Interpetazione di un racconto popolare siciliano: Tridicinu(Fiabe novelle e racconti popolari siciliani, XXXIII)

di Salvatore La Grassa

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I miti greci di Tantalo, Pelope ed Erisittone

I miti greci di Tantalo, Pelope ed Erisittone


Uno dei miti greci in cui un genitore imbandisce sulla tavola le carni di un proprio figlio è quello di Tantalo, re di Lidia o della Frigia. Tantalo era persona molto religiosa e in alcune leggende risulta figlio di Zeus e della ninfa Pluto. Tanto era religioso che pare fosse ricevuto da Zeus stesso nel monte Olimpo. Era riuscito a organizzare un convito cui erano stati invitati tutti gli dei più importanti. Ma Tantalo aveva forti dubbi sull’onniscienza degli dei. Per provare fino a qual punto gli dei fossero onniscienti uccise il proprio figlio Pelope e imbandì le sue carni nel banchetto offerto agli dei. Se fossero stati onniscienti tutti gli dei avrebbero rifiutato di mangiare quel piatto. Invece successe che almeno una dea, Demetra, ne mangiò. I mitologi spiegarono che probabilmente la mangioneria di Demetra era dovuta al dolore per la scomparsa della figlia Persefone.
Mi voglio soffermare sulle condizioni di Demetra, in quanto queste suggeriscono un fattore temporale nel banchetto organizzato da Tantalo. Non mi pare che gli antichi studiosi di mitologia si siano preoccupati di fissare il tempo del banchetto di Tantalo, ma il fatto che Demetra soffrisse per l’assenza della figlia ci suggerisce che il convito fosse stato organizzato tra la fine dell’autunno e la fine dell’inverno, periodo in cui, secondo le interpretazioni più seguite, Persefone stava col consorte Hades nell’Oltretomba.
E il periodo che va dalla fine dell’autunno e la fine dell’inverno era in tante culture un periodo in cui cadeva la fine di un anno o meglio di un ciclo di anni a cui si aggiungeva un tredicesimo mese.
A sua volta Pelope, il riplasmato che ha superato la prova del fuoco, è il 13° pretendente di Ippodamia, figlia di Enomao. Essendo il tredicesimo è l’ultimo di una serie che, in questo caso, porta Enomao, suocero riluttante (secondo un oracolo sarebbe stato ucciso dal proprio genero), a varcare la soglia finale, essendo arrivata la sua ora.
In un mio studio sui miti della Frigia traccio la figura di Tantalo come organizzatore di grandi feste e orgie alimentari poste a metà o fine inverno. Tantalo e la sua progenie fu punita per la sua hybris in quanto si sentiva pari agli dei. Tantalo, secondo i canoni della religione olimpica di Zeus, fu considerato un orco, anzi un orco maligno che invitava gli dei a un pranzo cannibalesco per metterli alla prova. Altro personaggio mitico greco collegabile alle feste che profanavano la religione e al cannibalismo, anzi all’autocannibalismo, è Erisittone. Erisittone, re di Tessaglia e figlio di Triopa, abbatté deliberatamente un bosco di pioppi sacro a Demetra, con l'intenzione di costruirsi una casa presso cui far banchettare gli amici. Per punire la sua empietà la dea Demetra lo condannò ad una fame inesauribile. Per cibarsi, Erisittone dilapidò tutte le ricchezze della propria famiglia e si ridusse ad elemosinare per i trivi secondo la versione del poeta ellenistico Callimaco(Inno a Demetra), mentre secondo la versione del poeta latino Ovidio(Metamorfosi) finì la sua vita quando cominciò a divorare le sue stesse membra.


La festa organizzata per gli dei da Tantalo, quadro di Hugues Taraval 1729-1785

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