Considerazioni, differenze e somiglianze nei racconti Il ceppo d'oro del Pentamerone(V, 4), Marvizia della raccontatrice Agatuzza Messia(Pitré, XVII), e Lu re d'amuri del raccontatore Giovanni Patuano(Pitré, XVIII)

di Salvatore La Grassa

TAG: Giuseppe Pitré, Fiabe novelle e racconti popolari siciliani, Agatuzza Messia, Giovambattista Basile, Pentamerone, Giovanni Patuano, Matri-drau, tipo Amore e Psiche, Il ceppo d'oro, Il tronco d'oro, Marvizia, Lu re d'amuri



Lu re d'amuri di Giovanni Patuano


TAG: Lu re d'amuri, Giovanni Patuano, matri-draga madre di regnanti, dazione in monete d'oro al padre della fanciulla, prezzo della sposa, matrimonio patrilocale, la grande casa, gli amori nati nella grande casa dovevano essere troncati, ragazzi e ragazze dovevano sposare le persone che decidevano i genitori, palazzo senza scale, capelli lunghi usati come corde con cui salire in casa, la protagonista resta incinta nel palazzo sotterraneo, la protagonista raggiunge l'orca suocera dopo sette giorni

Matri draga

Il racconto siciliano Lu re d'amuri, rispetto al cunto Il ceppo d'oro del Pentamerone del Basile e al racconto Marvizia, ha una migliore formulazione di tipo etico. Il racconto è stato raccolto dal raccontatore cieco palermitano Giovanni Patuano. In questo racconto viene accentuato il motivo dell'amore che sovrasta ogni impedimento e le remore legate alle abitudini claniche sul matrimonio. Anche in questo racconto la mamma-draga del personaggio maschile, ovvero lu Re d'amuri, vuole imporre la sposa al figlio, in questo caso una sposa d'alto rango, addirittura la figlia del re del Portogallo. Giovanni Patuano o un precedente raccontatore, nella linea del tramandamento orale, ha connesso la mamma-draga alle grandi case regnanti d'Europa. La stessa mamma-draga è madre del re di Spagna. Probabilmente le nazioni di Spagna e Portogallo sono state collegate dal popolo alla mamma-draga perché ritenute responsabili delle nefandezze dell'epoca, secondo il detto "u pisci feti ra testa".
La parte iniziale sino all'uscita del turco è molto simile all'inizio del racconto "Lu Scavu"( Pitré XIX), raccolto a Palermo dalla nipote della novellatrice cieca Brusca. Il bagno nel latte del protagonista si riscontra pure nel racconto Li Palli magichi(Pitré XXXVIII) proveniente da Acireale.
Anche in questo racconto il protagonista maschile prende la forma di un uccello verde, ma riprende forma umana calandosi in un recipiente colmo di latte prima, e in un recipiente colmo d'acqua poi.
Come in altri racconti studiati (Il ceppo d'oro, Lu scavu) in questo racconto la famiglia della protagonista trae un vantaggio materiale all'inizio. Qui viene data una borsa di monete d'oro al padre di Rusidda, la protagonista del racconto. Probabilmente in questi racconti c'è un antico collegamento alla festa dell'antica Roma dei Saturnalia, in cui era eletto re uno schiavo. A queste feste, in cui si beveva molto vino, partecipavano le donne, ma non quelle di buona famiglia. Ma può anche darsi che questo vantaggio materiale sia una deriva del prezzo per la sposa, praticato in moltissime culture.
Come nel cunto Il ceppo d'oro e in Marvizia la protagonista fa un matrimonio patrilocale, cioè va ad abitare nella casa, nel regno dello sposo. Rusidda andrà a coabitare col Re d'amuri e con le cognate orchette Rusidda e Caterina: in questo caso sono serpenti i parenti stretti, ovvero le sorelle della protagonista.
Ma la casa, il palazzo in cui vivono la mamma-draga, le figlie Rusidda e Caterina e il Re d'amuri è senza scale: sono Rusidda e Caterina che calano le lunghe trecce e fanno salire la madre e la protagonista. E il palazzo o torre senza scale denota un taglio netto nei confronti della società civile. Evidentemente il palazzo senza scale si addice ad abitazione di orche che la giustizia umana cerca di perseguire; ma è possibile che questo tipo di casa sia connesso all'iniziazione tribale, rito in cui i partecipanti si staccavano dall'esistenza quotidiana per incontrare gli spiriti e i numi della tribù. Spesso nei racconti mitici relativi alle iniziazione il nume iniziatore è visto come il serpente che inghiotte l'iniziato e di cui sputa le ossa, su cui ricrescerà di nuovo la carne e scorrerà di nuovo il sangue. L'iniziato rinascerà a nuova vita e farà parte della tribù, e del passaggio gli rimane un segno, una piccola menomazione che effettivamente gli viene inflitta nel corso dell'iniziazione.
E' dunque possibile che la mamma-draga, prima di rappresentare la temuta suocera, sia stata ritagliata dalla figura dell'essere iniziatore.
Nel racconto di Giovanni Patuano la protagonista resta incinta nel periodo in cui vive nel palazzo sotterraneo col Re d'amuri. E questo stato la salva, in quanto le sei mamme-draghe, sorelle della mamma-draga suocera, che incontra nel corso della peregrinazione, la risparmiano perché porta in grembo il figlio del loro nipote. Mentre nel cunto del Pentamerone e in Marvizia la peregrinazione della protagonista dura sette anni, la protagonista Rusidda impiega soli sette giorni per raggiungere la casa della mamma-draga suocera. Non poteva essere diversamente perché la protagonista non poteva avere una gravidanza lunga sette anni. In questo racconto la protagonista ha un contatto diretto con l'amato e si sente che lu Re d'amuri, quando interviene per aiutare Rusidda, nutra per lei amore e pietà. In Marvizia invece la protagonista dialogava con Uccello Verde per il tramite del giagante Alì. Tuoni-e-lampi, protagonista maschile del cunto del Basile, ha un atteggiamento meno morbido nei confronti di Parmetella.
Si può considerare il racconto di Giovanni Patuano una fiaba che ricapitola e chiarifica la vicenda di una fanciulla che fa un incontro con un ragazzo facente parte di una cerchia, di un clan o sottoclan di non corrispondenza nuziale, di una classe superiore. La fanciulla e il ragazzo si amano, forse nella Grande Casa descritta da Vladimir Propp nel suo Le radici storiche del racconto di fate.
Nella Grande Casa, cui il Propp ha dedicato l'intero capitolo quarto, ragazzi e ragazze potevano intrattenere dei rapporti amorosi al di fuori delle regole claniche matrimoniali. Ma una volta terminato il periodo trascorso nella Grande Casa i ragazzi dovevano sottostare alle regole claniche matrimoniali. Deteriorandosi le strutture culturali claniche, il primo amore di una ragazza o di un ragazzo prende peso culturale sempre maggiore: ed ecco allora che nei racconti spunta la figura della maga-suocera che si oppone al matrimonio d'amore del figlio (la figura della maga-suocera viene tratteggiata nel paragrafo 25 del 3° capitolo dell'opera sù accennata di Vladimir Propp, capitolo dedicato alla foresta misteriosa.
Nel cunto del Basile può essere intravisto il commento sarcastico dell'autore napoletano; ovvero che Parmetella passa dalla padella alla brace. Purtroppo nel finale, forse, il rifinitore dell'opera del Basile, pubblicata postuma, mette una pezza a questo tipo di considerazione ironica e sottolinea che Parmetella aveva rinsaldato i legami d'amicizia con le sette sorelle orchette di Tuoni-e-lampi.


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