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L'altra faccia della guerra e l'altro volto di Zelensky - Ucraina e Libia: due facce della stessa guerra e la Profezia di Gheddafi - Libia 2011, i crimini impuniti della Nato - Il sanguinoso conflitto in Iraq che pone l'occidente sotto accusa - Pillole di storia dell'Ucraina
#vita-digitale #digitale #corriere.it
Musica, dischi volanti, Alieni e cotillons. C’è un legame molto più solido e profondo di quanto si possa immaginare tra questi argomenti. E Paolo Toselli, esponente del Cisu (Centro Italiano Studi Ufologici) ma anche amico di lunga data del blog, ce lo racconta in un post nel quale si parla anche della bella iniziativa che si è appena aperta ad Alessandria e che durerà per tutto il mese di ottobre. Buona lettura.
Ricordate le cinque note utilizzate dai terrestri nel film “Incontri ravvicinati del terso tipo” per entrare in contatto con l’astronave extraterrestre? E il disco per grammofono, il “Golden Record”, contenente suoni e immagini della Terra, posto a bordo delle due sonde Voyager lanciate dalla Nasa nel 1977 verso lo spazio infinito? Non sappiamo se la musica sia il modo migliore per comunicare con ipotetici extraterrestri, certo è che il mondo della musica, sin dagli Anni 50, è stato influenzato dall’ipotesi di un contatto alieno. Pressoché ogni artista o gruppo musicale si è ispirato alle apparizioni di dischi volanti, marziani ed extraterrestri di vario genere e ha dedicato loro almeno una canzone. Anche la cosiddetta archeologia spaziale ha influenzato la “quarta arte”. Cerchi nel grano e alieni rapitori, oltre che nei testi, appaiono in numerosi video musicali. E che dire delle serate in discoteca pubblicizzate con immagini di dischi volanti e volti di alieni “grigi”? Ma ci sono anche gruppi che si sono battezzati in modo inequivocabile, come gli inglesi Ufo, gli statunitensi Foo Fighters e gli italiani Captain Mantell, oppure che si presentano con un outfit che rimanda a esseri di altri mondi, come i francesi Rockets. Persino Mina si trasforma in un’Aliena sulla copertina di “Piccolino”, l’album del 2011 e si ripresenta in tale veste ai comandi dell’astronave Opera negli spot della Tim per Sanremo 2018. E dieci anni dopo, per rimanere in tema, il promo del Festival vedeva una famigliola di Alieni che interpretava e ballava la canzone “Terra promessa” in linea con lo slogan “Tutti cantano Sanremo”. Poi ci sono artisti che potrebbero essere considerati loro stessi “alieni”, come David Bowie, Sun Ra, George Clinton, sino a giungere a quella complessa rete di segni e significati che sta alla base dell’Afrofuturismo, o al possibile legame tra gli extraterrestri e la musica hip hop, come raccontato, tra il serio e il faceto, in un libro del fumettista Dottor Pira. La fascinazione per l’immagine dell’”Alieno”, una volta rappresentato da divinità, demoni, angeli, fate, vampiri, mostri e una miriade di altre chimere, implica una fondamentale fascinazione per l’ignoto, il non identificato.
E anche la musica è fortemente coinvolta nella rappresentazione di questo immaginario e le tematiche che incarna. Sono centinaia le copertine di album e singoli (quelli che un tempo erano 33 e 45 giri), di ogni nazionalità e genere musicale, che riportano immagini di Ufo e creature aliene rappresentate secondo stereotipi che fanno ormai parte integrante della nostra cultura popolare, e in qualche caso riprese pari pari da fotografie o ricostruzioni di effettivi avvistamenti e incontri ravvicinati annoverati nella casistica ufologica internazionale. Per percorrere i sette decenni di “contaminazioni” aliene, il Centro Italiano Studi Ufologici (Cisu) propone presso il Museo Etnografico “C’era una volta”, Piazza della Gambarina, Alessandria, la mostra tematica “La musica dei dischi volanti – Suoni e parole intorno all’idea di alieno” visitabile sino al 30 ottobre. Ammirando la selezione dei numerosi vinili, Cd, spartiti e oggetti esposti, e approfondendo le loro storie, il visitatore dovrà ammettere che dischi volanti ed extraterrestri, qualunque sia l’opinione che si ha su di essi, ci accompagnano da tempo nel nostro quotidiano. L’Ingresso alla mostra è libero, tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.00, esclusa la domenica mattina. Su appuntamento, potranno essere disponibili visite guidate. I più curiosi sono invitati domenica 8 ottobre, alle ore 17.00, sempre presso il Museo, per la conferenza/dibattito “Una musica da Ufo!” con Danilo Arona e Paolo Toselli.
Segnalo quanto Maurizio Baiata riporta in un post sul suo account di Facebook.
Tim Burchett, membro della camera dei Rappresentanti per lo Stato del Tennessee, è appena uscito dalla audizione a porte chiuse sugli UFO/UAP che si sta tenendo a Washington, comunicando che la NASA e il Pentagono vogliono far eliminare l’emendamento che riguarda la questione UFO/UAP Disclosure. Il cover up si conferma e, anzi, trapela che anche a porte chiuse lorsignori fanno capire che è meglio che non si insista più di tanto in questo genere di richieste (la verità sugli UFO e su quanto gli USA di non terrestre hanno recuperato), pena pesanti ripercussioni. Grusch tra l’altro ha detto che già qualcosa è successo sia a lui che alla sua famiglia. Diciamo che lo hanno solo avvertito. Posso assicurare che non si tratta di fandonie o dicerie. Il Pentagono è la roccaforte dei segreti. Grazie ad Oliviero Mannucci per le informazioni in diretta.
Clicca qui per vedere il video incorporato.
Gironzolando nel mondo della rete, mi sono imbattuto in questo post di Hackthematrix che propone una lezione tenuta da John Lear, personaggio piuttosto noto e pilota della Cia in pensione. Nel corso della lezione, che potete seguire (ma in inglese) nel filmato Youtube che trovate sopra, Lear sostiene che ci sono le prove che sulla Luna abitano qualcosa come 250 milioni di individui (non umani, preciso). Questi personaggi si chiamerebbero Inhumans e vivrebbero sotto una cupola che nasconde una vera e propria città, Attilan. Vero? Falso? Ha bevuto troppo? E’ rintronato di brutto? A voi la facoltà di esprimere un parere. Il link per leggere il post è questo.
Jaime Maussan Flota è un ufologo messicano che di tanto in tanto fa parlare di sé. Appare, organizza anche grandi convention, dice la sua, scatena polemiche, sparisce per un po’, ritorna. Adesso è di nuovo alla ribalta perché si è preso la briga di presentare al Congresso del Messico due presunti “cadaveri alieni” che sarebbero stati rinvenuti a Cuzco, in Perù. Maussan ha fatto aprire due piccole bare nelle quali c’erano queste due salme di creaturine che tanti hanno ritenuto molto simili ai pupazzi realizzati da Carlo Rambaldi per ET di Steven Spielberg. Maussan ha precisato che l’Università Nazionale Autonoma del Messico ha già studiato questi esseri – risalenti a più di mille anni fa – usando l’analisi del carbonio 14. Ma ha anche aggiunto che non è stato ancora testato il Dna. E qui la questione si complica perché l’ufologo messicano qualche anno fa aveva esibito un altro presunto cadavere extraterrestre, la “Tiny Mummy” rinvenuta a Nazca: ma fu accertato che il Dna era umano, Insomma, meglio andare con i passi di piombo. Però Maussan, che sostiene che non siamo soli nell’Universo (e su questo mi sento di concordare, a occhio e croce), un risultato l’ha ottenuto: se ne sta parlando in tutto il mondo. Qui sopra trovate il video messo da Corriere TV.
Come ben ricorderete, nel maggio del 2022 è venuto a mancare un vero amico del blog, ovvero Gianni Favero, che per tutta la comunità di Mistero bUFO era Tigrino (nickname mutuato dal bellissimo gatto siberiano che aveva negli anni in cui ha vissuto a Mosca). Gianni era un appassionato “marcio” di Ufo e anche dopo il suo rientro in Italia, essendo andato in pensione e avendo lasciato l’incarico di “Russia Area Manager” per conto di un’azienda di una certa importanza, aveva continuato a coltivare la sua passione. Adesso i familiari, con un bellissimo gesto in sua memoria, hanno pubblicato l’ultimo libro che aveva finito prima che il male di cui soffriva se lo portasse via. Il libro si intitola “Gli Ufo in Russia” e segue fedelmente il manoscritto di Tigrino. La famiglia mi ha chiesto di scrivere la prefazione: l’ho fatto con molto piacere (e dispiacere, perché avrei preferito che pure lui la potesse leggere) e ho deciso, nell’invitarvi ad acquistare questo interessante documento editoriale, di proporvela qui. In memoria di un amico e di un ufologo vero.
Gianni Favero – che ci ha combinato il brutto scherzo di lasciarci – in realtà per me è stato Tigrino. Ovvero il soprannome che aveva scelto – in onore al bellissimo gatto siberiano che aveva a Mosca – per partecipare al blog Mistero bUFO, dal me condotto dal 2008 sul sito online del Corriere della Sera. L’amore per i felini – che condivido in pieno: il mio gatto attuale si chiama, non a caso, Alien – lo aveva fatto già partire con il piede giusto. Ma l’altra passione comune, quella per l’ufologia – la sua di più lunga data e coltivata con maggiore costanza rispetto a me – lo aveva sdoganato definitivamente, senza se e senza ma. Tigrino-Gianni (prima il felino, poi l’umano) aveva poi fatto di tutto per farsi apprezzare e per diventare un amico: fino all’ultimo la sua presenza nel blog è intensa e incessante e a me faceva piacere vedere che uno della prima ora non aveva perso un solo grammo dell’entusiasmo iniziale.
Poi Gianni/Tigrino si era dimostrato una persona generosa, leale, e sempre a disposizione: non raramente il ruolo di commentatore si era trasformato in quello di scrittore di post, in ossequio al principio che ho sempre voluto seguire, ovvero che il blog non è mio ma dell’intera comunità di Mistero bUFO e che chiunque può assumere una funzione diversa dal solito. Quanto alla competenza che aveva sulla materia, be’, non c’è molto da aggiungere: basta leggere i suoi contributi in tutti questi anni. Tigrino-Gianni, torinese di nascita (parlo dell’umano, in questo caso, non del gatto) era stato poi uno dei fondatori del Cisu (Centro Italiano Studi Ufologici), che per tanto tempo ha rappresentato un’alternativa al Centro Ufologico Nazionale prima che una sana alleanza, pur nel rispetto delle due identità, mettesse fine a una stagione di inutili battibecchi. Ma non è solo questa esperienza ad aver certificato la sua legittima appartenenza alla comunità ufologica: Tigrino-Gianni, infatti, nel quarto di secolo trascorso per lavoro nella Grande Madre Russia aveva coltivato il suo interesse per dischi volanti e Alieni arrivando a partecipare addirittura a un programma televisivo e mettendo il naso in documenti di un certo rilievo. Quindi se Tetricus (soprannome di un altro seguace del blog) è il “marzianologo” di Mistero bUFO, dal momento che tratta le questioni legate al Pianeta Rosso, Tigrino è stato il nostro “russologo” (o sovietologo, perché in fondo lui è sbucato dalla cortina di ferro e dall’ex Urss). In questo libro aveva riassunto con dovizia di dettagli tutti i grandi casi avvenuti nella Grande Madre (forse manca solo la vicenda di Tunguska, che secondo qualcuno non si lega all’impatto di un meteorite in quella foresta): li ha raccontati con precisione, in qualche caso realizzando di suo pugno lo schizzo per spiegare meglio i fatti. Il nostro amico, infatti, è stato un tipo che amava la precisione e che era ben documentato. E di lui colpiva la tenacia con cui portava avanti il desiderio che cessi l’evidente omertà sul tema degli Ufo e degli extraterrestri. Tornato in Italia, Tigrino non aveva mollato l’osso e continuava ad essere una vigile sentinella su quanto accade nel mondo degli avvistamenti. A volte gli rimproveravo, in modo bonario, sia chiaro, un eccesso di entusiasmo e di fiducia circa la possibilità che si arrivi alla fatidica disclosure (ammesso non ci sia già negli infiniti fatti accaduti e in certe vestigia che tappezzano la storia dell’umanità). Un po’ mi dava ragione e si placava, ma in breve tempo ripartiva lancia in resta con iniziative che potevano comprendere addirittura lettere ufficiali ai capi di stato, organi dell’intelligence, personaggi autorevoli. È questa disinteressata generosità – “Alla peggio non mi rispondono; ma se mi rispondono…”, osservava quando gli si faceva notare che forse era un illuso, circa le repliche dei potenti – a renderlo un personaggio unico e prezioso. Nessuno più di Tigrino meritava di incontrare gli Alieni e di poter essere testimone del più grande evento immaginabile.
A voler vedere, gli Usa in materia di Ufo stanno imitando – con gli aggiornamenti del caso, tecnologici e di comunicazione – l’iniziativa adottata nel 1978 in un governo presieduto da Giulio Andreotti. Quello fu un anno ricco di avvistamenti di oggetti non identificati (registrati anche casi di “flap”, ovvero di ondate di Ovni) e il premier incaricò l’Aeronautica Militare di essere l’interlocutore istituzionale per raccogliere, verificare e monitorare le segnalazioni. Creando un anno fa l’Aaro (All-domain Anomaly Resolution Office), ufficio del Pentagono incaricato di far luce sulla grande quantità di materiale acquisito in tema di fenomeni aerei ancora da spiegare, ha sostanzialmente fatto la stessa cosa. Ma da oggi c’è una novità: la divulgazione potrà avvenire via web e potrà coinvolgere pure ex dipendenti del Pentagono. L’indirizzo del sito è www.aaro.mil, ma al momento appare ancora in costruzione perché il via ufficiale è previsto per l’autunno. Il sito fornirà informazioni, compresi foto e video, sui casi risolti, man mano che verranno declassificati e approvati per la pubblicazione. Presente anche una sezione di domande frequenti, oltre a link a rapporti ufficiali, trascrizioni, comunicati stampa e altre risorse. Però qui arriva la prima domanda: perché dare un seguito a eventi già spiegati? Non sarebbe forse meglio mettere casi irrisolti, per alimentare il contributo alla loro risoluzione? Sarebbe logico, ma la spiegazione che viene data si lega da un lato all’intenzione di non divulgare fatti potenzialmente top secrete e dall’altro al concetto – non sempre sincero, anzi spesso un po’ ipocrita – di “garantire trasparenza nei confronti del popolo americano in merito al lavoro dell’Aaro”. La piena trasparenza, appunto, secondo noi ci sarebbe proprio mettendo sul piatto anche gli scenari dubbi, oltre che quelli risolti. Sembra quasi che da un lato ci sia la voglia di aprire, ma dall’altro quella di frenare: insomma, il già visto passo in avanti seguito da quello ritroso. Difatti, quasi a premunirsi rispetto a un possibile afflusso di grandi quantità di segnalazioni e domande, nella sezione “faq” del sito (risposte alle domande più frequenti), l’ufficio spiega di non aver ancora riscontrato la presenza di tecnologia extraterrestre. Inoltre fornisce una lunga lista degli oggetti che, pur avendo una funzione ben nota, possono essere presi per “non identificati”, come i satelliti o i droni. Questo rassicurare, peraltro, contrasta con le recenti dichiarazioni al Congresso dell’ex maggiore David Grusch e di altri due testimoni, Ryan Greaves (ex pilota della Marina) e David Fravor (ex comandandate della stessa Us Navy): i tre hanno dichiarato esplicitamente, e sotto giuramento, che Usa sono in possesso sia velivoli di tecnologia non terrestri e anche di corpi alieni. Un aspetto positivo nell’iniziativa di aprire un sito web però tutto sommato c’è. Gli ex dipendenti che segnaleranno casi potrebbero essere ricontattati per approfondimenti. Inoltre il Pentagono ha promesso nel futuro di offrire a tutti i cittadini la possibilità di inviare segnalazioni Ufo e di rispondere pubblicamente alle domande. Non resta che vedere, non senza porci un quesito: come mai, dopo anni di buio sul tema, anzi, addirittura di negazionismo, c’è questa accelerazione di interesse sul fenomeno degli oggetti volanti non identificati?
(questo testo compare anche nella sezione LOGIN del sito web del Corriere della Sera)
Nella callara di questi giorni di agosto mi sono sfuggite un paio di cosucce che vado a recuperare. La prima si lega al seguito del reperimento di quel meteorite molto strano al largo della Papua Nuova Guinea. Il buon Avi Loeb, lo scienziato filo-alieno di Harvard, ha dichiarato che entro 28 giorni ci sarà la prova dell’esistenza della vita extraterrestre. Lo ha dichiarato il 4 agosto, per cui, a rigor di calendario, dovremmo esserci. Non resta che aspettare i primi di settembre… L’altra questione, invece, ci riporta alla recente audizione al Congresso Usa. Le testimonianze illustri, come quella di David Grusch, hanno fatto perdere di vista altre uscite significative. Ad esempio, quella del giornalista George Knapp, secondo cui i russi si sono trovati a tu per tu con gli Alieni, che avevano preso il controllo di una base missilistica. Secondo Knapp gli extraterrestri, prima di rinunciare a qualsiasi azione, hanno puntato i missili contro gli Usa. Insomma: se fosse tutto vero si sarebbe rischiato un bel casino. Ad ogni modo, questa è la ricostruzione fatta dal Jerusalem Post, ripresa in Italia da Dagospia. “Gli Ufo sono stati a un passo dallo scatenare la terza guerra mondiale. Ne è convinto George Knapp, un pluripremiato giornalista di Las Vegas che da anni si occupa di Ufo. Knapp, in base a una testimonianza giurata al Congresso e ottenuta da Fox New, ha riferito che i russi avrebbero schierato aerei da combattimento per abbattere degli Ufo a seguito di un incidente che ha quasi spinto il mondo sull’orlo di una guerra nucleare globale. Nella testimonianza, Knapp ha affermato che i russi avevano condotto quella che potrebbe essere stata la più grande indagine sugli Ufo della storia. Ha detto di aver parlato con un funzionario militare russo, il colonnello Boris Sokolov, il quale ha affermato che ci sono stati non meno di 45 diversi incidenti in cui aerei da combattimento russi si sono scontrati con gli Ufo (in tre di questi incidenti, aerei russi si sarebbero schiantati provocando la morte di due piloti). Un incidente che ha sollevato campanelli d’allarme è successo in una base russa di missili balistici intercontinentali in Ucraina. Secondo Sokolov, gli Ufo “in qualche modo hanno preso il controllo del sistema di lancio”. Knapp lo ha descritto l’incidente come segue: “Gli Ufo sono apparsi sopra la base, hanno eseguito alcune manovre davanti a testimoni oculari sbalorditi e poi in qualche modo hanno preso il controllo del sistema di lancio. I missili erano puntati contro gli Stati Uniti. I codici di controllo del lancio sono stati in qualche modo inseriti e la base non è stata in grado di fermare quella che avrebbe potuto dare inizio alla Terza Guerra Mondiale. Poi, altrettanto improvvisamente, gli Ufo sono scomparsi e il sistema di controllo del lancio si è spento». Dopo questi incidenti, il ministero della Difesa russo avrebbe emesso un ordine di non intervento sugli Ufo che dovrebbero essere lasciati in pace poiché “possono avere incredibili capacità di ritorsione”. Tutto questo va contro le affermazioni degli Stati Uniti che dagli anni ’60 sostengono che gli Ufo sono innocui. “Dal 1969, la posizione dei nostri militari è stata che gli Ufo non rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale e non sono degni di ulteriori studi. Questo atteggiamento sprezzante è direttamente in contrasto con ciò che è stato rivelato in documenti, rapporti e promemoria interni”.
Clicca qui per vedere il video incorporato.
Questa sembra una vicenda chiarita e risolta – anche se con un certo spavento da parte di chi l’ha subìta -, ma ve la propongo ugualmente perché in questi giorni ha tenuto banco nella rete e poi perché sembra che la fantasia degli Umani (soprattutto se portati a delinquere) non conosca confine. I fatti riguardano un villaggio rurale del Perù, Ikitu, nella provincia nord-occidentale di Maynas: lo scorso 11 luglio (ma s’è saputo solo ben dopo) è stato oggetto, nottetempo, di uno strano attacco. Entità volanti e molto alte (almeno 7 piedi, dunque circa 2 metri e 13 centimetri), sono apparse ai poveri contadini e li hanno spaventati di brutto, tentando, addirittura di rapire una ragazzina di 15 anni. Vedendo questi esseri, corazzati come i folletti verdi che appaiono in Spider Man, dotati di scarpe strane e rotonde in grado di farli sollevare per aria, gli indios hanno subito pensato agli Alieni. “Ho anche provato a sparare due volte a uno di questi, ma non l’ho abbattuto” ha detto Jairo Reátegui Ávila, uno dei leader della comunità. Dopo una decina di ore – il tempo necessario per arrivare via acqua da Iquitos, la capitale del Maynas – sono giunti sul posto i poliziotti peruviani e alcuni militari della Marina. Le indagini svolte hanno portato a una conclusione che non ha nulla di alieno, anche se c’è comunque da stare poco allegri: gli autori della sceneggiata sarebbero infatti i pericolosi cercatori illegali d’oro che operano tra la Colombia e il Brasile. Si sono dotati di “jet packs”, gli zaini che consentono di volare, e grazie ad essi seminano il terrore. La morale della favola è dunque semplice: A) meglio avere a che fare con gli Extraterrestri, a occhio e croce; B) gli Alieni dovrebbero querelare, costituendosi come parte lesa in termini di immagine. (nota: nel filmato di Youtube trovate la prima parte di un notiziario televisivo dedicato all’episodio)
Nell’augurarvi buon Ferragosto, desidero passarvi una interessante riflessione del Cun (edita da Cun-press) perché in questo periodo ricorre l’anniversario – il settantunesimo, per la cronaca – dei famosi avvistamenti di Washington. E il passato si lega con il presente e con quanto si sta discutendo di questi tempi negli Usa.
“Mentre continuano i commenti sullo storico dibattito a Washington sugli Uap/Ufo, ricorrono in questi giorni gli anniversari dei sorvoli nel 1952 su Capitol Hill di dischi volanti-Ufo, acronimo coniato proprio in quell’anno per questi clamorosi episodi, meglio conosciuti come i “Caroselli su Washington”. Tali manifestazioni incominciarono il 19 luglio del 1952 alle 23.30 e poi sempre ripetuti nelle notti del 2 e 3 agosto, quando sugli schermi della base aerea di Edwards apparirono 7 echi radar, confermati anche dall’osservazione visuale di oggetti luminosi ovoidali. Grazie ai rilevamenti strumentali si è potuto calcolare la velocità che variava da 160/500 km orari, con accelerazioni superiori mach 10 con tali oggetti che effettuavano manovre evasive a quote e velocità diverse. Tali oggetti furono visti anche da numerosi cittadini, a testimonianza della realtà di questi avvistamenti. Furono allertate subito alcune squadriglie di caccia Lockheed F-94 Starfire che, giunte sul posto, tentarono invano di intercettare gli Ufo. Gli Ovni, infatti, scomparvero sia dalla vista dei piloti sia dai radar. Ci furono nella notte ripetuti tentativi di ingaggio, ma ogni volta gli Ufo riuscivano a non farsi intercettare. Tali episodi si ripeterono in più notti con le stesse dinamiche. Ricordiamo che il fenomeno è stato osservato e testimoniato da numerosi abitanti della città, dai piloti dei caccia e registrato dagli operatori radar dell’aeroporto civile di Washington e delle basi di Edwards, Andrews e Bolling. Siamo nel 1952 e certe manifestazioni tecnologiche erano impossibili per quei tempi. Eppure tali oggetti ancora oggi sono d’attualità: proprio in questi giorni il dibattito di Washington sta avendo una eco mondiale, con testimoni che in caso di dichiarazioni mendaci rischiano la Corte Marziale. Questi episodi, sia quelli del 1952 sia quelli più recenti, vengono confutati da alcuni team di scettici e interpretati come fulmini globulari o gabbiani, negando l’evidenza dei radar, delle testimonianze di esperti piloti militari e dei cittadini di allora, testimoni loro malgrado sui cieli della Capitale Usa dei fenomeni Ufo che ormai quasi da 80 anni compaiono nei cieli del pianeta
In tema di crop circles – argomento piuttosto controverso sul quale non riesco ad avere un parere definitivo – c’è un’interessante novità che giunge dal Messico. Nel Paese centro-americano è comparso un cerchio nel grano particolarmente strano: sembra un timer per un conto alla rovescia. Secondo il crop in questione mancano 55 giorni alla chiusura del cerchio. Il che potrebbe preannunciare un evento globale. In ogni caso è un cerchio fuori dal comune e se il conto alla rovescia dovesse essere vero e rilevante, il fatidico “D-day” sarebbe il 26 settembre 2023. A meno che alle spalle non ci sia la mano di un burlone e di uno scherzo comunque decisamente scenografico. A integrazione di questo fatto c’è un commento che l’ufologo Pedro Ramirez ha rilasciato su Twitter in appoggio alla foto, anche se non si sa bene se sia una sua riflessione o un qualcosa che gli è giunto e che lui ha girato. Il messaggio ha un taglio inquietante: “Ti avvisiamo! E’ un avvertimento a tutta l’Umanità!!! L’orologio degli eventi si sta scaricando”. Peraltro Ramirez aggiunge una postilla (“Non allarmarti, sei ancora in tempo. Te lo spiegherò nella mia prossima conferenza che si terrà a Città di Messico. E’ ora di credere…”) che lascia il forte sospetto che si tratti di un qualcosa di artificiale, costruito ad hoc. Dibattito aperto: che cosa ne pensate? Cialtroneria o vicenda credibile?