Dall'ultima di copertina: L'opera letteraria è un interrogativo rivolto al mondo, cui ogni epoca risponde in maniera differente, condizionata com'è dal suo essere storico. Parlare di Racine, ad esempio, non significa proporre una verità definitiva su Racine, ma sperimentare sulla sua opera (secondo un criterio di organica coerenza) un nostro linguaggio. Autori classici come Voltaire o Baudelaire, o contemporanei come Queneau e Robbe-Grillet, offrono a Roland Barthes i termini di una riflessione in continuo movimento, e insieme critica, metodologica e teorica. Dal teatro epico di Brecht all'attività strutturalista, attraverso il «nouveau roman», questi saggi investono esperienze cruciali della cultura del nostro tempo, sul filo delle irriducibili dimensioni della scrittura, e di ciò che Barthes ha definito la «responsabilità delle forme». Sono pagine che, perdurando il dibattito sulla lingua e sul romanzo (e nel quadro di un rinnovamento sempre più chiaro ed esplicito dei metodi critici) conservano tutta la loro attualità.
Presenti articoli su Baudelaire, Robbe-Grillet, Brecht, Balzac, Voltaire, Tacito, Michelet, Queneau, Yves Velan, Racine, Kafka, Foucault, Butor, La Bruyère e Bataille, oltre che sul fatto di cronaca, sull'immaginazione e sul senso dello scrivere.