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Recensione: Ognuno degli episodi di cui si compone questo capitolo del Ciclo di Avalon, contiene in sè gli stessi elementi di tragedia e speranza che permeano l'intera saga, ma stavolta - essendo la narrazione più coincisa, divisa com'è in 3 macrosequenze - tutto sembra essere più forte, più improvviso e di maggiore impatto sul lettore. E allora le vicende di Gawen e Caillean prima, poi di Dierna e Teleri e infine di Viviana e Taliesin, trovano il loro svolgimento e compimento nel ripetersi di quei legami karmici che hanno inizio in Le luci di Atlantide e che si ripercorrono, con le loro conseguenze, in tutta la saga, verso il finale che vedrà protagonisti Re Artù, Morgana, Ginevra e Lancillotto. Ma la strada verso quel momento è ancora tutta da percorrere. La Signora di Avalon riprende le fila della narrazione esattamente dalle ultime pagine de Le querce di Albion, con Caillean pronta a stabilire la propria sede definitiva in Avalon, dove crescerà Gawen, figlio della profezia, in vista della necessaria separazione dal mondo dell'isola di Avalon. Roma è ancora padrona del mondo e i cristiani dei fuggiaschi perseguitati. Nel secondo episodio incontriamo invece Dierna e Teleri, in un esatto riproporsi del tormentato amore tra Deoris e Domaris, sorelle ed antagoniste, divise da profezie e necessità . Infine, nel terzo e - a parer mio - più importante capitolo, incontriamo Viviana, la Dama del Lago, entrando finalmente nel ciclo arturiano a pieno titolo, anticipazione del più importante volume della saga, il vero capolavoro di MZB, Le nebbie di Avalon.
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