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Recensione: La religione è un'espressione storico-sociale della società che la produce, ma a sua volta è in grado di condizionare la società stessa e la sua costruzione gerarchica. Per Weber la religione è una delle ragioni per cui le culture dell'Occidente e dell'Oriente si sono sviluppate in maniera tanto diversa. In questo libro attraverso un'attenta analisi delle religioni induista, buddhista, confuciana, taoista e antico-giudaica, il sociologo tedesco rintraccia i fattori che ne hanno determinato la situazione culturale nonché economica e sociale, individuando proprio nella religione uno dei motivi che hanno impedito lo sviluppo del capitalismo in India - radicatosi, per Weber, come prodotto d'importazione.
Il confucianesimo è caratterizzato dalla presenza di un esteso e articolato apparato burocratico che si fa portatore di un'etica 'conformista', tendente a confermare e perpetuare l'assetto esistente. Nell'induismo abbiamo la presenza di un ceto sacerdotale inserito in posizione di privilegio all'interno di un rigido sistema di caste. Analogamente alla burocrazia confuciana, anche tale ceto è interessato a promuovere un'etica economica di stampo conservatore. Nel giudaismo antico, il ceto intellettual-religioso più rilevante è invece quello dei profeti: per arginare la diaspora del popolo ebraico, si fanno promotori di un'etica religiosa incentrata sulla nozione di redenzione in grado di garantirne e perpetuarne l'unità spirituale anche lontano dalla terra promessa. Se dunque induismo e confucianesimo sembrano assolvere a una funzione giustificativa nei confronti dell'assetto esistente, sia dal punto di vista sociale che economico, il giudaismo antico prefigura invece una trasformazione, almeno nei termini dell'annunciata redenzione del popolo ebraico. Ma è con il cristianesimo che si realizza una decisa rottura nei confronti dell'assetto economico e politico esistente. Essa, scrive Rossi, "ha condotto al rifiuto delle forme tradizionali di attività economica, giungendo nel Protestantesimo ascetico a concepire la ricerca del profitto come la ricerca del segno dell'elezione divina e quindi di una promessa di salvezza eterna" (Weber, Max, Sociologia della religione, a cura di Pietro Rossi, Milano, Comunità , 2002). Si legge infatti ne L'etica: "Fin dove arrivò la potenza della concezione puritana della vita, essa favorì in ogni circostanza (...) la tendenza ad una condotta di vita borghese, economicamente razionale. Essa fu il suo sostegno essenziale e soprattutto l'unico sostegno coerente. Essa fu all'origine dell'uomo economico moderno". (da recensionifilosofiche.it).
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