Interpretazione di un racconto popolare: La mammana di la principissa-fata(Fiabe novelle e racconti popolari siciliani, LV)

di Salvatore La Grassa

TAG: Giuseppe Pitré, Fiabe novelle e racconti popolari siciliani, Agatuzza Messia, principessa-fata, generazione partenogenetica, gemelli, parto gemellare, dar da mangiare a donna in attesa, comitiva delle principesse-fate, un sacco di monete d'oro per il servizio della mammana, avvenimenti segregati per mezzo di giganti, giganti a servizio della comitiva delle principesse-fate, Tesmoforie, esclusione figura maschile, prostituzione d'alto bordo, dolci con sesamo e miele con la forma di genitali femminili, dolci chiamati mylloi, ricchezza del mondo infero, mammana e ruffiana, mammana venale, racconto elaborato a uso di adolescenti in formazione, mammane e donne altolocate



La mammana di la principissa-fata; altra interpretazione: mammana ruffiana e principessa cortigiana d'alto bordo

La sosta prolungata della mammana nella casa della principessa e il rovescio della medaglia del racconto

- “Ma siamo scemi? Dovremmo credere a questa fantastica principessa fata che figlia come fosse la dea primordiale greca Gea, oppure come Era, la consorte di Zeus?” - Direbbe qualche lettore.
Ed in effetti l’osservazione è giusta, tanto che molto probabilmente qualcuno dei novellatori o delle novellatrici che hanno tramandato oralmente il racconto ne ha modificato la trama e ha sminuito la figura della principessa, addirittura indicandola come una signora che abitava ai Quattro Canti di Palermo. Una principessa in grado di beneficiare con tanto oro una mammana non abita in un suo esclusivo palazzo, addirittura chiama dal balcone o dalla finestra, come una popolana, la mammana che passa sotto casa sua con una splendida carrozza.
I due giganti della principessa fata non hanno nemmeno una carrozza per trasportare la mammana. Avrebbe fatto comodo ai giganti trasportare la mammana in una carrozza tipo berlina, non mancavano i soldi alla loro padrona. Alla fine del racconto le due donne, dopo dieci anni dal parto gemellare, diventano amiche, ma l’una, ovvero la mammana, ha la smania di sfoggiare abiti e di andare in carrozza, mentre la principessa ama non dare nell’occhio e tiene alla discrezione e a fare le cose in segreto. Alla fine pare che, da quanto detto dalla principessa, si siano invertite le posizioni delle due donne in merito alla ricchezza posseduta. Infatti la principessa dice che la mammana si è arricchita, mentre lei è uscita dalla comitiva delle principesse fate e molto probabilmente non ha più a disposizione quei due giganti che aveva dieci anni prima. Infatti non ha a disposizione alcuna servitù per rintracciare la mammana-commare ed è costretta a chiamarla da sé dalla finestra o balcone di casa.
Altra particolarità del racconto è la sosta di altri 15 giorni dopo il parto che la principessa fata richiede alla mammana. Nel racconto non se ne fa cenno, ma doveva essere cura della mammana scrivere un attestato di nascita dei gemelli partoriti dalla principessa. Spostare la data di nascita di 15 giorni più in là avrebbe potuto consentire alla principessa di far quadrare la date della nascita con quella di concepimento o meglio dell’atto sessuale col marito o con l'amante ufficiale, che invece, probabilmente, 15 giorni prima di quell’atto era fuori città.
Sopra abbiamo accennato al fatto che era possibile che una storia di fate o persone comunque dotate di particolari poteri fosse stata modificata in senso diminutivo, ma è pure possibile che una squallida storia di corna possa essere stata modificata in senso accrescitivo. Per cui si può pure ipotizzare che la comitiva delle principesse fate fosse una organizzazione di prostituzione d’alto bordo, abbastanza segreta in cui delle mammane facevano pure le ruffiane e fornivano clienti in grado di pagare molti quattrini. Finché la principessa fata fece parte della comitiva si poteva permettere molte cose e pagare profumatamente una mammana-ruffiana che avrebbe alterato la data di nascita di eventuali figli nella maniera a lei più conveniente. La mammana si era arricchita, non soltanto per avere incontrato e servito la principessa fata, ma per aver fatto la ruffiana per tanto tempo. Il marito non si opponeva all’attività di ruffiana della moglie, in quanto portava tanti soldi a casa, ma era consapevole che potesse rischiare la vita: certamente per l’attività di ruffiana, non certo per l’attività di mammana.

Laide di Corinto, quadro di Hans Holbein the Younger


Tutti gli articoli su La mammana di la principissa fata