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Da pagina 229: A spiegare l’interesse suscitato dalla prima serie di Figure, l’apporto di sollecitazioni teoriche ed operative e l’immissione immediata di elementi di discussione, valgono prima di tutto le qualità non comuni di sobrietà e limpidezza della riflessione di Genette, solidamente ancorata al rapporto diretto coi testi: non sotto forma di esemplificazione sporadica e pretestuosa, ma come responsabile esercizio di lettura, verifica di un coerente impegno interpretativo.
A questa concretezza di argomentazione fa riscontro una qualità di invenzione: la sperimentazione di nuove aperture problematiche, l’espandersi dell’interrogazione critica e la riduzione progressiva dei residui di opacità nel fenomeno osservato. Un esempio indicativo è fornito (in questa seconda serie di Figure) dallo studio sulla coppia jour-nuit, dove l’analisi esplicativa, dopo aver percorso il versante dei significati, deborda e si completa sul versante dei significanti; oppure dalle stimolanti pagine su Stendhal.
Tutta una parte del libro è orientata sui fenomeni e sui problemi della poetica del linguaggio. In questa linea si pone anche l’ampio e lucido studio su Proust e il linguaggio indiretto.
Alcuni altri scritti si raccolgono invece attorno alle questioni del linguaggio narrativo: classificazione ed articolazione, categorie e rapporti come quelli di verosimiglianza e motivazione, di narrazione e descrizione, di racconto e discorso. Le essenze o istituzioni concettuali cui si è richiamata in epoca recente la critica letteraria sono oggetto, nel saggio intoduttivo, di un ripensamento metodologico che a partire da Thibaudet, Du-Bos, Valéry, tocca le suggestioni derivate dalla linguistica e le nuove proposte di ordine contestativo o costruttivo (Blanchot, Barthes, Derrida) per evocare un’immagine attuale del lavoro del critico.
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