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Tutte le notizie da collettiva.it (CGIL)

#lavoro #sindacato #CGIL

News n. 1
Ex Ilva, nessuna risposta. Lo sciopero è solo l'inizio

Per il futuro dell'ex Gruppo Ilva non c'è "nessuna risposta", anzi "solo passi indietro". È il giudizio unanime dei sindacati Fim, Fiom, Uilm e Usb, che non hanno trovato a Palazzo Chigi la volontà che occorre per evitare che a breve lo stabilimento di Taranto possa vivere "una eutanasia" annunciata per mancata produzione. Una denuncia reiterata da anni, quella dei sindacati, che escono delusi dall'incontro di oltre un'ora con il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, il ministro delle imprese Adolfo Urso e il ministro del Lavoro Marina Calderone. Allo sciopero già annunciato per domani, 28 settembre, si aggiungeranno a breve altre iniziative: "Riuniremo il coordinamento e decideremo nuove mobilitazioni per ottenere una trattativa vera", dicono all'unisono. Lo stop di 24 ore è stato proclamato nello stabilimento di Taranto e coinvolgerà i lavoratori di Acciaierie Italia, quelli del sistema degli appalti e di Ilva in amministrazione straordinaria.

La Cgil nazionale sostiene pienamente lo sciopero di domani, tanto più dopo l'inutile incontro di oggi tra sindacati di categoria e governo, che ancora una volta ha dimostrato di non andare oltre le dichiarazioni di intenti e di non saper dare alcuna risposta sulla vertenza dell'ex gruppo Ilva”. Così il segretario confederale Pino Gesmundo alla vigilia dello sciopero.  

“Convocare un tavolo a Palazzo Chigi con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e tre ministri non ha alcuna valenza se non si affronta davvero la drammatica situazione che denunciamo ormai da molto tempo”, prosegue il dirigente sindacale. “Siamo di fronte a una fabbrica sottoutilizzata, i cui impianti versano in condizioni sempre più critiche e dove ogni giorno vengono messe a repentaglio la sicurezza e la salute dei lavoratori. E di fronte a una città - aggiunge Gesmundo - che ha bisogno di soluzioni urgenti sul fronte dell'inquinamento”.  

“Non servono sfilate o protagonismi da perenne campagna elettorale, occorre intervenire per salvare uno stabilimento che costituisce un asset strategico non solo per Taranto e per la Puglia, ma per l'intero sistema industriale del nostro Paese. Per questo – conclude il segretario confederale della Cgil – sosteniamo la mobilitazione di domani”. 

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 16:04:00 GMT
News n. 2
Violenza sulle donne, Cgil: reprimere non basta

“La violenza sulle donne è sì un'emergenza, ma di natura strutturale. I fatti di cronaca rappresentano solo la punta di un fenomeno molto più esteso e profondamente sommerso, che affonda le sue radici nella cultura patriarcale del nostro Paese. Proprio per questo, un approccio esclusivamente penale e repressivo del legislatore rischia di intercettare il fenomeno quando è troppo tardi e solo nelle sue rappresentazioni apicali”. È quanto ha dichiarato oggi Giorgia Fattinnanzi, responsabile delle Politiche di contrasto alla violenza e alle molestie di genere della Cgil nazionale, nell'audizione in Commissione Giustizia della Camera sull'esame delle proposte di legge recanti "Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”. 

“In quest'ottica, nel corso dell'audizione sul ddl dei ministri Roccella, Nordio e Piantedosi – ha affermato la dirigente sindacale – pur esprimendo apprezzamento per le novità introdotte e per gli aggiustamenti al Codice Rosso, abbiamo sottolineato la necessità di un approccio sistemico al fenomeno, così come indicato dalla Convenzione di Istanbul”.  

Il testo integrale dell'audizione Cgil

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 15:48:07 GMT
News n. 3
Nissan Italia, è sciopero dei somministrati

Sarà sciopero alla Nissan. Lo ha proclamato Nidil Cgil, a seguito dello stato di agitazione dei lavoratori somministrati Manpower, utilizzati da Nissan Italia Srl di Via Tiberina km 15.740 (Capena). Lo stop di 8 ore è indetto per il 29 settembre 2023, con presidio davanti ai cancelli dello stabilimento, a partire dalle 8.

“La protesta nasce da un uso fraudolento e un ricorso abusivo alla somministrazione da parte dell'utilizzatrice, in violazione alla contrattazione collettiva nonché della normativa nazionale e comunitaria - spiega in una nota il sindacato -. Risultano violati, inoltre, i limiti temporali del ricorso alla somministrazione: i lavoratori che sono impiegati nello stabilimento dal 2015 hanno ricevuto la comunicazione della cessazione della missione nel mese di luglio, nonostante lo stabilimento non soffra di nessuna crisi economica”.

Nidil Cgil “è al fianco dei lavoratori e delle loro famiglie – conclude la nota -, metteremo in campo tutte le forze per cercare di trovare una soluzione alla precarietà dei lavoratori”.    
    
 

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 15:38:28 GMT
News n. 4
Porti, Malorgio (Filt Cgil): la riforma tuteli il lavoro

“La riforma della legge 84/94 sui porti deve tutelare il lavoro portuale e la terzietà delle Autorità di Sistema Portuale con la propria natura pubblica non economica, in un'ottica di sistema portuale nazionale”. Così il segretario generale della Filt Cgil Stefano Malorgio, intervenendo in audizione alla Commissione Trasporti della Camera nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni, recanti misure per la valorizzazione del sistema portuale nazionale.

“Come proposte - ha detto Malorgio in audizione - pensiamo che servano maggiori poteri del Ministero dei Trasporti e della Conferenza nazionale di coordinamento delle Adsp per svolgere un ruolo di regolazione del mercato. Va introdotta una rappresentanza delle parti sociali, stipulanti il contratto nazionale dei porti, nei Comitati di gestione, serve il riconoscimento del lavoro usurante e gravoso e l'emanazione del decreto attuativo del fondo di accompagno all'esodo e del decreto attuativo sull'autoproduzione. Serve inoltre intervenire sulla sicurezza sul lavoro in un settore esposto a infortuni con un inaccettabile numero di morti sul lavoro ogni anno”.“Serve - ha detto infine Malorgio - un intervento incisivo presso la Commissione Europea finalizzato a un riesame del sistema operativo EU-ETS volto alla riduzione delle emissioni di gas serra anche al settore marittimo per prevedere delle misure transitorie in attesa di un regime globale per evitare un dumping tra i porti Ue ed extra Ue ma anche per rendere il sistema EU-ETS più efficace”.

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 15:29:20 GMT
News n. 5
Cosa c'è sotto al turismo

"Io vorrei un lavoro che quando torni a casa la sera non sei incazzata, stanca, distrutta. Che hai ancora qualcosa da dare a chi ti aspetta". "Io ho dovuto rinunciare al lavoro che era la mia passione, dopo anni di studio e di formazione, perché non arrivavo prendere mille euro al mese". "Quando ci hanno proposto di cambiare il contratto noi ci siamo fidate, poi ci siamo ritrovate senza 14esima, con straordinari e turni notturni abbassati. Più lavoro e meno soldi". 

Sono tre storie (testimonianze anonime, perché le lavoratrici hanno timore a esporsi) che raccontano cosa c'è troppo spesso "sotto" al turismo. Un settore fondamentale dell'economia italiana che vorrebbe, almeno a parole, puntare sulla qualità per attrarre sempre più clienti, ma che in realtà produce enormi quantità di precariato, sfruttamento e lavoro povero.

Il video è stato presentato oggi, mercoledì 27 settembre, in occasione della giornata mondiale del turismo a Spello, nell'ambito dell'iniziativa della Filcams Cgil di Perugia, "Umbria, terra di Santi e precari", conclusa dalla segretaria nazionale Filcams Cgil, Monja Caiolo.

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 14:50:34 GMT
News n. 6
Lavoratori contro, non vince nessuno

Si torna a produrre nel mattatoio di Baldichieri (Asti), ma non tornano a lavorare i 125 operai in presidio dal 7 agosto. Nello stabilimento sono entrati altri operai, prelevati da un sito dell'Emilia Romagna e pagati il doppio dalla proprietà. La tensione tra gli operai in picchetto dall'alba era alle stelle. I lavoratori da fuori regione sarebbero stati chiamati per macellare circa 500 maiali arrivati dopo il lungo stop causato dal presidio. L'azienda infatti rischierebbe di perdere “un cliente importante della grande distribuzione” che avrebbe già minacciato di rivolgersi ad altre aziende visto che è troppo tempo che mancano le forniture di carne.

Un ‘ritorno all'operatività' che i sindacati si preparavano a contrastare, quindi è stato organizzato un picchetto di protesta davanti ai cancelli. Restano invece da 'decifrare' le prossime evoluzioni della vicenda. Poiché, in assenza di personale addetto (sono tutti in sciopero davanti ai cancelli), l'azienda dovrebbe ricorrere ai servizi di una ditta esterna. La Flai Cgil comunica che il presidio proseguirà a oltranza: "Quando arriveranno, ci troveranno qui". Incontro domani pomeriggio, in Provincia, alle 15 alla presenza della Flai, del vicepresidente della Regione, Fabio Carosso e, in collegamento video da Torino, del presidente Alberto Cirio.

 

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 14:22:13 GMT
News n. 7
Agenzia Dire: Cgil, ritirare i licenziamenti

“La Cgil esprime solidarietà ai lavoratori dell'agenzia di stampa Dire, in sciopero oggi (mercoledì 27 settembre) dopo l'avvio della procedura di licenziamento collettivo per 15 giornalisti e 13 grafici. Chiediamo all'editore Valore di tornare immediatamente sui suoi passi”. È quanto si legge in una nota della Cgil nazionale.

“Questi professionisti, in quasi due anni di contratti di solidarietà, hanno garantito il loro impegno e affrontato considerevoli sacrifici economici, aggravati dal pagamento a singhiozzo degli stipendi, per salvaguardare i livelli occupazionali", prosegue la Confederazione: "Riteniamo illegittimi e immotivati i licenziamenti, e ci uniamo alla Slc e alle associazioni rappresentative dei giornalisti nel chiedere che vengano ritirati”. 

Inoltre, per la Cgil “la gravità di questa decisione è amplificata dal fatto che la procedura arrivi dopo un atto ostile da parte dell'azienda nei confronti dei componenti del Cdr, citato in un procedimento di mediazione con l'accusa di diffamazione per una nota pubblicata a luglio sul sito della Slc Cgil”. “Si ripristinino corrette relazioni sindacali”, aggiunge la Confederazione, ribadendo di “sostenere con forza lo stato di agitazione e lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 13:07:09 GMT
News n. 8
Turismo: Cgil, lavoro di qualità al centro del Piano strategico nazionale

“Rinnovo dei contratti nazionali, contrasto concreto a precarietà, illegalità e sfruttamento, le tre piaghe di questo settore, sono le priorità per ridare dignità alle lavoratrici e ai lavoratori del turismo e garantire occupazione di qualità in tutta la filiera”. Cgil nazionale e Filcams Cgil rilanciano oggi, in occasione della Giornata mondiale del Turismo, le proprie rivendicazioni: “Non può esserci turismo sostenibile e di qualità senza investire nella qualità del lavoro”. 

In Italia il turismo è in una grande fase di ripresa, ma a fronte di un aumento significativo dei flussi turistici, continuiamo a registrare precarietà e illegalità, e abbiamo affrontato la stagione turistica con 2,5 milioni di lavoratrici e lavoratori che attendono, da troppi anni, il rinnovo dei contratti collettivi nazionali.

In attesa dei dati relativi all'ultima stagione turistica, rileviamo che nel turismo e nei pubblici esercizi il 76% delle aziende è irregolare (338 su 445), con punte del 78% a Nord Ovest e del 95% a Sud. Sono 253 le aziende che per questo hanno subìto una sospensione (il 75% sul totale delle aziende irregolari). Anche il 34% delle posizioni lavorative è risultato irregolare (809 su 2364), di cui 458 in nero, il 57% sul totale dei lavoratori irregolari (dati INL, aprile 2023). La scarsa qualità del lavoro è rappresentata anche dalla diffusione del lavoro precario: lavoro a chiamata, stagionale, apprendistato, part-time involontario, part-time verticale ciclico, voucher. Ad esempio, nel solo settore alberghiero, il lavoro intermittente arriva quasi al 10% (98.462 lavoratori) e il part-time, nella maggior parte dei casi involontario, raggiunge il 54,4%. Dunque poche ore lavorate si traducono in stipendi molto bassi, resi ancor più inadeguati da un'organizzazione del lavoro spesso insostenibile, basata su una flessibilità esasperata che ha eroso i margini di una è possibile conciliazione dei tempi di vita e lavoro e che vede l'80% degli addetti al settore inquadrati ai livelli più bassi della classificazione del personale. Una condizione vissuta in particolare dai giovani, dalle donne e dagli stranieri, questi ultimi in crescita.

Per Maria Grazia Gabrielli e Monja Caiolo, segretarie Cgil nazionale e Filcams Cgil, “il Turismo, per l'estensione della sua filiera e l'importante indotto collegato, è la più grande industria italiana, ma ancora oggi la meno capace di esprimere buona occupazione”. Secondo le due dirigenti sindacali “occorrono politiche di settore e investimenti che rispondano alle specificità del settore e alle sue trasformazioni, accompagnati da politiche attive del lavoro e un sistema di sostegno che guardi ai bisogni dei tanti part-time involontari e ciclici e che riformi la Naspi per gli stagionali”.

“Inoltre, - proseguono Gabrielli e Caiolo - serve un intervento organico e coordinato tra le diverse competenze, centrali e regionali, che coinvolga le organizzazioni sindacali e di rappresentanza per giungere ad un modello di turismo che metta al centro il lavoro, la qualità dell'occupazione e la sostenibilità delle sue condizioni”.

“Prioritario su tutto, però, - concludono Gabrielli e Caiolo - la necessità di rinnovare celermente i sette contratti nazionali del settore, scaduti tra il 2018 e il 2021, così da restituire potere d'acquisto e condizioni di lavoro più dignitose. Non c'è Piano strategico nazionale per il turismo che non parta dalle reali condizioni di lavoro”.

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 12:29:00 GMT
News n. 9
Studenti: «Cara Meloni, sui posti letto non barare»

L'accusa? Aver scritto alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per chiedere la sospensione della rata del Pnrr destinata alla costruzione di nuovi posti letto. "Cara presidente Meloni, non abbiamo mai chiesto che quei soldi non ci venissero dati – rispondo i giovani dell'Udu, l'Unione degli Universitari – ma che venissero spesi bene".

E denunciano a loro volta: "I fondi del Pnrr erano vincolati alla costruzione di 7.500 alloggi nuovi, per il diritto allo studio. Il governo, invece, ha conteggiato alloggi privati preesistenti, dove una stanza può arrivare a costare tra gli 800 e i 1.000 euro al mese". Così non si fa, dicono gli studenti. Questo, si chiama barare. 

 

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 11:12:40 GMT
News n. 10
Ci mobilitiamo per ridare priorità al welfare

La via maestra ce la indica la Costituzione. La nostra Carta è stata pensata e scritta come “un patto di amicizia e fraternità” affidato a tutto il popolo italiano affinché ne sia “custode severo e disciplinato realizzatore”. Sono le parole di Umberto Terracini, presidente dell'Assemblea costituente. Ma “siamo stati all'altezza del compito? Abbiamo ripagato la fiducia riposta in noi dalla Costituzione?”. Questi i quesiti che si pone Luigi Ciotti nel libro “La speranza non è in vendita”, ai quali risponde: “a guardare il panorama attuale, è difficile rispondere positivamente”.

Eppure, la via maestra è chiaramente delineata dalla Costituzione e, almeno a parole, tutti ne sono convinti. Ma un conto è la retorica delle dichiarazioni di circostanza e un altro è l'impegno concreto a partire dal quale ognuno di noi può essere davvero custode severo e testimone quotidiano. Per questo è necessario mobilitarci, avanzare lungo una strada che solo se percorsa insieme può darci la possibilità di contribuire a costruire il bene comune.

Pensiamo ad esempio al welfare, una istituzione che ha lo scopo di garantire a tutta la popolazione i servizi indispensabili per consentire una vita dignitosa e responsabile, all'interno delle comunità. Nessuno vorrebbe vivere in un Paese che non ha un sistema di welfare strutturato ed efficace. Perché il rischio di diventare non autosufficiente, povero o comunque svantaggiato può colpire chiunque e tutti dovremmo contribuire a costruire un sistema di protezione che si prende cura di chi da solo non ce la fa.

Eppure, proprio mentre la società mette a rischio una crescente parte della popolazione (producendo nuove forme di emarginazione e di esclusione) il welfare pubblico è sempre più stravolto. Pensiamo alle gravi debolezze culturali e politiche con le quali viene affrontato il tema della tutela della salute.

Ormai da molti anni stiamo assistendo a un lento e continuo impoverimento della sanità pubblica, spesso presentato come inevitabile conseguenza della pesante situazione dei conti pubblici, ma in realtà espressione del disimpegno di gran parte dei governi, nazionali e regionali, che hanno aderito acriticamente al progetto di ridurre il ruolo dello Stato nella tutela della salute e di consegnare le persone fragili alle logiche del mercato. E ora, dopo la pandemia, vediamo tornare uno a uno, inesorabilmente, tutti quegli argomenti a favore di politiche di austerità che credevamo fossero state spazzate via dal Covid-19.

Lo stesso avviene nelle politiche sociali, un settore impoverito prima ancora di essere strutturato, ridotto a contare su bonus, carte acquisti e remunerazioni in natura, anziché su servizi di qualità programmati dagli enti locali.

Per questo partecipiamo convintamente alla manifestazione del 7 ottobre, per ridare priorità al welfare, aumentare la dotazione di personale, riconoscere remunerazioni e condizioni di lavoro adeguate, dare valore al lavoro di cura e restituire dignità alle persone in condizioni di bisogno.

Nerina Dirindin, Rete Salute Welfare e Territorio

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 11:05:05 GMT
News n. 11
Genovesi: «La via maestra è un futuro più giusto»

Il 7 ottobre è il giorno de "La Via Maestra", la mobilitazione organizzata da Cgil e oltre 100 associazioni, che scenderanno insieme in piazza per l'attuazione della Costituzione. Ne abbiamo parlato con Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea. 

La mobilitazione è stata lanciata da più di 100 associazioni e reti. Da anni la Fillea collabora strettamente con il terzo settore. Quanto è importante per un sindacato il rapporto con la società civile?
Il sindacato è parte della società civile, ma ovviamente è portatore di interessi specifici. La questione però è che i nostri interessi specifici, come difendere l'occupazione e la sua qualità, creare nuova occupazione stabile, difendere le tutele rappresentate dal welfare pubblico, sono oggi interessi fondamentali per la stragrande maggioranza dei cittadini, da qui la loro portata “generale”. Oggi in più nessuno può pensare che il futuro sia un ritorno a un modello di sviluppo passato, neanche quello dei gloriosi Anni 70, dove pure il compromesso tra impresa e lavoro era un compromesso avanzato. Oggi dobbiamo ripensare radicalmente cosa e come si produce, dobbiamo assumere il concetto di “trasformazione” generale: vale per le città, il costruito, vale per le relazioni sociali e produttive urbane, vale insomma per un superamento dell'attuale modello di produzione e relazioni sociali connesse. E se questo è vero, se dobbiamo puntare a una piccola rivoluzione per imbrigliare tecnologie e saperi e metterli a disposizione di un altro modo di pensare e pensarci, le alleanze sono fondamentali. Alleanze in alto e soprattutto alleanze in basso, con chi già prova a portare avanti esperienze e modelli diversi.

La filiera delle costruzioni è stata investita negli ultimi anni da grandi trasformazioni, eppure legalità e diritti, che sono le fondamenta della nostra Costituzione, restano sempre in discussione. Perché?
Perché le costruzioni mai come oggi sono al centro di quello scontro di modelli, di relazioni sociali, di strutture finanche di pensiero. Mai come oggi lo scontro è tra rendita e produzione, tra modello lineare ed economia circolare, tra lavoro povero e liberazione delle competenze e saperi. È uno scontro anche tra modelli organizzativi e modelli di impresa. E una parte datoriale resiste a questo cambiamento, continuando a scommettere sulla via bassa della competizione. Ma dove c'è via bassa, c'è il mancato rispetto dei Ccnl edili, orari massacranti, mancanza di investimenti e nanismo aziendale e finanziario. Allora si apre la porta all'illegalità, grande e piccola, alla guerra al sindacato, al ricatto occupazionale verso i più deboli, a partire dai migranti.

Tra le parole chiave dell'iniziativa del 7 ottobre c'è il lavoro stabile e di qualità. La sicurezza dei lavoratori, soprattutto di quelli edili, è legata a doppio nodo con la qualità dell'occupazione, e resta un nervo scoperto. Come bisogna agire?
Assumendo una volta per tutte, anche nel linguaggio mi verrebbe da dire, la questione che gli incidenti sul lavoro non esistono. Esistono omicidi sul lavoro, connessi all'organizzazione delle lavorazioni e dei cantieri, alla riduzione sempre più frenetica dei tempi, alla scarsa formazione, alla mancanza di investimenti in tecnologia, anche minimi. E serve allora aprire una grande vertenza su come i committenti tra massimo ribasso diretto, massimo ribasso mascherato, ricerca esasperata del profitto, portano i lavoratori edili a lavorare 10-12 ore al giorno, 7 giorni su 7. E tengono gli over 65 sulle impalcature, risparmiano sulla formazione e sui Dpi. Da tempo chiediamo di attuare la patente a punti prevista dal Testo unico sulla sicurezza, che è del 2008, da tempo chiediamo di introdurre l'aggravante di omicidio sul lavoro come oggi c'è quella per l'omicidio stradale. Da tempo chiediamo, non solo la Procura nazionale dedicata, ma un rafforzamento consistente dei presìdi di controllo e preventivi sul territorio che si chiamano ispettori, ma anche tecnici, medici del lavoro, ecc.

Un altro aspetto chiave dell'iniziativa è la transizione ambientale ed energetica, e anche qui le costruzioni si confermano un settore cruciale. A che punto siamo?
Siamo di fronte a una grande scommessa. Il 40% di tutto il Co2 prodotto e il 50% delle inefficienze energetiche in Italia sono da attribuire al nostro patrimonio, pubblico ma soprattutto privato, costruito in buna parte oltre 50 anni fa. Mai come oggi, anche alla luce della direttiva europea “case green” e degli obiettivi internazionali e del New green deal, rigenerazione urbana, efficienza energetica e messa in sicurezza antisismica e del territorio, creazione di lavoro e anche riduzione delle povertà sono facce della stessa medaglia. Come Fillea, nel giugno 2023 abbiamo presentato un manifesto politico sindacale al riguardo intitolato “Rigeneriamo la Città, Rigeneriamo il Lavoro, Rigeneriamo la Democrazia” con cinque proposte di merito. La prima presentata a luglio proprio per riordinare i vari incentivi per l'efficienza energetica. Una proposta che si rivolge solo alle prime case, solo a chi sta in classe energetica E,F,G, le più basse, e che vuole partire da condomini e periferie. Superando i limiti dei vari bonus passati, compreso il famoso 110%, ma continuando con più selettività ad accompagnare un settore che sul green sta cominciando a investire. Del resto, il Pianeta è questo e non ne abbiamo un altro, o li governiamo noi o se va bene li subiremo. Nel peggiore dei casi, queste filiere si fermeranno in Italia, condannandoci anche su questo settore a una via bassa, sociale, economica e ambientale.

Qual è la via maestra per la Fillea?
Costruire le condizioni per un nuovo patto tra lavoro, impresa, intelligenza e saperi, con uno Stato innovatore che accompagni le tante energie che ci sono in questo Paese. Perché solo insieme, con un ruolo di programmazione ma anche di intervento pubblico, con imprese che investono, con il lavoro che torna strumento di emancipazione e libertà, oltre che adeguato sostegno economico, potremmo affrontare le disuguaglianze crescenti. Non è solo un tema di giustizia, che pure è fondamentale, è anche un tema di riconquista da parte del “politico” di quello che è “economico”. In natura esistono delle leggi universali, come la gravità, ma il fatto che i ricchi siano sempre più ricchi e gli sfruttati, gli espropriati, i precari, gli alienati aumentino è invece frutto di scelte umane, di modelli, di relazioni sociali. La via maestra è cambiare questo approccio per cui “non ci sono alternative a questo modello”. No. Alternative possibili ci sono, sta anche a noi costruirle tutti i giorni, con più o meno gradualità, ma con un chiaro obiettivo di trasformazione in testa. Ecco, questa è la via maestra, costruire, certo con fatica, certo con contraddizioni, elementi concreti per avanzamenti concreti. Insomma l'importante non è partecipare, ma vincere cambiando ogni giorno un pezzettino di questa società.

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 09:46:00 GMT
News n. 12
«Il governo fa la guerra a pace e diritti»

Ci sono molte ragioni che hanno spinto l'Arci a promuovere, lanciare e organizzare, insieme a tantissime sigle associative e con la Cgil, la manifestazione nazionale a Roma del prossimo 7 ottobre “La via maestra - Insieme per la Costituzione”. La prima, più importante, è che il nostro Paese ha bisogno di ritrovare un comun denominatore, uscendo da una sorta di autismo diffuso e generalizzato che ha portato negli anni al disfacimento delle più elementari regole di convivenza civili. Autismo che ha indebolito complessivamente la tenuta dei diritti per tutte e tutti, mettendo a serio rischio anche i doveri propri dell'essere cittadino.

C'è bisogno di una presa di coscienza collettiva, la più unitaria e ampia possibile, che si assuma l'onere di dare una sveglia al Paese, soprattutto quello non rappresentato. Viviamo un tempo drammatico e pericoloso, in un sistema che genera guerra, collasso climatico, diseguaglianze estreme e crescenti, crisi della democrazia.

Dentro questa crisi di sistema anche il nostro mondo, e più in generale il terzo settore, sta rischiando una pericolosa deriva, snaturando di fatto il principio di sussidiarietà per come lo abbiamo conosciuto e indebolendo ulteriormente la funzione costituzionale dell'associazionismo libero e democratico fondato sul mutualismo.

Per affrontare queste sfide serve un forte progetto pubblico di un'altra società, fondato sulla pace e sulla cura, sulla giustizia climatica e sociale, sui beni comuni, sulla redistribuzione della ricchezza e sulla giustizia fiscale, sul lavoro, sul reddito e sul welfare pubblico, sui diritti sociali, civili, culturali, e delle donne, sull'accoglienza, sulla democrazia e la partecipazione. È il disegno iscritto nei principi fondamentali della nostra Costituzione.

Il governo Meloni, a un anno dal suo insediamento, va in direzione contraria, ogni giorno produce ulteriore diseguaglianza, frammentazione e contrapposizione sociale: fa guerra alla pace, all'ambiente, ai lavoratori e alle lavoratrici, al salario, al reddito, alle persone povere, alla salute e alla scuola pubblica, ai diritti sociali e civili, ai migranti e alle migranti, alle donne, alla comunità Lgbtqia+, alla democrazia e ai corpi intermedi.

L'autonomia differenziata e il presidenzialismo aggraverebbero tutti questi problemi e spaccherebbero in modo irreversibile la nostra società. Solo insieme possiamo dimostrare che esiste un'alternativa, e che realizzarla è possibile: facendo convergere le tante diverse culture e pratiche sociali, sindacali, culturali che ogni giorno agiamo nei nostri territori, nei luoghi di lavoro, nelle comunità locali, nelle nostre reti nazionali, europee e internazionali, nel lavoro quotidiano di milioni di persone per una società diversa, migliore e giusta.  Dimostrando così che è possibile non solo resistere, ma cambiare strada davvero.

Walter Massa, presidente Arci

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 09:04:42 GMT
News n. 13
Agenzia Dire licenzia, è sciopero

L'assemblea di redazione dell'Agenzia Dire ha proclamato lo stato di agitazione a seguito dell'avvio della procedura di licenziamento comunicato dall'azienda lunedì 25 settembre. I redattori hanno annunciato una giornata di sciopero per mercoledì 27 settembre, insieme a un pacchetto di sciopero di cinque giorni da utilizzare nel corso della trattativa, qualora le richieste non dovessero essere accolte.

I giornalisti dell'agenzia ritengono “inaccettabili e illegittimi questi licenziamenti, oltre che lacunosa e scarsamente motivata la stessa procedura avviata dall'azienda”, si legge nel comunicato dell'Associazione stampa romana. Per 28 lavoratori (15 giornalisti e 13 grafici), l'esubero arriva dopo quasi due anni di sacrifici, in cui hanno accettato il contratto di solidarietà per mantenere i livelli occupazionali e hanno visto pagamenti a singhiozzo in due soluzioni.

La procedura di licenziamento si inserisce in un clima di ostilità da parte dell'azienda, che a fine agosto “ha citato i componenti del comitato di redazione – continua la nota – in un procedimento di mediazione con l'accusa di diffamazione per una nota pubblicata a fine luglio sul sito della Slc Cgil e mai uscita sui notiziari o sul sito dell'Agenzia Dire”.

“Per questi motivi, l'Assemblea dei redattori chiede il ritiro immediato della procedura di licenziamento collettivo e dell'azione legale nei confronti della propria rappresentanza sindacale” conclude il comunicato del sindacato dei giornalisti, che delibera anche lo sciopero delle firme.

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 08:53:42 GMT
News n. 14
Pnrr, 83 miliardi a rischio

“La situazione è molto preoccupante: i ritardi nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono sempre più consistenti e continuano a cumularsi”. È netto il giudizio di Christian Ferrari, segretario confederale Cgil, al termine del confronto della cabina di regia sul Pnrr, che si è tenuto a Roma nella serata di martedì 19 settembre.

“Le misure che potrebbero non rispettare le tempistiche prefissate, e quindi a rischio fallimento - sottolinea il dirigente sindacale - risultano essere (anche dopo l'invio della proposta di revisione alla Commissione europea) ancora 78, con una dimensione finanziaria di oltre 83 miliardi, di cui 39 (il 47% circa) riguardanti interventi localizzati nelle regioni del Sud Italia”.

E c'è di più: “Sul totale delle 78 misure tuttora ‘critiche', ben 37 riguardano interventi infrastrutturali di competenza del ministero delle Infrastrutture, per un valore complessivo di 38,5 miliardi, di cui circa 20 destinati al Mezzogiorno”.

Ferrari ricorda che la Cgil “non ha condiviso le scelte del governo sulla revisione complessiva del Pnrr, perché prevedono un taglio di 15,9 miliardi e colpiscono principalmente progetti degli enti locali, molti dei quali già in fase di realizzazione. Si sono così stralciati interventi che riguardano la messa in sicurezza del territorio, la rigenerazione urbana, le aree verdi, la riconversione ecologica e l'efficientamento energetico. Ossia alcuni punti fondamentali, e per noi irrinunciabili, del Pnrr”.

Il segretario confederale Cgil evidenzia che “i territori più penalizzati sono quelli del Mezzogiorno. Rispetto al possibile ricorso alle risorse della coesione nazionale, per porre rimedio a questo definanziamento, il vincolo della concentrazione territoriale delle stesse rende oggettivamente complicato un eventuale utilizzo del Fondo nazionale per lo sviluppo e la coesione per finanziare gli interventi esclusi dal Pnrr, dal momento che, per questo fondo, sussistono previsioni normative che già riservano l'80% delle risorse a favore delle regioni meridionali”.

In questa chiave, per la Cgil è “indispensabile garantire, per evitare un saldo finale negativo per il Sud, sia il vincolo di destinazione di almeno il 40% delle risorse del Pnrr sia il carattere addizionale degli investimenti e degli interventi finanziati diversamente”.

Rispetto alla proposta del capitolo RepowerEU, la Cgil conferma la propria valutazione critica: “Le risorse stanziate sono concentrate sugli incentivi automatici, strumento che riteniamo non funzionale agli obiettivi che si vogliono raggiungere. Quest'impostazione, basata sulla sostituzione di investimenti pubblici diretti con incentivi fiscali alle imprese, rischia di compromettere il ruolo trasformativo che il Pnrr dovrebbe avere, a partire dalla transizione energetica, e di ridurre l'impatto finale sul Pil”.

Per Christian Ferrari, invece, serve “un piano industriale per programmare un processo di transizione verso una vera autonomia energetica, con una molteplicità di strumenti che proteggano, riqualifichino e creino capacità produttiva e lavoro di qualità nei nuovi settori strategici della transizione verde (fotovoltaico, eolico, idrogeno)”.

La Cgil, dunque, ribadisce le proprie le valutazioni critiche sul metodo di confronto adottato fin qui. “Continuano a essere negati – dice Ferrari – il ruolo del partenariato economico e sociale, in sede di monitoraggio e attuazione del Pnrr, e la governance partecipata prevista dall'ordinamento europeo e italiano. Anche questa riunione è stata intesa più come passaggio meramente rituale, per dimostrare formalmente di adempiere alle norme contenute nei regolamenti europei, che come occasione sostanziale per costruire partecipazione intorno agli obiettivi del Piano e alle soluzioni necessarie per superarne le difficoltà nella messa in opera. Manca in sostanza qualunque confronto preventivo e di merito e proseguono le decisioni unilaterali e comunicate solo successivamente, a fatto compiuto”.

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 04:51:19 GMT
News n. 15
Rispetto per i lavoratori del turismo

Mercoledì 27 settembre è la Giornata mondiale del turismo. Una ricorrenza istituita dall'Unwto, l'Organizzazione mondiale del settore, e celebrata per la prima volta nel 1980. L'obiettivo è ricordare che il turismo ricopre un ruolo fondamentale per lo scambio di persone a livello globale, permettendo il contatto tra culture, tradizioni, stili di vita differenti in uno scambio fertile che arricchisce gli individui e i Paesi. Ma non bisogna dimenticare che gli attori principali del turismo sono coloro che lo rendono possibile: i lavoratori. Proprio agli uomini e donne che operano nel settore la Filcams Cgil dedica una lunga campagna, "Mettiamo il Turismo SottoSopra", che attraversa l'Italia durante l'estate e non solo per chiedere il rispetto dei diritti. In occasione della Giornata mondiale 2023, abbiamo fatto il punto con la segretaria nazionale della Filcams, Monja Caiolo.

"La stagione estiva si è conclusa, ma la nostra campagna continua - esordisce -, stiamo andando in giro per l'Italia con i camper con un duplice obiettivo. Il primo scopo è raggiungere le lavoratrici e i lavoratori del turismo proprio nei luoghi di lavoro, parlare con loro, renderli informati dei diritti e quindi difenderli. L'altro obiettivo è portare alle istituzioni, nazionali e locali, la nostra proposta: un nuovo modello occupazionale per il settore, che va costruito attraverso la qualità del lavoro e condizioni dignitose". Il camper di "Mettiamo il Turismo SottoSopra" è partito il 15 giugno da Bolzano e ha toccato tutte le regioni d'Italia: "Per la Giornata mondiale siamo in Umbria e poi proseguiamo con molte altre tappe" (qui la pagina della campagna).

Precarietà e sommerso

Alla sindacalista chiediamo di fare un primo bilancio della campagna, considerando che ha attraversato tutta la penisola. Come sta il turismo in Italia a settembre 2023? "Nel nostro percorso abbiamo visto che quest'anno il turismo è in forte ripresa, il settore è tornato a crescere, tante strutture hanno registrato il tutto esaurito generando un fatturato importante - spiega Caiolo -. Non va così bene invece sul fronte del lavoro. Il dato che ci preoccupa veramente è quello dell'occupazione: nel turismo c'è una fortissima precarietà, la durata dei contratti stagionali già breve si è perfino accorciata rispetto al passato. C'è troppo sommerso: lavoro nero, grigio e forme di sfruttamento vero e proprio. Questo naturalmente va a incidere sulle condizioni dei lavoratori che non sono posti in una condizione di buona occupazione, dunque tendono ad allontanarsi dal settore e fare altro.

Rinnovare i contratti

Insomma il comparto è in sofferenza, questo si riflette direttamente su tutti quelli che ci lavorano. "Una sofferenza che aumenta per le condizioni insostenibili - aggiunge -, considerando che molte persone pur lavorando si trovano in situazione di povertà. È colpa di una serie di fattori: per primo le retribuzioni basse, con i contratti nazionali del settore scaduti che non vengono rinnovati. In tal senso le controparti datoriali dimostrano un atteggiamento dilatorio sugli aumenti salariali. Poi c'è il nodo delle condizioni di lavoro: mi riferisco al part-time involontario, verticale e ciclico, ma anche alla flessibilità eccessiva che impedisce la conciliazione dei tempi tra vita e lavoro".

Manca una politica di settore

La Giornata mondiale del turismo è un'occasione per rilanciare la questione. "Oggi accendiamo ulteriormente i riflettori su tutte queste criticità. Bisogna sottolineare anche che stiamo scontando un'assenza di politiche del settore e di politiche attive del lavoro, e qui entra in gioco il governo. Tra le nostre richieste c'è anche la riforma degli ammortizzatori sociali, a partire dalla Naspi. Le ultime modifiche hanno penalizzato gli addetti del turismo ancora di più, basti pensare che a fronte di un contratto trimestrale ora l'indennità copre solo un mese e mezzo. In una parola - conclude Monja Caiolo -, nella Giornata mondiale del turismo chiediamo rispetto. Il rispetto che meritano tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore”. 

Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 04:16:30 GMT
News n. 16
Gruppo Grancasa, raggiunto l'accordo

Raggiunto l'accordo sul passaggio dei 350 lavoratori e delle lavoratrici delle società del Gruppo Grancasa Spa a Ri.Ca. Gest Srl. L'intesa, siglata dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs e dalle due direzioni societarie, è l'ultimo atto della gestione di una crisi strutturale dello storico marchio del mobile con sede a Milano, passata dall'utilizzo di ammortizzatori sociali nel quinquennio mobile, a un accordo di ristrutturazione con il coinvolgimento delle banche presso il ministero, fino all'apertura della composizione negoziata della crisi d'impresa nel 2022.

Per i sindacati si tratta di “un risultato importante che, attraverso la continuità dell'attività, salva sostanzialmente tutti posti di lavoro alle medesime condizioni economiche e contrattuali”. “Con la sottoscrizione del verbale di Accordo per il trasferimento dei lavoratori dei punti vendita Grancasa a Ricagest (Risparmio Casa) - concludono le segreterie nazionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs - hanno voluto ridare ai lavoratori una speranza e una boccata d'ossigeno dopo anni difficili e complicati. I posti di lavoro sono finalmente salvi e attraverso incontri periodici di monitoraggio si effettueranno le dovute verifiche sul nuovo modello organizzativo”.

Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 18:52:35 GMT
News n. 17
Cgil: «Sui migranti basta politiche punitive»

“Il governo prosegue con politiche punitive, di accanimento contro chi scappa dalle guerre, dalle persecuzioni e cerca asilo in Europa, contro chi scappa da miseria, devastazioni ambientali e cerca accoglienza trovando invece trattamenti non dignitosi”. Ad affermarlo, poco prima del pre-consiglio e alla vigilia del Cdm che sembrerebbe prevedere una nuova stretta sui migranti, la segretaria confederale della Cgil Maria Grazia Gabrielli.

Per la dirigente sindacale: “La questione migratoria ha bisogno di ben altre risposte: a partire da una nuova governance europea, investendo su solidarietà e accoglienza, e dall'accantonare logiche securitarie rappresentate anche dai Centri di Permanenza per il Rimpatrio, i cosiddetti Cpr. Centri di limitazione delle libertà, in cui i migranti potranno essere trattenuti fino a 18 mesi”. È poi “ignobile e vergognosa” la clausola contenuta nel decreto attuativo del dl Cutro, secondo cui i richiedenti asilo per non essere trattenuti dovranno pagare una somma di circa 5mila euro. “Una misura indegna di un Paese civile”.

“Riteniamo sia indispensabile - aggiunge Gabrielli - depurare questo tema da tutti gli interessi di campagna elettorale e lavorare per un'equa redistribuzione dei migranti per assicurare così solidarietà e accoglienza”. “Anche per dire no al razzismo e sì a una società accogliente, il 7 ottobre saremo in piazza a Roma, insieme a oltre 100 associazioni, per una grande manifestazione nazionale”, conclude la segretaria confederale della Cgil.

Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 15:42:00 GMT
News n. 18
Servizi museali e biglietteria, revocato lo sciopero del 30 settembre

 Revocato lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori addetti ai servizi museali e alla biglietteria di tutto il territorio nazionale proclamato per il 30 settembre. Il Ministero della Cultura, al tavolo convocato con le organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UIltucs e Uiltrasporti, “ha rassicurato - recita il verbale di incontro - che saranno vagliati tutti i possibili strumenti atti a garantire i livelli occupazionali relativi alla ridefinizione delle forniture degli appalti di servizio con riferimento alle criticità in essere: Parco archeologico del Colosseo, Polo museale Regione Toscana, Paestum, Volterra”.

Le parti hanno inoltre istituito un tavolo permanente di confronto, fortemente sollecitato dai sindacati, per la gestione del piano di riorganizzazione del settore museale, con la programmazione di un fitto calendario di incontri che partirà il 9 e 24 ottobre, per poi proseguire il 6 e il 20 novembre.

Soddisfazione in casa sindacale. "L'auspicio – dichiarano Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti – è che il tavolo permanente di confronto riesca a risolvere le criticità che, allo stato attuale, persistono nei luoghi della cultura in Italia, salvaguardando i posti di lavoro e la professionalità di centinaia di lavoratrici e lavoratori che quotidianamente operano in questo importante segmento del turismo italiano». «Il confronto istituzionale - proseguono le quattro sigle - sarà anche l'occasione per tenere accesi i riflettori sulla situazione dei servizi in appalto, dove è sempre più cruciale garantire l'applicazione della clausola sociale nei cambi appalto, con la garanzia della continuità occupazione e dell'applicazione della contrattazione collettiva di riferimento".

"In sede di confronto istituzionale – concludono – sarà opportuno valutare anche gli effetti dell'introduzione della app AdArte per la prenotazione e l'acquisto dei biglietti che andrà a sostituire del tutto la biglietteria fisica e i suoi addetti negli istituti museali autonomi".

 

Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 15:08:00 GMT
News n. 19
Cgil: bene sentenza Tribunale Trento sull'Assegno unico

 "La sentenza del Tribunale di Trento che riconosce il diritto al percepimento dell'Assegno Unico e Universale per figlie e figli di una cittadina non Ue titolare di permesso di soggiorno in attesa di occupazione, è di fondamentale importanza non solo per il caso in specie, ma perché conferma la natura discriminatoria dei rigetti dell'Inps per richiedenti nella medesima condizione giuridica". È quanto dichiara la Cgil in una nota a commento della sentenza del Tribunale del capoluogo trentino, pubblicata il 19 settembre scorso, che accoglie il ricorso presentato dal patronato Inca Cgil con l'intervento di Asgi.

"L'Inps, che riteneva che la tipologia del richiedente in questione non rientrasse tra quelle che davano diritto al pagamento dell'assegno, ora dovrà emanare una nuova circolare - spiega la Confederazione - nella quale venga espressamente ricompreso il permesso di soggiorno in attesa di occupazione tra le fattispecie previste per il percepimento dell'Assegno e a rivedere tutte le domande analoghe rigettate. Per il giudice infatti - si sottolinea - la decisione dell'Istituto è da ritenersi discriminatoria in quanto viola il principio di parità di trattamento fra cittadini dell'Unione e stranieri soggiornanti in Ue titolari di permesso unico lavoro ".

"La Cgil saluta con estrema soddisfazione la sentenza, che conferma quanto da sempre da noi sostenuto", si legge infine nella nota.

Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 14:42:00 GMT
News n. 20
Pnrr: Cgil e Slc Cgil, ora incontri con Regioni e Comuni su reti ultraveloci e 5G

"Abbiamo appreso dalla stampa della recente sottoscrizione di un protocollo d'intesa siglato tra il Dipartimento per la trasformazione digitale, l'Associazione nazionale Comuni italiani (Anci), Infratel Italia e gli operatori Inwit, Vodafone, Tim e Openfiber interessati all'attuazione dei Piani operativi Italia a 1 Giga e Italia 5G previsti nell'ambito dell'Investimento 3 'Reti ultraveloci e 5G' del Pnrr. Ci sembra opportuno e necessaio, soprattutto alla luce dei dati che ci dicono che siamo in grande ritardo con l'attuazione dei Piani legati alla infrastrutturazione digitale del Paese". È quanto dichiarano il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario nazionale della Slc Cgil Riccardo Saccone in una nota congiunta.

Per i due dirigenti sindacali "tali ritardi vanno recuperati con urgenza, anche attraverso la velocizzazione dei processi amministrativi e autorizzativi. Non va in questa direzione la decisione di queste ore del Governo di rimandare la scadenza per gli interventi per la banda ultralarga nelle isole minori ".

"La trasparenza su tempi e modalità di svolgimento dei lavori e l'accessibilità delle informazioni rappresentano dunque un patrimonio prezioso - proseguono - a cui va aggiunto però anche il monitoraggio costante della qualità dell'impatto occupazionale che la realizzazione di queste opere determinerà sui diversi territori".

"Per questa ragione - concludono Gesmundo e Saccone - chiederemo di avere specifici luoghi di confronto a livello regionale e presso i singoli comuni. Le buone opere sono frutto di lavoro qualificato, questo per noi significa che la corretta applicazione dei ccnl rappresenta la conditio sine qua non per raggiungere gli obiettivi fissati. Ne va dello sviluppo del Paese, che passa attraverso la lotta alla precarietà e il rilancio della buona occupazione, come ricorderemo in tante e in tanti dalla manifestazione di Roma il prossimo 7 ottobre".

Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 14:37:00 GMT
News n. 21
La salute è un diritto, la guerra si ripudia

Emergency aderisce con forte motivazione alla manifestazione del 7 ottobre "La Via Maestra. Insieme per la Costituzione".
Abbiamo bisogno ancora una volta di resistenza, e di ribadire insieme l'urgenza di riprendere le redini salutari di questo Paese. Siamo un'organizzazione fondata sull'imperativo di cure gratuite e di qualità per chi ne ha necessità, e sull'imperativo di una cultura di pace, di cui abbiamo bisogno tutti.

La salute come diritto universale, il ripudio della guerra e il rispetto della dignità umana sono il nostro statuto etico, la nostra deontologia professionale da ormai 30 anni. Sono anche il contenuto di almeno 3 articoli della Costituzione.

L'articolo 32 recita: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti".

Emergency aderisce alla manifestazione del 7 ottobre perché i tagli fatti alla sanità sono l'indecente prologo di un'Italia candidata al corporativismo, e ai privilegi a scapito di tutti. Il sistema sanitario nazionale è minacciato da una sanità privata, e già piagato da una sanità regionale. Emblema sono i pronto soccorso a pagamento proposti dalla regione Lombardia: “il soldo” diventa il confine tra salute e malattia. Per noi, e per la Costituzione, la salute non è negoziabile ma è un diritto di tutti.

Articolo 11: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Emergency aderisce alla manifestazione del 7 ottobre perché il nostro vocabolario identitario continua a includere parole di guerra, che continua a essere l'approccio, il messaggio, la soluzione a cui pensiamo come Paese omettendo volutamente alternative di dialogo e diplomazia. Gli strumenti ci sono ma non vogliamo farne uso rifugiandoci in mentalità difensive, in tattiche guerreggianti prive di una strategia civile, che metta al centro le persone e non gli interessi di potere. Gli aumenti delle spese militari sono riproposizione su scala internazionale delle barricate che stiamo ergendo internamente a suon di decreti sicurezza, di accordi con Paesi che sono l'antitesi di porti sicuri, e atteggiamenti divisivi.

Articolo 10: "L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali".

Emergency aderisce alla manifestazione del 7 ottobre perché sostiene e riconosce la dignità di ogni individuo e rifiuta trattamenti discriminatori nei riguardi degli stranieri. Per noi “straniero” è termine arricchente e significa persona da accogliere e da includere, riconoscendone, e rispettandone, la diversità. L'avversione politica nei confronti dei migranti è dilagante, come dilagante è spesso la paura sociale. La Costituzione prevede codici etici differenti: l'ha previsto l'Italia del dopo-fascismo, e del dopoguerra; l'abbiamo previsto noi come popolo.

Nessuno è illegale, tutti hanno diritto di muoversi, e l'Italia ha il dovere di rispettare la vita e la dignità dei migranti adeguandosi alle convenzioni internazionali. Abbiamo bisogno di ritrovarci come comunità, di dimostrare che la società civile è vigile, e che rifiuta visioni anacronistiche. Riprendiamoci il senso di umanità e con esso quello di uguaglianza, di inclusione, di pari opportunità. La Costituzione è l'identità del nostro Stato, la nostra lingua, e dobbiamo darle voce.

Rossella Miccio, presidente di Emergency

Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 14:05:51 GMT
News n. 22
Ex Ilva, i giorni della verità

I due giorni della verità per conoscere il futuro di Acciaierie d'Italia saranno mercoledì 27 e giovedì 28 settembre. La presidenza del Consiglio ha infatti convocato per mercoledì 27 a Palazzo Chigi i rappresentanti dei sindacati metalmeccanici nazionali. L'incontro, richiesto urgentemente dai vertici di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, arriva alla vigilia dello sciopero di tutto il personale Ilva proclamato dai sindacati per giovedì 28.

Al tavolo con il governo si discuterà della grave situazione dell'azienda. “I ritardi sui pagamenti e il blocco delle commesse si traducono in un uso massiccio e prolungato degli ammortizzatori sociali”, denunciano i sindacati. Sotto accusa è la gestione dell'attuale amministratore delegato, definita “inaffidabile, che allontana potenziali clienti dall'azienda”. Nonostante i consistenti finanziamenti pubblici ricevuti in questi anni, continuano le organizzazioni sindacali, l'azienda “non è in grado di offrire condizioni di lavoro dignitose e si trova al collasso”. L'obiettivo è allontanare il rischio imminente di fermata degli impianti.

In occasione del road show organizzato da Acciaierie d'Italia a Taranto, lo sciopero di 24 ore di giovedì 28 vedrà il presidio di tutte le portinerie dello stabilimento e altre iniziative di protesta. “La mobilitazione - dichiarano Fiom, Fim e Uilm - intende ribadire la validità dell'accordo sindacale del 6 settembre 2018 che prevedeva un piano di investimenti mai concretizzatisi e stabiliva la clausola di salvaguardia e il reintegro dei 1.700 lavoratori in cassa integrazione da anni”.

Cgil, Cisl e Uil Taranto: risorse per la transizione 

Per i sindacati territoriali il caso dell'ex Ilva è emblematico della necessità di trovare “soluzioni che garantiscano la ripresa sostenibile del ciclo produttivo siderurgico con un serio e concreto progetto industriale e occupazionale. Una transizione quantomeno da iniziare e non solo da annunciare''.

La questione è da affrontare, però, in prospettiva di lungo periodo: “Il Pnrr, il Just transition fund, i fondi della coesione sociale, sono risorse pubbliche finalizzate agli investimenti sulla transizione, non strumenti per soluzioni di breve termine”.

Cgil nazionale: il governo sia protagonista

“Deve essere chiaro che quella dell'ex Ilva è una vertenza che ha valore nazionale”, spiega il segretario confederale Cgil Pino Gesmundo: “L'acciaio è un asset strategico per ogni paese industrializzato e che l'Italia non può e vuole dipendere esclusivamente da altri mercati. Rivendichiamo da tempo un maggiore protagonismo del governo e del ministero delle Imprese, in primis correggendo un'impostazione del management chiusa al dialogo con le parti sociali, in ragione dell'importante partecipazione pubblica che avviene con il denaro di tutti i cittadini”.

Per Gesmundo serve “chiarezza sul futuro industriale e sui processi di transizione ecologica. Lo si deve a migliaia di lavoratori che da troppi anni vivono una condizione di forte sofferenza e a un territorio che ha pagato un costo sociale e ambientale alto e non merita ulteriori penalizzazioni”.

Cgil Puglia: urgono risposte sul piano industriale

“Condividiamo e sosteniamo le preoccupazioni e le rivendicazioni di Cgil, Cisl e Uil di Taranto”, afferma la segretaria generale Cgil Puglia Gigia Bucci: “Per la Puglia il futuro dell'ex Ilva è fondamentale rispetto ai destini di quel territorio e dei lavoratori coinvolti: la sola vertenza delle acciaierie riguarda il doppio dei lavoratori coinvolti in tutte le vertenze aperte oggi sul tavolo della task force regionale per l'occupazione”.

Per Bucci occorre “dare risposte su un vero piano industriale, che rispetti gli impegni sui processi di transizione ecologica del siderurgico. In questo senso non aiutano silenzi e scelte incomprensibili del governo, come il taglio delle risorse per la decarbonizzazione previste nel Pnrr. Siamo al fianco dei lavoratori tutti, diretti e indiretti, e continueremo con forza a chiedere risposte dal management e dai rappresentanti istituzionali”.

Fiom Taranto: situazione disastrosa

Il segretario generale Fiom Cgil Taranto Francesco Brigati ha descritto le gravi condizioni in cui versa l'ex Ilva: “Mancano fondamentali interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, mentre sono fermi impianti importanti e la produzione dello stabilimento quest'anno ha raggiunto il record negativo”.

A maggio 2024 potrebbe esserci una svolta significativa, con Invitalia (che fa capo al ministero dell'Economia) che potrà entrare nel capitale sociale di Acciaierie d'Italia con la maggioranza pubblica. Per Brigati, però, “se non ci sono interventi prima, se non c'è un piano industriale, evidentemente si sta andando alla deriva”. Il messaggio al governo è chiaro: “Mai più un euro a chi dilapida risorse pubbliche per non investire sulla fabbrica e sui lavoratori”.  

Fiom nazionale: governo si assuma responsabilità

La convocazione del tavolo a palazzo Chigi era stata fortemente richiesta anche dal segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma. ''Abbiamo ricordato a Meloni tutta una serie di affermazioni: avevano detto che sarebbero entrati nel capitale con l'intervento pubblico e non è successo”, aveva ricordato nei giorni scorsi: “Avevano detto che avrebbero investito per fare l'ibridizzazione della produzione, l'Afo5, per rimettere in piedi la produzione industriale, e non sta succedendo. Questa è una responsabilità del governo e anche di ArcelorMittal”.

Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 12:53:23 GMT
News n. 23
Scuola, Flc impugna decreto dimensionamento

Come annunciato, la Flc Cgil ha impugnato davanti al Tar Lazio il regolamento attuativo delle disposizioni sul dimensionamento della rete scolastica previste dalla legge di Bilancio 2023. "Il piano di dimensionamento – si legge in una nota – è un vero e proprio taglio di risorse finanziarie e professionali a danno della scuola pubblica soprattutto nelle situazioni di maggiore disagio sociale e lavorativo. Determinerà il completo stravolgimento della rete scolastica, in particolare nelle regioni del Sud Italia. È infatti prevista, a partire dall'anno scolastico 2024/25, la soppressione di ben 651 unità di direzione amministrativa, con una forte diminuzione dell'organico Ata e il relativo aumento dei problemi di gestione delle scuole".

La Flc denuncia inoltre "la mancata volontà di una effettiva condivisione del piano in sede di Conferenza unificata da parte dei ministeri dell'Istruzione e dell'Economia, così come richiederebbe la legge. La trasmissione della bozza di decreto alla Conferenza unificata è avvenuta con notevole ritardo rispetto alla tempistica prevista, comprimendo così i tempi della discussione che vedeva l'assoluta contrarietà dei rappresentanti delle Regioni e degli enti locali a un'operazione sbagliata e in contrasto con le stesse priorità di miglioramento della qualità dei processi formativi, di lotta alla dispersione e sostegno alle aree del Paese in cui si registra maggiore sofferenza, evidenziate dal Pnrr".

"Questo piano va fermato. Le dimensioni delle scuole non devono superare i 900 alunni, le specificità territoriali e di indirizzo vanno salvaguardate, il tempo scuola e il personale vanno rafforzati. Si torni a discutere, con tutti i soggetti che partecipano alla programmazione dell'offerta formativa, di quelle che sono le misure necessarie ad una scuola di livello europeo".

Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 12:37:00 GMT
News n. 24
Contratto Aiop: Fp, 27 settembre presidio a Roma

Sciopero mercoledì 27 settembre delle lavoratrici e dei lavoratori delle Residenze sanitarie assistenziali del Lazio nell'ambito dello sciopero nazionale indetto da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. A partire dalle 10 si terrà una manifestazione a Roma, in via Oderico da Pordenone, davanti alla sede della Regione.

“Questa è una battaglia per la dignità di chi lavora ogni giorno per garantire cura e assistenza alle persone, di chi mette il proprio impegno e la propria professionalità a disposizione dei più fragili, di chi svolge un servizio pubblico senza che siano riconosciuti il giusto salario, i giusti diritti, le giuste condizioni di lavoro”, spiegano Giancarlo Cenciarelli (Fp Cgil Roma e Lazio), Giancarlo Cosentino (Cisl Fp Lazio) e Sandro Bernardini (Uil Fpl Roma e Lazio).

“Siamo di fronte a un'autentica vergogna, con l'associazione datoriale Aiop che in spregio agli accordi sottoscritti continua a negare il diritto a un vero contratto”, argomentano i sindacati: “Bisogna mettere la parola fine al dumping, ai contratti pirata e allo sfruttamento del lavoro. E riconoscere a tutti gli operatori delle Rsa un ccnl che sia sottoscritto con le organizzazioni sindacali più rappresentative e che garantisca i lavoratori”.

Cenciarelli, Cosentino e Bernardini continuano: “In questo duro confronto anche la Regione Lazio, cui fa capo il sistema sanitario regionale, non può rimanere chiusa nell'inerzia, ma al contrario deve assumere una posizione di garante delle regole”.

La Regione Lazio, chiedono Cgil, Cisl e Uil, da un lato “deve prendere iniziative per rivalutare tariffe e risorse per consentire a chi svolge da privato un servizio pubblico importante per la collettività, dall'altro deve assumersi la propria responsabilità e farsi parte attiva nella vertenza”.

Stiamo parlando, precisano i sindacati, di lavoratrici e lavoratori che “durante la pandemia hanno svolto un ruolo decisivo e pagato un prezzo altissimo per tutelare la comunità. Personale altamente qualificato che lavora in strutture private, ma rappresenta un pilastro decisivo del sistema pubblico, finanziato anche attraverso il bilancio regionale. Al presidente Francesco Rocca lo ripetiamo chiaro e tondo: niente accreditamento agli imprenditori disonesti che non rispettano i lavoratori”.

Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 12:05:22 GMT
News n. 25
Contratti del terziario, il tempo è scaduto

Tempo scaduto. Non è più rinviabile il rinnovo dei contratti nazionali del terziario, distribuzione e servizi, della distribuzione moderna organizzata e della distribuzione cooperativa, tutti scaduti nel 2019, applicati alla più vasta platea di lavoratrici e lavoratori del settore privato in Italia, con oltre 3 milioni di addetti impiegati nelle attività commerciali e nelle imprese di servizi.

Dopo la grande manifestazione intersettoriale unitaria del 21 luglio a Bologna, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs annunciano l'avvio di una vasta e capillare campagna informativa nei luoghi di lavoro e si dichiarano pronti a più incisive iniziative di protesta finalizzate a imprimere una svolta ai negoziati, connotati da forti criticità e viziati da una sostanziale indisponibilità delle associazioni imprenditoriali a individuare dei punti di caduta adeguati a fornire delle serie risposte, sia in termini normativi che salariali, alle lavoratrici e ai lavoratori.

Milioni di addetti che, recita un comunicato sindacale unitario, “hanno permesso alle imprese del settore di affrontare la sfida del Covid sobbarcandosi un carico aggiuntivo notevole in termini di rischio” e “che subiscono sistematicamente il disagio di lavorare nei giorni domenicali e festivi, sovente chiamati a garantire prestazioni sempre più flessibili a discapito della loro vita relazionale”. 

“Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Ancc-LegaCoop, Confcooperative-Consumo e Utenza e Agci-Agrital, pur rappresentando modelli di imprese assai differenti, - prosegue la nota unitaria - sono accomunate da un ingiustificabile disinteresse nei confronti di quanti lavorano alle dipendenze dei loro associati, che, dal 2022 in poi, sono costretti a misurarsi con un carovita fuori controllo e che pregiudica il loro potere d'acquisto. Le tattiche dilatorie, a quasi quattro anni dalla scadenza dei Contratti Nazionali, non sono più ammesse, tempo scaduto”.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, in particolare, puntano il dito contro “le richieste formulate da Confcommercio, finalizzate a ridurre scatti di anzianità, permessi retribuiti e 14° mensilità che vanno rimosse dal tavolo” e stigmatizzano “le proposte salariali avanzate da Federdistribuzione, Confesercenti e dalle Associazioni della Cooperazione di consumo, inadeguate a far fronte alla perdita del potere di acquisto dei lavoratori”, mentre “i redditi di chi lavora ristagnano e le condizioni materiali di vita di milioni di dipendenti a reddito fisso sono in caduta libera a causa della grave irresponsabilità dimostrata dalle associazioni imprenditoriali” nel lungo percorso negoziale.

Non solo. “Perseverare in atteggiamenti ostativi e porre delle pregiudiziali da parte delle associazioni delle imprese - è l'affondo dei sindacati - sta unicamente sortendo l'effetto di confinare i settori del terziario a un ruolo marginale nel panorama delle relazioni sindacali nazionali”.

La mobilitazione, si annuncia nel comunicato, si estenderà anche “nel rapporto con le singole aziende per porre quella che, a tutti gli effetti, è diventata una questione salariale che infesta i settori nei quali i contratti nazionali scaduti dal lontano 31 dicembre 2019 vengono applicati”.

“Da parte di Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Ancc-LegaCoop, Confcooperative-Consumo e Utenza e Agci-Agrital - conclude la nota unitaria - debbono giungerci risposte adeguate a soddisfare le legittime aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori; se così non sarà, toccherà alle lavoratrici e ai lavoratori mettere in campo una risposta adeguata per riconquistare i loro contratti collettivi nazionali”.

Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 11:51:00 GMT

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