Giornata incolore per Borse europee. La debolezza degli indici Usa, dopo un tentativo di rimbalzo in avvio a Wall Street, non ha aiutato i listini europei Milano in calo dello 0,31%, il Cac40 di Parigi dello 0,03% e il Dax40 di Francoforte dello 0,25%. Sul mercato persistono i timori legati ai tassi elevati, all’immobiliare cinese, all’elevato prezzo del petrolio, cui si aggiunge il mancato accordo, al momento, tra repubblicani e democratici negli Stati Uniti per finanziare il governo ed evitare lo shutdown, ovvero la chiusura delle attività federali non essenziali, che scatterebbe il primo ottobre.
Mps: non piace la vendita a rate
Seduta di passione per Banca Mps (-6,6%), che paga l’incertezza dettata dai rumor che continuano a rincorrersi sulla vendita di una quota da parte del Tesoro, titolare del 64% del capitale. Deboli anche le utility con Hera (-3,05%) e A2A (-2,91%) in coda. Segno opposto per i petroliferi, Tenaris +2,51%, Saipem +1,57% ed Eni +1,28%, con il greggio in deciso rialzo. Dopo che le scorte settimanali di petrolio negli Usa sono scese più delle attese, il contratto consegna Novembre sul Brent guadagna il 2,52% a 96,33 dollari al barile e quello di pari scadenza sul Wti il 3,3% a 93,37 dollari al barile. Ad Amsterdam, il prezzo del gas scende del 2,3% a 39,4 euro al megawattora. Infine, sul mercato dei cambi, l’euro resta debole e passa di mano a 1,0522 dollari (1,0565 in avvio, da 1,0587 ieri).
Falco olandese
La crescita economica della zona euro è più lenta di quanto la Banca centrale europea si aspettasse, ma l’obiettivo è controllare l’inflazione, quindi i tassi di interesse potrebbero ancora salire, se necessario. Lo ha detto Frank Elderson, membro olandese del consiglio direttivo della Bce. “Questo significa che i tassi di interesse hanno raggiunto il massimo? Non necessariamente”, ha detto Elderson a Market News International in un’intervista pubblicata oggi.
Prestiti in calo
In agosto i prestiti nella zona euro sono rallentati fino a sfiorare uno stallo mentre la crescita economica continua a vacillare e il blocco sfiora la recessione. E’ quanto emerge dai dati della Banca centrale europea che mostrano come i prestiti bancari alle imprese siano aumentati solo dello 0,6%, il minimo dalla fine del 2015, rispetto al +2,2% del mese precedente. I prestiti alle famiglie sono aumentati solo dell’1,0% dopo l’1,3% di luglio. l flusso mensile di prestiti alle imprese è stato negativo per 22 miliardi di euro, il dato più debole da oltre due anni, quando la zona euro era alle prese con la pandemia.