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L'altra faccia della guerra e l'altro volto di Zelensky - Ucraina e Libia: due facce della stessa guerra e la Profezia di Gheddafi - Libia 2011, i crimini impuniti della Nato - Il sanguinoso conflitto in Iraq che pone l'occidente sotto accusa - Pillole di storia dell'Ucraina
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Il miliardario cinese presidente del gruppo Evergrande Hui Ka Yan è stato messo sotto sorveglianza della polizia. A dare la notizia è stata Bloomberg. La vicenda solleva nuovi dubbi sul futuro del colosso dell'immobiliare già in difficoltà a causa delle crescenti preoccupazioni di un imminente collasso che creerebbe un'onda d'urto a livello globale.
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Evergrande, fondata da Hui nel 1996, ha cavalcato il boom immobiliare cinese ed è rimasta una delle più grandi società immobiliari del paese per decenni. La crescita di Evergrande è stata straordinaria, alimentata da pesanti prestiti, e il suo impero si è espanso in settori diversi come auto elettriche, acqua in bottiglia, un servizio di streaming e una squadra di calcio. Con l'aumento del debito di Evergrande - si stima che abbia più di 300 miliardi di obbligazioni finanziarie - l'azienda ha faticato a tenere il passo ed è persino arrivata a chiedere ai dipendenti di prestarle denaro e a pagare i suoi debiti con proprietà non finite. Il suo default nel 2021 ha scatenato una crisi nel settore immobiliare cinese e ha suscitato timori di una recessione economica più ampia.
Gli investitori stanno seguendo da vicino cosa accade ad Evergrande e l'azienda, simbolo del settore immobiliare cinese in difficoltà, è sull'orlo del collasso e sta lottando con la liquidità mentre lavora per la ristrutturazione. La polizia cinese sta ora indagando sull'azienda per possibili reati e a settembre ha arrestato il personale di un'agenzia finanziaria. Le azioni di Evergrande hanno chiuso in calo del 19% a Hong Kong mercoledì, secondo quanto riportato da Cnn. Il calo porta le azioni di Evergrande in ribasso del 42% questa settimana. L'azienda ha perso il 99,9% del suo valore dal suo picco nell'ottobre 2017.
3,2 miliardi di dollari. Questo è il patrimonio netto di Hui, secondo il contatore in tempo reale di Forbes. È ben lontano dai 42,5 miliardi di dollari che Hui valeva nel 2017, quando era la persona più ricca dell'Asia. Hui è nato in una famiglia povera e ha lavorato in una fabbrica di acciaio prima di fondare Evergrande, coltivando in seguito una serie di connessioni aziendali e politiche di élite, anche nel Partito Comunista Cinese.
L’articolo Il miliardario presidente di Evergrande è sotto sorveglianza domiciliare della polizia cinese è tratto da Forbes Italia.
OpenAi, la società di intelligenza artificiale che ha creato ChatGPT, sta discutendo di una potenziale vendita di azioni che la valuterebbe tra gli 80 e i 90 miliardi di dollari, secondo il Wall Street Journal, circa tre volte la valutazione di gennaio, mentre la corsa all'intelligenza artificiale si fa sempre più accesa.
Secondo il Journal, OpenAi è sostenuta in larga misura da Microsoft, che possiede il 49% della società. All'inizio di quest'anno, la multinazionale statunitense ha ampliato il suo investimento, investendo altri miliardi in OpenAi, e ha iniziato a integrare la tecnologia Ai nel suo motore di ricerca Bing, nel tentativo di competere con Google.
Il prodotto principale di ChatGpt-OpenAi è stato lanciato lo scorso novembre ed è diventato rapidamente uno dei programmi di intelligenza artificiale più popolari. Nel giro di una settimana dal lancio, ha attirato un milione di utenti iscritti che hanno potuto utilizzarlo gratuitamente mentre il prodotto era in fase di "anteprima".
Le persone possono usare ChatGpt gratuitamente, ma OpenAi ha introdotto anche ChatGPT+ per un abbonamento di 20 dollari al mese. Oltre al normale accesso, gli abbonati ottengono tempi di risposta più rapidi, possono utilizzare il servizio anche nelle ore di punta e hanno accesso prioritario alle nuove funzionalità, secondo quanto riportato sul sito web.
Microsoft, finanziatore di OpenAi, non è l'unica grande azienda tecnologica a investire nell'intelligenza artificiale. Google ha lanciato il suo chatbot Bard all'inizio di quest'anno, integrandolo in servizi come Gmail e YouTube, mentre Amazon ha annunciato lunedì un investimento di 4 miliardi di dollari nella startup Anthropic.
L’articolo OpenAi in trattativa per vendere azioni: valutazione della società fino a 90 miliardi di dollari è tratto da Forbes Italia.
Dopo Four Seasons Private Jet Experience e Four Seasons At Home Collection, il gruppo ha presentato una novità che ha a che fare l'esperienza nautica lusso. Il progetto si chiama Four Seasons Yachts, ed è stato sviluppato in collaborazione con Marc-Henry Cruise Holdings Ltd. e Fincantieri.
Il viaggio inaugurale di Four Seasons Yachts è previsto per la fine del 2025. Intanto, a Fincantieri è stata già affidata la costruzione di un secondo yacht Four Seasons, in consegna alla fine di novembre 2026: l’ordine di questa seconda nave supera i 400 milioni di euro.
"Four Seasons Yachts rappresenta un nuovo capitolo della crescita della nostra azienda, che continua a capitalizzare nuove opportunità per differenziare il brand attraverso esperienze di lusso immersive", afferma Alejandro Reynal, presidente e ceo di Four Seasons.
L'impresa vede coinvolti in questa straordinaria esperienza nautica anche Nadim Ashi e Philip Levine, imprenditori leader del settore e audaci visionari.
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La stagione inaugurale 2025/26 segnerà l'inizio di una serie di itinerari straordinari, inizialmente nei Caraibi. Lo yacht poi si trasferirà nel Mediterraneo per crociere in località iconiche della navigazione, dalla Riviera francese e italiana alle coste dell'Adriatico e alle isole greche. Il viaggio medio durerà 7 giorni, consentendo viaggi back-to-back di 21 giorni con diversi spostamenti giornalieri. Il programma del primo anno prevede 33 Paesi, 137 destinazioni uniche, 76 serate e/o pernottamenti.
Per far fronte alla limitata disponibilità in fase inaugurale, l'accesso prioritario alle prenotazioni di viaggi in yacht sarà su invito, inizialmente per gli ospiti di Four Seasons e per i travel partner. Ma per gli appassionati di viaggi di lusso interessati a Four Seasons Yachts, sarà disponibile anche una lista d'attesa online.
Il primo Four Seasons Yacht si distingue per le sue 95 suite, dotate di ampie terrazze con dimensioni tra i 9,3 metri quadrati della suite deluxe, fino a quasi 457 metri quadrati della Funnel Suite, la più grande disponibile. Lo yacht sarà dotato esclusivamente di suite.
La suite risulta simile a una villa, sviluppata su ben quattro livelli, e offrirà oltre 898 metri quadrati di spazio abitativo complessivo tra interno ed esterno, compresa una piscina privata e una spa privata.
La Funnel Suite offrirà una vista a 280 gradi grazie alla sua vetrata, unica nel suo genere. Il costo di questa vera e propria opera ingegneristica in vetro si aggira sui 4,5 milioni di dollari, e rappresenta un'innovazione nel suo genere, dalla struttura di supporto in acciaio alle prestazioni termiche del doppio vetro.
Un'altra grande novità è rappresentata dalla marina privata a bordo dello yacht che permette agli ospiti di accedere facilmente a un mondo di avventure acquatiche, con attrezzature all'avanguardia, tradizionalmente riservate agli yacht di proprietà privata.
All'aperto, gli appassionati di sport acquatici avranno l'opportunità di praticare in esclusiva vela, snorkeling e windsurf. Mentre all'interno, si trovano una zona lounge con un bar e aree con vista panoramica. Inoltre, saranno disponibili servizi di trasferimenti privati e tour costieri, oltre a due lander da spiaggia, parte dell'esperienza distintiva della marina della nave.
Per coloro che desiderano godersi il sole a bordo piscina, il ponte a poppa ospiterà una piscina di 20 metri, una delle più grandi disponibili. Questa piscina di acqua salata è progettata in modo da poter essere rapidamente svuotata e il fondo può essere sollevato e trasformato in una zona multiuso per spettacoli, sfilate di moda, matrimoni e altri eventi. Questo design di sollevamento idraulico si ispira al classico yacht Christina O, famoso per le sue numerose caratteristiche innovative.
Four Seasons
L’articolo Four Seasons lancia le sue prime esperienze nautiche di lusso: nel 2025 il primo viaggio ai Caraibi è tratto da Forbes Italia.
Articolo tratto dal numero di settembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
La seconda volta è meglio? Sì, specie quando la prima è stata un successo. Non si ripetono gli stessi errori e si ha la credibilità del second time founder, come viene definito in gergo Marco Ogliengo: dopo aver fondato (e venduto) ProntoPro, ha lanciato un’altra startup che, prima ancora di arrivare sul mercato, ha raccolto 4,7 milioni di euro. Si chiama Jet Hr e propone una soluzione per far uscire le piccole e medie imprese da un incubo: la gestione del personale, dall’assunzione alla busta paga. “Lo sai che in Italia ci sono contratti di lavoro che cambiano in base alle condizioni meteorologiche?” (Si riferisce ai lavoratori delle funivie).
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Ogliengo, torinese cresciuto a Parma, 37 anni, è un ex McKinsey con il pallino dell’imprenditorialità. “Ho sempre voluto fare impresa, ma per motivi sbagliati”, racconta adesso che ha trovato quelli giusti. “Mentre lavoravo da consulente, cercavo idee per fare qualcosa di mio. Il primo tentativo è stato un sito per vedere il calcio, mai partito. Poi sono entrato in Rocket Internet (un santuario delle startup europee, dove tra le altre è nata Zalando, ndr). Lì ti danno il titolo di imprenditore, ma non era come pensavo, quindi ho fatto un’esperienza manageriale in Indonesia e a Taiwan in una piattaforma di e-commerce”.
Ma il tarlo dell’imprenditoria ha continuato a lavorare e Ogliengo ha deciso di rientrare in Italia. Perché? “Avevo capito che fare impresa non è una cosa così misteriosa: devi acquisire clienti e curarli. Mi sentivo pronto a farlo. Dove? In Indonesia sarebbe stato più facile, ma fare qualcosa nel proprio paese è sempre un’altra storia. Vuoi mettere un titolo sul Corriere della Sera rispetto a uno sul Jakarta Times?”.
Con lui c’è Silvia Wang, cinese di seconda generazione, conosciuta l’ultimo giorno di università, laurea in Bocconi. Nel 2015 i due hanno fondato ProntoPro, pochi mesi dopo si sono sposati. Hanno portato la startup al successo in Italia e in Europa, nel 2022 l’hanno venduta a un concorrente turco. “Proponeva la soluzione a un problema diffuso: trovare un idraulico o un personal trainer, un imbianchino o un prof per le ripetizioni del figlio. Come fa adesso Jet Hr, ma con un altro problema in un diverso mercato: affrontare la burocrazia legata alla gestione dei dipendenti”, spiega Ogliengo, che questa volta gioca da solo, anzi con un ex dipendente diventato amico, Francesco Scalambrino.
“O facciamo un’azienda insieme o viviamo insieme, ci siamo detti con Silvia, che ha lanciato la sua startup (Serenis.it, supporto psicologico e psicoterapia in videochiamata, ndr). Lavorare insieme, marito e moglie, è molto difficile. Avere due imprese diverse è meglio. Parliamo molto di lavoro in casa, ma adesso meno con due bimbi, di uno e quattro anni. Ci stanno insegnando a staccare. E un terzo è in arrivo”.
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Come nasce Jet Hr? Da due fogli Evernote e un setaccio di idee. “Primo filtro: fare una cosa abbastanza grande per poter diventare un unicorno (società valutata 1 miliardo di dollari, ndr). Secondo: deve essere un’impresa per altre imprese, non consumer come ProntoPro. Terzo: volevo fare qualcosa con Francesco. Nel mio foglio Business Ideas ne avevo diverse, ma ho scelto quella in cui lui si potesse sentire a suo agio: un’app per cambiare il mondo delle buste paga”. Perché nell’altro foglio, Dream Team, le persone ideali con cui costruire un’azienda, il suo nome era al primo posto.
Anche Scalambrino fa startup da oltre dieci anni, ma da ingegnere del Politecnico di Milano. Con Marco la strada si è incrociata a ProntoPro, dove si è fermato poco meno di un anno. Poi è andato a lavorare in due società internazionali che si occupano di buste paga e gestione del personale.
Jet Hr è stata costituita a dicembre 2022, a giugno 2023 il primo round pre-seed di 4,7 milioni di euro, tra i più alti di tutti i tempi in Italia. “La benzina per tre anni”. A metterla è stato, tra gli altri, il fondo di venture capital della famiglia Agnelli, Exor Ventures. Poi tanti nomi della nuova imprenditoria italiana, da Dario Brignone e Alberto Dalmasso di Satispay a Max Ciociola di Musixmatch, da Luca Ferrari di Bending Spoons a Giorgio Tinacci di Casavo.
I founder si aiutano fra di loro? “Ne conosco tanti, certo, ma non è che gli amici siano sempre pronti a mettere mano al portafoglio. Gli investitori-imprenditori sono i migliori, ma non i più facili. Non ti chiedono di prendere un caffè, perché non hanno tempo e sanno che neanche tu ne hai, e fanno le uniche due cose che contano: trovare clienti o persone per rafforzare il team. Però sono più difficili da convincere. Non basta aver già fatto un’impresa di successo, entrano nel merito, chiamano altri amici founder e chiedono: ‘Ma questo è davvero bravo?’. L’asticella è alta. Non conoscevo tutti quelli che hanno investito, ha funzionato anche il passaparola. Nel mio caso c’è stato un altro fattore: proponevo una soluzione per un problema che tutti conoscono bene, cioè la gestione dei dipendenti”.
Da luglio Jet Hr ha i primi clienti: tre tech company, una fintech e un’azienda nel settore salute. Il target: le pmi, fino a 250 dipendenti. Ma sul mercato non ci sono già tanti software per la gestione delle buste paga? “Sì, ma sono molto tecnici, pensati per l’intermediario professionale”, risponde Ogliengo. “Noi proponiamo un software semplificato e alla portata di tutti, che permette di affrontare tutte le attività collegate a un dipendente, dalla visita medica alla gestione del pc aziendale. Uno dei principali problemi lamentati dalle aziende è la frammentazione dei fornitori. Noi proponiamo tutto in una sola piattaforma. Entro i prossimi dieci anni pensiamo di arrivare a gestire lo stipendio di un italiano su cinque”.
L’ambizione sostenuta dall’esperienza. Quali sono gli errori fatti la prima volta? “Una quantità! Mi limito ai più importanti. Assumere solo persone junior per paura di spendere troppo: così i founder diventano un collo di bottiglia, perché non hanno figure senior a cui poter delegare. L’errore è valutare le retribuzioni e non le persone. In ProntoPro ho perso collaboratori eccezionali per non pagarli 10mila euro in più. E poi bisogna gestire la cassa con obiettivi chiari. Per il prossimo round, ad esempio, i valori da raggiungere sono la soglia di fatturato e la marginalità. In ProntoPro, invece, pensavo di poter risolvere tutto. È molto importante focalizzarsi su un traguardo alla volta”.
L’articolo Dall’assunzione alla busta paga: la startup che aiuta le pmi nella gestione del personale è tratto da Forbes Italia.
Alfasigma si allarga negli Stati Uniti. L’azienda farmaceutica bolognese ha comprato l’americana Intercept Pharmaceuticals, quotata al Nasdaq, specializzata in malattie rare e gravi del fegato, come la colangite biliare primitiva (cbp) e l'epatite grave associata all'alcol. L’accordo di fusione è arrivato al prezzo di 19 dollari per azione, con un premio dell’82% rispetto al valore di chiusura del 25 settembre. La chiusura dell'affare, che vale 793 milioni di dollari, è prevista per la fine del 2023.
Intercept è conosciuta soprattutto per un farmaco per la cbp, una malattia autoimmune del fegato che colpisce soprattutto le donne. Sta sviluppando poi vari progetti, tra cui altri farmaci contro la cbp.
Secondo Jerry Durso, presidente e amministratore delegato di Intercept, l’operazione “fornisce un valore significativo agli azionisti e riconosce il valore del nostro portafoglio, delle nostre capacità in ambito ricerca e sviluppo e commerciale e dei nostri talenti in tutta l’organizzazione”.
Il 26 settembre, in seguito all'annuncio dell'opa, il titolo di Intercept ha guadagnato il 79%.
“L’acquisizione annunciata oggi è in linea con la nostra strategia volta a costruire una forte presenza nel mercato statunitense, con particolare attenzione all'area gastroenterologica di base”, ha dichiarato Stefano Golinelli, presidente di Alfasigma. Già nel 2017 l’azienda - nata lo stesso anno dalla fusione tra Alfa Wassermann, Biofutura Pharma e Sigma-Tau Industrie Farmaceutiche Riunite - aveva comprato Pamlab, società della Louisiana, per poi ribattezzarla Alfasigma Usa. Il gruppo è oggi in più di 100 paesi, fattura oltre 1 miliardo di euro e impiega tremila persone tra ricerca, sviluppo, produzione e distribuzione.
In Italia Alfasigma si occupa soprattutto di farmaci da prescrizione ed è conosciuta per prodotti di automedicazione e integratori alimentari. Ha sedi a Bologna e Milano, quattro siti produttivi in Italia, uno in Spagna e uno negli Stati Uniti.
“Intercept si integra perfettamente con il business core di Alfasigma, la gastroenterologia e l’epatologia”, ha affermato Francesco Balestrieri, amministratore delegato di Alfasigma. “Riteniamo che l’operazione rappresenti un’opportunità di trasformazione per entrambe le aziende”.
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L’articolo La bolognese Alfasigma si espande negli Usa e compra Intercept per 793 milioni di dollari è tratto da Forbes Italia.
Articolo tratto dal numero di settembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Ben 1.300 km chilometri separano Capriolo, provincia di Brescia, da Londra, terza città più estesa d’Europa e polo economico e culturale planetario ambito da moltissimi giovani. La City, più di ogni altra città europea, detiene un patrimonio artistico di grandissima qualità e raffinata bellezza, e le possibilità di esprimersi attraverso l’arte sono svariate.
La musica è una di queste e per Marta Salogni, in un’epoca già di per sé difficile in cui l’industria musicale ha pensato di costruire prima i prodotti e poi i personaggi a tavolino, ha rappresentato da subito una svolta. “Determinazione, passione e voglia di avere un piano A che non ha mai previsto un piano B”, dice.
“Sapevo cosa volevo fare e cosa mi ha sempre spinto a farlo. E la voglia di sperimentare non avrà mai fine: per me lo studio del suono sarà sempre un viaggio infinito”.
Al di là della facile retorica, per raggiungere un obiettivo occorre prima di tutto conoscerlo a fondo e poi desiderarlo fortemente. Perché se non si ha ben in mente ciò che si vuole, è difficile individuare la giusta strategia per ottenere risultati - soprattutto in tempi in cui flessibilità e mercato globale richiedono una forte competizione.
“Sono partita da Capriolo, paese di ottomila abitanti, e mi sono trasferita a Brescia per studiare al liceo classico: lì ho ampliato i miei orizzonti e ho iniziato a forgiarmi al Magazzino 47. Nel retro mi sono imbattuta in un vecchio Yamaha analogico. E lì ho scoperto un mondo. Era questo l’unico modo per fare parte ‘dell’azione’ e della ‘performance’, senza esibirmi in pubblico. Amavo quella dimensione così terribilmente intima”.
Marta Salogni oggi è una moderna artista dei nostri tempi. È una sound engineer, diventata una personalità del mixer e dello studio di registrazione. Ha lavorato lavorare al fianco di Björk e Depeche Mode, raccogliendo in ognuno di loro la genialità musicale per rielaborarla come se fosse creta.
Lo scorso anno ha conquistato l’ambito Best producer agli Mpg Awards in Gran Bretagna. A Londra, così come in tante grandi città europee, i cambiamenti tecnologici hanno inesorabilmente apportato stravolgimenti anche al mondo dell’arte.
La musica cammina all’unisono con la società: si è passati da una fase hardware a una realtà software dove l’oggetto commerciale solido si è tramutato in qualcosa di liquido. “La digitalizzazione ha democratizzato il consumo degli ascoltatori e ha contestualmente avvicinato i giovani all’artigianalità dei suoni: chiunque può comprare una scheda audio e registrare un disco”, racconta Salogni.
“Non è la qualità degli strumenti a fare un gran lavoro ma è l’intenzione al concetto che si vuole dimostrare. L’arte ha dietro un pensiero deciso, chiaro e nitido. L’avvento delle tecnologie è un fattore positivo. La musica deve essere democratica ma i diritti di chi lavora devono essere ben distribuiti. Lo streaming non ha ben definito queste logiche ed è surreale che non esista una corretta distribuzione nei compensi”.
La scelta di un posto in cui vivere dipende da molte variabili e le più comuni sono: lingua, costo della vita e possibilità future. In Inghilterra il numero d’italiani è più che raddoppiato negli ultimi anni e i numeri si attestano a quasi mezzo milione con quasi la metà di essi che vivono nella sola Londra nonostante la Brexit e la crisi economica. A crescere in maniera esponenziale.
L’articolo È italiana una delle ingegnere del suono più ricercate nell’industria musicale è tratto da Forbes Italia.
I primi otto mesi del 2023 hanno visto i principali listini azionari mettere a segno importanti rialzi. Il Nasdaq ha guadagnato oltre 35 punti percentuali, l'S&P 500 il 15% e il Ftse Mib il 22%. Il tutto in uno scenario incerto e un’inflazione ancora alta. Per frenare la crescita dei prezzi sia la Federal Reserve che la Banca Centrale Europea negli ultimi mesi hanno portato i tassi ai massimi da due decenni, aumentando contestualmente i rischi di un rallentamento dell’economia. Come investire in una simile fase di incertezza? Un’interessante opzione arriva dai certificati di investimento.
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Si tratta di strumenti finanziari che permettono di diversificare e personalizzare il proprio profilo di rischio e rendimento, adattandolo a diverse condizioni di mercato. Dal punto di vista pratico, i certificati di investimento con cedola permettono di incassare premi periodici al verificarsi di determinate condizioni di prezzo dei sottostanti. Inoltre, garantiscono la protezione del capitale a condizione che il sottostante non scenda sotto determinati livelli di prezzo.
Fra le aziende maggiormente attive nel settore troviamo Leonteq, emittente svizzera specializzata in prodotti finanziari strutturati e che quota circa mille prodotti su Borsa Italiana. Leader di mercato in Svizzera dove è anche quotata in Borsa, offre prodotti pensati per una clientela globale (Europa, Asia, Medioriente). Con i certificates di Leonteq è possibile investire su singoli titoli azionari, così come su panieri di più titoli azionari, ma anche su indici, materie prime e tassi di interesse. Insomma, su tutti i principali strumenti finanziari.
Focalizziamoci ora sul funzionamento di un certificato di investimento. Grazie a questi prodotti è possibile ottenere un rendimento condizionato all’andamento dell’asset sottostante. Le barriere sono ampie, risultando solitamente posizionate fra il 40 ed il 60% dei prezzi di osservazione iniziale.
L’investitore ottiene pertanto un rendimento positivo sia in caso di rialzo dei sottostanti, che se vi fossero movimenti laterali o ribassisti, a patto che alla scadenza l’azione, l’indice o la materia prima sottostante non si trovino sotto la barriera. Per esempio, nel caso di un certificato con barriera al 50%, l’investitore è protetto a condizione che il sottostante non perda il 50% o più del suo valore. Il rendimento è pagato tramite premi trimestrali o mensili.
Da notare come Leonteq – unica emittente a farlo su Borsa Italiana sin qui – abbia iniziato a quotare certificates con cedole settimanali. Si tratta di prodotti indicati per chi ama ricevere un flusso periodico frequente. I certificates con cedola settimanale pagano, infatti, premi condizionati tutte le settimane, a patto che i sottostanti si trovino sopra le rispettive barriere.
Fra i punti di forza dei certificati di investimento ricordiamo anche l’efficienza fiscale. Infatti, i certificates e le eventuali cedole incassate permettono di compensare anche precedenti minusvalenze, e questa rappresenta una considerazione importante da valutare a fine anno.
Tra le novità vale dunque la pena annoverare i certificati Phoenix Autocallable, i quali si collocano proprio in questo contesto dando la possibilità di investire in alcune delle maggiori aziende italiane, posticipare – ed eventualmente compensare – minusvalenze pregresse, grazie a barriere particolarmente vantaggiose.
L’articolo Leonteq: i certificati di investimento per battere l’incertezza dei mercati è tratto da Forbes Italia.
Khabane "Khaby" Lame riesce a entrare in una villa moderna, elude le guardie armate e si introduce in un caveau nascosto carico di bottino. No, l'influencer italiano, la persona più seguita al mondo su TikTok, non si è dato alla criminalità. Lame, che nel 2019 assemblava filtri per auto in una fabbrica alle porte di Torino, è ora una star di Fortnite, videogioco multiplayer di successo con oltre 230 milioni di giocatori mensili. "Quando ho iniziato, la gente mi diceva di trovarmi un lavoro vero", racconta. "Ma io ho continuato con i video perché è quello che mi piace fare, anche se all'inizio nessuno li guardava".
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In questi giorni, tutti gli occhi sono su Khaby Lame. Il tiktoker pubblica brevi clip in cui prende in giro meme famosi e si fa beffe di alcune acrobazie su Internet, tra cui uno chef che sbuccia una banana con tagli di coltello e un inventore fai-da-te che mostra un robot fatto in casa che porge un pezzo di carta igienica.
Da quando Lame si è fatto notare durante i lockdown per la pandemia, i suoi video su TikTok, della durata di due minuti, hanno attirato 2,4 miliardi di like e 162 milioni di follower, più del triplo della popolazione del suo paese. Su Instagram ha 80 milioni di seguaci.
Lame ha accumulato questa base di fan senza pronunciare una sola parola, comunicando con alzate di spalle animate e occhi espressivi. Così facendo, è diventato il Charlie Chaplin dell'era digitale, il mimo dei meme, che con i suoi video coinvolgenti intrattiene centinaia di milioni di persone al di là di lingue, confini e culture.
Quest'anno, Lame ha realizzato degli sketch su TikTok con Matt Damon, Robert Downey Jr. e Tom Cruise. Ha tirato calci di rigore con David Beckham e ha recitato in una campagna pubblicitaria del Super Bowl per il gigante delle assicurazioni State Farm.
Il responsabile marketing di State Farm, Alyson Griffin, ha dichiarato di aver collaborato con Khaby perché era il TikToker più popolare negli Stati Uniti, era sicuro per il marchio e poteva lavorare a lungo termine per espandere l'investimento iniziale. "Il Super Bowl è stato visto da 115 milioni di persone", spiega. "Il nostro video TikTok principale con Khaby ha ottenuto 220 milioni di visualizzazioni, oltre a tutti i follow, i like, i commenti e le condivisioni".
Per Lame, il silenzio è stato d'oro. Secondo Forbes, dal giugno 2022 ha incassato 16,5 milioni di dollari grazie ad accordi con aziende come Hugo Boss, Binance e la banca mediorientale Qnb, oltre alle collaborazioni con Fortnite e State Farm.
Oggi guadagna 750mila dollari per presentare un prodotto in un post su TikTok e Instagram. Il marchio deve essere adatto alla sua immagine familiare. "Rifiuto la maggior parte delle richieste", dice. "Voglio lavorare in modo pulito. Non ho mai collaborato con un'azienda che produce alcolici, sigarette o qualsiasi cosa che faccia male, perché molti bambini mi seguono".
Lame è all'11esimo posto della seconda classifica annuale di Forbes dedicata ai top creators ed è un ottimo esempio del potere e dei profitti messi a disposizione dall'economia degli influencer. Per stilare la classifica sono stati analizzati i dati relativi a guadagni, numero di follower, tassi di engagement e attività imprenditoriali di migliaia di personalità della rete con l'aiuto della società di creator marketing Influential.
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Tra il giugno 2022 e giuro 2023, i 50 principali creatori ci contenuti hanno sfruttato i loro 2,6 miliardi di follower sui social media per ottenere guadagni stimati in 700 milioni di dollari. Si tratta di un aumento del 23% rispetto ai 570 milioni di dollari del 2022. Secondo la società di ricerca sui social media Influencer Marketing Hub, quest'anno le aziende spenderanno circa 21 miliardi di dollari per il marketing dei creator, contri gli 1,6 miliardi di dollari di sette anni fa.
"Gli influencer sono il veicolo mediatico e commerciale più potente e prolifico mai inventato", afferma Erin Lunati, chief innovation officer del colosso pubblicitario Omnicom Group. "Sono più fidati per il loro pubblico di quanto lo siano gli annunci pubblicitari. Possono vendere prodotti in pochi minuti. Possono provocare un flash mob che fa chiudere una grande città. Possono costruire un marchio da un miliardo di dollari senza alcun altro tipo di marketing. E possono distruggere lo stesso brand da un miliardo di dollari con un solo post".
I creator conoscono il loro potere e stanno sfruttando la loro influenza per passare dai social media ad altri settori. Jimmy "MrBeast" Donaldson, 25 anni, al primo posto della lista di Forbes per il secondo anno consecutivo, ha usato il suo canale YouTube da 180 milioni di abbonati per lanciare un'azienda di snack bar chiamata Feastables e una catena di fast food, Beast Burger. Donaldson dovrebbe diventare membro del consiglio di amministrazione di Forbes una volta completata la vendita dell'azienda.
Addison Rae e Bella Thorne sono passate dal lip syncing su TikTok a ottenere importanti contratti discografici. Quanto a Lame, spera che il suo ruolo di star in Fortnite sia un trampolino di lancio per Hollywood. A giugno, il suo documentario (e debutto alla regia) I Am Khabane è stato presentato in anteprima al Taormina Film Festival. "Amo scrivere storie e film", dice. "Voglio diventare attore e anche regista".
L’articolo Così Khaby Lame è diventato l’influencer più popolare su TikTok è tratto da Forbes Italia.
Articolo tratto dal numero di settembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Un progetto industriale del valore massimo di 500 milioni di euro in cinque anni, con future ricadute occupazionali positive stimate in 2.700 posti di lavoro fra diretti e indiretti.
Bat Italia ha inaugurato in tempi record il suo innovation hub dedicato alle nuove categorie di prodotti a potenziale rischio ridotto, realizzato nel sito di FREEste a Bagnoli della Rosandra, in provincia di Trieste.
[caption id="attachment_186757" align="aligncenter" width="800"] A Better Tomorrow Innovation Hub, il nuovo stabilimento di Bat Italia nel sito di FREEste a Bagnoli della Rosandra (Trieste)[/caption]
I reparti produttivi potranno ospitare fino a 12 linee, tre delle quali oggi sono dedicate al Modern Oral Velo e una alla Nicotine Replacement Therapy. Velo è il primo prodotto realizzato nel nuovo hub e il primo made in Italy. Bat diventa così la prima azienda del settore a distribuire in Italia l’intera gamma di queste nuove categorie, che comprende anche le sigarette elettroniche Vuse e i prodotti a tabacco scaldato come glo.
Insieme a Vuse e glo, Velo si inserisce nella strategia di Bat denominata A Better Tomorrow, per costruire un futuro migliore riducendo l’impatto delle proprie attività sulla salute dei consumatori, proteggendo l’ambiente e coltivando una stretta collaborazione con le comunità in cui opera.
Nel polo triestino saranno sviluppati anche prodotti per la terapia sostitutiva della nicotina. Il nuovo complesso industriale ospita anche la digital boutique di Bat, l’acceleratore della trasformazione digitale dell’azienda.
Un laboratorio di innovazione - il primo in Europa di Bat - in linea con le altre strutture realizzate per supportare le attività digitali del gruppo e mettere a disposizione di tutte le sedi Bat nel mondo progetti pilota in tre aree: esg, dedicata al miglioramento delle performance in ambito sostenibilità; marketing, per lo sviluppo di soluzioni al servizio della relazione con i consumatori; future of work, focalizzata sulla ricerca di modalità di lavoro più agili e smart per i dipendenti.
Due sono le anime della boutique: il Growth Hub for Americas & Europe, un centro di eccellenza dedicato alla trasformazione digitale dell’azienda, e l’Innovation Lab, focalizzato su progetti di open innovation attraverso collaborazioni e partnership esterne.
[caption id="attachment_186759" align="aligncenter" width="800"] Fabio de Petris, amministratore delegato di Bat Italia[/caption]
“Il completamento dell’A Better Tomorrow Innovation Hub segna una tappa fondamentale nella strategia globale di Bat per l’innovazione e la sostenibilità. Il nuovo polo produttivo è dedicato ai prodotti a potenziale rischio ridotto, che fanno di Bat la prima azienda del settore a distribuire la gamma completa di queste nuove categorie in Italia. La realizzazione del nuovo centro globale di produzione e innovazione rappresenta, inoltre, un contributo concreto alla crescita occupazionale ed economica del paese", ha dichiarato Fabio de Petris, amministratore delegato di Bat Italia.
"Al di là dei nuovi posti di lavoro e degli investimenti per il nuovo sito, alla cui costruzione hanno contribuito 88 aziende italiane con commesse per più di 35 milioni di euro, negli ultimi dieci anni Bat Italia ha investito oltre 300 milioni per l’acquisto di tabacchi italiani di alta qualità, supportando circa 400 aziende della sua filiera agricola, che conta oltre seimila addetti. Abbiamo creato in Italia un sistema di open innovation che ci consente di collaborare con startup che utilizzano tecnologie avanzate per dare risposte concrete alle sfide che affrontiamo”.
[caption id="attachment_186760" align="aligncenter" width="800"] Andrea Di Paolo, presidente di Bat Trieste[/caption]
Andrea Di Paolo, presidente di Bat Trieste, ha aggiunto che “l’innovation hub è stato realizzato in un anno e nove mesi dall’annuncio, partendo da un prato e un progetto su carta. Questo risultato è stato possibile grazie alla capacità di fare rete e sviluppare sinergie tra pubblico e privato. In primis con la Regione Friuli Venezia Giulia, la società di infrastrutture Interporto Trieste e l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale - Porti di Trieste e Monfalcone”.
L’innovation hub è stato progettato secondo i più avanzati criteri di sostenibilità e punta a ottenere la certificazione di carbon neutrality per l’inizio del 2024, quando i dati raccolti potranno confermare il raggiungimento dell’obiettivo.
L’hub utilizza il 100% di energia da fonti rinnovabili, che proviene anche dal parco fotovoltaico installato su tutta la superficie del tetto, dotato di pannelli ad alta efficienza in grado di generare oltre 1.200 MWh di energia elettrica all’anno, equivalenti al consumo annuale di 240 case monofamiliari.
A questo si aggiunge un impianto a biomassa certificata Pfsc, proveniente da foreste sostenibili, in grado di produrre oltre 1.900 MWh di energia termica, che verrà attivato in inverno. La restante energia necessaria al sito produttivo viene acquistata da fornitori certificati. Il consumo di acqua sarà ridotto al minimo, utilizzando il raffreddamento adiabatico a secco e raccogliendo l’acqua piovana.
Di fronte all’innovation hub, inaugurato con una cerimonia ideata, pianificata e realizzata per minimizzare l’impatto sull’ambiente e lasciare un’eredità positiva alla comunità, secondo lo standard Unep 2009, è stato installato il primo albero del vento in Italia.
Si tratta di un sistema di produzione elettrica ispirato alla natura, dotato di 36 turbine eoliche indipendenti che catturano e raccolgono tutti i tipi di vento degli ambienti urbani e li convertono in elettricità utile. L’elettricità viene usata per alimentare le stazioni di ricarica dei veicoli elettrici che si trovano nel parcheggio accanto all’albero del vento, in grado di resistere a raffiche oltre i 180 km/h.
L’albero, con una potenza installata di quasi 10 kW, potrebbe fornire elettricità verde, rinnovabile e priva di CO2 a dieci famiglie medie italiane.
L’articolo Bat Italia: un nuovo hub da 500 milioni di euro di investimenti dedicato ai prodotti a potenziale rischio ridotto è tratto da Forbes Italia.
Articolo tratto dal numero di settembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Dalle sfide alle opportunità del digitale. L’impero di Della Valle ha scelto Tesisquare Platform per la sua idea di omnicanalità. La pandemia ha evidenziato l’importanza di internalizzare le attività, perché questo processo facilita lo sviluppo di economie di scala, permettendo alle aziende di essere più reattive nell’affrontare i cambiamenti del contesto macroeconomico.
Cosi Tod’s, all’interno di un processo di digitalizzazione iniziato nel 2010, ha deciso di rivedere il suo front-end, internalizzando la gestione del suo portale e-commerce, per rendere il customer journey omnichannel e multitouchpoint. Lo scopo è quello di garantire ai clienti lo stesso trattamento sia offline che online.
Per gestire questo progetto, Tod’s si è affidata alla piattaforma Tesisquare, società di information technology che si occuperà di monitorare i flussi legati alle spedizioni del brand in tutto il mondo. Poiché il marchio guarda a molti paesi, occorrono un sito adatto alle diverse culture, con un tono di voce vicino a tutti gli utenti, e processi logistici pensati in base alle singole realtà.
Il progetto si focalizza sulla visibilità b2c per le spedizioni di Tod’s, grazie a una piattaforma e-commerce integrata per gestire tutto il processo di spedizione e al monitoraggio dell’esperienza dei clienti attraverso l’integrazione dei corrieri. La piattaforma seleziona il corriere ottimale per la spedizione, verifica la consegna e gestisce la fattura in modalità paperless per il cliente. Anche il processo dei resi è monitorato e controllato attraverso il software Tesi Tms, che comunica gli esiti su Sap.
Più nello specifico, il progetto omnichannel per la logistica consiste nel mettere a disposizione anche del cliente b2c le molteplici fonti stock, quindi non solo i magazzini dedicati alla vendita online, ma anche i cosiddetti stock common pool - i magazzini di secondo livello e le singole disponibilità delle boutique nel mondo -, ampliando l’offerta.
Il software Tms di Tesi sceglie il vettore ottimale, secondo i criteri di servizio, il punto di partenza, la destinazione e la tariffa. Grazie allo scambio di dati con i sistemi dei corrieri, si possono monitorare tutte le fasi della spedizione, dal checkout alla consegna. Sono quindi possibili il controllo e l’intervento proattivo, con grandi vantaggi nella risoluzione dei problemi più frequenti, quali la gestione documentale con la dogana nelle fasi di import ed export o le eccezioni di giacenza e riconsegna.
I consumatori sono sempre più esigenti e si aspettano che i brand sappiano comprendere appieno, se non addirittura anticipare, ciò che vogliono. Si muovono online e offline. Essere in grado di rispondere alle loro necessità garantisce livelli maggiori di soddisfazione e rafforza il legame tra consumatore e brand.
Questo processo assicura anche una maggiore flessibilità nella gestione dell’inventory di prodotto, che viene distribuito su più canali e su scala internazionale, garantendo un miglior controllo e una maggiore efficienza. Permette di testare strategie diverse su vari canali, per poi scalare quelle di maggior successo. Il digitale consente anche di vivere esperienze e interazioni più strette con il marchio.
In un mondo nel quale i clienti si muovono in modo fluido, Tod’s continua il percorso iniziato da anni in termini di strategie digitali di omnicanalità e customer centricity. L’utente può entrare nell’universo del brand e conoscere il suo dna, i suoi valori, i suoi progetti e i suoi prodotti, fino a poterli personalizzare.
Nei negozi Tod’s i clienti possono accedere all’endless aisle (i prodotti presenti su e-commerce) e, viceversa, i visitatori del canale digitale di Tod’s possono acquistare anche prodotti disponibili nella rete retail. È possibile prenotare dal sito un prodotto e ritirarlo in un punto vendita a scelta, o pianificare dal sito un appuntamento con il personale in un negozio fisico. L’interazione con l’azienda avviene tramite chat, video chat e messaggistica.
Obiettivo futuro di Tod’s, in collaborazione con la Tesisquare Platform, è quello di estendere il monitoraggio anche alle fasi di produzione, integrando le fabbriche interne e i fornitori in conto lavoro, garantendo maggior fluidità nei processi di approvvigionamento e assemblaggio, in prospettiva di un controllo totale del processo logistico.
L’articolo Tod’s si affida a Tesisquare per gestire e monitorare le spedizioni è tratto da Forbes Italia.