nell’ultima audizione sugli UAP (Fenomeni Aerei Anomali) che si è tenuta a Washington. Chiamati a deporre, due veterani dell’USAF, un sottufficiale della Marina in servizio (tutti testimoni oculari di qualche strano avvistamento) e un giornalista investigativo. Un argomento preso molto sul serio dai legislatori statunitensi, che fanno pressioni per avere tutte le informazioni in merito. Negli Stati uniti, una larga fetta dell’opinione pubblica è convinta che il Governo nasconda la verità sugli UAP e lo sono anche alcuni importanti esponenti dell’Intelligence, delle Forze Armate e del mondo accademico che si sono fatti avanti negli ultimi tempi. Alcuni di loro (come l’astronomo Jacques Vallée, l’astrofisica Beatriz Villarroel, l’ex contrammiraglio Tim Gallaudet, il colonnello dell’US Army a riposo Kark Nell) saranno in Italia, a fine ottobre, per rivelare tutto quello che sanno nel corso di un simposio organizzato dalla SOL Foundation, un think-tank californiano. L’evento si svolgerà a Baveno, sul Lago Maggiore, dal 24 al 27 ottobre: almeno 300 persone provenienti da Stati Uniti ed Europa hanno già prenotato un biglietto (questo il link) per seguire i lavori di questo singolare simposio che intende affrontare in modo scientifico un tema tanto controverso. «Ero seduto in cortile con due amici. Sopra casa mia, abbiamo visto un’enorme sfera luminosa di luce bianco-blu, ma sembrava solida e la luce non si irradiava da essa. La sfera poi ha accelerato dolcemente e l’abbiamo osservata per circa 40 secondi mentre si allontanava nel cielo notturno, diventando indistinguibile dalle stelle. Questi eventi hanno cambiato profondamente la mia vita e quella dei miei amici e colleghi». «Cinque militari, visibilmente turbati, hanno descritto un enorme velivolo rettangolare, più grande di un campo da football, rimasto sospeso in silenzio per circa 45 secondi prima di allontanarsi a una velocità incredibile». «Ho osservato, come provano anche i sensori di bordo,  quattro oggetti simili a un Tic-Tac, uno dei quali è emerso dall’oceano, e che poi si sono allontanati in modo sincronizzato senza alcun rumore e senza lasciare tracce convenzionali». Sono alcune delle affermazioni sorprendenti che sono risuonate nel Congresso degli Stati Uniti nel corso dell’ultima audizione incentrata su una tematica diventata urgente per i politici di Washington: ripristinare la fiducia del pubblico attraverso la trasparenza su tutto ciò che riguarda gli UAP (una volta chiamati UFO), proteggendo gli “informatori†che osano spezzare la consegna del silenzio. Davanti alla Task Force per la declassificazione dei segreti federali (istituita dall’Amministrazione Trump anche per portare alla luce decenni di misteri ed insabbiamenti sulla questione ufologica), si sono seduti in cinque: due veterani dell’Air Force, un sottufficiale in servizio della Navy, un noto giornalista investigativo e il consulente di un’organizzazione no-profit che vigila su corruzione, abusi di potere e illeciti compiuti dal Governo e protegge i cosiddetti “whistleblowersâ€.  Ma ecco chi sono e cosa hanno detto sotto giuramento (e negli Stati Uniti, su questo non si scherza…)  i principali testimoni. Jeffrey Nuccetelli, ex agente di polizia militare nell’USAF, ha parlato di cinque incidenti avvenuti tra il 2003 e il 2005 nella base aerea di Vandenberg (dalla quale si effettuano lanci spaziali): di uno di questi è stato testimone diretto, gli altri li ha indagati. Come il sorvolo sopra la base di un gigantesco oggetto volante (grande come un campo di football americano), di colore rosso, noto ora come “il Quadrato Rosso di Vandenbergâ€, osservato da molti militari, il 14 ottobre 2003. La sua esperienza personale, invece, sarebbe avvenuta mentre era fuori servizio, nel cortile di casa, con altri due colleghi. Insieme hanno notato una strana luce pulsante che si spostava in modo istantaneo da un punto all’altro del cielo, fino poi avvicinarsi al tetto dell’abitazione, mostrandosi come un oggetto solido, molto luminoso, ma che non irradiava luce. Dopo poco, la misteriosa presenza si è allontanata confondendosi tra le stelle. Per lui, farsi avanti come testimone è un modo per rivendicare il diritto del popolo americano di conoscere la verità su questo misterioso fenomeno. Anche Dylan Borland, ex specialista di Intelligence geospaziale per l’Aeronautica statunitense ed esperto nell’analisi di radar e video, ha raccontato un’esperienza personale che lo ha colpito. Mentre si trovava nella base militare di Langley, nel 2012, avrebbe visto da vicino un triangolo equilatero “dalla struttura fluidaâ€, lungo circa 30 metri, in volo sopra l’hangar della NASA. «Questo velivolo interferiva con il mio telefono, non emetteva alcun suono e il materiale di cui era fatto sembrava fluido o dinamico. Sono rimasto sotto questo velivolo triangolare per alcuni minuti, poi è rapidamente salito a livello di un jet commerciale in pochi secondi. Non mostrava alcun disturbo cinetico, suono o spostamento del vento». Per il suo lavoro di analista e il coinvolgimento in un Programma ad Accesso Speciale segreto, Borland ha affermato di aver acquisito una conoscenza diretta di velivoli e tecnologie non umane e per questo di aver subito ritorsioni e rappresaglie dai suoi superiori. Incredibile anche l’avvistamento di cui sarebbe stato testimone Alexandro Wiggins, sottufficiale di Marina. Il 15 febbraio 2023, mentre si trovava a bordo della nave da combattimento USS Jackson al largo della California, insieme ai suoi commilitoni ha visto un oggetto luminoso simile a un “Tic-tacâ€Â emergere dall’oceano per unirsi ad altri tre oggetti uguali. I quattro velivoli sconosciuti sono poi spariti simultaneamente, in modo quasi istantaneo, senza produrre boom sonici. Inoltre, secondo la sua dichiarazione depositata agli atti del Congresso,  gli intrusi non avevano alcuna forma visibile di propulsione e non hanno lasciato tracce (come gas di scarico o altro) nel cielo. Oltre che visivamente, questo incontro ravvicinato è stato confermato da vari sensori presenti sulla nave militare, dai tracciati radar e da un video ripreso quel giorno: Wiggins lo ha consegnato al regista Jeremy Corbell e al giornalista George Knapp, “per garantire l’esistenza di una documentazione accurata e di prima mano e per ridurre lo stigma per altri militari che potrebbero avere osservazioni simili.” Il video è stato mostrato in aula. Proprio George Knapp, capo reporter dell’emittente KLAS-TV di Las Vegas, era seduto vicino a lui, davanti alla Task Force presieduta dalla rappresentante Anna Paulina Luna. Knapp ha sintetizzato alcune delle sue inchieste principali, dai misteri dell’Area 51 alle operazioni segrete di retro-ingegneria su oggetti precipitati dalla tecnologia sconosciuta, fino agli X-Files dell’ex URSS: dopo 38 anni di indagini giornalistiche e centinaia di interviste, si è persuaso che sia tutto vero. «A convincermi sono state le enormi pile di documenti governativi che dipingono un quadro molto diverso da quello che viene raccontato al pubblico», ha scritto nella sua dichiarazione giurata. Il giornalista, poi, ha deciso di consegnare tutto il materiale ottenuto dal Ministero della Difesa russo al Congresso, per renderlo integralmente pubblico. Il deputato Eric Burlison ha poi mostrato un filmato radar di difficile spiegazione: si vede un missile Hellfire statunitense colpire un oggetto volante non identificato sopra l’oceano. Non solo l’oggetto non subisce danni, ma continua imperterrito la sua corsa mentre il missile viene deviato senza esplodere, come se rimbalzasse su una superficie impenetrabile. L’epIsodio a dir poco bizzarro è avvenuto il 30 ottobre 2024, al largo delle coste yemenite, quando un drone militare ha cercato (senza successo) di abbattere la sfera luminosa con un proiettile di 45 kg. A registrare la scena, un secondo drone. È questa la terza audizione sugli UAP che si svolge al Congresso americano in poco più di due anni, a dimostrazione dell’enorme interesse che la questione riveste Oltreoceano. È un argomento che viene preso molto sul serio, senza risatine e imbarazzi (come accade spesso da noi) anche grazie all’autorevolezza dei protagonisti di questa fase di disclosure: ex membri delle Forze Armate e dell’Intelligence, esponenti del mondo accademico e della cultura, personalità in vista del mondo civile.  L’obiettivo: comprendere la reale natura del fenomeno, indurre il governo a rivelare tutto quello che sa e prepararsi alle ricadute (in ambito tecnologico e scientifico, ma anche da un punto di vista umano, sociale e filosofico) che l’eventuale conferma di una presenza aliena comporterebbe. È questo lo scopo dichiarato anche della SOL Foundation, un’organizzazione fondata dal medico genetista Garry Nolan, dall’antropologo Peter Skafish (tra i pochi ammessi come pubblico all’audizione del 9 settembre 2025) e dall’imprenditore belga Jonathan Berte. Come ci rapporteremmo con il fatto che non siamo soli? Questa la domanda alla quale cercherà di rispondere la fondazione americana nel suo prossimo simposio che- per la prima volta- si svolgerà al di fuori del territorio statunitense, proprio per rimarcare il carattere globale del fenomeno che non conosce confini. Tra le molteplici sedi possibili, la SOL Foundation ha scelto l’Italia: questo incontro di altissimo livello si svolgerà infatti dal 24 al 27 ottobre sulle sponde piemontesi del Lago Maggiore, a Baveno. Tra gli ospiti più attesi, c’è sicuramente il celebre astronomo e ingegnere informatico francese Jacques Vallée che già negli Anni Settanta postulava l’ipotesi inter dimensionale: più che da altri mondi, questi oggetti volanti sconosciuti potrebbero arrivare da altre dimensioni. A lui si è ispirato il regista Steven Spielberg per il personaggio dello scienziato francese Lacombe nel film-cult “Incontri ravvicinati del Terzo Tipoâ€. Ci sarà poi l’astrofisica del NORDITA (Istituto Nordico per la Fisica Teorica), Beatriz Villarroel, che ha ottenuto una grande visibilità a livello internazionale per i suoi studi sui cosiddetti “transientiâ€, ossia oggetti celesti che appaiono e scompaiono nella volta celeste a distanza di breve tempo su lastre fotografiche scattate da vari osservatori astronomici prima che iniziasse l’era dell’esplorazione spaziale, quindi prima del lancio dei satelliti artificiali. Scartate tutte le spiegazioni convenzionali, la dottoressa è arrivata alla conclusione che quegli oggetti luminosi, immortalati nell’orbita terrestre, potrebbero essere prodotti di tecnologia non umana. Se così fosse, sarebbe la prima prova scientifica. Dagli Stati Uniti arriverà anche l’astrobiologo Jacob Haqq-Misra, ricercatore esperto del Research Blue Marble Space Institute of Science di Seattle. Il suo lavoro consiste nella comprensione dell’origine e della distribuzione della vita nel cosmo: studia l’abitabilità degli esopianeti, la vita extraterrestre e gli insediamenti spaziali.  Ma anche a Baveno si siederanno davanti al pubblico, per raccontare tutto quello che sanno, ex militari dall’illustre carriera, come il contrammiraglio in pensione Tim Gallaudet, già direttore ad interim del NOAA (l’agenzia nazionale americana per l’oceano e l’atmosfera), e il colonnello dell’USAF a riposo Karl Nell, che dopo gli anni nell’esercito (ha lavorato anche per il Comando Spaziale), ha ricoperto incarichi apicali all’interno di gruppi privati (come l’azienda aerospaziale Northrop Grumman). Entrambi, in virtù delle loro posizioni, hanno avuto accesso a informazioni riservate ai più. Ed entrambi, nelle loro esternazioni, ribadiscono che la cosiddetta “questione aliena†è reale. Di Karl Nell si ricorda la frase pronunciata a New York durante un evento pubblico: parlando di intelligenze non umane, già in contatto con noi, ha detto di avere “zero dubbiâ€Â in merito… Sarà presente, poi, anche Jake Barber, l’ex pilota USAF che sostiene di aver partecipato a operazioni di recupero di oggetti volanti non identificati. Insomma, all’appuntamento della SOL sarà possibile ascoltare i ricercatori più quotati, gli accademici più in vista, i militari meglio informati, le “gole profonde†più note. E tutto questo accadrà a Baveno, piccolo gioiello affacciato sul Lago Maggiore: già in trecento persone dall’America e dal resto d’Europa si sono prenotate sul sito della SOL Foundationi (a questo link) per questa insolita “tre-giorni†italiana. Tutti qui, non per sentir parlare di “omini verdi†o di astronavi marziane, ma per informarsi su un fenomeno sfuggente che- se si rivelasse reale- potrebbe trasformare per sempre il modo di intendere la nostra stessa esistenza sul pianeta e provocare un profondo shock culturale.

 


Data articolo: Fri, 12 Sep 2025 17:43:42 +0000
ufo
Dibattiti bUFI – 84 / Possibili le “firme†della vita: ma su Marte ci sono stati solo microbi?
Nelle scorse ore, dunque, è montata l’eccitazione per l’annuncio – con tutte le prudenze e le formule dubitative del caso – che su Marte esisterebbero le “firme” della vita. Ma se ho ben capito, solo relativa al passato e non al presente del Pianeta Rosso.  In ogni caso di parlerebbe di vita allo stato microbico. […]

Nelle scorse ore, dunque, è montata l’eccitazione per l’annuncio – con tutte le prudenze e le formule dubitative del caso – che su Marte esisterebbero le “firme” della vita. Ma se ho ben capito, solo relativa al passato e non al presente del Pianeta Rosso.  In ogni caso di parlerebbe di vita allo stato microbico. Bene, non faccio lo scienziato e non mi picco di diventarlo e non metto nemmeno il carro davanti ai buoi. Ma questo subito precisare che si tratterebbe al massimo di quella cosa lì, sempre che – una dei leit motiv della prudenza di cui sopra – siano esperiti ulteriori approfondimenti, mi fa cascare le braccia: sembra infatti che la scienza continua ad avere paura ad esplorare l’ipotesi che ci possa essere di più, ovvero che quelle tracce siano magari quel che resta di un qualcosa che in un tempo “ics” era ben di più di un microbo. Voi che cosa ne pensate? Apro il dibattito. Qui sotto vi passo il dispaccio con cui l’agenzia Ansa ha annunciato quando detto dalla Nasa. Qui invece l’articolo del collega Cosentino su Login di Corriere.it

68c193ba75f59“Oggi è un giorno emozionante: siamo un passo più vicini a rispondere alla domanda `siamo soli nell’universo?´”. In tempi di tagli al budget, alla Nasa non si
risparmia sull’entusiasmo per annunciare la scoperta di un nuovo potenziale indizio della presenza di vita microbica nel passato di Marte. “Forse il segno più chiaro di vita che abbiamo trovato finora”, sottolinea l’amministratore ad interim Sean Duffy, presentando i dati raccolti dal rover Perseverance nell’estate del 2024.  C’è voluto un anno di analisi e revisioni per arrivare alla pubblicazione dello studio su Nature, ad opera di un gruppo di ricerca internazionale al quale ha partecipato anche l’astrobiologa italiana Teresa Fornaro, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. I risultati fanno sognare i cacciatori di vita extraterrestre, ma non sono ancora definitivi: infatti serviranno ulteriori indagini per escludere del tutto l’ipotesi di un’origine non biologica ma puramente geochimica. Resta da capire come saranno condotti questi approfondimenti, dato che la Nasa sta ancora valutando come riportare i campioni marziani sulla Terra “in modo più economico e veloce” dopo i tagli imposti dalla Casa Bianca. La potenziale firma della vita marziana sotto la lente dei ricercatori è stata trovata durante il campionamento di rocce argillose che Perseverance ha condotto nel luglio 2024 nella cosiddetta formazione `Bright Angel´, un affioramento roccioso situato alla base del lato settentrionale dell’antica valle fluviale `Neretva Vallis´ che converge nel cratere Jezero. Le analisi sul campione denominato `Sapphire Canyon´ hanno rivelato la presenza di minuscoli noduli e granuli arricchiti di fosfato di ferro e solfuro di ferro.  Queste caratteristiche sono associate al carbonio organico e sembrano essersi formate dopo la deposizione dei sedimenti, in condizioni di bassa temperatura. Ulteriori analisi hanno rivelato che questi minerali sono concentrati in zone specifiche e non sono distribuiti uniformemente. La loro presenza in un simile contesto potrebbe supportare la loro classificazione come potenziali biofirme.  Questo genere di tracce potrebbe generarsi anche in assenza di forme di vita, per effetto di temperature elevate prolungate, condizioni acide e interazione con composti organici. Tuttavia, le rocce di Bright Angel non sembrano aver sperimentato temperature elevate o condizioni acide, e non è noto se i composti organici presenti sarebbero stati in grado di catalizzare la reazione a basse temperature. La scoperta è stata particolarmente sorprendente perché riguarda alcune delle rocce sedimentarie più giovani mai
studiate dalla missione, dunque Marte potrebbe essere stato abitabile per un periodo più lungo del previsto. O forse le rocce più antiche potrebbero contenere segni di vita semplicemente più difficili da rilevare. A questo punto sono tanti gli interrogativi aperti che non permettono ancora di trarre conclusioni definitive sulla
presenza o meno di vita su Marte, ammettono i ricercatori, ma l’amministratore della Nasa coglie comunque l’occasione per evidenziare la portata politica della scoperta. L’ha fatta il rover Perseverance,  “inviato su Marte durante la prima presidenza di Trump”, ed è frutto di decenni di studi che «sottolineano la leadership dell’agenzia spaziale statunitense». “Siamo impegnati in una seconda corsa allo spazio e la Cina vuole arrivare sulla Luna prima di noi, ma questo non succederà”, ribadisce Duffy. “Continueremo a essere leader nello spazio e porteremo l’impronta degli stivali americani anche su Marte”.


Data articolo: Thu, 11 Sep 2025 17:08:37 +0000
ufo
La storia di Jerry Freeman, l’antropologo curioso che ficcò il naso nell’Area 51
In giorni in cui torna d’attualità il desiderio di chiarezza sugli Uap /Ufo (martedì 9 settembre nuova udienza al Congresso Usa sul tema), torna d’attualità – riproposta da siti americani e in Italia rilanciata dal sito Newsroom – la vicenda di Jerry Freeman. Chi è Jerry Freeman, meglio chi era visto che è mancato nel […]

Sentinel-HomeyIn giorni in cui torna d’attualità il desiderio di chiarezza sugli Uap /Ufo (martedì 9 settembre nuova udienza al Congresso Usa sul tema), torna d’attualità – riproposta da siti americani e in Italia rilanciata dal sito Newsroom – la vicenda di Jerry Freeman. Chi è Jerry Freeman, meglio chi era visto che è mancato nel 2001? Era un antropologo che nel 1996 si infiltrò clandestinamente nell’Area 51 per sette giorni, cercando iscrizioni storiche dei pionieri del 1849. Finì invece per essere testimone di fenomeni misteriosi, incluse luci anomale e quello che lui descrisse come un portale inter-dimensionale. In prima battuta, cercando di entrare con un permesso speciale legato alla sua attività, fu respinto e invitato a lasciar perdere. Deciso a riprovarci, in qualche modo riuscì nell’impresa, rischiando peraltro grossi guai perché i custodi della base si sentirono anche presi per i fondelli oltre che costretti ad ammettere che non erano riusciti a fermarlo. Ricordo che gli Stati Uniti hanno ammesso l’esistenza dell’Area 51 – dove sono stati studiati e sviluppati velivoli supersegreti e dove sono stati condotti tanti test con esplosioni nucleari – solo a partire dal 2013. Anche questo mentire per decenni è un buon motivo per pensare che loro proprio su tante cose non la raccontano giusta. Ad ogni modo, la storia di Freeman, basata su un coraggio invidiabile e sulla voglia di curiosità, è interessantissima e in qualche modo si lega anche alle testimonianze del più famoso Bob Lazar (nei mesi scorsi ho pubblicato un post su di lui). Per  cui vi passo il link di Newsroom: cliccate qui.


Data articolo: Mon, 08 Sep 2025 12:47:39 +0000
ufo
Siamo manipolati dagli Alieni con il controllo mentale e con giochi di ruolo psicologici?
Impegnato in questi giorni all’Eurobasket, nel girone dell’Italia a Limassol, non ho molto tempo per buttare l’occhio sull’ufologia. Stamattina, peraltro, mi è arrivata un’altra newsletter dalla redazione di QuiBaseTerra, con un tema che reputo molto curioso e interessante: ovvero, gli Alieni – oppure realtà interdimensionali – riescono a manipolare persone e situazioni? Tra l’altro questo […]

Impegnato in questi giorni all’Eurobasket, nel girone dell’Italia a Limassol, non ho molto tempo per buttare l’occhio sull’ufologia. Stamattina, peraltro, mi è arrivata un’altra newsletter dalla redazione di QuiBaseTerra, con un tema che reputo molto curioso e interessante: ovvero, gli Alieni – oppure realtà interdimensionali – riescono a manipolare persone e situazioni? Tra l’altro questo è un argomento che in qualche modo rientrerà nel convegno che Spazio Tesla organizzerà il 12 e il 13 settembre a Torriglia – il luogo della famosa vicenda di Piero Zanfretta (che sarà presente) tra il 1978 e il 1981 -: il titolo della rassegna è infatti “Le porte dimensionali fuori e dentro di noi”. Ma eccoci come detto a quanto proposto da QuiBaseTerra, che ha rilanciato un articolo di Reddit. Ve lo giro così come l’ho ricevuto: nella prima parte c’è un’introduzione, segue l’analisi vera e propria di Reddit e per concludere ci sono alcune considerazioni/riflessioni. Buona lettura. 

7cd2bc69-046b-412b-ba90-e12d5922307d_228x236Il post seguente pubblicato su Reddit ed intitolato “Alien Manipulation 101” è un interessante punto di partenza nell’esplorazione delle teorie su manipolazioni aliene o interdimensionali nel contesto online, ma come spesso accade in questi ambienti, è bene mantenerne una lettura critica e ponderata. Il post si concentra su come gli alieni o entità interdimensionali manipolerebbero consciamente o inconsciamente le persone e le situazioni, con uno spettro che va da controllo mentale e giochi di ruolo psicologici fino all’influenza sulle percezioni delle vittime. Viene descritto uno scenario in cui le entità aliene avrebbero diverse fazioni, alcune dichiaratamente “benevole” ma difficili da distinguere veramente dalla manipolazione stessa. Un punto nodale è l’idea che gli alieni manipolerebbero l’ego umano, alimentandolo o alterandolo per mantenere il controllo o guidare gli eventi secondo la loro agenda, un meccanismo che si configura come una sorta di “gabbia psicologica”. Nel complesso, il post è una sorta di guida introduttiva su cosa aspettarsi da queste forme di manipolazione, sebbene mantenga un’incerta linea tra fatto e speculazione. Il dialogo tra credenti e scettici mostra un terreno di mezzo ricco di dubbi, suggestioni e autoreflessioni, che riflette più la complessità delle percezioni umane e della comunità stessa che non una verità definita sulle presunte manipolazioni aliene. Per chi approccia questi temi, è utile distinguere tra l’esperienza soggettiva e le prove oggettive, e riconoscere la natura spesso narrativa e speculative di molti discorsi su queste presunte entità.

L’estratto del post di Reddit

“…iniziazione, guida, controllo, reclutamento e punizione.

In caso di contatto aperto, impiantano immagini di stupore, luce e messaggi che sembrano profondi o benevoli, pur nascondendo motivazioni nascoste. Usano le sfere plasmidiche come esca per attirare le persone nelle indagini che amano fare sugli esseri umani. Dopo aver raggiunto una certa soglia, promettono ascensione, capacità telepatiche e partecipazione a un bene collettivo attraverso i sogni o direttamente come Chris Bledsoe. Sciocche nozioni sul Bene e sul Male o su una battaglia tra i due (vedi immagini, estratti molto simili dalla testimonianza di Linda Porters, la prima, e dal libro di Chris Bledsoes) e messaggi che suggeriscono che la vita terrena è insignificante rispetto ai regni superiori dell’esistenza.

Alla fine, gli esseri si fanno avanti, rivelandosi come la fonte delle esperienze precedenti. In questa fase si instaura un’interazione continua, un gonfiamento dell’ego e un elaborato gioco di ruolo tra fazioni: Gruppi alieni “benevoli” che pretendono di proteggervi da quelli “ostili”, mentre entrambe le parti rispondono in ultima analisi allo stesso programma. L’adozione di ideali umani familiari – pace, unità, progresso – e di teorie e lezioni che imitano gli insegnamenti spirituali solo per rimodellarli e adattarli alla loro agenda. Se vi accorgete del gioco di ruolo degli Arconti, abbandonano la finzione e passano alla coercizione, all’intimidazione e alla guerra psicologica.

Un’escalation di condanne e umiliazioni, studiata per abbattere l’autostima. Finti attacchi di cuore, esplosioni di adrenalina, incubi e “derelitti da camion”. Sovraccarico della mente con messaggi contraddittori, psicologia inversa e confusione deliberata. Estrarre quanta più energia emotiva possibile, nutrendosi di paura, timore e disperazione fino al crollo della loro influenza. Minacce vuote di morte, malattia o danni ai propri cari, che spesso si rivelano dei bluff, ma che creano comunque una profonda paura. Dopo di che mi hanno lasciato in pace, ma continuano a mostrarmi sfere di luce.

La loro strategia non si basa sulla forza palese, ma sull’infiltrazione del pensiero, delle credenze e della percezione. Diffidate delle false promesse di trasformazione, delle nozioni di corpo e luce e di qualsiasi messaggio apocalittico.â€

Critiche e dibattito nei commenti

I commenti sotto il post rivelano un mix di scetticismo, dibattito e supporto, con varie posizioni che emergono:

  • Scetticismo: Molti lettori mettono in dubbio la credibilità delle affermazioni, sottolineando la mancanza di evidenze scientifiche concrete e suggerendo che molte teorie siano frutto di interpretazioni fantasiose o paranoiche di fenomeni inspiegati.
  • Critica al metodo: Alcuni commentatori mettono in luce come queste discussioni spesso si trasformino in teorie autoreferenziali, dove ipotesi non verificabili generano altre ipotesi, rendendo difficile distinguere realtà, fantasia o manipolazione all’interno della stessa comunità.
  • Supporto e auto-consapevolezza: Altri commentatori accettano le tesi in modo serio, ma ammettono la natura complessa e sfumata delle esperienze, riconoscendo che la comunità spesso si confronta in modo emotivo e a volte contraddittorio, in un equilibrio tra credenza e razionalità.
  • Interpretazioni alternative: Vengono offerte spiegazioni più razionali per fenomeni simili (ad esempio, luci misteriose o percezioni alterate), invitando ad avere cautela nel prendere per vere le teorie presentate senza un adeguato rigore.

Data articolo: Tue, 02 Sep 2025 08:04:02 +0000
ufo
Quando è la nostra Torre di Babele a impedire la comprensione del fenomeno Ufo/Uap
E’ del tutto evidente che nel caso un giorno si riesca ad avere un contatto di massa con gli Alieni (detto e premesso che io ritengo che siano già avvenuti, e in vari modi, quelli “ad personam”), uno dei grandi problemi, se non il principale in assoluto, sarà quello della comunicazione. Non essendoci una lingua […]

E’ del tutto evidente che nel caso un giorno si riesca ad avere un contatto di massa con gli Alieni (detto e premesso che io ritengo che siano già avvenuti, e in vari modi, quelli “ad personam”), uno dei grandi problemi, se non il principale in assoluto, sarà quello della comunicazione. Non essendoci una lingua comune a tutti gli umani – secondo la Bibbia a causa della protervia della sfida a Dio mediante la costruzione della Torre di Babele – il punto chiave sarà trovare il sistema di farci intendere. Argomento vasto, con varie dissertazioni – c’è chi sostiene che la matematica possa avere questa valenza universale – e con approcci da varie angolazioni: una delle ultime, nel cinema, è stata la scrittura palindroma suggerita da Dennis Villeneuve in “Arrival”. Ma non si finirà mai di discutere sul tema e in proposito segnalo una bella e interessante riflessione che la redazione di Qui Base Terra ha registrato, riportando il pensiero di un’utente (Reddit LuciD FluX). In buona sostanza: se vogliamo fare un passo in avanti, concettuale e pratico (in vista di quel fatidico giorno), dobbiamo essere pronti ad accantonare i nostri strumenti mentali: inevitabilmente sono influenzati dalle nostre credenze e visioni del mondo e della vita.

Pieter_Bruegel_the_Elder_-_The_Tower_of_Babel_Vienna_-_Google_Art_Project_-_edited-500x366Lo scienziato cognitivo Donald Hoffman fa un’osservazione importante: le parole sono solo dei puntatori. “Bisogna fare l’esperienza di qualcosa prima che le parole possano indicarla. Qualunque sia la realtà, si possono solo fare dei puntatori ad essa, anche le nostre teorie scientifiche sono solo dei puntatori ad essa. E sono solo indicazioni di una prospettiva. Ciò che la scienza fa è fornire le descrizioni più rigorose che possiamo dare di una prospettiva e il fatto che possiamo fare tecnologia non significa che conosciamo la verità, ma che abbiamo una buona descrizione di questa prospettiva. La corrispondenza tra la descrizione scientifica e la prospettiva, non la verità ultima, la verità ultima trascende, ma la descrizione della prospettiva, ottenuta correttamente, permette la tecnologia”. Può sembrare ovvio, ma è una verità fondamentale. Le parole non sono la cosa stessa. Secondo la tradizione UFO, esistono diversi tipi e gruppi di NHI che interagiscono con noi, aggiungendo un ulteriore livello di complessità. Ciò è stato ora confermato dall’ufficiale dei servizi segreti e informatore David Grusch nella sua apparizione su Joe Rogan. Ciò significa che non solo stiamo applicando etichette diverse alla stessa entità, ma potremmo anche dare la stessa etichetta a tipi di esseri completamente diversi.

Prendiamo l’esempio di un incontro misterioso con un fenomeno sconosciuto:

  • Un cristiano potrebbe chiamare l’entità un demone.
  • Un musulmano potrebbe chiamarlo djinn.
  • Uno scienziato laico potrebbe chiamarlo semplicemente un’incognita

Stessa esperienza, linguaggio diverso. Ma se anche questo fosse fuorviante? Jacques Vallée ha sostenuto in Passport to Magonia che gli incontri UFO spesso rispecchiano il folklore più antico su fate, angeli ed esseri ultraterreni. Suggerisce che forse stiamo semplicemente descrivendo lo stesso fenomeno centrale attraverso vocabolari culturali diversi nel tempo. Poi, in Messaggeri dell’inganno, ha avvertito che queste intelligenze possono deliberatamente modellare il modo in cui si presentano, manipolando le nostre percezioni e incoraggiandoci a interpretarle attraverso la lente culturale con cui siamo più in sintonia. Quindi non solo le nostre parole sono solo dei puntatori (come dice Donald Hoffman), ma le stesse esperienze a cui quelle parole puntano potrebbero già essere distorte per progetto. Ciò significa che il nostro linguaggio potrebbe non solo essere limitato, ma anche complice dell’inganno.”

Concordo anche sulla riflessione conclusiva di QuiBaseTerra. “Quindi la Torre di Babele nella quale tutti noi viviamo ci impedisce alla fine di poter concordare con un linguaggio ed una simbologia concettuale comuni e condivisi su cosa sia il Fenomeno UAP perpetrando in questo modo divisioni, fazioni, credenze varie e aumentando così il rumore di fondo. Ciò consente a chi conosce maggiormente alcuni pezzetti di verità di poter continuare a tenerla seppellita senza condividerla, come sarebbe giusto, con il resto dell’umanità. Nel frattempo l’unica soluzione, in attesa di avere una lingua comune fra tutti i popoli della Terra, resta l’informazione e la condivisione di esperienze e conoscenze per aumentare la consapevolezza di non essere soli e di dover affrontare nel nostro percorso evolutivo la sgradevole ma necessaria uscita dal periodo adolescenziale della nostra specie. Ci riusciremo?”


Data articolo: Mon, 25 Aug 2025 13:11:50 +0000
ufo
Avi Loeb rilancia: “Ecco perché non è da escludere che 3I/Atlas abbia una natura tecnologica†(non di origine umana)
Pur essendo diventato il bersaglio delle critiche di tanti colleghi – chissà perché decisi a considerare fuffa quelle che sono ipotesi (e non assiomi) da lui elaborate sull’ormai famoso oggetto 3I/Atlas –, il professor Avi Loeb di Harvard continua a tirare diritto per la sua strada (peraltro con un rispetto verso le opinioni altrui che […]

Pur essendo diventato il bersaglio delle critiche di tanti colleghi – chissà perché decisi a considerare fuffa quelle che sono ipotesi (e non assiomi) da lui elaborate sull’ormai famoso oggetto 3I/Atlas –, il professor Avi Loeb di Harvard continua a tirare diritto per la sua strada (peraltro con un rispetto verso le opinioni altrui che non è reciproco e ricambiato). La delusione per una partita di calcio persa l’ha portato a concentrarsi ancora di più su questo “coso” apparso alcune settimane fa e la cui natura non è ancora chiarita con sicurezza. Il testo che ha voluto scrivere di suo pugno sul sito web personale e che qui propongo è parecchio impegnativo: vi avverto che non è semplice da seguire. Però è un documento che arriva a tre conclusioni chiare. La prima: 3I/Atlas sembra simile ai due precedenti oggetti interstellari che ci hanno fatto visita, 1I/Oumuamua e 2/I Borisov, La seconda, legata a una domanda: genera da solo la sua luminosità?. La terza: la potenziale origine tecnologica (quindi di derivazione non umana) è tutt’altro che da escludere, con buona pace di quella parte della comunità scientifica arroccata sulle sue certezze.  

This image of interstellar comet 3I/ATLAS was captured by the Hubble Space Telescope’s Wide Field Camera on 21 July 2025. The scale bar is labeled in arcseconds, which is a measure of angular distance on the sky. One arcsecond is equal to an angular measurement of 1/3600 of one degree. There are 60 arcminutes in a degree and 60 arcseconds in an arcminute (the full Moon has an angular diameter of about 30 arcminutes). The actual size of an object that covers one arcsecond on the sky depends on its distance from the telescope. The north and east compass arrows show the orientation of the image on the sky. Note that the relationship between north and east on the sky (as seen from below) is flipped relative to direction arrows on a map of the ground (as seen from above). This image shows visible wavelengths of light.

La migliore immagine finora disponibile del nuovo oggetto interstellare, 3I/ATLAS, è stata ottenuta dal Telescopio Spaziale Hubble il 21 luglio 2025. L’immagine mostra un bagliore luminoso, probabilmente proveniente da una chioma, che precede il moto di 3I/ATLAS verso il Sole. Non ci sono prove di una coda cometaria luminosa nella direzione opposta. Questo bagliore è stato interpretato come evaporazione di polvere dal lato di 3I/ATLAS rivolto verso il Sole. La Figura 3 dell’articolo di analisi (accessibile qui) mostra un profilo di luminosità superficiale del bagliore ripido con una pendenza di potenza proiettata di -3, che implica un profilo di emissività tridimensionale con una pendenza di potenza radiale di -4. Tale pendenza è più ripida di quella osservata nelle comete del Sistema Solare. Insieme al mio collega Eric Keto, ci siamo resi conto che la pendenza osservata di -4 è coerente con un modello alternativo in cui il flusso di polvere attorno a 3I/ATLAS è illuminato da una sorgente centrale. Questo modello tiene conto naturalmente del ripido profilo di luminosità, poiché la pendenza della densità del deflusso di -2 è accompagnata dal declino radiale del flusso di radiazione illuminante con un’ulteriore pendenza decrescente di -2. Se 3I/ATLAS genera luce propria, potrebbe essere molto più piccolo di quanto previsto da un modello in cui riflette la luce solare. Il modello di riflessione richiede un diametro fino a 20 chilometri, il che è insostenibile dato che la limitata riserva di materiale roccioso nello spazio interstellare può produrre una roccia così gigantesca solo una volta ogni 10.000 anni o più (vedi il calcolo nel mio articolo qui). Ieri sera si è tenuta la partita annuale di calcio tra docenti e studenti dell’Institute for Theory & Computation di Harvard, di cui sono direttore. Nonostante abbia segnato 2 gol per la squadra dei docenti, gli studenti hanno vinto 3 a 2. Deluso dal risultato, mi sono concentrato su 3I/ATLAS non appena mi sono svegliato la mattina seguente. Avi_Loeb_in_2023_02-500x605In primo luogo, ho calcolato che la luminosità di 3I/ATLAS deve essere dell’ordine di 10 gigawatt. In secondo luogo, ho capito che il profilo di luminosità ripido attorno a 3I/ATLAS implica che il nucleo domini la luce osservata. Questo deve essere vero indipendentemente dall’origine della luce. In altre parole, il nucleo domina l’emissione del bagliore circostante. L’interpretazione più semplice è che il nucleo di 3I/ATLAS produca la maggior parte della luce. Ho calcolato che il nucleo non può essere un emettitore termico con una temperatura superficiale effettiva inferiore a 1000 gradi Kelvin, altrimenti la sua lunghezza d’onda di emissione massima sarebbe stata superiore a 3 micrometri con un taglio esponenziale a lunghezze d’onda inferiori, incompatibile con i dati. A temperature effettive più elevate, la luminosità richiesta di 3I/ATLAS può essere ottenuta da una sorgente con diametro inferiore a 100 metri. Un emettitore luminoso e compatto renderebbe 3I/ATLAS di dimensioni paragonabili ai precedenti oggetti interstellari 1I/Oumuamua o 2I/Borisov, il che ha più senso rispetto alle dimensioni di 20 chilometri dedotte nel modello, dove riflette la luce solare. L’illuminazione solare non può spiegare il profilo ripido 1/Râ´ della luce diffusa, dove R è la distanza radiale dal nucleo. Questo perché un flusso costante di polvere sviluppa un profilo 1/R² che diffonde la luce solare all’interno dello stesso profilo di emissività. In questo modello, la luce solare dominerebbe l’illuminazione perché un nucleo roccioso rifletterebbe solo una piccola frazione dell’intensità solare da un’area molto più piccola della regione di 10.000 chilometri risolta nell’immagine del Telescopio Spaziale Hubble. Un’altra possibilità per il profilo di luminosità ripido è che l’alone di scattering sia costituito da particelle ghiacciate che evaporano mentre si muovono verso il Sole dal lato caldo di 3I/ATLAS rivolto verso il Sole. Questo spiegherebbe perché non c’è una coda di queste particelle di scattering. Il tempo di evaporazione richiesto deve essere dell’ordine di 10 minuti, ma non è chiaro se ciò porterebbe al profilo di luminosità 1/Râ´ osservato. Quale potrebbe essere la sorgente luminosa richiesta? Ho inizialmente calcolato che un buco nero primordiale con una temperatura di Hawking di 1.000 gradi Kelvin produrrebbe solo 20 nanowatt di potenza, chiaramente insufficienti per alimentare 3I/ATLAS. Una sorgente nucleare naturale potrebbe essere un raro frammento del nucleo di una supernova vicina, ricco di materiale radioattivo. Questa possibilità è altamente improbabile, data la scarsa riserva di elementi radioattivi nello spazio interstellare. In alternativa, 3I/ATLAS potrebbe essere un veicolo spaziale alimentato a energia nucleare, e la polvere emessa dalla sua superficie frontale potrebbe derivare da detriti accumulatisi sulla sua superficie durante il viaggio interstellare. Questa ipotesi non può essere esclusa, ma richiede prove più attendibili per essere valida. Insistendo sul fatto che 3I/ATLAS sia un oggetto naturale, si potrebbe considerare il caso ipotetico di un oggetto riscaldato dall’attrito con un mezzo ambiente. In questo caso, il flusso di quantità di moto della polvere che fuoriesce dall’oggetto deve superare il flusso di quantità di moto del mezzo ambiente nel sistema di riferimento a riposo dell’oggetto, la cosiddetta pressione di spinta ambientale. Altrimenti, il deflusso di polvere verrebbe soppresso dal mezzo ambiente. A cosa si riduce questa condizione? Considerando il tasso di perdita di massa (6-60 chilogrammi al secondo) e la velocità di espulsione della polvere (20-2 chilometri al secondo) dedotti dall’immagine del Telescopio Spaziale Hubble, ho calcolato che questo modello è marginalmente escluso. Inoltre, la densità del mezzo ambientale richiesta è maggiore di molti ordini di grandezza rispetto alla densità di massa del gas e della polvere zodiacali attraverso cui 3I/ATLAS viaggia mentre attraversa la fascia principale degli asteroidi. Questo ci porta a interpretare il profilo di luminosità attorno a 3I/ATLAS come originato da una sorgente luminosa centrale. La sua potenziale origine tecnologica è supportata dalla sua traiettoria finemente calibrata (come visualizzato qui e discusso qui). Si prevede che il nuovo oggetto interstellare 3I/ATLAS transiterà a una distanza di 28,96 (+/-0,06) milioni di chilometri da Marte il 3 ottobre 2025. Ciò offrirà un’eccellente opportunità per osservare 3I/ATLAS con la telecamera HiRISE vicino a Marte, uno dei sei strumenti a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter. Stamattina ho incoraggiato il team di HiRISE a utilizzare la loro telecamera durante la prima settimana di ottobre 2025 per raccogliere nuovi dati su 3I/ATLAS. La risposta è stata positiva. Sarebbe difficile osservare 3I/ATLAS dalla Terra nello stesso periodo, a causa della sua vicinanza nel cielo alla direzione del Sole. Più dati raccoglieremo su 3I/ATLAS, più ci avvicineremo alla sua natura.

Avi Loeb


Data articolo: Mon, 18 Aug 2025 14:52:21 +0000

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