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Descrizione: I saggi raccolti in questo volume (scritti fra il 1959 e il ’65) costituiscono uno dei chiarimenti più positivi che siano stati forniti in Francia, in direzione della letteratura, nel momento successivo a quello in cui lo strutturalismo è apertamente esploso come proposta multipla e coerente di ipotesi verificabili. Il più noto di questi saggi si intitola appunto Strutturalismo e critica letteraria. Genette parte da un’implicita consapevolezza della condizione di miseria in cui cade la critica letteraria quando si trovi sola di fronte a se stessa, cioè alle sue mansioni tradizionali e coatte. Delle due alternative che si aprono allora: proiettare il pensiero critico attraverso uno schermo estraneo (tentare una triangolazione), o elucidare analiticamente gli elementi di un metodo, Genette sembra più portato a seguire la seconda. Ma il fatto forse più interessante, anche se non il più vistoso, è la sua ostinazione nel salvare, in questa progressione teorica, l'esercizio della critica, inteso come applicazione diretta a un testo. La maggior parte dei saggi qui raccolti è costituita da letture: o, altrimenti, da saggi di critica della critica (esemplare il saggio su Barthes). I temi sono molto vari e lontani nel tempo, ma coerentemente caratterizzati nell’insieme. Il discorso di Genette si muove su quattro direttrici: 1) il Barocco; 2) i trattadi Retorica: 3) un’idea paradossale di letteratura elaborata attraverso Valéry, Borges, i formalisti russi; 4) lo strutturalismo. Quest’ultimo termine riunisce e ragiona gli altri tre.
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