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News da PMI.it - Informazione ICT e Business per piccole e medie imprese

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Tech for PMI
Strategia per l’attrazione degli investimenti esteri nei Data Center
Documento a cura del MIMIT che mira a fornire una panoramica completa del quadro normativo e infrastrutturale per gli investimenti in Data Center sul territorio italiano.

Documento a cura del MIMIT che mira a fornire una panoramica completa del quadro normativo e infrastrutturale per gli investimenti in Data Center sul territorio italiano.


Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 16:46:23 +0000
Manovra
Manovra 2026: meno tasse e più incentivi alle imprese
Manovra poco orientata alla crescita, iperammortamento e detassazione dei rinnovi contrattuali non bastano: audizioni sulla Legge di Bilancio in Senato.

L’iperammortamento per la transizione digitale e sostenibile delle imprese ha una durata limitata ad un anno e non consente adeguata programmazione degli investimenti, mentre la detassazione dei rinnovi contrattuali andrebbe estesa alle annualità precedenti il 2025 e valorizzare i contratti più rappresentativi: su questi due punti sono d’accordo tutte le associazioni imprenditoriali che hanno espresso il loro parere sulla Manovra 2026 in sede di audizione parlamentare. Così come il giudizio complessivo è concorde nel definire la Legge di Bilancio poco orientata alla crescita.

Per il resto, ci sono richieste che riguardano i singoli comparti produttivi.

Confindustria insiste sulla necessità di un piani industriale da 8 miliardi all’anno. Confartigianato, CNA e Casartigiani chiedono il potenziamento dei bonus edilizi e l’abolizione dell’IRAP per le società di persone. Confesercenti insiste su misure che rilancino i consumi e propone di indicizzare all’inflazione gli scaglioni IRPEF e di estendere il taglio dell’aliquota del secondo scaglione ai redditi fino a 60mila euro.

Vediamo con precisione l’analisi delle associazioni datoriali nelle audizioni al Senato.

Confindustria rilancia sul piano da 8 miliardi annui

Secondo Confindustria, «il ddl Bilancio non ha la dimensione adeguata a rilanciare la competitività delle imprese, pur centrando alcuni obiettivi rilevanti». Apprezzabili alcune misure, come iper ammortamento e ZES Unica, ma per quanto riguarda la prima viene rilevato il limite dell’assenza di una prospettiva pluriennale. Viale Astronomia rilancia l’idea di un Piano industriale straordinario basato su tre direttrici di intervento, investimenti, competitività e contesto attrattivo, finanziato con almeno 8 miliardi l’anno per un triennio. E rilancia sull’esigenza di intervenire sul costo dell’energia.

Più nel dettaglio, Confindustria si sofferma su quattro misure. L’iperammortamento che incentiva gli investimenti 4.0 e 5.0 ha aspetti positivi: comprende sia macchinari sia software, agevola in modo particolare il risparmio energetico. Ma è limitato al 2026 e necessita di un decreto attuativo. «Per la programmazione degli investimenti servono orizzonti ampi, certi e prevedibili. Ci attendiamo, quindi, che l’incentivo sia esteso su base triennale e che abbia efficacia immediata, a partire dal 1° gennaio del prossimo anno».

Bene la proroga al 2028 del credito d’imposta ZES Mezzogiorno. Inadeguati invece i sostegni ai contratti di sviluppo, che invece «rappresentano una leva importante per gli investimenti produttivi», «riscontrano grande interesse da parte delle imprese e determinano impatti positivi su occupazione, crescita delle filiere e sviluppo dei territori». Molto critica l’assenza di disposizioni sul Fondo di Garanzia PMI: bisognerebbe invece confermare le attuali regole di funzionamento, in scadenza a fine anno, magari rendendole strutturali.

Ci sono due considerazioni critiche sulle detassazioni relative al lavoro dipendente. La misura sui rinnovi rischia di «generare disparità di trattamento fiscale tra dipendenti, a seconda del momento in cui i rinnovi contrattuali sono stati conclusi. Le disposizioni sui premi di risultato «rappresentano un segnale positivo di attenzione al salario variabile, ma rischiano di ridurre l’incentivo alla conversione in welfare aziendale e hanno un campo di applicazione circoscritto alle imprese più strutturate, considerato che il nuovo limite (5 mila euro) è superiore alla media dei premi erogati dal settore industriale». Meglio semplificare i requisiti per accedere alla tassazione sostitutiva (a prescindere dall’aliquota applicata), viste le difficoltà di molte imprese in questo periodo.

Confartigianato, CNA e Casartigiani: bonus edilizi e abolizione IRAP

Confartigianato, CNA e Casartigiani da una parte approvano l’attenzione del Governo alla sostenibilità della finanza pubblica, dall’altra ritengono che la manovra non sia sufficientemente orientata alla crescita. «L’Italia è un Paese di impresa diffusa», per cui una «eccessiva verticalizzazione delle politiche industriali rischierebbe di tradire la conformazione naturale del nostro tessuto economico e sociale», anche se i driver della doppia transizione, digitale e green, «non possono essere abbandonati nella loro dimensione orizzontale». Fra gli obiettivi delle politiche industriali devono esserci il sostegno ai settori di eccellenza del Made in Italy e l’approvvigionamento energetico.

manovrPer quanto riguarda il dettaglio delle misure, bene la riduzione della seconda aliquota IRPEF, ma la pressione fiscale resta alta e fra i correttivi si potrebbe introdurre l’unificazione della no tax area per tutte le categorie di contribuenti, oggi ancora frammentata. Proposti alcuni potenziamenti dei bonus edilizi: la proroga per tre anni e non solo per il 2026, della detrazione sulle ristrutturazioni edilizie nell’attuale misura, allargando il beneficio al 50% sulla prima casa anche ai familiari conviventi. Il rafforzamento del bonus mobili alzando il tetto di spesa da 5mila a 8mila euro. E la riproposizione del bonus verde al 36% fino a un tetto di spesa di 5mila euro.

Infine, le associazioni datoriali chiedono di modificare la norma introdotta lo scorso anno che limita le detrazioni per i redditi sopra i 75mila euro. Si oppongono alla stretta sulle compensazioni e all’aumento delle accise sui carburanti. C’è anche una proposta sulla rottamazione, per ricomprendere anche i contribuenti che sono in regola con le rate della definizione agevolata.

Sui rinnovi contrattuali, la riduzione dell’aliquota al 5% è un segnale positivo, ma andrebbe estesa a tutti i rinnovi (attualmente riguarda solo quelli sottoscritti nel 2025 e 2026) e limitata a quelli più rappresentativi dei diversi settori, anche di secondo livello. Un’altra richiesta riguarda l’estensione all’artigianato del beneficio fiscale previsto per il settore turistico sul lavoro straordinario e notturno.

Per quanto riguarda il supermmortamento, le associazioni delle PMI ritengono preferibile il credito d’imposta, criticano l’orizzonte temporale limitato. Bene il rifinanziamento de credito d’imposta ZES unica, «ma è incomprensibile l’esclusione dei progetti di investimento il cui importo complessivo sia inferiore ai 200mila euro».

Ci sono infine alcune proposte aggiuntive rispetto a quanto inserito in manovra: proseguire nel percorso di eliminazione dell’IRAP, estendo l’abolizione già prevista per le imprese individuali e i lavoratori autonomi alle società di persone. Decontribuzione per l’apprendistato professionalizzante. Misure per ridurre il caro energia. Misure per il rilancio della moda, anche incentivando i giovani che rilevano imprese esistenti e potenziando gli incentivi all’innovazione.

Confesercenti: rilancio dei consumi

Confesercenti definisce la Legge di Bilancio 2026 «una manovra di ordinaria manutenzione dei conti pubblici», e a sua volta a considera poco orientata alla crescita. La riduzione IRPEF e gli altri interventi che sostanzialmente riducono il cuneo fiscale (straordinari, premi di produttivi rinnovi contrattuali), «hanno una dimensione limitata e non riescono ad avere impatti significativi sui consumi». Nell’insieme, queste misure valgono «4,2 miliardi, lo 0,3% del reddito disponibile delle famiglie», dimensioni non sufficienti a modificare le decisioni di consumo. La riforma Irpef andrebbe potenziata in due modi: indicizzando gli scaglioni all’inflazione programmata e allargando il taglio ai redditi fino a 60mila euro.

Anche Confesercenti critica il fatto che la tassazione agevolata al 5% sui rinnovi contrattuali sia limitata ai CCNL siglati nel 2025 e 2026, l’esclusione dei rinnovi 2024 lascia scoperti circa 5 milioni di lavoratori del terziario e del turismo. Bene il trattamento integrativo speciale del 15% per il lavoro notturno e festivo nel settore turistico.

L’associazione rileva l’assenza di politiche su formazione continua e politiche attive.


Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 14:07:11 +0000
Pensioni
Tredicesime senza bonus extra per lavoratori e pensionati
Le tredicesime arriveranno puntuali a dicembre ma non saranno soggette a detassazione come annunciato inizialmente.

Quest’anno, dipendenti e pensionati dovranno accontentarsi della tredicesima priva di bonus extra, non potendo contare né sulla detassazione degli importi inizialmente ipotizzata dal Governo ne sulla riproposizione di indennità speciali come quelle concesse in anni passati (come il Bonus Natale ai dipendenti fino a 28mila euro di reddito ed un figlio a carico).

Le gratifiche di fine anno in busta paga a dicembre, percepite da lavoratori e da coloro che ricevono l’assegno pensionistico in forma di mensilità aggiuntiva, arriveranno con importi calcolati applicando la consueta tassazione. Non sono infatti previsti nella tredicesima i consueti sgravi di norma applicati alla retribuzione stipendiale o previdenziale, quindi senza le detrazioni previste dall’articolo 13, comma 3, del TUIR. Le aliquote IRPEF restano comunque quelle consuete: 23% fino a 28mila euro, 35% fino a 50mila, 43% oltre.

CALCOLO TREDICESIMA ONLINE

Le tredicesime arriveranno regolarmente: per i pensionati la mensilità aggiuntiva sarà corrisposta lunedì 1° dicembre 2025, mentre per i lavoratori l’importo viene solitamente erogato tra il 15 e il 20 dicembre.

In fase della definizione della Manovra 2026 si era inizialmente ipotizzata una esenzione totale IRPEF o comunque una tassazione agevolata al 10%, in modo da garantire tredicesime più ricche, applicabili anche in via retroattiva. Tuttavia, si tratta di proposte poi sfumate almeno per quest’anno.


Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 11:26:38 +0000
pubblicità
Mediaset AdManager porta in TV il marchio GiustoSpirito
Investire in un percorso pubblicitario ampio e strategico può fare la differenza per costruire una brand awareness solida: il marchio GiustoSpirito sceglie le soluzioni Mediaset AdManager, sviluppate per supportare concretamente i business locali.

A circa un anno dal suo debutto come soluzione advertising su misura per le piccole e medie imprese, la piattaforma Mediaset AdManager ha già permesso a numerose realtà presenti sul territorio nazionale di aumentare la visibilità e ottenere un posizionamento esclusivo tramite due formati strategici: il lanner, visibile sulle Connected TV, ed il video, erogato sui contenuti Mediaset Infinity e fruibile da tutti i dispositivi digitali.

GiustoSpirito, catena italiana di brew-restaurant specializzata nella produzione di birre artigianali da abbinare a una cucina di alta qualità, ha scelto di cogliere le opportunità offerte da Mediaset AdManager ottenendo benefici in termini di maggiore engagement ed awareness.

Gli obiettivi: più visibilità e brand awareness

Nata nel 2010 a Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, GiustoSpirito conta attualmente numerosi locali avviati in Emilia-Romagna e in alcune province lombarde (Milano, Cremona, Pavia e Bergamo). L’esigenza di intraprendere un percorso pubblicitario più ampio per raggiungere un pubblico vasto e profilato è nata considerando i limiti delle campagne di comunicazione promosse in passato, concentrate quasi esclusivamente a livello locale in occasione delle nuove aperture.

Questa impostazione, infatti, ha permesso di sostenere il singolo punto vendita ma non di costruire una brand awareness solida, come sottolineano i responsabili dell’impresa:

“La nostra visione era chiara: dopo una rapida crescita sul territorio, volevamo rafforzare la nostra identità di birrificio con cucina e parlare a un pubblico più esteso, mantenendo sempre la nostra autenticità. Da qui nasce il nostro claim: ‘Mordi, brinda, goditi la serata’.

Per raccontare questa evoluzione e il traguardo dei nostri 12 locali, ci siamo affidati a Proxima, agenzia di Modena che ha curato creatività e media planning. Il risultato è stato una campagna che porta la nostra nuova identità visiva, con i suoi colori decisi e il suo tono urban, direttamente in TV sui canali Mediaset e, ovviamente, all’interno dei nostri locali.”

L’obiettivo principale della campagna, avviata lo scorso aprile e attualmente ancora in erogazione, è quello di rafforzare la notorietà e la riconoscibilità di GiustoSpirito nelle aree in cui i locali sono già operativi, focalizzando l’attenzione sulle zone dove risulta più strategico consolidare il legame con il pubblico.

Vantaggi e risultati della campagna Mediaset AdManager

La campagna pubblicitaria pianificata con Mediaset AdManager sta realmente dando i suoi frutti, permettendo di trasformare un approccio frammentato in un piano di comunicazione strutturato, capace di generare la crescita del business.

Al centro della campagna pubblicitaria GiustoSpirito c’è l’innovativo Lanner, formato interattivo a forma di “L†trasmesso sui canali free di Mediaset (nelle reti generaliste e nei canali tematici), in grado di generare un forte impatto visivo senza tuttavia interrompere la visione.

Una risorsa di notevole efficacia che ha già permesso di ottenere 1.3 milioni di impression, mentre sono più di 900mila i device unici raggiunti e circa 2mila le visite complessive.

Dietro questo successo si cela sia la capacità di GiustoSpirito di investire in strumenti innovativi per valorizzare il potenziale del marchio, sia l’offerta Mediaset AdManager che mette a disposizione risorse concrete per supportare i business locali, massimizzando l’efficacia della comunicazione all’interno di contesti editoriali di elevata qualità.


Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 11:16:56 +0000
IRPEF
Acconti di novembre: ecco come pagare le tasse
A fine novembre scade il secondo acconto IRPEF e non sono previste possibilità di rateizzazione straordinaria: tutte le regole e le scadenze.

Si avvicina la scadenza dell’acconto IRPEF di novembre, prevista per l’ultimo giorno del mese. Entro tale data, infatti, dovrà essere pagato il pagamento della quota per l’anno in corso come unica rata o come seconda tranche dopo la prima versata a giugno.

Al momento, infatti, non sono previsti margini di rateizzazione straordinaria per il secondo acconto delle imposte dirette, almeno stando a quanto annunciato dal Ministro Giorgetti nel corso di un recente question time alla Camera. L’acconto deve quindi essere versato con F24 in un’unica soluzione o in due rate, a seconda dell’importo complessivo:

  • se è inferiore a 257,52 euro è previsto un unico versamento entro il 30 novembre dell’anno di imposta;
  • se è pari o superiore a 257,52 euro l’importo può essere suddiviso in due rate, rispettivamente corrispondenti al 40% da pagare entro il 30 giugno dell’anno di imposta (insieme al saldo dell’anno precedente) e al 60% da versare entro il 30 novembre dello stesso anno.

Per chi applica gli indicatori ISA e per chi ha optato per il regime forfettario, le scadenze non cambiano ma gli importi sono differenti:

  • se l’importo dovuto non supera i 206 euro è previsto un unico versamento entro il 30 novembre;
  • oltre questa soglia l’acconto si divide in due rati di uguale importo, da pagare entro il 30 giugno e il 30 novembre.

Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 11:03:51 +0000
IVA
Rimborsi IVA: il calendario dei pagamenti 2025-2027
Cosa prevede il piano dell’Agenzia delle Entrate per accelerare i tempi di rimborso dell’IVA dall’anno in corso fino al 2029.

Nel 2024 il tempo medio di attesa per ottenere i rimborsi IVA è stato pari a 74 giorni, tuttavia, tra gli obiettivi prefissati per il 2025-2027 dall’Agenzia delle Entrate è stata inserita la velocizzazione della procedura al fine di semplificare i rapporti con i contribuenti, limitando i tempi di erogazione.

Ad annunciarlo è il Sottosegretario all’Economia, Lucia Albano, nel corso dell’interrogazione parlamentare del 29 ottobre.

Nella Convenzione 2025-2027, è stato inserito l’obiettivo di ridurre i tempi medi di rimborso IVA fino a 70 giorni nel 2025 e 2026 e fino a 67 giorni nel 2027. Il Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine (PSB), infatti, ha già previsto l’accelerazione dei tempi di rimborso, stabilendo percentuali precise:

  • riduzione del 5% entro il quarto trimestre del 2025;
  • riduzione del 10% entro il quarto trimestre del 2027;
  • riduzione del 15% entro il quarto trimestre del 2029.

I contribuenti, come sottolineato dal Sottosegretario, hanno sempre la possibilità di monitorare lo stato delle pratiche online relative ai rimborsi IVA attraverso l’area riservata del sito web delle Entrate, seguendo il percorso:

Tutti i servizi > Cassetto Fiscale > Consultazioni > Rimborsi.

Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 10:02:02 +0000
Incentivi Rinnovabili
Nuovi incentivi Rinnovabili alle imprese: Decreto FER-Z in consultazione
FER Z: il MASE avvia la consultazione sul nuovo meccanismo di supporto agli investimenti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Ha preso il via il 3 novembre la fase di consultazione pubblica promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per raccogliere pareri sul nuovo meccanismo di supporto agli investimenti in capacità di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Con il Decreto FER Z, infatti, si introducono incentivi alternativi a quelli del FER X, promuovendo la produzione di energia e la riduzione dei costi, favorendo al contempo una corretta distribuzione dei rischi.

Come spiega il MASE, quello introdotto dal Decreto FER-Z è un modello incentivante innovativo, basato sulla definizione di un meccanismo che garantisca la disponibilità di predefinite quantità di energia da fonti rinnovabili (in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione) basati sul fabbisogno effettivo del sistema elettrico, con una flessibilità volta a favorire la riduzione dei costi finali al consumatore. Il tutto, tramite un sistema di contratti standard siglati tra GSE e soggetti selezionati tramite le aste.

L’accesso agli incentivi del FER Z avverrà tramite procedure competitive avviate entro il 2029. Una volta entrato il vigore il DM FER-Z, il Ministero avrà 60 giorni per stabilire il cronoprogramma degli obiettivi di potenza in termini di contingenti-obiettivo per ogni tipologia di contratto standard – Contratto per differenza (CfD) con coefficienti su differenziati in base alla zona di mercato, da applicare alle offerte al ribasso rispetto alla base d’asta.

Una volta immessa in rete l’energia rinnovabile così prodotta, il tracciamento sarà garantito da un nuovo sistema di certificazioni e da uno specifico albo.

La consultazione pubblica resterà aperta fino al 19 dicembre 2025 e prevede che le parti interessate possano inviare osservazioni all’indirizzo di posta elettronica MIE@pec.mase.gov.it, utilizzando uno specifico modulo di adesione, indicando come oggetto della mail “Consultazione DM FERZ”.


Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 09:28:52 +0000
Risorse Umane
Lavoratori senior: le migliori imprese in Italia dopo i 50 anni
Il ranking di Great Place to Work Italia premia le aziende dove gli over 55 si dichiarano più soddisfatti: Pharma, IT e Manifattura guidano la classifica.

In un Paese sempre più anziano, la valorizzazione degli over 55 è diventata una priorità strategica per le imprese. A confermarlo è la prima edizione del ranking Best Workplaces for Senior 2025 di Great Place to Work Italia, che ha analizzato il parere di oltre 2.700 lavoratori senior per individuare le aziende italiane dove fiducia, inclusione e benessere generazionale raggiungono livelli record. Vediamo la classifica.

Forza lavoro sempre più matura in Italia

Secondo le proiezioni ISTAT, entro il 2050 oltre il 35% della popolazione italiana avrà più di 65 anni, mentre la fascia tra i 55 e i 64 anni diventerà una delle più numerose nel mercato del lavoro. Già oggi gli occupati over 50 superano i 10,2 milioni, in crescita del 5% rispetto al 2024. Un trend che impone alle imprese un cambio di paradigma: non più considerare i senior come risorse in uscita, ma come professionisti attivi, portatori di competenze e stabilità organizzativa.

I migliori ambienti di lavoro per i senior

I senior rappresentano mediamente il 21% della popolazione aziendale, a conferma di una presenza strutturale e trasversale nei diversi settori produttivi e le 20 imprese selezionate da Great Place to Work si distinguono per un clima di fiducia e inclusione diffuso. La composizione delle premiate è variegata: 4 super large con oltre 1.000 dipendenti, 2 large, 8 medium large e 6 medie.

Nelle organizzazioni “bestâ€, il Trust Index medio raggiunge l’88%, con un divario del +10% rispetto alle aziende certificate e del +30% rispetto alle non certificate. Il 97% dei senior si sente accolto al momento dell’assunzione, il 96% apprezza la flessibilità nelle assenze e il 95% riconosce imparzialità di trattamento a prescindere dal ruolo o dall’età.

I settori più senior friendly

La biotecnologia e farmaceutica guida la classifica dei comparti con maggiore attenzione al benessere dei lavoratori senior (25%), seguita da IT e manifattura (15%). Al quarto posto i servizi finanziari e assicurativi (10%), seguiti dai servizi professionali, agricoltura, sanità, telecomunicazioni e trasporti (5%). Un ventaglio che dimostra come la valorizzazione dei collaboratori senior sia un tema trasversale a più settori e dimensioni aziendali.

Le 20 migliori aziende per gli over 55

Al primo posto del ranking Cisco, leader mondiale nelle tecnologie di connessione e collaborazione. Sul podio anche Bristol-Myers Squibb e Servier Italia, entrambe nel settore farmaceutico. Seguono Fenix Pharma, Allianz Technology, Vianova, AbbVie, Micron Technology, Wide Group e Timac Agro. A completare la top 20, Galileo Life, REHAU, DHL, Arthur D. Little, TP, Experian, TD SYNNEX, Gruppo Sapio, Biogen e Assimoco.

Senior strategici per l’innovazione

Per Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia, “la capacità delle aziende di ingaggiare e trattenere i lavoratori senior rappresenta un vantaggio competitivo in termini di continuità, cultura organizzativa e performance collettivaâ€. Le realtà premiate dimostrano che un ambiente equo, inclusivo e attento alla flessibilità non è solo un fattore di benessere ma anche un acceleratore di innovazione, produttività e trasferimento di competenze tra generazioni.

Un modello per il futuro del lavoro

La trasformazione demografica in atto impone alle imprese italiane di rivedere i propri modelli organizzativi. Dalla formazione continua alla leadership intergenerazionale, fino a politiche di welfare più inclusive, le aziende che sapranno valorizzare le competenze dei collaboratori senior potranno affrontare con maggiore resilienza le sfide della digitalizzazione e del cambiamento sociale.

Il ranking “Best Workplaces for Senior 2025†dimostra che l’età può essere una leva di valore, se accompagnata da un approccio culturale che riconosce nei lavoratori più esperti una risorsa chiave per la crescita del sistema produttivo.


Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 09:23:49 +0000
Welfare e benefit aziendali
Welfare: cresce la spesa pubblica ma il Sud resta indietro
Welfare Italia 2025: in crescita la spesa sociale ma il gap territoriale si estende ancora, con un divario di oltre 23 punti tra Trento e Calabria.

Presentati risultati del Welfare Italia Index 2025, illustrati nel corso del Forum “Welfare, Italia – Capitale umano: la nuova leva della competitività nazionaleâ€, promosso dal Gruppo Unipol in collaborazione con The European House – Ambrosetti.

Lo studio fotografa lo stato del welfare italiano evidenziando un sistema ampio ma squilibrato, con performance elevate in previdenza e sanità e ancora deboli su istruzione, politiche attive e inclusione.

Welfare ancora sbilanciato sulla previdenza

Nel 2024 il sistema di welfare italiano ha assorbito circa 669,2 miliardi di euro, pari al 60,4% della spesa pubblica complessiva. Di questa, la sola spesa previdenziale incide per il 16% del PIL, a fronte di una media UE del 12,3%. Crescono anche le altre componenti: +35,2% per le politiche sociali, +24,8% per la sanità e +21,1% per l’istruzione nel periodo 2019-2025.

Un quadro che conferma la tenuta del sistema ma evidenzia la sua concentrazione sulla spesa pensionistica, a discapito degli investimenti su capitale umano e prevenzione.

Capitale umano, nuova frontiera del welfare

Il Rapporto sottolinea la necessità di una trasformazione culturale: dal welfare come costo al welfare come investimento. Rafforzare le competenze, favorire la partecipazione femminile al lavoro, migliorare la salute e la prevenzione, e potenziare l’istruzione rappresentano – secondo le proiezioni del think tank – un potenziale di crescita fino a 2,8 milioni di nuovi occupati e 226 miliardi di euro di PIL aggiuntivo (+10,6%).

In questa prospettiva, l’Italia è chiamata a colmare il ritardo strutturale rispetto all’Europa. Le politiche per l’inclusione e la formazione, se integrate con gli interventi su sanità e lavoro, possono rappresentare un fattore decisivo per la competitività del sistema economico.

Divari territoriali, cresce il gap tra Nord e Sud

Il Welfare Italia Index misura le performance regionali attraverso 22 indicatori chiave (KPI) su spesa e risultati nei diversi ambiti del welfare. La Provincia autonoma di Trento guida la classifica con 83,8 punti seguita da Bolzano (80,4) e Friuli-Venezia Giulia (78,3). In fondo si collocano la Campania (62,0), la Basilicata (60,7) e la Calabria (60,2).

Il divario tra la regione migliore e quella peggiore è di 23,6 punti, in crescita rispetto ai 21,9 del 2024, a conferma di una polarizzazione crescente tra Nord e Sud del Paese.

Le regioni settentrionali registrano risultati migliori in termini di infrastrutture sociali, accesso ai servizi e occupazione, mentre il Mezzogiorno sconta carenze strutturali in istruzione, salute e politiche sociali attive.

Scuola, sanità e inclusione aree critiche

Il Rapporto mette in evidenza le criticità che frenano la sostenibilità del welfare italiano. La spesa per istruzione resta ferma al 3,9% del PIL e quella per politiche sociali al 4,9%, entrambe sotto la media UE. Il tasso di dispersione scolastica è al 9,8%, mentre solo il 31,6% dei giovani tra 25 e 34 anni possiede una laurea (media europea 44,1%).

In ambito sanitario, solo il 5,6% della spesa pubblica è destinato alla prevenzione, contro l’8% dei principali Paesi europei. L’indice di prevenzione e salute si mantiene alto nelle regioni del Nord, ma scende drasticamente nel Sud, dove il numero di medici di base e pediatri resta inferiore alla media nazionale.

Il Welfare italiano in pillole

Indicatore Valore
Spesa complessiva welfare 669,2 miliardi di euro (60,4% della spesa pubblica)
Spesa previdenziale 16% del PIL (media UE 12,3%)
Incremento politiche sociali +35,2% nel periodo 2019–2025
Divario territoriale 23,6 punti tra Trento (83,8) e Calabria (60,2)
Dispersione scolastica 9,8% (media UE 9,5%)
Quota di laureati 25-34 anni 31,6% (media UE 44,1%)
Spesa sanitaria in prevenzione 5,6% del totale (media UE 8%)
Potenziale di crescita stimato +2,8 milioni di occupati e +226 miliardi di PIL

Le raccomandazioni allo Stato e alle imprese

Il “Welfare Italia Index 2025†evidenzia la necessità di un approccio unitario per ridurre i divari territoriali e promuovere un welfare generativo, capace di sostenere crescita e coesione sociale. La sfida dei prossimi anni sarà trasformare la spesa sociale in investimento produttivo, sostenendo famiglie, imprese e territori attraverso politiche orientate al capitale umano e all’inclusione.

Il rapporto invita a un riequilibrio della spesa pubblica verso istruzione, formazione continua e prevenzione sanitaria. È inoltre necessario potenziare i meccanismi di governance multilivello per ridurre i divari territoriali e promuovere una maggiore integrazione tra welfare pubblico e welfare aziendale, oggi ancora marginale. Le imprese possono infine essere attori decisivi nel costruire un modello di welfare produttivo, legato a benessere, formazione e inclusione.


Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 09:10:25 +0000
Tech for PMI
Gestione aziendale efficiente: webinar NAV-LAB sulle App Tempo Zero per l’ERP Microsoft
NAV-LAB promuove un ciclo di webinar dedicato alla suite di App Tempo Zero pensate per potenziare le funzionalità dell’ERP Microsoft Dynamics 365 Business Central: ecco calendario e tematiche in programma.

Semplificare il lavoro e automatizzare i processi rappresentano punti di partenza fondamentali per migliorare la gestione aziendale. Per raggiungere questo obiettivo, le imprese hanno a disposizione una risorsa potente come l’ERP Microsoft Dynamics 365 Business Central, reso ancora più performante grazie alle App Tempo Zero di NAV-LAB.

NAV-LAB, infatti, ha creato specifiche estensioni aggiuntive all’ERP Microsoft, certificate Microsoft per Business Central, in grado di potenziarne le funzionalità standard rispondendo al meglio alle esigenze di personalizzazione che arrivano dal mondo delle imprese.

NAV-LAB, con l’obiettivo di illustrare i vantaggi e le funzionalità delle App Tempo Zero per semplificare i processi e velocizzare il lavoro dei team, promuove un ciclo di webinar tenuti da esperti nell’avvio di progetti ERP, incontri virtuali che focalizzano l’attenzione sulle strategie per aumentare flessibilità e produttività, ottimizzando la gestione di tutte le aree aziendali.

Calendario dei WEBINAR NAV-LAB sulle App Tempo Zero

Ogni webinar ha come focus una specifica App della suite Tempo Zero, pensata per soddisfare particolari esigenze di business e per supportare le funzionalità di Microsoft Business Central, l’ERP completo per la gestione aziendale della Piccola e Media Impresa che offre tecnologie avanzate e strumenti di Intelligenza Artificiale predittiva e generativa.

Qui di seguito il calendario dei webinar in programma, ancora in aggiornamento:

  • 19 novembre 2025, dalle ore 11.00 alle ore 12.00: La gestione contabile ed extra contabile con APP Tempo Zero Cloud;
  • 10 dicembre 2025, dalle ore 11.00 alle ore 12.00: Il controllo delle spedizioni tramite corriere con le APP Tempo Zero Shipping EDI e Tempo Zero Shipping EDI+;
  • 21 gennaio 2026, dalle ore 11.00 alle ore 12.00: La gestione dei processi di produzione e le App Tempo Zero per il manufacturing;
  • 11 febbraio 2026, dalle ore 11.00 alle ore 12.00: La gestione commesse con App Tempo Zero Jobs;
  • 4-6 marzo 2026: gli incontri con gli esperti NAV-LAB si svolgeranno nell’ambito della Fiera MECSPE per l’industria manifatturiera 2026.

Gestione contabile ed extra contabile con Tempo Zero Cloud

Il webinar in programma il 19 novembre 2025 sarà dedicato alla App Tempo Zero Cloud per Business Central, risorsa ricca di funzionalità e set-up che migliorano la flessibilità in azienda introducendo automatismi in diversi aspetti delle attività svolte dall’Amministrazione, quali ad esempio la gestione contabile ed extra contabile.

L’App aiuta ad abbattere tempi e costi di avvio nell’utilizzo quotidiano dell’ERP Microsoft. Saranno forniti demo ed esempi di efficienza aziendale con focus su piano dei conti strutturato, riclassificazione di bilancio, rilevazioni extra-contabili, set-up dedicati alla contabilità italiana.

Controllo spedizioni con Tempo Zero Shipping EDI e Tempo Zero Shipping EDI+

Si terrà il 10 dicembre 2025, invece, il webinar incentrato sui vantaggi delle App Tempo Zero Shipping EDI e Tempo Zero Shipping EDI+ per la gestione di spedizioni di vendita e spedizioni warehouse, anche multi-ordine e multi-collo, direttamente integrata nell’ERP Business Central interconnesso con i sistemi dei corrieri grazie alla tecnologia EDI.

Sarà possibile scoprire come usufruire di una gestione delle spedizioni con un processo fluido e automatizzato e attivare il collegamento diretto con il software del corriere, senza mai uscire da Business Central.

Gestione dei processi di produzione e le App Tempo Zero per il manufacturing

Il focus dell’incontro del 21 gennaio 2026 saranno le modalità con cui  NAV-LAB affronta e realizza l’avvio dei progetti ERP nel settore del manufacturing, nell’ambito della pianificazione, realizzazione e controllo dei processi.

L’App Tempo Zero Premium, affiancata dalle altre estensioni dedicate alle aree produttive, estende e potenzia le funzionalità native dell’ERP Business Central, introducendo strumenti pensati per una produzione più flessibile, efficiente e controllata. Questo consente alle aziende di iniziare rapidamente a utilizzare Business Central con funzionalità già pronte e adattate alla realtà produttiva italiana.

La gestione commesse con App Tempo Zero Jobs

Per l’11 febbraio 2026 è in programma il webinar incentrato sull’App Tempo Zero Jobs per la gestione delle commesse, ampliandola a diverse aree aziendali e rendendola veloce e facile. L’App, nello specifico, contiene funzionalità aggiuntive per l’ERP Microsoft che permettono, tra l’altro, il controllo dei processi e sottoprocessi relativi alla realizzazione della commessa, il controllo completo dei costi e ricavi, l’automazione di task e registrazioni e l’analisi della marginalità e budgeting.

Come iscriversi ai webinar

È possibile iscriversi gratuitamente ai singoli webinar attraverso la pagina dedicata sul sito ufficiale di NAV-LAB, cliccando sui link e compilando il form con i dati richiesti.

>> CLICCA QUI per registrarti ai webinar NAV-LAB <<
 sulle App Tempo Zero per l’ERP Microsoft Business Central

 

 


Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 09:00:11 +0000
Tasse
CPB senza visto di conformità: requisiti e decorrenza
Una Srl ha aderito al CPB 2024-2025 e nell’esercizio 2024 ha prodotto un fatturato inferiore a € 7.746.853 per cui ha usufruito dei benefici concessi dall’adesione al CPB per l’esonero del visto di conformità per la compensazione di un credito IVA inferiore a 70mila euro. L’esercizio 2025 si chiuderà con un fatturato superiore a 8[...] Una Srl ha aderito al CPB 2024-2025 e nell’esercizio 2024 ha prodotto un fatturato inferiore a € 7.746.853 per cui ha usufruito dei benefici concessi dall’adesione al CPB per l’esonero del visto di conformità per la compensazione di un credito IVA inferiore a 70mila euro. L’esercizio 2025 si chiuderà con un fatturato superiore a 8[...]
Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 08:24:01 +0000
Tecnologia
SPID di Poste Italiane gratuito fino al 2030
Poste Italiane manterrà il servizio SPID gratuito almeno fino al 2030: l’annuncio dell’Amministratore Delegato.

Nessuna introduzione dello SPID a pagamento da parte di Poste Italiane, che almeno fino al 2030 continuerà a offrire il servizio di identità digitale gratuitamente ai cittadini, sebbene con la consapevolezza che il mercato si sta orientando in direzione opposta.

Sono numerosi, infatti, i provider che hanno già comunicato la volontà di introdurre un costo per il servizio SPID, come Aruba, Infocert e Register.it.

Poste Italiane, che gestisce più del 70% delle identità digitali attive in Italia, ha recentemente confermato di voler mantenere il servizio gratuito ancora per alcuni anni, come ha affermato l’AD Matteo del Fante in occasione della cerimonia per i dieci anni dalla quotazione in Borsa tenutasi a Milano:

al momento SPID resta gratuito per i cittadini anche se il mercato si sta muovendo in direzione diversa. Stiamo facendo le nostre valutazioni, ma per ora il servizio rimane gratuito con Poste.

Il costo attualmente previsto dai provider che hanno introdotto il pagamento di un abbonamento per il servizio SPID, precisamente, varia tra i 4,90 e i 9,90 euro annuali.


Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 08:00:19 +0000
Residenza
Regole sulla residenza per i bonus edilizi prima casa
Possiedo un immobile ereditato, da ristrutturare, al momento seconda casa. Per ottenere la detrazione al 50% nel 2026 la residenza occorre spostarla prima, durante o dopo i lavori? Dovrà rimanere fissata presso l’abitazione per tutta la durata delle detrazioni (10 anni) o potrà essere spostata dopo il termine dei lavori di ristrutturazione? Possiedo un immobile ereditato, da ristrutturare, al momento seconda casa. Per ottenere la detrazione al 50% nel 2026 la residenza occorre spostarla prima, durante o dopo i lavori? Dovrà rimanere fissata presso l’abitazione per tutta la durata delle detrazioni (10 anni) o potrà essere spostata dopo il termine dei lavori di ristrutturazione?
Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 07:32:34 +0000
CCNL
CCNL Metalmeccanici Confimi: accordo sui nuovi aumenti
Rinnovo CCNL Metalmeccanici Confimi 2025-2026: aumenti in tre tranche da novembre, complessivamente fino a 100 euro in più in busta paga al quinto livello.

È stato firmato l’accordo tra Confimi Meccanica e FIM CISL per il rinnovo del contratto collettivo per le piccole e medie imprese del settore metalmeccanico nel biennio 2025-2026.

L’intesa alla base del nuovo CCNL prevede un aumento dei minimi retributivi complessivo per il quinto livello di 100 euro (pari al 4,65%) per il biennio 2025-2026, al fine di sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori e potenziare la competitività delle imprese del comparto. In base all’accordo, gli aumenti in busta paga saranno erogati in modo progressivo: da novembre 2025 è prevista l’erogazione di 22,03 euro in aggiunta all’aumento già riconosciuto a giugno scorso e pari a 27,97 euro. A giugno 2026, infine, l’aumento sarà di 50 euro.

Ecco la tabella contrattuale con gli incrementi relativi ai singoli livelli pubblicata dalla FIM CISL:

Per Flavio Lorenzin, presidente di Confimi Meccanica, l’accordo rappresenta un segnale concreto di attenzione verso i lavoratori, vera forza delle nostre PMI, un passo importante per dare stabilità al contratto collettivo.


Data articolo: Wed, 05 Nov 2025 07:03:57 +0000
Manovra
Manovra 2026: correttivi su fisco, lavoro e pensioni nelle proposte sindacali
Le proposte di emendamenti alla Legge di Bilancio 2026 in materia di fisco, lavoro e previdenza avanzate da Cgil, Cisl e Uil in audizione sulla Manovra.

La posizione dei sindacati sulla Manovra 2026 vede la Cgil particolarmente dura mentre Cisl e Uil, pur muovendo critiche e proposte di modifica, presentano un giudizio complessivamente più moderato. Ci sono comunque temi su cui le sigle confederali concordano nella totale contrarietà rispetto alle scelte effettuate dall’esecutivo nella predisposizione della Legge di Bilancio, ad esempio la mancata proroga della flessibilità in uscita.

Sul capitolo fiscale, ci sono commenti e richieste diversificate: la Cgil sottolinea che il taglio delle tasse non recupera il fiscal drag, Cisl e Uil chiedono di potenziare la tassa piatta su rinnovi contrattuali, festivi e notturni.

Vediamo i punti principali emersi dalle audizioni dei sindacati confederali in commissione Bilancio del Senato sulla manovra.

Cgil critica su fisco, previdenza e sanità

Per quanto riguarda la riduzione delle tasse, la Cgil insiste sul fatto che non si recupera il fiscal drag, ovvero l’erosione del potere d’acquisto determinata dal rapporto fra sistema fiscale e inflazione. La riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33% «porterà vantaggi, sopra i 28mila euro di reddito, tra 0 e 440 euro, cioè tra un caffè al mese e uno al giorno. La detassazione al 5% degli incrementi contrattuali, per i lavoratori fino a 28mila euro, garantirà un beneficio medio di 126 euro, e solo per il prossimo anno».

La richiesta: indicizzare all’inflazione scaglioni, detrazioni, trattamento integrativo, Isee ed esenzioni.

Sul fronte della spesa, le critiche si concentrano su sanità e previdenza. Sul primo fronte, «il de-finanziamento, passerà da un rapporto sul PIL del 6,15% il prossimo anno al 5,93% nel 2028». Sono i numeri forniti dalla Fondazione Gimbe, che ha calcolato a quale percentuale di Pil corrispondono le risorse destinate alla sanità, in aumento in termini assoluti. In materia di pensioni, viene criticato l’aumento dell’età pensionabile legato alle speranze di vita, che risparmia solo i lavori usuranti e gravosi e viene spalmato fra il 2027 e 2028, e le mancate proroghe di Opzione donna e Quota 103.

Fra le proposte: rinnovo di tutti i contratti nazionali di lavoro, rafforzamento ed estensione della 14esima mensilità, blocco dell’età pensionabile.

Uil: potenziare la detassazione dei rinnovi contrattuali

La Manovra prevede che i redditi da lavoro dipendente fino a 28mila euro paghino una tassa piatta del 5% sugli aumenti legati ai rinnovi contrattuali 2025 e 2026. La Uil chiede di estendere la soglia di reddito a 40mila euro e di renderla una misura strutturale limitatamente ai contratti controfirmati dalle organizzazioni più rappresentative, oltre che applicarla anche al pubblico impiego e ai ratei 2024.

In linea con la Cgil, invece, le critiche alle misure su pensioni e fisco. In particolare, il sindacato confederale chiede il ripristino di Opzione Donna e l’avvio di un confronto con il Governo sulla previdenza.

Cisl, platea più ampia per la flat tax su festivi e notturni

Una proposta targata Cisl riguarda l’innalzamento del limite di reddito previsto a 40mila euro per l’accesso alla tassazione agevolata delle indennità e maggiorazioni. Il riferimento è all’aliquota piatta del 15% applicata dalla Manovra sulle indennità per il lavoro notturno e festivo, fino a un tetto di 1500 euro.

Anche la Cisl si concentra sui rinnovi contrattuali, chiedendo che la tassazione agevolata al 5% si applichi solo a quelli maggiormente rappresentativi, e l’estensione della misura al pubblico impiego. Critiche sul fatto che il beneficio riguardi solo i rinnovi 2025 e 2026, e solo gli aumenti corrisposti nel 2026. Bene la detassazione dei premi di risultato, ma anche qui c’è una richiesta migliorativa che riguarda l’individuazione dei parametri, con l’inserimento della partecipazione organizzativa dei lavoratori e della sostenibilità ambientale. Forte dissenso sul «mancato rifinanziamento per il 2026 a sostegno delle iniziative previste dalla legge 76/2025 sulla partecipazione».

In materia fiscale la Cisl esprime tutto sommato un giudizio relativamente positivo, pur auspicando un’ulteriore riduzione della seconda aliquota IRPEF, una revisione degli scaglioni, un aumento delle detrazioni da lavoro dipendente, l’abbassamento del tetto di 200mila euro oltre il quale viene annullato il vantaggio fiscale determinato dalla misura in manovra. Mentre sul fronte pensioni chiede sia il blocco per tutti degli scatti legati alle aspettative di vita sia la proroga di Opzione Donna e Quota 103.


Data articolo: Tue, 04 Nov 2025 16:44:01 +0000
Manovra
Fisco in Manovra 2026, critiche e proposte dei Commercialisti
No alla stretta su compensazioni fiscali, pagamenti PA ai professionisti e dividendi dei soci di minoranza: Commercialisti in audizione sulla Manovra.

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili formula una serie di proposte emendative alla Legge di Bilancio 2026 in sede di audizione in commissione al Senato, criticando i nuovi limiti alle compensazioni, la norma che subordina alla regolarità fiscale e contributiva i pagamenti della pubblica amministrazione ai professionisti e la tassazione del dividendo al socio di minoranza, che si configura come una sorta di doppia imposizione.

Parere negativo anche sulle novità in tema di tassazione degli imprenditori e dei liberi professionisti, chiedendone l’eliminazione o eventualmente proponendo modifiche migliorative.

Vediamo nel dettaglio.

La stretta sulle compensazioni

Partiamo dalle compensazioni. La Manovra 2026 introduce un nuovo paletto, estendendo a tutti i contribuenti il divieto di utilizzare crediti di imposta in compensazione per pagare contributi previdenziali e premi assicurativi. Questo, applicando il divieto non solo ai crediti d’imposta derivanti dalle detrazioni edilizie ma a tutti quelli che non derivano dalla dichiarazione dei redditi.

Il nostro ordinamento, sottolineano il CNDCEC, «già prevede limiti alla compensazione dei crediti d’imposta diversi da quelli emergenti dalla liquidazione delle imposte». Ad esempio le banche non possono usare i crediti Superbonus ed edilizi per compensare contributi previdenziali e premi assicurativi (è la norma che ora si vuole estendere a tutti i contribuenti). Non si possono utilizzare le compensazioni per il pagamento delle cartelle esattoriali, oppure ci sono limitazioni per i contribuenti con debiti fiscali superiori a 100mila euro. Fra l’altro, la manovra propone di abbassare questa soglia a 50mila euro.

I Commercialisti propongono di abolire la disposizione in manovra, oppure di «limitarne l’ambito soggettivo di applicazione alle imprese di grandi dimensioni», in modo da non penalizzare le PMI e i lavoratori autonomi. E chiedono una modifica della decorrenza, legandola al momento in cui è maturato il credito e non a quello in cui si effettua l’operazione. Quindi, la misura secondo i commercialisti andrebbe eventualmente applicata non a partire dalle compensazioni effettuate dal primo luglio 2026, ma all’utilizzo dei crediti d’imposta sorti o acquistati successivamente al primo gennaio 2026.

I pagamenti della PA ai professionisti

La norma sui pagamenti ai professionisti da parte della PA, subordina il pagamento delle fatture alla verifica della loro regolarità fiscale e contributiva. In pratica, sottolinea l’ordine dei commercialisti in audizione, «il professionista incaricato dalla pubblica amministrazione sarà tenuto a produrre la documentazione comprovante la regolarità fiscale e contributiva contestualmente alla presentazione della fattura per le prestazioni rese».

Le critiche alla norma: non prevede soglie minime, per cui anche in presenza di irregolarità di modesto importo scatterebbe, ingiustificatamente, il blocco dei pagamenti dovuti. «Introduce una palese disparità di trattamento tra i liberi professionisti e gli altri creditori delle amministrazioni pubbliche, come, ad esempio, i dipendenti pubblici». Richiede la documentazione di dati già in possesso della pubblica amministrazione. Ci sono già norme che penalizzano chi presenta irregolarità, ad esempio in materia di partecipazione agli appalti pubblici. In conclusione, la richiesta è di eliminare questa stretta dal testo della manovra.

Tassazione cedole soci di minoranza

Per quanto riguarda la tassazione dei dividendi, la manovra in pratica limita l’attuale regime di esclusione prevedendo la tassazione per i soci di minoranza, ovvero con una quota pari al massimo al 10% del capitale. Il regime di esclusione, sottolineano i Commercialisti, è uno strumento di contrasto ai fenomeni di doppia imposizione economica dei dividendi provenienti da società o enti i cui utili sono stati già assoggettati a  IRES. E si pone «in contrasto con i principi che ispirano il rapporto tra la fiscalità delle società di capitali e quella dei soci, introdotti dal 2004 per effetto del decreto legislativo 344/2003, con l’obiettivo di armonizzare il nostro sistema fiscale con quelli in essere in altri Paesi membri dell’Unione europea, eliminando lo svantaggio competitivo delle imprese residenti e il ricorso alla localizzazione delle holding in Paesi che già adottavano il regime della c.d. esclusione».

La proposta è di eliminare quindi la modifica al Testo unico imposte su redditi oppure, in subordine, «di ridurre sensibilmente la soglia al di sotto della quale scatta la tassazione integrale dei dividendi percepiti dai soci e, comunque, di escludere dal nuovo regime le partecipazioni in società negoziate in mercati regolamentati».

Anche qui c’è una considerazione che riguarda la decorrenza della misura. La formulazione comporta l’applicazione a partire dai dividendi deliberati a decorrere dal primo gennaio 2026. Al fine di evitare la corsa delle società partecipate ad approvare delibere entro fine anno, i commercialisti «suggeriscono di far decorrere le nuove disposizioni in relazione agli utili realizzati dall’esercizio in corso al 31 dicembre 2025».


Data articolo: Tue, 04 Nov 2025 13:00:11 +0000
Mercato immobiliare
Cedolare secca affitti brevi: coro di no dagli agenti immobiliari sulla stretta in Manovra
Le associazioni di categoria chiedono di eliminare la stretta sugli affitti brevi: non incentiva le locazioni di lungo periodo e alimenta un mercato irregolare.

Le associazioni di settore sollevano un coro di critiche sull’innalzamento della cedolare secca sugli affitti brevi. La stretta fiscale prevista dalla Manovra 2026, argomentano, non produce l’effetto sperato di incentivare le locazioni di lungo periodo, e al contrario rischia di frenare un mercato emergente.

La Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, Fiaip, l’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi, Aigab e Confabitare, in audizione al Senato, hanno dunque chiesto di eliminare il provvedimento. Le parti rappresentano il settore dell’intermediazione, che viene duramente colpito dalla disposizione inserita in Legge di Bilancio.

La norma inasprisce infatti la tassazione sulle locazioni brevi prevedendo che la cedolare secca salga al 26% per tutti gli immobili. Non si elimina del tutto la possibilità attualmente prevista di applicare l’aliquota al 21% su un solo immobile, che però resta percorribile solo se questo viene locato senza avvalersi di intermediazione. Vediamo con quali motivazioni viene criticato questo giro di vite.

Il mercato degli affitti brevi

Secondo Fiaip, oltre il 90% dei proprietari si avvale di intermediari immobiliari (agenzie e portali telematici) per la locazione breve dei propri immobili. «Si tratta perlopiù di famiglie, circa l’83%, che possiedono un solo immobile aggiuntivo, spesso ereditato o acquistato con anni di risparmi, e che utilizzano le locazioni brevi come strumento di integrazione del reddito familiare, per far fronte all’aumento generalizzato del costo della vita».

L’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi, a sua volta fornisce dati di mercato: il 96% dei proprietari che ha scelto gli affitti brevi possiede un solo immobile che nel 30% dei casi proviene da eredità, nel 29% dei casi era abitato in precedenza dagli stessi proprietari che se ne privano solo temporaneamente, nel 26% dei casi era sfitto da tempo e soltanto nel 12,6% dei casi è stata acquistato per investimento. Solo una piccola parte (il 2,2%) era precedentemente locata a lungo termine».

Le critiche alla stretta in manovra

La Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali ritiene che in definitiva la misura penalizzi sia il settore dell’intermediazione immobiliare sia i proprietari. Sul primo fronte, «equipara impropriamente le agenzie immobiliari italiane alle piattaforme internazionali (come Airbnb o Booking), sebbene solo le prime abbiano sede e attività in Italia, generando occupazione e gettito fiscale Nazionale», mentre «le grandi multinazionali del web, avendo sede all’estero, non producono un contributo paragonabile in termini di imposte e di ricadute occupazionali ed economiche sul territorio».

L’associazione ritiene che in ogni caso questo irrigidimento non sia adatto a perseguire l’obiettivo dichiarato di incentivare gli affitti di medio lungo periodo, argomentando così la posizione: «l’esperienza internazionale (Barcellona, Parigi, Amsterdam, Ginevra, Berlino, New York) dimostra che misure di questo tipo producono l’effetto opposto: aumento del sommerso, incremento delle abitazioni sfitte e innalzamento dei canoni di locazione, aggravando di fatto l’emergenza abitativa».

L’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi rafforza questa posizione. «La rendita netta per il proprietario equivale al 35% dell’incasso» da cui deve comunque sottrarre cedolare secca, costi per le utenze e tasse come TARI e IMU, percentuale di intermediazione e costi delle pulizie. Su 9,6 milioni di seconde case quelle sul mercato sono 502 mila (l’1,4% delle abitazioni nazionali). La stretta colpisce in particolare queste 500mila famiglie, e le disincentiva «dal continuare ad investire per manutenere queste abitazioni, che rischiano di tornare ad essere sfitte».

Confabitare ritiene che la norma in manovra rischi di generare «un incentivo all’evasione fiscale e alla de-professionalizzazione del settore. Un proprietario, che volesse mantenere l’aliquota del 21% sarà spinto a non utilizzare i canali tracciabili». Quindi, non produce aumento di gettito, e non è la misura adatta per sostenere le locazioni per esigenze abitative ordinarie. Risultato che invece si otterrebbe con la «rimozione delle ben note problematiche in materia di morosità e liberazione rapida degli immobili», e «l’estensione delle agevolazioni fiscali delle locazioni a canone concordato a tutti i Comuni».

Una proposta sul Fondo garanzia prima casa

Fiaip propone anche di ripristinare l’accesso in via prioritaria della garanzia del Fondo prima casa a determinate categorie che chiedono un mutuo di importo superiore all’80% dell’immobile (giovani coppie, nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, conduttori di alloggi di proprietà degli Istituti autonomi per le case popolari, giovani di età inferiore ai 36 anni in possesso di ISEE non superiore a 40mila euro annui). La manovra prevede invece che l’accesso al fondo per queste tipologie di acquirenti diventi esclusivo.

La disposizione in Manovra 2026 sugli affitti brevi

Concludiamo ricordando nel dettaglio cosa prevede la misura inserita in manovra sugli affitti brevi. Sugli immobili che vengono messi sul mercato degli affitti brevi la legge attuale prevede che si possa applicare la cedolare secca al 26%, lasciando però la proprietario la scelta di tassare al 21% un solo immobile. La Legge di Bilancio condiziona l’utilizzo della cedolare secca al 21% su un solo immobile al fatto che questo venga immesso sul mercato senza avvalersi di intermediari e portali online. Lascia però invariata la procedura di tassazione: i portali, in pratica, continuano a trattenere alla fonte il 21%. Sarà quindi il proprietario dell’immobile a dover poi effettuare il conguaglio in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi.


Data articolo: Tue, 04 Nov 2025 12:32:05 +0000
Digitale
Agenda Digitale 2026: strumenti e linee guida per i servizi online della PA
Linee Guida AgID 2026 per l'Informatica nella PA: corsi AgID Academy, Intelligenza Artificiale nei servizi pubblici e novità per l'IT Wallet.

IT Wallet, Cloud e Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione, AgID Academy: sono tante le novità programmate in questi ambiti nel corso del 2026 e, ad anticiparle, è l’aggiornamento del Piano triennale per l’informatica nella PA, pubblicato sul portale dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID).

Qualche esempio: il numero di strumenti a disposizione delle amministrazioni sale a 22 e si consolidano i progetti legati al portafoglio digitale su App IO e quelli che fanno ricorso all’AI per le attività della PA.

Piano per l’informatica nella PA

Il Piano è lo strumento che dal 2017 fornisce alle PA le linee guida per l’implementazione delle nuove tecnologie. L’edizione 2024-2026 si inserisce nel contesto di riferimento più ampio definito dal programma strategico “Decennio Digitale 2030†istituito dalla UE e articolato in quattro macro-capitoli: competenze digitali, servizi pubblici digitali, digitalizzazione delle imprese e infrastrutture digitali sicure e sostenibili.

Operativamente, i singoli enti pubblici individuano i propri obiettivi all’interno del Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO), tracciando strumenti, regole tecniche e traiettorie evolutive pluriennali che permettano una pianificazione degli investimenti su un piano istituzionale multilivello, a valere su molteplici fonti di finanziamento.

Tra i nuovi strumenti a disposizione delle PA ci sono quelli che riguardano competenze, e-leadership, interoperabilità semantica, gestione dei progetti di IA, user centricity dei servizi pubblici digitali e accordi di collaborazione per i percorsi formativi.

L’aggiornamento 2026

Tre i macro-capitoli del piano al 2026 emergono le seguenti linee guida.

  • Componenti strategiche per la trasformazione digitale: due capitoli descrivono le leve strategiche su cui investire per accelerare il processo di trasformazione digitale, focalizzando l’attenzione su un approccio che affronti, in maniera sistematica, tutti gli aspetti legati a organizzazione, processi, regole, dati e tecnologie.
  • Componenti tecnologiche del modello strategico: sono riportate nei capitoli Servizi, Piattaforme, Dati e intelligenza artificiale, Infrastrutture, Sicurezza. Il tema dell’interoperabilità diventa trasversale a tutti i capitoli ed è evidenziato in particolare nel capitolo dedicato ai Servizi. Il capitolo “Dati†è integrato da una sezione nuova dedicata all’intelligenza artificiale. Sono riportati alcuni principi generali che dovranno essere adottati dalle pubbliche amministrazioni e declinati in fase di applicazione, tenendo in considerazione lo scenario in veloce evoluzione.
  • Strumenti. La novità di questo Piano è quella di riportare una sezione verticale dedicata agli strumenti che le amministrazioni possono prendere a riferimento come modelli di supporto, esempi di buone pratiche, check-list per pianificare i propri interventi. Questa sezione è destinata ad ampliarsi e ad essere sistematicamente aggiornata sul sito AgID, nelle pagine dedicate al Piano triennale.

Roadmap IT Wallet

Un’altra novità riguarda la definizione del percorso di implementazione dell’IT Wallet, il portafoglio digitale sul quale hanno recentemente debuttato alcuni documenti digitali come la patente e la tessera sanitaria. Entro dicembre 2025 bisogna predisporre le linee guida, la regolamentazione tecnica sulla maturità degli Implementing Acts e delle attività di standardizzazione, nonché un documento di valutazione di accessibilità e usabilità dell’IT Wallet pubblico. La scadenza per avviare le attività di accompagnamento e formazione sul portafoglio di servizi digitali è fissata a dicembre 2026.

Cloud e Intelligenza artificiale

Per quanto riguarda il Cloud le linee guida aggiornano i riferimenti normativi ai nuovi requisiti ad esempio in tema di privacy, sicurezza, risparmio energetico.

Il capitolo sull’Intelligenza Artificiale precisa invece le regole di data governance e le azioni di monitoraggio sul riutilizzo dei dati resi disponibili dalle pubbliche amministrazioni, oltre a prevedere l’interoperabilità dei dati. La qualità dei dati è fondamentale anche per far funzionare correttamente l’intelligenza artificiale, per sviluppare la quale le PA devono rispettare una serie di criteri e finalità precisamente elencate nel Piano.

Da  dicembre 2025, inoltre, le amministrazioni dovranno seguire le Linee guide per promuovere l’adozione dell’IA per il procurement e lo sviluppo di applicazioni.  Fra i progetti specifici in ambito AI, ad esempio, è prevista entro dicembre 2026 la versione beta dell’assistente virtuale (chatbot) sul Catalogo Nazionale dei Dati Aperti.

Nel mese di dicembre 2025 e 2026 sarà infine effettuata una ricognizione dei progetti strategici di IA.

Corsi AgID Academy

Per predisporre i programmi formativi , la AgID Academy potrà avvalersi sia di competenze interne della pubblica amministrazione centrale e locale (con particolare riferimento ai Responsabili e agli Uffici per la Transizione Digitale), sia dell’attività didattica e scientifica di Università e istituti di ricerca, con i quali saranno stipulati protocolli d’intesa e/o convenzioni.

Aperti a cittadini, imprese e amministrazioni, i percorsi formativi dovranno riguardare Transizione digitale, Dati e intelligenza artificiale, Servizi e piattaforme, Gestione dell’innovazione, Sicurezza, Informatica giuridica, Accessibilità.


Data articolo: Tue, 04 Nov 2025 11:29:21 +0000
Fintech
Euro digitale: cosa cambierà con la moneta del futuro
La Banca Centrale Europea ha avviato la nuova fase del progetto euro digitale, lancio pilota nel 2027 e impiego pubblico entro il 2029.

Il progetto Euro digitale, tra le innovazioni monetarie più rivoluzionarie d’Europa, sta scaldando i motori. BCE e banche centrali dei Paesi in zona Euro ne stanno definendo i dettagli dell’introduzione, così da rendere disponibile il prima possibile per tutti una forma di moneta del tutto complementare ed alternativa al contante.

Cos’è l’euro digitale e come si userà

Una volta a regime, l’euro digitale sarà emesso dalla Banca Centrale Europea come forma di valuta elettronica accessibile sia alle famiglie che alle imprese. Utilizzabile online e offline, con la stessa garanzia della moneta fisica ma con la flessibilità del digitale. L’obiettivo è duplice: da un lato rispondere alla crescente digitalizzazione dei pagamenti; dall’altro rafforzare la sovranità monetaria europea rispetto alle infrastrutture internazionali dominate da operatori extra-UE.

Calendario delle fasi operative

La fase preparatoria, iniziata nel novembre 2023, ha raccolto studi su infrastruttura, privacy, modalità offline e quadro regolamentare. Nel breve termine (2025-2026) si prevede la pubblicazione del regolamento europeo, la selezione dei fornitori tecnici, pilot con alcuni provider in Paesi dell’area euro. Nel medio termine (2027-2029) dovrebbe partire la distribuzione al pubblico, una volta soddisfatti tutti gli step normativi e tecnici. L’evoluzione sarà graduale e affiancata dallo stesso contante.

Secondo la BCE, se il quadro legislativo sarà approvato entro il 2026, la fase pilota potrebbe partire metà 2027 e la prima emissione intorno al 2029. Per le imprese, l’euro digitale offre opportunità come costi di transazione ridotti, pagamenti istantanei, integrazione semplificata con sistemi gestionali e una maggiore efficienza nei flussi finanziari digitali. Tuttavia, vi sono anche sfide: modelli di business bancari e intermediari potrebbero dover evolvere, e la compliance normativa dovrà essere adeguata. Per i cittadini, il digitale offre comodità (pagamenti in tempo reale, possibilità offline, compatibilità internazionale), ma solleva questioni chiave: il rispetto della privacy, limiti di detenzione, interoperabilità e la garanzia della libertà di scelta tra contante e digitale.

Cosa cambierà concretamente

Per l’Italia e l’Europa, l’introduzione dell’euro digitale apre la strada a nuovi servizi finanziari, maggiore competizione nei metodi di pagamento, e potenzialmente a un ripensamento dell’assetto monetario e bancario nell’era digitale.

Per il mondo business, la preparazione all’euro digitale comporta verifiche su sistemi di pagamento, aggiornamenti infrastrutturali, adeguamenti normativi e valutazione dell’impatto sui conti correnti e sulle modalità di gestione della liquidità. I provider di servizi di pagamento dovranno essere pronti ad aderire alle piattaforme digitali della banca centrale.

Rischi, dubbi e temi regolamentari

Tra i principali nodi aperti resta il tema della privacy (ossia come garantire anonimato simile al contante), la tenuta dei depositi presso le banche commerciali (rischio “fuga verso la moneta della banca centraleâ€), e l’impatto sull’ecosistema bancario. La BCE stima costi di infrastruttura tra 4 e 5,7 miliardi di euro per il settore bancario.

Dal lato consumatori sarà cruciale che siano salvaguardati i diritti di scelta, che rimanga il contante e che la diffusione del digitale non escluda segmenti della popolazione meno “connessiâ€. La fase di comunicazione e di educazione finanziaria dovrà essere intensa.

Inoltre, serve un quadro legislativo europeo coerente prima di procedere con l’emissione. Finché non sarà stabilito, l’euro digitale resta un progetto in via di definizione.


Data articolo: Tue, 04 Nov 2025 10:56:23 +0000
Energia per le imprese
Le migliori offerte Luce di novembre per utenze domestiche e business
Le offerte luce più vantaggiose per famiglie e imprese: prezzi aggiornati, consigli pratici e classifiche per scegliere la tariffa più adatta ai propri consumi.

L’andamento del prezzo dell’energia elettrica in Italia continua a essere influenzato da molteplici fattori che congiuntamente determinano fluttuazioni significative, particolarmente rilevanti per famiglie e imprese. A novembre 2025, anche se si assisterà a una stagionale stabilizzazione, molte incertezze sussistono a causa della volatilità dei mercati energetici internazionali, dell’andamento della domanda e dell’offerta, nonché delle condizioni climatiche e dei costi delle materie prime come il gas naturale.

Per questo motivo, comprendere la struttura delle tariffe e le proprie esigenze di consumo è fondamentale per ottimizzare la spesa energetica. Innanzitutto, è importante analizzare il proprio profilo di consumo: le famiglie generalmente hanno consumi più concentrati nelle ore serali e nei weekend, mentre le PMI presentano consumi più distribuiti e con picchi variabili durante l’orario lavorativo.

Le tariffe possono essere suddivise principalmente in due tipologie: a prezzo fisso e variabile (indicizzato). Le tariffe a prezzo fisso garantiscono un costo stabile per kWh per tutta la durata del contratto (generalmente da 12 a 24 mesi), offrendo tranquillità contro eventuali rialzi di mercato. Sono ideali per chi cerca prevedibilità e vuole pianificare il proprio bilancio ordinario senza sorprese.

Le tariffe a prezzo variabile invece si adeguano all’andamento degli indici di mercato, offrendo la possibilità di beneficiare di riduzioni dei prezzi in caso di cali del costo dell’energia, ma esponendo l’utente a possibili aumenti. Queste offerte sono indicate per consumatori attenti ai movimenti di mercato e che possono modulare i consumi o che sono disposti ad assorbire una certa variabilità.

Un altro aspetto da considerare è la scelta tra tariffa monoraria e a fasce orarie. La monoraria applica un unico prezzo per ogni kWh consumato in qualsiasi momento della giornata, semplice e comoda per profili con consumi omogenei. Le tariffe a fasce, invece, applicano prezzi diversi in funzione dell’orario di consumo: generalmente più costosi nelle ore di picco (fascia 1) e più economici in fasce serali e weekend (fasce 2 e 3). Questa opzione può essere vantaggiosa per chi riesce a spostare i consumi principali nelle fasce più convenienti, come una famiglia con abitudini serali o una PMI con turni di lavoro flessibili.

Per risparmiare efficacemente, si consiglia di:

  • Analizzare i propri consumi recenti e capire la distribuzione oraria;
  • Valutare offerte con tariffa a fasce se si riesce a concentrare i consumi nelle ore meno costose;
  • Considerare tariffe a prezzo fisso se si preferisce sicurezza e prevedibilità di spesa;
  • Monitorare periodicamente le offerte sul mercato libero per cogliere eventuali promozioni e variazioni vantaggiose;
  • Investire in comportamento energetico consapevole e in efficienza energetica negli impianti e negli elettrodomestici.

Per le PMI, la valutazione deve includere anche la potenza impegnata, la possibilità di consumi distribuiti e picchi significativi durante il giorno, oltre alla necessità di fissare budget certi in periodi di incertezza economica.

Di seguito presentiamo le classifiche delle migliori offerte luce di novembre 2025, suddivise per tipologia di utenza domestica e business e per tipologia di tariffa: a prezzo fisso a fasce e monorarie, a prezzo variabile a fasce e monorarie. Queste classifiche sono di supporto nella scelta dell’offerta più adatta alle proprie specifiche esigenze di consumo e di gestione della spesa energetica.


Data articolo: Tue, 04 Nov 2025 10:32:51 +0000

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