Oggi è Lunedi' 16/06/2025 e sono le ore 21:58:54
Nostro box di vendita su Vinted
Condividi questa pagina
Oggi è Lunedi' 16/06/2025 e sono le ore 21:58:54
Nostro box di vendita su Vinted
Condividi questa pagina
Nostra publicità
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
#PMI.it #informazione #ICT #imprese #medie #piccole
Con l’arrivo del caldo torrido, anche per quest’anno i costi per la climatizzazione estiva avranno un pesante impatto sulle bollette energetiche, motivo per cui come – di consueto – tornano molto utili i consigli dell’ENEA per ridurre i consumi dei condizionatori facendone un uso intelligente.
Il problema è che in Italia sono attualmente in uso circa 1,7 milioni di climatizzatori mono e multi-split precedenti al 2013, dispositivi ben poco efficienti rispetto a quelli attuali, ed ormai prossimi al loro fine vita. Laddove non è possibile investire in un impianto ad alta efficienza, ecco il decalogo ENEA dedicato all’utilizzo dei climatizzatori, mirato a diminuire i consumi e ridurre la spesa in bolletta:
Detto questo, il consiglio finale è quello di sostituirli con un sistema unico a pompa di calore in grado di raffrescare gli ambienti in estate e riscaldarli in inverno, anche al fine di limitare l’impatto ambientale. La spesa è elevata ma per l’installazione di pompe di calore è prevista la detrazione fiscale nell’ambito dei Bonus Casa e dell’Ecobonus.
L’Agenzia delle Entrate assume 250 funzionari a tempo indeterminato per le attività relative ai servizi catastali e cartografici, estimativi e osservatorio del mercato immobiliare. Le domande di partecipazione al concorso possono essere inoltrate fino alle 23.59 del 14 luglio 2025.
Ecco le figure ricercate dall’Agenzia delle Entrate e arruolate tramite selezione pubblica: funzionari della famiglia professionale funzionario-tecnico, per le attività relative ai servizi catastali e cartografici, estimativi e osservatorio del mercato immobiliare. Saranno dislocate presso le direzioni regionali e centrale a Roma. I candidati assunti dovranno permanere nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni.
I candidati devono avere una laurea in architettura o ingegneria del vecchio ordinamento, oppure una laurea specialistica o magistrale equiparata in base al nuovo ordinamento. Sono considerati validi i titoli di studio conseguito all’estero, o le laurea estere conseguite in Italia e riconosciute equipollenti alle lauree in ingegneria o architettura ai fini della partecipazione ai pubblici concorsi. Gli altri requisiti richiesti:
cittadinanza italiana;
La domanda si presenta online, compilando il form di candidatura disponibile sul Portale unico del reclutamento inPA, versando una quota di partecipazione di 10 euro sulla base delle indicazioni riportate su portale, entro il termine di scadenza per l’iscrizione. Il contributo di ammissione sarà rimborsato in caso di partecipazione alla prova scritta.
Il calendario d’esame della prova scritta sarà pubblicato il 24 luglio 2025 sul sito dell’Agenzia e su quello InPA con valore di notifica a tutti gli effetti. Consiste in una serie di quesiti a risposta multipla sulle seguenti materie:
Verrà effettuato anche un test sulla conoscenza della lingua inglese e sull’uso delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche più diffuse. La prova è valutata in trentesimi e s’intende superata con il punteggio di 21/30. La graduatoria sarà pubblicata su InPA e l’assunzione definitiva sarà preceduta da una prova di quattro mesi.
Il bando integrale del concorso AdE per 250 funzionari è online nella sezione dedicata alle procedure di selezione del sito dell’Agenzia delle Entrate.
Il Senato ha dato il via libera al disegno di legge di conversione del DL n. 55/2025 focalizzato sulle disposizioni in materia di acconti IRPEF. Manca solo il disco verde della Camera, atteso entro il 22 giugno.
Tutto nasce dal mancato raccordo tra la riforma delle aliquote IRPEF con il passaggio tra quattro a tre (avviata nel 2024 e divenuta strutturale nel 2025) e le percentuali su cui calcolare l’imponibile di riferimento per gli acconti d’imposta di quest’anno, rimasti per legge ancorati al vecchio sistema 2023.
Come noto, la Legge di Bilancio 2025 ha reso definitivo il sistema a tre scaglioni già utilizzato per l’anno d’imposta 2024: aliquota IRPEF al 23% per i redditi fino a 28.000 euro; aliquota IRPEF al 35% per i redditi tra 28.001 e 50.000 euro; aliquota IRPEF al 43% per i redditi superiori a 50.000 euro. Una specifica clausola prevedeva però l’applicazione delle quattro aliquote vigenti al 31 dicembre 2023 ai fini del calcolo degli acconti d’imposta derivanti dalle dichiarazioni dei redditi 2025 sui redditi 2024.
Al fine di correggere questa distorsione, un apposito decreto leggi di governo di Governo ha previsto che gli acconti IRPEF debbano siano calcolati secondo le vecchie aliquote soltanto per l’anno 2024, mentre a partire dal 2025 il calcolo deve avvenire tenendo in considerazione le nuove aliquote varate con la riforma.
Il testo del disegno di legge di conversione del DL 55/2025 è stato approvato in Senato il 12 giugno ed ora è passato alla Camera, per la definitiva approvazione. La scadenza per la sua approvazione è fissata al 22 giugno, mentre il termine ultimo ordinario per il pagamento delle imposte dirette è il 30 giugno. In realtà , nei giorni scorsi il Governo ha disposto una proroga al 21 luglio per il versamento del saldo 2024 e del primo acconto 2025 dei soggetti ISA e dei contribuenti forfettari. Per le persone fisiche restano in vigore i termini ordinari di legge.
Con la Legge di Bilancio 2025, sono cambiate le regole di accesso all’indennità di disoccupazione per il settore Spettacolo: per la Discontinuità per i Lavoratori dello Spettacolo (IDIS) sono cambiati sia i requisiti sia la durata e la misura della prestazione. Le modifiche sono state rese operative con la nuova Circolare n. 101/2025 dell’INPS, che fornisce i dettagli operativi per il 2025.
In particolare, da quest’anno sono cambiate le soglie massime di reddito e quelle minime di contribuzione, con l’obiettivo di agevolare l’accesso al sussidio per un numero maggiore di lavoratori del settore.
A partire dal 2025, sono stati alleggeriti i requisiti di accesso all’IDIS, che è destinata a lavoratori autonomi e dipendenti iscritti al Fondo Pensione Lavoratori dello Spettacolo. La Legge di Bilancio (Legge n. 207/2024) ha innalzato il limite di reddito per poter accedere alla prestazione, portandolo a 30.000 euro nell’anno precedente alla domanda. Inoltre, è stato abbassato il numero minimo di giornate di contribuzione necessarie, da 60 giornate a 51 giornate.
Più nello specifico, le nuove regole rendono più accessibile l’IDIS per i lavoratori dello Spettacolo, ampliando le soglie di reddito e abbassando i minimi di contribuzione. Con la proroga del termine per la presentazione della domanda e l’eliminazione dell’obbligo di partecipare a politiche attive, inoltre, si garantisce un supporto più ampio e flessibile ai lavoratori del settore, che potranno continuare a beneficiare di un’indennità pari al 60% della retribuzione media e con maggiori tempi di accesso.
L’indennità viene corrisposta a favore di lavoratori che prestano attività artistica o tecnica, e che sono iscritti al Fondo Pensione Lavoratori dello Spettacolo. Tra i beneficiari ci sono:
I lavoratori devono rispettare i seguenti requisiti per beneficiare dell’IDIS nel 2025:
Bisogna essere cittadino di uno Stato UE straniero regolarmente soggiornante e avere avuto residenza in Italia da almeno un anno. Sono incompatibili le pensioni dirette e i contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato nell’anno precedente a quello della domanda ad eccezione di quelli intermittenti a tempo indeterminato) per i quali non sia prevista l’indennità di disponibilità di cui all’articolo 16, decreto legislativo 81/2015.
Inoltre, l’INPS conferma che i lavoratori che presentano la domanda a partire dal 2025 devono farlo entro il 30 aprile di ogni anno, anziché il 30 marzo, come avveniva in precedenza.
La durata dell’indennità è fissata in base alle giornate di contribuzione accumulate nel 2024. L’importo giornaliero dell’IDIS è pari al 60% della retribuzione media calcolata sulle giornate di contribuzione, con un limite massimo giornaliero di 57,32 euro per il 2025.
L’indennità viene corrisposta in un’unica soluzione, e la durata della prestazione è stabilita in un terzo delle giornate di contribuzione nell’anno precedente alla domanda, con un limite massimo di 312 giornate complessive, al netto delle giornate già indennizzate da altre prestazioni (come NASpI o malattia).
Una novità importante introdotta dalla Legge n. 207/2024 riguarda la soppressione dell’obbligo di partecipazione a percorsi di formazione e aggiornamento per i percettori dell’IDIS. A partire dal 1° gennaio 2025, non sarà più necessario per i beneficiari dell’IDIS seguire misure di politica attiva, come previsto in precedenza.
L’ultimo aggiornamento mensile per la rivalutazione dei canoni di locazione all’inflazione (a meno che non si eserciti l’opzione di cedolare secca) – comunicato il 16 giugno 2025 e basato sull’andamento dei prezzi al consumo per le famiglie italiane calcolato a cadenza mensile dall’ISTAT – rivela un lieve calo. Per gli adeguamenti riferiti a maggio l’indice di riferimento FOI al netto dei tabacchi è pari a –0,1% in termini di variazione mensile, mantenendo però ancora un dato in aumento rispetto all’anno precedente (+1,4%).
Vediamo in dettaglio cosa cambia, come funziona l’adeguamento per i canoni di locazione e quando scatta l’aumento del prezzo dell’affitto.
In base all’ultimo aggiornamento (riferito al mese di maggio e applicabile a giugno), la rivalutazione annuale degli affitti è pari a 1,4% per gli adeguamenti al 100% (locazioni di immobili ad uso abitativo) e dello 1,05% per quelli al 75% (canoni commerciali). L’adeguamento ISTAT ha lo scopo di allineare l’importo dell’affitto al reale andamento dell’economia e al costo della vita. Il metodo di calcolo dell’adeguamento cambia a seconda della situazione contrattuale.
L’indice di rivalutazione stabilito per gli adeguamenti di maggio è fissato a +121,2 in calo dello 0,1% su base mensile ed in aumento dell’1,4% su base annua e del 2,2% su base biennale (valore di riferimento per i contratti con clausola di adeguamento ogni 2 anni). Per adeguare il canone di affitto all’inflazione si utilizza infatti l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) al netto dei tabacchi.
Periodo di riferimento: maggio 2025 | |
Indice generale FOI | +121,2 |
Variazione % rispetto al mese precedente | -0,1 |
Variazione % rispetto allo stesso mese dell’anno precedente | +1,4 |
Variazione % rispetto allo stesso mese di due anni precedenti | Â +2,2 |
Nei contratti di locazione immobiliare viene solitamente prevista una clausola per l’aggiornamento annuale del canone di affitto, rispetto alle variazioni dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati rilevate dall’ISTAT nell’ultimo anno solare. L’indice ISTAT che valuta l’aumento del costo della vita rispetto all’anno precedente (sulla base di quasi duemila fattori, aggiornati periodicamente in base alle necessità delle famiglie italiane), deve quindi essere utilizzato per ricalcolare ogni 12 mesi il costo dell’affitto concordato tra inquilino e proprietario dell’immobile concesso in locazione.
La rivalutazione sull’affitto è obbligatoria se è espressamente previsto da un’apposita clausola inserita nel contratto di locazione (specificando anche se al 100% per contratti a canone libero o al 75% per contratti a canone concordato). In queste circostanze, l’adeguamento del canone all’indice ISTAT va effettuato ogni anno, altrimenti il proprietario dell’immobile non può avanzare alcuna pretesa nei confronti dell’inquilino. Sono esclusi dall’aumento i canoni di locazione con contratti di affitto che applicano la cedolare secca.
Per l’aggiornamento bisogna prendere come riferimento l’Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) al netto dei tabacchi del mese precedente alla scadenza del contratto. Il canone di locazione si rivaluta applicando aliquote diversificate a seconda che si tratti di un contratto di locazione a uso abitativo o ad uso commerciale, ai sensi della legge 392/78 (articolo 32):
Le parti possono comunque concordare anche termini diversi.
La formula per il calcolo dell’adeguamenti ISTAT per gli affitti è la seguente:
Si ottiene così il canone annuo rivalutato, dividendo per 12 mesi si ottiene il canone dell’affitto mensile. Ovviamente la rivalutazione più portare tanto ad un aumento quando ad una diminuzione del costo dell’affitto.
Solitamente, comunque, non si tratta di oscillazioni consistenti, a meno che nell’anno di riferimento non si siano verificati eventi importanti in grado di scombussolare l’economia del Paese, come crisi economiche e impennate dell’inflazione.
I lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata INPS possono presentare domanda di ISCRO 2025, secondo le istruzioni contenute nel Messaggio 1858/2025. Dal 16 giugno è infatti nuovamente attivo il servizio di presentazione delle istanze di indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, che rimarrà disponibile fino al 31 ottobre, termine ultimo per la presentazione della domanda per l’anno in corso.
L’ISCRO consiste in un‘indennità che viene versata per sei mesi (senza accredito di contribuzione figurativa) ai lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata che nell’anno precedente hanno avuto un reddito massimo di 12mila euro e inferiore al 70% della media dei redditi da lavoro autonomo dei due anni precedenti. Ci sono poi una serie di altri requisiti, precisamente elencati nei commi da 142 a 155 della legge 213/2023, che hanno istituito l’ammortizzatore sociale. Inoltre, la prestazione è incompatibile con pensioni, NASpI, DIS-COLL, ALAS, IDIS, ADI e cariche politiche.
L’importo del sussidio è pari al 25% su base semestrale della media dei redditi dei due anni precedenti. Esempio: se il reddito dichiarato per gli anni 2021 e 2022 è pari rispettivamente a 6mila euro e a 5mila euro, la media è di 5mila 500 euro. Bisogna dividerla per due, per parametrarla su base semestrale, e si ottiene 2mila 750 euro. A questo punto, si applica il 25% , ottenendo un’indennità di 687,50 euro.
La domanda si presenta online sul portale dell’INPS, nella sezione “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche” del sito istituzionale dell’INPS. Dopo l’autenticazione, è necessario selezionare la voce “Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO)“. In sede di presentazione della domanda per l’anno 2025 l’assicurato deve autocertificare i redditi prodotti per ciascuno degli anni di interesse, a meno che gli stessi non siano già a disposizione dell’Istituto; in tale ultima ipotesi, il richiedente trova i dati precaricati nel pannello di domanda. Link utili:
E’ possibile presentare la richiesta anche rivolgendosi al Contact Center integrato INPS, telefonando al numero verde 803 164 da rete fissa (gratuitamente) o al numero 06 164164 da rete mobile.
NB: il lavoratore che ha già percepito l’indennità ISCRO non può fare una nuova richiesta per i successivi due anni; di conseguenza non potranno accedere all’indennità ISCRO 2025 coloro che hanno già fruito della medesima prestazione per l’anno 2024.
L’Agenzia delle Entrate ha comunicato il codice tributo 7077 per compensare il credito d’imposta sulle spese ammesse alle agevolazioni del Piano Transizione 4.0 ed effettuate nel 2025. Le imprese che hanno già avviato gli investimenti nel 2024, pagando un acconto pari almeno al 20%, continueranno invece a utilizzare il codice tributo 6936. Le istruzioni sono contenute nella Risoluzione 41/2025.
Il Bonus 4.0 si applica agli investimenti in digitali e interconnessi. L’elenco dei beni agevolabili è contenuto nell’allegato A della legge 232/2016. Fino all’anno scorso erano ammessi anche gli investimenti in software, ma la Manovra 2025 ha eliminato questa possibilità .
Il nuovo codice tributo si applica agli investimenti effettuati nel 2025, oppure entro il 30 giugno 2026, a condizione che entro la fine del 2025 l’ordine risulti accettato dal venditore e sia stato versato un acconto pari almeno al 20% del costo di acquisizione. La manovra 2025 ha introdotto un tetto di spesa complessivo di 2,2 miliardi di euro per la concessione di questa agevolazione.
Denominato “Credito d’imposta di cui all’articolo 1, comma 1057-bis, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 – Transizione 4.0 – articolo 1, commi da 446 a 448, della legge 30 dicembre 2024, n. 207â€, Il nuovo codice tributo 7077†va esposto nella sezione “Erarioâ€, in corrispondenza delle somme indicate nella colonna “importi a credito compensatiâ€, ovvero, nei casi in cui il contribuente debba procedere al riversamento del credito, nella colonna “importi a debito versatiâ€.
Anche la nuova domanda dal 2025 è diventata più complessa. La procedura è dettaglia nel decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 15 maggio 2025. Prevede l’invio di una comunicazione preventiva sugli investimenti in programma (ex ante), di una seconda comunicazione entro i 30 giorni successivi che indica il pagamento di un acconto pari almeno al 20% del costo di acquisizione del bene, e infine di una terza comunicazione di completamento dell’investimento (ex post).
Per portare in compensazione (dal giorno 10 del mese successivo alla trasmissione dei dati) gli investimenti 2025 soggetti alla procedura sopra indicata, bisogna utilizzare il nuovo codice tributo e rispettare il nuovo tetto di spesa (2,2 mld euro) non previsto in precedenza.
Se nel 2025 è completato un investimento che era già stata avviato nel 2024, con acconto pari almeno al 20%, si utilizza ancora il vecchio codice tributo 6936, secondo le disposizioni del decreto direttoriale 24 aprile 2024 (senza i nuovi vincoli).
Il 16 giugno 2025 rappresenta la prima grande scadenza fiscale dell’anno, con un volume complessivo di versamenti attesi pari a 42,3 miliardi di euro. Si tratta di un “Tax Day†particolarmente rilevante per imprese, lavoratori autonomi e contribuenti proprietari di immobili, che si trovano a far fronte a un pacchetto impositivo tra i più consistenti dell’anno.
Tra il 16 e il 30 giugno si concentrano oltre 59 miliardi di euro di versamenti, rendendo giugno il mese con la pressione fiscale più alta dell’anno. Una situazione che, secondo le associazioni imprenditoriali, richiede maggiore attenzione sul fronte della programmazione finanziaria, in particolare per le PMI con scarsa capacità di anticipazione dei flussi di cassa.
Il gettito complessivo è generato da una serie di scadenze fiscali e contributive, che interessano trasversalmente il tessuto produttivo italiano. In particolare:
Secondo le stime, l’80% del carico ricade sulle imprese, che si trovano a sostenere un forte contraccolpo sulla liquidità . L’impatto del Tax Day è stato oggetto di attenzione da parte delle associazioni di categoria, che segnalano come questo concentrarsi di scadenze rischi di appesantire ulteriormente i conti di molte MPMI, specialmente nei settori più esposti alla stagionalità e con margini ridotti.
Oltre al mondo imprenditoriale, anche le famiglie sono interessate dalla scadenza del 16 giugno per il pagamento della prima rata dell’IMU 2025. L’obbligo riguarda i titolari di seconde case e terreni edificabili ma anche immobili commerciali. L’acconto va versato utilizzando il modello F24 o tramite le piattaforme dei Comuni (ma anche con bollettino premarcato di Poste Italiane o circuito PagoPA), con l’importo calcolato sulla base delle aliquote deliberate dalle amministrazioni locali.
Il mese di giugno non si esaurisce con la scadenza del giorno 16. Un secondo Tax Day è previsto per il 30 giugno 2025, con ulteriori versamenti attesi per oltre 17 miliardi di euro, relativi a saldo e primo acconto delle imposte dirette (Irpef, Ires e Irap), nonché addizionali regionali e comunali.
Il 30 giugno è inoltre il termine ultimo per:
In realtà , per alcuni di questi adempimenti è tuttavia prevista una proroga al 21 luglio 2025, applicabile in particolare ai versamenti di saldo e acconto delle imposte sui redditi, a favore di persone fisiche titolari di partita IVA soggette agli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA). La proroga è stata confermata dall’Agenzia delle Entrate con una risoluzione dedicata, in linea con quanto avvenuto negli anni precedenti.
Sul tavolo resta anche la questione della semplificazione del calendario fiscale, oggetto di confronto tra Mef, Agenzia delle Entrate e associazioni di categoria.
Nuovo sciopero in vista, il 20 giugno, per il mancato rinnovo (2024-2027) del CCNL Metalmeccanici Industriali: Federmeccanica e Assistal restano ferme sulla proposta di aumento legato all’inflazione (indice IPCA), che secondo il nuovo dato Istat si attesta all’1,3% traducendosi in un incremento dei minimi salariali pari a 27,70 euro mensili per il livello C3 (ex 5º livello), 27,90 euro per il CCNL Unionmeccanica (5º categoria) e 24,75 per il CCNL Orafi (5º categoria).
Posizioni troppo lontane dalle richieste sindacali (orario di 35 ore settimanali e aumento di 280 euro al mese), dunque, con il negoziato ormai interrotto da mesi, contratto scaduto da un anno e proteste dei lavoratori che si ripropongono a cadenza periodica.
Ufficialmente, le trattative si sono interrotte lo scorso 12 novembre 2024, dopo otto incontri andati a vuoto, quando Federmeccanica e Assistal hanno ripresentato la loro controproposta (già illustrata il mese prima) e rigettato quella della piattaforma unitaria di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm, secondo cui i 311 euro lordi percepiti dai lavoratori negli ultimi tre anni hanno semplicemente attenuato la perdita di potere d’acquisto senza però gettare le basi per un incremento degli stipendi in linea con l’aumento del costo della vita. Da quel momento sono peraltro partiti gli scioperi ed il blocco di flessibilità e straordinari. Vediamo in estrema sintesi cosa prevedono le due piattaforme su cui si concentra la trattativa su un contratto che riguarda 1,5 milioni di lavoratori di 30mila aziende italiane.
Le organizzazioni sindacali chiedono un aumento tabellare fisso di 280 euro (livello C3), una riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali, un innalzamento della soglia di benefit esentasse a 250 euro, dagli attuali 200, una piattaforma nazionale di welfare per garantire a tutti la possibile conversione del premio di risultato in misure di welfare, più flessibilità nella gestione dell’orario di lavoro, a possibilità di utilizzare i permessi orari anche per frazioni di ora, due mesi di congedo parentale indennizzati al 100%.
Le associazioni datoriali non prevedono aumenti salariali fissi, dopo gli adeguamenti retributivi dei minimi di garanzia, pari a 310 euro, riconosciuti nel contratto 2021-2024. Proponendo di estendere a quattro anni la vigenza del contratto, insistono invece nel confermare l’incremento in base all’inflazione (Ipca-Nei).
Propongono poi un premio annuo di 700 euro a partire da giugno 2026 per chi lavora in imprese con margine operativo lordo (utile lordo) pari almeno al 10% del fatturato. Questo premio scenderebbe però a 350 euro se l’azienda non prevede premi di risultato, la sostituzione degli scatti periodici di anzianità con un nuovo meccanismo (chiamato elemento di continuità professionale) e innalzamento a 400 euro dei benefit esistenti.
Distanze salariali evidenti, dunque, sia sui minimi sia sulla proposta economica per la mancata contrattazione aziendale (elemento perequativo).
Per i beneficiari di prestazioni previdenziali e assistenziali, l’INPS mette a disposizione fra i Servizi On Line al cittadino, il certificato di pensione (il modello ObisM), che si può consultare e scaricare accedendo alla sezione “Prestazioni e Servizi†del sito INPS (www.inps.it). È accessibile anche selezionando il servizio dedicato dal percorso: “Fascicolo previdenziale del cittadinoâ€/“Cassetto previdenzialeâ€/“Modelli†(link diretto qui).
Aggiornato ogni anno, il certificato Obis/M è disponibile in modalità dinamica: le informazioni sulle pensioni risultano aggiornate al momento in cui viene effettuata la richiesta. Vediamo come scaricarlo e quali informazioni contiene.
Il certificato di pensione è disponibile online per tutti i beneficiari di prestazioni previdenziali e assistenziali e per i pensionati iscritti a tutte le gestioni INPS. Il modello ObisM fornisce in tempo reale una serie di informazioni analitiche, tra cui:
Il modello ObisM – integrato con le informazioni relative all’aumento delle pensioni minime, alla pensione anticipata flessibile (Quota 103) al raggiungimento dei 62 anni e un’anzianità contributiva di 41 anni e all’accorpamento degli scaglion iIRPEF – tiene conto delle attività di rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali e fornisce i criteri di calcolo della perequazione automatica, prevedendo anche l’applicazione dei conguagli derivanti dall’applicazione dell’indice definitivo dall’Istat.
Focus anche sulle ritenute IRPEF calcolate sulla base dell’importo complessivo annuo della pensione, quindi trattenute mensilmente (nei soli casi previsti dalla legge, viene riportato anche l’importo della trattenuta giornaliera che il pensionato deve comunicare al datore di lavoro). Infine, nel certificato di pensione ObisM viene visualizzata l’informazione sulla erogazione della somma aggiuntiva (quattordicesima) qualora corrisposta per l’anno corrente.
Nel certificato di pensione vengono poi riportati specifici avvisi: ad esempio, ai titolari di pensioni anticipate “quota 100-103†e “precoci†viene segnalata la incumulabilità con la percezione di redditi da lavoro e quindi l’obbligo di inviarne comunicazione; ai soggetti dichiarati irreperibili l’obbligo di dichiarare la variazione di indirizzo o il trasferimento di residenza.
Il certificato è disponibile nel “Fascicolo previdenziale del cittadinoâ€, con accesso tramite credenziali:
Il certificato di pensione non è predisposto per le prestazioni di accompagnamento a pensione (APE Sociale, assegni straordinari e isopensioni, in quanto non soggette a rivalutazione per adeguamento all’inflazione. Pertanto, la pubblicazione del certificato non è effettuata per le seguenti categorie di prestazione:
In arrivo il bonus in bolletta elettrica 2025: il contributo straordinario di 200 euro è destinato alle famiglie con ISEE fino a 25.000 euro (Decreto Bollette – Legge n. 19/2025). Lo sconto per un trimestre è partito lo scorso aprile per far fronte al rincaro dei costi energetici ma la sua applicazione era stata rinviata a giugno per le famiglie entro la soglia massima di reddito che non rientrano nel Bonus Elettrico. Vediamo tutto.
Il contributo è stato applicato ad aprile per chi percepisce il Bonus Sociale elettrico e ha un ISEE fino a 9.530 euro, con un’estensione a famiglie numerose fino a 20.000 euro. Si tratta di utenze domestiche per le quali non è stato necessario verificare il requisito economico (già verificato in base alle attestazioni ISEE rilasciate da gennaio 2025) e che dunque hanno potuto godere del contributo aggiuntivo fin da subito, integrando i nuovi 200 euro agli sconti di cui già beneficiano in bolletta.
Negli altri casi è stabilita una procedura differente, che ha fatto slittare il bonus al primo trimestre utile dopo giugno 2025. Il Sistema Informativo Integrato (SII) – gestito da Acquirente Unico – riceve a partire da questo mese l’elenco dei potenziali beneficiari aggiuntivi, ossia quelli con ISEE tra 9.530 e 25.000 euro. Si tratta dei nuclei familiari intestatari di utenze per le quali l’informazione deve arrivare dall’INPS, che a in carico le elaborazioni delle Attestazioni ISEE. Contestualmente, i fornitori di energia possono applicare lo sconto sulle bollette per tre mesi.
Fino a gennaio 2026, dunque, l’Istituto previdenziale trasmetterà al SII l’elenco delle utenze con ISEE tra 9.530 e 25.000 euro per consentire l’erogazione del bonus 200 euro in bolletta a tutti gli aventi diritto. In pratica, per accedere al contributo statale di 200 euro in forma di sconto in fattura per la fornitura di energia, le famiglie devono vantare un’attestazione ISEE aggiornata e valida, con valore entro la soglia di 25.000 euro.
E chi ancora non ha fatto l’ISEE o vuole rifarlo per abbassarne il valore in virtù della nuova esclusione dei titoli di stato fino a 50mila euro (applicabile a partire dalle DSU compilate da aprile), deve affrettarsi a farlo per non perdere o ritardare il nuovo bonus.
Per tutti i dettagli, si può consultare la delibera ARERA 144/2025/R/eel.
Nel nuovo episodio di Punto PMI facciamo il punto sulle novità fiscali del giorno, a partire dalla proroga per il pagamento delle imposte dirette per le Partite IVA e le nuove regole per la deducibilità delle spese di trasferta. Infine, ci concentriamo sulla riforma degli autovelox appena entrata in vigore con impatto sulla validità delle multe. Ascolta subito il podcast.
Il Governo ha approvato un decreto legge fiscale che proroga al 21 luglio la scadenza per il pagamento delle tasse dei lavoratori autonomi, contiene una serie di chiarimenti sulle ultime novità in materia d’imposte e allenta alcune rigidità sulla deducibilità delle spese di trasferta. Vediamo tutto.
Partiamo dallo slittamento sul pagamento delle tasse. Le Partite IVA soggette agli indici di affidabilità fiscale (ISA) e i contribuenti che applicano il regime forfettario, potranno pagare IRPEF, IRAP e IVA entro il 21 luglio invece del termine ordinario del 30 giugno. In realtà la proroga sarebbe di un mese, quindi al 20 luglio 2025, che però è domenica e quindi il versamento può essere effettuato fino a lunedì successivo. Dal 22 luglio al 20 agosto, ossia nel mese che segue il nuovo termine, si applica la maggiorazione dello 0,4%.
La proroga interessa anche il versamento dell’imposta sostitutiva sul maggior reddito concordato da parte dei contribuenti che aderiscono al CPB.
Un’altra novità di rilievo, sia per le aziende sia per i professionisti, riguarda la deducibilità delle spese di trasferta. La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una stretta in base alla quale queste spese si possono dedurre dal reddito solo se pagate con mezzi tracciabili. Ora il Governo allenta questa rigidità , limitando l’obbligo di tracciabilità alle spese sostenute in Italia. Quindi, le spese di trasporto, vitto e alloggio sostenute all’estero possono essere escluse dal reddito imponibile indipendentemente dal metodo di pagamento. Che invece continua a dover essere tracciabile per le trasferte in Italia.
La deducibilità delle spese di rappresentanza, invece, continua a prevedere l’obbligo di pagamenti tracciabili.
Ci sono poi due chiarimenti relativi alla tassazione delle plusvalenze nella dichiarazione dei redditi di quest’anno, relativa al periodo d’imposta 2024. Per i lavoratori autonomi, le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di partecipazioni in associazioni e società che esercitano un’attività artistica o professionale, comprese le società fra professionisti (STP), costituiscono redditi diversi.
Gli interessi e gli altri proventi finanziari percepiti nell’esercizio di arti e professioni costituiscono redditi di capitale e non reddito di lavoro autonomo.
Per le imprese, c’è una maggior flessibilità nell’utilizzo della maxi-deduzione del 120% sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato che comportano un incremento occupazionale: viene meno l’esclusione dall’agevolazione se il nuovo dipendente proviene da una società collegata.
In materia di IVA, dal 1° luglio non si applica più lo split payment alle operazioni con le società quotate in Borsa. L’istituto della scissione dei pagamenti, per cui l’IVA viene versata direttamente all’Erario del cliente verso il quale si emette fattura, continua ad essere utilizzabile solo nei confronti della Pubblica Amministrazione e delle società controllate da enti pubblici.
Fra le altre novità approvate, segnaliamo le semplificazioni nella determinazione del reddito d’impresa per le società estere controllate e per il calcolo del riporto delle perdite. E il divieto di cumulo fra l’agevolazione fiscale per i super-ricchi che trasferiscono la residenza in Italia (imposta sostituiva da 200mila euro) e le agevolazioni per il rientro in Italia dei ricercatori residenti all’estero e per i lavoratori impatriati.
La Consob prosegue la sua attività di controllo e oscuramento dei siti degli intermediari finanziari abusivi, anche legati alle cripto-attività , richiamando anche l’attenzione dei risparmiatori che seguono i finfluencer, vale a dire i blogger sedicenti esperti che dispensano consigli per gli acquisti in Borsa attraverso i social network e Internet.
Con due comunicati distinti, l’autorità di vigilanza ha reso noto l’oscuramento di 13 nuovi portali web che offrivano abusivamente servizi e prodotti finanziari, tra cui alcuni siti di intermediazione finanziaria abusiva, alcuni portali usati per offrire prodotti finanziari senza però il prospetto informativo o che erogvano servizi per le cripto-attività in modo abusivo. L’oscuramento deciso dalla Consob ha coinvolto:
Per quanto riguarda l’attività dei finfluencer, invece, la Consob ha sottolineato i possibili rischi derivati da decisioni di investimento frettolose e superficiali, ricordando come tali figure non possano sostituirsi a un professionista autorizzato.
I risparmiatori devono prestare attenzione a quelle offerte che vengono incautamente presentate come molto redditizie e prive di rischio nonché ai conflitti d’interesse che possono interessare gli stessi finfluencer.
Mettendo in guardia gli stessi “esperti” attivi sul Web, la Consob mette in evidenza come l’attività debba essere svolta nel rispetto della normativa europea di settore:
I finfluencer devono attenersi alle regole in materia di correttezza delle informazioni e di trasparenza sui potenziali conflitti d’interesse.
I proprietari di immobili che già pagavano l’imposta municipale propria ma per i quali sono intervenute variazioni rilevanti ai fini del calcolo dell’imposta devono presentare la Dichiarazione IMU entro il prossimo 30 giugno 2025.
Non è un adempimento obbligatorio per tutti coloro che possiedono immobili soggetti all’imposta ma solo nel caso in cui siano intervenute variazioni rispetto all’importo in precedenza versato.
La Dichiarazione IMU si presenta utilizzando il Modello IMU, aggiornamento lo scorso anno ed ancora utilizzabile. E’ possibile inviarla telematicamente, anche tramite un intermediario, oppure in forma cartacea all’anagrafe. La compilazione è relativamente semplice. Il frontespizio è dedicato ai dati anagrafici del contribuente. Il secondo riquadro, relativo al dichiarante, va compilato solo nel caso in cui quest’ultimo sia diverso dal contribuente (ad esempio, rappresentante legale, rappresentante di un minore curatore fallimentare, erede, liquidatore). Nel caso in cui ci siano più proprietari va compilata anche la sezione dedicata ai contitolari. Infine, il Quadra A è dedicato ai campi identificativi dell’immobile.
Il caso più frequente in cui è necessario presentare la Dichiarazione IMU è il cambio di proprietà , ma si possono verificare anche altre fattispecie. Fra le più comuni: immobili concessi in comodato d’uso ai parenti, oppure oggetto di locazione finanziaria, modifiche dell’atto costitutivo, immobile che ha perso o viceversa acquistato il diritto all’esenzione IMU, variazioni della classificazione catastale. Nelle istruzioni alla dichiarazione sono elencate con precisione tutte le fattispecie.
La dichiarazione ha poi effetto anche sugli anni successivi; va ripresentata solo nel momento in cui intervengono eventuali nuove modifiche.
L’Agenzia delle Entrate ha diffuso il nuovo report trimestrale dell’OMI, l’Osservatorio del Mercato Immobiliare che mette in evidenza un trend positivo per le compravendite residenziali e non residenziali. Secondo le rilevazioni, nel 1° trimestre del 2025 gli scambi immobiliari hanno registrato una crescita che va oltre l’11% rispetto all’anno precedente, coinvolgendo i capoluoghi e i comuni minori.
I dati sul mercato immobiliare residenziale in Italia mostrano un 45,8% delle compravendite effettuate da persone fisiche nei primi mesi dell’anno tramite mutuo ipotecario, con un tasso di interesse medio applicato alla prima rata che scende al 3,2%. Oltre il 70% degli acquisti di abitazioni è stato portato avanti con l’agevolazione prima casa, mentre scende sotto il 6% la quota di acquisti di nuova costruzione.
Valori positivi caratterizzano anche il mercato degli immobili non residenziali, tanto che le compravendite hanno registrato il 5% in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Le cifre sono in crescita per i negozi e per i depositi commerciali, mentre frenano le compravendite di uffici e gli scambi di immobili a destinazione produttiva.
Per quanto riguarda le locazioni residenziali, invece, aumenta il numero dei nuovi contratti rispetto allo stesso trimestre del 2024, un trend positivo che coinvolge i contratti transitori e quelli agevolati a canone concordato e per studenti. Il canone annuo complessivo pattuito nei nuovi contratti, invece, sale del 5% su base tendenziale.