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L'altra faccia della guerra e l'altro volto di Zelensky - Ucraina e Libia: due facce della stessa guerra e la Profezia di Gheddafi - Libia 2011, i crimini impuniti della Nato - Il sanguinoso conflitto in Iraq che pone l'occidente sotto accusa - Pillole di storia dell'Ucraina
#PMI.it #informazione #ICT #imprese #medie #piccole
Il BTP Valore in emissione dal 2 al 6 ottobre pagherà cedole ogni tre mesi, garantendo tassi minimi al 4,10% per i primi tre anni e al 4,50% per i due anni finali, con un premio fedeltà a scadenza dello 0,5% lordo.
ediamo le ultime novità comunicate dal Ministero delle Finanze (MEF) sulla famiglia di titoli di Stato dedicata ai risparmiatori individuali e affini (mercato retail)
I risparmiatori riceveranno cedole trimestrali con tassi fissi e crescenti nel tempo (meccanismo step-up). Il titolo avrà una durata 5 anni con extra premio finale di fedeltà per chi lo acquista durante i giorni di collocamento e lo detiene fino a scadenza. Il codice ISIN del titolo durante il periodo di collocamento è IT0005565392.
I tassi cedolari minimi garantiti per la seconda emissione del BTP Valore sono i seguenti:
I tassi definitivi, rivedibili solo al rialzo, in base alle condizioni di mercato del giorno di chiusura dell’emissione.
L’investimento minimo è di 1.000 euro, senza commissioni durante i giorni di collocamento. I sottoscrittori potranno comunque cedere il titolo prima della scadenza alle condizioni di mercato, mentre il capitale sottoscritto è garantito a scadenza.
Il collocamento su piattaforma MOT di Borsa Italiana per il tramite di Intesa Sanpaolo e Unicredit. Il BTP Valore potrà essere acquistato tramite home banking se abilitato al trading online, o rivolgendosi in banca o all’ufficio postale se si possiede un conto corrente con conto deposito titoli.
I BTP Valore sono riservati agli investitori individuali e affini, ossia anche ai privati. Il collocamento avviene sul mercato secondario (MOT) invece che sul primario (asta riservata) e quindi il titolo si può comprare fin dal primo giorno direttamente in banca o alle Poste.
Sul BTP Valore si applica tra l’altro la tassazione agevolata del 12,5% ed è prevista la consueta esenzione dalle imposte di successione sulle cedole e sul premio fedeltà.
Con questa famiglia di titoli, il Governo ha previsto una remunerazione progressiva nel tempo (cedole crescenti), che prevede tassi fissi garantiti legati all’investimento effettuato, con rivalutazione del capitale.
Nella prima emissione di giugno 2023 (titolo con scadenza a 4 anni) le cedole erano semestrali, con la nuova emissione di ottobre 2023(titolo con scadenza a 5 anni) le cedole diventano trimestrali.
Il primo collocamento del primo BTP Valore ha fatto registrare sottoscrizioni per circa 18 miliardi di euro e quasi 700mila contratti tra i risparmiatori privati, con taglio medio dell’investimento di 27.786 euro, di cui il 66% di importo inferiore ai 20.000 euro (considerando i contratti fino a 50mila euro, si tratta del 92% del totale).
Nel dettaglio, la prima emissione del titolo di Stato (collocato con scadenza a 4 anni) ha visto un tasso cedolare lordo del 3,25% per i primi due anni (rendimento minimo lordo per ogni mille euro investiti pari a 150 euro) e del 4% per il terzo e quarto anno, con ulteriore extra-premio finale dello 0,5%.
Qui le FAQ del Ministero sul BTP Valore.
Secondo le ultime rilevazioni condotte da ABI e Cerved, è previsto un incremento significativo del tasso di deterioramento del credito delle imprese nel 2023, che dovrebbe toccare il 3,1%, in aumento dal 2,2% del 2022. Si tratta di dati peggiori persino rispetto a prima del periodo Covid, quando che si attestavano al 2,9%.
L’Outlook 2023-2025 vede raggiungere il picco della crescita per i NPL (Non Performing Loans) della aziende stimata per il 2024 (3,8%) con un’inversione di tendenza attesa solo per il 2025.
A determinare questo scenario sui crediti deterioriati delle imprese (sofferenze e crediti classificati come scaduti o con probabili inadempienze) sono i ben noti fattori: alta inflazione con aumento dei tassi BCE e conseguente freno alla crescita econo economica, con un effetto domino che si ripercuote sui crediti deteriorati.
Le proiezioni del tasso di deterioramento dei crediti alle imprese per settore e per area geografica mostrano un aumento dei nuovi crediti in default tra il 2022 e il 2023 in tutti i settori considerati. I servizi rimangono quello più colpito, con un tasso di deterioramento del 3,2%, seguito dalle costruzioni (2,9%) e l’industria (2,8%). L’agricoltura mostra un tasso di deterioramento del 2,8%.
A livello geografico, in tutto il Paese si prevede un aumento del tasso di deterioramento del credito alle imprese. Il Sud e le Isole presentano il tasso di default più elevato, passando dal 2,8% del 2022 al 4% nel 2023. Il Nord Est e il Nord Ovest mostrano un incremento significativo dei tassi di deterioramento, rispettivamente del 2,3% e del 2,6%, entrambi superando i valori pre-Covid. Il Centro mostra un aumento di un punto percentuale, passando dal 2,7% del 2022 al 3,7% del 2023.
Le stime indicano un ulteriore aumento nel 2024, con l’indice che potrebbe raggiungere un picco del 3,8%, il valore più alto dal 2016.
Nel 2025, si prevede un’inversione di tendenza, con un tasso di deterioramento che dovrebbe attestarsi al 3,1%, una percentuale più alta rispetto al 2019, ma ancora lontana dai massimi raggiunti nel 2012 (7,5%).
Torna lo spettro dei rincari in bolletta per luce e gas: con l’avvio dell’autunno, secondo le previsioni, i rincari delle tariffe sono destinati a continuare nonostante l’intervento da parte del Governo. A spaventare è anche l’addio al mercato tutelato, programmto per i primi di gennai0 2024.
Ancora prima, però, con i primi freddi che incrementano i consumi, potrebbero verificarsi nuovi rincari a fronte dell’aumento stagionale delle tariffe per la materia prima, con un impatto significativo su cittadini e imprese.
Vediamo tutto.
Le stime di Nomisma, sintetizzate dal presidente Davide Tabarelli, prevedono un aumento del 9% nelle bollette del gas sui consumi di settembre e del 12% per quelle dell’ultimo trimestre per l’energia elettrica. Peggiori i numeri ARERA per i mesi a venire: la bolletta elettrica per la famiglia tipo sul mercato di maggio tutela segnerà +18,6% nel quarto trimestre 2023, nonostante il contributo integrativo straordinario pensato dal Governo per potenziare i bonus elettricità.
E’ vero che i prezzi dell’energia non mordono con l’aggressività di un anno fa ma le oscillazioni sono indice di un settore energetico ancora alla ricerca di un suo equilibrio, con inevitabili riflessi nella bolletta anche a causa della stagionalità.
L’aumento della bollezza elettrica è dovuto alle quotazioni all’ingrosso (PUN) previste in aumento per il quarto trimestre 2023, anche a causa del costo del gas che aumenta nelle stagioni più fredde.
Con l’ultimo Decreto Energia, in realtà, il Governo ha già stabilito non soltanto la proroga degli sconti su IVA e accise per il gas e dei Social Bonus, ma anche di introdurre nuovi aiuti extra per compensare le spese di riscaldamento delle famiglie numerose a basso reddito. Ulteriori misure potrebbero essere incluse nella Legge di Bilancio 2024.
Questi interventi non saranno però attivi prima di gennaio prossimo. Nel frattempo, il DL Energia approvato nei giorni scorsi (con gli aiuti per la bolletta ed il bonus benzina per i titolai di social card “Dedicata a te”) ha prorogato i vari bonus bollette fino a fine anno per affrontare gli aumenti di luce e gas.
Per quanto concerne il nuovo contributo straordinario – crescente con il numero dei componenti familiari – il nuovo sconto arriverà in automatico a chi già riceve il bonus elettrico (famiglie con ISEE fino a 15mila euro oppure 30mila euro per quelle numerose).
Il timore, dinanzi alle stime sui rincari in arrivo, è che gli attuali bonus potrebbero non essere sufficienti per contrastare l’aumento dei prezzi.
Da qui, il generale appello a rivedere il calendario del passaggio obbligato dal mercto tutelato con tariffe ARERA a quello libero.
È online il nuovo bando promosso nell’ambito del “Programma di tirocini MAECI-MUR-Università Italiane” per attivare tirocini all’estero presso le sedi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Il bando prevede un rimborso solo per coloro che svolgeranno il tirocinio in presenza presso la Sede di assegnazione.
La selezione è finalizzata ad attivare 335 tirocini curriculari sia a distanza sia in presenza presso le rappresentanze diplomatiche, gli uffici consolari e gli Istituti italiani di cultura del Ministero MAECI, coinvolgendo gli studenti di tutte le Università italiane che aderiscono alla convenzione e che risultino iscritti ai corsi di laurea magistrale o a ciclo unico.
I tirocini si svolgeranno dal 15 gennaio al 12 aprile 2024, mentre le candidature possono essere inviate fino al 18 ottobre 2023 attraverso il sito web della Fondazione CRUI.
Per potersi candidare, oltre allo status di studenti universitari, è necessario essere in possesso di altri requisiti, come una solida competenza in inglese, equivalente al livello B2 ottenuta con certificazioni riconosciute come Cambridge FCE, IELTS, TOEFL o attestati rilasciati da università e istituti linguistici (in caso contrario sarà necessario superare un test iniziale).
In un contesto di rapida trasformazione, le startup innovative italiane possono trovare un valido supporto per il proprio sviluppo internazionale nel Fondo di Venture Capital gestito da SIMEST.
Questo fondo pubblico, operativo in convenzione con il Ministero degli Affari Esteri, ha assolto tradizionalmente la funzione di affiancare, alla partecipazione di SIMEST nel capitale delle controllate estere di imprese italiane, una quota a condizioni agevolate, sempre nel limite complessivo di massimo il 49%.
SIMEST è, infatti, da 30 anni operativa a supporto degli investimenti diretti esteri delle aziende italiane e conta ad oggi conta un portafoglio di 230 partecipazioni in tutto il mondo. Un sostegno finanziario di lungo termine reso ancora più attraente dalla possibilità di accedere anche alle risorse del Fondo di Venture Capital, le cui condizioni sono particolarmente agevolative – un corrispettivo fisso e pari al tasso BCE alla data della delibera più uno spread tra lo 0,50% e l’1% a seconda della classe dimensionale dell’azienda italiana proponente – e permettono alle imprese richiedenti di ottimizzare la dotazione finanziaria dei propri investimenti, senza rinunciare al controllo manageriale.
Da quest’anno, l’operatività del Fondo è stata ampliata per accompagnare la crescita delle realtà imprenditoriali più giovani e dinamiche.
La Legge di Bilancio 2022 ha, quindi, riconosciuto al Fondo di Venture Capital di SIMEST la possibilità di investire – in collaborazione con CDP Venture Capital SGR – in start-up e PMI innovative, destinando un plafond di 200 milioni di euro di risorse agli investimenti promossi da società con un’attenzione spiccata per gli ESGs o che operino nei settori della trasformazione digitale, della ricerca scientifica e delle life sciences.
In una fase in cui le giovani imprese innovatrici italiane sono chiamate ad ampliare i propri orizzonti oltreconfine, il Fondo di Venture Capital si dimostra dunque una opportunità unica per affrontare al meglio le sfide della crescita dimensionale e geografica.
Con il nuovo rialzo dei tassi BCE stabilito a settembre 2023, diventa ancora meno conveniente accendere un mutuo con tasso variabile, mentre diventa sempre più conveniente, almeno nel breve e medio perido, il finanziamento ipotecario a tasso fisso. La scelta dipende però dagli importi richiesti e dall’orizzonte temporale del contratto, ecco perchè è fondamentale mettere a confronto le diferse offerte di mercato.
Prima di scoprire quali sono le migliori proposte di mutuo di ottobre 2023, vediamo i diversi fattori da tenere in considerazione per scegliere il mutuo ideale per le proprie esigenze.
Prima di intraprendere qualsiasi passo nel processo di scelta del mutuo, è essenziale condurre una rigorosa valutazione delle proprie finanze. Calcolare con precisione il proprio reddito mensile, i propri debiti e le spese correnti. Questa analisi darà una chiara visione del proprio margine di manovra finanziario e del proprio limite di spesa mensile per il mutuo.
Una volta stabilito il proprio quadro finanziario, è il momento di determinare l’importo del mutuo di cui si ha bisogno. Questa cifra dipenderà dall’importo della casa che si intende acquistare e dalla percentuale del prezzo della casa che si è disposti a finanziare.
I tassi di interesse costituiscono uno dei fattori più critici nella scelta di un mutuo. Consultate diverse istituzioni finanziarie per ottenere preventivi sui loro tassi di interesse. Considerare sia i tassi fissi che quelli variabili e valutare attentamente quale opzione si adatta meglio alle proprie esigenze a lungo termine.
Oltre ai tassi di interesse, è fondamentale esaminare le commissioni e i costi associati al mutuo. Questi possono includere costi di apertura, spese legali, tasse e costi di assicurazione. Chiedere sempre una stima dettagliata a ciascuna istituzione finanziaria per valutare il costo totale del mutuo.
La durata del mutuo avrà un impatto significativo sulle rate mensili. Mutui più brevi comportano rate mensili più alte ma costi totali inferiori in termini di interessi. D’altro canto, mutui a lungo termine comportano rate più basse, ma interessi complessivamente più elevati. Valutare attentamente quale opzione è più adatta alle proprie esigenze.
Un pagamento iniziale sostanziale può ridurre l’importo del mutuo e influire positivamente sui tassi di interesse proposti. Pianificare con cura quanto si è in grado di versare come pagamento iniziale aiuta a risparmiare sul mutuo, è dunque importante considerare attentamente come questa cifra influirà sul mutuo.
La scelta del mutuo può essere un processo complesso e tecnico. Consultare un consulente finanziario o un esperto del settore può essere un passo sagace per ricevere consulenza personalizzata in base alle proprie esigenze finanziarie.
Prima di firmare qualsiasi contratto di mutuo, è bene leggere attentamente tutte le clausole e le condizioni, assicurandosi di comprendere appieno i propri obblighi e i diritti legati al mutuo.
Dopo aver raccolto preventivi da diverse istituzioni finanziarie, è importante confrontarli attentamente, tenendo conto dei tassi di interesse, dei costi associati e delle condizioni contrattuali. Questo consentirà di selezionare la proposta che meglio si adatta alle proprie esigenze finanziarie.
Vediamo di seguito quali sono oggi le migliori proposte di mutuo per l’acquisto di una casa. La simulazione è stata effettuata offerte e tassi per l’acquisto di un immobile del valore di 250mila euro, situato a Roma, chiedendo un finanziamento di 200mila euro, a 30 anni. Il richiedente è un over 36 con impiego a tempo indeterminato, tranne nel caso di simulazione per un mutuo giovani, in cui il richiedente ha meno di 36 anni. Per le ipotesi di mutuo al 100% la simulazione riguarda un immobile del valore di 200mila euro.
A partire dal 1° ottobre 2023, il regolamento per la formazione professionale continua (FPC) dei Commercialisti, obbligatoria per i professionisti iscritti nell’Albo, subisce importanti cambiamenti.
Il nuovo Regolamento, adottato dal Consiglio Nazionale lo scorso 3 maggio, trova pubblicazione sul Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia del 30 settembre.
Tra le novità del nuovo Regolamento FPC, segnaliamo l’equiparazione tra eventi di “formazione” ed eventi di “aggiornamento”, con la conseguente rimodulazione del sistema di attribuzione dei crediti formativi (CFP), che matureranno esclusivamente in relazione alle ore di partecipazione secondo il criterio “1 CFP per ogni ora o frazione superiore a 30 minuti”.
Un’altra modifica riguarda la formazione a distanza, per la quale vengono eliminati i test di verifica della presenza (i crediti saranno conseguiti in relazione ai tempi di fruizione dei corsi, tracciati dalle piattaforme), ad esclusione degli eventi formativi che prevedono il superamento di un test di apprendimento.
Viene anche eliminato il minimo annuale di 20 crediti formativi: il nuovo obbligo sarà assolto con il conseguimento di 90 CFP nel triennio, senza alcun limite annuale. Non ci saranno più, quindi, verifiche ogni anno da parte degli ordini.
La compatibilità tra attività lavorativa ed integrazione salariale è spesso oggetto di discussione, nonostante le indicazioni fornite dalla normativa vigente che impongono limiti serrati all’accesso alla cassa integrazione per chi svolge attività di lavoro subordinato.
Secondo quanto riportato dal sindacato SNALV Confsal, che ha recentemente trasmesso un’istanza di interpello al Ministero del Lavoro chiedendo con urgenza un chiarimento in merito, alcune sedi INPS stanno tuttavia negando l’integrazione salariale ai dipendenti che svolgono un altro lavoro, anche se part-time e limitato a poche ore settimanali.
Questa decisione andrebbe contro la normativa, che prevede la perdita o la sospensione del trattamento integrativo secondo limiti precisi:
Il lavoratore che svolga attività di lavoro subordinato di durata pari o superiore a sei mesi nonché di lavoro autonomo durante il periodo di integrazione salariale non ha diritto al trattamento per le giornate di lavoro effettuate. Qualora il lavoratore svolga attività di lavoro subordinato a tempo determinato pari o inferiore a sei mesi, il trattamento è sospeso per la durata del rapporto di lavoro.
Lo Snalv Confsal auspica quindi che per dirimere ogni dubbio possa essere applicata la circolare INPS n. 130/2010, che detta regole precise per gestire la cumulabilità parziale tra la remunerazione derivante da attività lavorativa e le integrazioni salariali.
L’INPS è sempre legittimato a pretendere i contributi previdenziali omessi, anche nel caso in cui non vi siano richieste da parte del lavoratore volte a evidenziare la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato.
La Corte di Cassazione, con 26588 del 14 settembre 2023, ha sottolineato che l’Ente previdenziale può inviare cartelle esattoriali per la richiesta dei contributi omessi nell’ambito degli appalti irregolari, specificando che questa azione è valida anche se il lavoratore non ha chiesto la costituzione di un rapporto di lavoro.
Questa Corte è costante nell’affermare che, in tema di omesso versamento dei contributi previdenziali, l’accertamento della natura fittizia del rapporto con il datore di lavoro interposto, da cui discende il potere dell’ente previdenziale di applicare le relative sanzioni, costituisce oggetto di questione pregiudiziale, di cui il giudice può conoscere in via incidentale. Non è necessaria, pertanto, la previa azione del prestatore di lavoro, volta all’accertamento dell’interposizione fittizia e alla costituzione del rapporto di lavoro alle dipendenze dell’utilizzatore.
I giudici, inoltre, hanno specificato che il regime previdenziale non può essere condizionato all’iniziativa del lavoratore che denuncia l’irregolarità, sottolineando come il rapporto di lavoro e il rapporto previdenziale siano caratterizzati ciascuno da una propria autonomia.
Fiducia dei consumatori e delle imprese ancora in calo secondo le stime Istat: per settembre 2023, si prevede un a nuova flessione sia dell’indice di fiducia dei consumatori (da 106,5 a 105,4) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 106,7 a 104,9).
Famiglie e imprese guardano con timore al clima d’incertezza economica legata alla stretta del credito e al caro prezzi, che impattano sull’economia reale.
Per quanto riguarda l’indice di fiducia dei consumatori, emergono segnali negativi dalle variabili legate alla situazione economica generale, mentre si riscontra una maggiore eterogeneità tra le variabili legate alla situazione personale. Queste variazioni sono riassunte dai quattro indicatori calcolati mensilmente dalle stesse componenti: il clima economico, il clima corrente e il clima futuro diminuiscono rispettivamente da 121,5 a 115,2, da 101,4 a 100,2 e da 114,1 a 113,2.
Invece, il clima personale registra un aumento, passando da 101,5 a 102,2.
Riguardo le imprese, si stima una riduzione dell’indice di fiducia per tutti i settori investigati, ad eccezione delle costruzioni.
Per quanto riguarda le componenti, in manifattura e servizi tutte le variabili peggiorano. Nel commercio al dettaglio, i giudizi sulle vendite si deteriorano sensibilmente mentre le relative aspettative diminuiscono leggermente in presenza di una riduzione delle scorte. In dettaglio, l’indice di fiducia nella manifattura scende da 97,7 a 96,4, nei servizi da 103,5 a 100,5 e nel commercio da 108,7 a 107,3.
Nelle costruzioni, l’indice registra un leggero aumento, da 160,2 a 160,9. I giudizi sugli ordini/piani di costruzioni sono improntati all’ottimismo, mentre le aspettative sull’occupazione presso l’azienda registrano un andamento negativo.
Secondo i giudizi degli imprenditori sulle condizioni di accesso al credito bancario, si prevede un peggioramento delle condizioni nel terzo trimestre 2023.
A settembre, la diminuzione dell’indice di fiducia delle imprese si estende a tutti i settori di attività, con l’eccezione delle costruzioni. L’indice complessivo si attesta sullo stesso valore di ottobre 2022.
L’indice di fiducia dei consumatori si riduce per il terzo mese consecutivo, raggiungendo il valore più basso dallo scorso giugno.
Si evidenzia un netto peggioramento dei giudizi sulla situazione economica generale, un aumento delle aspettative sulla disoccupazione e un miglioramento delle valutazioni relative alla situazione finanziaria della famiglia.
Il CdA di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha dato il via libera a nuove operazioni, per un totale di 1 miliardo di euro, finalizzate a fornire sostegno a imprese, territori e infrastrutture.
Le nuove operazioni potranno includere fondi di investimento alternativo e finanziamenti, anche in collaborazione con altre istituzioni finanziarie, per facilitare l’accesso al credito, l’internazionalizzazione e i piani di espansione delle imprese.
Le nuove operazioni sono rivolte a imprese di piccole, medie e grandi dimensioni, rappresentanti dell’eccellenza del Made in Italy, che hanno in programma nuovi investimenti con impatti positivi sulle filiere strategiche. In linea con il ruolo di CDP come Istituzione Finanziaria Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, inoltre, il Consiglio ha approvato due nuove iniziative per la crescita sostenibile in Africa.
Queste attività sono destinate alle imprese attive nel Continente, incluse le PMI, per lo sviluppo di progetti nel settore delle energie rinnovabili, efficienza energetica, sicurezza alimentare e infrastrutture.
Un’ulteriore operazione è finalizzata a sostenere la crescita delle PMI nei Balcani, con conseguenti benefici per l’occupazione nei Paesi interessati.
Allineato con gli obiettivi ESG del Piano Strategico 2022-2024, il CdA ha lanciato la Politica Generale sul Responsible Procurement.
Questa politica è volta a stabilire standard etici, economici, sociali e ambientali, non solo per guidare la CDP nella scelta dei propri fornitori, ma anche per verificare l’impegno di questi ultimi nel promuovere tali principi e nel garantire il rispetto dei requisiti di sostenibilità nelle loro catene di approvvigionamento.
La politica prevede anche un Codice di Condotta per i Fornitori, ispirato ai valori del Codice Etico di CDP.
Nel suo ultimo Bollettino economico, la BCE ha confermato l’intenzione di contrastare l’inflazione con tutti i mezzi possibili, rimanendo risoluta nel perseguire l’obiettivo del 2% nel medio termine.
Tradotto: dopo il rialzo dei tassi di 25 punti base stabilito lo scorso settembre, sono in arrivo nuove decisioni di politica monetaria in chiave restittiva, con un conseguente nuovo rincaro del costo del denaro ed effetti a catenda sull’economia reale.
L’aumento dei tassi è la risposta del Consiglio direttivo della BCE alle recenti prospettive di inflazione, valutate sulla base dei dati economici e finanziari più recenti, del trend dell’inflazione di fondo e dell’efficacia della politica monetaria. Le proiezioni macroeconomiche di settembre evidenziano infatti un tasso di inflazione medio pari al 5,6% nel 2023, 3,2% nel 2024 e 2,1% nel 2025. Questa revisione al rialzo per il 2023 e 2024 e al ribasso per il 2025 è dovuta principalmente all’andamento dei prezzi dell’energia.
Nonostante gli indicatori abbiano iniziato a calare, le pressioni sui prezzi restano forti. I previsti tassi di inflazione, esclusi i componenti energetici e alimentari, sono stati rivisti lievemente al ribasso: 5,1% nel 2023, 2,9% nel 2024 e 2,2% nel 2025.
Gli incrementi precedenti dei tassi d’interesse continuano a influire notevolmente, con un impatto sulle condizioni di finanziamento che restringono ulteriormente la domanda.
La domanda interna e il contesto del commercio internazionale indebolito hanno portato a una significativa revisione al ribasso delle proiezioni di crescita economica per l’area dell’euro: 0,7% nel 2023, 1,0% nel 2024 e 1,5% nel 2025.
Il Consiglio direttivo ritiene che, mantenendo i tassi di interesse attuali per un tempo adeguato, si potrà contribuire significativamente al ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo.
Le decisioni future garantiranno che i tassi di interesse siano sufficientemente restrittivi. Il livello e la durata dell’orientamento restrittivo saranno determinati dall’analisi dei dati più recenti e dalla dinamica dell’inflazione di fondo.
Chi ha fatto domanda di SFL (Supporto per la Formazione e il Lavoro) riceverà l’indennità da 350 euro dopo la verifica INPS dei requisiti, la registrazione sulla piattaforma SIISL e la sottoscrizione del Patto di servizio con almeno un’iniziativa di formazione o inclusione attivata.
Vediamo esattamente come funziona la procedura, dettagliata dal nuovo Messaggio INPS 3379/2023.
Quando l’utente presenta la richiesta di verifica del diritto al sussidio SFL, l’INPS procede a un controllo automatizzato sulla base delle informazioni già presenti nelle banche dati e la contrassegna con lo stato “Verificata salvo ulteriori controlli“. Appena il richiedente effettua l’accesso al portale SIISL, precompila e sottoscrive il Patto di attivazione digitale, la domanda passa immediatamente allo stato di “Accolta salvo ulteriori controlli“.
Chi ha semplicemente presentato domanda all’INPS deve dunque effettuare i seguenti passaggi:
Saranno i CPI (Centri per l’Impiego) a contattare i richiedenti per la sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato. A questo punto, è possibile manifestare interesse per offerte di lavoro e attivare iniziative di formazione o inclusione.
Importante: ogni 90 giorni il beneficiario dovrà dare conferma della partecipazione alle misure individuate, anche telematicamente. In mancanza di questa comunicazione, il beneficio potrà essere sospeso.
La convocazione dei CPI è prevista anche a fronte di un Patto di servizio personalizzato già sottoscritto, per procedere all’aggiornamento o integrazione e mantenere coerenti i percorsi formativi individuati con il percorso di attivazione lavorativa individuato nel Patto di servizio.
Ogni domanda che non passa i primi controlli automatizzati, sul portale INPS viene classificata con la dicitura “Sospesa per supplemento istruttorio“. Passando il mouse sopra lo stato della domanda è possibile visionare i requisiti in fase di accertamento. All’esito del supplemento istruttorio, la domanda passa allo stato “Verificata senza ulteriori controlli“, oppure risulterà definitivamente respinta.
Per le domande accolte, il pagamento del beneficio (riconosciuto per 12 mesi) prevede le seguenti regole:
La regola è che l’indennità viene corrisposta solo nei periodi in cui vengono svolte le attività ammesse al SFL. Se ci sono intervalli mensili fra un’iniziativa e l’altra l’indennità viene sospesa e riprende quando il beneficiario inizia una nuova attività.
Nelle precedenti istruzioni (circolare 77 del 29 agosto 2023) l’INPS aveva però precisato che basta anche un solo giorno di frequentazione di un’attività nel corso di un mese per vedersi riconosciuta l’indennità. Esempio: se un corso finisce il 5 di ottobre e quello successivo inizia il 6 novembre, entrambe le mensilità saranno coperte dall’indennità.
I pagamenti vengono effettuati con le seguenti scadenze:
Le sanzioni in materia di transfer pricing, per tributi oggetto di procedura amichevole tra Stati (ex articoli 6 e 7 della Convenzione 23 luglio 1990, 90/436/Cee), non rientrano tra quelle sanabili con la rottamazione delle liti fiscali pendenti (articolo 1, commi da 186 a 205, legge n. 197/2022) perché sono correlate a tributi non pagati.
Lo ha chiarito l’Agenzia delle Entrate, con la risposta n. 437 del 26 settembre 2023.
La definizione agevolata delle liti pendenti alla data del 1° gennaio 2023 presso le Corti di Giustizia tributarie di primo e secondo grado e presso la Corte di Cassazione, in cui sia parte l’Agenzia delle Entrate o delle Dogane (con scadenza di adesione fissata al 2 ottobre) prevede diverse casistiche.
In base al comma 191 della legge 197/2023, soltanto le controversie relative a sanzioni non connesse a tributo non pagato possono essere sanate, con versamento dal 15% al 40% del valore della lite in base al giudizio.
Nel caso specifico, invece, la sanzione per rilievi in materia di transfer pricing non rientra tra quelle definibili ai sensi della tregua fiscale proprio perché è correlata a un tributo che non è stato pagato (rientrando in un accordo amichevole tra Stati).
Lo stesso ragionamento era stato del resto già adottato in riferimento alla vecchia pace fiscale (definizione delle liti pendenti di cui all’articolo 6 del Dl n. 119/2018.), individuato nella circolare n. 6/2019.
In conclusione, l’Agenzia delle Entrate ha affermato che il pagamento di altri tributi inclusi nella notifica non comporterà l’eliminazione delle sanzioni correlate ai rilievi sul transfer pricing.
Il punto chiave è che il relativo tributo non risulta pagato.
Ma una scappatoia c’è: resta infatti possibile rinunciare alle procedure amichevoli in corso e procedere al pagamento del tributo.
In considerazione del passaggio obbligato dal Mercato Tutelato a quello Libero per i clienti con utenze residenziali, al momento previsto per gennaio 2024, ci si interroga sull’effettiva convenienza delle tariffe fuori dalla Maggior Tutela.
La crisi energetica che ha fatto schizzare le tariffe in bolletta per luce e gas, infatti, non sembra ancora aver cessato i suoi effetti, nonostante un graduale retrocedere su valori meno drammatici rispetto allo scorso biennio. Questo scenario impone un’attenta valutazione del fornitore e dell’offerta da sottoscrivere.
Dopo un biennio di forti rincari delle tariffe per la materia prima, che impediva agli operatori del mercato libero di proporre offerte e promozioni particolarmente competitive, oggi – con il graduale rientro dei prezzi all’ingrosso – pur con evidenti disparità territoriali – la scelta della liberalizzazione risulta in molti casi premiante.
I dati raccolti dall’Osservatorio di Segugio.it riportano un aumento del risparmio ottenuto nel corso dell’ultimo anno per gli utenti che sono passati alle offerte del Mercato Libero e mettono a confronto i prezzi delle tariffe, Provincia per Provincia, con quelli del mercato tutelato, così da fornire un utile dato comparativo per valutare un’eventuale transizione.
Il taglio del cuneo fiscale anche nel 2024 e in Manovra ci saranno anche misure di riforma fiscale: le anticipazioni arrivano dal Governo, dopo aver approvato la NaDEF (Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza) con i numeri macroeconomici (crescita, deficit, debito) in base ai quali predisporre la Legge di Bilancio.
La crescita più contenuta del previsto, il deficit in rialzo (per l’effetto contabile dei crediti edilizi) e l’inflazione ancora alta determinano «una politica di sostegno ai redditi reali delle famiglie, in particolare quelle con redditi più bassi», spiega il Governo.
Fra le anticipazioni concrete, la prima è il taglio del cuneo fiscale, che proseguirà nel 2024. Significa che anche l’anno prossimo ci sarà la riduzione della quota di contributi a carico dei lavoratori. La riduzione della ritenuta IVS va ad aumentare il netto in busta paga perché versata come parte integrante della retribuzione corrisposta.
Da capire se saranno confermate aliquote e soglie: 6% con retribuzioni lorde annue fino a 35mila euro, 7% per RAL fino a 25mila euro. Secondo i calcoli Istat, con le attuali soglie, il taglio del cuneo contributivo nel mese di ottobre 2023 vale in media 100 euro in più di imponibile, salendo fino a 150 euro per i redditi più bassi.
Sempre in Manovra 2024, ci sarà poi l’attuazione della prima fase della riforma fiscale. Non ci sono ancora dettagli ufficiali su cosa significhi nella pratica, cioè quali misure il Governo intende inserire in Legge di Bilancio. C’è solo l’indicazione della finalità: ridurre le tasse.
Il primo pensiero va alla revisione degli scaglioni IRPEF. Il ddl delega approvato nel luglio scorso prevede che si vada progressivamente verso un sistema ad aliquota unica passando per fasi intermedie, quindi prevedibilmente attraverso una riduzione degli fasce di reddito con il conseguente abbassamento dell’aliquota impositiva per una nutrita quota di contribuenti con redditi medio-bassi.
La misura che potrebbe dunque entrare in Manovra, visto l’accento posto sulla volontà di sostenere i redditi più bassi, potrebbe proprio essere l’accorpamento dei primi due scaglioni, mantenendo l’aliquota più bassa del 23% fino a 28mila euro. Ma si tratta ancora solo di ipotesi, prive peraltro di valutazioni di Governo su fasce di reddito, aliquote e detrazioni.
Si può però sottolineare che gli esigui margini finanziari all’interno dei quali si muoverà la Manovra non rendono facilissimo ridurre la pressione fiscale.
Il terzo punto segnalato dall’Esecutivo Meloni è il sostegno alle famiglie e alla genitorialità. Non ci sono altre anticipazioni ufficiali. Il dibattito politico delle ultime settimane ha fatto emergere però alcune idee: interventi sull’Assegno Unico, un Bonus secondo figlio, agevolazioni fiscali e per l’iscrizione all’asilo, contributi economici per le famiglie con più figli.
C’è poi la conferma che si proseguirà con gli investimenti pubblici, a partire da quelli del PNRR. Proseguono anche i rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego (che la Manovra 2023 aveva rinviato). E ci saranno da finanziare le politiche invariate.
Aggiungiamo che la Legge di Bilancio 2024 dovrà contenere anche le proroghe delle misure di flessibilità in uscita, come l’APE Sociale, Quota 103 e Opzione Donna.
Ricordiamo infine i principali numeri contenuti nella NaDEF:
Disponibile sul Portale del federalismo fiscale l’applicazione web Gestione IMU riservata a i Comuni che vogliono diversificare le aliquote IMU in base ai nuovi criteri unici nazionali, per poi elaborare e trasmettere il relativo prospetto entro i termini di legge.
La legge n. 160/2019 (articolo 1, comma 756) ha infatti stabilito che i Comuni possono diversificare le aliquote IMU, ma solo sulla base di fattispecie predeterminate con decreto.
Anche se i comuni non intendono diversificare le aliquote, devono comunque redigere la delibera di approvazione delle stesse, accedendo all’applicazione informatica disponibile nel Portale del federalismo fiscale, come previsto dalla stessa legge (comma 757).
Le aliquote e le eventuali esenzioni stabilite dai Comuni avranno effetto solo se il prospetto sarà pubblicato sul sito del dipartimento delle Finanze entro il 28 ottobre. A tal fine, i comuni devono trasmetterlo entro il 14 ottobre (comma 767).
In caso di discordanza tra il prospetto e le disposizioni contenute nel Regolamento IMU, prevale quanto stabilito nel prospetto (comma 764).
L’obbligo di utilizzare l’applicazione per l’approvazione di nuove aliquote IMU scatta il prossimo anno, come previsto dall’articolo 7 del decreto MEF del 7 luglio 2023.
Nel mese di settembre, l’INPS ha comunicato a 17mila nuclei familiari che non rientrano nei requisiti dell’Assegno di Inclusione (famiglie non includono minori, disabili o individui over 60) l’erogazione della settima mensilità del Reddito di Cittadinanza.
Altre comunicazioni saranno inviate a 23mila nuclei familiari nei mesi di ottobre, novembre e dicembre.
Questa comunicazione segue quelle inviate a luglio a 159.000 nuclei familiari (di cui 47.000 successivamente supportati dai servizi sociali) e ad agosto a 33.000 (di cui 12.000 presi in carico da servizi sociali).
I destinatari di queste comunicazioni, possono presentare domanda per il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL). Se i requisiti sono soddisfatti, i beneficiari potranno intraprendere un percorso di professionalizzazione e inserimento lavorativo di 12 mesi, durante il quale riceveranno un contributo mensile di 350 euro.
L’INPS, come previsto dalla Circolare n. 77 del 29 agosto 2023, sta verificando i requisiti delle domande già inviate, utilizzando le informazioni disponibili nelle proprie banche dati.
Lo stato di lavorazione di ciascuna domanda può essere consultato sia nel Sistema Informativo di Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL) che nella procedura online della domanda SFL.
I dettagli dei pagamenti dell’indennità SFL sono stati definiti con apposito Messaggio Hermes n. 3379 del 27 settembre 2023.