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spedizioni internazionali
Spedizioni internazionali, mancano all’appello 3 mila addetti

Spedizioni internazionali, mancano addetti

Fedespedi, la Federazione delle imprese di spedizione internazionali lancia l’allarme: mancano all’appello 3mila figure professionali. Anche se i professionisti impiegati nel freight forwarding sono cresciuti di oltre il 10% dal 2015  c’è carenza di professionalità tra cui esperti di cyber security, specialisti di linea e di prodotto e sviluppatori IT.

Crescita dell’export

Eppure l’Italia è uno dei Paesi che registra i più alti volumi di export a livello mondiale, collocandosi al settimo posto dopo Cina, Stati Uniti, Germania, Olanda, Giappone e Corea del Sud. La forte propensione al commercio estero è attestata anche dai dati Istat relativi al periodo gennaio-maggio 2023, che hanno registrato una variazione positiva dell’export (+4,2%), spinto dalla significativa crescita verso il Far East (+17,9%) e il Nord America (+6,1%) -. E una flessione dell’import (-4,6%), su cui ha inciso però il calo dei prezzi delle materie prime energetiche.

Il ritardo dell’Italia

Pur a fronte di questa tendenza positiva, l’ultima classifica mondiale realizzata dalla World Bank, che certifica le prestazioni logistiche di 160 Paesi, dal 2018 posiziona l’Italia solo al 19° posto e scende rispettivamente al 24° e 26° posto quando vengono analizzate le singole voci “procedure doganali” e “disponibilità di servizi internazionali”.  Inoltre l’ultimo rapporto Anpal-Excelsior indica, infatti, un fabbisogno occupazionale di 163.900 persone nei settori della mobilità e della logistica, di cui 128.000 per la sola sostituzione dei lavoratori in uscita nell’arco del triennio 2023-2027.

Età media elevata

L’età media degli occupati è salita negli ultimi sette anni, passando dai 43 del 2015 a 46 anni del 2022. Nel 2022 ci sono più di 2mila over 60. Il che implica la necessità di una sostituzione del 5% del personale nell’arco dei prossimi 6 anni, destinata a salire al 22% nell’arco di 10 anni.

E dunque, per garantire un adeguato turnover nel settore, da una stima effettuata da Fedespedi, nella sola Lombardia servirebbero 15mila studenti ogni anno in più negli istituti di formazione tecnici e professionali dedicati alla logistica.

 

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Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 17:30:41 +0000 a cura di Maddalena Camera
Unipol
Unipol compra il 10,2% di Popolare Sondrio, salirà fino al 20%

Unipol compra il 10,2% di Popolare Sondrio

Unipol Gruppo comunica la propria intenzione di acquistare un ammontare di n. 46,3 milioni di azioni ordinarie di Banca Popolare di Sondrio, pari al 10,2% circa del capitale sociale della Banca.

Mandato a Equita e Mediobanca

A tal fine – si legge in una nota – Unipol ha dato mandato a Equita Sim e Mediobanca – Banca di Credito Finanziario, quali intermediari autorizzati e joint bookrunners, di acquistare la Partecipazione, attraverso una procedura di reverse accelerated bookbuilding, ad un prezzo per azione non superiore a 5,10 euro, da avviare immediatamente e che Unipol si riserva di chiudere in qualsiasi momento.
L’Operazione è rivolta ai soli investitori qualificati e investitori istituzionali esteri, che siano intenzionati a vendere azioni della Banca.

Via libera dalla Bce per salire

Il raggiungimento di un ammontare di n. 46,3 milioni azioni Bpso, equivalente a circa il 10,2% del capitale sociale, è condizione vincolante ai fini del buon esito dell’Operazione; tuttavia, Unipol si riserva di accettare offerte per un numero complessivo di azioni inferiore a quello sopra indicato.

Unipol già detiene il 9,5% circa del capitale sociale di BPSO – per il tramite della propria controllata UnipolSai Assicurazioni – ed ha ottenuto le necessarie autorizzazioni e nulla osta, da parte della Banca Centrale Europea e delle altre competenti Autorità di Vigilanza italiane ed estere, ad acquisire una partecipazione qualificata, eccedente il 10% del capitale sociale della Banca.

Tenuto conto delle normative in proposito applicabili e delle autorizzazioni ricevute, la partecipazione diretta o indiretta detenibile da Unipol in Bpso potrà essere pari al 19,99% del capitale sociale di quest’ultima, al netto delle azioni proprie.

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Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 17:15:40 +0000 a cura di Redazione Verità&Affari
ue
Mediaset, via libera dalla Ue per il controllo di Prosiebensat

Mediaset, via libera Ue su Prosiebensat

Dopo l’ok dell’Antitrust tedesco, arrivato lo scorso giugno nel giorno dei funerali di Silvio Berlusconi, anche l’Ue ha approvato, ai sensi del regolamento sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo della tedesca ProSiebenSat.1 Media da parte di Mfe-Media for Europe, la ex Mediaset  che ora ha la sede legale in Olanda. L’operazione riguarda i settori dei media e della radiodiffusione, nonché i mercati della pubblicità offline e online.

La collaborazione

La Commissione Europea infatti  ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza. Date le limitate posizioni di mercato individuali e combinate delle società derivanti dall’operazione proposta. Mfe ha ormai una quota intorno al 29% di Prosieben ed è il primo azionista. Una acquisizione non certo semplice vista la resistenza che aveva opposto il procedente management ai piani della società italiana con sede legale in Olanda capitanata da PierSilvio Berlusconi.

Ma ormai il controllo da parte degli italiani è evidente. Così Bert Habets, ad del broadcaster tv tedesco, ha recentemente definito in una intervista al Financial Times “significativa” la cooperazione tra le due  media company. “La collaborazione – ha spiegato il manager – spazia dalla pubblicità alla tecnologia e guarda anche ai contenuti”. Insomma pare proprio che il progetto di un network paneuropeo, da molti anni sostenuto da PierSilvio Berlusconi e molto osteggiato da Vivendi che aveva raggiunto una quota nel biscione di circa il 30%, stia andando in porto. Ora, sistemate le cose con Vivendi, anche Prosieben pare disposta a collaborare.

La sfida dei giganti dello streaming

“Il nostro settore sta cambiando a un ritmo molto rapido – ha aggiunto Habets – Come attori locali, dobbiamo cercare soluzioni su come continuare ad avere accesso a questi budget globali assegnati su base più paneuropea”. E dunque l’unione fa la forza per combattere giganti dello streaming come Netflix o Amazon Prime. E per lo sviluppo di una programmazione comune, il manager si è mostrato ben consapevole delle difficoltà esistenti e della necessità di trovare nuove strade. Citando i successi delle serie spagnole trasmesse da Netflix o dei noir scandinavi, Habets ha  sostenuto la necessità “di capire che in futuro i contenuti potranno essere sviluppati non solo a livello locale, ma forse anche con diversi partner per restare competitivi”.

Prosieben presenterà i conti trimestrali a novembre. L’ultimo trimestre non è stato brillante e anche per quello in corso le previsioni non sono positive.

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Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 17:00:30 +0000 a cura di Maddalena Camera
Tenaris
Il super petrolio spegne le Borse: Piazza Affari – 0,31%

Giornata incolore per Borse europee. La debolezza degli indici Usa, dopo un tentativo di rimbalzo in avvio a Wall Street, non ha aiutato i listini europei Milano in calo dello 0,31%, il Cac40 di Parigi dello 0,03% e il Dax40 di Francoforte dello 0,25%. Sul mercato persistono i timori legati ai tassi elevati, all’immobiliare cinese, all’elevato prezzo del petrolio, cui si aggiunge il mancato accordo, al momento, tra repubblicani e democratici negli Stati Uniti per finanziare il governo ed evitare lo shutdown, ovvero la chiusura delle attività federali non essenziali, che scatterebbe il primo ottobre.

Mps: non piace la vendita a rate

Seduta di passione per Banca Mps (-6,6%), che paga l’incertezza dettata dai rumor che continuano a rincorrersi sulla vendita di una quota da parte del Tesoro, titolare del 64% del capitale. Deboli anche le utility con Hera (-3,05%) e A2A (-2,91%) in coda. Segno opposto per i petroliferi, Tenaris +2,51%, Saipem +1,57% ed Eni +1,28%, con il greggio in deciso rialzo. Dopo che le scorte settimanali di petrolio negli Usa sono scese più delle attese, il contratto consegna Novembre sul Brent guadagna il 2,52% a 96,33 dollari al barile e quello di pari scadenza sul Wti il 3,3% a 93,37 dollari al barile. Ad Amsterdam, il prezzo del gas scende del 2,3% a 39,4 euro al megawattora. Infine, sul mercato dei cambi, l’euro resta debole e passa di mano a 1,0522 dollari (1,0565 in avvio, da 1,0587 ieri).

Falco olandese

La crescita economica della zona euro è più lenta di quanto la Banca centrale europea si aspettasse, ma l’obiettivo è controllare l’inflazione, quindi i tassi di interesse potrebbero ancora salire, se necessario. Lo ha detto Frank Elderson, membro olandese del consiglio direttivo della Bce. “Questo significa che i tassi di interesse hanno raggiunto il massimo? Non necessariamente”, ha detto Elderson a Market News International in un’intervista pubblicata oggi. 

Prestiti in calo

In agosto i prestiti nella zona euro sono rallentati fino a sfiorare uno stallo mentre la crescita economica continua a vacillare e il blocco sfiora la recessione. E’ quanto emerge dai dati della Banca centrale europea che mostrano come i prestiti bancari alle imprese siano aumentati solo dello 0,6%, il minimo dalla fine del 2015, rispetto al +2,2% del mese precedente. I prestiti alle famiglie sono aumentati solo dell’1,0% dopo l’1,3% di luglio. l flusso mensile di prestiti alle imprese è stato negativo per 22 miliardi di euro, il dato più debole da oltre due anni, quando la zona euro era alle prese con la pandemia.

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Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 15:52:12 +0000 a cura di Nino Sunseri
Piero Cipollone
Bce approva l’ingresso di Cipollone nel Comitato esecutivo

Via libera della Bce alla nomina di Piero Cipollone nel Comitato esecutivo della Bce. Il Consiglio direttivo, è scritto in una nota dell’Eurotower, “non ha sollevato obiezioni riguardo alla designazione del candidato proposto, Piero Cipollone, in quanto persona di riconosciuta levatura ed esperienza professionale nel settore monetario o bancario, come richiesto dall’articolo 283, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea”. 

Dal primo novembre al posto di Panetta

In seguito al parere del Consiglio direttivo e a quello del Parlamento europeo, il nuovo membro del Comitato esecutivo sarà nominato dal Consiglio europeo. Il parere del Consiglio direttivo, di prossima pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, sarà reso disponibile in tutte le lingue ufficiali dell’Ue sul sito Internet della Bce.

Piero Cipollone succederà con un mandato non rinnovabile della durata di otto anni a Fabio Panetta, dimessosi con effetto dal 31 ottobre 2023 per assumere la carica di Governatore della Banca d’Italia.

Dal ’93 in Bankitalia

Cipollone, 61 anni, è membro del Direttorio e Vice Direttore Generale della Banca d’Italia dal primo gennaio 2020 . Nel 1993 è assunto in Banca d’Italia e assegnato al Servizio Studi, dove lavora per 15 anni. Economista nell’ufficio Bilancia dei Pagamenti, nel 2004 assume la direzione dell’ufficio Mercato del Lavoro. Nel 2007 è nominato Commissario Straordinario, poi Presidente dell’Istituto di ricerca Invalsi, carica che lascia nel 2011. Dal 2010 all’ottobre 2014 è Direttore Esecutivo alla Banca Mondiale in rappresentanza dell’Italia e ricopre, tra l’altro, la carica di Chairman dell’Audit Committee. Rientrato in Banca d’Italia, dal novembre 2014 è Capo del Servizio Pianificazione e controllo.

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Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 15:45:00 +0000 a cura di Redazione Verità&Affari
usa
Pericolo cinese: Ford blocca la maxi-fabbrica di batterie

Ford blocca la maxi-fabbrica di batterie

Nuovo mattone del muro Usa contro l’invasione delle auto cinesi. Ford infatti ha deciso di sospendere la costruzione di un mega impianto di batterie per veicoli elettrici pianificato nel Michigan, basato su tecnologia di Pechino. La notizia arriva durante la seconda settimana di sciopero che coinvolge gli stabilimenti di Ford, Gm e Stellantis, ed il sindacato Uaw (United auto worker) parla di ” appena velata minaccia di Ford di tagliare i posti di lavoro”. In realtà, secondo molti osservatori, la decisione della Casa americana tiene conto delle forti critiche del mondo politico, nei confronti di una operazione di partnership che vede protagonista la Catl, il colosso delle batterie del Dragone (e più grande produttore di batterie del mondo), che i repubblicani accusano di avere legami col Partito comunista cinese.

Cavallo di Troia verso il mercato Usa

Lo stabilimento da 3,5 miliardi di dollari avrebbe previsto l’impiego  2.500 lavoratori, e grazie all’impianto  Ford sarebbe diventata la prima casa automobilistica a produrre batterie al litio, ferro e fosfato di nuova generazione sul suolo americano. Ma il Partito repubblicano ha da subito messo nel mirino l’operazione, denunciando il pericolo che il complesso possa diventare un Cavallo di Troia cinese con cui eludere i vincoli e gli obblighi  dall’Inflation Reduction Act, il maxi piano da 800 miliardi di dollari con cui il governo intende promuovere la svolta green. Un sostanzioso capitolo del piano è proprio dedicato all’auto con forti incentivi all’acquisto di veicoli elettrici, legati però al fatto che le vetture siano prodotte in America e con il 65% dei componenti made in Usa. Una legge che di fatto blocca l’invasione di auto cinesi che, grazie al monopolio delle terre rare e delle batterie unita ad una manodopera meno costosa, arrivano sul mercato a prezzi stracciati. E proprio per aggirare queste regole Catl avrebbe messo a disposizione di Ford la propria tecnologia.

Un esempio della forza del Dragone

Non sono solo le oltre 150 Case automobilistiche cinesi a far paura. I conglomerati del Dragone stanno assumendo proporzioni sempre più rilevanti. Ne è un esempio l’auto di Xiaomi, uno dei principali produttori mondiali di smartphone, che ha deciso di diversificare nelle quattroruote.  La data ufficiale del debutto non è stata ancora comunicata, ma secondo alcuni analisti potrebbe essere fissata per novembre, in concomitanza con il lancio del nuovo smartphone Xiaomi 14. La società in Cina è in partnership con la Gongjianpai auto technology, che ha appena presentato una roadster elettrica: la SC-01, che si presenta come l’anti-Porsche. Ora, che sia davvero migliore del blasonato marchio europeo è tutto da vedere, ma l’auto si presenta con forme da “super sportiva” e la Casa dichiara  che il suo impianto frenante è migliore di quello della Porsche 911. Tutto ciò non sarebbe un grande problema per la Casa tedesca, forte di una tradizione inattaccabile,   se non fosse che a listino l‘anti-Porsche verrà proposta  sotto i 40 mila euro.

 

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Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 15:20:24 +0000 a cura di Maurizio Cattaneo
usa
Ubs e Credit Suisse: indagine in Usa sulla presunta evasione delle sanzioni alla Russia

Ubs e Credit Suisse, indagine in Usa

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti avrebbe intensificato le indagini nei confronti di Credit Suisse Group e UBS Group per presunte mancanze di conformità che hanno consentito ai clienti russi di eludere le sanzioni. Lo scrive Bloomberg, citando persone a conoscenza della situazione.

Fase iniziale

Quella che era iniziata come una serie di subpoena inviati a una serie di banche all’inizio di quest’anno si è trasformata in un’indagine su vasta scala incentrata su Credit Suisse, hanno riferito le fonti. L’indagine è ancora in una fase iniziale e potrebbe non portare ad accuse o ad un accordo, hanno detto le persone.

L’indiscrezione ha fatto crollare il titolo di Ubs alla Borsa di Zurigo. Si muove in territorio negativo Ubs, che si attesta a 22,23 franchi, con un calo del 3,39%, dopo essere scesa fino a quota 21,20 franchi.

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Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 14:00:21 +0000 a cura di Redazione Verità&Affari
Mediobanca
Mediobanca, depositata la lista per il rinnovo del cda

E’ stata depositata oggi entro il termine del 28 settembre, in vista dell’assemblea di Mediobanca del 28 ottobre, la lista del consiglio di amministrazione uscente coi nomi dei candidati alla carica di consigliere per gli esercizi 2024-2026, resa pubblica lo scorso 20 settembre. Per Delfin e Assogestioni c’è tempo invece fino al 3 ottobre per il deposito delle liste, sia per il rinnovo cda sia per il collegio sindacale.

La lista di maggioranza vede ancora al vertice Renato Pagliaro come presidente e Alberto Nagel come amministratore delegato. Gli altri componenti del cda, e cioè Laura Cioli , Valérie Hortefeux, Laura Penna, Vittorio Pignatti Morano, Angel Vilà Boix, Virginie Banet, Marco Giorgino, Mana Abedi, Maximo Ibarra, Simonetta Iarlori, Mimi Kung, Stefano Parisse si presentano come consiglieri indipendenti, tranne Francesco Saverio Vinci.

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Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 13:34:49 +0000 a cura di Redazione Verità&Affari
vendita mps
Mps crolla in Borsa sui rumors della vendita dell’8 per cento del Mef

I rumors sulla possibile vendita del Tesoro della quota dell’8% di Mps hanno avuto come effetto immediato il contraccolpo sul titolo, che in Borsa arriva a perdere fino al 6%. Secondo l’indiscrezione pubblicata dal Messaggero, il Mef sarebbe pronto a cedere una fatta della sua partecipazione nella banca di Siena già entro la prima decade di ottobre. Attualmente il ministero detiene il 64,230% e avrebbe individuato Equita SIM come adviser della vendita.

I tecnici del Tesoro avevano ipotizzato che, la cessione di una quota inferiore al 10% sarebbe potuta essere assorbita agevolmente senza eccessive turbolenze. La risposta del mercato ha dimostrato che non è così, con il titolo che ha zavorrato Piazza Affari per tutta la giornata e ha trascinato al ribasso anche le azioni di Banco Bpm e Bper, individuati da tempo come principali commensali nell’affaire.

Il Mef avrebbe intenzione di allentare la sua partecipazione intorno al 56%, ma restando comunque ampiamente sopra la quota di controllo. Quota che, in ogni caso, in base gli accordi presi durante il salvataggio, dovrà dismettere entro giugno 2024.

“Il rischio di overhang di un collocamento sta crescendo e potrebbe non andarsene nel caso in cui venissero valutate ulteriori vendite entro giugno 2024, mentre per l’M&A potrebbe volerci tempo”, hanno fatto sapere gli analisti di Mediobanca. Fonti del governo hanno cercato di rassicurare, in giornata, che non c’è nessuna fretta per il collocamento della partecipazione, ma senza riuscire a fermare la pioggia di vendite sul titolo.

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Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 13:28:22 +0000 a cura di Emanuele Bonora
risparmio
Da Eurovita un conto di 700 milioni per Cinven. E il numero uno dei servizi finanziari lascia

Eurovita, il conto per Cinven

Caspar Berendsen, partner del fondo Cinven a capo degli investimenti nei servizi finanziari, lascia il fondo inglese dopo 20 anni. Le motivazioni dell’uscita non sono note. Ma negli ambienti finanziari non è sfuggito come dipendesse da lui l’investimento del fondo in Eurovita. Oltre che partner del fondo e responsabile del settore finanziario, il manager è stato anche nel board della compagnia italiana fino al suo commissariamento, nel gennaio scorso.
 
Per il fondo britannico, uno dei colossi del settore del private equity, la compagnia italiana si è rivelata una voragine che ha inghiottito almeno 700 milioni di euro. E il conto potrebbe ancora aumentare. Senza contare il danno reputazionale. Tutto per non ricapitalizzare la compagnia come richiesto dall’Ivass. Un intervento che con molte meno risorse (tra 200 e 250 milioni, le cifre circolate nella seconda metà del 2022) avrebbe messo in sicurezza la compagnia. 

Il conto delle perdite

Con l’approvazione del bilancio del 2021, la controllante di Eurovita, Flavia Holdco, ha azzerato il valore di bilancio della partecipazione. Circa 400 milioni di perdita. A fine febbraio di quest’anno, su spinta dell’Ivass, ha iniettato nella compagnia già commissariata 100 milioni di euro a fondo perduto. Dal bilancio di Flavia HoldCo, appena pubblicato, si apprende che nell’ottobre del 2022 Cinven aveva cancellato un prestito per oltre 120 milioni di euro fatto a Eurovita. Nei giorni scorsi invece la stessa Cinven, tramite un veicolo dedicato, ha ricomprato dagli investitori i tre bond emessi da Eurovita.
 
Al 35% del nominale i due più vecchi, per un totale di 45 milioni. E al 25% del nominale quello da 115 milioni, sottoscritto ingrullente dal fondo sovrano di Singapore, Gic. Un salasso, per gli investitori. Ma senza il riacquisto i bond avrebbero avuto un valore pari a zero. Spesa totale: poco meno di 50 milioni. Comunicando l’offerta per il riacquisto, Cinven spiega che sta ancora trattando con la gestione commissariale con l’obiettivo di soddisfare tutti i creditori di Eurovita. Tradotto: il fondo non esclude altri esborsi.

Il prestito svalutato

A questo vanno aggiunti i 300 milioni di svalutazioni effettuate, secondo Bloomberg, dal pool di banche internazionali che aveva finanziato Cinven per l’acquisizione delle assicurazioni italiane. Si tratta delle linee in capo al veicolo Flavia Finco, che Cinven ha cercato di soddisfare piuttosto che ricapitalizzare la compagnia come richiesto da Ivass. Ma cercando fino all’ultimo un acquirente per Eurovita. Senza trovarlo, anche a causa del prezzo ritenuto troppo elevato dai vari operatori che si sono avvicinati al dossier. L’ultimo nel gennaio scorso, con la Solvency II della compagnia già nettamente al di sotto del minimo regolamentare per operare. E poco prima del commissariamento e del blocco dei riscatti.

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Data articolo: Wed, 27 Sep 2023 11:00:22 +0000 a cura di Gianluca Paolucci

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