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Dopo il rinnovo del Contratto Metalmeccanici e Installazione Impianti 2025-2028 – con aumenti CCNL pari al 9,64% (e quindi superiori al tasso di inflazione IPCA del 7,20%) – scattano anche gli incrementi in busta paga dal 1° dicembre 2025 per i dipendenti del settore Miniere e Metallurgia.
La struttura economica del CCNL Metalmeccanici è stata confermata, con adeguamento all’IPCA (al netto dell’energia), quota aggiuntiva salariale e clausola di salvaguardia per difendere il potere d’acquisto in caso di picchi inflattivi.
L’intesa che coinvolge oltre 1,5 milioni di lavoratori e punta a difendere i salari dall’inflazione, rafforzare le tutele sociali e sostenere la competitivitĂ delle imprese. L’incremento salariale complessivo previsto dal contratto è di 205,32 euro mensili al livello C3, di cui 28 euro giĂ erogati a giugno 2025 ed i restanti 177 euro sui minimi contrattuali, distribuiti in tre tranche: 53 € dal 1° giugno 2026, 59 € dal 1° giugno 2027 e 65 € dal 1° giugno 2028.
L’incremento complessivo è pari a circa il 9,64% nel quadriennio 2025-2028, superiore all’andamento Ipca previsto nel periodo. Gli aumenti esatti:
Lo stesso schema riguarda tutti i livelli, con importi differenziati come da tabella seguente.
| Livello | Aumento 1/6/2025 (€) | Minimo 1/6/2025 (€) | Aumento 1/6/2026 (€) | Minimo 1/6/2026 (€) | Aumento 1/6/2027 (€) | Minimo 1/6/2027 (€) | Aumento 1/6/2028 (€) | Minimo 1/6/2028 (€) | Aumento complessivo (€) |
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| D1 | 22,36 | 1.742,03 | 42,91 | 1.784,94 | 48,08 | 1.833,02 | 52,35 | 1.885,37 | 165,70 |
| D2 | 24,79 | 1.931,78 | 47,59 | 1.979,37 | 53,33 | 2.032,70 | 58,06 | 2.090,76 | 183,77 |
| C1 | 25,33 | 1.973,51 | 48,61 | 2.022,12 | 54,47 | 2.076,59 | 59,30 | 2.135,89 | 187,71 |
| C2 | 25,86 | 2.015,24 | 49,64 | 2.064,88 | 55,64 | 2.120,52 | 60,57 | 2.181,09 | 191,71 |
| C3 | 27,70 | 2.158,26 | 53,17 | 2.211,43 | 59,58 | 2.271,01 | 64,87 | 2.335,88 | 205,32 |
| B1 | 29,69 | 2.313,34 | 56,99 | 2.370,33 | 63,86 | 2.434,19 | 69,53 | 2.503,72 | 220,07 |
| B2 | 31,85 | 2.481,84 | 61,14 | 2.542,98 | 68,51 | 2.611,49 | 74,59 | 2.686,08 | 236,09 |
| B3 | 35,56 | 2.770,74 | 68,25 | 2.838,99 | 76,49 | 2.915,48 | 83,28 | 2.998,76 | 263,58 |
| A1 | 36,41 | 2.837,12 | 69,89 | 2.907,01 | 78,32 | 2.985,33 | 85,27 | 3.070,61 | 269,90 |
Sul fronte del welfare aziendale, i flexible benefits crescono da 200 a 250 euro annui, raggiungendo nel periodo 2021-2028 un totale di 1.750 euro netti per addetto.
Il nuovo CCNL introduce un pacchetto di misure pensate per rendere il lavoro piĂą flessibile senza penalizzare i lavoratori. Le principali novitĂ sono:
Si tratta di modifiche ritenute decisive da Federmeccanica e Assistal per migliorare la gestione dei carichi produttivi ed evitare ricorso eccessivo a straordinari non programmati.
Il contratto introduce nuove regole che rafforzano la stabilitĂ occupazionale e e puntano a superare forme di precarietĂ strutturale, introducendo meccanismi di equilibrio tra esigenze produttive e diritti dei lavoratori.
Il contratto avvia anche una sperimentazione sulla riduzione dell’orario di lavoro, affidata a una commissione tecnica paritetica. Prevista inoltre una riduzione immediata di 8 ore annue per i lavoratori impegnati sui 21 turni, uno dei regimi più gravosi dal punto di vista organizzativo.
Il rinnovo rafforza diverse tutele non economiche, tra cui:
Sul versante sociale il contratto introduce 3 giorni retribuiti per malattia del figlio fino a 4 anni (80% della retribuzione), maggiori garanzie per lavoratori disabili e persone con patologie degenerative o oncologiche ed un periodi fino a due mesi per favorire il ricongiungimento familiare dei lavoratori migranti.
L’aumento mensile al livello medio (C3 ex 5°liv.) è di 205,32 euro. La prima rata per 27,70 euro è stata erogata il 1° di giugno 2025 e seguiranno altri 53,17 € il 1° giugno 2026; 59,58 € il 1°giugno 2027; 64,87 € il 1° giugno 2028.
Per quanto riguarda gli adeguamenti dei minimi tabellari del CCNL Metalmeccanici Federmeccanica e Assistal, in base all’indice IPCA preso a riferimento, gli ultimi incrementi di stipendio sono stati i seguenti (superiori a quanto previsto da contratto), a cui si sommeranno le cifre sopra indicate.
| Livello | Minimo |
| A 1 | 2.800,71 |
| B 3 | 2.735,18 |
| B 2 | 2.449,99 |
| B 1 | 2.283,65 |
| C 3 | 2.130,56 |
| C 2 | 1.989,38 |
| C 1 | 1.948,18 |
| D 2 | 1.906,99 |
| D 1 | 1.719,67 |
| Livello | Scatto anzianitĂ |
| A 1 | 40,96 |
| B 3 | 40,96 |
| B 2 | 36,41 |
| B 1 | 32,43 |
| C 3 | 29,64 |
| C 2 | 26,75 |
| C 1 | 25,05 |
| D 2 | 25,05 |
| D 1 | 21,59 |
Aggiornati anche gli importi delle indennitĂ di trasferta e di reperibilitĂ :
| Compenso giornaliero e settimanale | Livello |
|---|---|
| 16 ore (giorno lavorato) | D1-D2-C1: 5,69€ C2-C3: 6,78€ B1 e superiore: 7,78€ |
| 24 ore (giorno libero) | D1-D2-C1: 8,56€ C2-C3: 10,64€ B1 e superiore: 12,81€ |
| 24 ore festive | D1-D2-C1: 9,25€ C2-C3: 11,41€ B1 e superiore: 13,48€ |
| 6 giorni | D1-D2-C1: 37,00€ C2-C3: 44,52€ B1 e superiore: 51,72€ |
| 6 giorni con festivo | D1-D2-C1: 37,68€ C2-C3: 45,29€ B1 e superiore: 52,39€ |
| 6 giorni con festivo e giorno libero | D1-D2-C1: 40,56€ C2-C3: 49,15€ B1 e superiore: 52,39€ |
Con il rinnovo del CCNL Metalmeccanici resta fermo che lo stipendio varia a seconda dell’esperienza, del ruolo e del livello in cui è inquadrato il lavoratore. Quanto guadagna ad esempio un operaio di industria? Ad oggi, un operaio metalmeccanico percepisce in media uno stipendio netto di 1.250 euro al mese che corrispondono ad una RAL (Retribuzione Annua Lorda) di circa 22.200 euro all’anno e la retribuzione netta mensile va da un minimo di 750 euro a un massimo di 1.800 euro ma con il rinnovo 2025-2028 è previsto un aumento di circa 50 euro con scatti annuali, on il prossimo fissato il 1° giugno 2026 e l’ultimo a giugno 2028.
CALCOLO STIPENDIO NETTO ONLINE
Le tabelle salariali del CCNL metalmeccanici sono suddivise in livelli retributivi che determinano la paga base per ogni categoria di lavoratore. Questi livelli variano in base all’esperienza, alle mansioni e alle responsabilitĂ assunte all’interno dell’azienda. Le ultime tabelle contrattuali mostrano incrementi rispetto agli anni precedenti, con una maggiorazione legata all’inflazione e agli accordi contrattuali stipulati tra sindacati e datori di lavoro.
Nel CCNL metalmeccanico sono previsti diversi livelli retributivi, che spaziano da figure operative a dirigenti. Ogni livello ha un importo fisso che può essere integrato con il premio perequativo, il quale viene distribuito in base alla produttività aziendale e ai risultati raggiunti.
Nel CCNL Metalmeccanici vengono definite le retribuzioni lorde mensili minime per ogni livello e la roadmap dei loro aumenti.
I livelli di inquadramento del CCNL Metalmeccanici sono nove, ricompresi in quattro campi di responsabilità di ruolo.
Per il calcolo dello stipendio netto a partire dalla RAL (lordo mensile moltiplicato per il numero di mensilità ), al di là del livello previsto e dalla mansione svolta, il procedimento è sempre quello di sottrarre al lordo la tassazione della busta paga, ovvero le imposte (IRPEF e addizionali) e i contributi previdenziali a carico del lavoratore. In caso di diritto al Bonus Renzi e alle detrazioni fiscali spettanti per i familiari a carico (figli e coniuge), il loro importo si aggiunge al netto in busta paga.
| Livello | Minimo | Scatto anzianitĂ |
| A 1 | 2.800,71 | 40,96 |
| B 3 | 2.735,18 | 40,96 |
| B 2 | 2.449,99 | 36,41 |
| B 1 | 2.283,65 | 32,43 |
| C 3 | 2.130,56 | 29,64 |
| C 2 | 1.989,38 | 26,75 |
| C 1 | 1.948,18 | 25,05 |
| D 2 | 1.906,99 | 25,05 |
| D 1 | 1.719,67 | 21,59 |
Il premio perequativo è un bonus annuale che viene erogato a tutti i lavoratori del settore metalmeccanico. Questo premio non è fisso, ma dipende dalla produttivitĂ e dai risultati aziendali raggiunti durante l’anno. La distribuzione del premio può variare tra i livelli. Il premio perequativo è soggetto ad aumento legato all’inflazione programmata, per contrastare l’aumento del costo della vita.
Vediamo adesso tutte le voci che contribuiscono agli aumenti in busta paga.
L’accordo per gli adeguamenti retributivi dovuti alla rivalutazione Istat e per l’aumento delle indennitĂ di trasferta e di reperibilitĂ prevede una quota di incremento per l’adeguamento all’inflazione assorbita dagli aumenti previsti dal rinnovo del contratto.
Per calcolare lo stipendio netto, è importante partire dal lordo mensile, che include la paga base e gli eventuali bonus o premi come il premio perequativo. A questo importo, si sottraggono le imposte, i contributi previdenziali e le altre eventuali trattenute.
Un esempio di calcolo per un impiegato con stipendio lordo di 30.000 € annui, con un premio perequativo di 1.200 €, è il seguente:
Un altro esempio: la busta paga di un metalmeccanico 5° livello, livello C3, mostra un lordo mensile di 1.844,64 euro, pari ad uno stipendio netto di 1.343 € al mese (17.462 € € l’anno netti, per un lordo di circa 24mila euro, considerando 13 mensilitĂ ). Prendendo invece un 4° livello metalmeccanico, lo stipendio netto sarĂ invece di circa 1.266 € al mese, ovvero 16.462 € l’anno, con una RAL di 22.400 euro circa.
In base alle tabelle retributive, tutti gli importi aumentano direttamente su base RAL, per cui il meccanismo di calcolo per lo stipendio netto resta lo stesso ma con base lorda maggiorata.
Vediamo la situazione per i diversi CCNL dei Metalmeccanici e quali scatti di stipendio sono definiti per ogni livello.
L’11 luglio 2025, ASSORISORSE, FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL, UILTEC-UIL hanno firmato per il rinnovo del CCNL dei dipendenti del settore minerario. Ecco gli incrementi retributivi:
| Livelli | Par. | Minimi | |||
| 1.12.2025 | 1.3.2026 | 1.1.2027 | 1.1.2028 | ||
| 1 S | 215 | 3.069,75 | 3.165,31 | 3.292,71 | 3.412,16 |
| 1 | 207 | 3.021,79 | 3.113,79 | 3.236,45 | 3.345,32 |
| 2 | 190 | 2.796,26 | 2.880,70 | 2.993,30 | 3.093,22 |
| 3 | 165 | 2.484,67 | 2.558,01 | 2.655,79 | 2.742,56 |
| 4 | 145 | 2.249,64 | 2.314,09 | 2.400,01 | 2.476,27 |
| 5 | 135 | 2.123,19 | 2.183,19 | 2.263,19 | 2.334,19 |
| 6 | 125 | 2.000,00 | 2.055,77 | 2.129,85 | 2.195,59 |
| 7 | 115 | 1.873,61 | 1.924,72 | 1.992,87 | 2.053,35 |
| 8 | 100 | 1.720,19 | 1.764,64 | 1.823,90 | 1.876,49 |
| Contingenza assorbita nel minimo. | |||||
Il CCNL Metalmeccanico interessa oltre 1 milione e mezzo di addetti all’industria metalmeccanica privata (Federmeccanica) e all’installazione di impianti (Assistal). Stipulato tra organizzazioni sindacali di categoria (Fim, Fiom, Uilm) e datoriali (Federmeccanica e Assistal), ha durata triennale, è scaduto il giugno 2024 ed è stato rinnovato il 22 novembre 2025 per il triennio 2025-2028.
Siglato da Fim-Fiom-Uilm assieme a CNA, Confartigianato e Claai, il rinnovo del Contratto per Artigiani del settore Comunicazione riguarda 500.000 lavoratori e 130.000 imprese. Una prima intesa preliminare è stata siglata il 18 novembre 2024, mentre il precedente contratto è scaduto nel 2022 ed il nuovo avrà validità 2023-2026.
Rinnovato invece il CCNL dei Metalmeccanici Artigiani 2024-2026 (Area Meccanica) per gli addetti al settore metalmeccanico e di installazione impianti, orafi e odontotecnici, restauratori di beni culturali, per i quali sono scattati aumenti di stipendio dal 1° dicembre 2024.
L’accordo sottoscritto infine da Conflavoro PMI, Fesica-Confsal e Confsal prevede aumenti contrattuali salariali (es.: per 1° livello, 63 euro), nuovi minimi tabellari e orario di lavoro, novitĂ per straordinari, trasferte e malattia, nuova disciplina per apprendistato, tempo determinato e parziale, contratto di inserimento.
Il Contratto riguarda 40mila PMI industriali e manifatturiere del settore metalmeccanico per oltre 420.000 lavoratori. Gli adeguamenti dei minimi contrattuali dei Metalmeccanici Confapi sono i seguenti:
| Livello contrattuale | Aumenti |
| 1 | 101,14 |
| 2 | 111,70 |
| 3 | 123,93 |
| 4 | 129,30 |
| 5 | 138,51 |
| 6 | 148,50 |
| 7 | 159,32 |
| 8 | 173,26 |
| 8Q | 173,26 |
| 9 | 192,68 |
| 9Q | 192,68 |
| Livello contrattuale | Minimi CCNL Metalmeccanici Confapi (euro) |
| 1 | 1.566,89 |
| 2 | 1.730,47 |
| 3 | 1.920,00 |
| 4 | 2.003,23 |
| 5 | 2.145,87 |
| 6 | 2.300,75 |
| 7 | 2.468,33 |
| 8 | 2.684,27 |
| 8Q | 2.684,27 |
| 9 | 2.985,18 |
| 9Q | 2.985,18 |

Il contratto collettivo specifico (CCSL) di primo livello sostituisce nel gruppo FCA-CNH il contratto nazionale di lavoro. Il 10 ottobre è stata presentata la nuova piattaforma per il rinnovo del CCSL 2023-26.
Nel settore delle PMI metalmeccaniche e della installazione di impianti, dal 2013 è il primo contratto collettivo nazionale di lavoro sottoscritto da FIM-CISL e UILM-UIL assieme a CONFIMI IMPRESA MECCANICA.
Il CCNL per addetti del settore orafo, argentiero e della gioielleria interessa oltre 30mila addetti e 9mila imprese rappresentate da Confindustria Federorafi, – federazione nazionale orafi, argentieri e gioiellieri. Scaduto nel 2021, è ancora in attesa di rinnovo.
Il 24 luglio 2025 è stato invece firmato l’accordo per l’adeguamento dei minimi tabellari del CCNL meccanica, autoriparazione, impianti, orafi, odontotecnici e restauro: decorre dal 1° gennaio 2025 fino al 31 dicembre 2026. Per fare un esempio, l’incremento al 5° livello è pari a 100 euro lordi (compresa rivalutazione IPCA) ripartita in tre tranche:
In caso di una inflazione reale maggiore degli incrementi stabiliti, gli adeguamenti saranno rapportati all’inflazione.
Il Contratto delle Cooperative metalmeccaniche è stato rinnovato fino al 2024 e riguarda oltre 20.000 lavoratori di cooperative metalmeccaniche di Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana, Veneto.
Per approfondimenti sui singoli rinnovi, si può consultare la banca dati CNEL.
Oggi facciamo il punto sul nuovo Codice degli incentivi pubblici alle imprese e sul Bonus Psicologo, tra nuovi beneficiari scadenze da rispettare.
Il welfare aziendale sta vivendo una trasformazione profonda. Le persone chiedono piĂą supporto, piĂą ascolto e strumenti che incidano davvero sulla loro vita quotidiana. Le aziende, dal canto loro, cercano modi sostenibili per attrarre e trattenere talenti, in un contesto in cui i costi aumentano e le esigenze diventano sempre piĂą complesse.
La verità è che oggi il welfare non può più essere un insieme di benefit isolati.
Per funzionare davvero, deve diventare un sistema integrato, capace di mettere ordine in ciò che già esiste, valorizzare risorse spesso ignorate e creare un modello di benessere semplice, efficace e misurabile.
La complessità sociale ed economica degli ultimi anni ha reso evidente una cosa: il benessere non può più essere un insieme di interventi scollegati.
Le famiglie cercano sostegni per conciliare vita privata e lavoro, le persone vogliono orientamento nei servizi disponibili, le aziende devono trovare soluzioni sostenibili in un mercato del lavoro sempre piĂą competitivo.
Ma soprattutto: la maggior parte dei lavoratori e delle lavoratrici non conosce davvero le opportunità a cui avrebbe diritto, sia perché non vengono comunicate, sia perché la normativa evolve velocemente. Da qui emerge la necessità di un modello più organico, capace di mettere ordine nella complessità .
Quando si parla di welfare integrato non si parla di un nuovo catalogo di opportunità , bensì di un cambio di prospettiva. Il welfare integrato è un modello che:
L’obiettivo è superare la visione “a silos” e costruire una struttura in cui ogni elemento ha un senso dentro un disegno più ampio.
Quando si introduce un progetto di welfare integrato, la prima sorpresa è quasi sempre la stessa: le aziende possiedono molte più risorse di quanto credano.
Negli enti bilaterali, ad esempio, si trovano agevolazioni, servizi alla famiglia, supporti economici e opportunitĂ formative spesso sconosciuti a chi lavora.
Allo stesso modo, il welfare pubblico offre una quantità enorme di agevolazioni – dalla genitorialità alla mobilità – che potrebbero alleggerire la vita delle persone, ma vengono percepite come troppo complesse.
Il welfare integrato parte proprio da qui: valorizzare ciò che c’è già , prima ancora di introdurre qualcosa di nuovo.
La transizione verso un welfare integrato non è una moda. à una risposta concreta a un contesto in cui i bisogni delle persone cambiano rapidamente e le aziende hanno l’esigenza di ottimizzare risorse e risultati.
Integrare strumenti diversi, coordinare informazioni e rendere il welfare piĂą accessibile significa costruire un modello piĂą sostenibile, piĂą equo e piĂą efficace nel lungo periodo.
à un passaggio culturale prima ancora che organizzativo: il welfare non è più un insieme di iniziative, ma un sistema che cresce con l’azienda e con le persone.
Ed è qui che molte imprese stanno iniziando a guardare: a un welfare capace di generare valore reale, non per quantità , ma per qualità del suo impatto.
A dicembre la domanda è sempre la stessa: quando arriva la tredicesima? Il punto è che il calendario dei pagamenti non è uguale per tutti e dipende dalla categoria di appartenenza. Pensionati, dipendenti pubblici e lavoratori del settore privato ricevono la gratifica di fine anno in momenti diversi, secondo regole precise fissate da norme, contratti e prassi amministrative.
Capire chi è già stato pagato e chi deve ancora attendere aiuta a evitare allarmismi e a distinguere un normale scaglionamento da un vero ritardo. Con alcuni punti fermi: secondo la Legge 350/2001, la tredicesima deve essere accreditata secondo un calendario specifico, che segnala date diverse a seconda delle varie categorie di lavoratori.
Di seguito il calendario dei pagamenti di dicembre per lavoratori privati, dipendenti pubblici e pensionati, con le regole da conoscere e le tutele in caso di ritardi.
Nel settore privato, la tredicesima mensilitĂ deve essere corrisposta entro il mese di dicembre. Nella prassi, il pagamento avviene spesso intorno alla metĂ del mese, prima dello stipendio ordinario, oppure insieme alla retribuzione di dicembre, accreditata tra il 19 e il 20 del mese.
Le modalità e le tempistiche precise dipendono dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) applicato e da eventuali accordi aziendali, ma il principio resta fermo: la tredicesima è una mensilità obbligatoria e non può essere omessa o rinviata oltre la fine dell’anno.
Se il datore di lavoro paga la tredicesima in ritardo, si configura una violazione retributiva che può essere contestato attraverso l’Ispettorato Nazionale del Lavoro. In presenza di violazioni reiterate o sistematiche degli obblighi retributivi, il datore di lavoro può anche essere soggetto a sanzioni amministrative, oltre alle conseguenze previste dai contratti collettivi.
In sintesi, la tredicesima non è una liberalità : il suo pagamento nei tempi corretti è un obbligo giuridico e il ritardo comporta possibili profili sanzionatori per l’azienda.
Per i pensionati, la tredicesima viene erogata insieme alla pensione di dicembre, nel primo giorno bancabile del mese. Nel 2025 il pagamento è avvenuto lunedì 1° dicembre, sia per chi riceve l’accredito in banca sia per chi utilizza Poste Italiane.
L’erogazione è automatica e non richiede alcuna domanda.
Per i dipendenti pubblici, il pagamento della tredicesima avviene a metà dicembre, con tempistiche che variano in base al comparto e alla gestione stipendiale. In linea generale, il personale con ruoli di spesa fissa viene pagato il 15 del mese, mentre una parte del personale supplente e altri dipendenti statali può ricevere la tredicesima nei giorni immediatamente successivi. Se la data cade in un giorno festivo o non lavorativo, inoltre, il pagamento viene anticipato al primo giorno utile.
Per il personale gestito tramite NoiPA, compresi i dipendenti del comparto Scuola, Istruzione e Ricerca con contratto annuale o a tempo indeterminato, l’accredito dello stipendio comprensivo di tredicesima è previsto intorno al 15 dicembre, con importi visibili online nei giorni precedenti.
La tredicesima degli Statali è prevista tra il 15 e il 16 dicembre, con una distinzione legata al comparto di appartenenza e alla gestione stipendiale. Più nello specifico:
La tredicesima è a tutti gli effetti una voce di retribuzione. Un pagamento posticipato di pochi giorni non comporta automaticamente sanzioni, ma resta fermo il diritto del lavoratore a ricevere integralmente quanto dovuto. Interessi legali e rivalutazione monetaria non scattano in automatico: possono essere riconosciuti solo in presenza di una contestazione formale o di un accertamento giudiziale, secondo quanto previsto dall’articolo 429 del codice di procedura civile.
In caso di ritardi reiterati o mancato pagamento, possono intervenire controlli ispettivi e richieste di regolarizzazione.
Le mensilitĂ aggiuntive di metĂ e fine anno, ossia la Tredicesima e Quattordicesima, costituiscono un elemento di reddito importante per molti lavoratori, contribuendo al bilancio familiare in periodi strategici come quelli in prossimitĂ di ferie estive e natalizie.
Sebbene possano sembrare simili, in realtĂ sono molto differenti per platea di beneficiari, modalitĂ di calcolo e tempi di pagamento.
Quando si riceve un’offerta di lavoro o si firma l’assunzione in una nuova azienda, è dunque utile sapere in anticipo quale Contratto Nazionale che sarĂ applicato, perchè ogni CCNL differisce anche per il diritto e la gestione delle mensilitĂ aggiuntive in busta paga: tredicesima e/o quattordicesima.
Conoscerne regole e differenze permette ai lavoratori di valutare meglio le prospettive di reddito e alle aziende di attiraere talenti e gestire il personale in modo trasparente.
Vediamo dunque il decalogo delle cose da sapere su tredicesima e quattordicesima prima di firmare (o far firmare) un contratto di lavoro.
Il rimborso spese sostenute da un lavoratore dipendente per il taxi rientra nel reddito da lavoro in assenza della tracciabilità del pagamento. In altre parole, non è possibile beneficiare della non imponibilità IRPEF se il taxi viene pagato in contanti. Lo sottolinea l’Agenzia delle Entrate con risposta a specifico interpello.
In assenza di tracciabilità , il rimborso delle spese per trasporto tramite autoservizi pubblici non di linea come taxi ed NCC, viaggio, vitto e alloggio sostenute sul territorio nazionale sono dunque assoggettate a ritenuta. Non concorrono al reddito, invece, solo i pagamenti effettuati utilizzando strumenti tracciabili. Se il taxi è pagato in contanti, il rimborso va tassato.
La risposta ad interpello n. 302 del 4 dicembre 2025 riguarda le missioni di lavoro in Italia e all’estero con relativa spesa per i taxi. Secondo l’Agenzia, per evitare la tassazione il rimborso delle spese per taxi (così come per vitto, alloggio e altri costi di trasferta) deve basarsi su pagamenti tracciabili, come bonifico, carta di credito o altri sistemi elettronici di pagamento riconosciuti dalla normativa fiscale. In assenza di tracciabilità , il rimborso è considerato reddito di lavoro dipendente e va incluso nella base imponibile IRPEF.
I rimborsi delle spese, sostenute nel territorio dello Stato, per vitto, alloggio, viaggio e trasporto effettuati mediante autoservizi pubblici non di linea di cui all’articolo 1 della legge 15 gennaio 1992, n. 21, per le trasferte o le missioni di cui al presente comma, non concorrono a formare il reddito se i pagamenti delle predette spese sono eseguiti con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento previsti dall’articolo 23 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.
Il principio deriva dall’interpretazione dell’articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che stabilisce come i rimborsi spese concorrano alla formazione del reddito del lavoratore, salvo specifiche condizioni. La risposta dell’Agenzia ribadisce che la «non concorrenza al reddito» per i rimborsi di spese sostenute nel territorio italiano è subordinata alla tracciabilità dei pagamenti.
Il datore di lavoro è sempre tenuto a garantire ai lavoratori l’assistenza sindacale, tanto che impedire la libera scelta in fase di conciliazione rappresenta una violazione del diritto di associazione e una condotta antisindacale.
Lo afferma la Corte di Cassazione, che con l’ordinanza n. 29809 del 12 novembre 2025 ha stabilito in quali casi il datore di lavoro può essere accusato di condotta antisindacale nell’ambito delle procedure di conciliazione per la risoluzione del rapporto di lavoro.
Secondo i Giudici, infatti, è da classificare come antisindacale la condotta dl datore di lavoro che rifiuta di far assistere il lavoratore dal proprio sindacato, limitando la libera scelta.
La Cassazione, inoltre, ha chiarito che per dichiarare una condotta antisindacale è sufficiente che la condotta dell’azienda abbia la capacità di ledere la libertà sindacale anche solo potenzialmente.
Il datore di lavoro, nello specifico, non può sottrarsi all’obbligo di assicurare l’assistenza sindacale neanche seguendo le indicazioni dalla propria associazione di categoria, che non rappresenta un limite per la responsabilità dell’azienda.
Il 2026 sarĂ caratterizzato da una rosa di bonus, sconti e agevolazioni destinati alla popolazione Over, beneficiaria di diverse prestazioni confermate anche per il nuovo anno alle porte.
SarĂ attiva fino al 31 dicembre in via sperimentale, ad esempio, la Prestazione Universale a favore degli over 80 non autosufficienti con ISEE non superiore a 6mila euro e indennitĂ di accompagnamento, beneficiari di un contributo pari a 850 euro mensili.
Oltre a questo bonus, nel dettaglio, sono previste altre agevolazioni che coinvolgono il Canone Rai, il pagamento dei bollettini, i trasporti, il versamento della tassa rifiuti e altro ancora.
Ecco una sintesi:
Oggi i pagamenti digitali rappresentano una risorsa strategica per le imprese, che hanno a disposizione uno strumento innovativo ed efficace per gestire al meglio i flussi finanziari e automatizzare numerosi processi, migliorando la pianificazione e azzerando gli errori manuali.
I conti online, in particolare, offrono aziende e ai professionisti l’opportunità di accedere in modo intuitivo e immediato alle informazioni finanziarie, utilizzando un’unica piattaforma per effettuare bonifici, pagare tasse e fornitori o riconciliare incassi.
In questo scenario si inserisce l’offerta business promossa da Vivid, piattaforma fintech all-in-one pensata per semplificare la gestione finanziaria delle PMI e dei professionisti, spesso chiamati a gestire processi bancari lenti e disseminati di burocrazia.
La piattaforma finanziaria digitale Vivid mette a disposizione una soluzione completa per la gestione del denaro, sia personale che aziendale. unendo in un’unica App strumenti di banking, risparmio, investimento e gestione delle spese. Le soluzioni business, nello specifico, si rivolgono a PMI, startup e professionisti che necessitano di una gestione semplice e veloce delle proprie finanze.
Rispetto a una banca tradizionale, infatti, Vivid permette una gestione interamente digitale fin dall’apertura del conto, garantendo l’assenza di costi nascosti. Punti di forza della piattaforma, infatti, sono la user experience semplificata, la massima trasparenza dei costi e la capacità di integrare in un unico ambiente tutte le principali operazioni finanziarie, consentendo un monitoraggio dei movimenti in tempo reale oltre alla gestione di più carte aziendali e all’automatizzazione dei pagamenti ricorrenti.
Valore aggiunto, infine, è il cashback generato su ogni spesa aziendale, opzione che trasforma la gestione finanziaria quotidiana in un vantaggio economico concreto.
L’offerta Vivid pensata per le imprese poggia su tre pilastri fondamentali: conti aziendali digitali, gestione dei pagamenti e tesoreria integrata. Il conto aziendale, nello specifico, è completamente digitale, semplice e trasparente, permettendo di ottenere un IBAN italiano, di ricevere e inviare bonifici, di gestire le carte aziendali fisiche e virtuali per il team e monitorare le spese in tempo reale. à anche possibile fruire della completa integrazione con i principali software gestionali.
A rendere l’offerta Vivid unica nel mercato europeo, inoltre, sono il vantaggio fintech esclusivo offerto dal cashback del 10% e una tesoreria evoluta per investire direttamente in ETF, crypto e azioni.
Con il conto interessi, inoltre, le imprese possono ottenere fino al 4% nei primi quattro mesi (successivamente al 2% in base al piano tariffario scelto). A completare l’offerta, infine, saranno a breve altre funzionalità come la fatturazione elettronica e il pagamento diretto dei modelli F24, per garantire una gestione finanziaria a 360°.
Mettendo sempre al centro la sicurezza e la protezione dei dati aziendali, la piattaforma Vivid utilizza sistemi di autenticazione forte, crittografia end-to-end e un monitoraggio costante delle transazioni per prevenire frodi e accessi non autorizzati.
Vivid, inoltre, è un istituto regolato e supervisionato, nel pieno rispetto della normativa europea in materia di tutela dei dati (GDPR). Ogni processo, infatti, è progettato ad hoc per fare in modo che le informazioni degli utenti siano trattate con la massima riservatezza.
Guardando al futuro, Vivid si propone di diventare la piattaforma di riferimento per la gestione finanziaria delle PMI in Europa, offrendo un ecosistema completo di servizi digitali e puntando su innovazione, semplicitĂ e fiducia per supportare la crescita sostenibile delle imprese europee.
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Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema preliminare di revisione dello strumento militare nazionale, dando avvio all’aggiornamento dell’assetto delle Forze armate italiane. Il provvedimento (in attuazione dell’articolo 2, comma 1, della legge 28 novembre 2023, n. 201) si inserisce in un contesto internazionale segnato da crescenti tensioni geopolitiche e da una profonda trasformazione delle esigenze di difesa, che impone una riforma strutturale che interessa organizzazione, personale e capacitĂ operative.
La revisione dello strumento militare nazionale è prevista da una legge di delega che affida al Governo il compito di ridefinire l’organizzazione complessiva delle Forze armate e del Ministero della Difesa. L’obiettivo è adeguare il sistema militare alle nuove condizioni strategiche, tecnologiche e operative, superando un impianto normativo pensato per scenari ormai superati.
Lo schema preliminare approvato dal Governo riguarda il decreto legislativo che dovrĂ tradurre in norme operative i criteri fissati dal Parlamento per il riassetto delle strutture centrali e periferiche della Difesa, il rafforzamento della coerenza tra funzioni operative e amministrative e una gestione piĂą equilibrata delle risorse umane.
Un elemento centrale della riforma riguarda la ridefinizione degli organici, con una programmazione che guarda al progressivo adeguamento del numero complessivo dei militari e alla valorizzazione delle competenze specialistiche, in un contesto in cui tecnologia, cyber-sicurezza e capacitĂ multidominio assumono un peso crescente.
La revisione dello strumento militare interviene anche su reclutamento e progressioni di carriera, per rendere piĂą flessibili i percorsi professionali e favorire l’integrazione tra formazione, addestramento e impiego operativo.
Uno degli aspetti più delicati della riforma riguarda l’equilibrio tra ambizioni strategiche e vincoli di bilancio. La revisione dello strumento militare è chiamata a garantire coerenza tra capacità operative, investimenti e risorse. In questo quadro, si collega alla pianificazione pluriennale della Difesa e agli impegni internazionali dell’Italia, in particolare nell’ambito della NATO e dell’Unione Europea, che richiedono capacità interoperabili e prontezza operativa.
Con due provvedimenti ravvicinati, datati 4 e 10 dicembre 2025, l’Agenzia delle Entrate ha completato il quadro applicativo del nuovo regime di franchigia IVA transfrontaliera per le piccole imprese, introdotto dal Dlgs n. 180/2024 in attuazione della direttiva (UE) 2020/285.
Dopo aver chiarito che il termine di 35 giorni lavorativi per l’attribuzione del suffisso EX decorre dalla ricezione della comunicazione da parte degli Stati Membri di esenzione (e non dal suo invio, il Fisco definisce ora in modo puntuale anche le modalità di controllo sugli adempimenti delle imprese che intendono utilizzare il regime.
Il provvedimento del 10 dicembre conferma e completa quanto già chiarito pochi giorni prima sull’attribuzione del suffisso EX alla partita IVA del soggetto stabilito. L’Agenzia assegna il suffisso alla ricezione di una risposta positiva da almeno uno degli Stati di esenzione indicati nella comunicazione preventiva oppure, in assenza di risposta, allo scadere di 35 giorni lavorativi, salvo richieste di proroga da parte degli Stati per ulteriori verifiche antielusive.
La precisazione è rilevante sul piano operativo, perché consente alle imprese di conoscere con certezza il momento dal quale possono applicare il regime agevolato.
Il primo livello di verifica riguarda la comunicazione preventiva che le imprese stabilite in Italia devono presentare per accedere alla franchigia IVA negli altri Stati Membri UE. Una volta scaduto il termine di presentazione, i dati trasmessi vengono sottoposti a controlli di coerenza, incrociando le informazioni dichiarate con quelle già presenti nelle banche dati dell’Agenzia delle Entrate. In particolare, vengono analizzati:
Se emergono incongruenze tra i volumi d’affari dichiarati e i dati disponibili, il sistema genera un messaggio di scarto. In questo caso, l’impresa può ripresentare la comunicazione corretta già dal giorno successivo. Un passaggio centrale dei controlli riguarda il rispetto delle soglie di volume d’affari previste dalla normativa europea e nazionale:
Il controllo delle soglie assume rilievo pratico perché incide direttamente sulla continuità del regime e sulla possibilità di operare in esenzione IVA oltre confine.
Il regime non si esaurisce con l’accesso iniziale. Il provvedimento disciplina anche i controlli sulle comunicazioni trimestrali, che vengono verificate sotto diversi profili:
In caso di mancata trasmissione della comunicazione trimestrale, l’Agenzia informa gli altri Stati membri interessati, segnalando l’inadempienza.
Il Fisco ha definito anche le regole di uscita dal regime di franchigia. La cessazione può avvenire per chiusura dell’attività o per presunta inattività . Quest’ultima si presume quando, per otto trimestri consecutivi, le comunicazioni riportano importi pari a zero e non risultano operazioni verso Stati di esenzione. In tali casi:
Per rientrare nel regime sarà necessaria una nuova comunicazione preventiva, nel rispetto di eventuali periodi di “quarantena” previsti dagli Stati di esenzione. In caso di cessazione d’ufficio della partita IVA, la disattivazione del suffisso EX è automatica.
Il provvedimento affronta infine il caso dei soggetti non stabiliti che operano in franchigia IVA in Italia. Se lo Stato di stabilimento segnala per due volte consecutive la mancata presentazione delle comunicazioni trimestrali, l’Agenzia attiva una procedura specifica.
In questa ipotesi, il soggetto viene obbligato a identificarsi in Italia e a presentare la dichiarazione IVA annuale, segnando di fatto l’uscita dal regime semplificato.
La Legge 182/2025 di conversione del Decreto Semplificazioni, in vigore dal prossimo 18 dicembre, contiene diverse novitĂ relative al sistema sanitario. Fra le piĂą rilevanti, c’è la possibilitĂ di rilasciare il certificato di malattia, che il lavoratore deve presentare all’azienda quando si assenta, anche effettuando una visita da remoto. E la validitĂ delle ricette per i farmaci che si allunga a 12 mesi.
Per molte misure, ad ogni modo, l’applicazione non è immediata perchè l’attuazione richiede degli ulteriori passaggi operativo.
Partiamo dal certificato per malattia. Il medico, per rilasciarlo, è tenuto ad accertare le condizioni di salute del paziente. La norma contenuta nell’articolo 55 quinquies del decreto legislativo 165/2001, attualmente prevede che il medico, in relazione al lavoratore che si assenta dal lavoro per malattia, non possa rilasciare un certificato senza effettuare una visita o basarsi su dati oggettivamente documentati. La Legge 182/2025, con l’articolo 58, introduce una modifica rendendo possibile la visita anche in telemedicina. Significa che la visita può avvenire anche da remoto.
Al momento non sono chiare le regole applicabili, per cui ad esempio non c’è un’indicazione su come debba avvenire la visita in telemedicina: al telefono, attraverso un collegamento digitale, con un supporto visivo. La norma prevede che sia la Conferenza Stato Regioni a definire i casi e le modalitĂ di ricorso alla telecertificazione.
Importanti novitĂ anche nell’articolo 60, che amplia i servizi che si possono erogare direttamente in farmacia: vaccini ai bambini fino a 12 anni, test diagnostici che prevedono il prelevamento del campione biologico a livello nasale, salivare oppure orofaringeo, altre tipologie di test (per esempio, screening per l’epatite C). Ci sono una serie di paletti precisi, ad esempio il farmacista deve superare specifici corsi abilitanti.
L’articolo 62 prevede che i medici, limitatamente alle patologie croniche, possano rilasciare un ricetta per acquistare farmaci valida per 12 mesi. Stesso discorso per i farmaci prescritti con documentazione di dimissione ospedaliera o i referti del pronto soccorso, che quindi non dovranno essere nuovamente prescritti dal medico di famiglia. Il farmacista è tenuto a spiegare al paziente la corretta modalitĂ di assunzione dei medicinali, a fronte di queste ricette fornisce un numero di confezioni sufficiente a coprire trenta giorni di terapia in relazione alla posologia indicata e, se rileva criticitĂ , le segnala al medico prescrittore.
Anche qui, l’entrata in vigore non è immediata: bisogna attendere un decreto attuativo del ministero della Salute, previsto entro 90 giorni dal 18 dicembre, entrata in vigore della legge.
Entra in vigore il 1° gennaio 2026 il nuovo Codice degli incentivi alle imprese, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 286 del 10 dicembre 2025. Il Dlgs n. 184/2025 offre una  una disciplina uniforme in materia, coordinando le agevolazioni statali con quelle regionali, ampliandone l’accesso e semplificando le procedure, riordina anche gli strumenti per le imprese, come i portali pubblici che servono per gestire gli incentivi, e crea uno schema standard che disciplina l’intero ciclo di vita delle agevolazioni, dalla programmazione all’analisi di impatto e dei risultati.
Il Codice unico degli incentivi alle imprese è attuativo della delega contenuta nella Legge 160/2023. Fra i punti qualificanti della norma, c’è anche il principio di paritĂ tra lavoratori autonomi e imprese nelle richieste di incentivi, e l’introduzione del “bando tipo“.
Il nuovo Codice individua prima di tutti gli incentivi inclusi nelle disposizioni oggetto del provvedimento e quelli esclusi (come d esempio le agevolazioni fiscali automatiche e quelli contributivi), in raccordo con la disciplina UE sugli aiuti di Stato. Introduce poi i contenuti e le definizioni da utilizzare nei bandi (agevolazione, impresa, lavoratore autonomo, PMI, forme di contributo e finanziamento, capitale di rischio), gli strumenti digitali per la loro gestione e gli obblighi di programmazione in capo agli enti coinvolti. Previste infine procedure ad hoc per gli incentivi fiscali che prevedono un’istruttoria e per i crediti d’imposta automatici.
In omaggio ai criteri di digitalizzazione, semplicità e uniformità delle procedure, il Registro nazionale degli aiuti Stato (RNA) e la piattaforma Incentivi.gov.it renderanno disponibili specifici servizi funzionali allo svolgimento di attività previste lungo l’intero ciclo di vita dell’incentivo. In pratica, questi strumenti dovranno essere utili alle imprese nella fase attuativa, con servizi che potranno anche utilizzare intelligenza artificiale.
Le amministrazioni sono chiamate ad effettuare una precisa programmazione degli incentivi, che parta dalla definizione di obiettivi strategici e si declini attraverso un preciso cronoprogramma. Questo, sulla base di uno schema che verrà messo a punto dal ministero delle Imprese e del Made in Italy. Un Tavolo permanente degli incentivi presso il MIMIT, avrà l’obiettivo di coordinare le politiche di incentivazione statali e regionali.
La partecipazione dei lavoratori autonomi viene regolamentata in base al principio che le condizioni di accesso devono essere analoghe a quelle previste per le piccole e medie imprese, con l’eccezione di eventuali requisiti non richiesti per l’esercizio della professione o che possano limitarne la partecipazione. Il bando deve specificare gli specifici requisiti richiesti ai soli lavoratori autonomi.
Vengono definite anche delle premialitĂ e riserve per categorie specifiche di azienda o per quelle che vantano specific requisiti:
| Requisiti | PremialitĂ |
|---|---|
| PMI | almeno il 60% delle risorse |
| Microimprese e autonomi | almeno il 25% delle risorse |
| Rating di legalitĂ | maggiorazioni o punteggio aggiuntivo |
| ParitĂ di genere | premialitĂ specifica |
PiĂą in dettaglio, l’accesso alle agevolazioni può prevedere i seguenti elementi premianti: rating di legalitĂ , paritĂ di genere, inclusivitĂ nei confronti di persone disabili, valorizzazione di lavoro femminile, giovanile, lavoro di cura, natalitĂ .
Gli incentivi pubblici vanno attivati attraverso specifici bandi, con l’eccezione di quelli contributivi e fiscali ad erogazione automatica. Le amministrazioni possono gestire gli incentivi avvalendosi di societĂ in house e altri soggetti selezionati tramite gara.
Il bando-tipo (predisposto tramite decreto MIMIT) deve contenere elementi fissi: obiettivi e base giuridica, risorse disponibili, soggetti responsabili dell’attuazione dell’incentivo, condizioni di ammissibilità soggettiva e oggettiva (operazioni e spese ammissibili), modalità di determinazione del beneficio, procedure di fruizione, tempistiche, modalità di erogazione, disciplina delle variazioni, regolale su controlli e ipotesi di revoca.
C’è una regola generale contro le delocalizzazione in base alla quale l’impresa che sposta l’attivitĂ al di fuori dello spazio economico europeo entro cinque anni dal completamento dell’investimento agevolato deve restituire l’incentivo e pagare una sanzione. Per le grandi imprese, il termine è allungato a dieci anni.
Il dlgs contiene infine indicazioni sul monitoraggio degli incentivi, basato sull’uso del Codice Unico di Progetto (CUP). Questo codice è obbligatorio e identifica in modo univoco ogni agevolazione al fine di garantire trasparenza, efficienza e semplificazione amministrativa. Le modalità attuative sono stabilite da decreti del MIMIT. Va inoltre sempre prevista una fase di valutazione con analisi ex ante, in itinere ed ex post per garantire decisioni basate sulle evidenze.
La trasparenza è garantita dal sistema Incentivi Italia e dalla piattaforma digitale Incentivi.gov.it, oltre che da altre iniziative attivabili dalle diverse amministrazioni.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto Milleproroghe 2026, che contiene diversi misure su lavoro e le imprese. Ad esempio, le garanzie del Fondo PMI continueranno a seguire le stesse regole 2025 e slitta di un anno il termine per le polizze catastrofali delle micro e piccole imprese. Rinviato anche l’adeguamento all’inflazione delle infrazioni al Codice della Strada.
Vediamo una sintesi delle novità annunciate dal Governo a margine del Consiglio dei Ministri tenutosi giovedì 11 dicembre 2025, durante il quale è stato approvato il consueto provvedimento con i rinvii normativi e amministrativi.
La proroga relativa al Fondo di Garanzia PMI prevede che anche nel 2026 non cambino le condizioni applicabili ai prestiti alle aziende. La garanzia del Fondo resta quindi all’80% per i finanziamento destinati a un investimento, e del 50% se invece il prestito ha l’obiettivo di garantire liquiditĂ .
Un’altra misura che riguarda le imprese è la proroga delle polizze catastrofali. L’obbligo in realtà è giĂ scattato per le grandi e le medie imprese, mentre il termine per le piccole imprese era il 31 dicembre 2025 e slitta al 31 marzo 2026. Secondo alcune anticipazioni di stampa, per le strutture ricettive ci sarebbe poi tempo fino al 15 dicembre 2026 per iscrivere al catasto le cosiddette “case mobili” all’interno di strutture ricettive all’aperto.
Prorogato al 31 dicembre 2026 lo scudo penale per i medici, ovvero la limitazione della responsabilitĂ penale degli esercenti professioni sanitarie ai casi di colpa grave. Sempre in ambito SanitĂ , l’istruttoria per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) è prorogata a fine 2026.
Per il comparto Sicurezza, invece, si proroga di un altro anno la validità della graduatoria della procedura speciale di reclutamento nella qualifica di vigile del fuoco è estesa fino al 31 dicembre 2026.
Resta sospeso anche per il 2026 l’aggiornamento delle sanzioni per violazioni del Codice stradale mentre l’aggiornamento all’inflazione delle multe è rinviato al 2027.
Prorogato poi al 30 settembre 2026 il termine ultimo per le assemblee di societĂ ed enti da svolgersi con le modalitĂ speciali introdotte nel 2020.
Per le famiglie colpite da eventi calamitosi, infine, si prolunga di un altro anno il contributo per l’autonoma sistemazione (CAS).
In base alle anticipazioni, era attesa nel decreto Milleproroghe anche l’estensione delle agevolazioni per le imprese che assumono, ma nella nota ufficiale di Palazzo Chigi, diramata a fine Consiglio dei Ministri, non se ne fa menzione. Nello specifico, nella bozza del provvedimento arrivato in CdMÂ c’era anche la proroga degli esoneri contributivi previsti per le seguenti tipologie di assunzioni:
Erano attese novità anche sulle nuove regole di riforma fiscale contenute nel Testo unico sulle sanzioni tributarie amministrative e penali (articolo 102) e nel Testo unico dei tributi erariali minori (articolo 100), che dovrebbero entrare in vigore il 1° gennaio 2026: anche su questo eventuale rinvio al 2027 si attendono conferme dal testo del provvedimento, una volta che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
La Legge di Bilancio 2026 entra nella fase decisiva. Dopo 49 giorni dalla presentazione in Senato, il Governo ha portato in Commissione il pacchetto definitivo degli emendamenti, mentre il via libera finale della Camera è atteso tra Natale e fine anno. Una manovra complessa, costruita tra revisione della spesa e nuovi equilibri fiscali, che punta a garantire coperture senza penalizzare crescita e investimenti.
L’Aula si riunisce lunedì 15 dicembre per la discussione della Manovra, con la Conferenza dei Capigruppo convocata per martedì 16 dicembre. Al voto andranno oltre 400 emendamenti selezionati dai gruppi parlamentari. Tra i temi piĂą rilevanti: fondi per gli enti locali, finanziamenti per le metropolitane, risorse aggiuntive per le aree colpite dal sisma.
Tra le misure più discusse c’è il nuovo regime sui canoni delle locazioni brevi. Dopo un braccio di ferro durato giorni, alla fine sembra che la cedolare secca al 21% resterà solo per il primo immobile destinato agli affitti turistici, mentre sul secondo l’aliquota salirà al 26% e, a partire dal terzo, si passerà direttamente al regime d’impresa, con contabilità e tassazione ordinaria. Una misura che punta a riequilibrare il mercato, aumentare il gettito e contrastare fenomeni di gestione para-imprenditoriale mascherata da locazione privata.
Cambia anche la fiscalità sulle operazioni in Borsa. La Tobin Tax, oggi allo 0,1%, raddoppierà allo 0,2% nel 2026 per arrivare allo 0,4% nel 2029. Secondo le stime dell’Esecutivo Meloni, la misura a regime garantirà 1 miliardo di euro l’anno. Una scelta che segue l’orientamento europeo di tassare maggiormente i movimenti finanziari ad alta frequenza.
Le imprese potranno contare su una versione potenziata dell’iperammortamento 4.0: sarà esteso ad almeno un biennio e potrà essere programmato con maggiore certezza. Inoltre, verrà eliminato il blocco alle compensazioni tra crediti fiscali e debiti Inps e Inail, che negli ultimi mesi aveva creato difficoltà soprattutto per le PMI impegnate in investimenti agevolati.
Resta aperta anche la discussione sull’emendamento relativo alla proprietà delle riserve auree della Banca d’Italia, su cui è atteso un chiarimento dopo l’incontro tra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e la presidente della BCE Christine Lagarde.
La riforma delle pensioni torna al centro del dibattito politico. In un’intervista rilasciata alla Stampa, il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha confermato che il Governo punta a cancellare del tutto l’aumento dell’etĂ pensionabile previsto per il 2027, frutto dell’adeguamento automatico all’aspettativa di vita.
Un obiettivo che, nelle parole del rappresentante della Lega, verrà perseguito «al più tardi nel 2026», con la possibilità di intervenire con la Legge di Bilancio.
Durigon ha ricordato che l’Esecutivo Meloni è giĂ intervenuto sul primo scatto previsto: nel 2027 l’aumento sarĂ di un solo mese e non di tre. Ma l’intenzione politica è piĂą ambiziosa: annullare completamente l’innalzamento dei requisiti, evitando che il meccanismo automatico penalizzi ulteriormente lavoratori giĂ esposti a carriere discontinue o fisicamente gravose. Una posizione condivisa, precisa il sottosegretario, anche dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (ma non si sono posizioni ufficiali su questo punto, tanto piĂą che – come ormai ben noto – il Ministro si è fatto portavoce di una estrema prudenza, a tutela della stabilitĂ dei conti pubblici).
L’obiettivo dichiarato è evitare ulteriori irrigidimenti in un sistema che, pur giudicato “sostenibile”, rischia di allontanare il traguardo pensionistico per molte categorie, in particolare quelle con redditi bassi o percorsi contributivi frammentati.
Il sottosegretario conferma che Opzione Donna e Quota 103 non saranno riconfermate automaticamente. Sono allo studio emendamenti, ma la maggioranza appare divisa sull’opportunità di mantenerle. Nel breve termine non è escluso che il sistema rimanga dunque privo di strumenti dedicati alla flessibilità in uscita. Le dichiarazioni riportano al centro un tema destinato a dominare il 2026: la riscrittura dell’uscita dal lavoro.
Le promesse di sterilizzazione dell’età pensionabile anticipano una strategia che dovrà necessariamente affrontare anche altri temi cruciali per la previdenza pubblica, a partire dal ricambio generazionale in un mercato del lavoro che sta cambiando in fretta a causa dei nuovi trend demografici ed economici.
Resta ora da capire se le scelte politiche saranno sostenute da risorse adeguate e da un consenso parlamentare stabile.
Proroga al 2027 per le concessioni di dehor e spazi all’aperto di bar e ristoranti, silenzio assenso ai permessi di costruire sugli immobili vincolati, tempi dimezzati per l’autotutela della pubblica amministrazione: sono solo alcune delle tante novitĂ per le imprese ed in materia di lavoro contenute nella Legge 182/2025 di conversione del Decreto Semplificazioni che, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, entra in vigore il 18 dicembre.
La Legge 182/2025 contiene una lunga serie di misure, anche riferite a specifici settori. Ad esempio, sono diverse le disposizioni in materia di turismo, agricoltura di precisione e logistica. Fra le norme di maggior rilievo, e anche piĂą attese, segnaliamo la proroga al 30 giugno 2027 dei permessi per i dehor di bar e ristoranti, contenuta nell’articolo 50. Riguarda esclusivamente le concessioni rilasciate dai Comuni durante l’emergenza pandemica, e poi costantemente rinnovate in base alle svariate proroghe che si sono succedute. Chi invece ha una normale licenza, non concessa quindi in base alle regole emergenziali, dovrĂ seguire l’iter ordinario dei rinnovi.
La norma sull’autotutela dimezza i tempi, potenziando quindi la certezza del diritto. L’articolo 1 del decreto va a modificare la legge 241/1990, riducendo da 12 a sei mesi il termine entro cui un provvedimento amministrativo può essere dichiarato illegittimo.
L’articolo 40 invece semplifica le regole sul permesso di costruire per immobili vincolati, introducendo una fattispecie di silenzio assenso. Resta la necessitĂ di avere il nulla osta della Sovrintendenza o delle altre eventuali autoritĂ preposte. Ma se l’iter è giĂ avviato, e ci sono giĂ le autorizzazioni e nulla osta, sulla domanda di permesso di costruire scatta il silenzio assenso. Quindi, se la Pubblicazione Amministrazione non risponde, sostanzialmente l’autorizzazione è stata concessa. La norma interviene sul Testo Unico dell’edilizia, introducendo nell’articolo 20 il seguente principio:
qualora l’immobile oggetto della domanda di permesso di costruire sia soggetto a vincoli di assetto idrogeologico, ambientali, paesaggistici o culturali, si applicano le disposizioni di cui agli articoli 14 e seguenti della legge 241/1990, salva la formazione del silenzio assenso sulla domanda di permesso di costruire nel caso in cui per il medesimo intervento siano stati giĂ acquisiti e siano in corso di validitĂ i relativi provvedimenti formali di autorizzazione, nulla osta o altri atti di assenso, comunque denominati, previsti dalla normativa vigente e rilasciati dall’autoritĂ preposta alla cura dei predetti interessi sugli elaborati progettuali oggetto della domanda di permesso di costruire.
Sempre in materia di pratiche edilizie, l’articolo 34 chiarisce quali elementi deve contenere la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio AttivitĂ ), in relazione a uno spettacolo o evento dal vivo con un numero di partecipanti non superiore a 2mila. Si tratta di un ulteriore passaggio normativo rispetto alle novitĂ introdotte lo scorso anno dal Decreto Cultura (dl 201/2024, articolo 7) in base alle quali è diventata strutturale la possibilitĂ di presentare solo la SCIA per ogni «atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato, richiesto per l’organizzazione di spettacoli dal vivo, il cui rilascio dipenda esclusivamente dall’accertamento di requisiti e presupposti richiesti dalla legge». La segnalazione certificata di inizio attivitĂ in questi casi sostituisce tutte le tipologie di certificazioni che erano prima richieste.
In base al Decreto Semplificazioni, la SCIA deve indicare numero massimo di partecipanti, luogo e orario in cui si svolge lo spettacolo, va corredata da dichiarazioni sostitutive di certificazioni e dell’atto di notorietĂ e dalla relazione tecnica di un professionista (ingegnere, architetto, perito industriale o geometra), che attesta la rispondenza del luogo alle caratteristiche tecniche di legge, e della documentazione attestante il rispetto delle misure di sicurezza e di contenimento del rischio applicabili.
Nel Decreto Energia che il Governo si appresta ad approvare con le misure di sostegno per il prossimo anno, sembra esserci anche un nuovo Bonus Bollette per famiglie a basso ISEE: in base alle anticipazioni, si tratterebbe di uno sconto di 55 euro, aggiuntivo rispetto all’attuale Bonus Sociale, e che quindi andrebbe ulteriormente ad alleggerire il costo dell’elettricitĂ .
In tutto, il plafond sarebbe pari ad un miliardo di euro: 250 per il Bonus Bollette alle famiglie e 750 milioni per altre agevolazioni per l’energia delle piccole e medie imprese.
La platea degli aventi diritto del nuovo Bonus Bollette 2026 dovrebbe essere piĂą estesa di quella che giĂ riceve il Bonus Sociale ARERA, in quanto destinato a famiglie con ISEE fino a 15mila euro oppure, in presenza di almeno quattro figli, fino a 20mila euro. Quest’ultimo requisito è analogo a quello del Bonus Sociale ordinario, che però si ferma al tetto di 9.530 euro se le famiglie sono meno numerose. Così come il Bonus Sociale, sarebbe applicato solo alla ai clienti domestici residenti e solo per la prima casa.
Secondo le stime contenute nella relazione illustrativa del provvedimento in via di preparazione, ne avrebbero diritto circa 4,5 milioni di famiglie.
C’è allo studio anche una misura agevolativa per le piccole e medie imprese: si tratterebbe di uno sconto sulla bolletta, applicato agli oneri di sistema. In pratica, le PMI vedrebbero ridotto questo costo fisso, che serve a finanziare la transizione verso le energie rinnovabili. Il beneficio dovrebbe essere destinato alle imprese con un consumo medio pari a 64,3 TWh.
Ci sono critiche da parte delle associazioni dei consumatori, soprattutto dovute al fatto che il nuovo bonus è più basso rispetto al contributo straordinario concesso nel 2025. Per le bollette riferite ai consumi elettrici del primo semestre, è stato applicato un bonus di 200 euro, quindi più consistente, rivolto a una platea più ampia, con ISEE fino a 25mila euro.
Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori, insiste sulla richieste giĂ piĂą volte avanzata di prevedere misure strutturali invece che bonus una tantum. La richiesta specifica: ripristinare la soglia Isee di 15 mila euro, prevedere «una gradualitĂ tra questa soglia minima e quella delle famiglie con almeno quattro figli a carico» e infine «commisurare il bonus agli effettivi consumi».
Anche il Codacons chiede interventi strutturali, anche in considerazione dell’incremento costante dei costi della bolletta: «per gli utenti vulnerabili nell’ultimo trimestre del 2025 le tariffe della luce risultano ancora superiori dell’8,6% rispetto allo stesso periodo del 2024, e addirittura rispetto alla fine del 2020 oggi la bolletta della luce sul mercato regolato da Arera è piĂą alta del 49,7%».