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L'altra faccia della guerra e l'altro volto di Zelensky - Ucraina e Libia: due facce della stessa guerra e la Profezia di Gheddafi - Libia 2011, i crimini impuniti della Nato - Il sanguinoso conflitto in Iraq che pone l'occidente sotto accusa - Pillole di storia dell'Ucraina
#interventi #lavoro #territorio #CGIL
"Io vorrei un lavoro che quando torni a casa la sera non sei incazzata, stanca, distrutta. Che hai ancora qualcosa da dare a chi ti aspetta". "Io ho dovuto rinunciare al lavoro che era la mia passione, dopo anni di studio e di formazione, perché non arrivavo prendere mille euro al mese". "Quando ci hanno proposto di cambiare il contratto noi ci siamo fidate, poi ci siamo ritrovate senza 14esima, con straordinari e turni notturni abbassati. Più lavoro e meno soldi".
Sono tre storie (testimonianze anonime, perché le lavoratrici hanno timore a esporsi) che raccontano cosa c'è troppo spesso "sotto" al turismo. Un settore fondamentale dell'economia italiana che vorrebbe, almeno a parole, puntare sulla qualità per attrarre sempre più clienti, ma che in realtà produce enormi quantità di precariato, sfruttamento e lavoro povero.
Il video è stato presentato oggi, mercoledì 27 settembre, in occasione della giornata mondiale del turismo a Spello, nell'ambito dell'iniziativa della Filcams Cgil di Perugia, "Umbria, terra di Santi e precari", conclusa dalla segretaria nazionale Filcams Cgil, Monja Caiolo.
Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 14:50:34 GMTI due giorni della verità per conoscere il futuro di Acciaierie d'Italia saranno mercoledì 27 e giovedì 28 settembre. La presidenza del Consiglio ha infatti convocato per mercoledì 27 a Palazzo Chigi i rappresentanti dei sindacati metalmeccanici nazionali. L'incontro, richiesto urgentemente dai vertici di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, arriva alla vigilia dello sciopero di tutto il personale Ilva proclamato dai sindacati per giovedì 28.
Al tavolo con il governo si discuterà della grave situazione dell'azienda. “I ritardi sui pagamenti e il blocco delle commesse si traducono in un uso massiccio e prolungato degli ammortizzatori sociali”, denunciano i sindacati. Sotto accusa è la gestione dell'attuale amministratore delegato, definita “inaffidabile, che allontana potenziali clienti dall'azienda”. Nonostante i consistenti finanziamenti pubblici ricevuti in questi anni, continuano le organizzazioni sindacali, l'azienda “non è in grado di offrire condizioni di lavoro dignitose e si trova al collasso”. L'obiettivo è allontanare il rischio imminente di fermata degli impianti.
In occasione del road show organizzato da Acciaierie d'Italia a Taranto, lo sciopero di 24 ore di giovedì 28 vedrà il presidio di tutte le portinerie dello stabilimento e altre iniziative di protesta. “La mobilitazione - dichiarano Fiom, Fim e Uilm - intende ribadire la validità dell'accordo sindacale del 6 settembre 2018 che prevedeva un piano di investimenti mai concretizzatisi e stabiliva la clausola di salvaguardia e il reintegro dei 1.700 lavoratori in cassa integrazione da anni”.
Per i sindacati territoriali il caso dell'ex Ilva è emblematico della necessità di trovare “soluzioni che garantiscano la ripresa sostenibile del ciclo produttivo siderurgico con un serio e concreto progetto industriale e occupazionale. Una transizione quantomeno da iniziare e non solo da annunciare''.
La questione è da affrontare, però, in prospettiva di lungo periodo: “Il Pnrr, il Just transition fund, i fondi della coesione sociale, sono risorse pubbliche finalizzate agli investimenti sulla transizione, non strumenti per soluzioni di breve termine”.
“Deve essere chiaro che quella dell'ex Ilva è una vertenza che ha valore nazionale”, spiega il segretario confederale Cgil Pino Gesmundo: “L'acciaio è un asset strategico per ogni paese industrializzato e che l'Italia non può e vuole dipendere esclusivamente da altri mercati. Rivendichiamo da tempo un maggiore protagonismo del governo e del ministero delle Imprese, in primis correggendo un'impostazione del management chiusa al dialogo con le parti sociali, in ragione dell'importante partecipazione pubblica che avviene con il denaro di tutti i cittadini”.
Per Gesmundo serve “chiarezza sul futuro industriale e sui processi di transizione ecologica. Lo si deve a migliaia di lavoratori che da troppi anni vivono una condizione di forte sofferenza e a un territorio che ha pagato un costo sociale e ambientale alto e non merita ulteriori penalizzazioni”.
“Condividiamo e sosteniamo le preoccupazioni e le rivendicazioni di Cgil, Cisl e Uil di Taranto”, afferma la segretaria generale Cgil Puglia Gigia Bucci: “Per la Puglia il futuro dell'ex Ilva è fondamentale rispetto ai destini di quel territorio e dei lavoratori coinvolti: la sola vertenza delle acciaierie riguarda il doppio dei lavoratori coinvolti in tutte le vertenze aperte oggi sul tavolo della task force regionale per l'occupazione”.
Per Bucci occorre “dare risposte su un vero piano industriale, che rispetti gli impegni sui processi di transizione ecologica del siderurgico. In questo senso non aiutano silenzi e scelte incomprensibili del governo, come il taglio delle risorse per la decarbonizzazione previste nel Pnrr. Siamo al fianco dei lavoratori tutti, diretti e indiretti, e continueremo con forza a chiedere risposte dal management e dai rappresentanti istituzionali”.
Il segretario generale Fiom Cgil Taranto Francesco Brigati ha descritto le gravi condizioni in cui versa l'ex Ilva: “Mancano fondamentali interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, mentre sono fermi impianti importanti e la produzione dello stabilimento quest'anno ha raggiunto il record negativo”.
A maggio 2024 potrebbe esserci una svolta significativa, con Invitalia (che fa capo al ministero dell'Economia) che potrà entrare nel capitale sociale di Acciaierie d'Italia con la maggioranza pubblica. Per Brigati, però, “se non ci sono interventi prima, se non c'è un piano industriale, evidentemente si sta andando alla deriva”. Il messaggio al governo è chiaro: “Mai più un euro a chi dilapida risorse pubbliche per non investire sulla fabbrica e sui lavoratori”.
La convocazione del tavolo a palazzo Chigi era stata fortemente richiesta anche dal segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma. ''Abbiamo ricordato a Meloni tutta una serie di affermazioni: avevano detto che sarebbero entrati nel capitale con l'intervento pubblico e non è successo”, aveva ricordato nei giorni scorsi: “Avevano detto che avrebbero investito per fare l'ibridizzazione della produzione, l'Afo5, per rimettere in piedi la produzione industriale, e non sta succedendo. Questa è una responsabilità del governo e anche di ArcelorMittal”.
Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 12:53:23 GMTSciopero mercoledì 27 settembre delle lavoratrici e dei lavoratori delle Residenze sanitarie assistenziali del Lazio nell'ambito dello sciopero nazionale indetto da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. A partire dalle 10 si terrà una manifestazione a Roma, in via Oderico da Pordenone, davanti alla sede della Regione.
“Questa è una battaglia per la dignità di chi lavora ogni giorno per garantire cura e assistenza alle persone, di chi mette il proprio impegno e la propria professionalità a disposizione dei più fragili, di chi svolge un servizio pubblico senza che siano riconosciuti il giusto salario, i giusti diritti, le giuste condizioni di lavoro”, spiegano Giancarlo Cenciarelli (Fp Cgil Roma e Lazio), Giancarlo Cosentino (Cisl Fp Lazio) e Sandro Bernardini (Uil Fpl Roma e Lazio).
“Siamo di fronte a un'autentica vergogna, con l'associazione datoriale Aiop che in spregio agli accordi sottoscritti continua a negare il diritto a un vero contratto”, argomentano i sindacati: “Bisogna mettere la parola fine al dumping, ai contratti pirata e allo sfruttamento del lavoro. E riconoscere a tutti gli operatori delle Rsa un ccnl che sia sottoscritto con le organizzazioni sindacali più rappresentative e che garantisca i lavoratori”.
Cenciarelli, Cosentino e Bernardini continuano: “In questo duro confronto anche la Regione Lazio, cui fa capo il sistema sanitario regionale, non può rimanere chiusa nell'inerzia, ma al contrario deve assumere una posizione di garante delle regole”.
La Regione Lazio, chiedono Cgil, Cisl e Uil, da un lato “deve prendere iniziative per rivalutare tariffe e risorse per consentire a chi svolge da privato un servizio pubblico importante per la collettività, dall'altro deve assumersi la propria responsabilità e farsi parte attiva nella vertenza”.
Stiamo parlando, precisano i sindacati, di lavoratrici e lavoratori che “durante la pandemia hanno svolto un ruolo decisivo e pagato un prezzo altissimo per tutelare la comunità. Personale altamente qualificato che lavora in strutture private, ma rappresenta un pilastro decisivo del sistema pubblico, finanziato anche attraverso il bilancio regionale. Al presidente Francesco Rocca lo ripetiamo chiaro e tondo: niente accreditamento agli imprenditori disonesti che non rispettano i lavoratori”.
Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 12:05:22 GMT“Promesse finite nel fango”. Così Massimo Bussandri, segretario generale della Cgil Emilia-Romagna, il 22 settembre scorso in conferenza stampa, ha definito gli annunci del Governo sull'alluvione. A quelle parole non sono seguiti i fatti e resta incerto il futuro delle popolazioni colpite dal disastro. L'incontro con i giornalisti era stato convocato e trasmesso in diretta social per presentare la manifestazione che si sarebbe dovuta tenere oggi, martedì 26 settembre, a Roma, a due passi dal Parlamento. Era tutto pronto per la Cgil, centinaia di cittadini avevano già il viaggio organizzato, con l'obiettivo di arrivare a due passi dai palazzi del potere e far sentire la propria voce. Poi la morte del Presidente emerito Giorgio Napolitano e i funerali di stato previsti proprio per questa mattina hanno fatto slittare la protesta a data da destinarsi. “La manifestazione di martedì 26 a Roma – si legge nella nota diffusa anche sui social - è stata annullata a causa della concomitanza dei funerali di stato del presidente emerito Giorgio Napolitano. La mobilitazione non si ferma, ma proseguirà in altre forme e modi che saranno comunicati presto!”
I temi restano tutti lì sul tavolo. “La promessa della Presidente del Consiglio, quella fatta subito dopo l'alluvione, di assicurare il 100% dei risarcimenti a famiglie e imprese e le risorse necessarie alla ricostruzione, è una promessa mancata – ha detto Massimo Bussandri in conferenza stampa –. Oggi la situazione è questa: i danni stimati in linea di massima subito dopo il disastro secondo la Regione ammontavano a 8,8 miliardi di euro, 8,5 per il governo. Sono dunque fonti istituzionali ad aver fatto questi calcoli. Rispetto a queste cifre il governo dice di aver stanziato già 4 miliardi e mezzo, ma in realtà siamo a 3,7”.
La linea espressa dalla Cgil è chiara. Le obiezioni si declinano su tre priorità: le risorse per risarcire i danni e far partire la ricostruzione. Le assunzioni del personale amministrativo necessario a velocizzare il processo di verifica e controllo. La partecipazione del territorio inteso come cittadini, parti sociali, istituzioni e società civile alle decisioni.
(Un momento della conferenza stampa dello scorso 22 settembre)
“Mancano 3,5 miliardi di euro per la ricostruzione privata – denuncia il segretario della Cgil regionale –. Sommando gli stanziamenti della Legge 100 del 31 luglio e quelli del cosiddetto decreto balneare di fine agosto siamo a 600 milioni di euro a disposizione di imprese e famiglie. I danni stimati ammontano a 4 miliardi. E questa carenza di risorse secondo noi rischia di non essere colmata neanche in legge di bilancio, stando alle voci che circolano. Del resto questo quadro è confermato anche dai primi provvedimenti attuativi rispetto ai risarcimenti che stanno per essere messi in campo dalla struttura commissariale. È già uscita la bozza dell'ordinanza per i risarcimenti alle imprese, si parla di una copertura del 100% dei danni, ma solo entro il limite di 40mila euro. Esclusi i risarcimenti per i beni mobili. Se questa traccia vale anche per le famiglie c'è molto poco da stare allegri perché le risorse non coprono il 100% ed escludono i danni a mobilio e arredi che in molti casi sono i più ingenti. Inoltre l'ordinanza rivolta alle famiglie non è nemmeno disponibile in bozza e rischia di essere una ordinanza senza le coperture necessarie”.
L'altro punto grave, sottolinea Massimo Bussandri, è che “non è stato attivato il credito di imposta per ottenere le somme dei risarcimenti. I primi soldi arriveranno ragionevolmente nel 2024 e saranno pochi, insufficienti. Se questa resta la situazione, il rischio che la rabbia sociale esploda nei territori sarà più alto rispetto al momento attuale in cui c'è ancora un clima di attesa”.
“Altro aspetto su cui porre l'accento – dice il segretario della Cgil Emilia-Romagna – è quello che riguarda il personale. È necessario sbloccare i vincoli per le assunzioni delle figure che servono a velocizzare il pagamento dei risarcimenti e la ricostruzione. Personale da mettere in campo per gli enti attuatori, per tutte le strutture pubbliche che esercitano un ruolo. Personale per la verifica e il controllo necessari allo sblocco dei risarcimenti. Perché non si fa la ricostruzione derogando ai vincoli, ai controlli o addirittura alle normative antimafia, si assume il personale che occorre per sbloccare le pratiche”.
Un tema che sta particolarmente a cuore al sindacato è quello della partecipazione. “Abbiamo già scontato i ritardi connessi all'individuazione della struttura commissariale. Adesso cominciamo a scontare i danni derivanti da un modello verticistico. Non è in discussione la struttura commissariale in sé o il commissario Figliuolo, ma la decisione di operare una scelta slegata dal territorio. La scelta del commissario, di non nominare una persona che vive e agisce sul territorio, rischia di estromettere dal processo decisionale le parti sociali, la società civile, i cittadini colpiti. Avremmo avuto bisogno dell'opposto, di suscitare partecipazione e protagonismo dei cittadini, anche per ricostruire ripensando il modello di sviluppo”.
“La nostra mobilitazione - ha detto in conferenza stampa Maria Giorgini, segretaria generale della Cgil Forlì Cesena - è iniziata subito dopo quel terribile 16 di maggio – ha detto Maria Giorgini, segretaria generale della Cgil Forlì Cesena –. La Cgil da allora è sempre stata nei quartieri alluvionati dove la situazione è drammatica ed è persino peggiorata in questi ultimi giorni sulla zona collinare alluvionata colpita da varie frane. La condivisione di questa esperienza dolorosa con le persone ha lasciato una traccia profonda nel sentimento dei nostri dirigenti, funzionari, militanti e iscritti. La nostra Camera del Lavoro si trova nella zona colpita dal disastro, anche noi abbiamo avuto danni e ci sentiamo parte della protesta. C'è una rabbia crescente. Ognuno deve portare il proprio contributo. 4800 persone nel territorio hanno ottenuto un piccolo acconto sul risarcimento, gli sfollati sono oltre 1400 e non c'è un censimento completo, molti si sono appoggiati ai familiari. Dobbiamo urgentemente permettere a tutti di ripristinare le proprie abitazioni e riprendere la propria vita. Il governo ci ascolti, mantenga le promesse. La Presidente del Consiglio è venuta sul nostro territorio e ha annunciato l'intenzione di coprire il 100% dei danni, ma qui non abbiamo visto ancora un euro. Il governo deve lavorare alla messa in sicurezza del territorio. I comuni sono in grande difficoltà, molte strade sono interrotte, le persone non devono avere più paura per quello che succederà all'arrivo delle piogge dell'inverno. Quando il 15 settembre sono arrivate le prime piogge in alcuni quartieri alluvionati si sono allagate di nuovo molte abitazioni, garage, cantine, le persone hanno dovuto ripulire tutto. Il sistema fognario non regge. Tutto è nelle mani del governo che può stanziare le risorse. Noi ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo spalato il fango, ma questa è un'emergenza, il governo deve dare delle risposte”.
(QUI la nascita della Cgil Forlì Cesena)
“La nostra provincia - ha detto Marilena Melandri, segretaria generale Cgil Ravenna - è stata interessata per una parte enorme. Abbiamo interi comuni allagati per il 60%, situazioni in cui il 50% delle persone ha subito danni. Non abbiamo ancora una mappatura precisa, ma le famiglie colpite e che al momento hanno fatto domanda per i risarcimenti sono 18mila. Sono numeri importanti, si sta mettendo in crisi un intero territorio, le persone sono stremate, stanche, iniziano ad arrabbiarsi, le risorse non arrivano, le condizioni di vita sono di estrema precarietà. In molti temono che non riusciranno a rimettere a posto la propria casa. Per questo sarebbe importante attivare un meccanismo come il credito di imposta, che consenta intanto di avviare i lavori di ripristino. Resta il fatto che l'idea di impegnare migliaia di euro per ricostruire la propria casa senza avere certezze su ciò che accadrà alle prime piogge ovviamente è terribile e genera panico e incertezza per il futuro.
Ci sono danni alle case popolari per oltre 9 milioni di euro, i soldi per ora bastano appena per una settantina di alloggi su un totale di 700. Poi c'è il tema dell'economia del territorio. Gli allagamenti hanno prodotto danni a colture e terre i cui effetti si protrarranno per anni. Braccianti e lavoratori hanno contribuito a salvare i centri abitati scegliendo in quelle ore drammatiche di allagare la loro terra. Mettergli a disposizione solo 40mila euro non è sufficiente e non ripaga il loro sacrificio. Già questa estate abbiamo rilevato una riduzione del 50% delle giornate di lavoro e una riduzione consistente della produzione. Questa crisi del lavoro agricolo si ripercuote su tutta la filiera del prodotto e sul reddito delle famiglie. Abbiamo aziende del manufatturiero duramente colpite. A Cervia, tanto per fare un esempio, un'azienda con 95 dipendenti ha fermato la propria attività nei giorni dell'alluvione e a oggi non ha ancora riacceso le macchine. Noi ci siamo impegnati fin dall'inizio come Cgil, siamo noi stessi coinvolti con le nostre sedi, abbiamo svolto incontri con le persone, fatto assemblee, sit-in. Il governo deve dimostrare di esserci mettendo le risorse necessarie nei tempi più stretti possibili perché la variabile tempo è fondamentale, da tutti i punti di vista, anche quello psicologico, per gli abitanti di questo territorio”.
(QUI l'iniziativa di mobilitazione a Faenza del 15 settembre scorso)
“I danni subiti da noi sono importanti - ha detto Mirella Collina, segretaria generale della Cgil Imola -. I sindaci hanno stimato una cifra che si aggira intorno ai 66 milioni di euro. Quasi tutti i comuni sono stati coinvolti. 49 milioni di euro sono solo i danni registrati nella valle del Santerno, la più colpita dagli eventi franosi. In questi comuni le frane sono state oltre 190, un numero incredibile in un territorio così piccolo. Nell'ultima assemblea cittadina che abbiamo fatto pochi giorni fa risultano 83 nuclei familiari ancora sfollati, circa 200 persone, una quota rilevante degli abitanti del territorio. I cittadini sono davvero infuriati perché non si sta facendo nulla. Subito dopo l'alluvione si è partiti con urgenza per poter ripristinare con le risorse dei comuni la viabilità. Poi si è fermato tutto. Anche i cittadini non hanno le risorse per poter proseguire i lavori di ripristino delle loro case. In molti casi le abitazioni sono rimaste in piedi, non hanno subito danni, ma i proprietari non riescono ad accedervi per via delle strade interrotte e delle continue frane. E poi c'è forte preoccupazione per ciò che può succedere nella stagione autunnale e invernale. La ricostruzione doveva ripartire subito, non si doveva aspettare tanto tempo, adesso con le piogge e poi la neve non si sa come si riuscirà a fare”.
(QUI l'intervista video a Mirella Collina)
“La situazione nel bolognese è ancora preoccupante - ha detto Mirto Bassoli, della segreteria della Cgil Bologna -. Più di 750 nuclei familiari hanno richiesto il contributo per la sistemazione. Sono persone che hanno subito danni alle abitazioni e chiedono risarcimenti. E sono dati ancora parziali. A questo va aggiunto che il famoso allegato A del primo decreto ricomprendeva specificamente solo alcuni comuni o frazioni e poche aree marginali della città, lasciando fuori una parte del territorio comunque coinvolto da frane, allagamenti e interruzioni stradali. E si è scelto dal governo di non aggiornare quell'allegato, tagliando di fatto fuori dalla possibilità di risarcimenti centri abitati come Marzabotto, per fare solo un esempio. Questi centri non hanno potuto accedere a benefici come quelli previsti per il pagamento dei mutui, delle utenze, che riguardano la fiscalità, pensati per alleggerire chi era stato colpito ed era in difficoltà. Decine di interruzioni della viabilità, centinaia di frane, alcune situazioni gravi. Siamo molto preoccupati perché questa situazione ha riportato indietro le lancette dell'orologio rispetto a lavori importanti fatti nel recente passato per rispondere alla fragilità del territorio appenninico, una fragilità non solo idrogeologica, ma anche economica e sociale, che portava a una tendenza cronica di spopolamento delle aree montuose, nonostante il lavoro fatto su alcune grandi vertenze come quella vinta dal sindacato alla Saga Coffee. Tutto ora rischia di essere compromesso dalle conseguenze dell'alluvione”.
Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 11:03:25 GMTIl prezzo che la Sardegna pagherà per il definanziamento di parte degli interventi previsti nel Pnrr è pari a 350 milioni di euro, risorse sottratte dal Governo ai progetti di opere fondamentali per lo sviluppo economico dell'Isola. Questa diminuzione delle risorse disponibili, che accomuna la Sardegna alle altre regioni del Mezzogiorno, aggiunge ulteriori elementi di difficoltà ai già gravi ritardi accumulati sulla gestione del Piano a causa della inadeguatezza delle strutture dedicate al Pnrr dalla Regione, dai comuni, dall'insieme della pubblica amministrazione.
Percepiamo nella riscrittura del Pnrr una chiara influenza leghista, che punta a sottrarre finanziamenti destinati al Sud per dirottarli altrove e depotenziare i possibili effetti positivi dell'uso dei fondi europei per l'economia del Mezzogiorno.
Da questo punto di vista, l'assenza di reazioni e l'acquiescenza del governo regionale e del presidente Solinas, che guida una giunta sardo-leghista, denota una subalternità alle posizioni di Salvini e Calderoli inaccettabile in una regione a statuto speciale. Solinas ha partecipato al recente raduno della Lega a Pontida, il suo silenzio su questi temi in quella occasione è stato assordante.
Fausto Durante è segretario generale della Cgil della Sardegna
Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 04:32:52 GMTIl Pnrr da strumento che avrebbe dovuto favorire coesione sociale e territoriale rischia di trasformarsi nell'ennesima beffa soprattutto per le regioni e i cittadini e le cittadine del Mezzogiorno.
Nella cosiddetta rimodulazione in Puglia sono state tagliate opere per 900 milioni, da aree verdi a recupero del patrimonio urbanistico a messa in sicurezza territorio. Alcune anche già assegnate dai Comuni e pronte a partire, quindi nessun ritardo. E non ci tranquillizza affatto il possibile rifinanziamento con i fondi FSC. Perché si tradurrebbe in ultima istanza in una forte riduzione delle risorse assegnate al Mezzogiorno, che invece di essere aggiuntive diventano sostitutive.
Ma per le norme emanate dal Governo limiterebbero gli interventi delle Regioni, destinatarie dei finanziamenti del Fondo Sviluppo e Coesione, su materie quali inclusione sociale, politiche attive del lavoro, cultura. La verità è che questo Governo ha smania accentratrice, è interessato soltanto alla gestione diretta delle risorse. Lo dimostra anche la trasformazione delle Zes in un'unica area per il Mezzogiorno quando le realtà sul territorio erano già operative e stavano attirando milioni di investimenti privati.
Chissà perché per l'autonomia differenziata si intende cedere quote di sovranità statale su materie delicate e se si tratta del Mezzogiorno si accentra e si avviliscono le autonomie locali. Si parla di transizione energetica e si blocca il processo di decarbonizzazione dell'Ilva? Questo Governo naviga alla cieca e rischia di fare un enorme danno non solo al Sud ma a tutto il Paese.
Gigia Bucci è segretaria generale della Cgil Puglia
Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 04:32:40 GMTCon la pubblicazione in Gazzetta del Decreto Sud tutte le nostre preoccupazioni preventive, date dall'assenza di confronto con il sindacato, sono in larga parte confermate.
Il primo dei provvedimenti su cui c'è forte contrarietà è la costituzione di un'unica Zes del Sud che andrà a sostituire le attuali 8 Zes senza tener conto, in sintesi, almeno di due fattori che in Campania hanno significato tanto e hanno prodotto alcuni risultati importanti. Non si specifica la dotazione di risorse disponibili oltre alle misure di agevolazioni (Credito d'imposta) e si crea una sovrastruttura centrale che probabilmente rappresenterà la vera zavorra politica la cui finalità è definire con una logica elettorale gli interventi da selezionare e incentivare. Trovare un equilibrio sarà complicato se penso solo a quello tra le diverse specificità regionali.
Un dato che ci fa riflettere: la Zes Campania sta producendo un aumento del + 8,4% di movimentazioni merci e logistica e un +4% nell'export di prodotti locali. Si è provveduto a trovare una soluzione produttiva e sostenibile con una nuova impresa in luogo della Whirlpool e a incentivare in nuove produzioni ed occupazioni altre realtà importanti come Novartis. L'attuale normativa della Zes ha consentito di stringere accordi con le Banche (5 miliardi di euro con Intesa e altre risorse con Unicredit). Il decreto di questo governo non sembra andare in questa direzione. Ci sembra un Decreto fatto da una generalizzazione di potenziali interventi da fare nel Mezzogiorno e non una più strutturata politica, industriale e di investimenti, anche negli ambiti dell'utilizzo corretto dei Fondi Europei. L'attuale Governo non comprende che le regioni del Sud hanno, ognuna, le proprie specificità, le naturali vocazioni e diverse potenzialità.
Se aggiungiamo, poi, il piano di assunzioni, le 2200 unità previste, le riteniamo insufficienti per la mole di lavoro che gli enti locali dovranno mettere in campo per superare le croniche insufficienze amministrative. Ultima considerazione su cui la Cgil a più livelli ha sempre evidenziato l'ulteriore limite politico, che penalizzerà solo le regioni meridionali, è rappresentata dal taglio di 15,9 miliardi per 9 misure del Pnrr a fronte del quale non si prevedono risorse aggiuntive ma si stornano le risorse non impegnate dei programmi 2014/2020. Risorse che ricordo sono di competenza delle singole regioni a cui di fatto verranno sottratte.
Non comprendiamo bene, infine, le nuove finalità dei Contratti istituzionali di sviluppo che andrebbero ad affiancarsi ai Contratti di sviluppo che pur con limiti almeno in Campania hanno consentito programmazioni in aree importanti come Pompei e le decine di Comuni di Napoli Nord “afflitti” da inquinamento ambientale. Abbiamo ragione di credere che il Governo Meloni oltre alla politica di propaganda alimenti quella delle convenienze di parte non quelle universali e omogenee per tutto il Paese.
Nicola Ricci è segretario generale della Cgil Campania
Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 04:32:12 GMTTra una smentita e l'altra da parte del governo che continua nella sua propaganda, il Sud rischia di perdere 8 miliardi di investimenti del Pnrr e l'ulteriore agenda di programmazione dei fondi di coesione. Non è tutto attribuibile all'incapacità di fare spesa della pubblica amministrazione, così come dicono dalla politica nazionale regionale, ma è una precisa responsabilità del governo a definanziare interventi già programmati per penalizzare il Sud.
I temi del Pnrr, dei fondi europei e degli investimenti, non possono eludere un indirizzo e un'azione strategica di rafforzamento amministrativo con assunzioni nella pubblica amministrazione e il rilancio di politiche industriali tanto nel Paese quanto nel Sud. Questo governo, in questo primo anno, ha dimostrato di non avere alcuna visione sulle politiche dell'amministrazione pubblica, di sviluppo, coesione e rilancio del mezzogiorno.
È una precisa scelta politica che schiaccia il Governo tra spinte ideologiche come l'autonomia differenziata e opere bandiera che non hanno nulla di strategico. Ma al governo sono andati male i conti con la Commissione europea e la spinta inflattiva che mette in difficoltà seriamente le famiglie italiane. La commissione europea che maldestramente risponde alla crisi globale alzando i tassi di interesse, nel monitorare i conti dell'Italia si è resa conto che il nostro è il Paese più indietro sia sulla spesa del Pnrr che sui fondi di coesione. Il Sud e la Calabria, purtroppo, sono negli ultimi posti delle statistiche europee. Non sono solo i dati della Cgil, che ha deciso di mobilitarsi il 7 ottobre a Roma, a confermare la situazione di sbandamento in cui ci troviamo, ma fonti ed istituti autorevoli europei e nazionali che hanno lanciato da giorni l'allarme rosso.
Negli ultimi giorni, lo Svimez ha lanciato l'ennesimo allarme come da tempo sta facendo la Cgil, inascoltata. Nonostante ciò, altre sigle sindacali, giornali di governo, affermano che l'allarme lanciato dalla nostra organizzazione è infondato e strumentale, sebbene l'inflazione incida sul carrello della spesa, nei consumi quotidiani, sul caro gasolio e bollette, sul caro libri e scuola, dimezzando il potere di acquisto di pensioni e salari, che da tempo non arrivano alla terza decade del mese.
Ci stanno trascinando nel baratro economico e sociale, raccontando un altro Paese. Il Sud e la Calabria sono state, da tempo, abbandonate al proprio destino. La Calabria più di tutte è la cenerentola per questo governo ed i divari con il resto d'Italia sono decuplicati. Definanziamenti di opere strategiche che erano anche punto della Vertenza Calabria, disimpegni della partecipazione pubblica da investimenti strategici come ad esempio la centrale a idrogeno di Rossano, chiusura di 79 autonomie scolastiche dal 2024, situazione sanitaria devastante, Zes unica completamente inutile se non c'è una strategia di investimenti pubblici attraverso le società partecipate o una quadro di sostegno degli interventi, rischiano di essere alcuni dei fallimenti del governo nazionale e di conseguenza, quello regionale che subisce, suo malgrado, scelte imposte dall'alto. Se a questo aggiungiamo la ripresa delle emigrazioni soprattutto dei giovani (la Calabria ne ha perso centomila in dieci anni), lo spopolamento e la denatalità, il sistema della competitività delle imprese a dir poco imbarazzante, il quadro che emerge per la Calabria è da allarme rosso.
Il nostro Paese è in recessione e la Calabria rischia un declino irreversibile. Porteremo la Vertenza Calabria nelle piazze, saremo a Roma il 7 ottobre forti anche del consenso delle lavoratrici e dei lavoratori che in questi giorni stanno partecipando alle nostre assemblee e votando la piattaforma per dare al nostro Paese un nuovo orizzonte, per mettere al centro il lavoro dignitoso, contro lo sfruttamento e la precarietà, per la salute e sicurezza, per il futuro, per dare all'Italia un nuovo orizzonte ed una nuova “via maestra”.
Angelo Sposato è segretario generale della Cgil Calabria
Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 04:32:00 GMTSe dovesse essere confermato il taglio al Pnrr di 67,70 milioni dei 208,60 assegnati ai comuni della provincia di Matera, e di 123,30 dei 302,78 milioni allocati per i comuni della provincia di Potenza, la Basilicata si troverebbe in una situazione di forte svantaggio. Il taglio dovrebbe riguardare proprio quei progetti per la valorizzazione del territorio, la rigenerazione urbana, il rischio idrogeologico, il potenziamento dei servizi delle aree interne, le infrastrutture sociali di comunità e la tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano, lasciando indietro specialmente le aree interne che già vivono una forte condizione di isolamento infrastrutturale e calo demografico. La Basilicata ha perso quasi 23mila giovani in meno in 10 anni.
Un tasso di riduzione di presenze del 16,8% più che doppio rispetto al resto del Paese (7,4%). È il quarto dato peggiore tra le regioni. In un territorio sempre più anziano, bisognoso di cure, non si può rinunciare agli investimenti nelle periferie urbane, al welfare, ai servizi di assistenza sociale. Per non parlare del dato ambientale, con il cento per cento dei comuni a rischio idrogeologico.
Venuto meno l'obbligo del 40% al Mezzogiorno, cancellando le risorse per i Comuni e destinando le risorse ordinarie quasi esclusivamente al Nord, mentre al Sud vengono destinate solo quelle dei Fondi di coesione, non si fa altro che condannare il Sud a rimanere indietro. Un disegno che si completa con il progetto di autonomia differenziata.
Le regioni del Mezzogiorno, e non solo del Mezzogiorno, dovrebbero unirsi e ribellarsi a tutto questo. Perché la questione riguarda tutto il Paese e non solo il Sud. Se una parte resta indietro è tutta l'Italia a rimanere indietro nelle sfide che ci attendono a livello europeo e globale. Questo, unito all'autonomia differenziata, ci fa capire chiaramente il disegno del governo Meloni. Per questo dobbiamo coinvolgere quante più persone possibili nella manifestazione nazionale del 7 ottobre.
Fernando Mega è segretario generale Cgil Basilicata
Data articolo: Tue, 26 Sep 2023 04:31:47 GMTPieno sostegno ai lavoratori di Acciaierie d'Italia e alle categorie sindacali territoriali di Taranto, che hanno indetto uno sciopero di 24 ore per giovedì 28 settembre, arriva dalla Cgil nazionale e dalla Cgil Puglia.
Lavoratori e sindacati denunciano l'assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti produttivi, che mette a rischio salute e vita degli operai, con i lavoratori degli appalti che soffrono per i ritardi nei pagamenti dell'azienda alle imprese dell'indotto, il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, con le opere di ambientalizzazione del siderurgico – nonostante i corposi finanziamenti pubblici – non ancora completate e la modifica unilaterale dei patti parasociali avvenuta senza coinvolgere le sigle sindacali.
“Deve essere chiaro che quella dell'ex Ilva è una vertenza che ha valore nazionale”, spiega il segretario confederale Cgil Pino Gesmundo: “L'acciaio è un asset strategico per ogni paese industrializzato e che l'Italia non può e vuole dipendere esclusivamente da altri mercati. Rivendichiamo da tempo un maggiore protagonismo del governo e del ministero delle Imprese, in primis correggendo un'impostazione del management chiusa al dialogo con le parti sociali, in ragione dell'importante partecipazione pubblica che avviene con il denaro di tutti i cittadini”.
Per Gesmundo serve “chiarezza sul futuro industriale e sui processi di transizione ecologica. Lo si deve a migliaia di lavoratori che da troppi anni vivono una condizione di forte sofferenza e a un territorio che ha pagato un costo sociale e ambientale alto e non merita ulteriori penalizzazioni”.
“Condividiamo e sosteniamo le preoccupazioni e le rivendicazioni di Cgil, Cisl e Uil di Taranto”, afferma la segretaria generale Cgil Puglia Gigia Bucci: “Per la Puglia il futuro dell'ex Ilva è fondamentale rispetto ai destini di quel territorio e dei lavoratori coinvolti: la sola vertenza delle acciaierie riguarda il doppio dei lavoratori coinvolti in tutte le vertenze aperte oggi sul tavolo della task force regionale per l'occupazione”.
Per Bucci occorre “dare risposte su un vero piano industriale, che rispetti gli impegni sui processi di transizione ecologica del siderurgico. In questo senso non aiutano silenzi e scelte incomprensibili del governo, come il taglio delle risorse per la decarbonizzazione previste nel Pnrr. Siamo al fianco dei lavoratori tutti, diretti e indiretti, e continueremo con forza a chiedere risposte dal management e dai rappresentanti istituzionali”.
Data articolo: Mon, 25 Sep 2023 12:01:00 GMTSono passati 130 anni da quel 1° ottobre 1893 che ha visto nascere, tra le prime in Italia, la Camera del Lavoro di Monza. Un momento fondamentale per la storia di un territorio come la Brianza allora ancora profondamente contadina, ma che già portava in sé il seme del cambiamento e dell'industrializzazione. La Cgil di Monza e Brianza festeggia questo traguardo con uno spettacolo teatrale: “Senza togliersi il cappello - Le voci del lavoro”, un'opera inedita e autoprodotta frutto dell'impegno collettivo di persone provenienti da diversi ambiti, dal teatro alla ricerca storica, dalla scuola al sindacato, che farà rivivere sul palcoscenico quegli anni di lotte e di battaglie. L'appuntamento è per giovedì 12 ottobre al Teatro Manzoni (è possibile richiedere il biglietto, info e contatti: cgilbrianza.it/130insieme).
Il progetto camerale si concretizzava sulla base di una larga intesa tra le associazioni operaie di diverso orientamento, cattoliche e socialiste, già presenti a Monza da qualche anno: una “Lega di resistenza arti e mestieri” e, soprattutto, le società di mutuo soccorso nate sotto la necessità molto sentita dai lavoratori di trovare insieme le risposte alle esigenze comuni. Stiamo parlando di muratori, meccanici, tintori, tessitori e, ovviamente, cappellai. E l'unità dei lavoratori, a distanza di molti anni rimane uno dei pilastri della Cgil, non solo brianzola.
“L'industria del cappello – ricorda Walter Palvarini, 59 anni, segretario generale della Camera del Lavoro di Monza e Brianza – ha rappresentato per Monza un traino straordinario per decenni. Se leggiamo i giornali dell'epoca – continua Palvarini – troviamo alcuni concetti ancora molto attuali: la Camera del Lavoro nasce per dare una risposta ai lavoratori rispetto alla necessità di rappresentanza sul territorio. E questa è una esigenza viva ancora oggi. E poi – aggiunge – allora cominciavano le grandi trasformazioni dal punto di vista produttivo, con le prime grandi concentrazioni operaie. Oggi abbiamo poche aziende grandi e un tessuto produttivo molto frammentato, ma abbiamo la necessità di affrontare le nuove trasformazioni derivanti dalle sfide ambientali e dalla digitalizzazione”.
“Senza togliersi il cappello” mette in scena le prime azioni del movimento operaio mentre sul fondale scorrono le storie dei lavoratori impiegati nei cappellifici, botteghe tradizionali che, presenti a Monza fin dal XVII secolo, si trasformano velocemente in vere e proprie industrie: in pochi decenni Monza diventa la “città del cappello”, il maggior centro di produzione al mondo del settore con esportazioni a Parigi, Londra, Amburgo, Berlino, ma anche in America, in Australia e persino in Cina.
“La Camera del Lavoro, già allora, forniva servizi ai lavoratori: dal collocamento all'esigenza di trovare una risposta ai temi previdenziali, alla malattia e all'infortunio. Ma presto, queste questioni diventano oggetto di lotte per conquistare diritti che oggi sono considerati universali e sono garantiti dallo Stato”, spiega il segretario generale della Cgil in Brianza, che aggiunge: “Cominciano in quel periodo le prime rivendicazioni importanti che permettono ai lavoratori di avere riconosciute alcune tutele, ma questo è stato possibile grazie all'unità e all'autonomia che le Camere del Lavoro hanno sempre preteso per fare gli interessi dei lavoratori senza influenze di potere, religioso o politico, e neppure economico. Un doppio meccanismo, unità e autonomia, che insieme al potere dato dalla rappresentanza fornisce ancora oggi alla Cgil la capacità di incidere positivamente sulle scelte che riguardano tutti i lavoratori che liberamente decidono di iscriversi a una grande organizzazione sindacale. Quando questi diritti conquistati con fatica vengono messi in discussione, la Cgil scende in piazza, come faremo il prossimo 7 ottobre a Roma insieme a molte altre associazioni”.
Il riferimento è alla manifestazione nazionale “La Via Maestra”. “Anche per questo motivo – conclude Palvarini – la Cgil chiede con forza una legge sulla rappresentanza, dove sia finalmente chiaro quali organizzazioni sindacali sono rappresentative del volere dei lavoratori e possano, dunque, firmare i contratti. Mentre oggi questo governo permette a qualsiasi sigla sindacale di sedersi al tavolo e firmare contratti pirata che non tutelano il lavoro da nessun punto di vista". "Da 130 anni insieme, per il lavoro e la giustizia sociale” recita il motto della Cgil di Monza e Brianza. E possiamo aggiungere che “la storia continua…”.
Sono passati quasi cinquanta giorni dall'inizio della lotta degli operai del mattatoio di Baldichieri (Asti). Da quando l'azienda ha deciso di vendere lo stabilimento e le sue lavorazioni, trascurando la situazione di chi ne era più coinvolto, ovvero i propri dipendenti. Da allora i lavoratori sono davanti ai cancelli, con l e bandiere e una tenda rossa della Flai. Sono quasi tutti stranieri, vengono da Romania, Serbia, Albania e Africa subsahariana, e la loro richiesta è semplice: l'applicazione del contratto dell'industria alimentare. Vogliono essere chiamati "macellatori" non "agricoltori", insomma. Lo dicono a ogni momento, perché vogliono veder riconosciuta una professionalità acquisita in anni di esperienza, e i diritti che gli spettano.
Negli ultimi 10 anni, i cambi di appalto sono stati 5. A ogni passaggio di mano, il lavoro è rimasto lo stesso, ma è cambiato il contratto e sono peggiorate le condizioni. Stavolta tutti, indiscriminatamente, hanno detto basta. "Come organizzazione sindacale siamo stati al loro fianco da subito, lo siamo oggi e lo saremo anche dopo che questa vicenda sarà risolta - commenta Letizia Capparelli, segretaria generale della Flai Cgil Asti -, perché la loro è una rivendicazione giusta e non esprime altro che la volontà di veder riconosciuta la propria dignità. Abbiamo coinvolto la Prefettura, l'Inps e ora anche la Regione Piemonte per far sì che attraverso le istituzioni si possa garantire il ripristino delle più elementari condizioni contrattuali. Non lasceremo nulla di intentato, anche per questioni di sicurezza e di controllo sulla filiera alimentare".
Il 21 settembre il segretario generale della Flai Giovanni Mininni, si è presentato al presidio, ha parlato a lungo con i lavoratori, ha dato totale sostegno alla lotta. E ha espresso la volontà di trasformare questa vicenda locale in una vertenza nazionale. "La sua presenza - continua Capparelli - rafforza e avvalora le rivendicazioni dei lavoratori che le hanno fino a oggi sostenute e alza il tono delle richieste a un livello più elevato e generale, perché anche attraverso la loro lotta possa essere posto al centro del dibattito il giusto riconoscimento del lavoro, dei lavoratori e della sicurezza, non solo ed esclusivamente quello del mero profitto delle aziende".
Data articolo: Sat, 23 Sep 2023 04:30:00 GMTLa ex Ilva a Taranto è sta toccando il fondo. L'allarme arriva da un video di denuncia del segretario generale della Fiom Cgil provinciale, Francesco Brigati, che traccia il quadro di quella che appare sempre più una situazione disperata. "In fabbrica c'è una situazione disastrosa dal punto di vista delle manutenzioni ordinarie e straordinarie, degli interventi sugli impianti. Ci sono continue fermate degli impianti più importanti. C'è un calo della produzione e non c'è stato alcun rilancio, tanto che stiamo aspettando ancora la ripartenza dell'altoforno numero 5. Quest'anno l'amministratore delegato porterà lo stabilimento a un altro record, quello del minimo storico della produzione".
(Video a cura di Maristella Bagiolini)
"A preoccupare anche i dati che riguardano l'ambiente. "C'è un disimpegno sulla decarbonizzazione. Al momento non abbiamo conferme se ci saranno risorse per quel processo che chiediamo da tempo perché è ovvio che per mettere insieme produzione e questione ambientale abbiamo bisogno di investimenti. Ecco, da questo punto di vista segnaliamo l'assoluto silenzio da parte del governo Meloni. Bisogna dare delle risposte. C'è una scadenza, quella del maggio 2024 che prevede che Invitalia potrà entrare nel capitale sociale do Acciaierie d'Italia con la maggioranza pubblica, ma se non ci sono interventi prima, se non si convocano le organizzazioni sindacali, se non c'è un piano industriale, si va alla deriva".
"Abbiamo timori fondati sul fatto che la situazione potrebbe peggiorare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. L'intervento è necessario. Come Fim, Fiom e Uilm metteremo in cambo delle mobilitazioni nei prossimi giorni perché la situazione sta degenerando. Potremmo arrivare a un punto di non ritorno. Il governo deve fare la sua parte".
Data articolo: Fri, 22 Sep 2023 10:34:35 GMTLunedì 25 settembre, alle ore 17, in Piazza Mentana alla Spezia, nell'ambito del consueto presidio del lunedì “se vogliamo la pace prepariamo la pace” si terrà una manifestazione pubblica per promuovere la manifestazione nazionale “La Via Maestra. Insieme per la Costituzione”. L'iniziativa è organizzata da Afap, Afrodite, Anpi, Arci, Buon Mercato, Cgil, Federconsumatori, Legambiente, Libera, Associazione culturale Mediterraneo, Raot, Rete spezzina Pace e Disarmo, Udi, Uisp.
“Una grande manifestazione nazionale a Roma per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l'attuazione della Costituzione, contro l'autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare, per un fisco equo, per una riforma delle pensioni che superi la legge Fornero, per l'ambiente e la pace.” - dicono gli organizzatori- “La “Via Maestra. Insieme per la Costituzione” è la mobilitazione lanciata da più di 100 associazioni e reti, che a loro volta raccolgono tantissime realtà della società civile, per sabato 7 ottobre nella capitale”.
Data articolo: Fri, 22 Sep 2023 07:52:11 GMTDopo l'iniziativa del 14 aprile scorso la Filctem Cgil Lombardia prosegue sul percorso della transizione energetica, con l'evento "Job To Job. Saperi della giusta transizione" (martedì 26 settembre dalle 9.30, Teatro Binario 7, via Filippo Turati 8, Monza). Lo riferisce il sindacato, in una nota.
"Non si tratta solo di discutere - spiega la categoria -, ma per davvero di capire quale strada seguire per trovare un nuovo modello di sviluppo e di vita dove l'energia che ci serve consenta di conservare per noi e per le future generazioni un pianeta vivibile. L'Italia su questo non è indietro, ma siamo di fronte a un bivio, la soluzione alla sostituzione delle fonti fossili non è ancora stata individuata. Le scelte finora adottate ci allontanano dal gas e dal petrolio ma di certo non possiamo dire che possiamo farne a meno. Gli eventi climatici continuano a ricordarci che il tempo stringe, il non decidere può essere un problema". Il 26 settembre al Teatro Binario 7 di Monza si parla di questo: scienza, politica e aziende, insieme per capire dove siamo e dove possiamo andare.
"È arrivato il tempo - aggiunge - e dobbiamo utilizzare questo tempo per compiere delle scelte, non possiamo competere e bisticciare sulle soluzioni. La condivisione delle scelte sarà il modo con il quale riguadagneremo il tempo perso. Noi che rappresentiamo lavoratrici e lavoratori con tutte le loro famiglie vogliamo cercare di dare un contributo per ricostruire un luogo di vita e di lavoro".
GLI INTERVENTI
Luca Lombroso meteorologo AMPRO
Gianluca Ruggieri ingegnere ambientale
Elena Verdolini professore ordinario UNIBS
Giuseppe Capitani associazione Elettricità Futura
Miriam Cominelli consigliere Regione Lombardia Partito Democratico
Luisa Perego segretario generale Filctem Cgil Lombardia
Marco Falcinelli segretario generale Filctem Cgil Nazionale
Alessandro Pagano segretario generale Cgil Lombardia
Matera si sta preparando con solennità e risonanza storica a rivivere un capitolo cruciale della sua storia e dell'intera Italia. Sabato 16 settembre, nella sala "Mandela" del municipio della città dei Sassi, si è tenuta una conferenza stampa per presentare le iniziative commemorative in occasione dell'ottantesimo anniversario dell'insurrezione contro i nazi-fascisti del 21 settembre 1943.
L'evento è stato organizzato da diverse istituzioni e associazioni tra cui spiccano l'Anpi - Comitato provinciale di Matera, Spi Cgil e Flc Cgil, ed è stato accreditato con il patrocinio di molteplici enti tra cui il Comune e la Provincia di Matera, la Regione Basilicata, l'Università di Basilicata e l'Ufficio Scolastico Regionale.
Il cuore del programma commemorativo è focalizzato sulla trasmissione e la valorizzazione della memoria della Resistenza, un periodo storico di straordinaria rilevanza per il nostro Paese e, in particolar modo, per la città di Matera. È fondamentale ricordare che Matera è stata la prima città del Mezzogiorno a levare la voce contro l'occupazione nazi-fascista, un atto di incredibile coraggio che è rimasto impresso nella storia come "l'eccidio di Matera". Durante questo tragico episodio, ben 27 persone sacrificarono le loro vite, di cui 18 erano cittadini comuni. Come riconoscimento per tale coraggio e sacrificio, Matera è stata onorata con la medaglia d'Argento al valor militare nel 1966 e con la medaglia d'Oro al valor civile nel 2016.
Le celebrazioni in programma rappresentano un tributo commovente alla resistenza popolare che, subito dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, ha dato vita al primo atto di insurrezione spontanea in una città del Mezzogiorno contro le forze naziste e fasciste che occupavano il territorio. In tal senso, l'insurrezione di Matera del 21 settembre 1943 assume un valore simbolico, segnando l'inizio del lungo percorso che ha portato alla nascita della Costituzione repubblicana e ai suoi principi fondamentali di unità e solidarietà.
Alla conferenza stampa di sabato erano presenti numerose personalità di spicco sia delle istituzioni che del mondo associativo. Tra i partecipanti figurano il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, in compagnia dell'assessore alla Cultura, Tiziana D'Oppido; il presidente della Provincia, Piero Marrese; Carmela La Padula e Michele Petraroia, rispettivamente presidente del Comitato provinciale Anpi di Matera e rappresentante dell'Anpi a livello nazionale; Eustachio Nicoletti, segretario della Spi Cgil; e Angela Uricchio, segretaria generale della Flc Cgil.
Data articolo: Thu, 21 Sep 2023 12:42:13 GMTLa Via Maestra fa tappa in Campania e passa per Napoli. Oggi, 21 settembre, un'altra giornata campale per il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, impegnato, in queste settimane, a seguire molte assemblee sui territori per parlare con lavoratrici e lavoratori, spiegare le ragioni della mobilitazione, rispondere alle loro domande, dir loro perché venire a manifestare a Roma il 7 ottobre è fondamentale per porre un argine alle scelte sbagliate di questo governo e di questa maggioranza. In agenda le assemblee a Città della Scienza e alla Kimbo. In serata sarà alla festa della Fiom a Pomigliano d'Arco per chiudere la prima giornata dell'evento.
"Nel Paese - ha detto Maurizio Landini arrivando a Napoli - c'è una grande domanda di cambiamento delle politiche economiche e sociali del governo, a partire dall'emergenza salariale e quindi dal bisogno di aumentare salari e pensioni. Bisogna intervenire sul fisco con una riforma seria, che combatta l'evasione e redistribuisca la ricchezza. Non è più sopportabile il livello di precarietà che colpisce soprattutto i giovani. Emerge il problema della sanità e la necessità di investimenti seri che permettano nuove assunzioni e un intervento sul territorio. Emerge la difficoltà legata al tema dell'istruzione e alla necessità di garantire a tutti una formazione seria. C'è l'emergenza delle morti sul lavoro su cui c'è bisogno di fare molto di più di ciò che è stato fatto finora, come ha detto anche il Presidente della Repubblica. Le nostre richieste tracciano la via giusta, la via maestra. Risposte dal governo non ne abbiamo ricevute. Per questo per noi quella del 7 ottobre è una tappa importantissima, anche perché non condividiamo la scelta del governo di cambiare la Costituzione introducendo l'autonomia differenziata. Il Paese è già frantumato e un grande prezzo di questa divisione lo paga e lo pagherà sempre di più il Mezzogiorno. Il messaggio di questa mobilitazione al governo, al Parlamento, al Paese è: ascoltate e siate più vicini ai bisogni delle persone".
"Noi saremo il 7 ottobre in piazza a Roma per difendere i diritti costituzionali - ha detto Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Napoli e Campania -. Il lavoro è il fondamento di questa battaglia e quello che sta succedendo sul fronte del reddito di cittadinanza testimonia l'inadeguatezza degli interventi del governo. Pensiamo che l'assegno di inclusione sia insufficiente e l'incrocio fatidico tra offerte di lavoro e domande - in Campania i numeri sono elevati - non stia avvenendo e questo ci preoccupa. Non vedo in giro occasioni di lavoro che possano in qualche modo ridurre la precarietà, i part time, i tempi determinati e favorire il lavoro dignitoso".
Il primo appuntamento è a Città della Scienza (sala Archimede) dove, alle 10:30, si terrà l'assemblea delle delegate e dei delegati con gli interventi di esponenti delle associazioni e dei movimenti per la difesa della Costituzione. Introduce i lavori la segretaria generale Filcams Cgil Napoli e Campania, Luana Di Tuoro. Seguirà l'intervento del segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci. Conclusioni affidate a Maurizio Landini.
Alle 14:00 assemblea allo stabilimento Kimbo di Melito di Napoli, dove Landini incontrerà lavoratrici e lavoratori. Al termine è prevista una visita al sito industriale con Mario Rubino, presidente della SpA, Antonio Mattone, portavoce della Comunità di Sant'Egidio a Napoli, e Giulia Russo, direttrice del carcere di Secondigliano.
In serata, alle 19:30, nel Parco Pubblico di Pomigliano d'Arco, concluderà la prima giornata di “Fiom in Festa” organizzata dalla Fiom Cgil Napoli, dove sarà intervistato dal giornalista Rai, Claudio Pappaianni.
Data articolo: Thu, 21 Sep 2023 10:57:39 GMTSaranno 500 lavoratori degli stabilimenti Prysmian di Pignataro (Caserta) e Battipaglia (Salerno) a pagare in prima persona le mancate scelte del governo e di Enel. L'azienda italiana di produzione e installazione cavi ha infatti dichiarato 13 settimane di cassa integrazione a zero ore per i dipendenti di Battipaglia, che partirà probabilmente tra il 10 e il 13 ottobre. A Pignataro, invece, l'ammortizzatore sociale è già in corso a rotazione.
Contemporaneamente, non è stato riconfermato il contratto di oltre 70 lavoratori che operavano in regime di somministrazione. Le ricadute saranno pesanti anche per centinaia di lavoratori delle tante aziende dell'indotto, aggravando la situazione di un'area del Mezzogiorno già in difficoltà.
La notizia arriva da una nota congiunta di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, che fa seguito alla comunicazione ufficiale da parte di Prysmian, recapitata ai lavoratori giovedì 14 settembre. “La decisione dell'azienda - commenta Elena Petrosino, segretaria nazionale Cgil Filctem - è frutto del combinato disposto delle mancate scelte di politica industriale da parte del governo e di un calo congiunturale del mercato”
“Lo stabilimento di Battipaglia realizza fibra ottica per la rete digitale e ha già da alcuni anni difficoltà di mercato”, si legge nel comunicato dei sindacati: “L'alta qualità della tecnologia prodotta incide sul prezzo finale, superiore a quello degli analoghi prodotti cinesi o indiani che sono però di minor qualità e costo”.
Il problema è però strutturale. “L'Italia è l'unico Paese europeo che non ha stabilito standard qualitativi nei bandi per le commesse legate alla transizione digitale prevista dal Pnrr, che giustificherebbero il costo maggiore della fibra prodotta da Prysmian” denuncia Petrosino: “Questo fa sì che abbiamo un'azienda di eccellenza che però non vende un chilometro di cavo sul suolo nazionale”
Le difficoltà dello stabilimento di Pignataro derivano invece dalle scelte di Enel, cui è destinato il 50% della produzione. “I tagli lineari decisi dall'amministratore delegato Cattaneo -spiega la segretaria nazionale - hanno ripercussioni sulla produzione Prysmian, che si è vista bloccare commesse già acquisite, con la motivazione dei magazzini pieni”.
A Pignataro, le assemblee hanno già dato avvio alla cassa integrazione ordinaria, ma l'impatto potrebbe essere minore in questi mesi. Un incendio in uno stabilimento Prysmian in Spagna (in cui nessun lavoratore ha subito danni), infatti, dovrebbe portare al trasferimento della produzione nel sito casertano, compensando il calo di volumi dovuto alle scelte di Enel.
Le prospettive per i lavoratori di Battipaglia sono più cupe. “Sono in corso le assemblee, ma la trattativa sulla cassa integrazione deve ancora cominciare”, ha aggiunto Petrosino: “L'obiettivo è ridurre al minimo l'impatto economico, cercando soluzioni che evitino lo spegnimento dei macchinari per tre mesi”.
Il tema vero, però, la miopia dell'esecutivo. “Abbiamo le persone, le competenze, le tecnologie e un'azienda che comunque investe, mentre il decisore politico non compie quelle scelte di politica industriale che decidono il futuro prossimo non solo del lavoro, ma anche delle amministrazioni pubbliche”, prosegue la dirigente Filctem: “È una follia, continuiamo a riempirci la bocca di infrastrutture, investimenti e digitalizzazione e poi quando abbiamo le occasioni le vanifichiamo”.
Si attende ora la convocazione di un tavolo presso il ministero delle Imprese, concludono i sindacati, in cui “confrontarsi su politiche industriali, transizioni ambientali e digitali e infrastrutture, affrontando in concreto i temi strategici per il futuro dell'Italia”.
Data articolo: Thu, 21 Sep 2023 06:37:49 GMTDa quarant'anni rilevano i dati sugli ascolti televisivi, ora rischiano di rimanere senza lavoro. È il giorno dello sciopero per i lavoratori e le lavoratrici del gruppo Nielsen Media Italy. Gli addetti incrociano le braccia per quattro ore, dalle 8 alle ore 12, con un presidio di due ore che parte alle 10 presso la sede di Auditel in via Larga 11, Milano. La protesta è stata proclamata da Filcams Cgil e Fisascat Cisl. La motivazione? I posti di lavoro sono a rischio, dopo la decisione di Auditel che ha annunciato il cambio di affidamento per i servizi dei tecnici in campo. Una decisione che mette in pericolo la qualità del servizio, di coloro che rilevano l'Auditel, e insieme mette in dubbio l'occupazione.
Nello specifico, lo scorso aprile la proprietà di Auditel, nel momento del rinnovo dell'appalto per la rilevazione dei dati sugli ascolti, ha deciso di affidare il lotto relativo ai tecnici di campo (Field) a una nuova azienda. I lavoratori del gruppo Nielsen Media Italy rappresentano l'azienda uscente che ha gestito il servizio per più di quarant'anni: hanno subito chiesto di conoscere il futuro dei 56 lavoratori che a fine anno si sarebbero trovati senza impiego.
Auspicando una transizione morbida, che permettesse il graduale assorbimento di tutti i tecnici di Nielsen Media Italy in Covercare, la subentrante, hanno quindi chiesto che Auditel, ossia il committente, si facesse garante della trasparenza del passaggio di consegne. Purtroppo Auditel ha scelto di restare al di fuori di ogni trattativa, raccontano le Rsu, rifiutandosi per ben due volte di incontrare una rappresentanza dei lavoratori Nielsen.
Nei mesi successivi, dovendosi accordare due aziende sostanzialmente concorrenti, ha finito col prevalere la logica del sospetto reciproco e della spesa minima in nome del più alto margine di profitto possibile. In sintesi, Covercare assorbirà poco più di una ventina di tecnici da Nielsen Media Italy, assumendo gli altri da zero alle condizioni più vantaggiose possibili sul mercato. Come lavoratori, spiegano sempre le Rsu, "i dipendenti tutti del gruppo Nielsen Media Italy sono sconcertati nel vedere sviliti impegno e professionalità di persone che per decenni hanno garantito alle rilevazioni Auditel di raggiungere standard qualitativi così alti".
Ancora una volta, fanno notare con amarezza, "si conferma come per molte aziende il lavoro non abbia una dignità e una professionalità che lo valorizzano, ma solo un prezzo da tirare il più possibile verso il basso. Spiace vedere come anche Auditel, una realtà a partecipazione mista, in cui sono presenti colossi delle telecomunicazioni come Mediaset, Cairo e anche un'azienda pubblica come la Rai, che dovrebbero essere attenti agli aspetti sociali del lavoro, abbracci questa logica". Insomma, proprio chi dovrebbe certificare il valore e la qualità dell'intrattenimento tiene in poco valore il valore e la qualità di chi lavora.
A fare il punto della situazione con Collettiva è Giuseppe Nardozza, delegato Filcams Cgil in Nielsen Media. "Facciamo un presidio davanti alla sede di Auditel di Milano - esordisce -, perché vogliamo sollecitarli, capire se ci ascoltano oppure no. Chiediamo di aprire subito un tavolo di confronto. Ci chiediamo - inoltre - com'è possibile garantire la continuità del servizio se i tenici si riducono a un numero esiguo, con difficoltà nel formare altro personale".
L'opera dei tecnici non è un lavoro qualsiasi, specifica Nardozza. "Nella pandemia non si sono mai fermati. Prima hanno lavorato da remoto, poi hanno trovato procedure tali da operare in condizioni di sicurezza entrando nelle famiglie che collaborano al campione Auditel. Insomma, è stata data continuità nella qualità, nella competenza e nella fiducia che le famiglie accordano quando si entra nella loro abitazioni". Non è una mera rilevazione dunque: "Servono anche capacità empatiche e un rapporto che continua nel tempo: noi abbiamo questo tipo di professionisti, ci chiediamo come Auditel possa affidare tutto a un'altra azienda ignorando un legame di fiducia che è proprio personale".
L'esponente della Filcams infine riassume la vertenza: "Abbiamo ricevuto la notizia della perdita del lotto nello scorso marzo, abbiamo scritto una richiesta di incontro alla proprietà, che però non ci ha mai risposto. Siccome in questo caso non c'è una cessione di ramo d'azienda, siamo scoperti da ogni strumento legale. L'unica soluzione è aprire un confronto e va fatto subito".
Data articolo: Thu, 21 Sep 2023 04:16:04 GMTAl via ‘L'altra Milano', la tre giorni di eventi aperta al pubblico che si tiene sul piazzale della Camera del Lavoro del capoluogo lombardo dal 20 al 22 settembre.
Uno spazio di dibattiti e socialità dedicati ai temi dell'abitare, del reddito e dell'inclusione che si inserisce a pieno titolo nell'impegno che la Cgil sta promuovendo “nella campagna di assemblee e mobilitazione che il sindacato e le sue categorie stanno facendo vivere nei luoghi di lavoro e nel territorio” in vista della manifestazione del prossimo 7 ottobre, 'La via maestra', a sostegno dei valori e dei principi della nostra bella Carta costituzionale.
Nel tardo pomeriggio delle tre giornate dalle ore 18.00 alle ore 20.00 avranno luogo interventi e dibattiti classici, affidati ai “potenziali attori” dei tre temi scelti. Numerosi gli ospiti provenienti dal mondo dell'associazionismo e dall'ambito accademico, oltre al sindaco Giuseppe Sala, nella giornata di venerdì, che sarà intervistato dai cittadini. È stato inoltre allestito uno spazio dove poter fare un aperitivo e mangiare per poi attendere l'evento musicale previsto tra le 21.00 e le 23.00 di ogni sera. A chiudere la tre giorni sarà il segretario generale della Cgil Milano, Luca Stanzione.
“La costruzione del consenso attorno alle nostre priorità richiede uno sforzo straordinario che sappia coniugare le condizioni di lavoro con le condizioni di vita”, si legge in un comunicato della Camera del Lavoro milanese, che per l'occasione pubblica inoltre una serie di dati sull'abitare in relazione al reddito, sull'occupazione e un focus su export e import.
Data articolo: Wed, 20 Sep 2023 10:12:46 GMT“Sud in Credito. Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno”. È il titolo dell'iniziativa promossa dalla Fisac e dalla Cgil nazionale in programma a Napoli giovedì 28 e venerdì 29 settembre presso l'Hotel Ramada in via Galileo Ferraris 40. Una due giorni per riflettere e avanzare proposte concrete, in vista della manifestazione del 7 ottobre ‘La Via Maestra – Insieme per la Costituzione', sulla necessità di insediare poli specialistici, da parte dei grandi gruppi del credito e delle assicurazioni, nelle regioni meridionali, all'interno di una strategia precisa di politica industriale.
L'iniziativa Cgil e Fisac si articolerà in 4 tavole rotonde per riflettere su autonomia, occupazione e infrastrutture e tirare poi le somme nel tavolo finale il 29 settembre che ragionerà sulla proposta di Fisac e Cgil - ‘Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno', che sarà avanzata dalla segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, alla presenza del presidente di Unipol, Carlo Cimbri, del presidente di Federcasse, Augusto Dell'Erba, del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e del presidente di Abi, Antonio Patuelli.
Tra gli ospiti della due giorni, oltre a segretari generali della Cgil di categorie e territori, da segnalare: il 28 settembre Pier Paolo Baretta, assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Antonio Decaro, presidente dell'Anci, e Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni; il 29 settembre Adriano Giannola, presidente di Svimez, e Vito Grassi, vice presidente di Confindustria.
A Milano è stata repressa con uno sgombero la protesta contro il caro affitti partita sabato scorso, 16 settembre, quando gli studenti avevano occupato con le tende l'ex Cinema Splendor. In città quella di sabato è stata l'ultima di una lunga serie di tappe di mobilitazione partita il 2 maggio con la tenda montata davanti al Politecnico, cui avevano fatto seguito in pochi giorni decine di altre tende da campeggio. Ieri mattina, 19 settembre, alle 7:30 e senza alcun preavviso la Polizia ha fatto irruzione e ha posto fine dopo neanche due giorni a questa nuova occupazione. La linea dura annunciata dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi colpisce a Milano per dare un avvertimento al movimento di protesta che si è allargato a macchia d'olio in molte altre città.
"Questa protesta ha per oggetto il diritto allo studio di chi non può permettersi di pagare affitti mensili spesso vicini ai mille euro - hanno commentato la Cgil di Milano e della Lombardia -. In questi mesi tutte le istituzioni hanno manifestato comprensione e solidarietà verso le richieste degli studenti. Peccato però che, aldilà della solidarietà ricevuta, non sia stato ancora risolto un singolo problema denunciato dagli studenti. Le istituzioni sono mesi che non risolvono il problema ma con grandissima velocità hanno deciso di sgomberare subito l'occupazione dell'ex cinema Splendor, che da tantissimi anni è chiuso e abbandonato, ma che probabilmente di fronte alla protesta e all'occupazione degli studenti è improvvisamente diventato funzionale e fondamentale per la proprietà e per il futuro immobiliare e sociale della città".
"L'ex cinema Splendor - si legge nella nota - è uno dei tanti simboli della città di Milano e di tutte le città universitarie, dove i luoghi e gli spazi ci sono ma non vengono destinati all'uso sociale necessario, che sia per gli studenti, le famiglie o i lavoratori. Come Cgil Milano e Cgil Lombardia esprimiamo non solo solidarietà ai ragazzi che lottano, ma chiediamo che quanto prima i tavoli istituzionali con Comune e Regione siano convocati con cadenza costante e producano soluzioni concrete. Come Cgil faremo la nostra parte affinché Regione e Comune risolvano questo problema, oramai diventato socialmente drammatico e che è parte del più generale tema dell'abitare a Milano e in Lombardia, dove la risposta non può essere quella di sgomberare dei 'pericolosi' ragazzi universitari".
Data articolo: Wed, 20 Sep 2023 07:59:34 GMTLa Flai Cgil nazionale, categoria che rappresenta i lavoratori e le lavoratrici del settore agroindustriale, ha donato 45mila euro per la rinascita del Parco Balducci dei Romiti di Forlì, devastato dall'alluvione. "Con questa donazione vogliamo contribuire alla ripartenza del quartiere Romiti fortemente colpito dal disastro dell'alluvione – ha spiegato Giovanni Mininni, segretario generale Flai -. Solidarietà è una bellissima parola ma deve anche trasformarsi in atto concreto, con questa donazione abbiamo provato a farlo".
Il Parco dei Romiti si trova nel cuore del quartiere simbolo dell'alluvione, a pochi metri dalla Scuola Primaria Squadrani ed è da sempre un punto di aggregazione importante per il quartiere. L'obiettivo è ripristinare quest'area verde affinché torni a essere uno spazio sicuro e accogliente per tutte le persone della zona, di tutte le età, un luogo dove incontrarsi, parlare e giocare in serenità dopo i lunghi mesi segnati dall'alluvione.
Da parte di tutta la Cgil Forlì Cesena, un ringraziamento speciale e profondamente sentito a tutta la Flai nazionale per aver aiutato il territorio in difficoltà. "Con questa donazione si coprono tutti i costi per il ripristino del parco e la sua piena funzionalità. Il Comune di Forlì ci ha assicurato che la progettazione è già in itinere e speriamo dunque che possano presto partire i lavori – ha commentato la segretaria generale Cgil Forlì Cesena, Maria Giorgini -. Vogliamo restituire a bambini e bambine uno spazio in cui poter giocare. Speriamo che questo progetto di riqualifica e ripristino possa portare un po' di sollievo a tutta la popolazione dei Romiti di Forlì e anche ai nostri iscritti e iscritte che vivono in quella zona e sono stati duramente colpiti dalla piena del Montone. Abbiamo ancora negli occhi le immagini di quei giorni in cui il fango aveva coperto tutto: case, strade, ricordi; con le comunicazioni e le strade interrotte e la paura del peggio".
Data articolo: Wed, 20 Sep 2023 07:12:38 GMTÈ in corso in Veneto la mobilitazione della Cgil in vista della manifestazione nazionale “La Via Maestra, insieme per la Costituzione”, che si terrà il 7 ottobre a Roma, e la consultazione straordinaria delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati sulle iniziative da mettere in campo in vista della manovra di bilancio e dei rinnovi contrattuali. Un percorso che sarà costellato da tantissime assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori della regione. A oggi sono calendarizzate 1455 assemblee (svolte e da svolgere), un numero destinato a crescere nelle prossime settimane.
"L'obbiettivo - dichiara Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto - è portare migliaia di persone in piazza San Giovanni, che sarà solo la prima tappa di una battaglia che proseguirà per tutto l'autunno, fin quando non otterremo risultati per le persone che rappresentiamo. Vogliamo favorire la partecipazione democratica (le assemblee si concludono con il voto dei partecipanti sulle nostre proposte) e la mobilitazione di tante persone che vivono sulla propria pelle una crisi sociale sempre più pesante. Solo insieme, collettivamente, è possibile cambiare le condizioni di vita e di lavoro di tutti e di ciascuno. I toni trionfalistici con cui il Governo, nei mesi scorsi, ha descritto la situazione economica del Paese sono stati clamorosamente smentiti dai recenti numeri dell'Istat sul Pil (sceso nel secondo trimestre dello 0,4%) e sull'occupazione (- 73.000 posti di lavoro a luglio). Il Veneto non sta meglio, se consideriamo che ad agosto, nella nostra Regione, abbiamo un saldo negativo di posti di lavoro dipendente di 4.300 unità, con un – 6% di assunzioni. Anche i dati della produzione industriale regionale sono piuttosto preoccupanti: nel secondo trimestre si registra un -1,3% (destagionalizzato il dato è addirittura del - 4,5%). Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente siamo al - 4%. Aggiungiamo l'inflazione che, pur in discesa, continua a essere troppo alta, a partire dal carrello della spesa, soprattutto alle nostre latitudini."
"Il welfare, già non in grado di curare le ferite del nostro tempo, rischia di essere ulteriormente indebolito da una politica di tagli e di definanziamenti che colpiscono soprattutto la sanità pubblica e la scuola - ha detto Tiziana Basso -. Stessa sorte per il welfare territoriale: c'è il rischio che le quote mensili per le case di riposto aumentino fino a 400 euro se la Regione non mette risorse; il Governo ha azzerato il fondo di sostegno agli affitti e la Giunta veneta si è limitata a comunicare burocraticamente ai Comuni che non ci sono più soldi per aiutare tante famiglie in enorme difficoltà. Su tutto questo, dobbiamo aprire una vertenza e farlo non solo con l'Esecutivo nazionale e l'Istituzione regionale, ma anche nei confronti delle parti datoriali, che non possono pensare di far ricadere sulla fiscalità generale gli indispensabili aumenti salariali. Aumenti salariali che sono nell'interesse dell'intero sistema, perché se la domanda interna continuerà a essere compressa, le conseguenze ricadranno sulle stesse imprese, cosa che sta già avvenendo".
"Lavoro, Fisco, Giovani, Pensioni, Stato sociale, Politiche industriali, promozione della Pace e difesa della Costituzione dalla torsione presidenzialista e dal 'rischio disgregazione' rappresentato dall'Autonomia differenziata: saranno questi i temi al centro della nostra azione sindacale, che punta non solo a opporsi alle scelte sbagliate, ma a far vivere un'altra idea di sviluppo, che metta il lavoro stabile e di qualità (soprattutto per chi è più colpito dalla precarietà: le donne e le nuove generazioni) e un welfare all'altezza della nostra migliore tradizione al centro della società”.
Data articolo: Wed, 20 Sep 2023 07:11:38 GMTParte giovedì 21 settembre “Fiom Cgil Napoli in festa” che si tiene a Pomigliano d'Arco. Il segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma partecipa alle ore 10, presso la Sala convegni ex Distilleria (via Roma 287/289) al dibattito “I sentieri della dignità: sulle orme della Costituzione”.
Presiede Massimiliano Guglielmi, segretario generale Fiom Campania. Introduce Mauro Cristiani, segretario generale Fiom Napoli. Interviene Pino Gesmundo, segretario nazionale Cgil. Nell'ambito dei lavori sono previsti gli interventi di Antonio Bevere, già consigliere della Corte di Cassazione e direttore della rivista ”Critica del diritto” e di Alberto Lucarelli, professore di Diritto costituzionale presso l'Università di Napoli “Federico II”. Le conclusioni saranno affidate a Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil.
Alle ore 14 è fissato un punto con la stampa con Michele De Palma. A seguire, alle ore 16.30 presso lo spazio dibattiti del parco pubblico "Giovanni Paolo II" (via Passariello, Pomigliano d'Arco), ci sarà l'apertura della Festa, con Mauro Cristiani, segretario generale Fiom-Cgil Napoli, e Raffaele Russo, sindaco di Pomigliano d'Arco.
Alle ore 17, sempre nello spazio dibattiti, si svolge l'incontro “Pnrr: Sud chiama Italia”. Ne discutono Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil; Giuseppe De Cristofaro, Sinistra Italiana; Marco Sarracino, Partito Democratico; Nunzia Catalfo, Movimento 5 Stelle; Ciro Bonajuto, Italia Viva; Luigi De Magistris, Unione Popolare. Coordina Simona Brandolini, Corriere del Mezzogiorno.
Data articolo: Tue, 19 Sep 2023 11:38:00 GMT